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King e DV L'acqua nel bicchiere vibrava insieme al tremore della mano. DV era seduto da solo, era un momento che attendeva da tanto, l'ansia peggiorava il tremore, ma aveva imparato a controllarlo. Appoggiò la mano sul ginocchio e fece un profondo respiro. Si alzò dallo sgabello nel bar semivuoto e si avvicinò alla porta. Fuori le nuvole coprivano il sole e la pioggia battente aveva svuotato le strade della folla che, normalmente, le riempiva. DV sapeva di avere ragione, doveva solo aspettare qualche altro minuto, si diede un'occhiata in giro per assicurarsi che non stesse arrivando nessuno e rientrò, chiudendosi la porta alle spalle. Sorrise sedendosi di nuovo al bancone, la televisione accesa stava seguendo i progressi della NGD su un nuovo caso: era contento che la squadra stesse andando avanti. Sara si era integrata perfettamente dopo le prime difficoltà, ormai era sempre in prima fila, gli ricordava un po' se stesso: sentimentale e a volte con la testa un po' troppo calda, ma alla NGD serviva anche questo. Le porte si spalancarono e un uomo in un soprabito nero entrò nell'edificio, DV stava dando le spalle all'individuo ma sapeva perfettamente chi era. King aveva riconosciuto DV appena entrato e stava trattenendo un sorriso, gli si avvicinò alle spalle ma fu interrotto da un pugno dritto sulla mascella. Il barista fece per mettersi in mezzo, ma King alzò una mano facendo segno che andava tutto bene e sorrise. "Con amore anche da parte degli altri" Dv agitò la mano per far passare il dolore. "Diciamo che un po' me lo sono meritato" King si riprese dal colpo "Diciamo che un po' era anche soddisfazione personale" Dv si sedette di nuovo al bancone insieme a King. "Ci hai messo più di quanto pensassi" Disse King vantandosi. "Avere un figlio rallenta un po'" sorrise Dv King spalancò gli occhi sorpreso "Beh allora congratulazioni!" Dv bevve un sorso d'acqua. "Quanto sono avanzati i sintomi?" "Meno di quanto credevano i medici, la terapia funziona a meraviglia" "Sono contento... Mi spiace non essere stato lì per te, ma non potevo rimanere dopo quello che è successo" King sospirò ordinando una birra al barista "Non ti ho mai dato davvero la colpa, sono stato arrabbiato, ma i miei sentimenti erano amplificati dalla malattia" "Lo so, sono stato arrabbiato io" Prese un sorso di birra. "Certo che hai scelto una città del cazzo" rise Dv "Di certo non potevo andare a Londra" Rise King "È un buon posto per crescere un figlio, tranquillo, buone scuole, penso che mi piacerà, Marple ne è già innamorata". |