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Posts written by Poirot Len

view post Posted: 13/8/2019, 03:08     +1Matt e la Penna. Il mistero del muro di fuoco. - Non-Conan FanFic
3.8 Passaggi Segreti



Non fu particolarmente piacevole.
Era come se qualcuno stesse continuando a sottrargli l'aria dai polmoni, scavando un buco invisibile nel suo petto. Avrebbe fatto di tutto per perdere la capacità di espirare, voleva trattenere anche la più piccola briciola d'aria dentro si sé.
Non sapeva cosa pensare. Forse si trovava in uno stato di torpore, ad un passo dalla realtà ma intrappolato in un sogno. O forse tutto ciò che stava provando non era che una rozza costruzione di sentimenti artificiali. Se solo avesse potuto schiarire la sua vista sfocata, avrebbe strappato quel velo d'incertezza che non aveva smesso di stringergli il collo.
Un battito di ciglia, ed Ezdard riuscì ad aprire gli occhi.
Ce l'aveva fatta, aveva chiuso gli occhi solo per qualche attimo. Aveva resistito al richiamo della sconfitta, riuscendo a sfuggire alla sue seduzioni, giusto per un soffio.
«Anche quando il tuo corpo si è arreso, tu non ti sei dato per vinto. Proprio ciò che avrei voluto evitare.» la voce di Enigma echeggiò per quella che sembrava una cella, una stanza ricoperta di un papiro non più dorato, sporcato da aloni di carbone e insita oscurità.
«Sei stato tu che mi hai incuriosito.» rispose il Secondo comandante, sfoggiando un sorriso affaticato «Hai detto che capisci che cosa provo. Dimostralo.»
«La sindrome del secondo posto. Penso che questa definizione mi rappresenti alla perfezione.»
d'un tratto strascichi di tessuto ricrearono la figura di Enigma, seppur con qualche imprecisione, e qualche strappo alla rinfusa. Nel frattempo, Ezdard riuscì a sedersi, appoggiandosi ad una parete.
«Vorrei solo dimenticare la mia vita precedente. Sono sempre stato in ritardo. La mia precedente famiglia, se così si può definire, mi ha dato uno scopo solo perché era quello che loro detestavano più di ogni altra cosa. Un disonore che viene scaricato solo ad uno sfortunato prescelto. Per quanto a voi sembrino eccezionali le mie manipolazioni coi sigilli, tutto questo un tempo era solo oggetto di scherno. Ero un ridicolo pagliaccio agli occhi di tutti.»
Il falso Enigma si sedette a terra, incrociando lo sguardo della persona che avrebbe dovuto sconfiggere.
«Certo, la mia stirpe faceva parte di radici corrotte collegate ad un albero velenoso. Ma non sono mai riuscito ad ignorare la rabbia che scorse dentro di me...quando li eliminai uno dopo l'altro. Non fu solo un opera di giustizia, non salvai soltanto delle vite. Mi vendicai in modo puro, spietato. Era il prezzo per avermi messo in disparte per tutta la vita. Forse se non mi avessero considerato un verme della peggior specie, a quest'ora sarei diventato uno di loro. In questo senso, li potrei quasi ringraziare. Ciò che provavo ogni volta che la vita mi riservava un altro giorno...era sperare di non averne un altro in più.»
«Nonostante i tentativi, sapevi che avresti fallito e che non avresti mai conquistato la loro approvazione.» l'agente biondino, guardando verso il cielo a lui negato, si agganciò al discorso dell'avversario.
«Provai e provai con tutte le mie forze, ma sembrava quasi che io fossi destinato a quella posizione. Nulla avrebbe potuto cambiare.»
«Il confronto è inevitabile, ed ecco che vivi all'ombra di qualcun altro.» Ezdard sospirò, ripensando alla sua storia «Mio fratello...è una persona eccezionale. Uno dei giovani più promettenti dell'intero reparto dell'esercito. Avrei voluto soltanto che i miei genitori ci avessero visto allo stesso modo. La mia vita non aveva alcun valore, essere sotto una buona luce era l'unica cosa a cui tenevo. Volevo il loro affetto così ossessionatamene, che presi una brutta strada, cominciai a cadere, prima da un fronte e poi dall'altro. Scuola, amicizie, onore.»
Si mise una mano sugli occhi. Incredulo, continuando a conversare col suo carceriere. Era troppo catartico per non perseverare.
«Ero così disperato...che mi sono rivolto ad una setta di Remi di Caronte. Cominciai a a frequentarli di nascosto, pur sapendo a cosa sarei andato incontro. Ho tradito la fiducia che la mia famiglia, in ogni caso, seppur celatamente, aveva riposto di me. Ma fui così cieco! Nello specchio non vedevo che il riflesso di mio fratello, che continuava a ridermi in faccia.»
Il fantoccio che aveva assunto le sembianze di Enigma abbozzò un espressione compassionevole, evitando lo sguardo affranto di Ezdard per non rimanere troppo coinvolto.
«L'affetto...l'amore. Sono cose che ci fanno perdere la testa. Rimpiango ancora di aver lasciato andare una persona che adesso, vorrei qui accanto a me.»
«Sono cose che dovrebbero renderci felici, eppure noi facciamo di tutto per distorcerle. Quando mio fratello mi seguì in una di quelle selvagge notti, rischiò la vita per salvarmi da quel baratro. E io cosa feci? Lo respinsi, fiero di una dignità che nemmeno possedevo. Per questo lui è a Riterloo ora, ha lasciato il palco solo per me, per farmi splendere senza che la sua luce possa oscurare la mia. Beh, questo è quello che voglio credere, perché potrebbe essersi semplicemente stancato di me.»
«Sono certo che non sia così.» la voce di Enigma, quasi se quella frase gli fosse sfuggita dalla bocca, ostentò una certa dose d'imbarazzo.
«Ma sentilo. Il mio acerrimo nemico che dopo avermi pestato cerca pure d'incoraggiarmi!» un tenue riso gli attraverso il diaframma dolorante, ma ne era valsa la pena.
«Tranquillo, non ricapiterà.» replicò l'eco orgoglioso «È solo che...queste che abbiamo raccontato sono cicatrici. A volte scordiamo di averle, ma se guardiamo nel punto giusto, eccole. Non se ne sono mai andate.»
«E ci fanno anche dei brutti scherzi! Se non fossi stato fragile, forse non sarei mai caduto in questa trappola.»
«Non dobbiamo far altro che tenerle con noi, ma fuori dalla memoria.» concluse la voce, facendo sorridere il fantoccio in modo alquanto bizzarro.
«E' per questo che mi sono rivolto a Justin. Mi ha donato l'ennesima occasione che sicuramente non meritavo.»
«E io ho trovato una nuova famiglia, che lentamente, mi sta trasformando in qualcosa di nuovo. Mi rende felice.»
«Eppure c'è sempre quella fitta. Quella fitta che ogni tanto fa male...quasi volesse riportarci indietro.»
«Lo so. E sai una cosa? Io mi diverto quando sento quella fitta. So che mi vuole sfidare ancora una volta. E sai perché? Non ha fatto altro che perdere e perdere un numero indecifrabile di volte!»
I due si scrutarono, trovando una complicità che non avrebbero mai pensato di scovare in una battaglia fino all'ultimo colpo. Sapevano di aver conquistato un qualcosa di speciale, anche se si erano resi conto che il loro dialogo, seppur piacevole, non sarebbe potuto andare avanti per sempre.
Uno dei due avrebbe dovuto compiere la mossa definitiva. Per quanto amaro sarebbe potuto risultare.


«Muro!» gridò Matt, all'ennesimo sbarramento verso la fuga.
La nebbia verdognola che non aveva smesso di cacciarli, seppure con una certa flemma.
I tre si voltarono. Il Drago non avrebbe desiderato che un altra occasione per poter infierire sugli esseri umani. Angel prontamente interruppe ogni azione offensiva, ma questa volta, una morsa di dolore gli attraversò il bicipite destro, quasi avessero tentato di afferragli il braccio per strapparlo dal resto del corpo.
I due ragazzini si avvicinarono alla loro guida, sincerandosi delle sue condizioni.
«Angel! Che ti succede?» esordì il giovane Wolfram, nelle vesti di una nonna preoccupata.
«Non preoccuparti, questa bestia non andrà da nessuna parte!»
«Ti abbiamo chiesto come stai, non cercare di girarci attorno!» una sgridata da parte di Mike fu un avvertimento sufficiente per svuotare il sacco.
«Purtroppo, lo stress fisico che comporta l'utilizzo di questo potere non è indifferente...» strinse i denti, sapendo che in ogni caso, soffrire era la sua unica scelta «Sento che ci siamo avvicinati molto al nostro obiettivo, non possiamo arrenderci adesso!»
«Questa allora è l'ultima volta che ti metterai in pericolo!» asserì Mike, con il suo compagno di classe in pieno consenso.
«Ce la dobbiamo fare in un colpo solo!» aggiunse il ragazzino dalle occhiaie pronunciate, non nascondendo un po' di affanno per tutte le corse che aveva compiuto.
«Avrei da ridire...» venne trafitto da due sguardi imperturbabili «Ma so che tanto voi non mi ascoltereste! Avete vinto. Allora...pronti a schizzare via! Proviamo a dirigerci verso quel corridoio dalle pitture più chiare!»
I due annuirono e si misero in testa alla corsa. Dopo essersi allontanato il più possibile, Angel rilasciò la sua prigione, e il Deep Green fu si nuovo libero, desideroso di vendetta.
Il gruppetto cominciò a percorrere quello che si rivelò essere un corridoio molto più lungo del previsto. Ma la cosa che donò loro una ventata di speranza, fu quello che cambiò attorno a loro: le piastrelle metalliche rinforzate, che li avevano racchiusi in un bozzolo di sicurezza, fecero spazio ai dei mattoni di cemento bianchi, e una ripida scalinata verso il basso, eternamente nell'abisso.
«Perché stiamo scendendo ancora?» strillò Matt, tra curiosità e apprensione.
Mike scorse una scritta di sfuggita, e di certo non avrebbe potuto tenerla tutta per sé.
«People Mover?! Che cos'è?» chiese affannato.
«Che cosa?! Stai scherzando?!» rispose Angel, incredulo «E' una sorta di navetta automatizzata, funziona un po' come una metropolitana automatica!»
«Allora possiamo scappare?» domandò il più minuto dei tre, pregando per una risposta affermativa.
«Se si trova li, e se troviamo il modo di farlo funzionare...magari siamo fortunati!» esclamò Angel, sorridendo a pieni denti.
Uno scalino dopo l'altro, l'attesa pagò il risultato. Una navetta incastonata in un paio di rotaie d'acciaio si rivelò dietro un angolo insperato: si trattava di una piccola scatoletta di un pallido blu metallico, che nemmeno raggiungeva la lunghezza di un vagone ferroviario. Impolverata ma senza nemmeno un graffio, aveva aspettato da non troppo tempo qualche passeggero da portare sulle sue spalle. Le rotaie, due paia di strisce metalliche poste parallelamente, non parevano affatto danneggiate, pativano solamente qualche acciacco dovuto al disuso. Il percorso che queste guidavano proseguiva per un lunghissimo rettilineo, sconosciuto agli occhi dei tre avventurieri.
«L'hanno davvero lasciata qui!» esclamò Mike, dissipando i suoi dubbi.
«E' proprio come pensavo, hanno fatto i bagagli in fretta e furia per abbandonare una base segreta praticamente pronta all'utilizzo. E qual è il modo migliore per spostare persone e carichi? Un bel treno in miniatura!» affermò il Dragon Charmer, analitico.
«Aspetta un secondo!» intervenne Matt, cercando di non guastare troppo le feste «Se questo aggeggio è automatico, come lo facciamo partire?! La mia Risorsa può generare la corrente per far partire dei macchinari, ma...»
«...qualcuno deve restare al pannello di controllo per poter sfruttare la tua Risorsa.» realizzò il ragazzo barbuto, rassegnato «Probabilmente è in quella entrata proprio ai piedi di questa scalinata.»
Un lamento tumultuoso ed inquietante investì i battiti dei tre giovani.
«Matt, dammi la tua penna. Sai che puoi fidarti di me.» con il braccio ancora dolorante, Angel aprì il palmo della mano in direzione del piccolo sognatore «Lo sai che non c'è altro modo, a meno che tu non voglia destreggiarti con la schermata comandi...»
Con un terribile nodo alla gola, Matt si rivolse alla sua Risorsa.
«Non permettergli di fare sciocchezze.» le chiese a bassa voce, la penna asserì con un rapido gioco di luce.
«Aspettatemi dentro il mezzo. Attiverò la corrente e programmerò il mezzo per schizzare via da questo posto. Il Deep Green proviene proprio dalla direzione dove ci stiamo per dirigere. Non abbassate mai la guardia!»
«Torna da noi tutto intero! È una minaccia!» ringhiò Mike, agitato.
«Sarò felice di darvi una lezione o due quando torno!» replicò Angel, fiducioso.
Il gruppo si spezzò.
Il Dragon Charmer, con una doppia fonte di luce a suo servizio, non faticò a trovare l'accesso ai pannelli di controllo che aveva intravisto poco prima. Qualche inutile stanza d'intermezzo, ed ecco che una mezza dozzina di grandi schermi e un complesso riquadro di comando si rivelarono ai suoi occhi, viandanti in cerca del sole.
La Risorsa di Matt compì il suo obiettivo, e donò un flusso di corrente continua all'attrezzatura. Le lampade interne alla navetta si accesero, evitando così che i due ragazzini rimanessero alla mercé del bagliore di un misero accendino.
Angel non si dissolse nel suo primo successo, e cominciò ad analizzare l'impianto. Tramite il display che si accese qualche secondo dopo, si accorse che una delle due navette si trovava dall'altra parte della base, ecco spiegate le rotaie in più che avevano osservato. Riuscì a trasferire potenza al People Mover, giocando con gli interruttori giusti. Non restava che programmare la velocità e la destinazione.
Si spostò rivolto verso uno schermo più piccolo, riuscendo ad inserire i dati nel database del sistema. Sapeva che il Drago era sempre più vicino.
Mentre il computer cominciò a computare i comandi assegnatogli, il Drago della morte comparve alle sue spalle. Svelto, si voltò e strinse i denti ancora una volta, annullando ogni velleità della creatura.
I suoi muscoli cominciarono a tremare, sempre più rigidi, era come se stessero sopportando il peso di centinaia di chili. Con la coda dell'occhio, Angel cercò di capire se l'operazione fosse andata a buon fine, ma il tempo non gli fu affatto amico. Entrambi i suoi polpacci caddero sotto i pesi dei crampi.
Fu costretto a sedersi a terra, col Drago che lentamente avanzava, verificando lo stato precario del suo futuro pasto. Ad un certo punto, in tutto quel tormentato e logorante gioco di forza, il ragazzo dalla tunica nerastra si accorse di un dettaglio.
«Anche se lo lasciassi andare... potrebbe prendersela col pannello di controllo!» pensò Angel, prima di abbozzare un piccolo grido di dolore «No...dovessi morire qui stesso...non toccherai quei ragazzini!»
Matt e Mike aspettarono secondi infiniti, prima di percepire un flebile movimento da parte del People Mover.
«Ce l'ha fatta! Stiamo partendo a rilento, ma...stiamo davvero partendo!» esultante Mike venne calmato dal carico della realtà.
«Angel! Stiamo partendo! Raggiungici, ora!» gridò Matt, pressato dai sussulti del suo cuore.
Niente rispose, nemmeno il lamento del mostro si dipinse in quella tela sprovvista di suoni.
«Oh, no...» Mike ebbe la tentazione di raggiungere il loro compagno d'avventura, ma sapeva che non avrebbe cambiato le cose.
La sua priorità in quel momento, era salvare Matt. Il giovane Wolfram aveva avuto la stessa tentazione, quasi impossibile da sopire.
«Non posso lasciarlo li! Non così! Glielo avevo detto!» strepitò Matt, bloccato da un triste e razionale bulletto.
«Se morissimo ora, il suo sacrificio sarà stato vano! Lo dobbiamo accettare...anche se tutto questo fa schifo, lo dobbiamo accettare!»
Il People Mover cominciò ad acquistare velocità, allontanandosi dalla linea di partenza.
«Angel! Non farmi questo...non possiamo farcela senza di te! Torna qui...ti prego!» un ultimo lamento, ed ecco che Matt si lasciò andare, accasciandosi ad uno dei sedili del mezzo, spezzando la sua resistenza.
La nave lasciò il porto. Onda dopo onda, il porto si rimpicciolì sempre di più, fino a diventare quasi impercettibile. I due ragazzini non smisero mai di fissare quel porto, fino all'ultimo secondo.
Una luce impercettibile cominciò a ritornare grande, bellissima e sfolgorante. La Risorsa stava tornando dal suo affranto possessore, con un piccolo regalo insperato: aggrappato con una mano all'impugnatura dello stocco, il combattente barbuto era riuscito a sopravvivere ancora una volta.
Le ali della Risorsa si dimenarono portentose, trasportando quel soldato ferito tra le braccia dei due increduli ragazzini. Non riuscendo nemmeno a stare in piedi, appena atterrato, il Guerriero Ardente si accasciò a terra in maniera scomposta, evitando almeno di battere la testa da qualche parte.
«Visto...non è stato così difficile!» ironizzò Angel sogghignando, beccandosi un calcio nello stinco da parte di un Matt tutt'altro che divertito.
«Sei un testone! Ti avevo detto di non rischiare!» sembrava che Matt ne avesse per tutti, squadrò persino la penna, che non sembrò affatto spaventata «Avresti dovuto dargli una bella scossa!»
La Risorsa s'illuminò freneticamente, accendendosi e spegnendosi come in un corto circuito.
«Sembra come se voglia dirmi che...» sussurrò Matt, pensieroso.
«Si, la tua simpatica penna mi ha folgorato senza troppi convenienti! Siete proprio in sintonia voi due...» affermò il Dragon Charmer, con un tocco acidulo.
«Beh, ha fatto bene!» intervenne Mike «Che cosa è successo?!»
«Beh, avrei voluto bloccare il Drago per giusto qualche... secondo. Ma il tuo stocco mi ha folgorato, poi mi ha spinto verso la pulsantiera, e ha ricoperto tutti quanto con quelle strane particelle arancioni. Dopo che il Deep Green ha esaurito il suo respiro, i comandi che avevo inserito sono stati accettati. Infine, la tua Risorsa mi ha letteralmente ammanettato al suo manico bendato... e infine mi ha trasportato fin qui, attirando l'attenzione del Drago con la sua forte luce intermittente.»
«Aspetta un momento! La mia Risorsa è stata grandiosa, specialmente quando ti ha fatto ragionare con le cattive...» constatò il ragazzino dalle vistose occhiaie, ignorando lo sguardo contrariato di Angel «Ma per come ci hai raccontato tutto, il Drago a questo punto dovrebbe essere...»
«Ci sta inseguendo!» gridò Mike, dirigendosi alla coda del People Mover «Sta guadagnando terreno, seppur lentamente!»
«Devo solo... fermarlo...» il ragazzo barbuto tentò di alzarsi, ma i due ragazzini frenarono quel vano sforzo.
«Hai fatto abbastanza, ora tocca a noi!» affermò il bulletto, sicuro dei suoi mezzi.
«Se questo mezzo mantiene una buona velocità, ci basterà rallentare il Deep Green più possibile!»
«Se provi a fare qualcosa il tuo stinco avrà una discussione con le mie scarpe, ancora!» tra consigli e minacce di un Matt infervorato, il Guerriero Ardente si arrese all'evidenza. Non era più in grado combattere, per quanto non riuscisse ad ammetterlo.
«Non vi dirò di non fare stupidaggini, perché io ne avrò commesse un centinaio oggi...ma state attenti, capito?»
I due ragazzini sorrisero, l'apprensione del loro amico non poteva che essere apprezzata. Il legame di quel trio era stato forgiato da mille peripezie.
Si voltarono verso la creatura al loro inseguimento. Decisi a scacciarla una volta per tutte.

«Senza dubbio è stato un discorso interessante.» esclamò la voce di Enigma, in modo sbrigativo «Ma è tempo di chiudere questo scontro...con questa.»
Enigma contro Ezdard. Uno scontro fisico e mentale che stava per giungere alla conclusione.
Il manichino e l'agente ferito si erano scrutati per qualche secondo, prima che il fantoccio rivelasse il suo joker.
«Questa... è la tua pistola. Penso che tu sia capace di riconoscerla.» puntando l'arma da fuoco contro il Secondo Comandante, la voce di Enigma fece intendere che avrebbe abbracciato delle decisioni drastiche, contro ogni previsione «Non mi costringere a farlo. Non sono bravo con questi affari. Arrenditi e tutto sarà finito.»
Ezdard si tastò la giacca e i pantaloni, e constatò che l'imitazione del ragazzino incappucciato non aveva mentito.
«Se non sei sicuro della tua mira, finirò con una pallottola in mezzo alla fronte.» rispose l'agente, del tutto composto «Sei davvero disposto a prendere questo rischio? In fondo, sei solo il grillo parlante di Enigma...»
«Non voglio farti del male, ma... la posta in gioco è troppo alta!» dichiarò la voce, facendo percepire tutta le sue vibrazioni.
«Uhm... non ti biasimo, il nostro boss ha un po' esagerato questa volta. Esiliare una ragazzina in questo modo è orribile... ma anche ciò per cui stiamo lottando è altrettanto importante. Mi dispiace che siamo arrivati a questo punto.»
Ezdard scosse la testa, facendosi coccolare dalle onde del rimorso.
Era solo un ragazzino. Un giovane così spaventato che persino la sua coscienza sarebbe stata capace di un atto sconsiderato. Eppure, rinnegare la propria causa sarebbe stato altrettanto estenuante. Non c'erano mani vincenti, solo due sconfitte differenti.
Il Secondo Comandante, seguendo l'istinto del suo corpo malandato, trovò il modo di alzarsi, seppur claudicante. Non aveva mai smesso di fissare il suo interlocutore, per quanto quell'ammasso di tessuto non esistesse realmente.
«Bene, se sei davvero deciso a salvare la tua amica... dovrai spararmi. Non mi tirerò indietro.»
«Perché siete così testardi?! Perché non vi tirate indietro... e per che cosa?! Cosa c'è di così importante?!» imprecò la voce, manifestando tutta la sua esitazione.
Ezdard non rispose. Non voleva ritardare quel momento un secondo di più.
Un leggero click invase la piccola stanza.
Qualche attimo di pace, prima dell'ultima rivelazione.
«Quando?» domandò il fantoccio di papiro, in procinto di accartocciarsi «Quando hai rimosso i proiettili? Nel momento in cui sei caduto qui, ti ho sottratto la pistola e...»
«Oh, scusami! Ma sei arrivato tardi questa volta!» con un sorriso sgargiante, Ezdard mostrò i proiettili rimasti, ben celati in una tasca interna nella giacca «Fin da quando mi hai rinchiuso qui, ho cominciato a sospettare che tu sapessi del mio asso nella manica. Ho avuto una conferma dopo l'altra man mano che ho superato le varie insidie che mi hai proposto. Le bestie di papiro avevano l'unico obiettivo di disarmami, tutti quei tentativi di farmi cadere... erano tutti stratagemmi per sottrarmi l'unica minaccia che realmente tenevi. Se avessi trovato il vero Enigma, anche se si fosse svegliato, non avrebbe avuto alcuna possibilità di difendersi. Dopo aver superato la trappola del pavimento inclinato, prima che cominciasse la successiva, ho semplicemente scaricato la revolver, aggiungendo i proiettili manualmente solo in caso di necessità. La tua strategia si è dimostrata troppo leggibile, per cui ho potuto prendere le dovute precauzioni.»
«Ah... menomale.» sussurrò la voce, quasi grata di non aver superato il limite «Sai... c'è una cosa che tuttavia non hai calcolato.»
Un brivido percorse la schiena del Secondo Comandante, minando per un attimo tutte le certezze che aveva costruito.
«Hai detto che non rappresento fisicamente Enigma, e hai ragione. Controllo questo labirinto e tutto ciò che viene generato qui dentro...» una striscia di papiro avvolse la pistola di Ezdard, prima che il ragazzo di papiro la puntasse nuovamente al Secondo Comandante.
«Ha creato dei proiettili dal papiro?!» pensò il biondo combattente, decisamente alle strette.
Il burattino del labirinto sparò cinque colpi con una precisione disarmante, che sfiorarono Ezdard in vari punti del corpo. I proiettili di tessuto s'infransero nel muro dello stesso materiale, frantumandosi in coriandoli colorati.
«Magari Enigma non ha mai preso una pistola in mano, ma pensi io che la mia Risorsa non sia capace di fare questo ed altro? In fondo sono parte della sua Risorsa! Ah! Ti avrei fatto cantare come un uccellino!» esclamò la strana riproduzione, prima di abbandonare la sua vita, afflosciandosi in tante strisce di papiro dorato.
«Beh...ci ho provato fino alla fine. Non ho abbastanza forza per ricreare dei proiettili efficaci col papiro, non era assolutamente in programma. Beh... congratulazioni, hai vinto!»
Un sospiro di sollievo così dirompente da poter alimentare una brezza d'autunno. Il Secondo Comandante l'aveva spuntata per pochissimo.
Una piccola apertura si rivelò nella stanza. In una sorta di ripostiglio segreto, Enigma giaceva pacifico, appoggiato ad una parete che assomigliava ad un trono in miniatura.
«Ecco il tuo premio. Vedi di non svegliarlo, o potrebbe reagire male!»
Zoppicando, Ezdard si avvicinò al suo avversario, per poi sedersi accanto a lui, stremato più che mai.
«È stato... fantastico! Mi sono divertito moltissimo! La battaglia migliore della mia vita! E non solo perché qualcuno è riuscito a tenermi testa, ma anche... per la persona che ho incontrato.»
«Ti prego, Kamili fa parte della nostra famiglia... ed è ancora rimasta nel mio cuore. Non voglio perderla...» il timbro di voce cominciò a deformarsi, affievolendosi nel silenzio.
«Enigma... dopo che tutto questo sarà finito, non esiterò ad aiutare la vostra amica. Non ti conosco nemmeno, ma so che ti devo questo favore. Puoi starne certo.»
Il labirinto cominciò a crollare, collassando su sé stesso. I due tornarono finalmente al loro campo di battaglia.
Tutto e ancor di più era capitato in quella capsula del tempo. Ma il resoconto del presente fu tutt'altro che misericordioso. Enigma era stato sconfitto.
view post Posted: 29/4/2019, 17:17     +1Matt e la Penna. Il mistero del muro di fuoco. - Non-Conan FanFic
Nonostante la mia "sindrome da HunterxHunter" sono tornato e ringrazio per l'ennesima volta questo forum per questo spazio :)


3.7 Strade Infinite

Ezdard aprì gli occhi. Li chiuse, e li aprì nuovamente.
Non c'era modo di evadere la realtà, non era ad un sogno a cui stava assistendo. Attorno a lui, infinite pareti fatte di papiro si ergevano leggiadre, oscillando leggermente, senza mai cedere alla volontà del vento.
«È davvero tutta opera sua? Questo posto...è immenso.»
«Vedo che ti sei svegliato.» la voce di enigma, una risonanza lontana, investì le percezioni del Secondo Comandante, privato della sua arma di devastazione.
«Se mi fai uscire adesso, forse...ti lascerò andare!» un bluff mal riuscito, ma un tentativo andava comunque sperimentato.
«So perfettamente che la tua Risorsa non si trova in questo luogo. Non puoi uscire da qui di tua volontà, e sfortunatamente, nemmeno le mie decisioni contano ormai.»
«Che stai dicendo?!» chiese Ezdard, timoroso.
«La voce che senti non è altro che...un flusso della mia coscienza. I miei pensieri si sono sparsi in questo luogo subito dopo che l'ho creato, credo...di averli trasmessi senza volerlo.»
Il giovane guerriero, con un paio di ragionamenti azzeccati, riuscì a capire cosa fosse successo.
«Capisco...Enigma deve essere svenuto, non è così?»
«Esattamente, si trova in questa prigione proprio come te, ma ha esaurito ogni goccia di energie.»
«Quindi...devo raggiungerlo prima che riprenda le forze.»
La voce, con una certa dose di stima, sembrò quasi congratularsi col suo avversario.
«Sei un avversario in gamba. Analitico e allo stesso tempo distruttivo. Con ogni probabilità, sei il miglior avversario che io abbia mai affrontato.»
Il Secondo comandante frugò nella sua giacca, come se fosse alla ricerca di qualche spicciolo smarrito. Una revolver fu tutto quello che riuscì a scovare.
«Non avrei mai pensato di essere costretto a prendere in mano questa schifezza. E questo è solo a causa tua, in fondo anche tu meriteresti qualche elogio...»
Osservò il caricatore. Sette colpi.
Il primo esplose immediatamente, ma la sua avanzata si fermò ancor prima di cominciare. Le pareti di papiro non sembravano minimamente perforabili.
«Sarebbe stato troppo facile.» sorrise per non sospirare.
«Mi dispiace, ma questo è il mio terreno di gioco. Non sarà facile raggiungermi, perfino io non conosco tutte le insidie che questi corridoi celano.»
«Aspetta un secondo!» c'era qualcosa che non andava, ed Ezdard si era subito accorto di un piccolo dettaglio «Perché non mi hai semplicemente rinchiuso in una stanza senza uscite? Avresti avuto il tempo di riprendere le forze, e io sarei stato in netto svantaggio qui dentro...»
La voce per un momento abbracciò il silenzio. Quella domanda aveva spiazzato la sua bizzarra sicurezza.
«Beh, non nego che mi piacerebbe averlo fatto. Ma...non ho potuto.»
«Non posso credere che tu mi abbia lasciato una possibilità solo per la tua eccessiva correttezza!» Ezdard sembrò non accettare quel trattamento di favore.
«Correttezza? Non è una parola che mi rappresenta. In fondo ti ho messo in trappola in un maniera piuttosto beffarda.»
«Smettila! Odio...questa sensazione!» ribatté il Secondo Comandante, adirato più che mai «Non ti ho chiesto nessun privilegio, non voglio elemosinare nulla a nessuno!»
«Dovrai accettare ciò che ti ho offerto, volente o nolente. Inoltre, non è l'unico motivo per cui ti ho concesso una via di fuga.» la voce sembrò sorridere, non si destava alcun astio nei confronti del suo avversario «Se non mi fossi trasferito in questo labirinto, la tua Risorsa mi avrebbe fatto a pezzi pur di liberarti, non avrei avuto modo di difendermi. Come se non bastasse, anche se ti avessi rinchiuso in una stanza isolata, non avrei concluso nulla: non posso riprendermi da tutti colpi che mi ha sferrato come se nulla fosse, sarebbe questione di ore, e la mia prigione di papiro non durerebbe così tanto. Per questo ho voluto...fare una scommessa con me stesso.»
«Incredibile...anche in una situazione disperata, non hai esitato a rischiare pur di avere una flebile possibilità...» commentò Ezdard, riconoscendo tutta l'abnegazione di Enigma.
«Esattamente! Creare questa selva di corridoi era l'unico modo per tentare lo scacco matto, nonostante richiedesse uno sforzo davvero dispendioso. E' questione di mere possibilità: ho una piccola chance, esattamente come te.»
«E ti aspetti che mi faccia sconfiggere da te? Non sei nemmeno in grado di parlarmi di persona!» rispose il Secondo Comandante, fiducioso.
«No...non sarò io a sconfiggerti. La tua disfatta sarà l'immagine di te stesso.»
«Tsk...mi sono già sconfitto così tante volte, che oramai so come rimediare.» pensò il giovane guerriero, prima d'incamminarsi tra quelle pareti, dorate e danzanti.

«Per fare chiarezza...non sono claustrofobico!»
«E allora perché stai tremando come una foglia?» Mike non aveva mezze misure quando c'era da essere schietti, e Matt lo sapeva fin troppo bene.
«Sai, non è che capiti tutti i giorni di essere infilato in un cunicolo così stretto! Sento come se dovesse cedere e schiacciarci da un momento all'altro!»
«Buone notizie, vedo un apertura.» Angel riuscì a risollevare l'animo del ragazzino, stritolato da cunicoli di gelida ansia.
Il Dragon Charmer, a capo del gruppo, si ritrovò davanti ad una grata che fortunatamente risulto semplice da rimuovere. I tre sgusciarono fuori dal cunicolo in tutta tranquillità. Erano ancora immersi nel buio, illuminato tenuemente dalla penna e dal martello.
«E' un altra sezione dello stesso luogo...forse ci siamo addentrati ancor più in profondità di questa struttura militare...» realizzò Angel, distante «E per la tua gioia Matt, anche il cunicolo da cui siamo arrivati ora è inaccessibile, la strana forza che abbiamo osservato prima ora si sta diramando anche in quella strettoia.»
«Se dovessi affrontare il Drago in questione, lo ringrazierò a dovere.» rispose Matt sarcastico «Correggetemi se sbaglio...se la nebbia verde cerca di tagliare il nostro spazio di manovra, vuol dire che siamo costretti ad avanzare senza troppe soste, non è vero?»
«Dovresti usare la testa sempre in questo modo!» esclamò Mike, concordando con le ipotesi del suo amico.
«Penso che tu abbia ragione. Non voglio avere a che fare con quel Drago, specialmente con quella nebbia attorno, che ci separa dalle vie di fuga.» constatò Angel, mantenendo la calma.
Le due Risorse cercarono di fare squarcio in quel buio poco arrendevole. Poco distante dai tre intrepidi ragazzi, un vicolo cieco, fatto di una apatica parete ammaccata. Dall'altra parte, un lunghissimo corridoio completamente deserto, che dirigeva ad una miriade di porte automatiche, l'ingresso di uno stabilimento che abbondava di spazio abbandonato.
Non avendo altra scelta, i possessori di Risorsa proseguirono verso un campo sterminato pieni di possibilità. Mentre Mike e Matt stavano aspettando il momento giusto per avvicinarsi ad una porta, lo sguardo di Angel vagava frenetico, quasi avesse perso la strada: stava cercando disperatamente un generatore d'emergenza, per quanto fosse stato improbabile ritrovarlo ancora del tutto funzionante.
«Guardate qui...avevano persino installato un impianto d'aerazione.» commentò il ragazzo barbuto, ad alta voce «Chissà perché, dopo tutta la fatica che ci avranno messo ad erigere tutto, hanno mollato gli ormeggi senza nemmeno guardarsi indietro...»
«E se la Green Soul avesse trovato questo posto? Magari sono scappati tutti...» ipotizzò Mike, cadendo nell'errore.
«Non credo sia così...non avrebbero avuto il tempo di portarsi via tutti gli equipaggiamenti, e sicuramente avremmo ritrovato qualche vittima. A me sembra proprio che se ne siano andati, consapevoli che non avrebbero mai potuto tornare...ma perché?» avanzando con un passo ritmico, Angel faceva lavorare corpo e cervello all'unisono.
Arrivarono al cospetto di una porta automatica, ma non si azzardarono nemmeno a sfiorarla. Non sapevano che cosa avesse potuto aspettarli, e le tenebre non sono conosciute per donare fiducia agli ignari viaggiatori.
«Quindi...entriamo?» domandò Matt, facendo un passo indietro.
«Per quanto detesti ammetterlo, qualsiasi informazione che non riusciamo a catturare potrebbe costarci tempo e fatica...cerchiamo di dare un occhiata senza perderci in chiacchiere. La nube, seppur lentamente, continua ad avanzare.» semaforo verde, mancava soltanto colui che si sarebbe fatto avanti per primo.
A prima vista, sembrava che Matt fosse stato il primo a tirarsi indietro. Ma la sua sfrenata curiosità, ed un pizzico di ritrovato coraggio, capovolsero le carte in tavola.
«Se non vi dispiace, farò io gli onori di casa!»
«Non se ne parla, potrebbe essere pericoloso.» commentò Angel, senza riscontrare alcun effetto. Matt si era già fiondato di fronte alla porta.
«Mi sa che non funziona...» con un tono amareggiato, il ragazzino girò i tacchi, ricongiungendosi al gruppetto.
«Ma guardati...speravi davvero accadesse qualcosa?» chiese il Dragon Charmer, tra il divertimento e il disappunto.
Matt mostrò tutti i suoi denti, in un sorriso ostentato fino in fondo.
«Che c'è di male? Io non sono mai stanco di stupirmi un po'!»
Mentre Mike si fece cadere le braccia, Angel strinse il suo martello, cercando di non farsi coinvolgere troppo da una risata che sarebbe potuto scatenarsi da un momento all'altro.
«E va bene, ti accontento io!» un colpo rapido ma efficace sfondò la lastra metallica, che venne respinta con violenza verso l'interno della stanza.
«Che forza, bel colpo!» saltellando, Matt decise di perlustrare la stanza per primo «Vediamo che cosa c'è qui!»
Mentre il ragazzino dalle occhiaie pronunciate cominciò a giocare alla caccia al tesoro, Mike ed Angel si guardarono negli occhi, in modo alquanto sarcastico.
«Io...credo che questo ragazzino sia una creatura completamente incomprensibile!» esclamò il Guerriero Ardente, sghignazzando «Eppure riesce sempre a strapparti una risata, è ridicolo!»
«Ti ci dovrai abituare...» rispose Mike, sorridente «Matt è fatto così. Può essere una ragazzina spaventata al primo attimo, e l'attimo dopo si trasforma in un valoroso cavaliere in armatura. L'attimo dopo è un bambino iperattivo, quello dopo è serissimo come un uomo di quarant'anni...»
«E' la descrizione di una persona fuori di testa!»
«No..il problema è che lui è proprio sano di mente! Non ha la minima scusante, è tutto frutto delle sue emozioni grossolane!» guardo versò quel caro amico, ora intento ad osservare quella che sembrava una stana adibita al briefing di varie operazioni «Ma...durante questi mesi ho capito che non sarebbe lui se non fosse...esattamente così. E' una persona che non si stanca mai delle sorprese, forse perché anche lui non smette mai di sorprenderci, sia nel bene che nel male!»
«Tieniti stretti questa amicizia, è più preziosa di quanto non sembri.» concluse il ragazzo dai capelli ricci, raggiungendo un Matt piuttosto indaffarato.
«Già...» il ragazzo dai capelli rossi sospirò, cercando di essere positivo «Non posso davvero rovinare questo legame. Non posso.»

Ezdard svoltò l'angolo, si guardò indietro, poi osservò l'ennesima ramificazione che il labirinto gli aveva proposto.
«In che modo dovrei sconfiggermi da solo? Annoiandomi a morte?» lamentoso e ricolmo d'agitazione, il Secondo Comandante non si era ancora abituato a quegli spazi labirintici, nella più totale monotonia.
Tre direzioni, osservò la destra e la sinistra, ma alla fine optò per il centro un lunghissimo corridoio in salita che quasi pareva una scalinata. Con tutta la cautela possibile cominciò a percorrere la lunga e stretta via, ma ad un certo punto fissò le scarpe a quella pavimentazione ondosa.
«Non può essere così semplice.» pensò «Se restassi fermo ad aspettare, dovrei solo aspettare che la Risorsa di Enigma finisca la benzina...»
«Che delusione...» la voce del ragazzino misterioso echeggiò nuovamente per quella prigione spettrale «Non ti ho invitato al mio ricevimento per startene lì in disparte! Così ti perdi tutto il divertimento!»
«Dieci secondi...» un rapido conteggio che Ezdard aveva sperato di prolungare «Sono stato fermo solo dieci secondi! Se davvero ha attivato qualche trappola, vuol dire che non muoversi per quel lasso di tempo è la condizione per poter attivare la trappola...dovrò avanzare senza mai fermarmi.»
«Che ne dici se vengo a farti compagnia?» concluse Enigma, eccitato.
Il Secondo Comandante si mise in guarda, pur continuando ad avanzare a piccoli passi, sperando di aver confermato la sua ipotesi. D'un tratto, la figura del ragazzino incappucciato comparse dall'orizzonte del corridoio. Avanzava senza indugi, sapendo di non poter evitare uno scontro frontale.
«Un'illusione? Non può sicuramente essere lui in carne ed ossa, non è cosciente in questo momento.»
I due continuarono ad avanzare, due treni sullo stesso binario, due stelle comete in rotta di collisione.
Il guerriero scelto non aveva mai smesso di prendere ogni precauzione, osservando qualsiasi cosa calpestasse, tenendo sempre i sensi attivi e vigili. Stava aspettando la verità, che gli avrebbe permesso di elaborare la migliore strategia difensiva.
Erano sempre più vicini. Ad un paio di metri di distanza, Enigma sferrò un colpo a sorpresa.
«Come pensavo...» il biondo sorrise, bloccando il pugno di Enigma con la sua mano destra, tenendo stretta la presa «Sei solo sfrutto del papiro, fuori dai piedi!»
Con un deciso calcio frontale, Ezdard sfondò il torace del fantoccio, rivelando la sua vera natura, proprio come aveva previsto. Ciò che tuttavia non aveva calcolato, erano le conseguenze del suo contrattacco.
Dall'interno del fantoccio, che pian piano si afflosciò in tanti strati dorati, una dozzina di scoiattoli di papiro sbucarono fuori in tutta fretta. Lesti e difficili da seguire, i piccoli roditori mummificati dal tessuto delicato si lanciarono sull'intruso.
«Ma che?! Levatevi di mezzo!» ruggì Ezdard prima di respingere dei primi due, appostati sulle sue braccia.
Afferrò il terzo dalla sua spalla, liberandosi dal fastidio. Si rese conto troppo tardi che i piccoli quadrupedi non avevano mai avuto intenzione di attaccarlo.
«La pistola!» esclamò sentendo che un paio di scoiattoli erano riusciti a percorrere la sua schiena.
La estrasse rapidamente, cercando di scrollarsi di dosso il resto di quei briganti in miniatura. Quando si ritrovò il revolver in mano, le sei creature fatte di papiro collassarono sull'aggeggio, cercando di disarmare il Secondo Comandante a tutti i costi.
Partì un colpo involontario, dovuto al continuo disturbo arrecato dai roditori, che sancì la fine dello scontro: appena la pallottola sparata attraversò uno di quei fugaci animali, tutti gli altri si afflosciarono rapidamente, in strascichi di tessuto stropicciato.
Ezdard si precipitò ad osservare i gracili resti dei suoi assalitori, dimostrando un occhio decisamente allenato.
«Quella strana incisione su quell'esemplare...non era affatto decorativa. Si trattava di un sigillo!» realizzò Ezdard, sollevato «Beh...mi è andata bene! Se non avessi colpito proprio quell'esemplare, mi avrebbero rallentato ancora di più!»
Inaspettatamente, qualcosa si mosse nel labirinto.
Il Secondo Generale osservò la pavimentazione. Si stava inclinando, e la fine del corridoio non era affatto vicina.
Cominciò a correre a perdifiato, sperando di trovare l'angolo di una parete laterale, dove avrebbe potuto appigliarsi in caso il pavimento avesse raggiunto un inclinazione perfettamente verticale. Le sue gambe cominciarono a provare la fatica, i loro ingranaggi sembravano poco lubrificati, scricchiolanti fibre muscolari in preda al panico.
Ezdard intravide una svolta a poca distanza, ma oramai la calma ascesa lo aveva quasi costretto ad arrampicarsi a quattro zampe. Con uno scatto finale, spiccando un salto utilizzando la parete come trampolino di lancio, riuscì ad afferrare con una mano la parete che normalmente lo avrebbe portato ad Ovest.
Mancava un ultimo sforzo. Il baratro che osservò con la coda dell'occhio non aveva smesso di chiamarlo. Appoggiò la pistola oltre l'appiglio che lo aveva salvato da una caduta infernale, e con un grido lanciato dalla sua stessa fatica, riuscì a sollevarsi verso la terraferma, o almeno la sua blanda imitazione.
Non c'era posto per il respiro di sollievo in quella prigione monocromatica, ed Ezdard se ne era già reso conto. Si rialzò ignorando le preghiere del suo corpo affranto, e fece qualche passo gironzolando qua e là, cercando di tenere un ritmo sostenuto, ma non troppo impegnativo.
«Oh, no...» sospirò allarmato, quando cominciò ad avvertire il suolo inclinarsi, tra drappeggi di papiro impazziti, ancora una volta.
«Non riuscirò a scappare, non so nemmeno dove andare...» commentò Ezdard, cercando di analizzare l'ambiente, senza lasciare nulla al caso «Deve essermi sfuggito qualcosa...deve essere così!»
Un altra scalata impossibile venne proposta al giovane combattente, che questa volta rifiutò il braccio di ferro con la gravità. I due corridoi viventi si sarebbero incastrati creando un unica profondissima botola.
«Se dovessi posizionare l'incisione che disattiva tutto questo...dove la metterei?» si chiese il biondino, cercando di riflettere in fretta.
Si affacciò verso l'abisso che aveva appena sconfitto, temendo di essersi fidato troppo delle apparenze.
«Dove nessuno tornerebbe...probabilmente è posizionato sul soffitto, nei pressi di dove sono stato fermato dagli scoiattoli...tutto questo solo per distogliere la mia attenzione da un pericolo ben maggiore.» sorrise cercando di mantenere i piedi ben saldi, l'inclinazione lo stava facendo scivolare verso il basso, secondo dopo secondo.
«Ottima mossa Enigma.» afferrò la pistola, fissando il suo sguardo sul bersaglio che presto avrebbe dovuto incontrare «Purtroppo per te, amo gettarmi in situazioni pericolose...letteralmente!»
Ezdard si gettò nel vuoto, dimostrando un sangue freddo a dir poco formidabile. Abbandonandosi al suo destino, non si distrasse nemmeno per un attimo. Poco più di due secondi di caduta, ed ecco che l'incisione venne scovata.
La polvere da sparo si posò delicatamente sul papiro indifeso.

«E anche in questa stanza non c'è nulla...» bofonchiò Matt, annoiato.
«Peccato, a giudicare da questi ganci e dagli armadietti vetrati, sembra che questa un tempo fosse l'armeria. Purtroppo hanno portato via tutto.» affermò Angel, quasi affranto.
«Meglio così.» rispose il ragazzino dalle vistose occhiaie «Odio le armi da fuoco...specialmente quando sparano!»
«Beh, che cosa ti aspetti che facciano?» replicò Mike, divertito «Se fosse per te, probabilmente sparerebbero coriandoli!»
«No, quelli sono solo uno spreco, inquinano e basta!»
«In una regione infestata da una miriade di mostri e brutti ceffi, abbiamo persino qualcuno che si ricorda di preservare il pianeta!» il Dragon Chamber fu colpito dal riguardo verso la natura che il ragazzino aveva dimostrato.
«Non scaldarti troppo.» esclamò il piccolo Wolfram, in tutta onestà «Saprò pur certe cose, ma questo non significa che sia esperto nell'argomento...»
«Eppure non è il pensiero che conta?» chiese Mike, cercando di non delegittimare la premura del suo compagno di classe.
«Se fosse così facile, non esisterebbero i problemi da risolvere.» osservò Angel, sulla strada del realismo «C'è sempre qualcuno che si deve sporcare le mani alla fine, e di solito le persone che lo fanno sono un decimo di quelle che "ci tengono”.»
«Un po' come il nostro caso, immagino.» uscendo dall'armeria, mani in tasca, Mike decise di distaccarsi da quel discorso poco piacevole.
«Uhm...com'è che siamo passati dalle armi da fuoco a questo argomento così...brutale? Non è che stiamo impazzendo?!» chiese Matt, piuttosto paranoico, mentre seguì Mike fuori dalla stanza.
«Tranquillo, razza di fifone!» sorridendo, il guerriero seguì i suoi compagni d'avventura verso l'uscita «State solo crescendo, è normale farsi certi tipi di domande ogni tanto. Una volta che avrete le risposte a tutto, sono certe che non avrete più paura di...»
Si ritrovò davanti un paio di enormi occhi gialli, governati dal muso di un Drago che non aveva mai visto.
«Una maschera di squame...la forma da rettile e le ali appuntite in quel modo...» mormorò Angel confuso.
«Ma non può essere il Generale Fox!» replicò Matt, indietreggiando lentamente.
«Questo è certamente un Deep Green, ma è davvero simile al Drago della Furia. La Green Soul ne ha replicato le fattezze piuttosto accuratamente.»
«Aspettate un secondo!» aggiunse Mike «E se Chester avesse saputo della presenza di questo Drago? Spiegherebbe perché ha lasciato tutto sigillato!»
La creatura ringhiò minacciosamente, quasi a sottolineare la poca considerazione che il gruppo ebbe nei suoi confronti. In qualche attimo preparò un respiro infuocato, dal colore di un verde acceso.
Angel si pose davanti ai due ragazzini, non troppo fiducioso, e toccò il suo tatuaggio, pronto a ritornare Dragon Charmer.
«Ci sta sbarrando la strada per intrappolarci in quella nebbia verdastra, non possiamo farci rinchiudere in un angolo o sarà la fine! Se davvero possiede anche un minima parte del potere dei Draghi, dovrei riuscire a manovrare il suo potere. Eppure questa sensazione che sento...non mi piace per niente.»
Matt gridò il nome del Dragon Charmer, che si preparò a proteggerli con tutte le sue forze. Il suo tatuaggio prese vita nascosto dai suoi vestiti, e il fuoco si fermò a metà strada, con l'immenso stupore del Drago.
«Ma certo...la Green Soul ha creato questo esemplare per attirare le persone come me!» gridò nel bel mezzo dello sforzo «Non posso assorbire questa forza, è fatta apposta per uccidermi!»
Angel decise di reindirizzare il respiro verso il mittente, pur sapendo che tutti i Draghi sono immuni al respiro di ogni esemplare, compresi loro stessi. Prendendo di mira gli occhi della bestia il guerriero riuscì a creare un piccolo diversivo, accecando per qualche secondo l'aggressività del Deep Green.
«Matt illumina la strada...e corri come non hai mai corso prima d'ora!»
I due ragazzini non si guardarono indietro, e tra le grida della belva inferocita, i tre cominciarono uno scatto verso un vuoto infinito.
Quasi completamente alla cieca, Matt svoltò alla sua destra, controllando se i suoi compagni non avessero perso terreno. Il Deep Green si riprese rapidamente, e partì all'inseguimento, trascinando la sua enorme mole con tutta la ferocia possibile.
Passo dopo passo, il fiatone sempre più stringente. Eppure, Angel non si era ancor dato pace. C'era davvero qualcosa che non quadrava.
«Ok...è un Deep Green capace di sfruttare il potere di un Drago. Scommetto qualsiasi cosa: questo potere è stato corrotto dalla Green Soul in qualche modo, per impedirmi di sfruttarlo. Ma non capisco!»
«Angel?! Che cosa facciamo?!» gridò Matt, costatando che il Drago era ancora alla loro calcagna, seppur non fosse riuscito ad avvicinarsi troppo.
«So che sembra una follia ma...devi prendere tempo! Finché non troviamo un vicolo cieco, continua a correre!»
«Che cosa?! Stiamo correndo sopra un mare di lame qui!» precisò Mike, senza nemmeno guardarsi indietro, l'immagine nella sua testa di quel Drago omicida era più che sufficiente per lui.
«Fidatevi di me! Se ci ritroveremo in vicolo cieco, starò in prima linea pur di difendervi!»
«Gira a destra Mike!» gridò Matt, interrompendo la conversazione.
I due seguirono le indicazioni del loro compagno, una piccola cometa dagli occhi assonnati, una luce che anche in questo frangente disperato, si fidò ciecamente dei propri amici.
Inaspettatamente, uno squarcio nella vecchia pavimentazione costrinse Matt ad un grido ancora più forte del precedente. Non esitò nemmeno per un istante e saltò da una sporgenza all'altra con tutta la sua energia. Angel e Mike, dai riflessi sempre pronti, seguirono il balzo e ritornarono sulla scia. Il Drago non aveva ancora smesso di braccarli.
In pochi secondi una biforcazione costrinse Matt ad un'altra scelta frettolosa. Nonostante ciò, con il grande stupore di Mike, il ragazzino comunicò di svoltare a destra senza nemmeno calcolare l'alternativa
«Ma certo!» esclamò Mike, una volta realizzato il piano del giovane Wolfram «Un percorso infinito!»
«Hai trovato una strada circolare nel bel mezzo di un inseguimento! Sei grande!» aggiunse Angel, con la sua totale gratitudine «Ora non devo perdere tempo. Ci sono due cose che non mi tornano. Come ha fatto il Drago a raggiungerci senza che lo percepissimo minimamente? E poi...perché la creatura non è mai fuggita da qui? In fondo le cantine non erano così lontane. Evidentemente non ha potuto...ma per quale motivo? Perché si è relegata in questo luogo abbandonato?»
La fuga sembrava infinita, ma ad un tratto, una fiammata provenne inspiegabilmente da una parete, assaltando il gruppo con estrema precisione. Angel non si fece attendere, e riuscì facilmente a deviare la fiammata verso il soffitto, creando una stella fiammante che si prosciugò rapidamente.
«Che diavolo?! Da dove proveniva quel respiro?!» sbraitò Matt, accelerando il passo.
«Questo Deep Green...è incorporeo. Sta cercando di intrappolarci perché non può fisicamente fermarci con la propria massa. Tuttavia può evocare la forza di un Drago quasi del tutto autentica...»
La creatura decise di spezzare le regole, comparendo dal pavimento che i tre combattenti stavano affrettatamente calpestando. Attraversò i loro corpi senza il minimo sforzo, prima di tentare l'ennesima offensiva.
Il Dragon Charmer non aveva alcuna intenzione di cedere lo scettro dell'iniziativa.
Rivolse la sua mano verso le fauci del Deep Green, e irrigidì tutti i muscoli, comprese le più piccole e insignificanti falangi. Quella che sembrava l'imitazione di un Drago rimase quasi soffocata, dato che non era più un grando di emanare il proprio respiro, congelato in tutto e per tutto nella sua gola.
«Finalmente possiamo smettere di correre...» dichiarò Mike, sdraiandosi a terra, più che abbattuto.
«Diciamo che il peggio è passato, ma non abbiamo troppo tempo.» rispose Angel tenendo stretta la presa «Dobbiamo lasciare al più presto questo posto, non ve ne dimenticate!»
«Ora che lo guardo meglio, somiglia veramente al Generale Fox, è come se ne avessero fatto una brutta copia.» asserì Matt, cercando di riprendere fiato «Ma se è incorporeo e può trapassare i muri, perché non è semplicemente salito in superficie?»
«Perché non poteva.» la conoscenza del Dragon Charmer si rivelò ancora una volta impeccabile «Anche se non posso assorbire il suo potere, riesco a percepirlo più chiaramente ora. Questo è solamente un eco. E' una proiezione di un qualcosa che oramai ha cessato di esistere da tanto tempo, come un ricordo che si materializza nella realtà.»
«Stavamo per essere uccisi da qualcosa che non esiste?!» Mike le aveva davvero sentite tutte, ma questa davvero non riuscì a mandarla giù.
«Vorrei essere più chiaro, ma non posso trattenere questa bestiaccia per sempre, e poi potrei sempre sbagliarmi!» una sincerità fin troppo cruda, tipica di Angel.
«Faccio finta di non aver sentito!» esclamò Matt, sfruttando tutta la quiete nella tempesta.
«In teoria, l'origine di questa proiezione ci dovrebbe condurre in un luogo diverso da questo.» guardando verso l'accesso al poligono di tiro alle sue spalle, il Dragon Charmer si preparò a sguinzagliare il suo nemico «Tenetevi pronti! Questa volta sarò io che vi farò strada, andiamo!»

Ezdard si rialzò. Per un attimo gli parse di essere svenuto, per un attimo gli sembrò di essere scampato ad una strampalata sbornia. Cercò di tornare alla dolce realtà. Sapeva di aver disinnescato la rete di una raffinata trappola, costruita con estrema minuziosità.
«Me la sono vista brutta...» ammise il secondo Comandante, riprendendo la sua marcia «Questo posto è davvero pericoloso.»
«Non mi aspettavo riuscissi a tenermi testa, complimenti!» la voce di Enigma tornò a girovagare tra un corridoio e l'altro «Visto? Ho fatto bene a darti una possibilità, la stai sfruttando bene! Non dovresti sentirti offeso.»
Ezdard sbuffò, alquanto infastidito, utilizzando i suoi vigorosi passi come valvola di sfogo.
«Stai zitto. Non sai nemmeno di cosa stai farneticando.»
«Ne sei proprio sicuro?» il sorriso di Enigma si dipinse nell'aria.
«E come potrei non esserlo? Io sono il re delle seconde occasioni! E pensa un po', sto parlando con una voce, davvero fantastico!»
«Non è detto che una voce non possa ascoltare.»
«Senti, non voglio rimanere a chiacchierare con te.» borbottò Ezdard, scuotendo la testa «Quando saprai cosa si prova ad essere una ruota di scorta, allora fammi un fischio.»
La voce tacque per qualche secondo, lasciando da solo il respiro affannato del suo prigioniero, unico baluardo contro il silenzio. Era come se si chiedesse per quale motivo il Secondo Comandante avesse fatto tralasciare qualcosa, nonostante non avesse molta voglia di aprirsi.
«Sai perché ti sei sentito scombussolato?» d'un tratto, la voce del ragazzino decise di cambiare argomento, passando ai fatti.
I piedi del giovane agente si spensero. Era incappati in qualcosa di straordinariamente appiccicoso, eppure sembrava che non ci fosse altro che papiro sotto ai suoi piedi.
«Per quale motivo...per quale motivo non riesco a muovermi?!» gridò Ezdard, presso alla sprovvista.
«Quindi non ti sei accorto che la conformazione del labirinto ora è molto più semplice. Speravo non ti fossi accorto di qualche corridoio magicamente scomparso!» con un tono gioviale, la coscienza del ragazzino incappucciato era sicura di aver fatto breccia nelle difese nemiche «Vedi, ho deciso di utilizzare un altro mazzo di carte, ma anche io devo rispettare delle condizioni. Perciò, ho dovuto sacrificare una buona parte della pianta del labirinto per poter cambiare le regole.»
«Allora sono davvero svenuto, forse per colpa del sigillo disinnescato. E' stato davvero questione di secondi.»
«Dei secondi più che sufficienti per mascherare il mio...restauro. I sigilli esercitano l'eresia verso la realtà, la stravolgono a loro piacimento. Spesso il loro disinnesco può comportare qualche piccolo disturbo all'organismo umano, specialmente se si rimane troppo vicini al sigillo nel momento del suo disinnesco.» spiegò la voce, fin troppo disponibile «E indovina un po'. Hai già esaudito la nuova condizione per poter attivare il mio sigillo!»
«Ma certo...ecco perché mi hai rivolto la parola. La restrizione era parlare con te, non è vero?»
«Hai superato i dieci secondi di conversazione, mossa non molto saggia!» esclamò la voce, prima che una sorta di terremoto, si diradasse per tutto il labirinto. Un rumore di strappi provenne dal suolo dove Ezdard era rimasto intrappolato. Pareva che ogni fibra di tessuto avesse cominciato un lento processo di autodistruzione, sfregiando ogni sua fibra fino al profondo.
I primi spiragli d'oscurità si mostrarono agli occhi dello sfortunato prigioniero, che cercò freneticamente di guardarsi attorno, cercando il sigillo da esorcizzare.
Le lancette del tempo caddero spietatamente sul campo di battaglia. Il Secondo comandante cadde in una stretta botola costellata da sporgenze e dislivelli, che resero il viaggio atroce, molto più della caduta stessa. Il biondino sputò un lamento di dolore, prima di percepire nuovamente un sonno inarrestabile.
«Non posso...se svengo un altra volta, sarà la fine...» sussurrò il Secondo Comandante, visibilmente provato.
«Comunque...non fraintendermi. Non sono un mostro. Non ti ho sfruttato solo per puro gradimento. So benissimo di cosa parli, più di quanto credi.»
La vista cominciò a spaccarsi, come frammenti di un vetro ormai opaco. Ezdard non smise mai di combattere, nemmeno quando il sonno gli sembrò la più ammaliante delle tentazioni.
«Magari...li chiudo solo per un attimo. Sarà solo per un secondo, nessuno se ne accorgerà. Un piccolo e insignificante...secondo.»
Le palpebre si abbassarono lentamente, un tramonto che forse, avrebbe sancito la fine di quel ciclo, e l'inizio di una notte vittoriosa.

Edited by Poirot Len - 3/5/2019, 16:41
view post Posted: 1/9/2018, 14:50     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
-Roberto per caso è sparito dall'università ultimamente?
Possiamo sapere da terzi dov'era quando è scoppiata la bomba dal professore? I due hanno mai avuto delle discussioni? Controllo anche mail e telefonate del professore ucciso.

-possiamo chiedere senza farci beccare, ai vicini di dove hanno visto Roberto, se hanno mai visto Merdina e Valerio? (Mostriamo loro le foto).

-Suppongo che senza un mandato non possiamo accedere ai tabulati e mail di Roberto...non è Psyren può fare qualcosa a riguardo? Per esempio...vorrei confrontare il registro linguistico di Ludd con quello che Roberto ha utilizzato in qualcosa scritto da lui.
view post Posted: 27/8/2018, 20:42     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
-Roberto Non ha qualche amico e collega che ci sappia dire qualcosa su di lui? Ha qualche profilo social che possiamo esaminare?
-una luce? Che cosa intende il testimone? Coerente con uno sparo?
-quindi entrambi gli agenti sono stati uccisi dalla stessa arma?
-gli studenti invece che ci sanno dire su Roberto? Qualcuni lo conoscevano meglio? Ricordano se ha mai interagito con qualcuno simile a Merdina?
view post Posted: 27/8/2018, 04:01     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
-Ci sono segni di sgommata nei pressi nella strada dove hanno ucciso gli agenti? Magari ne possiamo ricavare il modello. Le telecamere ci aiutano?
-Gli agenti prima di morire erano in contatto radio con la base? Sappiamo se hanno fatto in tempo a reagire controllando armi, proiettili e bossoli nel luogo?
-Qualcuno ha visto qualcosa che può testimoniare?
-gli agenti che sorvegliavano Ivanov hanno mai notato qualcosa di sospetto? Erano in borghese?
-Possiamo perlustrare casa di Ivanov? Nulla di rilevante?
-I tabulati telefonici di Ivanov posso risultare utili?
Ha inoltre ricevuto mail o è stato contattato in altri modi di recente, che noi sappiamo?
-curiosità: Roberto il filosofo soffre di SLA? Non vorrei chiedere a lui direttamente...magari tra i suoi legami più stretti...questi hanno per caso notato se faceva fatica a fare sforzi ultimamente?
-Che tipo di armi hanno utilizzato contro gli agenti? Registrate? Controlliamo dai proiettili.
view post Posted: 18/8/2018, 23:16     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
-Nessun parente o amico di Roberto che ci possa confermare la SLA?
-Gli agenti da quanto tempo erano appostati? Facevano i turni di guardia seguendo una routine specifica?
-Qualcosa di strano ritrovato dalla scientifica sulla scena del crimine? Nulla di insolito?
-ok ma una persona non è che si auto diagnostica una SLA. Posso chiedere se ultimamente negli ospedali vicini hanno diagnosticato la SLA e a chi?
Non è così comune...
-scommetto niente telecamere...
-Ivanov è stato prelevato sfondando la porta oppure ha fatto entrare lui chi l'ha portato via?
-Niente annunci strani sul forum?
view post Posted: 16/8/2018, 09:55     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
-Non penso questi farmaci siano così reperibili...possiamo risalire a chi ha dato la ricetta alla Merdina? (Avrà un codice a barre no?)
-Dentro alla confezione di Rilutek ci sono effettivamente le medicine giuste? XD
-Quindi al centro non lo vedono più da ben 5 anni?! Per caso aveva familiari / compagne che lo hanno ospitato?
-Valerio è stato congedato senza nemmeno una visita di accertamento?!
view post Posted: 14/8/2018, 22:17     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
-Bene cominciamo con un bel mandato per questo Valerio! Inoltre teniamo sotto custodia i suoi passi (PC e cellulare se li ha personali e non usa e getta)

-Chiediamo a Cassandra come ci spiega le chiamate da numeri usa e getta e il farmaco per la SLA da lei nascosta. Ne è affetta?

-Chiediamo alle forze armate cosa ci sanno dire su Valerio, magari qualcosa di personale o qualche episodio strano.
view post Posted: 12/8/2018, 22:23     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
-Qualcuno espulso dalla Polizia/Forze Armate che corrisponde al profilo del tizio alto?
-Setacciamo la casa di Cassandra in cerca di qualcosa!
-Voglio delle telecamere nascoste nella facoltà da dove si connetteva Nedd...ma se ha cambiato sempre posti forse sa le nostre decisioni ancor prima che lè attuiamo...quindi posso chiedere ad Asso se sospetta di un eventuale talpa? Gli chiedo anche cosa potremmo fare a riguardo.
-Abbiamo già controllato i tabulati e mail di Cassandra?
-C'è per caso uno studente dell'uni che corrisponde al profilo del tizio alto?
-Cassandra è stata liberaTa? Nel caso telefono e PC devono essere controllati.
-Marco ha bruciato tutto ma possiamo comunque risalire alle sue attività online e telefoniche. Risalta qualcosa?
view post Posted: 11/8/2018, 21:07     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
-Nelle palestre della zona conoscono qualcuno con quella cicatrice?
-Controlliamo la cronologia della psicologa...niente riguardo ai siti d'incontri o del genere?

-Infortuni sul lavoro recenti? Magari Nedd è uno di loro (domanda buttata un po' li)
view post Posted: 9/8/2018, 09:34     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
-Se chiediamo al bar di Ivanov...riguardo al tizio muscoloso e cicatrice, che salta fuori?

-Possibile che Nedd abbia contattato la psicologa senza lasciare tracce? Riguardiamo la posta elettronica...c'è per caso qualche contatto che le si approccia per qualche motivo?

-Non ci sono nemmeno telecamere fuori dall'area universitaria? Dopo la seconda bomba ha davvero evitato OGNI telecamera?

-Nessuno tra i testimoni sa dirci qualcosa riguardo la nazionalità di Nedd?

-Che succede nel forum? Nedd ultimamente si è connesso? Da dove? Forse lui non sa che sappiamo come è fatto...nei pressi dei terminali della facoltà che lui usa...qualcuno si ricorda di lui?

-Per cui voglio sempre qualcuno nei pressi di quei terminali...sotto copertura.
view post Posted: 8/8/2018, 09:00     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
- e il caso di una persona che si è scavata il braccio (anni fa magari) perché pensava di avere un chip o simili? Magari i dottori si ricordano un caso del genere.
view post Posted: 8/8/2018, 08:38     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
-Uhm...e se invece cercassimo qualcosa su errori medici? Magari dovuti a qualche macchinario...
view post Posted: 8/8/2018, 04:11     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
-La stampa sapeva che Marco aveva fatto esplodere la bomba? Altrimenti Cassandra come lo sa?

-Controlliamo i due posti sopracitati. Se accenniamo ad un tipo con la cicatrice ci dicono qualcosa?

-"Se è così brillante perché fa fare il lavoro sporco ad altre persone? Alla fine il forum l'ha creato lui..."

(Sì è notte ma non sto bene :( )
view post Posted: 7/8/2018, 17:17     Un caso dopo l'altro! - Giochi e quiz
E BAM! Spunta uno schermo, e dall'altra parte c'è Poirot xD

-"Posso sapere come mai è diventata admin di questo forum? Glielo ha chiesto qualcuno? E perché ha accettato? Lo sa che non ci sono persone molto raccomandabili là dentro...insomma non ha fatto un gran lavoro moderativo..."

-"Nah, non perdiamo tempo con lei non si preoccupi. Comunque lei ha alluso ai pericoli dell'umanità? Che cosa intende? Inoltre, vorrei capire perché ha questa ammirazione per Nedd. Insomma non ha fatto mica nulla per lei o che altro...

-"Lei sarebbe disposta ad atti estremi pur di soddisfare la vostra causa?"


Altre domande

-Chiediamo a Roberto se può dirci qualcosa su quello stato. Insomma, se accusava qualcuno di essere invidioso, e se quello stato sembra scritto da lei.
-Possiamo vedere da dove si è collegata a facebook l'ultima volta? Per poter pubblicare lo stato...inoltre vorrei sapere da che dispositivo ha fatto accesso.
-Possiamo chiedere all'ospedale di Roma se hanno dei registri riguardanti la ferita del presunto Nedd? Non tutti si fanno uno sbieco del genere insomma...
1859 replies since 13/9/2012