Detective Conan Forum

15 anni dopo...

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view post Posted on 27/1/2008, 17:55     +1   -1
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All Hail Lelouch!!

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grazie davvero, ragazzi...son contenta vi sia piaciuta....per questa, poi ci tenevo particolarmente! grazie per gli auguri alla mia amica...ho riferito e vi ringrazia anche lei!

CITAZIONE
Sonoko e il suo piccino La scena è davvero tenerissima Forse avresti potuto renderla ancora più romantica dilungando il tempo narrativo, ma è venuta molto bene anche così

veramente ci avevo pensato, però....avevo paura di spezzare la tensione narrativa, quindi ho optato per questa versione...
grazie! son commossa...per la 10^ parte..abbiate un po' di pazienza, ma tra impegni universitari e musicali...il tempo è davvero poco.. -_-
 
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Sole the kid
view post Posted on 27/1/2008, 18:01     +1   -1




Quanto ti capisco ^^ ma noi aspetteremo volentieri .. nn è vero ragazzi :D
 
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totta1412
view post Posted on 29/1/2008, 20:41     +1   -1




siiiiii!!!certo che aspetteremo!!!anche se non posso non ammettere che non vedo l'ora di leggere il seguito della storia!!!

poi basta che non ci abbandoni per sempre...

:devil: :devil:
 
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view post Posted on 31/1/2008, 14:59     +1   -1
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abbandonarvi? e perchè? no..magari ci metterò un po' più di tempo, ma alla fine continuo sempre! non abbandonerò mai il progetto di questa fiction...mi sta appassionando! :P
ehhhh...dovrete sopportarmi ancora per un po'.... ^_^

vabbè, eccovi la continuazione....ditemi che ve ne pare, come sempre ogni critica è sempre ben accetta e utilizzata per migliorare... :)



10.

NEW YORK

L'uomo seduto alla scrivania del suo ufficio in maniche di camicia e con la cravatta allentata, fissava con sguardo vuoto i documenti che teneva tra le mani.
Il suo pensiero era volato a quella mattina di tanti anni fa, quando ancora era un poveraccio...quando ancora aveva lei..quando ancora la sua vita doveva subire la svolta decisiva..quando il suo cuore batteva ancora caldo e non c'era ancora il serpende della vendetta ad attanagliarlo e soffocarlo. Quando non era spietato e provava gioia, amore, felicità.
Vendetta.
Dolce, melliflua, sensuale vendetta..... e presto l'avrebbe ottenuta, molto presto...
Aveva aspettato per così tanti anni, lunghi, interminabile...uno stillicidio di mesi, giorni, ore in cui, nel suo cuore, diventato ormai fredda pietra, celava l'odio e il rancore dietro il sorriso fedele dell'amicizia.
Un ghigno orrendo gli si dipinse sul volto grassoccio e cascante, doveva aspettare solo 2 giorni, ancora...solo 2.
Si riscosse scuotendo leggermente il capo e osservò i documenti che teneva in mano, come sorpreso di trovarli ancora li...erano loro la chiave... la pietra angolare della sua vendetta.
Quei documenti gli assicuravano la fedeltà di quell'orientale a cui piaceva tanto l'odore del sangue.
Il gracidio sommesso che accompagnava sempre la voce della segretaria quando lo chiamava attraverso l'interfono lo sollevò dai suoi pensieri...
“Signor Smith? Il Presidente vorrebbe vederla.”
“può dire al presidente che sarò da lui tra 5 minuti.” disse, con voce pacata e bonaria..
“bene, Signore.” e con quelle parole il gracidio ebbe fine.
Samuel Smith sistemò con cura il prezioso fascio di fogli in una anonima busta gialla e li pose nel cassetto blindato della sua scrivania, avendo cura di chiuderlo bene a chiave e con uno strano bagliore negli occhi si diresse verso l'ufficio in fondo al corridoio...
lì, lo accolse come sempre il sorriso cordiale e sincero dell'uomo che conosceva da anni... Sammy rispose al sorriso...ormai gli era diventato naturale camuffare e dare espressione al suo volto come più gli aggradava, era diventato un maestro in questo.
“Sam, volevo discutere con te della fusione con la <stocker>” disse il presidente, passandosi una mano sugli occhi...segno di debolezza che non era sfuggito al vicepresidente della società..
“hanno firmato ed hanno accettato le nostre clausole, Eric, stà tranquillo...ti vedo strano, che succede?” chiese con quello che era la perfetta simulazione di un tono di voce estremamente preoccupato..
“no, no...va tutto bene. Ricorda, Sammy..non voglio tagli del personale, da nessuna delle due parti, intesi?” concluse Eric Herrison, in quello che era chiaramente un tono di congedo..
Il vicepresidente chinò appena il capo, come a confermare che aveva capito, girò sui tacchi e uscì dall'ampia stanza.
L'uomo nello studio presidenziale, rimasto solo, si appoggiò alla comoda poltrona di pelle...aveva appena mentito a se stesso e a quello che considerava uno dei suoi migliori amici... No, non c'era niente che andava bene. Quella sensazione lo attanagliava, la sensazione terribile di aver perso tutto...gli stringeva il cuore come in una morsa... eppure non aveva alcun motivo per provare una cosa del genere...l'azienda andava bene, molto bene..e anche i rapporti umani con Helen erano un po' più distesi...però c'era ancora la questione irrisolta di Jim...non era riuscito ancora a parlarci, ma avrebbe rimediato. Doveva solo riuscire a racimolare di nuovo il coraggio...e allora? Cos'era quella spada di Damocle che gli pendeva sul capo? Cos'era quel terribile sesto senso?
Chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi, poi telefonò a sua moglie: “Helen, ti porto a cena fuori, stasera..” le disse, cogliendola di sorpresa...era tanto che non uscivano per il gusto di farlo...sempre e solo cene di lavoro... “certo, caro...volentieri!” rispose lei, sorridendo all'altro capo dell'apparecchio, felice come non le capitava da molto tempo.



I freddi occhi verdi di colui che un tempo era stato Gin erano puntati sulla canna lucida della pistola che teneva tra le mani....
socchiuse le palpebre, carezzando la gelida arma, godendo quasi di quel contatto corporeo, e si abbandonò sul comodo divano di quello che per altri due giorni sarebbe stato il suo rifugio...altri due giorni soltanto.
I documenti...quelli erano la sua priorità, la ragione per la quale si sottometteva ai capricci di quel grasso idiota... Aveva pensato più volte di ucciderlo per riuscire a rimetterci le mani sopra al più presto, ma poi aveva deciso di aspettare...Il grassone era un uomo piuttosto in vista da quelle parti e lui non poteva correre il rischio di esporsi troppo.
Chiuse gli occhi e, nella totale oscurità, la sua mente gli mostrò l'immagine di un insulso ometto grasso in terra, scompostamente abbandonato....con una macchia scarlatta all'altezza del cuore e la canna del suo revolver ancora fumante....riaprì gli occhi e sorrise quel suo sorriso terrificante, senza gioia...si, quel conticino lo avrebbe saldato...era sulla lista delle cose da fare, pensò, inumidendosi le labbra quasi inesistenti con la punta della lingua, e sarebbe successo presto, molto presto.
E poi i suoi pensieri caddero su di lei, e la domanda che da quindici anni lo tormentava tornò ad assillarlo. Perchè l'aveva risparmiata?La sua mano aveva agito per istinto, sapeva dove colpire, dove mirare...e nonostante lui avesse sparato per uccidere, nonostante gli ordini del capo gli risuonassero ancora in testa...lei era viva.
Ma avrebbe rimediato anche a questo, una volta tornato in Giappone.


OSAKA. Stazione di Polizia

“Comandante?” Esordì un ragazzo pressocchè imberbe e con l'aria impacciata del novellino.
“Uhm?” Fu l'unico commento dell'uomo seduto alla scrivania che continuò imperterrito a sorseggiare il caffè e a leggere il rapporto stilato da un sottufficiale su un caso di rapina finito con la morte del ladro..
“Ehm....-continuò il ragazzo, schiarendosi la voce, a disagio- Signore... il detective Shinichi Kudo vorrebbe vederla, è....è alla reception!” disse, il novellino, sempre più impacciato...a quelle parole Heiji Hattori sollevò lo sguardo penetrante sul ragazzo che, paonazzo per aver osato disturbare il capo si defilò in un batter d'occhio.
Sul volto del Capo della polizia, mentre si alzava dalla scrivania per andare incontro all'amico, era dipinto un sorriso malizioso che non presagiva nulla di buono...”questa volta guido io...” pensò...e il sorriso gli si accentuò ancora di più.

La mente di colui che era stato definito lo Sherlock Holmes del terzo millennio, lavorava frenetica... con tre elementi importanti importanti per le mani, aveva passato tutto il viaggio in macchina a rimuginarci sopra...ed era giunto ad una conclusione che apriva gli orizzonti solo a nuovi interrogativi, nuovi dubbi. C'era qualcosa che non tornava, qualcosa che sia Aì che Vermouth gli avevano tenuto nascosto...la domanda era: Perchè? Poteva capire il riserbo e le mezze verità di Sharon Vineyard, quello se lo aspettava...ma Aì?che cosa gli nascondeva?

Heiji lo raggiunse quando ancora era immerso in questi pensieri...sobbalzò quando questi gli diede una pacca sulla spalla un tantino più forte di quanto avrebbe fatto normalmente.
“Hey, dico! Sei impazzito?...” lo apostrofò infastidito Shinichi, ma dopo uno sguardo rapido all'espressione di pura, sadica malizia disegnata sul volto dell'uomo ammutolì... Un brivido freddo gli percorse lungo la schiena...era evidente, Heiji gliel'avrebbe fatta pagare amaramente per la corsettina che gli aveva fatto fare qualche giorno prima in macchina...
doveva cercare di evitarlo, arginare la situazione....non gli piaceva affatto il ghigno che gli leggeva sul volto...
Il Capo della polizia di Osaka tirò fuori dalla tasca le chiavi della sua auto, soppesandole “stavolta guido io, va bene?” disse con leggerezza...non era una domanda, la sua ma un imposizione.
“Non...non ci servirà la macchina, oggi...volevo solo farti vedere una cosa, non dovremo andare più in là del tuo ufficio!” sapeva di mentire...in realtà voleva fare una nuova capatina alla vecchia sede dell'organizzazione, ma nnon gli andava di rischiare la vita con quel suo amico folle al volante...conosceva bene le velocità che sapeva toccare, quando voleva...rabbrividì impercettibilmente al pensiero...
Con un ghigno dispettoso che si intravedeva appena agli angoli della bocca, ma che non sfuggì ad Heiji, che lo guardava mesto e afflosciato come un bambino a cui hanno detto che se mangia le caramelle poi dovrà andare dal dentista, si diresse, precedendolo, all'ampia stanza che era lo studio dell'amico, portando con se una piccola valigetta portadocumenti.


BEIKA h. 18.30

Il piccolo ed elegante monolocale era silenzioso e buio.
Sdraiato scompostamente sul divano con la mano sinistra che penzolava fino a sfiorare il pavimento e il braccio destro a mo' di cuscino sotto la nuca, c'era Jim Herrison con un' espressione pensierosa che rendeva malinconici i suoi occhi grigi e il cellulare appoggiato sul petto.
I suoi pensieri andavano da Aì...così triste e strana in quell'ultimo periodo, ai suoi... aveva rivissuto la lite con suo padre centinaia di volte da quando era salito sull'aereo che lo aveva portato in Giappone...erano stati furibondi entrambi, ma svanita la rabbia...cos'era rimasto? Non si erano più sentiti....cosa gli aveva impedito di chiamarlo? L'orgoglio? ...no, era stato l'imbarazzo.
Nel primo ed unico scontro da uomo che aveva avuto con suo padre....lui si era comportato come uno sciocco ragazzino viziato, gli aveva sbattuto la porta in faccia e se ne era andato...senza una parola, ne prima e ne dopo.
E ancora una volta, suo padre era stato più uomo, aveva chinato il capo e lo aveva perdonato. Lo aveva cercato...ma lui non c'era.
Prese il telefono in mano, scorse la lista delle chiamate perse fino a giungere al numero che tante volte aveva pensato di comporre...poi lo spense.
Si alzò dal divano e si versò un dito di Scotch in un bicchiere di plastica.
Aveva preso una decisione. Lo avrebbe chiamato lui per primo, ma non adesso..non era pronto per farlo subito...
“la vigilia di Natale” pensò sorridendo, e levò il bicchiere come per brindare a quella risoluzione.





allora? che ve ne pare? commentate numerosi!

Ps. non ci crederete, ma il quaderno sulla quale la sto scrivendo è praticamente terminato...ehm...forse sta venendo un po' più lunga di quanto mi aspettassi... :P

Pps. scusate se ogni tanto notate qualche castroneria, ma scrivo di sera, quando il mio cervello è già esaurito da un pezzo...se notate incongruenze alle quali io non ho badato, mi avvertite? :unsure:

Edited by insospettabile - 21/4/2008, 23:27
 
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Conan 10
view post Posted on 31/1/2008, 15:42     +1   -1




complimenti! un capitolo bello come al solito. mi dispiace se succede qualcosa al padre di jim, ma mi chiedo perchè sam sia arrabiato con lui. ancora complimenti, e attendo il continuo.
 
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fefe.z92
view post Posted on 31/1/2008, 18:39     +1   -1




Bellissimo come sempre!!!!
Poverino il padre di Jim, spero non gli succeda niente, anche se immagino che non sarà così...
Cmq complimenti!!!
 
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view post Posted on 31/1/2008, 18:46     +1   -1
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Molto bella questa parte ^^
 
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eminil
view post Posted on 31/1/2008, 19:52     +1   -1




vai tra! controlleremo noi se ci sono incongruenze!
contenta che sia venuta lunga la tua FF ehehe...almeno mi tiene impegnata a far qualcosa.
 
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shiho91
view post Posted on 31/1/2008, 22:04     +1   -1




fantastico!!!!questa fic è sempre più bella!!! continua al più presto^^
 
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Belmot
view post Posted on 1/2/2008, 13:24     +1   -1




Capitolo stupendo come al solito, bravissima!
Complimenti, continua così!
 
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view post Posted on 1/2/2008, 13:34     +1   -1
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grazie a tutti, ragazzi..è fantastico vedere che ci siete ancora come all'inizio e con lo stesso affetto!..che bello!
quando ho cominciato ero convinta che al secondo o terzo capitolo non mi avreste seguita più e che avrei smesso...e invece! siete meravigliosi! :wub:
 
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Sole the kid
view post Posted on 1/2/2008, 16:08     +1   -1




CITAZIONE
“Hey, dico! Sei impazzito?...” lo apostrofò infastidito Shinichi, ma dopo uno sguardo rapido all'espressione di pura, sadica malizia disegrnata sul volto dell'uomo ammutolì... Un brivido freddo gli percorse lungo la schiena...era evidente, Heiji gliel'avrebbe fatta pagare amaramente per la corsettina che gli aveva fatto fare qualche giorno prima in macchina...
doveva cercare di evitarlo, arginare la situazione....non gli piaceva affatto il ghigno che gli leggeva sul volto...
Il Capo della polizia di Osaka tirò fuori dalla tasca le chiavi della sua auto, soppesandole “stavolta guido io, va bene?” disse con leggerezza...non era una domanda, la sua ma un imposizione.
“Non...non ci servirà la macchina, oggi...volevo solo farti vedere una cosa, non dovremo andare più in là del tuo ufficio!” sapeva di mentire...in realtà voleva fare una nuova capatina alla vecchia sede dell'organizzazione, ma nnon gli andava di rischiare la vita con quel suo amico folle al volante...conosceva bene le velocità che sapeva toccare, quando voleva...rabbrividì impercettibilmente al pensiero...
Con un ghigno dispettoso che si intravedeva appena agli angoli della bocca, ma che non sfuggì ad Heiji, che lo guardava mesto e afflosciato come un bambino a cui hanno detto che se mangia le caramelle poi dovrà andare dal dentista, si diresse, precedendolo, all'ampia stanza che era lo studio dell'amico, portando con se una piccola valigetta portadocumenti.

Mi è piaciuto troppo questo pezzo .. troppo lolloso :lollo: :lollo: :lollo:
Bellissimo anch equesro decimo capitolo ^^ e come al solito nn vedo l'ora di leggere il prossimo ;)
 
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shiho91
view post Posted on 1/2/2008, 18:50     +1   -1




CITAZIONE
ero convinta che al secondo o terzo capitolo non mi avreste seguita più e che avrei smesso

stai scherzando? sei bravissima!
 
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Ran-neechan_94
view post Posted on 1/2/2008, 18:56     +1   -1




CITAZIONE
CITAZIONE
ero convinta che al secondo o terzo capitolo non mi avreste seguita più e che avrei smesso

stai scherzando? sei bravissima!

Quoto :sisi: figurati se lasciamo...siamo (credo tutti gli spettatori) troppo curiosi!!! sarebbe un delitto abbandonare questa FF!!!! Adoro come scrivi, sei bravissima :clap: :)
 
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RanV@le
view post Posted on 1/2/2008, 19:55     +1   -1




bellissimo capitolo e la storia si fà sempre più interessante non ti preoccupare è impossibile smettere di leggera una bella FF come questa ormai è come una droga^^
scrivi benissimo i miei complimenti!!!!!
 
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261 replies since 23/11/2007, 16:43   11317 views
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