| e dopo i problemi avuti con la tastiera, rieccomi con una nuova parte...spero tanto vi piaccia...ovviamente più commentate e meglio è...e, come al solito, qualunque critica, anche la più aspra è bene accetta e sarà tenuta in considerazione per la prossima stesura...fatemi sapere che ne pensate, ok?
4.
18 Dicembre h. 6.00
Shinichi Kudo aprì gli occhi di scatto. Era sudato. Fuori c'era la neve...quella notte doveva esserci stata una tormenta...strano, la sera prima non faceva così freddo... Il sudore gli si ghiacciava sulla schiena...aveva cominciato a tremare.. Che sogno assurdo aveva fatto...Si era rivisto nei panni di Conan. Era tanto tempo che non gli succedeva...Si, nel primo periodo, subito dopo l'assunzione dell'antidoto gli era capitato spesso di risvegliarsi tutto sudato temendo di essere tornato nei panni di un bambino delle elementari, ma, dopo qualche tempo quegli incubi erano scomparsi. A pensarci bene, però...non si stupiva.. L'incontro con Vermouth era stato un duro colpo, per lui e il suo cervello lo aveva registrato archiviandolo tra i ricordi riguardanti il suo periodo conaniano. “Accidenti”, mormorò a denti stretti, guardando la sveglia luminosa sul comodino, stropicciandosi poi gli occhi col palmo della mano.. Le sei del mattino. Che orario idiota per svegliarsi...troppo presto per alzarsi e troppo tardi cercare di riaddormentarsi...l'uomo affondò nuovamente il viso nel cuscino. Imprecò. Era davvero un orario stipido..ma ormai non poteva farci niente. Rimase ancora qualche minuto sotto le coperte, cercando di scaldarsi. Niente da fare... Si alzò, scompigliandosi i capelli già arruffati per natura e andò in bagno. Lo specchio sopra il lavabo, impietosamente, gli restituì l'immagine di un uomo dagli occhi gonfi...molto assonnati e con una barba decisamente troppo lunga.. “Mio Dio” bofonchiò, uno sguardo decisamente critico lo scrutava da dentro lo specchio... “Ho bisogno di una doccia...” Aprì il getto caldo e se lo lasciò scorrere lungo il corpo. Immobile... Aveva la pelle d'oca. Dieci minuti dopo, Shinichi si sentiva un altro. Stava decisamente meglio! Rinfrancato dalla doccia calda si vesti, si rasò e si preparò un caffè...diede una fuggevole occhiata al telefonino spento che aveva poggiato sul tavolo la sera prima, e poi guardò l'orologio che aveva al polso, il regalo che sua madre gli aveva fatto per i suoi trent'anni...erano solo le 7.30... “Beh, fa niente..vorrà dire che prima passerò dall'ufficio....ma dove diavolo sono le chiavi?!....hmpf...eccole...” prese il cappotto e uscì nel freddo di quel mattino invernale.
NEW YORK
Quello strano individuo si aggirava già da qualche tempo per le strade della grande mela; non sembrava avere una meta precisa, ma evidentemente era un abitudinario...passava tutte le sere davanti al club, e sempre alla stessa ora..tanto da attirare l'attenzione di Josh, il buttafuori del locale. Aveva un'aria truce, tenebrosa...i lineamenti orientali che stonavano con i lunghissimi capelli color paglia e gli occhi di ghiaccio...quegli occhi..sembravano fiammeggiare nella loro freddezza. Alto, dinoccolato...portava un cappello nero e un lungo cappotto dello stesso colore...Ne era molto incuriosito, a dire il vero...sentiva che in quell'uomo vestito di nero c'era qualcosa di strano. Il suo aspetto era agghiacciante. No, decisamente Josh non avrebbe voluto avere nulla a che fare, con un tipo del genere...andava al college, lui..e lavorava in quel club perchè la paga era buona...gli permetteva di pagarsi gli studi...non voleva guai. Ma quella sera il suo sguardo si posò sull'uomo un po' troppo a lungo...era pensieroso...lo sguardo fisso...non stava facendo caso a ciò che guardava...era seccato..aveva litigato con Helen, la sua ragazza...e stava cercando di trovare un modo carino per fare pace...
L'uomo dai lunghi capelli biondi biondi si fermò di colpo. ...si sentiva osservato. Si volto, posò i suoi gelidi occhi diabolici in quelli blu del ragazzo. Un sorriso gli increspò il volto. Fu un secondo. Con un unico movimento tirò fuori la pistola dal cappotto e sparò. “non mi piace essere osservato...” disse...il tono voce divertito.. Con ancora il ghigno sul volto, quello che un tempo era stato Gin sparì nella notte newyorkese.
La coppietta era stanca di ballare..era venuto il momento di tornare a casa. Lui, i capelli brizzolati...la figura elegante,aiutò la sua donna a mettere il cappotto e i due uscirono dal locale.
Un urlo terrorizzato squarciò il silenzio della notte.
La donna, alla vista del cadavere aveva urlato come non aveva mai fatto. L'uomo guardava la scena attonito...era diventato mortalmente pallido... Lo spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi era raccapricciante. Il volto del cadavere era irriconoscibile, una massa informe e sanguinolenta.. “Pro...pronto, polizia?!” la voce roca, tremante...terrorizzata.”C'è un...un uomo qui! È a terra...il suo volto...mio Dio...la sua faccia!E' morto! Venite, presto!” quelle ultime parole le aveva pronunciate con voce che si faceva mano mano più acuta...dire alla polizia quello che vedeva... lo rendeva maledettamente reale..L'uomo, cercando di sorreggere la moglie e facendo forza su se stesso per non svenire, senza però riuscire a togliere gli occhi dal corpo, riattaccò il telefono e, ancora sotto shock, attese l'arrivo della polizia. E la polizia arrivò, accompagnata da un'ambulanza a sirene spente. Le luci lampeggianti gettavano una luce azzurrina sulla scena del delitto, rendendo l'atmosfera ancora più surreale e tetra. L'ispettore Dippet osservava dubbioso il cadavere...il volto ridotto a una poltiglia. Chi diavolo poteva essere stato?!
TOKYO
L'automobile si era fermata accanto ad un vecchio capannone abbandonato. Una ragazza dai capelli corti e chiari ne scese. In quei giorni, in quel capannone aveva allestito una sorta di laboratorio estremamente attrezzato...Sharon Vineyard le aveva ordinato di continuare le ricerche sull'Apoptoxina. A quel pensiero la ragazza sorrise...quella roba, assunta per lunghi periodi aveva effetti collaterali poco piacevoli.. Il cuore di Vermouth era diventato estremamente debole. Che strani giochi tirava la vita...e la piccola Sherry era l'unica in grado di salvarla..doveva salvarla..già, ma come? Come ci si può impegnare per salvare la vita di una persona che detesti? La risposta era semplice...doveva farlo per riuscire a salvare il suo mondo. Per salvare il mondo di Jim, del dottor Agasa...e tutto quello che in quegli anni aveva costruito...per salvare se stessa. Aì fissava lo schermo del computer portatile posto sopra un vecchio tavolo da lavoro, numeri e dati le scorrevano veloci sotto gli occhi, le dita volavano sulla tastiera...Ma la sua mente era altrove... Se Vermuth fosse riuscita a mettersi in contatto con Gin...perchè Gin era vivo, da qualche parte...lo sentiva. “Allora la cara Vermouth avrà libero accesso agli archivi del capo...” la ragazza impallidì impercettibilmente.. era Gin la chiave. Vermouth intanto la osservava, in silenzio, sorseggiando piano il suo martini. L'unico rumore, in quel freddo silenzio all'interno dello stabile, era il ticchettio regolare delle dita affusolate della scienziatina sulla tastiera del computer.
Distretto di BEIKA
“Buongiorno Capo!” esclamò il ragazzo seduto dietro la scrivania. L'aria aperta, cordiale e con un largo sorriso che gli illuminava il viso... I suoi occhi, però, tradivano la sorpresa di vedere il detective comparire così presto in agenzia...erano appena le 8 del mattino. E lui non era proprio famoso per essere un tipo mattiniero... “Nottataccia, eh?” continuò con un sorriso sornione. “Buongiorno, Nagasaki” fece Shinichi, il tono decisamente piatto. “Invece di impicciarti di cose che non ti riguardano, perchè non stai lavorando al caso che ti ho affidato?”in quest'ultima frase c'era un po' di malignità,il detective se ne rendeva perfettamente conto, ma non poteva farci niente, ormai l'aveva detto...”piuttosto, ci sono novità? Nuovi indizi?” Tutto questo, l'uomo, lo disse dando le spalle al suo collaboratore. Stava cercando in archivio quei vecchi documenti sull' Organizzazione...doveva cominciare le indagini al più presto. “Eccoli” disse piano, l'espressione corrucciata..avrebbe così tanto desiderato dimenticare...erano ingialliti, ormai..vecchi di 15 anni. Ma lui non buttava via niente..e meno male! Archiviava diligentemente tutti i casi che gli passavano per le mani, il risultato di questo lavoro certosino era la disperazione della donna delle pulizie...il detective sorrise a quel pensiero.. Nagasaki nel frattempo rovistava sulla sua scrivania alla ricerca del materiale sul delitto di una giovane ragazza. Nello spostare pacchi e pacchi di fogli e fascicoli, scivolarono da un blocco di fogli due buste che, planando come una piuma si posarono davanti a Nagasaki.” Meno male” sospirò Nagasaki, e dopo aver controllato che fossero quelle provenienti dal laboratorio della scientifica si rivolse al suo principale. “Ho qui il materiale che ha richiesto per il delitto della signorina Sumeragi, cosa faccio... archivio insieme al resto?” Shinichi volse lentamente lo sguardo verso il collega e lo fulminò! “..Se vuoi mandare un innocente in galera accomodati pure!” “Scusi capo, ma da quando crede più alle persone che ai fatti!? Si è voluto impuntare sulla dichiarazione di estraneità del colpevole..” Shinichi lo fermò, per poi correggere, “vorrai dire presunto colpevole..”, Nagasaki aveva capito che aria tirasse e riprese: “...si... del presunto assassino e da lì non è più andato avanti, lasciando il timone alla polizia!” Shinichi non dette peso alle ultime parole e guardò quello che aveva in mano il suo assistente/collega, “...quelle sono le buste con i risultati delle analisi supplementari che ho richiesto alla scientifica e gli estratti conto!?”, Nagasaki annuì e gli diede le due lettere. Shinichi rovistò sulla scrivania alla ricerca del taglierino, più che altro guardava con attenzione le lettere e, tastando, cercava lo strumento per aprirle. Aprì la lettera proveniente dalla scientifica, si sedette e alla fine mugugnò un impercettibile “come mi aspettavo!”. Allungò il braccio e diede a Nagasaki quel foglio dicendogli di dargli una letta e, nel frattempo, diede una rapida occhiata al secondo foglio che conteneva i movimenti di denaro di due conti bancari. Si fermo su due numeri, poi chiuse gli occhi, si appoggiò completamente allo schienale e fece un gesto che portò Nagasaki a pensare tra se e se, “Ecco Sherlock!”. Shinichi con le mani congiunte a mo di preghiera, tamburellava con le dita sulle labbra, all’improvviso si fermò e disse, “Mi riassumi il caso dei fratelli Kusukawa!?”. Nagasaki rimase in silenzio qualche secondo per far ordine mentale, per poi iniziare con l’esposizione… “il giorno 11 Dicembre nei pressi del Haido Resturant è stato trovato nel tardo pomeriggio il corpo di una giovane ragazza: dai documenti trovati si è potuto risalire all’identità della signorina Sumeragi. La scoperta del corpo è stata fatta da un responsabile del ristorante dal quale abbiamo saputo che, nel vicino ristorante, si era svolta la festa di compleanno della suddetta signorina!”. Shinichi, approfittando del momento di pausa che Nagasaki si era preso per riprendere fiato, aggiunse sottovoce “festa per il principio condita dall’ immenso dolore per la fine...che crudeltà…”. Nagasaki riprese,”la donna è stata pugnalata ripetutamente al ventre e la causa del decesso è una emorragia addominale, per di più il colpevole le ha sfregiato lievemente il volto...a quanto pare doveva odiarla! Comunque le tracce di sangue ci hanno condotto ad un centro di raccolti rifiuti di un condominio vicino dove abbiamo trovato l’arma del delitto, meticolosamente ripulita, sulla quale non sono state trovate impronte o DNA da collegare al colpevole. Insieme alla lama abbiamo trovato dei guanti in pelle di norma usati per la guida. Come lei ha fatto notare le gocce pilota di sangue si fermavano vicino ad un palo della segnaletica e su questo abbiamo trovato una gomma da masticare che era appena stata attaccata. Questa sua osservazione ha permesso di individuare in modo netto il colpevole. Infatti tra i partecipanti alla festa c’erano due fratelli gemelli di cui uno Ikenori, l’assassino, era molto legato dal punto di vista sentimentale alla vittima. Detto così sembrerebbe non avere un movente, ma abbiamo scoperto che dubitava della fedeltà della compagna, in quanto, perquisendo la sua auto abbiamo trovato delle foto che mostravano la vittima tra le braccia del fratello Takenori.” Shinichi a quel punto gli chiese di parlare dei due fratelli. “I fratelli Kusukawa vivono attualmente a Kobe però sono originari di Tokyo. Entrambi conoscevano la vittima dal momento che hanno trascorso insieme infanzia, adolescenza e anche gli anni del college. Appena laureati entrambi i fratelli hanno trovato impiego in un ufficio commerciale di Kobe.” rispose Nagasaky. “Un bel viaggio” osservò Shinichi con lo sguardo perso nel vuoto e le mani ancora unite vicine alla bocca. “Il fratello Ikenori, come ho detto prima, era legato alla ragazza, e nonostante la distanza la loro relazione, a detta di alcuni, era destinata a concretizzarsi con un matrimonio... ma evidentemente...” l’assistente sfumò quest’ultima parola per via della fulminata che ricevette dal suo capo. “Prosegui, Nagasaki!” “Entrambi sono stati invitati alla festa di compleanno della signorina, e visto che risiedono nella stessa città hanno deciso di andare con una sola macchina, quella di Ikenori-san. Durante la festa non ci sono stati problemi, anzi tutto è filato liscio…” “Aveva pianificato tutto, si era preparato...calmo e lucido, qualità sprecate per…” Shinichi lo interruppe nuovamente, per poi rimanere in silenzio “prosegui...” “dopo il pranzo, il gruppo di partecipanti si è diviso per fare un giro in città e, a quanto pare, i fratelli non erano con la vittima, in quanto facevano da ciceroni ad un gruppo di amici che non aveva mai visto Tokyo. Ma il loro alibi non regge perché secondo il referto medico nell’arco temporale in cui può esser stato commesso l’omicidio entrambi i fratelli si erano allontanati dicendo di dover ritornare al ristorante perché lungo la strada doveva esser caduto il portachiavi a cui Ikenori era legato. Una persona che era nel gruppetto guidato dalla signorina Sumeragi, ci ha fatto notare che anche lei, più o meno alla stessa ora dei fratelli, ha detto al gruppo di proseguire perché si era dimenticata di riferire qualcosa al responsabile del ristorante e che li avrebbe raggiunti dopo...soltanto che ‘dopo’ ci è stato il ritrovamento del corpo.” “Bene! Illustrami il... minuzioso... lavoro che hai svolto insieme alla polizia” Shinichi sottolineò questa frase con una linguaccia... Nagasaki borbottò qualcosa di indecifrabile ma poi proseguì, “ gli elementi che ci hanno permesso di svolgere le analisi sono sostanzialmente tre! I guanti ritrovati sono infatti di proprietà di Ikenori, evidentemente li ha gettati sperando che nell’immondizia passassero inosservati...” “...ma lo stesso ha detto che quei guanti erano in macchina e durante la festa non è mai dovuto andare in auto, tant’è che quando si è alzato è andato in bagno e ciò è testimoniato da un cameriere... ” aggiunse lo Sherlock del nuovo millennio. Nagasaki non ci stava a tutte quelle sottolineature e in un impeto di eccessiva arroganza aggiunse “si! Ma quando il cameriere ha saputo che c’erano due gemelli ha detto anche che non era sicuro di chi dei due si trattasse.” Vedendo il capo esterrefatto da quell’impeto si schiarì la voce allentò il colletto della camicia per prendere un po’ d’aria e proseguì con calma a narrare i fatti, “il secondo indizio è la busta rinvenuta in macchina che conteneva foto che immortalavano la signorina in compagnia del fratello. Ikenori, scioccato, non ha parlato, ha mantenuto il silenzio e alle accuse mosse ha risposto con il silenzio e lacrime. Alla domanda riguardante le foto lui ha dichiarato di non sapere assolutamente nulla e, sfumando, ha aggiunto che non dubitava della lealtà della vittima. Il fratello Takenori, anch’egli scosso, ha dichiarato di aver avuto più di un incontro ma per espressa richiesta della signorina non ha detto nulla al fratello, dato che voleva esser lei a parlargli!” “Sulla... busta e relativo contenuto non sono state trovate impronte riconducibili al sospettato! Se ben ricordo solo quelle di una persona non identificata... evidentemente...” Nagasaki sembrò spaesato a quell’osservazione... ma il capo durante tutto quel caso si era comportato in maniera strana, infatti ricordava benissimo le uniche domande che aveva rivolto al colpevole: “Ha smesso di fumare di recente!? Si è fermato a fare il pieno al selfservice!? Se dovesse indagare su qualcuno si affiderebbe ad un investigatore o ad un fotografo!? ”, e vista la stranezza di quell’interrogatorio si ricordava anche le risposte, alle prime due rispose affermativamente per l’ultima si limitò a dire detective... “Infine dopo guanti e foto ecco l’indizio chiave! La gomma da masticare. L’analisi del dna, considerata la gemellarità, non ci poteva esser utile… però è stato il tipo di gomma..” “...dal colore ancora acceso, presente...” aggiunse velocemente Shinichi, Nagasaki lo ignorò e continuò “come stavo dicendo è il chewing gum che ha permesso di incastrare Ikenori. Infatti quella trovata sulla scena del delitto è una nicotine-gum, ossia una gomma alla nicotina usata da chi vuole smettere di fumare e negli effetti personali di Ikenori abbiamo trovato un pacchetto di gomme e successive analisi hanno confermato la congruenza. Il lavoro è stato accurato e ci siamo basati solo su sui fatti... di solito anche lei fa così...ma dopo aver visto il silenzio di Ikenori ha lasciato agli altri questo caso!” Shinichi si alzò e si sedette sulla scrivania con il foglio dell’estratto conto in mano. Si schiarì la voce. “Esatto! Noi investigatori dobbiamo far parlare le prove per ottenere la verità, ma diamo per scontato una cosa. Dato che non si tratta di esser umani... le prove... ci indicano come si sono svolti i fatti in modo oggettivo senza alterazioni o errori...bè...caro mio... anche le prove mentono!” Nagasaki spalancò la bocca, era stupefatto. Shinichi guardando la sua ingenua espressione aggiunse subito “in verità le prove ‘mentono’ quando si pongono domande sbagliate!” “Come domande sbagliate?” gli domando Nagasaki “non ci sono stati errori nella procedura!” aggiunse subito dopo. “Si! Si! Non ti preoccupare il lavoro fatto da voi è corretto... nella procedura... ma ogni tanto bisogna inventarsene un’altra!” sorrise Shinichi. “Cioè!? Dare credito all’assassino!” sentenziò il suo assistente. “Ti ricordi un particolare sulla vittima!?” chiese Shinichi. Nagasaki pensò un attimo e poi rispose di quell’anello mancante ma si era pensato che qualche ladruncolo passato di lì glielo avesse tolto visto che perquisendo tutti non era saltato fuori. “Se ben ricordo i regali non sono stati aperti ne controllati!” “Non vi era motivo” replicò il compagno d’ufficio. “non mi dica che ha capito tutto dall’anello mancante!” “No! Vedevo solo un’incongruenza, però aspettavo di avere queste cifre tra le mani”, picchiettò sul foglio che aveva in mano, “...per formulare la giusta tesi di colpevolezza! Ma prima parto col...distruggere la roccaforte di colpevolezza che tu e l’ispettore avete creato! Hai letto il foglio con i risultati del laboratorio!?” Nagasaki annuì, “ma perché ha chiesto di fare un’analisi chimica di tutta la gomma!?” “Perché voi avevate svolto solo quella di confronto tra il campione e la prova per confermare se era della stessa marca di quella del colpevole!” replico il capo. “Guarda le percentuali di nicotina e il terz’ultimo elemento ritrovato nella cicca!” puntualizzò Shinichi. “Ora... ti ricordi che cosa abbiamo trovato negli effetti personali di Takenori!?” “Si! Se ben ricordo c’era un cellulare, un pacchetto di caramelle aromatiche per il mal d’auto, un pacchetto di fazzoletti, un mazzo di chia...” Nagasaki guardò di nuovo il foglio. “non mi dica che lo zenzero il cui uso è stato provato esser efficiente per chi soffre di cinetosi, arriva da quelle caramelle!?” Shinichi gongolò “Ma come diavolo faceva a sapere che c’era dello zenzero in quella gomma!?” “Se vuoi ti spiego...” iniziò Shinichi, “sarebbe ora!” sentenziò il suo apprendista. “La gomma alla nicotina aveva ancora un colore vivo, come ho puntualizzato prima, il che voleva dire una cosa sola: è stata masticata per poco tempo! Ora Ikenori ha detto che aveva appena smesso di fumare il che vuol dire che il suo organismo soffriva ancora di una forte dipendenza e per questo doveva utilizzare completamente il rimedio di assuefazione. Quelle gomme devono esser masticate per circa 30 minuti questo perché alla fine di quell’intervallo di tempo la nicotina è finita. Ora...” indicò il foglio dei risultati “ puoi vedere che la percentuale di nicotina è alta, molto alta, questo vuol dire che è stata appena masticata e poi rigettata. Inoltre il dato più significativo è lo zenzero che solo nella bocca di Takenori poteva esser presente visto che soffriva di mal di viaggio e faceva uso di quelle caramelle per contenere i disturbi.” “Quindi... lei ha sospettato di Takenori vedendo il chewing-gum poco consumato?” “Diciamo di si! Ma è stato il tragitto dell’assassino a farmi dubitare sul significato di quella prova! Il colpevole poteva tranquillamente andare dritto alla raccolta rifiuti e buttare l’arma ma ha deviato leggermente il suo percorso affinchè trovassimo la gomma da masticare!” “Quindi Ikenori è stato incastrato dal fratello! Ma non bastavano i guanti!?” gli domando il giovane assistente. “Penso che originariamente avesse ipotizzato di usare solo quelli ma quando si è trovato per le mani la gomma alla nicotina ha deciso di utilizzare quell’elemento così caratteristico che nessuno avrebbe potuto mettere in discussione. Invece è stato il suo errore! Tsk! Quel Takenori... aveva calcolato tutto ma ha voluto strafare, voleva perfezionare la sua trappola,invece...” “Ma perché Ikenori non ha detto niente sulla gomma e pure se ne deve esser accorto!?” chiese un Nagasaki ormai prossimo alla venerazione. “Non ci credeva! Sperava si trattasse solo di un brutto sogno! Quando lui è sceso a fare rifornimento, Takenori ha preso quella gomma non accorgendosi che era alla nicotina, essendo poco piacevole per un non fumatore, invece di gettarla ha deciso di usarla come ulteriore prova per incastrare il gemello soltanto che le tracce di zenzero, durante il viaggio, erano presenti nella sua bocca per via della consumazione di quelle caramelle e così si sono mischiate al composto attraverso la saliva e la masticazione. Successivamente Ike-san si è accorto della cicca mancante e quando ha sentito che sulla scena del delitto ne era stata trovata una...ha fatto due più due, però non ha parlato perché in cuor suo voleva che fosse il fratello a confessare! E lo shock per la perdita dell’amata ha fatto il resto!” Shinichi sospirò. “Ma se non ci fosse stata la gomma o se l’analisi non avesse evidenziato tracce di zenzero... il piano di Takenori sarebbe stato a prova di...Shinock!” sentenziò Nagasaki, facendosi scappare una smorfia divertita quando pronunciò il nomignolo del capo. Shinichi sorvolò, facendo spallucce, ma immediatamente aggiunse “la gomma non è stato l’unica anomalia che ho riscontrato! La foto ad esempio il fatto che non ci fossero le impronte era sospetta! Voleva dire una cosa sola! Ikenori non aveva mai toccato quelle foto, quindi era davvero all’oscuro e qualcuno ce le doveva aver messo... e chi se non il fratello che è stato l’ultimo a salire sulla macchina! No? ” ...Nagasaki annui e Shinichi continuò nella sua filippica “inoltre se io dubito della fedeltà dell’amata non contatto un fotografo, ma un detective.. e questo, di prassi, insieme alle foto rilascia anche i relativi supporti, ad esempio i negativi o un supporto digitale per la firma elettronica, i modo da eliminare qualunque sospetto sulla veridicità della foto. Mi sono sorpreso quando nella busta c’erano solo foto ma soprattutto mi sono stupito nel vedere che non ti eri accorto di quel particolare!” Nagasaki abbassò la testa come quando un cagnolino riceve un rimprovero dal padrone, ma l’osservazione del suo capo faceva male perché aveva ragione. “Quindi ho pensato ad un fotografo.. per di più di uno di quelli che si mettono a fare foto scandalistiche a richiesta giusto per arrotondare senza lasciar ricevuta e per non avere il doppio delle grane... infatti osservando l’estratto conto di Takenori c’è un prelievo consistente di denaro contante nelle ultime due settimane, evidentemente usato per pagare il fotografo e questa operazione bancaria è strana se si considera il fatto che usa molto il servizio telematico come il bancomat... vedi quante operazioni sono state fatte con la tessera...” porse il secondo foglio al suo assistente! “Per di più osservando il conto di Ikenori si vede l’ingente spesa legata all’anello. Un esborso considerevole e soprattutto fatto di recente... uno che dubita della lealtà evita di fare certi tipi di regalo! Sono convinto che la signorina Sumeragi non ha mai tradito è stata tutta opera di Takenori evidentemente per gelosia e perché non voleva esser rifiutato. Sono dell’idea che abbia staccato quel particolare dal portachiavi, forse in bagno, ha dato appuntamento alla ragazza per dirle qualcosa di importante e verso quell’ora ha fatto in modo che il fratello si accorgesse del portachiavi e, mentre quest’ultimo cercava il pezzo, Ike-san incontrava la ragazza mettendo in atto l’ultima parte del piano, ossia il delitto punitivo... questa è la mia deduzione! Ciò che conta, come mi hai ricordato tu, sono i fatti e i questi adesso raccontano la verità!” Shinichi si schiarì la voce e concluse “quindi se vuoi raccontare ciò all’ispettore potrai giustamente liberare una persona la cui colpa è solo quella di aver sofferto tanto in questi giorni! Per quanto riguarda Takenori se volete un’ulteriore prova dovreste trovare l’anello mancante nel pacco regalo... scommetto che è il suo trofeo di vittoria... la vittoria più stupida che ci possa esser sulla faccia della Terra... tsk!” Qualche giorno dopo i giornali riportarono gli sviluppi del caso della signorina Sumeragi, e di come la polizia avesse scoperto la colpevolezza del fratello Takenori. Trovarono l’anello nel regalo e Takenori confessò di odiare a morte sua fratello. Secondo il colpevole, ormai fuori di senno, lui le aveva rubato l’amore della sua vita. Takenori esternò il fatto di essersi dichiarato più volte a Sumeragi, ma lei gentilmente e con rispetto gli diceva di aver sempre amato suo fratello Ikenori ma evidentemente il rispetto e l’affetto che lei aveva anche nei confronti di Take-san non servì a metter il cuore di quest’ultimo in pace... ormai lui aveva deciso di seguire la strada più orribile che un esser umano possa percorre: quella del delitto! Narrò con inquietante entusiasmo di come avesse rotto il portachiavi in bagno liberandosi del pezzo gettandolo nella toilette e dell’ultimo incontro con la vittima e della gioia nel momento in cui le tolse l’anello. Come giustamente fece notare un noto detective la vera vittima di tutto ciò, per un brutto gioco del destino, è la persona che vive... Ikenori aveva perso la donna che tanto amava… ma soprattutto un fratello!
Un' ora dopo, Shinichi Kudo era seduto alla sua scrivania...era solo. Stava spulciando i fascicoli presi dall'archivio quando la sua mano andò, istintivamente, alla tasca della giacca...ne trasse un foglietto. Il foglietto che aveva trovato la sera prima fra la posta. Se lo girò tra le mani, meditabondo...i pensieri persi in dolci, vecchi ricordi... lo dispiegò, ne rilesse lo scarno contenuto e..un tenero sorriso gli invase il volto. Prese il cellulare e compose il numero... squillava.....aspettò uno, due...cinque trilli...Prima del sesto, una voce calda e sensuale rispose “Ti sei deciso, a chiamarmi...Signor Detective” La donna all'altro capo sorrideva radiosa, nel pronunciare quelle parole. A Shinichi, sulle prime, mancò il fiato...”Ran” disse in un soffio...com'era bello sentirla di nuovo! Il suo cuore prese a battergli forte nel petto..chiuse gli occhi per cercare di regolare i battiti..sorrise e tutto d'un fiato disse “sei libera stasera a cena?” Una risata allegra, argentina all'altro capo del filo fu la risposta che arrivò a quella domanda fatta un po' a bruciapelo, ma che rappresentava le speranze e i desideri di quelle due creature che si aspettavano da così tanto tempo... Quella risata era un assenso così meravigliosamente tenero che il cuore del detective ricominciò la sua corsa galoppante e un leggero rossore gli imperlò le guance sbarbate da poco...era felice. Ridendo anche lui, un tantino imbarazzato, disse solo “passo a prenderti alle 8” e riattaccò la chiamata.
allora? che ne dite?
Edited by insospettabile - 21/4/2008, 23:22
|