| rieccomi con una nuova parte...spero tanto che vi piaccia...al solito, accetto ogni critica e suggerimento...commentate numerosi!
7.
19 Dicembre
La sveglia sul comodino segnava le 6.44. tra un minuto avrebbe trillato... In effetti, la sera prima, non ci sarebbe stato bisogno neanche di caricarla, la sveglia, dal momento che aveva passato la notte in bianco! Pensando e ripensando alla serata trascorsa con Shinichi...non aveva chiuso occhio! Era troppo, troppo eccitata per riuscire a prender sonno come se nulla fosse.. Il tepore delle coperte era piacevole, la rilassava...gettò un'altra fugace occhiata alla sveglia...le 7...beh, ora sì che era venuto il momento di alzarsi... Perfettamente sveglia gettò le coperte di scatto fuori dal letto e andò in bagno.. d'istinto diede uno sguardo allo specchio posto sopra il lavabo...L'immagine che le ritornava era quella di una donna particolarmente bella, dagli occhi brillanti, i capelli arruffati per il continuo rigirarsi nel letto e le guance rosee sul volto pallido...distolse gli occhi, annoiata... Fatta la doccia e preso il caffè si accinse a prepararsi per andare al lavoro. Quella mattina aveva deciso di indossare il tailleur a pantaloni gessato e, invece della solita cravatta che metteva con quel completo, si avvolse, attorno al colletto della camicia un foulard sottile annodato come un ascot. Era pronta, si disse, osservandosi soddisfatta...stava per uscire di casa quando lo sguardo si posò sull'apparecchio telefonico, controllò l'orologio – le 7.50- era in anticipo di 10 minuti. “Perchè no?” si disse, con un mezzo sorriso che le rischiarava il volto, sollevando il ricevitore e componendo il numero. “Si, pronto?” rispose una voce compita all'altro capo. “Buon giorno, Sono Ran Mouri. Potrei parlare con la signora?” “Un momento, prego..” un click sonoro le aveva fatto capire di essere stata messa in attesa...le dita tamburellavano impazienti sul tavolino sul quale era poggiato il telefono...'accidenti, ma quanto ci mette? Se non si muove sarò in ritardo!' pensò... “Ran! La voce, fresca e squillante, all'altro capo del filo la fece sobbalzare...”temevo mi avessi dimenticata! Non ti sei fatta vedere affatto, in questi giorni...” “Scusami” le disse, sorridendo fra se e se...è vero, non si era fatta sentire, ma...come avrebbe potuto? “sono stata presa da mille cose...però voglio farmi perdonare! Ti va se passo a prenderti nel pomeriggio per un tè e una passeggiata per i negozi? Devo ancora fare tutti i regali di Natale!” L'ultima frase l'aveva pronunciata con sconforto...i regali di Natale! Ogni anno era un supplizio...tutta quella calca.. “Ecco..non saprei...il medico..” “Oh, andiamo! Prometto che sarò prudente e che non ti farò stancare!passo a prenderti alle 18 in punto!a dopo” Senza neanche dare il tempo alla donna all'altro capo per replicare riattaccò in fretta la cornetta e corse alla macchina. Adesso era decisamente in ritardo.
OSAKA h. 6.45
Kazuha era completamente sveglia da un pezzo e fissava pensierosa il marito ancora profondamente addormentato..di lì a poco anche lui avrebbe dovuto svegliarsi per andare al lavoro. Stava riflettendo sul modo migliore per riferirgli quella notizia che covava nel cuore ormai da qualche giorno...non ne aveva ancora parlato con nessuno, voleva che fosse lui il primo a saperlo, ma prima aveva voluto esserne sicura..ed ora...beh, ora la certezza era arrivata! Il ticchettio sonoro della sveglia spezzava il silenzio in cui era avvolta la camera, accompagnato dal respiro regolare e profondo dell'uomo ancora addormentato... Kazuha contava i secondi...meno 5, 4, 3, 2, 1...le 7 in punto. La sveglia cominciò a trillare allegramente, ma, pronta, la donna l'arrestò. Quella mattina, a svegliare Heiji non fu il trillare fastidioso dell'aggeggio infernale sul comodino, ma un bacio tenero ed appassionato di una sposina innamorata. “Mmm...che bel risveglio, stamattina...dovresti farlo un po' più spesso...” mugugnò l'uomo, con la voce resa più bassa dalla raucedine del sonno, circondando la donna con un braccio e facendosela più vicina... “non ti conviene farci l'abitudine, sussurrò maliziosamente lei.. Il detective dell'ovest sbuffò, l'espressione tra lo sconsolato e il divertito, mentre discostava le coperte per scendere dal letto caldo..”Vado a prepararmi” sospirò...”hem..Kazuha,nel pomeriggio dovrò andare a Beika, quindi non preoccuparti se faccio un po' tardi, ok?” E, dopo avergli stampato un tenero bacio sulla fronte andò in bagno. Mentre l'acqua della doccia sciabordava coprendo pietosamente l'assolo di un'inedito Heiji canterino, Kazuha, ancora distesa sul letto, aveva preso la sua decisione. Si, quello sarebbe stato il loro grande regalo di Natale. A quel pensiero il suo cuore ebbe un sussulto e un sorriso radioso le illuminò il volto.
NEW YORK
I due uomini erano rimasti soli, nell'ufficio all'ultimo piano dell'alto grattacielo...la riunione del consiglio della società Harrison era finita da quasi dieci minuti, ormai e il presidente e il suo vice, si erano ritrovati a discutere amabilmente su come avrebbero trascorso le vacanze di Natale, ormai così vicine. Il più alto tra i due, il presidente, che dava anche il nome alla fiorente società, avrebbe trascorso le festività solo con la moglie Helen, dato che il loro unico figlio, Jim, si trovava in Giappone dove frequentava un importante master in economia aziendale e, allo stesso tempo, teneva sotto più stretto controllo la parte giapponese dell'azienda di famiglia. Brizzolato, l'espressione seria e pacata, il presidente si era lasciato prendere dai ricordi del suo Jim quando era ancora un bambino....com'era passato in fretta il tempo, pensò...il mento poggiato distrattamente al palmo della mano destra, le gambe accavallate...fissava distrattamente l'uomo seduto di fronte a lui senza vederlo e sentendo a stento quel che diceva, intervenendo alla discussione, ormai, solo con mormorii che potevano valere sia come assenso che come diniego.. “Eric, mi stai ascoltando?” Eric Harrison sobbalzò, strappato a quei ricordi piacevoli, e tornò a prestare attenzione al suo vice...”allora? Approvi la mia idea?” Seduto dirimpetto a lui, un ometto tarchiato, con un ventre enorme sulle cui vastità si tendevano pericolosamente i bottoni della giacca a doppio petto e le guance estremamente cascanti , lo guardava con sguardo bieco e indagatore, la voce pacata e leziosa che ne celava la freddezza calcolatrice...il suo vice. “Scusa, Sammy...non ti seguivo...cos'è che dovrei approvare?” chiese il presidente, la voce resa stanca dalla lunga e pesante riunione... “Mi chiedevo se avresti organizzato la cena di Natale nella tua casa a Manhattan, quest'anno....”riprese l'ometto...qualcosa nel tono di voce era cambiato...ora questa era più squillante...quasi femminea...eccitata. Un ghigno che voleva essere un sorriso gli increspava il volto rendendolo grottesco.... Il presidente lo osservò per un'attimo, poi si alzò, voltandogli le spalle e andando alla finestra che offriva un panorama spettacolare sulla città...le mani incrociate dietro la schiena...” perchè no, Sammy...non è una cattiva idea. Darò disposizione per farla il 22...quest'anno la posticiperemo, un po'...” Anche Samuel Higgins, vice presidente della Harrison corporation, si alzò dalla poltroncina di fronte alla scrivania..gli occhi brillanti per l'eccitazione, anche se una sorta di lieve delusione deformava i suoi lineamenti...” Vuoi posticiparla? Bene...allora io vado...ci vediamo domani, Eric.” Uscendo dall'ufficio presidenziale, l'ometto si diresse subito verso il parcheggio e, entrato in auto compose il numero dell'uomo che aveva assoldato...” dobbiamo posticipare di un giorno lo scherzetto che hai preparato...voglio che sia durante la cena di Natale.” e con un click pose fine alla conversazione, gettando poi il costoso palmare, con somma noncuranza, sul sedile accanto al suo. Mise in moto e partì, veloce, verso il suo appartamento sulla 15th Avenue.
Distretto di BEIKA
Il grande detective dell'est era alla scrivania del suo ufficio, davanti a lui i fascicoli sull'organizzazione... Con le mani incrociate dietro la nucae la schiena appoggiata mollemente alloaschienale della poltrona, osservava, pensoso, il soffitto. “Signor Kudo?” la voce, resa gracchiante dall'interfono, lo fece sobbalzare strappandolo ai suoi pensieri. “La signora Sharon Vineyard è arrivata...dice che aveva preso un appuntamento...” “Falla entrare.” si sedette più compostamente sulla poltrona cercando di ricomporre i suoi pensieri.. Qualche istante dopo, senza neanche bussare, una donna dai lunghi capelli biondi e dalle belle gambe snelle, fece irruzione nell'elegante stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Shinichi Kudo le sorrise, indicandole con un cenno della mano la sedia vuota di fronte alla scrivania, in un tacito invito ad accomodarsi. Sharon si sedette accavallando elegantemente le gambe..”Ci rivediamo, signor detective..” “Già..”, rispose Shinichi, i gomiti appoggiati ai braccioli della poltrona e le mani incrociate, continuando a sorridere.”devo sapere tutto quello che puoi dirmi, per poter svolgere indagini fruttuose, lo sai, vero? Basta con le bugie e le cose non dette.” continuò, la voce calma e controllata.. La donna a quelle parole rise...”sei proprio divertente, Shinichi Kudo, lo sai?” poi, tornando seria, improvvisamente, gli occhi che brillavano come riflettendo le fiamme di un fuoco nascosto...la voce fredda, spietata... “Non giocare con me, ragazzino...tutto quello che puoi sapere è all'interno di questo plico. Lo aprirai solo dopo che me ne sarò andata. E ora dimmi....” la voce era tornata avvolgente e sensuale, a quelle parole..” cosa hai scoperto, mio giovane amico?” prima di rispondere alla domanda di Vermouth, Shinichi si prese qualche istante di tempo per ordinare le idee, fingendo di riordinare i fogli sparsi sulla scrivania. “più che scoprire qualcosa ho ancora solo delle perplessità, ho avuto pochi elementi su cui lavorare. Ecco”, disse, prendendo da un cassettino posto alla sua sinistra una bustina trasparente dal contenuto molto scuro e granuloso e poggiandolo di fronte alla donna...” questo è un campione del terreno su cui sorgeva il vecchio quartier generale dell'organizzazione...” il cuore di Vermuth saltò un battito, ma la sua espressione restò fredda e distaccata....come se quel particolare non fosse rilevante... “L'ho fatto esaminare...ne è venuto fuori che contiene sostanze estremamente inquinanti, non presenti in natura...derivate da esperimenti chimici, strano, eh? Ma la cosa che davvero mi lascia perpolesso è che prima dell'incendio, quando abbiamo perquisito lo stabile, non era stata trovata traccia di agenti chimici di alcun genere....”il lungo discorso che si era preparato gli morì sulle labbra..Sharon Vineyard si era alzata in piedi e aveva afferrato la borsetta...”Bene bene, detective...adesso devo andare...dà un occhiata al materiale che ti ho portato, potrebbe esserti utile.... ci vediamo, cool man...” disse, e, stampandosi un bacio sull'indice lo posò sulle labbra dell'uomo che, perplesso, la osservava lasciare lo studio. Pochi secondi più tardi, dalla stanzetta posta sul retro , con un auricolare tra le mani uscì Heiji, che si lasciò cadere pesantemente sulla sedia lasciata libera dalla donna, emettendo un lungo fischio di costernazione... “Accidenti, amico mio...dobbiamo aver toccato un argomento che non si aspettava, eh? Visto com'è scappata?” disse, girandosi fra le mani il plico lasciato da Vermouth, studiandolo prima 'intaccare la linguetta d'apertura. “si, credo proprio di si...” gli fece eco Shinichi, “la situazione comincia a farsi interessante, eh?” Continuò questi, con un sorriso eccitato stampato sul volto...ma poi l'eccitazione si tramutò in panico...Shinichi aveva gettato uno sguardo all'orologio che aveva al polso...era in ritardo! “Heiji, devo scappare...io..,sono in ritardo per un'intervista...” Heiji lo guardò di sottecchi...avrebbe tanto voluto fare una battuta che aveva sulla punta della lingua, ma l'espressione dell'amico gli disse che avrebbe fatto meglio a tacere... Shinichi doveva andare da Ran... ed era in ritardo. Avrebbe pensato dopo al resto...a tutto quanto...e, spingendo letteralmente fuori l'amico dall'ufficio, ne uscì di corsa anche lui, non prima, però, di aver depositato i documenti lasciatigli da Sharon in cassaforte.
allora? che ve ne pare? commentate numerosi!
Edited by insospettabile - 21/4/2008, 23:24
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