Detective Conan Forum

Una lacrima per dimenticare

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Shinichi Girl
icon12  view post Posted on 9/10/2011, 15:31     +1   -1




Questa è la mia prima FanFic.. Accetto tutti i consigli e le critiche :)

1
- Come ben sapete, il nostro preside aveva messo a vostra disposizione un corso di spagnolo, dove l’unico iscritto di questa classe fu Tsubayuta. Ieri, il giovane è partito alla volta della Spagna, dove passerà un mese. In contemporanea, in Spagna, dei ragazzi vostri coetanei hanno frequentato un corso sulla nostra lingua, e ieri stesso sono partiti alla volta del Giappone. Una di loro è stata accolta in classe nostra. Ecco a voi Charlotte Dalìmo Dovar.
Nella classe seconda sezione B del Liceo Teitan, entrò una ragazza dal viso angelico e capelli rossi che le incorniciavano il viso ricadendole sulle spalle. Gli occhi, tipicamente occidentali, erano verdi. La ragazza sorrise e alzò la mano.
- Hola! Mi chiamo Charlotte e sono contenta di fare la vostra conoscenza!-
- Prego Charlotte, accomodati accanto alla signorina Suzuki.
Sonoko irrigidì lo sguardo. Ran, seduta davanti a lei, si girò e rise sotto i baffi. Intanto Charlotte, prese posto vicino a Ran. Aveva una camminata sicura ed indossava la tenuta del liceo Teitan. L’unica differenza era una spilla con lo stemma della sua scuola.
- Guarda che sono io Suzuki! – le fece presente Sonoko. La ragazza le sorrise. – Chiedo scusa, ma non credevo che Sonoko fossi tu!
Fece cenno ad alzarsi ma Ran le prese il braccio.
- No, per favore, rimani qui.
In volto la ragazza era diventata scura e si girò di colpo verso il cielo.
Sonoko aveva capito. Il banco staccato di qualche centimetro da quello di Ran dove ora sedeva Charlotte era quello dove per due anni aveva seduto Shinichi Kudo.
Charlotte pose un sorriso a Ran e prese un quaderno.

- Dai Conan, fermati a giocare con noi! – urlò Genta.
- Andremo al Beika Park!- aggiunse Ayumi.
- No ragazzi, oggi proprio non posso!
Genta, Mitshuiko e Ayumi sbuffarono. Ai rise. Con un gesto della mano Conan, alias Shinichi Kudo, salutò i suoi amici e si diresse verso il liceo Teitan, dove avrebbe preso la strada per l’agenzia investigativa Mori insieme a Sonoko e Ran. Ogni volta che rivedeva l’edificio alto e bianco, con tutti gli scolari in giacca e cravatta blu che uscivano da esso aveva un’enorme nostalgia. Le giornate passate con la cartella in mano a sentire le chiacchiere di due ragazzine, la vergogna nell’essere preso in giro da tutti i compagi, per quell’amicizia con lei, che durava da 17 anni e che si stava trasformando in qualcosa di molto più forte, quelli sguardi che si incrociavano durante la lezione e il rossore crescere sul volto. Tutto quello gli mancava e anche se Ran la poteva vedere più di prima, le mancava quella confidenza. Le poche volte che aveva potuto prendere l’antidoto per l’apotoxina… lì si che si risentiva Shinichi Kudo. Aveva avuto tante occasioni per confessare tutto a Ran, ma come sempre ogni cosa finiva lì sul nascere.
Ecco che la campanella trillava e da lì uscivano Sonoko e Ran. Vicino a loro una ragazzina con i capelli rossi si portava dietro una quindicina di ragazzi, tutti desiderosi di fare la sua conoscenza, per ben altre ragioni che non fosse amicizia. La ragazza borbottò qualcosa e poi esclamò: - Lo siento, pero tengo que ir a la habitaciòn!
Non parlava bene il Giapponese e quelle parole che diceva avevano una s sibilante e una c molto forte. Conan la guardò meravigliato: chi era?
- Scusate ragazze, potrei tornare con voi? So che siete del distretto di Beika, e io risiedo al Beika Hotel.. Anche se non so orientarmi mucho bien! – disse.
- Oh, fa niente! Seguici! – disse Ran. Appena si accorse di Conan, li fece un cenno e lo salutò con un sorriso. Poi gli prese la mano come sempre e si avviarono.
- Non è che ora tradirai Shinichi col nanerottolo?!- sbottò Sonoko, mugugnando.
Ran strinse nervosamente la mano al piccolo Conan, tanto da farlo urlare dal dolore. Poi rendendosi contò la lasciò.
- Io non credo di potercela più fare. Ormai sono mesi che non si fa più vivo. Io lo devo dimenticare.
Sonoko chiuse la bocca, Conan guardò per terra. Era la prima volta che sentiva Ran dire una cosa simile.
- Scusatemi, di chi parlate? – disse Charlotte. Sonoko guardò Ran e la ragazza fece cadere qualche lacrima. – E’ un ragazzo. Lo conosco fin da quando andavamo alle elementari, anzi prima. Abbiamo fatto un sacco di cose insieme e di lui ho un ricordo meraviglioso. – Alzò lo sguardo al cielo, come a voler mostrare a tutti le sue lacrime. –ma un giorno se n’è andato. Chissà, magari ha trovato qualche altra ragazza o forse non ha mai tenuto a me. Quelle poche volte che lo rivedo è schivo e scompare dopo massimo un giorno o due. Non risponde mai al telefono e inserisce sempre la segreteria telefonica. Ma io lo devo dimenticare, sento di non poter continuare a lungo.
Conan salutò tutti con la scusa che doveva andare a trovare il professor Agasa. Sonoko accarezzò Ran e le spiegò di dover andare a casa. Charlotte prese sottobraccio la ragazza e continuarono a camminare.
- Sai Ran, si dice che quando si è innamorati e si piange pensando a quella persona, dentro ogni lacrima c’è un poquito di lui. Se vuoi dimenticarlo piangi qui, ora, se vuoi sulla mia spalla.
- Grazie Charlotte, ma io devo andare.
La salutò e salì le scale.

- Ne sei sicuro, Shinichi? Lo sia quali sono i rischi.
- Professore, non posso rischiare di perderla.
Il professor Agasa sospirò e cacciò fuori qualche aneddoto sull’amore dei giovani e sul fatto che Rans i sarebbe presto riavvicinata. Ma ecco che un cellulare squillò. Conan estrasse i suoi due cellulari e cercò di capire quale stesse squillando. Era quello di Shinichi!
Il tempo di cacciare il farfallino cambia voce, impostarla sulla tonalità di Shinichi e pigiare il pulsante di risposta.
- Pronto? Sono Shinichi.
- Oh, good. Avrei un caso da proporle. Ci possiamo incontrare questa sera alle 20 sotto casa sua?
Dall’altra parte, una ragazza con le gambe accavallate sorrideva furbamente. Era un sorriso di sfida, di una donna che la sapeva lunga.


SPERO VI PIACCIA :*


Qui troverete:
Secondo Capitolo: #entry335503118
Terzo Capitolo: #entry335592624
Quarto Capitolo: #entry335717966
Quinto Capitolo: #entry335725098
Sesto Capitolo: #entry335904026
Settimo Capitolo: #entry335921982
Ottavo Capitolo: #entry335987197
Nono Capitolo: #entry336151059
Decimo Capitolo [Epilogo] : #entry336256242

Edited by Shinichi Girl - 17/10/2011, 21:36
 
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shinici e ran love
view post Posted on 9/10/2011, 16:06     +1   -1




Wow, sei fantastica, aggiorna presto perchè secondo me questa fanfic avrà enorme successo perchè ha tutto: sentimenti, amore e mistero.
Sono cuurioso di sapere quale caso gli proporrà la donna e sopraattutto se ran lascerà per sempre shinichi.
 
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Shinichi Girl
view post Posted on 9/10/2011, 16:07     +1   -1




Wow, grazie, non me lo aspettavo o.o per il caso ci sto lavorando.. devo iventarmi qualcosa :D grazie mille comunqueeeee :D
 
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kaito zaoldyeck
view post Posted on 9/10/2011, 18:36     +1   -1




comincia a piacermi molto!!! peccato che io sono una conanxai e penso che questa ff sara una shinxran comunque sono molto curiosa di leggere il seguito! brava!!!
 
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Shinichi Girl
view post Posted on 9/10/2011, 19:57     +1   -1




In efetti tende sullo shinxran, ma essendo un momento di crisi... stavo pensando una cosuccia :P
 
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shinici e ran love
view post Posted on 10/10/2011, 14:01     +1   -1




Aria di sfida per Ran e Ai?
 
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Shinichi Girl
view post Posted on 10/10/2011, 15:25     +1   -1




diciamo indirettamente.. :) visto che è una fanfic, tutto è possibile.. stavo pensando a uno scontro indiretto tra le due ragazze.. ma oggi durante l'ora di fisica mi è venuta un'illuminazione ;)
 
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shinici e ran love
view post Posted on 10/10/2011, 15:41     +1   -1




Quale sarebbe questa illuminazione?
 
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Shinichi Girl
view post Posted on 10/10/2011, 16:28     +1   -1




Beh.. aspettare per vedere... Posto il secondo capitolo e vi dico che ho già pronto il 3 e il 4 che sto trascrivendo sul computer.. Entro oggi credo di poter mettere anche quelli :)

2
Prese il telefono e compose il numero. Le sue idta affusolate tamburellavano sul tavolo ansiosamente. Dopo tre squilli, la risposta.
- Sì, pronto? Parla Kazhua.
- Aiutami. Domani puoi raggiungermi a Tokyo?
- Certo Ran, ma non capisco…
- Riguarda Shinichi.

- Cosa?! Domani?! Ehi amico, ma sei fuori? Sai quanto ci vuole da Osaka a Tokyo? Non mi puoi dire di saltare scuola così, da un girono all’altro!!
- E’ di vitale importanza… Se assumo di nuovo l’antidoto provvisorio, le ore a mia disposizione diminuiscono… E poi…
- Va bene, va bene, ho capito! – lo stroncò Heiji – parto oggi stesso.
Richiuse il telefono e nel suo sorriso nacque un barlume di speranza. Il professor Agasa era stato tutto il tempo a cercarlo di convincere: rivelare la sua identità a Ran era un’idea troppo azzardata. L’altra donna, poi, aveva chiesto esplicitamente di Shinichi; l’unico in grado di risolvere un caso con la stessa sua tempra era il detective dell’ovest, Heiji Hattori.

Heiji scese velocemente le scale, prese le chiavi della moto e salutò la madre.
- Dove vai? – chiese lei.
- A Tokyo -. La madre si sporse un po’ dalla cucina per vedere che chiavi avesse preso.
- Come Tokyo? Con la moto? E perché?
Il ragazzo arrestò la sua corsa.
- Più precisamente nel distretto di Beika. Sì, con la moto. Un unico perché: Shinichi Kudo.
Riprese nuovamente la corsa. La madre non seppe cosa rispondere: fino a qualche mese prima, Heiji era determinato in tutto e per tutto a battere il detective dell’est, a cui spesso veniva paragonato e molti avevano anche avuto la sfrontatezza di dire che Shinichi lo superasse; ma ultimamente bastava nominarlo per fare tornare il sorriso sulla bocca di Heiji.
Mezz’ora dopo il campanello della casa Hattori suonò e sulla soglia comparve la giovane Kazhua.
- Buonasera signora Hattori! Heiji è in casa?
- No, mi dispiace cara, è appena partito.
- Per dove? E perché?
- Per Tokyo… Mi ha detto che al distretto di Beika vi fosse Shinichi Kudo.
- SHINICHI?! E’ A TOKYO?!
Kazhua salutò quella che voleva tanto come suocera, ma non perché le piacesse la signora Hattori come persone, s’intende bene per suo figlio dai tratti orientali anche se con la pelle scura che lui diceva “aver ereditato da suo nonno”. Provava qualcosa per lui. Ma non c’era tempo per simili pensieri. Afferrò il cellullare e chiamò Ran: - Ci vediamo domani mattina, di fronte casa di Shinichi!

La mattina si fece aspettare ansiosamente, sia da Ran, che teneva il suo cellulare tra le mani e a volte lo poggiava per prendere la foto che la ritraeva accanto a Shinichi al Tropicaland, sia per Conan che nel sacco a pelo accanto a Kogoro non faceva che accostare l’orecchio al muro per provare a sentire se Ran piangesse. Sentiva il suo respiro farsi affannoso quasi vicino al piangere. Ma poi rallentava e si faceva cadere sul letto. Lì si alzò e si diresse verso la camera della ragazza, sbirciando se dormisse. Una volta constatato che la ragazza dormiva, entrò e sulla scrivania trovò il suo diario. Sapeva che non era cosa da fare, ma lo aprì. C’erano stracci di vacanze passate in bicicletta con Shinichi, accompagnati da Yukiko e Yusako Kudo. Flashback sulle avventure passati da piccoli col dottor Agasa. Ma la maggior parte delle pagine presentavano descrizioni accurate su Shinichi… Il suo sguardo durante l’ora di matematica, l’ora di italiano… Il suo sguardo quando risolveva un caso e la sua felicità nell’avercela fatta. Il suo viso scuro quando parlava della trucidità con cui veniva assassinato qualcuno. L’ammirazione di quando parlava di Sherlock Holmes, quando la difendeva da criminali incoscienti. Ma ricorreva soprattutto lo sguardo che aveva al Tropicaland, quello con cui le urlava che sarebbe tornato. La promessa che non ha mai mantenuto. Sull’ultima pagina, non una data né un racconto. Solo una frase a caratteri cubitali. “In ogni lacrima c’è un po’ di Shinichi. Ogni volta che piangi, un po’ di lui se ne va.”

Nella notte, nel distretto di Beika, ogni cosa si fermò… I secondi sembravano ore e i minuti giorni. Il cuore di Shinichi, quel cuore che per colpa dell’organizzazione, quel cuore che era diventato piccolissimo a causa dell’apotoxina, si fermò gonfiò di lacrime, che un ragazzo forte non poteva far cadere per non svegliare la ragazza che lo voleva dimenticare.



 
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shinici e ran love
view post Posted on 10/10/2011, 17:41     +1   -1




La cosa si fa interessante.
Heiji forse prenderà il posto di shinichi nel caso di quella donna.
Poi cosà farà kazuha quando incontrerà ran a casa di shinichi?
E soprattutto cosa farà conan?
Le dirà la verità per non perderla oppure la lascerà andare?
Spero che nei prossimi capitoli mi saprai rispondere a queste domande.
Continua, sei bravissima, mi sta appassionando e mentre la leggo mi immagino di essere il protagonista.
Brava grande scrittrice di gialli.
 
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Shinichi Girl
view post Posted on 10/10/2011, 19:36     +1   -1




Oddio, ora mi fai emozionare **
E' fin da piccola che guardo Conan, è da 14 anni che aspetto la sua dichiarazione...
Sono anche una grande appassionata di Conan Doyle... sentirmi dire "ottima scrittrice di gialli", mi fa emozionare :)
GRAZIE MILLE :'D
 
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view post Posted on 10/10/2011, 20:10     +1   +1   -1

Detective quasi esperto

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brava brava bravissima mi piace molto la tua fanfic!!te lo devo dire scrivi molto bene ;)


Edited by urara98 - 10/10/2011, 21:28
 
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Shinichi Girl
view post Posted on 10/10/2011, 21:02     +1   -1




Grazie mille ** Io.. è nato così, come un'idea di una che non c'ha niente da fare.. ma ci sto mettendo il cuore :D
GRAZIEEEE
 
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Shinichi Girl
view post Posted on 11/10/2011, 14:27     +1   -1




CAPITOLO 3

La donna suonò ripetutamente , ed Heiji (vestito da maggiordomo) la fece entrare. Portava una gonna bianca molto corta e un cappotto viola sbottonato, da cui lasciava intravedere la scollatura della maglietta rossa. Heiji dovette trattenere l’imbarazzo. Fatta accomodare la signora sul divano di pelle, le spiegò la situazione.
- Deve capire, signora, che il signorino Shinichi Kudo – Conan, seduto accanto ad Heiji, rise nel sentirsi chiamare così – è fuori per un caso di massima importanza, ma se lascia a me le informazioni, le riferirò al signorino.
Heiji era infuriato per il dover chiamare quel 3nanerottolo”, signorino!
- Mh bene. Sono venuta per mettere alla prova la proverbiale intelligenza si Shinichi Kudo… Le dico questo: sono una donna italiana. –
Fece una pausa e guardò il bambino che scriveva tutto. Conan rendendosi conto di essere osservato, alzò lo sguardo.
- Ma che maleducato! Non mi sono presentato: io sono Conan Edogawa, un lontano cugino di Shinichi!
- Conan… Like sir Arthur Conan Doyle… Say me, cool guy: where is you angel?
Conan impallidì. Quelli (cool guy e angel) erano i nomi in codice assegnati da Vermouth a lui e Ran. I suoi occhi si dilatarono. La donna tirò fuori un sorriso furbo. Heiji, non capì cosa volessero dirsi.
- Dunque; dicevo di essere italiana e l’italiano è una lingua che ha prevalentemente origine dal latino, ma alcuni vocaboli sono di origine greca. A questo punto vedo che il ragazzino è in confusione. Caro Shinichi, se vuoi sapere chi sono io, ti consiglio di venire alla Baker Street’s Library. Kiss, dear.
E baciando il suo dito lo poggiò sulle labbra di Conan che in quel momento era intriso di odio e rabbia, come un biscottino inzuppato nel latte. La donna si alzò elegantemente e uscì di casa. In quel momento Kazhua e Ran la videro e non seppero cosa pensare prima. Ran divenne scura in viso mentre Kazhua si infuriò.
- Ora Heiji mi sente. – gridò.
I due detective si affacciarono e nel vedere Ran e Kazhua si disperarono.
- Shinichi, dopo pensiamo a quella donna. Ora dove ci nascondiamo?!
- Ran conosce troppo bene questa casa. L’unico posto è l’armadio in camera mia. Non credo venga a controllare se mi nascondo in mezzo alle mutande!
Corsero al piano superiore dove Shinichi aprì un piccolo spiraglio dell’armadio tanto da poterci passare lui e l’esile Heiji. Quest’ultimo, però, batté contro qualcosa all’interno dell’armadio. O meglio, qualcuno.
- Shinichi… sei tornato nel tuo corpo?
- Ma cosa dici Hattori! Magari!
- Allora chi è questa persona accanto a me?!
- Shh! Volete che ci scoprano? – disse la persona misteriosa.
Kazhua e Ran perlustrarono tutta la casa, fino ad arrivare in camera di Shinichi. Kazhua cominciò a guardarsi intorno mentre Ran sorrise malinconicamente guardando una foto sulla scrivania del ragazzo.
- Con queste camere così grandi ci costruirei altre e tre case, io! – protestò Kazhua. – Ran, cosa guardi?!
Fissava la fotografia che anche lei aveva sulla scrivania. Spiegò a Kazhua che quello era il Tropicaland, il luogo in cui lei e Shinichi avevano passato una giornata fantasmagorica, lo stesso luogo dove Shinichi fece perdere le sue tracce. Conan sapeva qual era la verità, sapeva perché Shinichi aveva “fatto perdere le sue tracce. Si fece scuro in volto, guardando Ran da uno spiraglio dell’armadio. Di certo Ran non poteva immaginare di vivere col ragazzo che tanto la faceva soffrire.
- Non credevo che lui tenesse una nostra foto sulla scrivania.. Forse non ha fatto in tempo a buttarla.
La poggiò sulla scrivania col vetro rivolto verso il basso. La foto, con i sorrisi raggianti di ran e SHinichi, parve perdere un po’ della sua luminosità e così si eclissò nel giro di qualche secondo.
- Ran, fattelo dire: sei davvero pessimista! Non pensi che Shinichi potrebbe essere coinvolto in qualche guaio grosso e per tenerti lontana non si fa vedere…?
- …ne si fa sentire? – si lasciò cadere sul letto. – a volte sono arrivata a credere che Conan fosse Shinichi. Lo cerco ovunque. Lo vedo ovunque… ma voglio dire basta, ora.
Heiji fissò Conan per guardare la sua reazione. In lui vide un diciassettenne desolato, senza speranza. Soffriva, tremendamente. Sapeva che lo Sherlock Holmes del nuovo millennio, il grande detective dell’ovest, l’investigatore liceale più famoso di Tokyo che aveva a preso l’aspetto di Conan Edogawa ma il cui nome risuonava alto nelle testate dei giornali, Shinichi Kudo, avrebbe rinunciato a lei pur di salvarla. Era pronto a farlo. Lo si capiva dalla determinazione con cui rimaneva accucciato in mezzo ai suoi vestiti a guardare la scena. Se Ran lo avesse dimenticato, se Ran veramente si fosse dimenticata di lui e si sarebbe innamorata di qualcun altro, lui avrebbe rinunciato anche a ritornare Shinichi Kudo pur di assumersi le sue responsabilità e avrebbe mantenuto l’aspetto di Conan Edogawa, il bambino delle elementari prodigio, a vita. Avrebbe fatto questo e altro pur di assicurarsi che quella ragazza che tanto piangeva sul suo letto, fosse stata felice per sempre.

Quando Kazhua e Ran andarono via, Conan scattò fuori dall’armadio ed Heiji prese per la cravatta il tizio che era nell’armadio. Lo buttò sul letto e immobilizzandogli le mani premendole sul materasso, si appoggiò sul suo ventre mentre Conan con una cintura gli legava i piedi. Fecero in tempo a riconoscere che i capelli color bronzo che ornavano quel pallido viso appartenevano ad una ragazza in cui Conan riconobbe Charlotte.


 
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view post Posted on 11/10/2011, 14:37     +1   -1

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:clap: :clap: brava diventa sempre più interessante la storia :sisi: :sisi: spero che aggiorni presto :)
 
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