@ Gohan&Conan96: sì, le cose si stanno mettendo parecchio male, e farò soffrire a Conan le pene dell'inferno.
Appeno ho un attimo di tempo passo a commentare la tua fiction!
@ Shiho_Haibara: ma certo che mi ricordo di te! Mi fa piacere che le mie storie ti piacciano ancora!
@ jumpedcat: felice che ti piaccia!
@ Shiho Kudo: sei accontentata! Ecco il seguito!
@ ilary 5: cara ilary, questa volta ti sei aggiudicata ben 2 settimane alle Hawaii, sempre in compagnia del nostro caro Conan Edogawa!
@ a fede90g: sigilliamo tutti i tombini, così Ran se lo sogna di uscire dalle fogne.
@ Akinori Uchiha, conan99: grazie per i commenti!
Ed ora, il capitolo 3!
Capitolo 3Gin entrò nuovamente nella stanza.
“allora, hai deciso di dirmi chi sei?” chiese il malvagio.
“ma come, non lo vedi da te? Io sono un normale bambino delle elementari e non so assolutamente perché sono qui. Non so assolutamente che voi fate parte di una misteriosa e pericolosa organizzazione criminale e non so assolutamente niente sull'Apotoxina, che ha la capacità di restringere i tessuti muscolari, o qualcosa del genere.”
Gin restò in silenzio, osservando quel bambino che si credeva così furbo, ma che non lo era.
“è fatta! Con questo mini discorso mi sono salvato le natiche, convincendolo che io e Shinichi non siamo la stessa persona.”
“tu mi nascondi qualcosa.” disse Gin. “e io lo scoprirò. E per farlo subirai la più terribile delle torture.”
“qui si mette male! Ai, e spicciati a salvarmi!” pensò Conan.
Ai, con indosso occhiali da sole all'ultima moda, scese dall'autobus.
Ora che aveva analizzato tutti gli indizi in suo possesso era il momento di cominciare a muoversi sul vasto terreno per risolvere il caso.
Aveva ancora un po' di tempo prima che Conan potesse perdere la ragione del tutto.
L'avevano drogato una volta e il risultato era che vedeva una stanza tutta rosa.
Se l'avessero drogato una seconda volta cos'avrebbe visto? Fenicotteri rosa? Parlanti, per giunta?
No, non poteva correre questo rischio.
“bene, credo di essere arrivata.” concluse la piccola, sollevando gli occhi dalla gigantesca cartina stradale (a momenti più grande di lei), per puntarli su quello che poteva sembrare un comune edificio di appartamenti.
Ai entrò nel condominio, notando come le cose non fossero cambiate da quando se ne era andata.
Si avvicinò al bancone della reception, togliendosi gli occhiali da sole.
“il capo è occupato?” chiese alla ragazza, vestita rigorosamente di nero, dietro il bancone.
“no, in questo momento è libero. Devi parlargli?”
“sì, ed è una cosa molto urgente.”
“ok. Prendi l'ascensore e poi vai fino all'ultimo piano. Poi prima porta a destra.”
“la ringrazio molto.”
Ai si diresse verso l'ascensore e vi salì.
Al quinto piano incontrò Vermouth, salita anche lei sull'ascensore.
“Sherry, da quanto tempo! Come stai, cara?”
“tutto bene, grazie. Tu invece, come te la passi?”
“oh, la solita routine. Ma cosa ti porta qui al quartier generale di noi Mib?”
“Gin e Vodka.”
“santo cielo, cos'hanno combinato ancora?”
“qualcosa che avrebbero dovuto evitare di fare.”
All'8° piano Vermouth scese dall'ascensore, promettendosi con Ai che una sera di quelle sarebbero andate a bere qualcosa assieme.
Ai arrivò fino al 12° piano, l'ultimo, ed entrò nell'ufficio del capo.
“buongiorno capo.” salutò Ai.
“Sherry, è un piacere rivederti! Accomodati! Gradisci qualcosa?”
“un caffè andrà benissimo.”
Ai si accomodò su una morbidissima poltrona e gustò il suo caffè, rivangando col capo i momenti del passato, quando lei faceva ancora parte dell'Organizzazione.
“ma tu non sei qui per una visita di piacere, vero, Sherry?” chiese il capo, il cui volto era perennemente nascosto nell'ombra. (pensavate che io vi svelassi chi era il capo dei Mib, eh? XD Nd calvin)
“esattamente. Volevo chiederle se Gin e Vodka abitano ancora qui o hanno preso casa altrove, come desideravano fare.”
“è da qualche mese che i due non abitano più qui. Sentiamo molto la loro mancanza. È triste non vedere più il sorriso affascinante e sexy di Vodka.”
“vi posso capire. E sa dove abitano adesso?”
“sì, in un appartamento in centro città. Ti do l'indirizzo.”
Il capo prese un pezzo di carta, su cui scrisse un indirizzo.
Ai prese il foglio, ringraziò (perché lei era educata, non come Conan, che chiedeva chiedeva e poi non diceva mai grazie) e uscì dal palazzo.
“molto bene. Ancora poco e il caso sarà risolto del tutto.” pensò la piccola detective.
“aspetta un attimo!” urlò Conan.
Gin fermò lo stereo e Vodka, in tutù, interruppe la sua danza.
“che c'è?” chiese Vodka, molto scocciato.
Nessuno aveva mai osato interrompere uno dei balletti.
“è che devo andare in bagno.” disse Conan.
“ok, vai pure.” acconsentì Gin, non slegando nemmeno Conan, sapendo che in qualche modo avrebbe sciolto e rifatto i nodi.
Conan, con la sedia, saltellò fino al bagno e vi entrò.
“perfetto! Questo è il momento per richiamare Ai!” e tirò fuori il cellulare. (Conan è sempre legato. Nd calvin)
“no, qui c'è qualcosa che non va.” ammise Ran, uscendo in quel momento da un tombino.
Ma perché diavolo era così difficile trovare la centrale di polizia?
Nel prossimo episodio...
Ai riuscirà a salvare Conan in tempo?
Conan riuscirà a capire che se può parlare al cellulare mentre è legato può anche trovare una via di fuga?
E Ran, riuscirà a capire che ha un senso dell'orientamento schifoso?
Questo, e molto altro, nella prossima puntata!