Ed ecco un nuovo capitolo... questa volta lo sto postando in anticipo perchè domani non sarò tanto a casa... di sera sarò ad una festa e di pomeriggio un pò fuori... comunque parlando del capitolo... vi avverto che è un pò pepe e quindi lo consiglio ad un pubblico cresciuto... Bhè spero sia di vostro gradimento...
Capitolo 39 (Notte prima della presunta partenza)
I quattro ragazzi andarono a dormire in un albergo, divisi in due stanze, una per Conan e Goro e l’altra per Martina e Ran.
<< Conan vedi di non piangere e russare stanotte… Non intendo stare a sentire le tue lamentele che domani dobbiamo svegliarci presto… >>
<< Sentilo un po’… >> pensò Conan dicendo << Tranquillo Goro io non piango e non credo di russare… >>
Nella stanza accanto le ragazze avevano discusso parecchio dei vari problemi riguardanti l’amore.
<< Sono stata per anni innamorata di un ragazzo che frequenta la mia scuola, Shinichi Kudo, solo che ogni volta non si ritrova mai… Preferisce sempre un caso a me… >>
<< ma dai non dire così Ran… I ragazzi sono così, fanno capire che sono interessati ad altro quando sono imbarazzati… Conta che il mio ex controllava il suo cellulare quando stava con me… Sul web dicono che un ragazzo lo guarda quando è in imbarazzo… >>
<< Ma dai… ahahaha >>
La notte aveva fatto presto ad arrivare e Martina non riusciva a dormire, mentre Ran era talmente rilassata e felice che prese facilmente sonno.
La stessa cosa non era stata per Goro e Conan che pur volendo non riusciva per le lamentele dell’uomo.
<< Noooo, non ci pensavo più… devo parlargliene… >> disse Goro
<< Di cosa? Perché non me ne parli ora che siamo soli? >> disse Conan
<< Stupido non è riferito a te e poi non ti devi intromettere >>
<< Ma se non riesco a dormire… >> pensò Conan
Goro a quel punto si era alzato dal letto ed aveva deciso di andare a trovare Ran in stanza, così pensando di trovarla sola si era avvicinato fino alla porta.
Provando ad aprirla si era accorto che era chiusa a chiave ed insistendo era riuscito a farsi aprire la porta da Martina, che era ancora sveglia e che era andata a controllare chi faceva rumori.
<< AAAAHHHH ah è lei Goro… >> unito da un urlo e sorpresa
<< Si scusami se disturbo… pensavo di trovare solo Ran >>
<< E invece ci sono io… sua figlia sta dormendo… >>
La ragazza che era andata ad aprire la porta si era coperta con un lenzuolo e Goro aveva intuito che si era coperta perché aveva addosso solo l’intimo.
<< Scusi ma deve fare qualcosa? >>
<< Dobbiamo? >> disse Goro con gli occhi luccicanti
<< Lei sta scherzando, vero? >> disse la ragazza stupita
<< Scusa, non so che mi è preso… ti avevo confuso per la mia ex… >>
<< Ah quindi mi reputa della sua stessa età >> pensò dentro di se molto nervosa
<< Senti io vado… torno domani >>
<< Ok… >>
La ragazza aveva chiuso la porta ed era rimasta a pensare quanto detto dall’uomo, dopo di che aveva deciso di vestirsi e fare due passi.
<< Ma guarda un po’ in che famiglia dovevo capitare… Assurdo… >> detto questo la ragazza si era seduta su un gradino quando vide una macchina in corsa fermarsi nelle vicinanze e vedere avvicinarsi un uomo verso di lei.
Martina a quel punto sentendosi in pericolo aveva cercato di distanziarsi ma l’uomo le aveva afferrato il braccio destro e portata con forza in macchina.
<< Sai chi sono? >>
<< Veramente no… Dimmi chi ca**o sei >>
<< Oh, vedi di calmarti ragazzina… Come come? Non sai chi sono? Eppure la tua amica Ran mi conosce bene dato che sono il figlio di colui che la voleva violentare… >>
<< Cosa?? Ma non siete finiti tutti in galera? >>
<< Questo lo pensano gli sbirri… Io e qualcun altro siamo sfuggiti… >>
Martina voleva cercare di chiamare aiuto col cellulare ma era stata scoperta dall’uomo che le aveva preso il cellulare e stabilito un gioco con delle regole per chi vinceva.
<< Allora, facciamo così… ora io chiamo ad uno qualsiasi nella rubrica e vediamo… se questo ragazzo verrà al luogo dell’appuntamento io non ti farò niente ma nel caso sarai tutta mia… >>
<< Sei un verme… Ma non ti fai schifo… >> detto questo Martina voleva cercare di uscire dalla macchina ma non ci riusciva perché c’era messa la sicura e pure perché la macchina era già in corsa, pilotata da un altro individuo.
<< Mi sembra di capire che non sei d’accordo… >>
<< Io non sono una >> venne direttamente interrotta dall’uomo che le disse << Non lo pensa nessuno… La nostra è una grande organizzazione che ha come scopo il farlo… penso capisci… Ora chiamiamo ma prima… >> l’uomo aveva estratto un orologio spara anestetico << Ecco… che il gioco comincia… >>