Dopo più di un mese vi posto il continuo... Spero che non mi abbiate abbandonato e che vi ricordate come è finito lo scorso capitolo... E' vero che volevo creare suspance ma quella che ho creato è un pò eccessiva... ma non ho avuto nemmeno un pò di tempo per continuare... Scusatemi... Ora vi lascio alla lettura di questo nuovo capitolo... spero sia di vostro gradimento!!
Capitolo 51 (Cosa ci fa in Italia?)
La macchina con a bordo Conan e la misteriosa donna era ancora posteggiata e il bambino si era ormai addormentato mentre la donna si stava preparando a farlo fuori.
<< Bene, sono stata il tuo ultimo spettacolo… Non vedrai più la luce del sole ora >>
Aveva preparato la pistola ed era pronta a colpirlo ma non ci riusciva e in lacrime continuava a dire << Non posso >>.
Nel frattempo nelle vicinanze dell’albergo, tutti erano preoccupati, compresi i passanti che volevano sapere che era successo quella notte.
<< Ran, sappiamo tutti e due che sei forte… non ti abbattere!! >>
<< Si, ma io… Non credo di esserlo… E’ come una sconfitta per me, se manca lui… >>
<< Come una sconfitta? >> disse Goro
Gli agenti continuavano le loro indagini; Per loro era impossibile stabilire di chi poteva essere il sangue trovato in strada ma non volevano demoralizzare ulteriormente la ragazza.
<< Capiamo come ti senti… E’ tuo figlio d’altronde… >> disse un’agente alla povera Ran
<< Mio figlio? >> disse Ran sbalordita
<< No, non è suo figlio… è solo un amico… ha fatto un viaggio con loro… Ma comunque >> disse Martina all’agente cercando di cambiare discorso.
Alla donna venivano in mente tanti pensieri ed era sempre più decisa a non sparargli.
<< Non posso spararlo… Mi ha salvato la vita quella volta… >> i pensieri della donna si rifacevano a quando Shinichi era a New York insieme Ran ed ha salvato la vita ad un uomo (accaduto nel manga e nell’anime)
<< Quella volta potevi benissimo farmi cadere e invece mi hai salvato la vita… Ora anche se gli ordini sono di farti fuori perché hai saputo qualcosa… Non posso… Del resto posso sempre inventarmi che sei un bambino, perché loro non sanno chi sei realmente >> continuava a pensare la donna
La donna riprese a guidare la macchina fino a mandarlo nelle vicinanze dell’albergo, dove lo ha fatto cadere in un marciapiede.
Le ore passavano e le ricerche continuavano.
Il bambino intanto si era svegliato e si era alzato dal marciapiede.
<< Che ci faccio qui? Ah già vero… Quella donna non mi ha ucciso allora… Ma chi era? Il volto mi era nuovo, la voce me la ricordavo leggermente… Quello che ho riconosciuto subito era il sedere… ma chi è? >> pensò Conan e proprio in quel momento << Ah, ma certo… Si tratta di Vermouth!! Ma perché non mi ha ucciso? >> In quel momento si era sentito rabbrividire << e poi che ci fa in Italia? Non dirmi che… l’organizzazione che terrorizza le donne e quella sono la stessa? Ma no, non è possibile… devo restare calmo… >>
Intanto Conan si incamminava alla ricerca dell’albergo in una città a lui sconosciuta e i suoi pensieri erano fissi a Ran, a Vermouth e alle organizzazioni.
<< L’abbiamo trovato!!! >> dissero degli agenti impegnati alla ricerca di Conan
<< Sono tutti in pensiero per te… Torna con noi in albergo… >> disse un’agente e Conan era entrato nella loro vettura.
La volante era passata davanti l’albergo e Conan stava aprendo lo sportello posteriore per scendere.
Tutti erano impazienti di vederlo scendere dalla macchina e Ran alla vista del bambino aveva iniziato a piangere e gli era andato incontro.
<< Conan!!! Ci hai fatto preoccupare… Che è successo? >>
<< Stanotte mi sono imbattuto in un’aggressione… Una donna è stata rapita e portata non so dove… Non posso esservi utile… Sono molto scosso… Ora devo andare in stanza e non vorrei nessuno con me… >>
<< Tranquillo piccolo, capiamo… comunque faremo del nostro meglio per trovare la donna… sicuramente è sempre quella banda… >> disse un agente
Intanto Conan era entrato nella stanza dell’albergo e aveva acceso il computer.