Oggi una parte piccolina!
Quanto amo creare suspence!
Capitolo settimo
Kogoro e Eri arrivarono all'ospedale, trovando già lì Yusaku e Yukiko.
“come sta Ran?” chiese Eri alla sua amica di sempre, Yukiko.
“non sono ancora arrivati.”
“come non sono ancora arrivati?!” sbottò Kogoro, deciso più che mai a strozzare quel maledetto di Shinichi.
“abbiamo appena chiamato Shinichi.” li informò Yusaku. “dice che hanno trovato un po' di traffico, ma che sono quasi arrivati.”
E i due futuri nonni e le due future nonne rimasero ad aspettarli nell'atrio dell'ospedale.
“ecco, vedo l'ospedale!” disse Shinichi, raggiante. “resisti tesoro, ci siamo quasi!”
“lo spero per te.” borbottò Ran, pallida e dolorante.
La via era tutta dritta e poi avrebbero raggiunto l'ospedale.
Shinichi accelerò, frenando poi bruscamente alle strisce pedonali.
Come in ogni situazione d'emergenza che si rispetti, ad attraversare la strada c'erano gli immancabili vecchietti lenti come lumache.
Il vecchio tic che Shinichi aveva all'occhio riprese a pulsare.
Cominciò a suonare il clacson.
“volete muovervi?!” urlò ai vecchietti.
“giovanotto, lei non ha il minimo rispetto per le persone anziane!”
“tra poco non avrò neanche rispetto per le vostre persone, perché vi tirerò sotto, se non vi levate di mezzo!” urlò furente Shinichi.
Oddio, forse Ran gli aveva passato un po' della sua aggressività da 'parto anticipato'.
Quasi tutti i vecchietti fecero “bah!” e finirono di attraversare le strisce pedonali, e Shinichi poté così proseguire.
“ecco, vedo la loro macchina!” urlò Eri, correndo fuori assieme a Kogoro, Yukiko e Yusaku.
Shinichi fece una frenata da pilota di Formula 1, dato che, nel mentre della frenata, fece anche ruotare la macchina, uscendo subito dalla macchina, per poi aprire la portiera a Ran, facendola scendere assieme a Shiho.
Yusaku raggiunse la macchina del figlio e si mise al posto di guida per andare a parcheggiare.
Shinichi passò un braccio attorno alle spalle di Ran, guidandola dentro l'ospedale, gettando un'occhiata a Shiho, che gli disse “in bocca al lupo.”
