Il compleanno di Conan

Buon pomeriggio a tutti.
Sono tornata brevemente per farvi leggere una piccola storiella (inizia e finisce in un unico capitolo) sempre sui nostri amorevoli e amatissimi Conan e Ai.
Sul documento di Word, la storia è lunga solo 4 pagine, e credo che sia il recordo della storia più corta che abbia mai scritto, visto che con le altre fiction arrivo sulle 20-30 pagine.
Come sempre, spero che la storia vi piaccia e che l'apprezziate.

Il compleanno di Conan

Gli ultimi giorni di aprile.
E questo significava solo una cosa.
A breve ci sarebbe stato il compleanno di Conan Edogawa.
E Ai Haibara aveva bisogno di trovare un buon regalo per Conan.
Per questo motivo aveva chiesto ad Ayumi se le sarebbe piaciuto passare un pomeriggio intero in compagnia di Conan, mentre lei andava a comprargli un regalo.
“certo, con molto piacere!” aveva risposto la bambina, già pregustando un pomeriggio romantico in cui Conan le dichiarava il suo amore.
“mi fa piacere che tu accetti. Portalo dove vuoi, anche nel covo di un gruppo di malviventi, ma non al centro commerciale. Non voglio che veda il regalo in anticipo.”
Ed ecco che nell'ultima domenica di aprile, Ai si era recata al centro commerciale, sperando di trovare il negozio giusto che vendesse il regalo giusto per Conan.
Era la prima volta che comprava un regalo per qualcuno e le sarebbe piaciuto avere una spalla amica con cui scambiarsi qualche idea in proposito, ma l'unica femmina su cui avrebbe potuto contare era a fare una passeggiata romantica con Conan.
Per cui doveva arrangiarsi da sola.
“speriamo di riuscire nell'impresa.” pensò.
Avrebbe potuto non regalargli niente (cosa molto facile), ma voleva essere gentile e non la solita fredda e cinica Ai che era di solito.
In fondo, ma molto in fondo, Conan se lo meritava un regalino. (più che in fondo, direi in profondità. Nd calvin)
Insomma, ogni giorno Conan assicurava alla polizia gente pericolosa con tendenze parecchio strane, e tutti i meriti passavano a Kogoro Mouri, e Conan non riceveva neanche un grazie.
Sì, un regalo, almeno per il suo compleanno, sarebbe stato il minimo.

Ai si concesse a un gelato prima di cominciare a setacciare i negozi.
Doveva raccogliere le idee, capire che persona era Conan e quali erano i suoi gusti.
La prima cosa sicura che poteva dire di Conan era che gli piaceva un sacco indagare.
Avrebbe potuto regalargli un libro giallo, ma scartò l'idea dopo poco, sapendo che Conan, da grande appassionato di gialli, probabilmente, si era già letto tutti i libri gialli di questo mondo.
Per cui, niente libro.
Continuò la sua analisi di Conan.
Conan si accontentava di poco per passare la giornata, non avendo un computer con cui navigare in Internet e non avendo una Play Station.
Per cui niente videogames per PS2 o per PS3.
Però aveva un Nintendo DS.
Forse era quella la soluzione: comprargli un gioco per Nintendo DS.
Ma oltre alla serie di vari 'Pokemon', Conan non aveva altre cartucce targate DS, al contrario di lei.
“avrà pure degli interessi, quel tonno in scatola!” sbottò.
Si alzò dalla panchina su cui era seduta e decise di iniziare il giro per il regalo.
Fece pochi passi e si fermò di fronte alla vetrina di un negozietto che vendeva DVD.
Certo, un DVD!
Sapeva che a Conan piaceva moltissimo Harry Potter e da poco era uscito in DVD il sesto film della saga.
“ecco quello che cercavo!” pensò vittoriosa Ai.
Ma il suo entusiasmo si smorzò dopo pochi attimi.
Conan aveva un videoregistratore, ma non un lettore DVD.
A Kogoro bastavano un televisore e un registratore per poter guardare felicemente i concerti di Yoko Okino, ma non si era avventurato in un negozio per comprare un lettore DVD.
Avrebbe potuto regalargli lo stesso il film di Harry Potter, ma poi?
Ogni volta che Conan desiderava vederlo sarebbe dovuto venire da lei, dato che Agasa possedeva un lettore DVD all'avanguardia.
No, decisamente no.
Non era il regalo che faceva al caso suo.
Passò davanti a un negozio di vestiti.
Regalare un vestito a Conan non sarebbe stata una mossa saggia.
Per cominciare, non sapeva nemmeno la taglia di Conan e non sapeva se amava di più i completi sportivi o un abito firmato, tanto per fare un esempio.

Ai girò in lungo e in largo, ma non trovò niente che fosse adatto per Conan.
Stava quasi per arrendersi e cambiare centro commerciale, quando ebbe un lampo di genio.
“un momento! In fondo, c'è un vestito che so che Conan indosserà sicuramente!”

4 maggio.
Casa del professor Agasa.
Conan continuava a guardare l'orologio.
“saranno qui a momenti!” esclamò, con evidenze emozione per l'arrivo degli ospiti.
Ai posò alcune bibite sul tavolo, con una tovaglia tutta colorata.
“ma, Ai... perché non c'è il succo di frutta?” le chiese Conan, che la stava osservando.
“e me lo domandi pure? Ti ricordi il mese scorso, quando mi hai invitato a quel tuo pigiama party?”
“sì...”
“e ti ricordi anche cos'è successo quando hai bevuto il succo di frutta?”
Conan si concentrò, aggrottando le sopracciglia.
Dunque, il mese scorso... il mese scorso col pigiama party... sì, ce l'aveva in mente!
Ma dopo che aveva bevuto il succo di frutta non ricordava niente.
“no, non ricordo. Però rammento che avevi il pigiama con gli orsacchiotti.”
“allora te lo ricordo io.”

(Breve nota: quelli che seguono non sono errori di ortografia, ma ho cercato di adattare lo scritto allo stato in cui si trova Conan. Nd calvin)
*Inizio flashback*
Sera, casa Mouri.
“ti va del succo di frutta?” chiese Conan.
“sì, volentieri.”
Conan andò in cucina a prendere due succhi e poi tornò in soggiorno.
Entrambi aprirono le loro lattine e bevvero un sorso.
“buono.” commentò Ai e si girò verso Conan, che aveva assunto un espressione ebete.
“ehm... Conan? Stai bene?” chiese incerta.
“scerto, che sciò bene, Ai. Hic!”
Non era possibile! Conan era ubriaco!
Ai si affrettò a leggere sul retro della lattina i componenti di quel succo, ma non c'era niente di strano.
Questo significava una sola cosa: Conan si era ubriacato con del semplice succo di frutta.
Conan bevve dell'altro succo.
“smettila di bere, Shinichi! Questa roba ti fa male!” disse Ai, cercando di togliere dalla mano di Conan la lattina.
“Shinichi? Ma scerto, io!” e diede una risatina. “lo scesso Shinichi che Ran sta ascettando da un'eternità!”
Solo dopo aver bevuto un altro sorso, Ai riuscì a strappare di mano a Conan la lattina.
“Ran, quella fessa che sta anciora aspettando il suo Shinichi. Hic!”
In quel momento, dalla porta entrò Ran, che reggeva in mano un cesto con dentro dei biscotti, fatti per Conan e Ai.
Ai gettò occhiate penetranti, molto penetranti, a Conan, sperando che capisse che Ran era lì con loro, ma Conan sembrava deciso più che mai a buttare la sua copertura al vento.
“quella scemotta di Ran che ogni volta che penscia che io sia Shinichi casca sempre nelle mie trappole difenscive. È da mesi che sospetta che io sia Shinichi! Hic! E non ha mai capito che sci ha azzescato! Hic!” e poi cascò a terra, addormentato.
Ran stava guardando a occhi sbarrati Conan, non avendo capito una sola parola di quello che aveva detto.
“è solo lo stress, non preoccuparti.” si affrettò a dire Ai, caricandosi in spalla Conan, portandolo in camera da letto.
*Fine flashback*

Conan aveva gli occhi spalancati.
“HO DETTO QUESTO?!” urlò a squarciagola.
Ma quando il campanello suonò, dimenticò all'istante la questione, correndo ad aprire.
“buon compleanno, Conan!” gli disse Ayumi, buttandosi letteralmente fra le sue braccia.
Poco a poco tutti gli invitati arrivarono, e la festa cominciò, tra risate, regali e musica a tutto volume.

Due ore e mezza più tardi, dove, per finire, Conan aveva fatto un bel ballo in cui aveva sculettato a go go, la festa era giunta al termine.
Conan era già pronto con un sacco della spazzatura in mano e la scopa nell'angolo, per raccattare fino all'ultima patatina caduta per terra, quando Ai gli si avvicinò con quello che aveva l'aria di essere un pacchetto regalo.
Ma doveva sbagliarsi, e di molto, per giunta.
Ai non era il tipo di persona che faceva regali.
Avrebbe avuto più senso che lei gli dicesse “ti userò come cavia da laboratorio”.
“ho qui una cosa per te.” gli disse Ai, porgendogli il pacco.
“è uno scherzo, vero?” chiese Conan, indicando quello che Ai teneva in mano.
“è il mio regalo per il tuo compleanno, sciocco! Ma se non lo vuoi me lo tengo io.”
“no, no! Lo accetto volentieri!”
Conan prese il regalo, cominciando a scartarlo, chiedendosi perché Ai non glielo avesse dato durante la festa.
Strappò la carta regalo e poi aprì la scatola.
“no!” esclamò senza fiato.
“non sapevo che cosa regalarti, e pensando a quella cosa mi sono detta che sarei andata sul sicuro.” spiegò Ai.
“ma... ma è bellissimo! Gli abiti di Sherlock Holmes! Grazie, Ai!” e l'abbracciò.
Quando si sciolsero dall'abbraccio, Conan era ancora più eccitato.
“vado a vedere come mi sta!” e corse verso il bagno, saltellando a più non posso, continuando a dire cose del tipo “è il giorno più bello di tutta la mia vita!”, “chissà cosa dirà Ran quando mi vedrà!” e “non ci posso credere!”.
In neanche cinque minuti, Conan era già pronto, ancora più emozionato.
“Ai, Ai! Guarda come mi sta!”
“sì, ho scelto bene.” si disse la piccola, vedendo che quei vestiti calzavano a pennello su Conan.
“e c'è anche la pipa!” esultò Conan, sventolandola. “penso proprio che sulla prossima scena del delitto mi presenterò così!”
Continuò a borbottare tra sé quello che avrebbe fatto col suo nuovo regalo di compleanno.
Ai lo osservava in silenzio.
Per la prima volta in vita sua aveva fatto felice qualcuno, e la sensazione era molto bella.
Qualcosa mai provato finora.
“Ai! Ai!” si accorse che Conan la stava chiamando.
“eh? Che c'è?”
“ti va di giocare al detective e al ladro? Tu scappi e io ti prendo con addosso il mio nuovo costume.” Una pausa. “non me ne separerò mai.” aggiunse, facendo intuire che non se lo sarebbe tolto neanche per fare la doccia o per andare a dormire.
“va bene.”
Sì, in fondo, fare felice qualcuno era proprio una bella sensazione.