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Nero Scarlatto ~, Nuova fiction su Detective Conan!

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shiningstar ~
view post Posted on 13/11/2009, 22:47 by: shiningstar ~     +1   +1   -1
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Ed eccomi qui!
Come promesso, ho ideato e ideerò una nuova fiction il cui titolo sarà, come avete letto: Nero Scarlatto.
Il significato del titolo lo scoprirete andando avanti nella lettura. Per ora partirò dal prologo.

In questa fiction ci saranno capitoli più lunghi rispetto all'altra... In compenso però ci saranno termini più facili da capire.

Sta di fatto che in questa fiction ci saranno i soliti nemici, i nostri amati Uomini in Nero e i nostri soliti eroi! (Con qualche aggiunta, ovvio!)
Se siete ansiosi di sapere le coppie... Beh, leggete. xD
Ma non aspettatevi che io mi metta a scrivere una fic che non finisca con ShinichixShiho! ^^

Beh, dopo questa breve premessa, ho l'onore di pubblicarvi, con una nuova formattazione, la mia nuova storia...

Nero Scarlatto
Quando il Rosso si tinge di Nero

Prologo



Dei bambini erano seduti su un divano a sorseggiare la loro fresca bibita estiva, il solito tè o il solito succo di frutta all'albicocca o alla pesca. Altri due bambini invece stavano in piedi, sussurrandosi velocemente nell'orecchio le parole da dire ai tre piccoli che li stavano guardando con aria curiosa e anche impaziente.
Il sole fuori era splendente, gli uccellini cantavano sugli alberi contemplando la grossa macchia oro-bianca luminosa nel cielo che era limpido. Mai visto uno così limpido nella loro vita da migratori. Sulle strade le macchine sfrecciavano per andare tutti al lavoro: segno che la vita di tutti i giorni ricominciava senza problemi.

Ora che ci pensavano, stava anche ricominciando la scuola: nuovi libri, nuove lezioni, nuove esperienze... Tante cose nuove che non vedevano l'ora di sperimentare.
Stavano seduti con la solita aria impaziente, guardando il bambino o la bambina che le o gli piaceva, incantati da quella bellezza matura e da quell'aria adulta e velata di mistero. Gli occhi grandi erano luminosi: era la prima volta che stavano nella casa del più grande Detective di tutto il Giappone, e non stavano parlando di Kogoro Mouri, padre della ragazza che piaceva di più al Detective in questione, ma di Shinichi Kudo: un detective liceale dal grande intuito e dalla grande pazienza e saggezza.

A dire il vero, Ayumi aveva una specie di cotta per Shinichi, ma non sapeva neppure di avercelo davanti... E anzi, la bambina era pure cotta della sua versione bambinesca. Insomma, le piacevano due persone che alla fin fine erano la stessa persona.
Mitsuhiko invece andava più sul ramato: aveva una cotta per quella bambina tanto bella, dagli occhi che ispiravano calma e freddezza e dai capelli color rame, corti, mossi. Non sapeva perché, ma aveva quell'aria adulta e quella maturità che lo ispiravano particolarmente. Aveva sempre adorato le persone più mature di lui e di tante altre, e lei era proprio una di quelle.
Per quanto ne concerne di Genta, lui pensava solo ad una cosa: il cibo. Andava pazzo per il sushi preparato dalla ramata e non lo aveva mai nascosto, andava pazzo per la pizza all'italiana fatta dalla sua compagna di scuola Italo-Giapponese che spesso lo ospitava a casa sua, forse perché voleva passare un po' di tempo con il bambino che le piaceva, ma chissà, i bambini a volte sono più enigmatici degli adulti.

Anche se l'essere nella casa di un detective liceale famosissimo li faceva sentire euforici, non smettevano mai di domandarsi il perché si trovavano lì: la risposta probabilmente era anche semplice, forse Conan era suo parente e non glielo aveva mai detto. Ma non sapevano che c'era qualcosa di più complicato sotto tutto quel mistero.
La luce del sole filtrava dalla finestra e illuminò gli occhiali del giovane detective che cominciò a parlare, richiamando l'attenzione dei tre bambini seduti comodamente:«Ayumi, Genta, Mitsuhiko...» al sentire il suo nome esclamato dal bambino che le piaceva, le venne un sussulto allo stomaco, per poi continuare ad ascoltare il giovane:«... Vi ho fatto venire qui per un motivo ben preciso: dirvi la verità su di me e su Ai...»
«Che verità?!» chiesero tutti all'unisono con aria perplessa.
«Che io ed Ai non siamo bambini.»
Un silenzio avvolse pesantemente il salotto.
Che cosa voleva dire Conan con quell'affermazione? Probabilmente era solo uno scherzo fatto a loro. D'altronde... Erano abituati a sentir dire loro frasi strane, e quella era una di quelle. Cioè, non era possibile: va bene, avranno pure il cervello di un adulto e la maturità di un adulto, ma... Di aspetto sono bambini! Bambini come loro! «AHAHAH!» cominciò a ridere sguaiatamente Mitsuhiko:«AHAHAH! Vuoi dirmi... AHAHAH! Che tu ed Ai... AHAHAH! Siete... AHAHAH! Dei ragazzi poco cresciuti?!» e continuò a ridere, non capendo la gravità della situazione.

Doveva essere così. Non c'era alcuna spiegazione... Stavano certamente scherzando. Il bambino cercava di contenersi dalle risate assieme agli altri, ma non riusciva a non pensare che fosse uno scherzo. Ma non riuscivano a comprendere la gravità della situazione.
«Non stiamo scherzando. È la verità.» rispose con freddezza Ai, lanciando una doccia di acqua fredda ai bambini che smisero subito di ridere. Non l'avevano mai vista così sicura di sé, così fredda, quasi spietata. No, quel tono e quell'affermazione facevano capire che tutto era vero. Tuttavia, la testardaggine di un bambino è dura da abbattere e continuavano a ridere e a ridere senza mai stancarsi.
Dal canto della ramata, quell'affermazione era detta in quella maniera così glaciale non perché voleva rispondere a quella maniera, ma il fatto di ritornare grande la faceva sentire triste e in qualche modo anche invidiosa di qualcosa. O addirittura di qualcuno, ma non sapeva a chi fosse rivolta questa gelosia.

«È così ragazzi. È la pura verità. Noi due siamo... Siamo due ragazzi al quale è stato somministrato un veleno particolarmente potente, che prima doveva causare morte, ma poi ci ha resi più piccoli...» disse Conan con un po' più di dolcezza, squadrando per un po' male la ragazza che aveva un'espressione dura.
«Da... Davvero?! E che... Che cosa usava... Cosa usava questo veleno per far... Per far morire la gente?!» domandò Ayumi, incredula che il bambino che le piaceva era in realtà un ragazzo.
«Apoptosi, meglio conosciuta come “Morte Cellulare”. Ogni cellula si sa che ha vita propria e compie, dopo alcuni giorni e in modo assolutamente programmato, questo processo chiamato appunto “Apoptosi”, che viene dal greco: Apoptos che significa “Morte”.» rispose in modo meno complesso possibile Ai.

«Ah sì, ne avevo sentito già parlare... Ma... Perché siete tornati bambini al posto di morire?! Chi ha ideato questo veleno?! E perché vi è stato somministrato?!» chiese Mitsuhiko.
«Beh, l'ho ideato io e me lo sono somministrato da sola perché ero stanca di stare qui... E... Forse perché ha avuto una specie di effetto collaterale. Forse le nostre cellule erano ancora in fase di sviluppo cellulare e quindi erano ancora vive...» rispose ancora Ai.
«Per quanto riguarda me... Me l'hanno somministrato perché potevo intralciare i piani di un'Organizzazione. E Ai faceva parte di questa organizzazione.» esclamò Conan, sperando di essere più dolce possibile.
«Ma... Perché l'hai ideato tu?! E perché eri stanca di vivere?! E che ci facevi in quell'Organizzazione?!» domandò Genta a raffica, curioso come non mai di poter sapere finalmente la verità riguardo a quella ragazza che non vedeva di buon occhio, ma che gli era comunque simpatica.

«I miei genitori, morti in seguito ad un incidente, stavano lavorandoci sin dapprima che nascessi, e io ho dovuto trasferirmi in America per studiare la scienza e diventare, come mio padre e mia madre prima di me, una scienziata di quell'Organizzazione. Non so quale sia il fine di questa, so comunque che non volevo più vivere perché mi avevano ucciso anche mia sorella, che era l'unica ragazza che mi era rimasta della famiglia...» disse la ramata facendo preoccupare i bambini.

Ecco perché aveva quel carattere freddo e distaccato, perché aveva quell'aria da matura e da adulta più di Conan. Ecco il motivo per il quale Mitsuhiko si era innamorata di lei. Ma ora lui vedeva i suoi sogni amorosi infrangersi davanti agli occhi. Non doveva piangere, l'avrebbe sicuramente rivista sotto forma di ragazza: la sua reale forma.
Anche Ayumi era un po' triste al pensiero che Conan non fosse un bambino e non poteva, un giorno, coronare il suo sogno d'amore con lui. Era particolarmente stupita da questo fatto, anche se aveva realizzato il perché lo adorava. Pazienza, l'avrebbe rivisto con le sue vere spoglie.

«Perché ce lo avete detto ora?!» chiese Mitsuhiko.
«Ho creato un antidoto definitivo durante l'estate, e ora stiamo per tornare alle nostre sembianze.» rispose la giovane guardando dritto negli occhi il bambino che arrossì leggermente.
«Ehm... Potremmo sapere la vostra vera identità?!» domandò curiosa Ayumi.
«Io sono Shiho Miyano. Abiterò sempre dal dottor Agasa, se volete venirmi a trovare.»
«Io sono il giovane detective liceale Shinichi Kudo, abiterò qui. E se volete vedermi, venite pure!» rispose sorridendo Conan, sentendosi osservato da una Ai particolarmente irritata da quel suo comportamento da sbruffone. Ma era questo suo lato a piacerle.
Scosse il capo, come se volesse togliere tutti i pensieri che le si erano formati riguardo al ragazzo.

«Cioè... Tu saresti davvero... Shinichi Kudo?!» esclamò Genta sorpreso.
«Certo... E se volete venirmi a trovare, venite pure. La stessa cosa vale per Ai... Cioè, Shiho. Ci siamo messi d'accordo.» sorrise ai bambini.
«Ehm... Conan?! Cioè... Shinichi?!»
«Dimmi Ayumi...»
«Come posso dire... Sì... Tu mi sei sempre piaciuto... E... E io verrò a trovarti spesso!» disse Ayumi con aria un po' delusa:«... Sono felice che ritornerai grande... Ma triste perché non posso stare con te...»
«Ayumi, fidati, ci sono ragazzi migliori di me!» esclamò Conan appoggiandole la mano sulla sua spalla, lanciando uno sguardo e ammiccando a Mitsuhiko che arrossì, immaginandosi la sua vita con Ayumi.
«Se lo dici tu...»
«Lo dico io eccome!» sorrise:«E tu Mitsuhiko?! Hai qualcosa da dire a Shiho?!» aggiunse sorridendo ancora.
«Si beh... Ecco io... Io... Cioè... Tu... Tu mi piaci, Ai... Cioè, Shiho... E... Sì, anche io come Ayumi... Sono contento che torni grande ma.... Ma mi sarebbe piaciuto stare con... Stare con te per tutta la mia vita...» arrossì lievemente. Ai gli si avvicinò e gli diede un affettuoso bacio sulla guancia dicendo:«Ci sono ragazze migliori di me... E grazie. Sono lusingata.» sorrise al bambino.

Dopo i saluti finali, i bambini uscirono dalla casa e Conan si affrettò a lavare i bicchieri.
Non si erano accorti che era già quasi notte.
Erano su un divano a testa. Ai diede un farmaco di colore verde e bianco a Conan che lo guardò stranito, per poi prendere un bicchiere d'acqua in mano e dire alla giovane:«Pronta?!»
«Pronta.»
«Al mio tre...»
«Uno...»
La sostanza si avvicinava alla bocca.
«Due.»
L'antidoto era a contatto con le labbra.
«Tre.»
La medicina era in bocca e un sorso d'acqua lo seguì.
Infine, urla di dolore si propagarono per la casa.
Silenzio.


Bene, il prologo è postato. ^^
Beh, un'altra rivoluzione c'é: a fine di ogni capitolo, ci metterò il link di quello successivo, almeno da rendere la lettura più semplice e veloce.
Va beh, non mi dilungo in commenti inutili.
Commentate!

Capitolo 1

Edited by ~ ShiningStar <3 - 15/11/2009, 21:21
 
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