Buon pomeriggio a tutti ragazzi!
Da oggi pubblicherò le due storie che avevo scritto a luglio-agosto, più questa one shot su Conan e Ai, scritta due settimane fa circa.
Sinceramente avevo qualche dubbio su questa one shot e l'ho fatta leggere a ShihoKudo, che è sempre disponibile per leggere qualche mio scritto quando magari penso di aver scritto male perchè è un periodo in cui non scrivo molto e non ne ho voglia (grazie Shiho!), che l'ha trovata carina e piacevole.
Spero che possa piacere anche a voi.
L'unica precisazione che devo fare è che Conan e Ai sono fidanzati (ma state tranquilli, anche gli ShinxRan possono leggere senza problemi la fan fiction) e il loro cane Riku proviene dalle fan fiction di Stupendoman (se non le avete ancora lette, affrettatevi a farlo, altrimenti la sfiga gurzica suprema si abbatterà su di voi! XD).
Detto questo, buona lettura!
Perché non sei andato negli Stati Uniti?
Una normalissima giornata di fine agosto.
Una di quelle giornate in cui non c'era nulla da fare, se non che sentire che la riapertura della scuola era imminente e ricordarsi di non aver fatto i compiti.
Ma a questo Conan Edogawa non pensava, godendosi quel pomeriggio al parco con la fidanzata Ai Haibara e il loro cane Riku.
Conan aveva insistito per andare al parco proprio in quella giornata, nonostante il cielo fosse nuvoloso, dicendo che con l'inizio della scuola non avrebbero più avuto tempo di portare a spasso assieme il cane.
Ai decise di assecondarlo, anche se, scuola o no, riuscivano sempre a portare fuori insieme Riku o a farsi una passeggiatina romantica.
Arrivati al parco, dopo un bel gelato, cominciarono a giocare con Riku, lanciandogli la sua pallina preferita.
“vai Riku!” urlò Conan, lanciando lontano la pallina, mentre il cane correva più che poteva, per quanto glielo permettessero le sue piccole zampine di Yorkshire Terrier.
Ai rimase a guardarlo per un po', chiedendosi se quella fosse l'occasione ideale per porgli una domanda che aveva in testa da un sacco di tempo.
“ti ricordi, Conan, quando mi hai raccontato di quello scherzo che ti hanno fatto i tuoi genitori poco tempo dopo il tuo rimpicciolimento?” gli chiese.
“ma certo. E ricordo anche che il tiramisù che ci stavamo mangiando in quel momento, mentre ti raccontavo la vicenda, era il più buono che avessi mai mangiato.” rispose Conan, che probabilmente aveva ancora in mente il sapore di quel tiramisù.
“ecco... da quando me l'hai raccontato c'è una domanda che mi frulla in mente.”
“spara!” disse deciso Conan, effettuando un altro lancio per Riku.
“perché non sei andato negli Stati Uniti? Perché hai voluto rifiutare la proposta di tuo padre?” gli chiese finalmente Ai, che si era chiesta mille volte il perché Conan non avesse seguito i suoi genitori.
“be'... come dire...” cominciò a farfugliare Conan, non vedendo che Riku gli aveva riportato la pallina.
“era davvero per Ran '
Penelope' Mouri che hai voluto restare qui in Giappone?” chiese a bruciapelo Ai.
“sì, cioè no... come posso spiegarlo?” borbottò Conan, cominciando a sudare freddo.
Avrebbe potuto inventarsi una balla, ma non gli piaceva mentire ad Ai.
“non è per Ran che sei rimasto qui?” chiese Ai, tutta la sua curiosità concentrata sulla figura di Conan, che a momenti avrebbe formato una pozza di sudore ai suoi piedi, da tanto che stava sudando.
“no, Ran era uno dei motivi. Mentre l'altro è che...”
“è che?” ripeté Ai, ansiosa di sapere quale fosse l'altro motivo importante che aveva tenuto Conan a dover di nuovo passare le sue giornate assieme a quell'ubriacone di Kogoro.
“è che io non so l'inglese.” mormorò flebilmente Conan, diventando rosso di vergogna, non badando che Riku aveva preso a tirargli il pantalone per esortarlo a continuare a giocare.
“no, dai, sto parlando sul serio.” disse Ai, mentre cercava di trattenere le risate, nonostante le labbra avessero preso a incurvarsi in un sorriso. Quello doveva essere uno scherzo, poco ma sicuro.
“te l'ho appena detto. Io non so l'inglese. Non potevo certo andare in America non sapendo neanche una parola d'inglese! Pensa, se avessi voluto comprarmi un gelato non avrei potuto farlo perché non conosco i nomi dei gusti in inglese.” disse Conan, che per lui quella sì che sarebbe stata una vera tragedia con la t maiuscola.
“ma se l'altro giorno eri seduto comodamente sul mio divano a guardare un cartone animato in inglese!” esclamò Ai, trovando il tutto veramente assurdo.
“ehm... in verità mi sono fermato a guardare solamente perché mi piaceva come era disegnata la protagonista. In pratica stavo guardando senza capire un tubo di quello che dicevano. ” confessò Conan, arrossendo ancora di più, sentendo che poteva e voleva sprofondare in quel preciso momento.
Ai si lasciò andare a una forte e chiassosa risata, certa che se la sarebbe ricordata a lungo e non l'avrebbe scordata facilmente nemmeno tra un paio d'anni.
Sì, quando ci si metteva Conan era un vero spasso.
Ed eccoci qua.
L'idea mi è venuta chiedendomi "e se Conan fosse rimasto in Giappone non solo per Ran -
Shinichimimanchitanto- Mouri?"
E così è venuta fuori questa roba, e spero che possa almeno farvi sorridere.
Questo punto debole di Conan (non sapere l'inglese) l'avevo già utilizzato in un capitolo della terza serie di Stupendoman, solo che non mi veniva in mente nient'altro per dare a Conan un altro motivo per restare all'agenzia Mouri.
Se la storiella non vi piace, potrete sempre (spero) rifarvi con "Pomeriggio al buio", un'altra delle storie che inizialmente dovevo pubblicare tra luglio e agosto e che poi ho rimandato a settembre, che pubblicherò tra un po'.
Sayonara!
bravissimaaa
