Capitolo 9 – Dalla padella alla brace (parte 2) – Revelations4 mesi dopo – anno 1502
Con il braccio sinistro ingessato nascosto sotto gli abiti mi aggiro fra la folla del mercato mimetizzandomi in essa. Mi fa bene un po’ d’ aria fresca; sono quattro mesi che sono richiuso in quella casa piena di polveri e medicinali e non so che altro. So di aver disubbidito a Lele uscendo da solo, ma non ne potevo più! Non mi può succedere nulla: ho le tecniche degli assassini al mio fianco e per di più tutti i nemici mi credono morto o almeno così sembra . Perché Saskia non ha detto la verità a Cesare? Perché non gli ha rivelato che sono vivo? E se l’ha fatto a cosa gli servo? Non posso stare rinchiuso in infermeria, sarei un bersaglio facile nel caso arrivasse il momento per il quale mi hanno permesso di recuperare le forze. Di sicuro vuole catturare gli assassini e ora io sono una preda facile, ma perché non mi hanno rapito mentre ero incosciente? No, a loro devo servire consapevole e attivo, ma da quando hanno saputo che ero sveglio, perché di sicuro Ezio lo avrà detto ai suoi e Saskia quindi lo avrà detto a Cesare, ad ora sono passati tre mesi nei quali nulla si è mosso; perché? O vogliono che io abbassi la guardia o deve essere qualcosa legato alla mia salute, non ci sono altre risposte. Se la risposta giusta è la prima dovranno aspettare in eterno perché io non abbasserò mai la guardia, se quella giusta è la seconda di sicuro hanno messo qualcuno a spiarmi e costui deve seguirmi e allora potrò scovarlo. Gli servo vivo, non possono uccidermi e so per certo che non arriveranno a tanto, ma potrebbero attaccare persone a me care per costringermi a collaborare; dai templari devo aspettarmi di tutto. Se così fosse devo proteggerle e stare lontano è la cosa migliore. Se rapissero Lele attirerebbero non solo me, ma anche gli assassini. La prigioniera non può essere Saskia perché io so la verità e quindi avermi tenuto in vita sarebbe stato inutile. Le persone che potrebbero essere obiettivo dei templari per arrivare a me sono quelle che io conosco, ma delle quali gli assassini ignorano l’esistenza, ammesso che ce ne siano.
Nonostante stia pensando intensamente a questo dilemma che mi attanaglia, presto molta attenzione al mondo che mi circonda perché magari ne posso trarre degli indizi. Oggi il mercato è pieno di gente e i vari mercanti disposti sul perimetro della piazza sembrano riuscire a soddisfarla ed ad attrarne sempre più.
- Signore del male temi perché // Un prode guerrieri scenderà su di te // La tua morte è già certa non vi puoi sfuggir // L’uomo in bianco tornerà a colpir… - canta un bardo sotto un porticato.
Intorno a lui si raduna un po’ di gente pronta ad ascoltare una qualche ballata.
Giro a caso fra le varie bancarelle, cercando di scoprire quale templare mi sta seguendo e contemporaneamente osservando gli oggetti che vengono venduti. Ogni mercante sembra avere la sua specialità. A rapire la mia attenzione è un venditore che dice di avere il miglior cibo esistente. Molti sono radunati intorno a lui così mi avvicino.
- venite gente, venite ad acquistare questa prelibatezza!- urla mostrando dei frutti piccoli e marroni sul palmo della mano – Dalle terre da cui provengo, questi frutti sono trovabili solo in questa stagione e sono il cibo degli dei! Guardate gente: basta incidere un taglietto e metterli sul fuoco. Poco dopo quando saranno cotti avranno questo colorito giallo come il sole! – spiega accompagnando le parole con la dimostrazione – Si dovrebbe dare oro per aver cibo dorato ma io vi vendo un sacchettino ad un prezzo stracciato! Chi vuole può inoltre avere uno di questi frutti da assaggiare gratis! Chi le vuole?- chiede indagando la folla - Vuoi favorire ragazzo?- continua rivolgendosi a me.
- ma si me ne dia una- gli rispondo io.
Lui ne prende una bella grossa appena tolta dal fuoco e gli toglie la buccia. Proprio come aveva anticipato era di un giallo radiante come il sole. Mi dice di prestare attenzione perché scotta ma poi me la porge. Assaggio quel frutto che non avevo mai visto in vita mia e trovo che ha un sapore delizioso.
- Allora ragazzo che te ne pare? Ti preparo un sacchettino?-
- Sono buonissime! Qual è il loro nome? –
- Dalle mie parti le chiamano castagne. Le vuoi comprare per 20 fiorini?-
- Me ne dia un sacchetto- gli rispondo porgendo i soldi e lui mi da quasi istantaneamente ciò che ho chiesto.
Intanto molta altra gente ha comprato e si allontana per gustare il piatto in pace o con la propria famiglia.
Decido di sedermi per un po’ e trovo posto sul bordo di una fontana piuttosto grande al centro della piazza. Mi sorprende che non riesca a trovare la persona che secondo le mie deduzioni dovrebbe seguirmi e comincio a sospettare di aver sbagliato qualcosa. Mentre rifletto sgranocchio ciò che ho appena acquistato appoggiando il sacchetto sulle ginocchia. Altri prendono posto sul bordo della fontana per rilassarsi infatti tutte le panche della piazza sono già occupate.
- Mi sorprende che tu sia stato così avventato da uscire da solo- sussurra qualcuno alla mia destra.
Costui mi guarda da sotto il cappuccio del suo lungo sai marrone. Che sia il mio obbiettivo?
Faccio per afferrare un coltellino che tengo nascosto dentro la giacca, ma costui mi ferma afferrandomi il braccio.
- Ti sei un po’ arrugginito, ansatusya. (ansatusya = assassino in giapponese) Ma non devi temere eka weohnata néiat haina ono-
- Chi sei tu?-
Lui si toglie il cappuccio rivelando di essere una lei, e per di più, di essere la stessa persona che mi ha aiutato durante la mia marcia scortato da Cesare.
- Sorpreso? Pensavo che Lele ti avesse detto che ero qui-
- Lele? Vi conoscete? Qual è il vostro nome?-
- il mio nome è Selena, al tuo servizio-
- Anche Ezio vi conosce? È vero ciò che mi avete detto riguardo a mio padre?-
- Con calma ti racconterò tutto…
Io e Lele ci conosciamo perché da piccoli giocavamo insieme mentre i nostri genitori gestivano una bottega di medicinali. Poi però noi dovemmo trasferirci e non lo vidi fino a che non ti salvai la vita poco tempo fa.
Fu Eltanin per ordine del suo mentore ad accompagnarci nel nostro trasferimento quindi lo conobbi.
In oriente, la patria di mio padre, seguii l’addestramento al combattimento presso gli assassini orientali, che noi chiamiamo ansatusya, ma completatolo decisi di tornare qui per prendere il posto di mio padre alla bottega anche per lavorare con Lele che era già un bravo medico. Quando tuo padre lo venne a sapere decise di venirmi incontro. Qualcuno sapeva che tuo padre era un nemico dei Borgia e sapeva anche dove stesse andando; costui informò i nemici che gli tesero una trappola. Contemporaneamente anche tua madre era nei guai-
- quasi tre anni fa…-
- Io e tuo padre sconfiggemmo gli avversari, ma a caro prezzo. Prima di morire Eltanin mi chiese di proteggerti. Quando non ti trovai nel luogo che mi aveva indicato essere la sua casa mi preoccupai, ma poi ti scorsi portato via da qualcuno in bianche vesti e allora seppi che eri al sicuro-
- Cosa hai fatto sino ad ora?-
- Ripresi un attività come medico indipendente e vagavo negli stessi luoghi dove eri tu-
- Mi pedinavi-
- Esattamente, anche perché tuo padre sapeva che Saskia era una traditrice-
- Davvero? E allora perché non informò il mentore?-
- Ne ebbe le prove troppo tardi-
- Perché non me lo avete mai detto? Potevate avvicinarmi e…-
- Ti saresti fidato di me, una perfetta sconosciuta?-
- No-
- Avrei voluto dirtelo, ma Machiavelli e tutti gli altri erano stati informati da Saskia di me. Pensano che sia stata io a uccidere tuo padre tramite un complice-
- Allora perché avete agito quella volta?-
- Non potevo stare a guardare così mandai un messaggio a Volpe, fingendo di essere te. Saskia tentò di tutto per impedire agli assassini di venirti a salvare al Colosseo, ma per fortuna riuscii a metterle i bastoni fra le ruote- sorride
- Mi hai salvato la vita…-
- Si, ma gran parte del merito è del tuo allenamento. Senza quello oggi non saresti qui con solo un braccio ingessato. Ma adesso è meglio tornare da Lele, si starà strappando i capelli dalla preoccupazione-
Sorrido, ma quella donna ha qualcosa di strano. Perché Saskia non mi ha attaccato mentre dormivo? Lei non avrebbe fatto a tempo a salvarmi. Mi sta di sicuro nascondendo qualcosa. Afferro il manico del coltello e intanto rifletto: se avesse cattive intenzioni Selena mi avrebbe già ucciso. Camminiamo abbastanza velocemente per i vicoli quasi spopolati. Tutti devono essere nelle piazze visto che oggi ci sono vari mercanti che arrivano dall’estero. Selena cammina avanti lanciandomi delle occhiate di tanto in tanto come ad assicurarsi che io sia ancora dietro di lei. Ad un incrocio però si ferma improvvisamente accostandosi al muro più vicino e guardando nella direzione adiacente. Chiedo perché agisce così e lei mi fa segno di guardare: Saskia parla con un alto ufficiale all’ombra di un portico deserto vicino ad un ingresso delle fognature, uno dei metodi usati dagli assassini per spostarsi rapidamente.
- Quindi è li che si cela la base degli assassini- chiede conferma il soldato
- Esattamente, alle cinque e mezza in punto prendi le truppe e assalta il luogo. Io e i maestri saremo già lontani. Che muoiano tutti-
- Sarà fatto capitana. Cesare arriverà al castello giusto in tempo per prendere il frutto prima di loro-
- molto bene-
Saskia si intrufola nella fogna di sicuro diretta alla base mentre il suo sottoposto si dirige altrove.
- Io devo…-
- no tu non fai nulla- mi trattiene lei - almeno per ora. È meglio informare Lele-
Torniamo dal medico e noto con piacere che la storia di Selena è vera. Intanto gli raccontiamo tutto ciò che abbiamo visto chiedendo un suo parere.
- Quindi i tuoi sospetti erano giusti dopotutto- rivela osservandomi
- Dobbiamo informarli, ma di sicuro non possiamo mandare lui perché non gli credono e non posso andare io perché pensano che sia una templare –
- Ma non crederanno a Lele perché potrebbero dire che l’ho convinto io-
- e allora? Pensi di poter combattere da solo contro Cesare e tutti i suoi soldati? È questo che vuoi fare per dimostrare che avevi ragione?-
- Voglio tentare di nuovo di parlare con Ezio, ma se non funzionerà Lele andrà alla confraternita rivelando ciò che sappiamo, ma facendo finta che sia stato Ezio a dirglielo. Ezio sa bene che la confraternita può sopravvivere anche senza di lui, ma non lascerò che muoia in questa situazione. Lele, una volta salvata la base recatevi al castello. Intanto io e Selena cercheremo di cavarcela-
- Dubito che Ezio ti crederà ora se non ti ha creduto prima- mi confessa Selena
- Come fai a dirlo? Ora non è in condizioni da delirare- chiede Lele. Lei sospira prima di continuare:
- In realtà non ti ha creduto non perché deliravi, ma perché sono stati soggiogati -
- Cosa intendi con soggiogati?-
- sarà meglio che vi mettiate comodi perché è una lunga storia:
Tutto cominciò poco prima che Eltanin morisse. Oltre a dirmi di proteggerti mi disse che Cesare aveva rubato a Mario, lo zio di Ezio, un frutto dell’eden. Questo frutto detto anche “la mela” è un oggetto dorato risalente ad epoche antichissime eppure ha congegni che superano di gran lunga la nostra tecnologia.
Tramite quello è riuscito a contagiare i maestri per fare in modo che la loro vista si annebbiasse in modo da non scoprire che Saskia doppio-giocava. Questo tipo di soggiogamento impiega tempo per essere totale, tempo che dipende anche da che tipo di sottomissione si vuole ottenere , ma ha una durata lunghissima anzi eterna. Oltre a questo potere la mela può uccidere o far cambiare idea a chi ne subisce gli effetti.
Io credo, come a suo tempo Eltanin che Cesare abbia usato questo potere tramite la costante presenza di Saskia, anzi loro volevano e tutt’ora vogliono solo nascondere l’inganno…-
- Ma allora perché su di me non ha avuto effetto? – interrompo
- Perché tu avevi una forza pari a quella esercitata da Cesare a difenderti-
- Che intendi?-
- tuo padre rimpianse di non poter dirtela lui questa cosa- sorrise – Lele mi porgi mon’rarn?-
Il medico ubbidisce e Selena toglie la lama dal fodero.
- In realtà tuo padre, come il suo prima di lui e come molti prima, possedevano un altro frutto di cui nessuno tranne loro sapeva esistesse. Come diceva tuo padre: se vuoi nascondere davvero qualcosa, mettila in bella vista- Mi porge la spada – devi sapere che un frutto dell’eden non ha effetto su un altro e quindi anche senza usare i suoi poteri tu eri protetto-
- Per questo Saskia poi l’ha ridata agli assassini: non sapeva che fosse un frutto-
- Per fortuna direi- commenta Lele.
- Se portassi la spada con me potrei…-
- Non correre troppo! Protegge solo chi la porta e anche se tu la cedessi a Ezio non avrebbe effetto perché ormai la soggezione è pressoché ultimata-
Abbasso lo sguardo sulla spada deluso
- Il potere che ha, diciamo così, accecato gli studenti verrà infranto quando saranno attaccati. Fatto ciò potremo correre a salvare i maestri che si libereranno dall’influsso non appena Saskia gli volgerà le spalle-
- Dobbiamo salvarli sul filo del rasoio? –
- Non c’è altro modo-
CommentoEd infine ho scritto anche questo capitolo! sono soddisfatta! XD
Vi rivelo che siamo quasi alle battute finali della storia perchè mancano 2/ 3 capitoli. Tutavia questa storia ha uno spin off che trovate qua:
www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=680557 o qua:
https://detectiveconan.forumcommunity.net/?t=47167099A presto!