Gin non smetterà, i protagonisti ,prima o poi
, torneranno adulti e visto che il tuo commento è stato stupendo sono rimasto a scrivere fino ad'ora per finire il capitolo!
Spero piaccia anche questo e che i prossimi siano ancora più seguiti! Per quanto riguarda il pensiero delle donne... ne ho conosciute di insensibili ma la Ran fatta da Gosho segue il cliché della dolce e fedele Penelope che aspetta il suo Ulisse, motivo che mi ha spinto a non apprezzare molto Ran che a differenza di Ai non si evolve e non cambia, quindi ho deciso di farle provare questo orrido conflitto interiore che durerà a lungo... presto i capitoli che trattano il periodo estivo finiranno e allora cominceranno le sorprese. Spero di avervi incuriosito.... Have A Nice Day!
Demoni Interni
Dominic dormì per tutta la giornata e si svegliò tardi il mattino dopo. Due occhi azzurri furono la prima cosa che il suo occhio vide, l’altro era stato bendato, e l’agente della CIA non potè fare a meno di sorridere al pensiero di cosa il marmocchio con gli occhiali non voleva vedere.
<< Ciao ragazzina… >> Disse guardando negli occhi Ai Haibara.
Ai lo guardò con aria di sufficienza.
<< Finalmente si è svegliato. Kudo-Kun, signorina Jodie, Shuici Akai: l’agente Payne si è svegliato. >>
Le tre persone chiamate in causa dalla piccola scienziata entrarono nella stanza: doveva essere la camera da letto di Jodie. Akai gli rivolse un sorriso.
<< Te l’ho già detto Dom… stai diventando vecchio per questo mestiere. >> Disse Shuici scherzoso.
Dominic borbottò qualcosa.
<< Ringrazia che io non riesca a stare in piedi ragazzo. Dio che mal di testa… ma che è successo? Lo abbiamo preso? Oppure c’è scappato? Ricordo che mi stava tenendo contro un muro e poi… beh la vista ha cominciato ad annebbiarsi. >> Disse Dominic stanco.
Akai deglutì. Il ritrovamento non era stato dei più felici: Jodie alla sola vista di Dominic non ebbe il coraggio di avanzare. Fu Akai a dichiarare Dominic in salute e che tutto quel sangue non era suo. Akai lo adagiò sulla macchina e fece sedere AI in braccio a Jodie. Povero Conan… dovette viaggiare con un uomo ricoperto di sangue al ritorno. Per quanto riguarda il corpo di Brandy nemmeno Akai riuscì a trattenere il vomito. Uscì dalla falegnameria e vomitò qualche passo più avanti lontano dagli occhi di Jodie. Del corpo di Brandy non era rimasto molto: La testa era sparpagliata a pezzi nel pavimento e il petto si era aperto in due lasciando fuoriuscire un vero e proprio mare di sangue e alcuni pezzi di organi frantumati dalla sega circolare. Non ebbero nemmeno il coraggio di sfiorare il cadavere, anche se Conan con sommo sforzo entrò nella falegnameria per cercare indizi. Jodie chiamò la polizia e poi si eclissarono.
<< Beh Dom fattelo dire che sei stato uno stupido è dir poco. Che diavolo ti è venuto in mente? Non ci hai aspettato e da solo sei soltanto riuscito a distruggere la nostra unica fonte di informazioni. Vuoi sapere se l’abbiamo preso? No… l’hanno preso i poliziotti con una palettina visto che l’hai mandato a baciare una sega elettrica. >> Disse Akai tentando di contenere, senza successo, una rigida furia.
Dominic si premette la testa: immagini si affollarono nella mente del confuso agente. L’assalto di quel tipo, il tentativo di farlo a fette, la motosega, lui che stava per perdere i sensi… la fine del mostro. Dominic ringhiò contro Akai. Jodie guardò storto l’agente della CIA al pari si Shuici.
<< Ehi ma che diavolo avete in quella testa tutti quanti? Mi sono dovuto difendere in nome del cielo… la mia testa stava per finire spappolata contro una dannata sega elettrica. Non è stata colpa mia ragazzo. Ho soltanto dovuto salvare la pelle… >> Disse Dominic quasi implorante.
Pazzesco: aveva soltanto combattuto per non rimetterci le penne e a loro dire era un torto. Istintivamente guardò in direzione di Conan. Il finto bambino però non sembrava arrabbiato anzi sembrava guardarlo comprensivo. Un moto di gratitudine nacque in Dominic. Conan si schiarì la voce.
<< Dominic ha sicuramente sbagliato ad andare da solo e siamo tutti d’accordo nel dire che abbiamo perso uno dei pezzi più grossi dell’organizzazione. >> Sentenziò Conan, Dominic si sentì cadere le braccia. << Ma non dobbiamo essere così severi. Abbiamo visto di cosa fosse capace di fare Brandy quindi se dice che ha lottato per la sua vita io gli credo. Certo questo vuol dire ripartire da zero… ma lo abbiamo fatto in altre occasioni. >>
Dominic si sentì riconoscente, e orgoglioso com’era era difficilissimo per lui ammetterlo a se stesso, verso Conan. Akai sospirò e Jodie si limitò a fare spallucce.
<< Dom fatti passare in fretta quei graffi… Stanotte hai dormito sul letto per bontà di Jodie ma da stasera stai di nuovo sul divano. >> Disse Akai recuperando il sorriso.
Jodie sorrise.
<< Già non accomodarti troppo. Io e Shu stiamo uscendo: James ci vuole vedere. Riposati agente Payne. >> Disse la bella agente dell’FBI.
Dominic appoggiò la testa al cuscino.
<< A presto ragazzo… Miss Saintemillion. >> Disse Dominic con un tonò così ironico che persino Akai scoppiò a ridere senza ritegno.
Jodie arrossì e uscì appreso a Shuici. Dominic guardò Conan e Ai.
<< Ehi mar… piccoletto fammi un favore ti prego. Jodie tiene una bottiglia di Brandy nel mobiletto del salotto e in cucina ci sono dei bicchieri. Ti prego portami la bottiglia e uno di quei bicchieri. >> Disse Dominic soffente.
Conan sbuffò e andò a prendere il liquore per l’agente della CIA notando come non lo avesse chiamato marmocchio. Avrebbe chiesto una cosa ad Akai non appena fosse tornato. Dominic rimase da solo con Ai mentre Conan cercava il Brandy nel posto sbagliato: Dominic voleva parlare un po’ con la piccola scienziata.
<< Mi dispiace. >> Sentenziò l’agente della CIA sorprendendo Ai. << Non volevo scoprissi così di tuo zio. Ma so per esperienza cosa vuol dire avere un… una mela marcia in famiglia. Mio fratello… beh non è un tipo raccomandabile. >>
Ai sorrise triste.
<< Tuo fratello non fa parte di un’organizzazione potente come questa ne sono sicura. E stando a quanto detto da Shuici Akai deve essere parecchio importante… tuo fratello a confronto sembrerà un agnello. >>
Dominic scoppiò a ridere tenendosi le costole che gli dolevano.
<< Shiho… mio fratello è colui che tormenterebbe gli incubi di chiunque, mio fratello è il più grande assassino del secolo, superiore anche a Brandy, mio fratello ha ammazzato i miei genitori proprio come ha fatto tuo zio con tuo padre e tua madre e stando al racconto del piccoletto lo hai anche incontrato all’Haido Hotel dove ti ha pure sparato. >> Disse Dominic.
Ai strabuzzò gli occhi terrorizzata.
<< No… non può essere… >> Guardava Dominic come se vedesse il male in persona.
<< Si, Shiho Miyano. Mio fratello è l’uomo che nell’organizzazione è conosciuto come Gin. Sei la seconda persona a cui lo confido sai? La prima persona è il ragazzo, Shuici Akai. Non dirlo a nessuno ti prego… rimanga tra noi. Ti ho detto di mio fratello solo per farti capire che chiunque ha le sue mele marce ma non per questo è marcio dentro… ti ho vista sai? Credi di essere della stessa risma solo perché eri nell’organizzazione? Anche io ho dovuto lottare contro i miei demoni e continuo a farlo tutt’ora ogni volta che mi capita di ammazzare qualcuno. Da quella palla di lardo nel vicolo a Brandy… sono tutti qui. >> Indicò la testa con un dito. << E li rivedo morire per mano mia… ma so che ogni giorno faccio qualcosa per riscattarmi e vado avanti. Sono un buon osservatore e sono sicuro che anche il piccoletto ti ha fatto lo stesso discorso. Tieni alta la guardia e guarda sempre avanti: ciò che è stato è stato, il passato lo rimpiange chi non ha futuro… e tu sei ancora troppo giovane per pensare al passato. >> Disse Dominic col fiatone: lo sforzo di quelle parole lo aveva reso stanco. La testa era pesante e si sentiva la nausea.
Una lacrima colò da uno dei grandi occhi azzurri di Ai.
<< Grazie agente Payne. >>
Conan interruppe la scena dolce e Ai ricacciò indietro le lacrime. Il ragazzino era vagamente alterato.
<< Il brandy era in cucina con il bicchiere. Mi hai mandato a cercare nel posto sbagliato. >> Disse scocciato Conan.
Dominic fece una faccia confusa che avrebbe ingannato chiunque.
<< Ti chiedo scusa. Sai ho ancora un forte mal di testa e ho la mente un po’ annebbiata. >> Fu il tono a fregarlo: lo stesso tono che aveva usato con Jodie.
Conan digrignò i denti mentre Ai sorrise. Dominic si versò una dose parecchio abbondante di Brandy. Conan parlò.
<< Ti lasciamo riposare Dominic. >>
<< Cos’è questa confidenza piccoletto? Per te sono l’agente Payne. >> Disse scocciato Dominic.
Conan fece una faccia stizzita.
<< Come vuole agente Payne noi siamo in salotto le auguro di non soffocarsi col Brandy. >> Disse Conan con tono stizzito e ironico allo stesso tempo.
Dominic alzò il bicchiere in segno di brindisi. Conan e Ai chiusero la porta e Dominic posò bicchiere e bottiglia sul comodino. C’era ricascato: la sua impulsività aveva appena distrutto un’indagine. Si sarebbe preso a pugni se non avesse avuto un pallone da calcio al posto della testa. Quello che aveva detto alla giovane Miyano era vero: tutti quelli che aveva ammazzato erano lì dentro la sua testa che lo torturavano. Suo padre era Cristiano e Dominic per forza di cose aveva imparato a “credere” in Dio… ma solo ora sentiva davvero il bisogno di un essere superiore che lo consolasse e gli dicesse “ Ma no Dominic tu hai soltanto fatto il tuo lavoro non finirai in un qualche inferno dove la tua anima sarà torturata per l’eternità. E stai tranquillo dopo c’è un qualcosa: non finisce tutto in un dannato buio dove non c’è nient’altro che silenzio e oscurità”. Sorrise: non credeva che mai una qualche divinità di sorta gli avrebbe mai detto quelle parole. Si sentì di nuovo colpevole: cazzo aveva mandato la faccia di un uomo su una motosega… quanti pezzi dovevano essere rimasti integri? Gli venne la nausea: quel tipo era un mostro ma lui non era stato tanto più gentile. E se fosse stato lui il cattivo? Non era mai stato un esempio di virtù e odiava il suo riflesso allo specchio. I suoi occhi grigi che apparivano tanto sereni e allegri agli altri, a lui sembravano due pezzi di ghiaccio freddi che guardavano il mondo con sufficienza… lui era davvero così insensibile alla vita? No… aveva consolato la ragazzina! Non era cattivo… beh non l’aveva proprio consolata. Il suo discorso era più che altro un incoraggiamento poiché le loro storie erano simili e combaciavano nei punti più duri e tristi. E comunque lui non aveva poi tanto futuro. Aveva trentotto anni, prossimo ai trentanove, era già a metà del suo percorso e fino ad’ora non aveva avuto poi tutti quei risultati positivi. Bevve tutto il brandy d’un fiato. Che razza di uomo era? Era davvero dalla parte dei “buoni” oppure sotto sotto, malgrado si dichiarasse un tutore della legge e un uomo buono e giusto, era stato corrotto come suo fratello? Dominic Payne non riusciva a trovare una risposta.