Detective Conan Forum

Un Posto Nel Mondo

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DarkSwann
view post Posted on 19/8/2011, 14:37 by: DarkSwann     +1   +1   -1
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The Dark One

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ed eccomi di ritorno! volevo già postare ieri, ma non ne avevo voglio :P :P :P :P
no, scherzo, mi sono persa dietro ad alcune cose e non mi sono resa conto che era tardiXD

sono lieta che vi sia piaciuta questa prima parte, e senza ulteriori indugi, passiamo alla seconda.
buona lettura, e grazie per i complimenti(che fanno sempre piacere, sisiXDXD), mentre io mi guardo Scream 3
facciamo la conoscenza di tre "simpatici" ragazziXD

CAPITOLO UNO: NORMALITA'


Seconda Parte



Il liceo Teitan era in pieno fermento. La campanella era suonata da pochi minuti quando i quattro ragazzi superarono il cancello di ferro: Shinichi ebbe qualche difficoltà a raggiungere la sua classe, perché non appena gli altri studenti si accorsero della sua presenza, accorsero a frotte per dargli il benvenuto e subissarlo di domande. Il giovane Kudo riuscì a liberarsi di loro, ma la stessa scena si ripeté quando entrò in classe. Fu solo l’ingresso della professoressa di matematica a salvarlo da quella specie di interrogatorio vecchio stile.
“Oh, bene...signor Kudo, siamo onorati dalla sua presenza.” disse la donna, aggiustandosi gli occhialini sul naso ed incrociando gli occhi con lui. “Conta di trattenersi, oppure un giorno di questi verrò qui e troverò il suo banco vuoto?”
“Non si preoccupi, signorina Tanaka. Sono tornato per restare.”
“Bene. Ragazzi, da oggi avremo una nuova compagna con noi...Haibara.”
La ragazza si alzò dal suo banco e si inchinò ai suoi compagni. “Mi chiamo Yurika Haibara. Piacere di conoscervi.”
Un coro educato rispose in saluto. “Mi raccomando, fate il possibile per aiutarla ad ambientare. Ora prendere i libri ed andate a pagina novanta.”
Nell’aula scese il silenzio e tutti si disposero a seguire la lezione, sebbene nessuno riuscì a concentrarsi su numeri e formule a causa della nuova arrivata. Shinichi avvertì dei bisbigli dietro di lui, alcune risatine, ma decise di non farci caso e tuffò il naso nel libro di matematica. Devo darmi da fare se voglio recuperare quello che ho perso e riportarmi allo stesso livello dei miei compagni...
All’intervallo, il giovane fu impegnato a rispondere ai saluti dei suoi amici, alle loro domande, alle loro curiosità: tutti furono lieti di sapere che non sarebbe più andato via per risolvere casi difficili, e Shinichi si rese conto che quella vita da adulto gli era mancata davvero, non soltanto per la lontananza da Ran, ma anche per quella che era la sua quotidianità. Amici, scuola, lezioni, una bella partita di calcio... All’ora di pranzo, gli studenti ebbero finalmente una pausa, e Shinichi poté rilassarsi. Non ricordavo fosse così dura concentrarsi sulla matematica a questo livello... quasi quasi rimpiango i tempi delle tabelline e delle operazioni semplici! Pescò dalla cartella il cestino per il pranzo e si mise a mangiare, mentre il libro di matematica rimaneva aperto sul suo banco. Prese una matita con l’intenzione di fare qualche esercizio, ma dopo pochi minuti la sua mente era già altrove. Inevitabilmente, ritornò a quanto era successo negli ultimi giorni.
Era trascorsa più di una settimana da quando lui ed Ai ancora bambini, erano riusciti a trovare la sede dell’Organizzazione. Grazie all’aiuto di Heiji e dell’FBI, erano riusciti ad intrufolarsi nell’edificio e raggiungere i laboratori, dove Ai aveva completato l’antidoto che li aveva fatti tornare normali; purtroppo per loro, Gin e gli altri li avevano scoperti ed avevano tentato di ucciderli. Shinichi ricordava ancora il folle inseguimento nei laboratori, culminato in un grande incendio che aveva coinvolto tutto l’edificio e che aveva segnato la fine definitiva dell’intera Organizzazione. Lui e Shiho erano riusciti ad uscire da quell’inferno di fuoco appena in tempo, aiutati dal provvidenziale intervento dell’agente Akai, poi tutto era crollato. James Black si era occupato di mettere tutto a tacere: aveva arrestato i sopravvissuti- tutti membri minori della banda criminale- ed aveva comunicato alle autorità locali ed alla stampa che anche i piccoli Conan Edogawa ed Ai Haibara erano morti, vittime di un’organizzazione che rapisce bambini a scopi di lucro.
La parte più difficile era stata consolare Ran per la scomparsa di Conan e presenziare al funerale dei due bambini: Ran era distrutta, si era affezionata sinceramente al piccolo Conan, e per tutta la cerimonia Shinichi aveva desiderato raccontarle la verità per mettere fine a quei singhiozzi che gli straziavano le orecchie. Ma una rapida occhiata in direzione di Shiho lo aveva fatto desistere ogni volta. Come poteva confessare la verità adesso, come poteva rivelare alla sua amata che per tutto quel tempo aveva rivestito i panni del piccolo Conan Edogawa, che non si era allontanato da lei nemmeno per un istante? Sicuramente Ran non lo avrebbe mai perdonato, e lui non voleva assolutamente rovinare le cose tra loro, non adesso che erano finalmente riusciti a chiarire i rispettivi sentimenti. È inutile che io confessi la verità. Ora che finalmente io e Ran siamo una coppia, mi sembra inutile arrovellarsi il cervello con questi sensi di colpa. Devo cercare di dimenticare ogni cosa e vivere il presente...
“Ehi, Kudo! Non dirmi che ti metti a studiare anche durante il pranzo!”
Shinichi sollevò la testa dal libro, accogliendo i tre ragazzi che lo avevano raggiunto con un sorriso: Ryusuke, Natsuo e Kikuri, suoi compagni al club di calcio. Scosse la testa, posando la matita nella piega del quaderno, mentre i suoi amici prendevano posto nei banchi vicini. La classe era avvolta da un piacevole vociare che non raggiungeva mai livelli esagerati: tutti gli studenti erano impegnati a chiacchierare mentre consumavano il pranzo, ed in un angolo Ran e Sonoko discutevano con due ragazze che Shinichi riconobbe della sezione F.
“Dovrei...ho perso un sacco di lezioni.”
“Ma tu non ne hai bisogno, Kudo!” esclamò Kikuri, allegramente, battendogli una pacca sulla spalla.
“Già. Sei un piccolo genio, tu!” lo appoggiò Natsuo, incrociando le braccia sul petto e sistemandosi meglio sul banco dietro di lui.
“Ragazzi, ma a chi interessa di Kudo e dei suoi studi?” intervenne Ryusuke, il primo che aveva parlato. I suoi occhi scuri brillavano maliziosi ed il suo sorriso era a dir poco smagliante. Socchiuse le palpebre, rivolgendo a Shinichi un’occhiatina allusiva. “Bell’amico che sei, eh? Dove la tenevi nascosta?”
“Chi?” replicò perplesso Shinichi.
“Ma la tua vicina di casa, Kudo!” esclamò Ryusuke spalancando gli occhi, e rifilando una gomitata nelle costole al giovane, che gli lanciò un’occhiataccia di protesta, massaggiandosi il fianco dolorante. “Perché non ci hai detto che avevi una vicina così bella? Volevi tenertela tutta per te, eh?”
Gli occhi blu di Shinichi corsero istintivamente in cerca della signorina in questione. Shiho Myano, Ai Haibara ed adesso Yurika Haibara. La ragazza gli dava le spalle, impegnata a parlare con due ragazzi della classe accanto. Ma questi due che ci fanno qui?, fu il primo pensiero di Shinichi. Poi notò che lei sembrava tranquilla ed a suo agio, e corrugò la fronte. Anche Shiho Myano era tornata alla sua età originale, e questo inizialmente sarebbe potuto essere un problema. Shiho Myano infatti non esisteva per la società normale. L’Organizzazione dei MIB le aveva rubato l’identità, stroncato il corso naturale della vita, impedito di diventare la donna che doveva essere. Ora Shiho era costretta ad inventarsi una nuova identità ed una nuova vita, e Shinichi pensava che insieme a suo padre ed all’FBI avevano svolto proprio un bel lavoro: Yurika Haibara risultava all’anagrafe e su ogni documento come una normale ragazza di diciotto anni, nata in America e residente a Tokyo, che una breve malattia aveva reso debole per un certo periodo, impedendole di frequentare la scuola; per questo aveva perso un anno, ed adesso si ritrovava in una classe di diciassettenni. Comunque sia, Haibara ha trascorso l’intera vita nelle mani dell’Organizzazione, chiusa prima in scuole private e poi in laboratori con la sola compagnia di cavie e veleni...non ho davvero idea di come farà ad abituarsi a tutto questo. Sarà un problema. Anche se, mentre la vedeva parlare tranquillamente con i due ragazzi, sembrava tutto fuorché in difficoltà.
“Ehi, Kudo! Hai perso la parola?”
Si accorse solo in quel momento che stava divagando con la mente e che i suoi amici stavano ancora attorno a lui, guardandolo perplessi e confusi. “No, no...stavo pensando...cosa hai detto, Kikuri?”
“Stavamo parlando della tua vicina di casa...dove la tenevi nascosta, eh?”
“Io non la tenevo affatto nascosta. Si è trasferita da poco in Giappone.”
“E tu la conosci molto bene, vero?” replicò Ryusuke, con un sorrisino insinuante. Le guance di Shinichi si tinsero di rosso.
“Ah, Kudo...tutte le fortune capitano a te!” esclamò Natsuo con un sospiro, incrociando le mani dietro la nuca. “Una creatura così deliziosa a pochi passi da casa...che uomo fortunato!”
“Eh, già. Potete vedervi tutte le volte che volete, e magari quando i tuoi non ci sono...”
“Ma che diavolo dite, stupidi!” esclamò Shinichi, alzandosi di scatto e sbattendo le mani sul banco, due pomelli rossi al posto delle guance. “Ho conosciuto Haibara quando sono andato in America con i miei genitori e siamo diventati amici, ma nulla di più...e poi, io ho una fidanzata!”
“E allora perché ti scaldi tanto, Kudo?” gli chiese Ryusuke, tranquillamente. Shinichi rischiò quasi di strozzarsi con il suo stesso respiro, ed il rossore che colorava le sue guance si fece più intenso.
“Beh...perché...perché siete degli stupidi!” sbottò il giovane, con voce seccata. “Vado in bagno!”
Uscì dalla classe percependo sulla schiena le occhiate divertite dei suoi amici ed evitando accuratamente di guardare in direzione di Shiho. Quelli sono pazzi! Insinuare che io e Haibara...no, è una cosa impensabile! Io sono innamorato di Ran, è lei la mia fidanzata! Ed io e Haibara non potremmo mai...no, mai...
A fine giornata Shinichi tirò un sospiro di sollievo. Non si era aspettato che ritornare alla vita normale fosse così faticoso, ma era felice. Presto si sarebbe abituato, e tutto sarebbe parso più facile.
“Shinichi, sei pronto per tornare a casa?”
La voce di Ran lo strappò a quelle riflessioni. Shinichi afferrò la cartella e seguì la ragazza fino all’ingresso dell’aula, dove Sonoko e Shiho lo aspettavano. Una veloce occhiata alla finestra gli suggerì che dovevano essere almeno le sei. Uscirono dall’edificio, con Ran che chiedeva a Shinichi com’era andato il suo primo giorno di scuola dopo tanto tempo di assenza.
“Un po’ strano, ma...tutto sommato, bene. Non pensavo che sarebbe stato così piacevole rivedere tutti i vecchi amici e parlare con loro.”
“Certo noi siamo meglio di un cadavere o di un fascicolo con le pagine ingiallite.” lo punzecchiò Sonoko, con forte ironia. Shinichi pensò che un cadavere in decomposizione era molto meglio di Sonoko, ma evitò di esprimersi ad alta voce. Era meglio non scatenare quella strega acida e presuntuosa. Mi chiedo come faccia Makoto a sopportarla... Giunti all’angolo della via in cui abitava Ran, si separarono. La ragazza doveva correre a casa perché doveva occuparsi di suo padre, Sonoko aveva un appuntamento telefonico con il fidanzato, quindi Shinichi si ritrovò a fare la strada con la sola compagnia di Shiho. Per un attimo si scoprì un po’ a disagio, e sbirciò il profilo serio della ragazza; poi scosse la testa, dandosi dello stupido, e si schiarì la gola con un colpo di tosse.
“E allora? Non hai nulla da dire?”


fine seconda parte. spero ti sia piaciuta.
commentate, se volete.

io aspetto mio fratello che torna dalla sicilia, dopo una settimana di vacanza.... calvin, vieni a riprenderti conan!!!!!

Edited by ShihoKudo - 19/8/2011, 22:25
 
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