Detective Conan Forum

Un Posto Nel Mondo

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DarkSwann
view post Posted on 18/4/2012, 20:39 by: DarkSwann     +1   +1   -1
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The Dark One

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buonasera a tutti!!!!!!
si, sono ancora viva....devo ancora riprendermi dai tre giorni di fiera, ma sono ancora viva!
cmq, a chi interessa, i comics sono stati bellissimi, ho comprato un sacco di roba, ho fatto qualche foto, ho perso dieci chili a fare su e giù per i vari stand, ed i miei piedi hanno deciso che chiederanno il divorzio per maltrattamenti ripetutiXD
ed ho di nuovo gli occhi gonfi, anche se piove praticamente da una settimana! motivo? ieri pomeriggio da me hanno tagliato l'erba.... :ph34r:

andiamo alla ff. mi scuso di nuovo per avervi fatto attendere così tanto, passiamo alla posta!

dansherry: al povero voddyno i massaggi li fa gin, naturalmenteXD

shi- star: com'era praga? hai inciampato in qualche gurzo?
ah, ho visto che hai aggiornato! andrò a leggere una di queste sereXD

kaito cry: ah, mi sembrava proprio taiga!!! si, il furinkan è proprio il liceo in cui vanno ranma ed akane. per i nomi dei licei, prendo spunto da altri mangaXD da qualche parte dovrei aver scritto anche jindai, il liceo di sousuke e kaname di full metal panicXD mi piace fare citazioni da altri manga che mi piaccionoXD

calvin: shiho fa scherzi anche a genta, takagi e ranXD solo che loro non se ne accorgonoXD


e per la rubrica, nun ce pò fregà de meno, scopriamo che....shiho è perfida, quindi ha registrato con il cellulare la conversazione tra le ragazzine fan del culetto, e la usa per ricattare shinichi in vari modi(vi lascio libere di pensare a quali siano questi modiXD)

ma veniamo al capitolo, che aspettavate con ansia! vi ho fatti aspettare parecchio, ma vi assicuro che ne è valsa la pena. vi ricordate come finiva il capitolo 24? kudo si svegliava dopo una notte di love love con la puccia, e scopriva che lei non c'era.........

CAPITOLO VENTICINQUE- UN ARRIVO INASPETTATO


Prima Parte



Il vento ululava paurosamente tra le fronde degli alberi del parco. L’aria era frizzante e la pioggia cadeva a catinelle inondando aiuole e strade, dando a quella serata di fine aprile una parvenza d’inverno. Tokyo era insolitamente silenziosa e deserta, eccezion fatta per il rumore di qualche rara auto e delle gocce di pioggia che sbattevano sull’asfalto lucido e viscido.
Shinichi Kudo aveva tutte le intenzioni di trarre beneficio da quell’inaspettata quiete. Aveva appena terminato una brillante collaborazione con la polizia, risolvendo un difficile caso che lo aveva tenuto occupato per diversi mesi. Era stanco e nervoso, ed aveva solo voglia di staccare il telefono e dormire per una settimana intera. Sperava solo di potersene stare in pace per un bel po’ e che a nessuno venisse in mente di compiere un crimine efferato e particolare, che avrebbe richiesto il suo intervento e le sue energie. Era sempre lieto di aiutare l’ispettore Megure nelle sue indagini, ed era affascinato da quei casi all’apparenza insolvibili e misteriosi che rendevano unico il mestiere di detective, ma negli ultimi tempi non era poi tanto soddisfatto della sua vita. Il suo interesse rinasceva solo in presenza di casi particolarmente difficili, per poi scemare una volta scoperto il colpevole; ma nell’ultima occasione, nemmeno assicurare alla giustizia un famoso ladro di gioielli lo aveva risvegliato dallo stato di torpore in cui era scivolato nell’ultimo periodo. Quasi un anno da quando lei se ne era andata…
Il trillo del campanello interruppe il flusso di quei pensieri che rischiavano di angosciarlo. Il giovane detective si alzò dal divano, sul quale era sprofondato dopo una rilassante doccia con la speranza di godersi una serata in completo relax, chiedendosi chi mai potesse essere il visitatore. Si augurò che non fosse Heiji o, alla peggio, l’ispettore che richiedeva nuovamente la sua collaborazione: non aveva proprio voglia di uscire per andare in qualche pub affollato e rumoroso, e nemmeno desiderava spremere ogni singola molecola della sua abile mente per comprendere il meccanismo di un crimine. Voleva solo essere lasciato tranquillo.
Il suono si ripeté e Shinichi ebbe un moto di irritazione. Possibile che tutti cercassero lui, che si impicciassero della sua vita? Possibile che non capissero che desiderava solo essere lasciato in pace? Con un senso di fastidio aprì la porta, preparandosi a respingere l’assalto e le richieste insistenti di parenti e conoscenti, per uscire e divertirsi, per dimenticarla. Rimase di stucco quando non trovò le facce dei suoi amici, ma due perfetti sconosciuti.
Il giovane si rimangiò la replica sarcastica, già pronta per respingere ogni tentativo dei suoi amici, ed osservò con occhi acuti i due visitatori. Erano un uomo e una donna, entrambi di circa quaranta anni. La donna era bassa e robusta, bruna e con gli occhi scuri, l’espressione del viso severa e inflessibile; il suo compagno era poco più alto di lei e mingherlino, con buffi capelli rossicci che parevano non conoscere pettine ed occhi castani, con il volto tempestato di lentiggini atteggiato quasi ad un’espressione di scusa per quell’ intrusione a tarda ora.
“Il signor Shinichi Kudo?” chiese la donna con voce profonda, quasi maschile.
“Sono io.” rispose il giovane, corrugando la fronte perplesso. La donna e l’uomo si rivolsero una breve occhiata, poi la donna tornò a fissarlo quasi con sospetto. “Voi chi siete, signori?”
“Sato e Santini, assistenti sociali.” disse la donna, senza smettere un solo istante di scrutarlo attentamente. Shinichi ne fu infastidito, ma cercò di mantenersi calmo.
“Assistenti sociali? Non capisco.”
“Se ci fa entrare, le spiegheremo ogni cosa.” gli rispose l’uomo, con tono più gentile della sua collega. Il giovane annuì sempre più costernato e li fece accomodare nell’ampio salone. Entrambi rifiutarono l’offerta di una bibita, poi la donna cacciò dalla sua borsa un fascicolo e lo poggiò sul tavolino, senza aprirlo. Shinichi attendeva con pazienza, comodamente sprofondato tra i cuscini del divano, le gambe accavallate e le braccia conserte.
“Allora, cosa mai ho combinato per meritare la vostra attenzione?” chiese, con aria vagamente ironica.
“È una faccenda seria, signor Kudo.” replicò la donna, con espressione severa. “Siamo venuti a farle visita per controllare se è adatto.”
“Adatto per cosa?” Il giovane inarcò un sopracciglio con fare perplesso.
“Lei ha una figlia, signor Kudo. Noi dell’assistenza sociale abbiamo l’obbligo di verificare se può prendersi cura della bambina in maniera adeguata e...”
“Aspetti un momento!” la interruppe Shinichi con foga, drizzandosi di scatto. “Che diavolo sta dicendo? Io avrei una figlia?”
“È proprio quello che siamo venuti ad appurare.” disse la donna, con un mezzo sorriso, anche se l’espressione del suo volto rimase austera. “La bambina è in macchina con la nostra assistente. Vuole vederla?”
Shinichi era veramente scioccato, ma annuì e ritornò a sedersi, con la mente avvolta da un senso d’irrealtà, ancora incredulo per quello che aveva appena sentito. Una figlia? Come era possibile? Sicuramente si trattava di uno sbaglio, di un banale scambio di persona. Lui non poteva avere una figlia. Non si accorse che la signora Sato era rientrata finché il suo collega non tossì, riportandolo alla realtà. I due assistenti sociali erano sempre seduti davanti a lui, ma adesso sul tavolino in mezzo a loro era stato appoggiato uno di quei seggiolini per bambini: e dentro di esso, una neonata con una graziosa tutina rosa che lo stava fissando con gli occhi spalancati e le manine strette a pugno.
“Conosce la madre?” gli chiese la donna, a bruciapelo.
Il giovane però non la ascoltava più, tutto intento ad osservare quella creatura dolce e delicata. Non aveva alcun dubbio su chi fosse: gli stessi capelli castano- ramati che le circondavano il viso ovale come una aureola, gli occhi verdi con una deliziosa sfumatura azzurra, con la stessa luce intensa che aveva sempre il potere di confonderlo, la stessa piega arrogante del mento...era il suo ritratto, la sua copia. Ma anche chi fosse il padre era piuttosto evidente. Gli zigomi, il naso, la fronte e la bocca erano di Shinichi Kudo, diciannove anni, giovane detective.
“Si. Credo che abbiate ragione.” mormorò con un sospiro, prendendosi il volto tra le mani. “Conosco sua madre. Ed il padre...sono proprio io.”
“Dopo averla vista, ogni dubbio si è chiarito. Ma ce ne sono tanti altri.”
“Ditemi tutto.” Shinichi sospirò ancora, e cercò di trovare una posizione comoda, per ascoltare attentamente l’intera storia, senza essere in grado di staccare lo sguardo da quell’esserino delizioso che continuava a fissarlo, interessata.
“È accaduto qualche giorno fa, a Firenze.” La donna aprì il fascicolo ed inforcò un paio di occhialini neri. “I nostri colleghi sono stati chiamati dal personale del reparto maternità. Una ragazza senza documenti si è presentata con le doglie il ventitrè di aprile, poco dopo le nove: i medici l’hanno fatta partorire e l’hanno sistemata in una stanza, chiamando la polizia e cercando di identificarla. Ma lei si è rifiutata di rispondere ad ogni domanda, ed il giorno seguente è riuscita ad eludere la sorveglianza scomparendo nel nulla. Nella culla della bambina abbiamo trovato questo.” Gli porse un foglietto su cui Shinichi vide scritto il suo indirizzo, il suo nome e poche semplici parole. È suo padre. Saprà prendersene cura e l’amerà più di quanto possa fare io... “Ci hanno contattati subito e noi siamo andati a prenderla. Ed ora, eccoci qua.”
Il giovane rivolse una breve occhiata alla donna prima di riportare l’attenzione sulla neonata. La piccola aveva perso il ciuccio e cominciava ad agitarsi, emettendo piccoli suoni rabbiosi; istintivamente, Shinichi prese il ciuccio e lo accostò alla piccola bocca rosea. La bambina lo afferrò prontamente e si rimise a succhiare placidamente, continuando a fissarlo con vivo interesse.
“Che cosa succederà adesso?” volle sapere, passandosi stancamente una mano tra i neri capelli spettinati.
“Ha due alternative, signor Kudo. Può firmare i documenti per l’adozione, ed assicurare così alla bambina un futuro, con una famiglia che la amerà e saprà prendersi cura di lei...”
“E se io volessi tenerla?”


uh, colpo di scena!!!!!!!
shinichi kudo ha una figlia!!!!!!!!!
non ve lo aspettavate, vero?


quizzone!

- l'assistente sociale sato sarà parente dell'agente sato?
- il famoso ladro di gioielli che ha arrestato kudo sarà mica kaito kid?
- ma soprattutto, quanti pub avranno frequentato heiji ed il kudo in cerca di distrazione?


le cose si fanno interessanti. kudo ha una figlia, che cosa succederà adesso? e dov'è finita shiho?
se volete scoprire qualcosa in più, vi aspetto sabato per il prossimo aggiornamento!
non dimenticate di quizzare!


ps. vi avevo promesso una sorpresa, ma ho sbagliato capitolo. dovrete aspettare il prossimo per averlaXD
sorry!
 
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1619 replies since 15/8/2011, 18:34   156738 views
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