Detective Conan Forum

Un Posto Nel Mondo

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DarkSwann
view post Posted on 2/5/2012, 20:31 by: DarkSwann     +1   -1
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The Dark One

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e buonasera!
mi scuso per il ritardo, ma è da venerdì sera che non sto tanto bene, e da domenica ho avuto l'influenza per tre giorni...lunedì è stato il peggiore, ero praticamente morta sul lettoXD e non vi dico la notte, sono praticamente cinque notti che dormo malissimo!
ora mi sono ripresa, e sono pronta ad aggiornare!

ma prima posta!

harry: di norma, i bambini a tre anni dovrebbero saper vestirsi da soli...certo, sempre che i genitori non li trattino come marionette, ed imperterriti continuino a vestirli, lavarli ed imboccarli fino a trent'anni!
in questo caso, visto il soggetto, credo che la piccola shiho abbia imparato a mettersi il pigiama da sola a due anni....fortuna che bambine come lei nella realtà non esistonoXD almeno, io nella mia breve carriera di maestra d'asilo, non ne ho mai incontrate. yuri.... :wub: :wub: :wub:
io invece non vomitavo solo il primo anno....ma anche gli altri! ho continuato a farlo fino a che non ho fatto una cura specifica con pillole e sciroppo, ero già abbastanza grandicella perchè mi ricordo il saporaccio dello sciroppo! soffrivo di una cosa che si chiama reflusso...

dansherry: ma come mai rido sempre come una matta ai tuoi commenti? il ritratto di un ricercato.... :asd: anche io voglio uno zietto kogoro!

shi- star: prometto che presto mi vado a leggere il tuo capitolo nuovo ormai vecchioXD

calvin: hai indovinato. praticamente, la piccola shiho nasce dal puro capriccio dell'autrice di avere nella sua fic sia shiho adulta che shiho in versione ai haibaraXD

invece per la rubrica nun ce pò fregà de meno, scopriamo che....kudo si faceva preparare le pappine da neonati da sonoko!!!!! no, dai, non scherziamo....ma non so che cosa mettere oggi in questa rubrica. perchè non avete risposto alla domanda trabocchetto? :P

andiamo al capitolo. dove eravamo rimasti? *va a controllare*
ah, si! la piccola shiho si appresta a conoscere sua madre!!!!!!

CAPITOLO VENTISEI- SHIHO


Seconda Parte



La prese in braccio facendola volteggiare e ridere, poi salirono in camera di Shinichi. Da un cassetto il giovane tirò fuori una scatola di cartone e ne trasse una foto, l’unica che avesse della madre di sua figlia, dell’unica estate trascorsa insieme a lei: ritraeva un gruppo di ragazzi allegri e spensierati nel giardino di una villa bianca a due passi dall’oceano. In mezzo a loro, una fanciulla snella e con le forme al punto giusto, i capelli castano- ramati tenuti fermi da una fascia ed il volto incredibilmente espressivo dominato da un paio d’occhi verdi grandi e luminosi, che avevano il potere di mandare in confusione chiunque la guardasse. Il vestitino rosso con bretelle sottili sottolineava il corpo flessuoso e la testa era fieramente dritta, il mento spinto all’infuori nella solita piega arrogante che sembrava voler sfidare chiunque si trovasse al di là dell’obiettivo. Era stato Shinichi a scattare quella foto, ai tempi in cui era appena tornato ad essere Shinichi Kudo ed era fidanzato con la sua Ran.
“Ecco, questa è la tua mamma.” disse, indicandole la ragazza dai capelli castano ramati. Shiho prese la foto e la osservò in silenzio per qualche minuto.
“È bellissima.” sussurrò, con aria rapita e gli occhioni spalancati sull’immagine della ragazza. “E’ la mia mamma.”
Rimase ad osservarla tutta la sera, seduta in silenzio accanto al papà sul divano. Shinichi aveva in mano il fascicolo ma non gli prestava attenzione: sbirciava di sottecchi la figlia, intenerito dalla sua espressione incredula e dall’atteggiamento con cui teneva la foto, con le dita che stringevano leggere il bordo, come se fosse una cosa sacra. Quella sera si addormentò con la foto stretta al petto e Shinichi non ebbe cuore di toglierla, perciò Shiho dormì per la prima volta insieme a sua madre. Il mattino seguente scese in cucina con il solito entusiasmo, sventolando la foto e chiedendo a suo padre se poteva incorniciarla. Da quel giorno, la foto ebbe posto fisso sul comodino accanto al letto di Shiho, e la bambina non mancava mai di baciarla quando si alzava e quando a andava a dormire.

Tra il primo ed il secondo anno di asilo Shiho imparò a scrivere il suo nome completo, quello di suo padre, quello della madre, e quello dei nonni; inoltre, era in grado di scrivere correttamente i nomi degli oggetti che usava spesso ed era in grado di copiare qualunque parola dai libri, memorizzandola dopo un paio di volte e riuscendo a riscriverla senza averla davanti, proprio come un qualunque adulto...con supremo stupore delle maestre e di tutto il personale scolastico. Ed anche Shinichi rimase senza parole quando Shiho gli corse incontro entusiasta, sventolando un foglio con disegnato un omino e sopra la scritta a chiare lettere PAPA’. Ma le sorprese non erano certo finite.
La sera prima del suo quarto compleanno, il ventiquattro di aprile, Shiho era particolarmente euforica. Shinichi faticò non poco per farle mettere il pigiama ed infilarsi sotto le coperte. Quando si accorse che non prestava attenzione alla favola che le stava leggendo, chiuse il libro ed emise un lungo sospiro.
“D’accordo, stasera sei davvero noiosa. Posso sapere perché sei così agitata oppure è un segreto?”
Shiho si tirò a sedere di scatto e lo guardò con aria da furbetta.
“Si, è un segreto. Però a te posso dirlo, papà.” Si sporse verso di lui, circondandogli il collo con le braccine. “Ho deciso che da oggi sarò buonissima e non farò più i capricci.”
“Mangerai anche le zucchine?” le chiese Shinichi stando al gioco, curioso di sapere dove voleva arrivare.
Shiho fece una smorfia. “Si. Le mangerò.”
“E come mai hai preso questa decisione?”
“Domani è il mio compleanno. So già che tu mi regalerai la bicicletta e la nonna quella bambola che mi piace tanto, però compirò quattro anni e presto sarò troppo grande per giocare con queste cose da piccoli...ho deciso di chiedere a Babbo Natale un regalo da grande. Uno solo.”
“E quale sarebbe?” le chiese il giovane Kudo, divertito come sempre gli capitava quando la figlia se ne usciva con lunghi discorsi seri che mostravano tutta la sua precoce saggezza. E senza capire che cosa c’entrasse Babbo Natale ad aprile.
“Gli chiederò di far ritornare la mamma a casa e di stare sempre con noi.” proclamò solennemente la piccola Shiho, con espressione talmente seria che Shinichi comprese quanto sua figlia sentisse la mancanza di una madre. E chi poteva farla tornare, se non Babbo Natale?
“Ma sei sicura che Babbo Natale possa portare anche le persone? Io credevo che avesse solo giocattoli nella sua sacca.”
Shiho annuì più volte, con entusiasmo. “Si, si. L’altro giorno Nakao mi ha detto che per Natale avrà una sorellina. Se Nakao può avere una sorellina, allora io posso avere la mia mamma.”
“Ma la sorellina di Nakao è un bambino. Non credo che la mamma possa entrare nel sacco di Babbo Natale.”
“Se si stringe un po’, ci sta. E poi il sacco di Babbo Natale è infinito, non lo sapevi? Ci puoi mettere dentro tutto quello che vuoi, tanto non si riempie mai.” Shiho corrugò lievemente la fronte. “E poi, domani farà il regalo solo a me, ed il suo sacco sarà vuoto...e così la mamma avrà tutto lo spazio per lei! Tu non vuoi che la mamma torni da noi?”
“Naturalmente.” le rispose Shinichi, scompigliandole affettuosamente i capelli ed aiutandola a mettersi a letto.
“Allora domani aspetterai con me l’arrivo di Babbo Natale e della mamma?
“Certamente, piccola mia.” mormorò Shinichi, dandole un bacio sulla fronte e cominciando a chiedersi quale sarebbe stato il modo meno doloroso per dire a sua figlia che nessun Babbo Natale le avrebbe potuto riportare la sua mamma, semplicemente per il fatto che nessuno sapeva dove trovarla.

Il vento sibilava tra gli alberi pieni di foglie verdi e profumate, facendo cambiare la direzione della pioggia fitta ed insistente che stava cadendo su Tokyo ormai da un paio d’ore. Il rumore della pioggia che sferzava i vetri delle finestre e disturbava il sonno già agitato di Shinichi: il ragazzo si girava e si rigirava nel suo letto, incapace di scivolare in un sonno profondo e ristoratore, angustiato da mille pensieri e ricordi del passato che la notte tornavano a galla, tormentandolo come spine nella carne.
Qualcosa produsse un tonfo che Shinichi seppe definire solo spettrale, che risuonò nella casa silenziosa come i fuochi d’artificio a fine anno: lo udì nel dormiveglia, e credette di aver sognato, ma questo si ripeté un paio di volte, timidamente.
Alla fine Shinichi aprì gli occhi e si tirò a sedere, strofinandosi la fronte dolorante e scendendo dal letto. Il rumore si ripeté, e questa volta comprese perfettamente di cosa si trattasse. Qualcuno stava bussando alla porta. Scese le scale ed attraversò il salone a piedi nudi, con indosso solo un paio di pantaloni di tuta, passandosi una mano tra i capelli arruffati e chiedendosi chi mai poteva essere a quell’ora della notte. Alzandosi, aveva dato un’occhiata alla sveglia luminosa sul comodino: le due e quarantaquattro. Chi poteva essere? Forse qualcuno dei suoi amici stava male oppure era successo qualcosa ai suoi genitori? Si augurava proprio che non fosse così, altrimenti Shiho avrebbe avuto davvero un triste compleanno. E già rimarrà delusa per l’assenza di sua madre...
Aprì la porta, sbadigliando. L’ingresso era buio, Shinichi riuscì ad intravedere una figuretta inzuppata d’acqua, che reggeva una borsa vecchia e consunta. Il giovane strinse gli occhi scrutando nell’oscurità, cercando di capire chi fosse lo sconosciuto visitatore. La figuretta fece qualche passo avanti, esitando, Shinichi vide che stava tremando e che stringeva le mani affusolate intorno alla borsa. Sembrava spaventata, riluttante, sempre sul punto di voltarsi e fuggire. Shinichi aprì la bocca per chiedere chi fosse e cosa volesse, ma il visitatore si fece avanti, entrando nel cono di luce prodotto dall’ingresso: gli occhi di Shinichi colsero il riflesso di una chioma ramata prima di fissarsi su un paio di iridi color verde scuro, profondi ed imperscrutabili, che tante volte avevano tormentato la sua mente ed i suoi sogni. Il ragazzo sussultò, spalancando gli occhi ed indietreggiando istintivamente, la mano stretta intorno alla maniglia, fino a farsi sbiancare le nocche. Il fantasma del passato tornava a fargli visita, un fantasma che non l’aveva mai abbandonato...un fantasma che vedeva tutti i giorni nel volto e negli occhi di sua figlia.
“Ciao.”

è valsa la pena aspettare un pò, vero?!?!? vero? vero?
indovinate chi è tornata?! indovinate? indovinate?
*si ricompone...non è tutta colpa del raffreddore, fidateviXD*
e la piccola shiho sarà pure un piccolo genio, però rimane pur sempre una bambina....mi ha fatto morire con il suo discorso su babbo natale!

per riprenderci dal colpo di scena, quizziamo!

- che favola stava leggendo kudo alla figlia?
- perchè in questa fic piove sempre? *domanda trabocchetto*
- ma soprattutto, quanto sarà grande il sacco di babbo natale?


a volte fatico ancora ad immaginarmi kudo come un papà....comunque, vi aspetto sabato, per vedere insieme che cosa succederà adesso che una certa persona è tornata :wub:
lentamente, avremo tutte le risposte che cerchiamoXD
 
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