Detective Conan Forum

Un Posto Nel Mondo

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DarkSwann
view post Posted on 5/5/2012, 20:31 by: DarkSwann     +1   -1
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The Dark One

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ma buonasera a tutti!
sono ancora raffreddata, ma niente e nessuno mi impedirà di andare domani a milano a fumettopoli....e soprattutto, di incontrare la mia cara amica diana!!!!!!!
nonostante la pioggia, che ormai mi accompagna sempre alle fiere dei fumetti.

pronti per un nuovo capitolo?
ma prima c'è la posta!

harry: che ridere la foto di choppy!

calvin: non ci avevo pensato al disegno dell'omino con scritto cadavere!!!!! ho riso per una mezz'ora!

shiho haibara: biancaneve ed i sette killer.... :asd: :asd: :asd: questa è davvero uscita bene! scusa se non ti ho ancora risposto all'mp, ma ho avuto tremila cose da fare, ed ultimo a tutto ho preso pure l'influenza. ti risponderò in questi giorni, promessoXD


e per la rubrica, nun ce pò fregà de meno, si scopre che......la favola che kudo sta leggendo alla sua dolcissima figlioletta è "kaito kid e la passeggiata nel cielo"XD


ed ora, il capitolo! eravamo rimasti.....dove eravamo rimasti? non ricordo :rolleyes:

CAPITOLO VENTISEI- SHIHO


Terza Parte



La voce bassa e sottile sembrava provenire da un luogo lontano, remoto. Era ridotta ad un filo, esitante, quasi vergognosa, eppure alle orecchie di Shinichi pareva rimbombare nitida e precisa, come se stesse gridando.
“Non dici niente?”
“Cosa dovrei dirti?”
Non c’era astio nelle parole del giovane, né odio o rancore nei suoi occhi. Sospirò brevemente, passandosi una mano tra i capelli, poi si trasse da parte: lei gli passò accanto senza sfiorarlo, ed avvertì il suo profumo sottile ma intenso, che sentiva tutte le volte che immergeva il viso nella chioma ramata di sua figlia. Si fermò esitando nell’ingresso, aspettando che lui chiudesse la porta e la raggiungesse.
“Ti sto bagnando tutto il pavimento.” disse con la sua voce bassa e leggera, osservando il salone ed il giardino che si intravedeva dalle ampie vetrate.
“Non importa.” Shinichi le prese la borsa dalle mani. Osservò la maglietta rosa pallido ed i jeans neri, che si erano appiccicati al corpo come una seconda pelle: si accorse che stava tremando. “Sei fradicia. Togliti quei vestiti bagnati e vai a farti una doccia calda. Hai qualcosa di pulito nella borsa?”
“No.” Scosse la testa, quasi con aria colpevole. Shinichi non fece domande.
“Ti darò qualcosa di mio. Il bagno è al piano di sopra, la porta in fondo al corridoio.” Si avviò per le scale, facendole segno di seguirlo. La condusse in camera sua, aprì un cassetto dell’armadio e ne trasse una maglietta corta che ormai gli stava stretta, una vecchia camicia di flanella di suo padre ed un pantalone di tuta. Lei prese tutto senza fiatare. “Dovrebbero andarti. Troverai tutto l’occorrente in bagno...ti aspetterò in cucina.”

Le voltò le spalle, e senza guardarla scese le scale e si ritirò in cucina. Osservò l’orologio a forma di gatto appeso al muro. Le due e cinquantatré. Solo otto minuti…sembra sia passata un’eternità… Si accostò al frigorifero e lo aprì, rimanendo a fissare il contenuto con sguardo vuoto: la casa era avvolta nel completo silenzio, solo la pioggia torrenziale riempiva quella strana notte, eppure lui era perfettamente consapevole della sua presenza al piano di sopra. Cosa devo fare, adesso? Come posso affrontare questa tempesta? E lei? Che cosa dirà, vedendola?
“Hai perso qualcosa?”
Shinichi si riscosse, sollevando lo sguardo dal cartone del latte ed incrociando gli occhi verde bosco di Shiho. Indossava la sua maglietta, i suoi pantaloni e la camicia a quadri di suo padre, e in quell’abbigliamento semplice era comunque molto femminile. Gli anni passavano, ma lei aveva sempre lo stesso effetto su di lui.
“Eh?! Oh, no...no.” Scosse la testa, grattandosi la punta del naso. “Stavo...stavo pensando.”
“Ad uno spuntino di mezzanotte?” chiese lei, avanzando quasi in punta dei piedi. Shinichi notò subito che era scalza, e che i capelli ancora umidi per la doccia si erano dolcemente arricciati alle punte, sfiorandole il collo flessuoso. Forse avrei dovuto darle dei calzini
“Sono quasi le tre.” sottolineò Shinichi, con un sorriso ironico. “Pensavo fossi tu quella che potesse avere fame.”
“Il mio stomaco gradirebbe.” ammise Shiho, prendendo posto su una sedia. Rannicchiò le gambe contro il petto, raccogliendole in un abbraccio, e quel gesto fece comprendere a Shinichi quanto fosse a disagio in quel momento.
“Hai richieste particolari?” le chiese, scuotendo la testa per recuperare la lucidità che in sua presenza aveva il brutto vizio di vacillare.
“Mi basta che sia commestibile.”
“In effetti, non è che ci sia molta scelta qui dentro.” Corrugò la fronte, scrutando con attenzione i ripiani del frigo. “Dovrei fare un po’ di spesa...che ne dici di tramezzini tonno, pomodoro ed insalata? Ho anche della torta alla ricotta, opera di mia madre.”
“Ricordo che era molto buona.”
“Sei fortunata, è l’ultima fetta.” Shinichi tirò fuori dal frigo l’occorrente per i tramezzini ed il piatto con la torta. Mentre tagliava il pane, nessuno dei due aprì bocca. Shinichi avvertiva la sua presenza alle spalle, anche se non parlava. Tutto ancora gli sembrava irreale: lei era nella sua casa, nella sua cucina, e non era frutto della sua fantasia o di un sogno ad occhi aperti...lei era reale. Non la vedeva da cinque anni, e quel suo ritorno inaspettato lo aveva sconvolto e confuso: tante emozioni contrastanti si agitavano nel suo animo, c’erano tante cose che voleva sapere e chiedere, ma non osava per chissà quale timore. Forse perché vorrei cullarmi ancora un po’ nell’illusione che si tratti solo da un sogno. Devo aver mangiato troppo a cena... Terminò di preparare i tramezzini, li mise su un piatto e li posò sul tavolo davanti a Shiho, con la torta ed un bicchiere di aranciata. “Spero ti piacciano.”
“Grazie.”
Cominciò a mangiare, e di nuovo nell’ampia cucina scese il silenzio. Shinichi spostò il peso del corpo da un piede all’altro, un po’ inquieto ed imbarazzato: cosa doveva fare? Come doveva comportarsi? Cosa doveva dirle? Si grattò la testa, poi incrociò le braccia sul petto e si appoggiò con il fianco contro il ripiano della cucina, osservandola attentamente mentre mangiava.
Quei cinque anni in più avevano aggiunto qualche centimetro al suo corpo slanciato e snello: era ancora magra come ricordava, nonostante avesse partorito una figlia, e da quanto aveva colto quando aveva i vestiti bagnati, le sue curve erano sempre al punto giusto, rese più morbide e dolci dalla gravidanza. Il volto sempre affascinante aveva perso ogni traccia di adolescenza. Ora Shiho Myano era una giovane donna, che non aveva perso le attrattive che l’avevano caratterizzata da ragazza: e la più forte di tutte restavano gli occhi, sempre più verdi, sempre più intensi, sempre più misteriosi e sfuggenti...non era cambiata per nulla, ma allo stesso tempo era diversa. La sentiva un po’ fredda, distante, come se in realtà non volesse trovarsi in quella cucina, con lui: aveva la sensazione che la sua fosse solo un’apparizione fugace, ed al primo momento di distrazione lei sarebbe scomparsa, quasi fosse un miraggio. Lei è Shiho, ma al tempo stesso non lo è. Ha qualcosa di familiare, mi ricorda la ragazza che cinque anni fa ha sconvolto la mia vita trasformandomi in Conan Edogawa: quella ragazza ha lo stesso volto di questa giovane donna, gli stessi occhi, gli stessi capelli, le stesse mani, lo stesso sorriso...ma l’impronta della sua anima è cambiata radicalmente, è diversa...non la riconosco più...
“Ti serve qualcosa?”
““Eh?”
“Continui a fissarmi.” Shiho socchiuse le palpebre, riducendo gli occhi a due gelide e verdi fessure. “Non è bello, mentre si mangia.”
“Oh...ehm...scusa, scusa.” mormorò Kudo, imbarazzato. L’effetto che quegli occhi gli facevano era sempre lo stesso: non aveva perso il potere di confonderlo ed ammaliarlo. “Volevo...volevo solo sapere...si, se volevi altra aranciata.”
“Un altro bicchiere lo prendo volentieri.”
Shinichi prese la bottiglia e versò l’aranciata nel bicchiere.
“Grazie.” Shiho masticò in silenzio, poi mandò giù un sorso di aranciata. “Buona la torta. Anche i tramezzini.”
Shinichi inarcò un sopracciglio, ironico. “Non hai perso il tuo humor del tutto inglese, vedo.”
“Non stavo scherzando.”
“No?”
“No.” confermò lei, con un’occhiata. “Erano davvero buoni.”


siete tutti contenti, suppongo. la puccia madre è tornata, è diventata una donna ed è ancora più bello!
e ricomincia il passatempo preferito dell'autrice...torturare kudo!


quizzone!

- quanti minuti ci avrà messo shiho a farsi la doccia?
- cosa c'era nel frigo mezzo vuoto di kudo?
- ma soprattutto, perchè yusaku kudo indossa camice di flanella?

scusate, ma non mi sono venute in mente domande decenti, anche se ci ho pensato un pò.
se volete sapere cosa succederà quando le due shiho si incontreranno, continuate a seguirmi. vi aspetto mercoledì, perchè martedì ho un impegno e non so a che ora torno.
ciao!!!!!!
 
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