Detective Conan Forum

Un Posto Nel Mondo

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DarkSwann
view post Posted on 4/8/2012, 18:29 by: DarkSwann     +3   +1   -1
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The Dark One

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buona sera a tutti! ragazzi, oggi sono morta di paura!
sono reduce da un'avventura che quando la vedi nei film dici "figo!" ma se la vivi davvero....... :ph34r:
sono andata in piscina con mio fratello e due suo amici. stamattina c'era un sole che spaccava le pietre, poi verso le quattro si è annuvolato, ma niente di che. alle cinque e mezza siamo andati a fare la doccia. due minuti dopo grandinava da paura! siamo rimasti bloccati al bar della piscina, con la gradine che colpiva tutto e faceva un casino immenso! ad un certo punto pioveva solamente, ed abbiamo deciso di andarcene, sennò restavamo bloccati. ci siamo messi in strada, e dopo dieci minuti ha ripreso con la grandine....ragazzi, i chicchi erano grandi quanto una palla da ping pong!!!!! ad un certo punto il vetro davanti della macchina si è scheggiato tutto, e per fortuna siamo riusciti a trovare riparo sotto degli alberi con altre macchine, altrimenti si spaccava e ci venivano tutti i vetri in faccia! siamo stati fermi almeno 10 minuti, con l'asciugamano sul vetro, per proteggerlo un pò. quando ha smesso di grandinare, siamo ripartiti, e sembrava che tutto si fosse calmato, ma....ha ripreso a piovere talmente forte che non si vedeva nulla!!!!!!! non potevamo accendere l'aria perchè sennò scoppiavano i vetri, quindi ci siamo fatti la strada praticamente vedendo poco e niente! sembrava che durasse un'eternità, il nostro paese non arrivava mai!
non immaginate quanto sia morta di paura ad un certo punto, quando quei cacchio di chicchi scendevano e ci prendevano di mira!

ma passiamo a cose più piacevoli, va!
la nostra amata posta.

dan sherry: ovviamente kudo in tv guarda l'eroina di tutti i porta sfiga...la signora in giallo!

shiho love: spero tu abbia risolto il tuo problema con le immy, anche perchè lo chiedi alla persona sbagliata....sono un asino in queste coseXD

e per tutti quelli che si chiedono "ma come, solo quattro mesi l'hai cercata?" ragazzi, siate un pò comprensivi. era ridotto veramente da schifo, e tutti i suoi sforzi erano praticamente inutili: o continuava a cercarla o si rovinava quel poco di salute mentale che gli era rimasta!

mentre per la rubrica nun ce pò fregà de meno, scopriamo invece quale fine indegna ha fatto il famoso capitano....beh, l'incontro con la puccia l'ha segnato a vita. si è dato al bere, poi alla droga, poi non si sa come si è ritrovato sposato con la figlia di fantozzi. e quando ha saputo che la sua adorata puccia si sposava con un gurzo, si è arrampicato sull'obelisco di balzac(quello di dragon ball, per intenderci) e si è buttato da li.....ovviamente, non è morto, ma è rimasto paralizzato e finirà i suoi giorni in un letto d'ospedale, accudito dalla figlia di fantozzi, e con la consapevolezza che la dea divina non sarà mai sua!

ok, la smetto. sono ancora scioccata dalla grandine. vi lascio al capitolo, vediamo come continua il racconto di shiho.......

CAPITOLO TRENTACINQUE- EMOZIONI SINCERE


Terza Parte



Lei annuì, appena, stringendosi addosso il plaid. “Mi risvegliai all’ospedale. Il dottore mi disse che aspettavo un bambino...ero di quattro mesi.”
“Non te n’eri accorta prima?” mormorò Shinichi, turbato. Finalmente stava parlando, si confidava con lui. Doveva essere bellissima, con il pancione...
“No.” Lei scosse la testa. “Anche se...nel mio inconscio, lo sapevo. Lo sapevo da tempo, ma non volevo ammetterlo ad alta voce...avrebbe reso tutto reale.”
“Niente nausee? O disturbi tipici della gravidanza?”
“Solo un po’ di nausea. Credevo fosse per i continui viaggi in nave.”
Shinichi emise un lieve sospiro. “A quei tempi, avevo smesso di cercarti. Forse...”
“Non mi avresti trovata. Appena mi hanno lasciata sola, ho preso le mie cose e sono andata via dall’ospedale...due giorni dopo ero a Genova.”
“Come...come ti sei mantenuta? Come hai fatto a sopravvivere, sola ed incinta, senza un posto in cui stare, un lavoro, cure mediche?”
“Elemosina...e mense per poveri, ricoveri per ragazze madri, famiglie caritatevoli. Era sufficiente raccontare di padri o mariti violenti per ricevere cure, cibo ed un posto caldo in cui dormire.” gli rispose Shiho, raccogliendo le ginocchia al petto. Appariva così fragile, così indifesa, che Shinichi avrebbe solo voluto abbracciarla. Ma non si osava. “Qualche giorno, poi andavo via e riprendevo a spostarmi.”
“Non era stancante?”
Shiho sorrise, dolcemente, sfiorandosi istintivamente il ventre ora piatto. “La piccola era tranquilla...sembrava sapere di non dover fare fastidio. Non mi ha mai dato problemi.”
“Almeno avevi compagnia, durante il viaggio.” Shinichi accennò un breve sorriso. “Anche se crescendo, diventava un po’ pesante.”
“Già. Ma non ero tanto grossa, sai? Si vedeva, ma non era eccessiva.” Ricambiò il sorriso, poi chinò lo sguardo, improvvisamente timida ed imbarazzata. “Alla fine sono arrivata a Firenze...era il 23 di un luminoso pomeriggio di aprile. Era una città bellissima, mi ha subito incantata e conquistata: si respirava un’atmosfera quasi surreale, ed ho voluto visitarla subito...per questo, verso sera, quando sono cominciate le prime fitte alla schiena, ho pensato fossero dovuto alla stanchezza.”
“Avevi...le doglie?”
“Si, ma non me ne ero accorta. Finché non si fecero più forti, e dopo le nove si ruppero le acque. Ero in una piccola pensione a poco prezzo, e la proprietaria è stata molto gentile: ha capito cosa mi stava succedendo ed ha chiamato subito l’ambulanza, chiedendomi se avevo bisogno di aiuto...è stato allora che ho cominciato ad avere paura...”
Un singulto incrinò la voce sottile di Shiho. Shinichi annaspò, come se fosse stato colpito da una pugnalata in pieno petto...ma quel suono era più doloroso, e gli straziava l’animo, togliendogli il respiro. Incrociò gli occhi di Shiho: erano grandi, lucidi, spaventati, increduli. Il suo corpo tremava, le labbra erano ridotte ad una linea sottile: si stava trattenendo, non voleva piangere, mostrarsi debole.
“Shiho...”
“No, no...sto bene...”
“Tu non stai bene, Shiho.”
“Io...io devo...” Un altro singhiozzò le tolse il respiro. Lei si morse il labbro inferiore tra i denti, in un ultimo tentativo di resistere. Fu inutile: grosse lacrime le rotolarono sulle guance pallide, senza che lei riuscisse a fermarle. “Io devo...”
“Tu non devi niente, Shiho.”
“Voglio r- raccontarti t- tutto. Vo- voglio...” Ancora un singhiozzo, che lei non trattenne. Si asciugò le lacrime con un gesto rabbioso, ma queste non si fermarono. Lei si arrese, ed anche Shinichi: annullò la distanza che li separava e la prese tra le braccia, stringendola a sé ed accarezzandole la schiena tremante con dolcezza, angosciato dai suoi singhiozzi e dalle sue lacrime.
“Ssst, tesoro...adesso è tutto passato...non pensarci più...ora ci sono io con te...” le sussurrava con voce bassa, cercando di tranquillizzarla. Lei nascose il volto contro la sua spalla, aggrappandosi alla sua maglietta con forza, soffocando in essa i singhiozzi che la scuotevano: Shinichi le passò una mano sotto le gambe e se la tirò in grembo, continuando a parlarle dolcemente e cullandola come se fosse una bambina. “Calmati, tesoro...calmati, adesso...”
“Ero sola...avevo paura...”
“Lo so, tesoro. Lo so.”
“Faceva male...non la smetteva più...mi sembrava di morire, ero sicura di morire...”
“Ssst...ora è finita, tesoro. È finita.”
“Ero sola...tutta sola...e avevo paura...”
“Ora non sei più sola, Shiho.” mormorò il giovane con voce roca, posandole un bacio tra i morbidi capelli che profumavano di fiori. Lei soffocò un singhiozzo contro il suo petto, le lacrime scorrevano senza freni, e Shinichi continuò a consolarla, a rassicurarla, ad cullarla, finché sentì che lei lentamente si calmava, abbandonandosi fiduciosa e stremata tra le sue braccia. Piangere le aveva fatto bene, si era liberata di un grande peso. “Adesso non sei più sola, tesoro.”
Lei emise un lieve sospiro, chiudendo gli occhi. Non si mosse per diversi minuti, e Shinichi pensò si fosse addormentata. “Ho creduto davvero che sarei morta...poi è nata lei.”
“L’hai vista?”
“No.”
“Perché?”
“Temevo...di non riuscire a lasciarla andare.” mormorò Shiho, con un filo di voce. “Da quando l’ho saputo...è stato allora che ho deciso che l’avresti cresciuta tu.”
“Quando me l’hanno portata, hanno detto che non volevi rilasciare le tue generalità. E poi...sei sparita.”
“Già. Appena sono stata capace di reggermi in piedi, ho lasciato l’ospedale...ed ho ripreso a viaggiare, senza mai fermarmi. Sapevo che lei era al sicuro, con te.” Emise un altro breve sospiro, stringendosi a lui, quasi temesse che potesse scomparire. “Quella notte...la notte in cui è nata...volevo che tu fossi con me, Shinichi...”
Sarei volato, se avessi saputo. Qualunque mezzo, anche l’impossibile, per starti vicina in un momento così importante e delicato! La immaginava sola, spaventata, con il dolore delle doglie che cresceva, lasciandola senza forze. Nessuno a tenerle la mano, nessuno ad incoraggiarla, nessuno a sostenerla...nessuno vicino a lei, ad affrontare con lei quell’esperienza particolare. Partorire per la prima volta, in mezzo agli estranei, senza un volto amico. Se lo avessi saputo... La strinse istintivamente a sé, quasi a volerla ripagare da tutta quella sofferenza; la sentì muoversi appena, sistemarsi contro di lui, ed emettere un breve sospiro. Il suo respiro era diventato lieve e regolare, le lacrime si erano placate. Dormi, tesoro mio. Dormi tranquilla. Penserò io a proteggerti dalle tenebre, a tenere lontani i fantasmi del passato...

La piccola Kudo fissò il soffitto della sua cameretta, chiedendosi per quale motivo la casa fosse così silenziosa. Di solito, quando si svegliava, il papà era già in cucina, e si sentivano i rumori dei piatti ed il delizioso profumo delle frittelle dolci. Ma forse papi si era addormentato, la nonna diceva sempre che non lo svegliavano nemmeno le cannonate. Ma io devo andare all’asilo, oggi facciamo i biscotti! Con decisione, scostò le coperte e scese dal letto, prendendo in braccio il cagnolino.
“Andiamo a svegliare papi, Chibi!”
Da quando era tornata la mamma, papi dormiva sul divano. Era strano, perché la sua amichetta Yuri le aveva detto che i papà e le mamme dormono nello stesso letto. Devo ricordarmi di chiederlo alla mamma... Scese silenziosamente le scale. Fece qualche passo verso il divano, poi si fermò. Corrugò la fronte, perplessa, osservando la scena senza capirla: il suo giovane papà era seduto sul divano, e teneva abbracciata la sua giovane mamma, seduta sulle sue ginocchia, rannicchiata nel suo abbraccio. Entrambi dormivano. Oh. Ma perché devono stare così scomodi? Il letto è molto meglio! Si avvicinò silenziosa, toccando il braccio di Shinichi e scuotendolo dolcemente.
“Papi? Ehi, papi? Papi?”


alzi la mano chi non ha pianto!
povera puccia, che cosa ha passato!!!!
e quanto è dolce la piccola shiho alla fine, quando si fa i filmini mentali degli adulti? adoro questa piccoletta :wub: ed anche la sua mamma, quando si mostra fragile ed indifesa :wub:

oggi niente quizzone, il pezzo sia troppo serio per fare domande stupide. e sono ancora un pò scossa per l'avventura di oggi. :cry:
quindi vi lascio con questo splendido capitolo, e vi do appuntamento a martedì, con il prossimo capitolo. che al momento non ricordoXD
:bye:
 
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