Detective Conan Forum

Un Posto Nel Mondo

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DarkSwann
view post Posted on 17/8/2012, 20:20 by: DarkSwann     +1   -1
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The Dark One

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mi avete chiamata? ed eccomi qui!
scusate per ieri, ma proprio mentre mi accingevo a prendere il pc, sono arrivati i miei parenti ed hanno invaso casa....c'era un casino, non sapevo dove mettermiXD poi mi sono messa a guardare mia cugina di nove anni che disegnava, ma cavoli quanto è brava!!!! se ha un disegno davanti lo copia uguale identico, fa pure i particolari e le sfumature!!!! beh, se diventerò famosa avrò una disegnatrice personaleXD
magari la mando all'accademia del fumetto e le faccio disegnare un manga scritto dalla sottoscrittaXD
vabbè, smettiamola con i vaneggiamenti, passiamo a cose serie....la posta!!!!

shiho love: concordo con harry, la tua firma è bellissima! soprattutto la frase su ran, mi ha fatto morire dalle risate!!!! descrive benissimo il tipo di personaggio, e quanto dia sui nervi alla sottoscritta! carine le emoticonXD e il film non era aladinXD

vondy kudo: beh, non sei affatto da deficienti piangere davanti ad un anime....chiedi ad harry i pianti che mi sono fatta quando è morto ace!!!!! e la cosa bella è che l'ho fatto prima leggendo il manga, e dopo anche se lo sapevo pure guardando l'anime! ed anche quando è morto jiraya ho versato qualche lacrimucciaXD
per quanto riguarda la pioggia.........la pioggia fa atmosfera :shifty:

dan sherry: ma questa cosa che sei l'amante di capitan savani è ufficiale, dunque? non dobbiamo tenerla nascosta, vero? ebbene si, quella avvinghiata al fusto ero ioXDXDXDXD

kaito cry: non preoccuparti per i commenti, mi dispiace solo che tu debba perderti la parte più bella!!!!! cerca di recuperare un pc, anche solo per leggere i cap!!!!!

e passiamo alla nostra rubrica nun ce pò fregà de meno! oggi scopriamo che....ragazzi, rassegnamoci. kudo non ha proprio idea di appartenere alla famiglia dei tonnidi, non sa nemmeno cosa sia un tonno! quando l'autrice è andata dal suddetto per parlare di cosucce di lavoro e gli ha fatto la domanda "ma tu sai che hai appena assassinato un tuo simile?" lui mi ha guardata con aria da ebete e mi ha detto "cos'è un tonno? una nuova arma del delitto? parlamene, autrice, devo sapere se esiste un nuovo strumento del male" io l'ho guardato in silenzio per qualche minuto e poi gli ho detto "guarda che qui l'unico strumento del male siede proprio davanti a me, e sulla carta d'identità sotto la voce "professione" ha scritto "dio della sfiga"
e il film che stavano guardando era "la signora in giallo e la lampada del genio portasfiga"


si, è il caldo che mi fa dire cavolate. passo subito al capitolo....vi avviso che è molto forte(non in senso hotXD), quindi preparatevi. non sono responsabile di incidenti, malori e simili.

CAPITOLO TRENTASEI- CALMA APPARENTE


Terza Parte



“Lo sapevo che non avresti resistito. Ti piace troppo svelare il colpevole prima degli altri.” commentò Shiho, quando i titoli di coda cominciarono a scorrere sullo schermo.
“Non so che dire. Mi è uscito spontaneo.” si giustificò, arrossendo.
“Fortuna per te che l’avevo già capito.”
“Sono salvo, allora.”
“Per questa volta.” Si sciolse dolcemente dal quell’abbraccio piacevole, provando una strana sensazione, come se tutto il calore accumulato in quelle due ore fosse scivolato via dal suo corpo in un solo istante. Gli sorrise, vedendo che si raddrizzava sul divano. “Mi dispiace. Ti ho costretto a stare scomodo.”
“Oh, no...non ero scomodo. Te lo assicuro.”
“Grazie...per avermi riscaldata.” Si alzò, stirando le braccia sulla testa. Shinichi ammirò la flessuosità della sua schiena, e la perfezione del suo corpo. “Ora vado a dormire. Sono molto stanca.”
“Certo.” Anche lui si alzò, spegnendo la televisione. “Sono stanco anch’io...sei sicura di stare bene?”
“Si...si.” mormorò lei, sorridendogli in quella maniera che gli piaceva tanto. Gli appoggiò le mani sul braccio e si protese verso di lui, sfiorandogli la guancia con un bacio leggero. “Buonanotte, Shinichi. E grazie.”
Il giovane detective la seguì con lo sguardo mentre saliva le scale con passo silenzioso e scompariva al piano di sopra. Si toccò la guancia, laddove lei lo aveva baciato. Ricordava un altro bacio simile, una sera di cinque anni prima, quando lui e Cleo l’avevano accompagnata a casa. Sembrano passati secoli da quei giorni. Ero così contento di essere tornato normale, ma non avevo considerato l’effetto che lei avrebbe avuto su di me...e quell’effetto non è cambiato. Riesce sempre a mandarmi in confusione con un solo sguardo, un sorriso, una parola. E rischio l’infarto ogni volta che si toglie la maschera e si mostra fragile e femminile...mi chiedo se sia normale che mi batta forte il cuore, ogni volta che la vedo. Sarà forse...sarà che...sono innamorato di lei?

La minaccia del cielo si era trasformata in realtà. La pioggia cadeva fitta ed insistenza, fastidiosa: il vento piegava le chiome degli alberi e si insinuava in ogni spiraglio, disturbando il sonno dei bambini e spingendo gli anziani a rannicchiarsi sotto le coperte. Le strade erano deserte, le case silenziose; nessuno osava uscire dal proprio letto, dal calore delle coperte.
Una figura solitaria si chiuse la porta alle spalle, assicurandosi che non facesse il minimo rumore. Stringendo la borsa consunta con mano tremante e le scarpe nell’altra, percorse il breve corridoio e scese le scale, leggera come una piuma, per non svegliare i suoi abitanti. Arrivata al termine della scalinata, si fermò per un istante: i suoi occhi inquieti corsero al corridoio appena percorso, in fondo al quale c’era la stanza delle principesse, poi scosse la testa e proseguì. Non devo avere dubbi...anche se fa male. Ma non posso stare qui, non posso...li metterei in pericolo, li inghiottirei nella mia oscurità...
Passò accanto al divano, e per un istante si fermò ad osservarlo. Mi dispiace. Non odiarmi, ti prego... Superò il divano, ad occhi chiusi. Temeva di non riuscire ad andare oltre, che quel calore nato nel suo cuore cinque anni prima e rafforzato in quei pochi giorni, la spingessero a tornare indietro. Ma non posso, anche se lo vorrei. Vi prego, non odiatemi...
“Vai da quale parte?”
Una luce si accese nell’oscurità. Il piccolo lume sul tavolino basso illuminò fiocamente la figura in piedi ed il giovane uomo seduto sul divano, che la fissava con espressione gelida: i suoi occhi intensi si posarono sulla borsa che lei stringeva con dita tremanti, e si ridussero a due fessure prive di calore. La giovane donna si ritrasse, istintivamente, spaventata da quello che leggeva nei suoi occhi. Speravo di non doverlo affrontare, di non doverlo guardare in faccia e dirgli che me ne vado...
“Kudo...non è come pensi...”
“Ah, no?” replicò Shinichi, con pesante ironia, sollevando un sopracciglio ed incrociando le braccia sul petto. “Una passeggiata notturna? Quindi la borsa ti serve per...?”
Shiho emise un sospiro, curvando le spalle, fragile e vulnerabile come mai lo era stata. “Io...mi dispiace. Devo andare, Kudo.”
“Perché?” le chiese Shinichi con voce dura, alzandosi in piedi con uno scatto. “Hai giocato alla allegra famiglia, ti sei stancata ed hai deciso di sparire di nuovo.”
“Kudo, io...”
“Eh, no! Stavolta non te lo permetterò!” esclamò con un ringhio rabbioso, coprendo con uno scatto la distanza che li separava ed afferrandola per un polso. “Tu non andrai da nessuna parte, mia cara...e non ti muoverai di qui finché non mi dirai ogni cosa! Sono stufo di trattarti con i guanti!”
“Mi...mi fai male...” mormorò Shiho con un filo di voce, spaventata dall’espressione cattiva che leggeva sul suo volto.
“Non mi interessa.”
“Kudo...per favore...” lo implorò, tentando di liberarsi dalla sua stretta ferrea. “Tu non capisci...”
“No, non capisco...maledizione, Shiho! Hai un figlia! L’hai già abbandonata una volta, ed ora stai per farlo di nuovo...come puoi fare questo?”
“Credimi, è una scelta difficile, che mi spezza il cuore...ma devo farlo!”
“Lei ti adora! Come pensi si sentirà quando domani si sveglierà e non ti troverà più? Ed io, come glielo spiego?”
“Mi dispiace, non voglio metterti in difficoltà.” Lei smise di agitarsi, abbandonando il polso nella sua stretta. Le faceva male, ma se lo meritava. Era il prezzo che doveva pagare per il dolore che stava causando a due persone che non lo meritavano. “Io...voglio bene a...a mia figlia. L’ho amata fin da quando l’ho sentita dentro di me, l’ho amata disperatamente...ma non posso stare con lei! Non posso!”
“Spiegami perché, maledizione!” La strattonò bruscamente, facendola vacillare. La borsa cadde sul pavimento con un tonfo. “Perché, Shiho? Perché ti comporti, così, perché sembra che ti importi solo di te stessa? Spiegami, maledizione!”
“Questo non è vero.” mormorò Shiho, con voce incrinata. “Io...a me importa di lei.”
“E allora, perché ti ostini a tenerla a distanza? Perché vuoi andartene?”
“Perché...io non merito tutto questo! Io porto l’oscurità...starmi vicino, la rovinerebbe.”
“Ma che diavolo stai dicendo?”
“È la verità...io sono nera, dentro. Ed avere una figlia, una famiglia, non cambierà tutto questo.”
“Smettila, Shiho, smettila con queste sciocchezze!” La strattonò ancora, incurante di farle male. “Ti ho già detto una volta che queste sono solo stupidaggini, e che tu sei una brava persona...sarai pure stata nell’Organizzazione, ma hai avuto il coraggio di lasciarla, di scegliere la strada più difficile, ma più giusta!”
“Io ho fatto cose terribili, ho ucciso centinaia di innocenti con i miei veleni!” Si aggrappò alla sua maglietta, fissandolo con sguardo implorante. “Come puoi pensare che io sia una brava persona? Come puoi pensare che io sia degna di stare al suo fianco?”
“A Shiho- chan non importa di tutto questo...sei sua madre, ti adora e ti vuole bene. Conta solo questo.”
“Mi dispiace. Non posso.” Scosse la testa, curvando le spalle. “Odiami pure, racconta alla piccola che sono un mostro, ma...lasciami andare, ti prego! Non voglio più farvi soffrire...”
“È così che ci fai soffrire. Ma se non lo capisci, se la tua intenzione è di abbandonarci di nuovo...” La spinse bruscamente all’indietro, Shiho vacillò ma non cadde. La fissò con occhi pieni di collera e disprezzo. “Vattene pure! Se è quello che vuoi, se la nostra presenza ti infastidisce...vattene via, lasciaci in pace! Nessuno ti trattiene, nessuno ti obbliga...nessuno ti vuole! Vattene, Shiho, e non tornare mai più!”
“Mammina? Papi?”


sento uno strano silenzio......state piangendo? siete svenuti?
ogni volta che leggo questo pezzo, mi viene l'angoscia al pensiero della povera puccina che si sente inadeguata davanti all'adorabile figlioletta. no, puccina, tu non sei nera!

ed anche stasera niente quizzone, direi che l'atmosfera del pezzo è troppo cupa per mettersi a scherzare :(
però almeno kudo forse ha capito che è innamorato di lei....


e allora, come avete trascorso il ferragosto? io al mattino sono andata un pò al mare, mentre la sera al ristorante con i miei, i miei zii, mio cugino e la ragazza...ho mangiato dei maccheroni ai funghi!!!! domani sera invece andiamo in un altro ristorante dove si mangia a base di pesce.......sto già sbavando sul risotto e sulla frittura di pesce *sbaaaaav*

tornando a noi, leggete e commentate(e non sveniteXD)
ci risentiamo lunedì, che il parentame leva le tende e noi siamo tranquilliXD
salvo imprevisti, ovviamenteXD
 
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