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Un Posto Nel Mondo

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DarkSwann
view post Posted on 20/8/2012, 17:52 by: DarkSwann     +1   -1
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The Dark One

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buon pomeriggio a tutti!!!! oggi sarà l'ultimo aggiornamento via chiavetta, visto che mio padre ha deciso di anticipare di un giorno il ritorno a casa(meno maleXD), quindi mercoledì sera starò comodamente spaparanzata sul lettino a guardarmi gli anime sulla mia tv(speroXD)
oggi è stata anche l'ultima giornata di mare, ed è stato bello perchè sulla spiaggia c'era vento e quindi sono sempre stata al sole e mi sono decisamente colorataXD

passiamo alla posta....

dan sherry: ah, il dirottamento dell'autobus....... *sospira di nostalgia*

harry: niente fic su one piece, anzi potrei anche farla. ma se la facessi, non ci saranno ne il magmoso ne barbamaialenero, mi stanno sulle balle. posso tollerare kudo, ma quei due proprio no! al massimo posso farla su nami e sanjino :wub: non ho ancora letto i capitoli, cavolo!!!!


mi sono dimenticata di quizzare, però se volete posso rispondere alle vostre domande tramite la famosa rubrica nun ce pò fregà de meno....ebbene, chibi ha un quoziente intellettivo superiore alla media, essendo cucciolo scelto da shiho per la figlia...ovviamente, il cane delle pucce non poteva che essere intelligente, quindi sa come muoversi in casa kudo. e sa che non deve far caso alle passeggiate notturne, per questo non abbaia e si fa i fatti suoi....anche lei tifa per la coppiaXD
non ricordo chi lo chiedeva, ma la chibi è una signorina :wub:


passiamo al capitolo, so che siete ansiosi di leggerlo. vi avverto subito che questa è la parte più angosciante di tutta la fiction, perciò come diceva il famoso team rocket "preparatevi a passare dei guai, dei guai molto grossi..."

CAPITOLO TRENTASETTE- UN POSTO NEL MONDO


Prima Parte



La vocina sottile ed assonnata raggelò i cuori di entrambi. La piccola Shiho era ai piedi delle scale, il cucciolo stretto al petto ed una manina che strofinava gli occhietti confusi. Shinichi si immobilizzò, avvertendo un rivolo di sudore scivolargli lungo la schiena. Ci ha sentiti...ci ha sentiti... Ed ora avrebbe visto la madre andare via, per sempre. Non doveva andare così. Non voglio spezzarle il cuore...
“Perché state urlando?” chiese la bambina, sbadigliando ed avanzando di qualche passo. Si fermò, quando vide la borsa sul pavimento: i suoi occhi si spalancarono, diventando enormi, e puntarono dritti su sua madre. “Mammina...stai andando via?”
Shiho guardò il volto di sua figlia. L’improvviso pallore che esaltava le lentiggini color rame, e gli occhi spalancati lo facevano sembrare ancora più fragile ed indifeso. “Mi dispiace, piccola. Io...io devo andare...”
“Dove, mammina? Dove vai?”
“Devo...il lavoro...”
Gli occhi verde- azzurro di Shiho- chan divennero enormi, lucidi. “Ma poi torni, vero? Torni dalla tua Shiho, vero?””
Proprio quello che avrebbe voluto evitare: affrontare lei, quegli occhi, quel viso, quello sguardo supplichevole. L’aveva sempre vista allegra, intelligente, un piccolo adulto: ma ora si rendeva conto che era solo una bambina, una normale bambina che per quattro anni aveva vissuto senza la madre. E che ora quella stessa madre stava abbandonando, di nuovo.
“Mamma, tu torni? Torni, vero?”
“Io...io...non posso...”
“Mammina, tu...tu vai via? Davvero?” La vocetta divenne un sussurro flebile, si incrinò. Il mento con la fossetta tremò violentemente, più volte. Il cucciolo guaì, Shiho lo stava stringendo con forza. Gli occhi chiari si inumidirono, i lineamenti si contrassero nello sforzo. Un singhiozzo sfuggì alla piccola bocca serrata, e la bambina scoppiò in lacrime. “Mammina...non te ne andare! Non voglio che te ne vada!”
La povera Chibi finì sul pavimento. La sua padroncina l’aveva lasciata cadere, per correre da sua madre ed abbracciarle le gambe. La strinse con forza, ed il suo pianto disperato ferì le orecchie di Shinichi e di Shiho. Era peggio di una coltellata al cuore, pensò la giovane donna, immobile e sconvolta. Le piccole braccia di Shiho- chan la stavano stringendo e la forza che avvertiva in quella presa la colpì...come i singhiozzi strazianti che esprimevano la profonda sofferenza della bambina. Mia figlia...mia figlia...lei è mia figlia...
“Mammina...mammina...non te ne andare! Farò la brava, mammina, ma tu non te ne andare! Per favore, mammina...farò la brava, mammina! Andrò sempre all’asilo, sarò obbediente e metterò sempre in ordine la mia cameretta, mi occuperò della piccola Chibi e...e...e mangerò anche le carote...ma ti prego, non andartene, mammina! Non andartene!”
Mia figlia...mia figlia...come posso abbandonarla? L’ho portata in grembo per nove mesi, l’ho amata fin dal primo momento in cui ho saputo della sua esistenza...sangue del mio sangue, cuore del mio cuore, anima della mia anima... L’oscurità sarebbe stata sempre con lei, l’avrebbe accompagnata ogni giorno della sua vita. Ogni giorno, avrebbe portato con sé l’oscurità, e la colpa per aver ucciso centinaia di persone innocenti. Ma la piccola Shiho era solare, allegra, ridente e deliziosa...non c’era traccia di male in lei, solo un luminoso e piacevole calore. Quando la stringeva o la guardava dormire, il buio scompariva dal suo cuore ed un senso di pace calmava le sue angosce e le sue paure. Lei è la mia salvezza. Solo lei riesce a farmi sentire bene, a dimenticare gli anni oscuri, la tristezza, la malinconia, la paura, la colpa...non posso abbandonarla di nuovo, non posso lasciarla, non posso separarmi da lei...
Ora aveva capito, finalmente non aveva più dubbi. Per tutta la vita si era chiesta quale fosse il suo posto nel mondo, ed ora ne aveva la certezza: era lì, in quella casa, vicino alla sua piccola Shiho, a vederla ridere, correre e crescere. Io la amo, la amo con tutto il cuore. Ho bisogno di lei, ho bisogno di abbracciarla e di sentirla vicina...la amo da morire...
“No...no...no...no...” Calde lacrime le scivolarono lungo le guance pallide. Lacrime di liberazione, di sollievo, di amore. Shiho si lasciò cadere sulle ginocchia, accogliendo la figlia nel suo abbraccio, stringendosela al petto, baciandole il viso, i capelli, le guance morbide e lisce: la bambina le gettò le braccia al collo, nascondendo il volto nella sua spalla, ricambiando la sua stretta soffocante. “No, tesoro mio...non andrò via, la mamma resta con te...resto con te, amore mio, non andrò mai via...resto per sempre con te, mio piccolo angelo...”
Non se ne va...non ci lascia... resta con noi... Shinichi, che aveva assistito alla scena in silenzio, le osservò qualche istante, come confuso e disorientato. Doveva essere sicuramente un sogno. Si. Un sogno. Si chinò a raccogliere il cucciolo, che guaiva disperato, barcollò fino alle scale e riuscì a raggiungere gli ultimi gradini: si lasciò cadere di schianto, quasi non avesse più forza nelle gambe, e si coprì il volto con una mano, per nascondere le lacrime. Non era riuscito a fermarle, davanti a quella scena. E davanti all’immagine di Shiho che abbracciava la figlia e le prometteva di non andarsene. Non ci lascia...non ci lascia...resta con noi...la mia Shiho resta con noi...con me...

La tempesta si stava placando. La pioggia stava diminuendo di intensità, ed il vento era ridotto ad una semplice brezza primaverile. La casa era avvolta dal silenzio, solo il russare sommesso del cucciolo rompeva la quiete scesa nella casa. Tante lacrime erano state versate, ma ora era tutto finito.
Shiho era immobile, in ginocchio, abbracciata alla figlia. Sembrava avesse paura di lasciarla andare, ora che l’aveva ritrovata. Shinichi era ancora sulle scale, la mano che copriva il volto e celava quell’attimo di debolezza vissuto. Quanto tempo era passato da quando aveva sorpreso Shiho con la borsa in mano, l’aria furtiva, pronta a darsi alla fuga? Un istante, un minuto, un’ora, un’eternità...non lo sapeva, non gli importava. Adesso lei c’era, era lì, non sarebbe più andata via.
La stanchezza aveva preso il sopravvento. Piangere gli aveva fatto bene, non si vergognava ad ammetterlo. Si era liberato di un grosso peso e di anni di angosce, tormenti, paure: tutte le emozioni erano scivolate via, lasciando solo un guscio vuoto. Sono sfinito. Dormirei un giorno intero, un anno intero... Sospirò, passandosi una mano tra i capelli, e si alzò lentamente, aggrappandosi alla ringhiera. Raggiunse le due Shiho, e si inginocchiò accanto a loro, posando dolcemente una mano sulla schiena della donna.
“Andiamo a dormire?”
Lei sollevò la testa, mostrandogli il volto pallido, privo ormai di qualunque maschera: osservando quegli occhi rossi di pianto e l’aria vulnerabile, Shinichi fu sicuro che tutte le barriere erano state abbattute e che quella maschera non sarebbe più tornata. Mai più.
“Si.” mormorò lei con un filo di voce. Si alzò, stringendo al petto la bambina. “Si è addormentata.”
“È sfinita, povero tesoro.” Le accarezzò i capelli, dolcemente. La piccola Kudo si mosse nel sonno e si strinse ancora più a sua madre, sistemandosi nel suo abbraccio.
“Vorrei tenerla con me, per stanotte. Ho bisogno di sentirla vicina...ho bisogno di lei.”
“Certo. Vi accompagno.”
“Grazie.” Shiho gli rivolse un tremulo sorriso, ed a Shinichi apparve quanto mai fragile ed indifesa. Non aver paura, Shiho. Ti proteggerò io, da tutte quelle cose che ti spaventano... La accompagnò fino alla porta della camera, sostenendola delicatamente per un gomito.
“Ce la fai da sola?”
“Si. Grazie.”
“Tieni anche Chibi, vi farà compagnia.” Le mise il cane in braccio. “Buonanotte, Shiho.”
“Buonanotte...Shinichi?” C’era una nota allarmata nella sua voce, un’urgenza nelle dita che gli stringevano l’orlo della maglietta. Shinichi si volse, incrociando i suoi occhi enormi e lucidi. Si fermò di colpo.
“Dimmi, Shiho.”
“Puoi...puoi stare con noi?” gli chiese con un sussurro, il mento che tremava visibilmente ed il volto ancora più pallido. “Se ho di nuovo paura...se mi viene di nuovo voglia di scappare...”
“Hai voglia di scappare?”
“Ho paura.”
“Di noi?”
“Di me stessa.”


ma che pizza i parenti! proprio ora dovevano arrivare...non mi stanno facendo capire niente, spero di non aver scritto cavolateXD
oggi niente quizzone, credo che il momento sia troppo importante per metterci a scherzare(anche perchè in questo momento c'è troppa confusione, e non riesco a concentrarmiXD)


per oggi è andata. siete ancora tutti interi? credo che questo sia il pezzo migliore di tutta la fiction. vi confesso che ogni volta che lo leggo, mi viene da piangere :cry:
per la seconda parte, vi do appuntamento a giovedì, dalla mia casetta :clap:
 
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