Detective Conan Forum

Un Posto Nel Mondo

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DarkSwann
view post Posted on 17/9/2012, 20:08 by: DarkSwann     +1   -1
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The Dark One

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buonasera a tutti! domani dovrò alzarmi alle sei, torno a fare la baby sitter al piccolo simone e guadagnare qualche soldino per i fumetti....questo mese ne ho un casino!!! tra l'altro la sorella sta male, da quando è tornata dalle ferie una settimana fa ha sempre la pressione alta, non mangia, è sempre stanca, mal di testa, febbre alta....poverina!
ed oggi mi sono fatta i capelli lisci....cavoli, quanto si sono allungati! ormai sono due anni che non li taglio più!

posta posta posta!

vondykudo: allora, come va la scuola? ti sei ripresa dall'inizio devastante?

dansherry: ah, la pubblicità delle m&m's! che buone..... :wub: stai vedendo merlino? io si :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:

ai chan: ah, la pubblicità delle coppe!!!!!

harry: oddio, il capo dei rapinatori che dorme con il pupazzo di voldy!!!!!!!!!

e passiamo alla famosa rubrica che tutto scopre e tutto sa, nun ce pò fregà de meno!!! oggi ci sono arrivate notizie del povero direttore hirota. dopo la rapina in banca, chiaramente è caduto vittima di una grave depressione. ha chiesto un periodo di aspettativa alla banca ed è stato in cura da uno psicologo per 5 anni, poi è tornato a lavorare ottenendo il trasferimento alla banca di cuba....era tutto felice e contento, quando una mattina si sveglia, va in banca e.... :aaah: :aaah: :aaah: :aaah: :aaah: chi ti entra dalla porta?!?!?! SHINICHI KUDOOOOOOO
ed il direttore JFBQ00168070301A

tornando seri....inizia un capitolo nuovo, il quarantesimo!!!!! attendiamo sempre con ansia l'arrivo di quello sborone portasfiga.....secondo me è davvero rimasto chiuso in bagno alla centrale di polizia! e scriverà davvero un SOS(in codice, chiaramente) ma visto che sono tutti scemi in giappone nessuno lo troverà mai e morirà di fame e di sete!!!!!

CAPITOLO QUARANTA- NELLA BANCA


Prima Parte



“Maledizione! Qualcuno faccia tacere quel dannato telefono!” esclamò con rabbia il capo dei rapinatori. Sibilò una violenta imprecazione e mosse velocemente la pistola. Lo scoppio violento ed il successivo infrangersi di vetri terrorizzò gli ostaggi. Shiho strinse a sé il corpicino tremante della sua bambina ed osservò impaurita i frammenti di vetro sul pavimento, chiedendosi se ormai era la fine per tutti loro. Non voglio che la mia bambina si faccia male, non voglio rinunciare alla mia vita proprio adesso, che so di aver trovato il mio posto...non voglio andarmene senza rivederlo...
Il colpo di pistola non aveva raggiunto il telefono, ma solo creato panico e paura tra gli ostaggi. Il capo ordinò di tacere, fece il giro delle casse ed afferrò il telefono, strappando i fili e scagliandolo contro la parete. Sorrise soddisfatto, ma cinque minuti più tardi un altro telefono cominciò a squillare, insistente. L’uomo strinse con forza la mascella: i suoi occhi divennero due fessure fiammeggianti.
“È la polizia.”
L’uomo fulminò con lo sguardo la giovane donna che aveva osato parlare. “È tu che ne sai?”
“È la procedura, in questi casi. La polizia cerca di stabilire un contatto con i criminali.”
L’uomo rise beffardo. “Rimarranno delusi.”
“Se non rispondi, non sapranno mai cosa vuoi.” gli fece notare Shiho, tranquillamente. “Intendi rimanere in questo posto per tutta la vita?”
Lui le rifilò un’occhiataccia, misurò con passi nervosi il pavimento, mormorando maledizioni contro chiunque. Alla fine la guardò con espressione cupa. “Rispondi tu. Ma bada: un passo falso, una parola sbagliata, e sei morta...capito, dottore?”
“Ci tengo alla mia vita.” mormorò Shiho, alzandosi lentamente.
“Molla la mocciosa.”
“Lei viene con me.”
“Non credo.” sibilò l’uomo, puntandole contro la pistola e togliendo la sicura. Quel suono sinistro spaventò Shiho, ma la giovane donna si fece coraggio: affidò la bambina all’anziana, dopo averla rassicurata, e tenendo d’occhio la canna della pistola, si mosse. Seguita dall’uomo, Shiho aggirò le casse e raggiunse il telefono che squillava: inspirò a fondo, e sollevò la cornetta.
“Pronto?”
“Shiho!” esclamò la voce dall’altro capo del filo, dopo un paio di istanti di sconvolto silenzio. “Sei tu, Shiho?”
“Si.”
“Cosa...come...cosa ci fai li?”
“Al momento, rispondo al telefono con una pistola puntata alla faccia.”
“D’accordo, d’accordo, d’accordo...” Ci fu un attimo di silenzio. “Puoi parlare?”
“No.” rispose Shiho, provando un notevole sollievo. Ora che sapeva che c’era lui, era certa che tutto si sarebbe risolto al meglio. “I rapinatori mi hanno chiesto di parlare con la polizia al posto loro.”
“D’accordo. Ma prima vorrei sapere come stai.”
“Bene. Stiamo tutti bene...anche la bambina.”
“La bambina? La bambina...aspetta, aspetta! Mi stai forse dicendo che...che c’è anche Shiho- chan?” esclamò Shinichi, sconvolto.
“Si.”
“Maledizione!”
“Mi dispiace.” mormorò Shiho, affranta. Shinichi percepì la sua tristezza, il senso di colpa, la paura, e si affrettò a tranquillizzarla.
“No, no...non è colpa tua.” Un’altra pausa. “D’accordo, cerchiamo di stare calmi e di non insospettire quei criminali...non devono capire che ci conosciamo. Fatti dire che cosa vogliono.”
Shiho riferì il messaggio all’uomo, che aveva cominciato a fissarla con diffidenza. “È la polizia?”
“Si. Cosa devo rispondere?”
“Nessuno deve provare ad entrare nella banca, oppure facciamo una strage.” rispose l’uomo, dopo aver riflettuto un istante. “E vogliamo una via di fuga sicura...una macchina veloce. E la garanzia che nessuno interverrà.”
Shiho trasmise le richieste a Shinichi. Il ragazzo rifletté velocemente, cercando di mantenersi lucido e razionale. Difficile, visto che le sue donne erano in pericolo. “Puoi chiedergli se possono rilasciare qualche ostaggio?”
Shiho lo fece. L’uomo scosse la testa, opponendo un rifiuto categorico. “Nessuno.”
“Nemmeno la bambina?”
“No.” rispose Shiho, dopo aver chiesto.
“D’accordo, d’accordo, d’accordo.” Shinichi si premurò di mantenere un tono di voce pacato, per non spaventare Shiho. “Mi hanno detto che un testimone ha sentito rumori di spari. C’è qualche morto?”
“No.”
“Feriti?”
“Uno.”
“È grave?”
“Abbastanza.”
“Ora basta!” esclamò l’uomo con rabbia, strappandole la cornetta dalle mani ed allontanandola dal telefono con una spinta. “Queste sono le condizioni! Avete un’ora di tempo, se non volete che cominci ad uccidere qualcuno! Datevi da fare, e niente scherzi...o sparo agli ostaggi!”
Shiho tornò al suo posto, riprendendo la figlia ed accarezzandole la schiena per tranquillizzarla. Non temere, tesoro. Papà è arrivato, e ci tirerà fuori dai guai...dobbiamo solo aspettare, ed aver fiducia in lui...

Il tempo sembrava scorrere lento. L’ora che i rapinatori avevano concesso alla polizia per le loro richieste non passava mai, ed il nervosismo serpeggiava sia tra i criminali che tra gli ostaggi. Shiho ascoltava i sussurri appena udibili della gente, sovrastati dalle voci alterate dei criminali, e si augurò che nessuno perdesse la testa. Spero che a nessuno venga in mente di agire in modo sconsiderato. Una mossa azzardata, e potrebbe scatenarsi l’inferno... Mentre teneva d’occhio gli ostaggi, notò una ragazza bruna, che sembrava davvero molto giovane e molto spaventata. Aveva una strana espressione sul volto pallido, e qualcosa nei suoi occhi la spinse ad avvicinarsi cautamente a lei e rivolgerle la parola.
“Stai bene?”
“Io...io...” Lanciò una breve occhiata ai rapinatori, che intenti a discutere non si erano accorti di loro. “Devo...ho bisogno di andare in bagno. Credo...credo che... credo che mi sia venuto il ciclo.”
Shiho corrugò la fronte. “Quanti anni hai?”
“Sedici.”
“Dove sono i tuoi genitori?”
“Avevo appuntamento con mia madre qui fuori. Ma lei era in ritardo, e mi ha detto di aspettarla...i miei sono separati.” aggiunse, con voce bassa e tremante. “Ho paura.”
“Ci penso io.” mormorò Shiho, accarezzandole dolcemente i capelli. Si alzò lentamente, attirando l’attenzione del capo, che fu subito accanto a lei. “Dobbiamo andare in bagno.”
“E allora?”
“Pretendi forse che una bambina possa trattenerla a lungo?”
“Tsk!”
“Per favore.” lo pregò Shiho con un sussurro. “Non scapperemo. Vogliamo solo andare in bagno.”
“Dannazione! Che seccature le donne!” sbottò l’uomo, grattandosi la guancia con la canna della pistola. “Non fate scherzi e...beh, non fate scherzi! Idiota, accompagnale e sorvegliale!”
Il capo sospinse uno dei suoi complici verso Shiho. Il gruppetto raggiunse i bagni, scortato da un uomo alquanto annoiato e seccato. Shiho gli lanciò un’occhiataccia, quando entrò insieme a loro, ma non disse nulla. La ragazza si infilò subito in uno dei bagni, e Shiho la imitò, deponendo la bambina per terra.
“Piccola, va tutto bene?”
“Devo fare pipì, mamma.”


oh, ce l'abbiamo fatta ad uscire dal bagno, kudo!!!!!!!!!
finalmente ti degni ti presentarti......chissà che colpo quando ha sentito la voce di shiho!
e la piccola kudo sarà pure un genietto, ma è pur sempre una bambina...quando scappa, scappa!!! :D

quizzone!

- in quanti frammenti si è rotto il vetro colpito dal proiettile?
- che tipo di macchina verrà data ai rapinatori? *risposte sceme, grazie*
- ma soprattutto, che faccia avrà fatto kudo quando ha sentito la voce della sua puccia?

uff, che domande del cavolo! non mi veniva in mente altro!
leggete, commentate e quizzate! ci rivediamo giovedì per la seconda parte! dai che è arrivato stupendoman....ah, no, è kudo <_<
 
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