ed eccomi pronta ad aggiornare. l'allergia va meglio, anche se ho sempre la sensazione che mi abbiano preso a pugni negli occhiXD
qui è scoppiato il caldo! si sta meglio fuori che dentro casa, ed infatti ogni tanto predo ed esco sul balcone a scaldarmiXD
domani trascorrerò la giornata in fumetteria, ma prima ho una piccola commissione da sbrigare ed un assegno da ritirare.
per la solita rubrica
nun ce pò fregà de meno, scopriamo che....lo sciroppo era al sapore di menta, e naturalmente è stato proprio yusaku ad insegnare personalmente al figlio tutti i rudimenti del pronto soccorso. inoltre, grazie ad un suo amico medico, shinichi all'età di undici anni ha fatto un tirocinio di tre mesi all'ospedale di beikaXD eh, le conoscenze di papà yusakuXD
andiamo al capitolo. eravamo rimasti alla povera puccia, che nel delirio chiamava la sua cara sorellina scomparsa. come se la caverà il kudo nella versione di dottore?
andiamo a scoprirlo....
CAPITOLO VENTITRE'- L'INFLUENZA
Seconda Parte
Seguendo il consiglio di Araide, riempì un catino d’acqua fredda, prese un asciugamano pulito e cominciò a farle spugnature, bagnandole la fronte, la gola ed i polsi. Lavorò instancabilmente per buona parte della notte, per dare un po’ di sollievo a Shiho, senza avvertire nessuna fatica: la ragazza era agitata, e nel delirio chiamava la sorella supplicandola di non lasciarla da sola.
Shinichi non sapeva più cosa fare. Una rapida occhiata all’orologio gli disse che erano le tre passate. Aveva le braccia dolenti, e Shiho non sembrava trarre giovamento dallo sciroppo e dalle spugnature.
E va bene!Con decisione, Shinichi la avvolse nel plaid e la prese in braccio, trasportandola per le scale e deponendola sul divano del grande salone che fungeva da ingresso. Si assicurò che fosse ben coperta, le appoggiò la borsa del ghiaccio sulla fronte e spinse il divano fino al pianoforte lucido sistemato in un angolo: si sedette sullo sgabello e cominciò a schiacciare dolcemente i tasti bianchi e neri, suonando l’unica canzone che sapeva avere il potere di calmare i nervi di Shiho.
Spero che funzioni, non so davvero cosa fare…La musica tranquillizzò anche lui. Non seppe nemmeno per quanto suonò la stessa melodia; fissò il suo sguardo sulla figura distesa sul divano, e non la abbandonò nemmeno per un istante, all’impaziente ricerca di segnali che gli suggerissero di aver azzeccato l’idea giusta. Sorrise compiaciuto, quando si accorse che il delirio diminuiva lentamente; ed allungando frequentemente una mano per sentirle la fronte, verificò che la febbre si stava abbassando.
Si, ce l’ho fatta! Ma continuò a suonare, imperterrito ed instancabile, spaziando nel suo immenso repertorio classico, finché non notò che Shiho aveva smesso di agitarsi, e riposava tranquilla. Un veloce controllo gli suggerì che la febbre si era abbassata.
Per fortuna…Le accarezzò dolcemente la guancia, poi guardò nuovamente l’ora. Quasi le sei. Era stato in piedi tutta la notte, e cominciava ad avvertirne le conseguenze: aveva male agli occhi, male ai muscoli ed un pulsare fastidioso alla tempia sinistra. Sbadigliò più volte, stirando le braccia indolenzite: andò in cucina, per bere un bicchiere d’acqua, e quando tornò da Shiho vide che la ragazza si era svegliata.
“Ciao. Come stai?”
“Sono…sono finita sotto un camion?” gli chiese con un sussurro, accarezzando la testa di Cleo poggiata sul divano vicino a lei.
“No. Era solo una brutta influenza, probabile conseguenza del bagno fuori programma di due sere fa.” Le sorrise, sedendosi sul bordo del divano. “Mi hai fatto passare un brutto momento, sai? La febbre saliva e tu deliravi…non sapevo più cosa fare.”
“Mi dispiace.” Shiho arrossì, timidamente. “Shinichi?”
“Si?”
“Eri…eri tu a suonare il piano?”
Lui annuì, con un sorriso. “Ero io, si.”
“Lo sentivo…anche quando la mia mente era nel delirio della febbre.”
“Per fortuna.” mormorò Shinichi, scostandole con dolcezza una ciocca ramata dal volto. “Ho avuto l’idea giusta…stavo morendo di preoccupazione.”
“Mi dispiace.” ripeté Shiho, arrossendo ancora. Era proprio malata, per abbassare a quel modo le sue barriere e mostrare le sue debolezze.
“Non avrei mai potuto lasciarti da sola, ad affrontare tutto questo.” Batté una pacca sul fianco del cane, che non si era mai allontanato da Shiho. “Ed anche Cleo ti ha vegliata tutta la notte.”
“Grazie…a tutti e due.” sussurrò Shiho, accarezzando la grossa testa del cane con la mano sana. Poi la appoggiò su quella di Shinichi: lui sorrise e la prese tra le sue, stringendola lievemente.
“Vuoi che ti porti qualcosa? Un bicchiere d’acqua? Magari hai voglia di mangiare qualcosa.”
Lei scosse la testa. “Vorrei…vorrei solo andare in bagno.”
Lui annuì, la prese in braccio e la accompagnò, lasciando la porta socchiusa nel caso avesse bisogno di aiuto. La riprese in braccio e la depose sul letto, proprio nell’istante in cui il suo cellulare di squillava: era Araide, che chiedeva notizie della malata. Shinichi gli raccontò di quanto era successo quella notte, poi lo rassicurò sulle condizioni attuali di Shiho. Araide chiese se poteva passare a visitarla, e Shinichi lo invitò a raggiungerli anche subito, volendo essere rassicurato il prima possibile. Il dottore arrivò dieci minuti dopo: visitò Shiho, si assicurò che avesse le medicine necessarie e disse a Shinichi di continuare a tenerla sotto controllo, anche se la crisi sembrava passata.
“Mi dispiace darti tanti fastidi.” disse la ragazza, dopo che il dottore fu andato via e Shinichi fu tornato in camera.
“Nessun problema.” la rassicurò lui, con un sorriso. “Posso fare qualcosa per te?”
“Ehm…io vorrei…cambiarmi.” mormorò Shiho, arrossendo ed evitando di guardarlo in faccia. “Ho…ho sudato stanotte. Vorrei…vorrei mettere un pigiama pulito.”
“Certo. Dove li tieni?”
“Nel secondo cassetto del mobile con lo specchio.”
Shinichi cercò dove lei gli aveva detto. Fortunatamente per lui, teneva i pigiami in un cassetto diverso dalla biancheria intima. “Ehm…va bene questo viola con i fiori?”
“Ehm…magari è meglio la camicia da notte.” sussurrò lei, con voce appena udibile. “Sarà più facile…da indossare.”
“Si. Hai ragione.” approvò Shinichi, a disagio. Trovò l’indumento in questione, la stessa che le aveva visto addosso un mattino che gli sembrava ormai lontano: la porse alla ragazza, fissandola negli occhi intensi. “Per…per caso ti…ti serve una mano?”
Le guance pallide di Shiho si accorsero di un violento rossore. “Più che altro…mi serve…per spogliarmi.”
“Oh…ah, si…si.” balbettò Shinichi, arrossendo a sua volta. “Ti...ti aiuto, s- si.”
“Non c’è niente di male, no?” Un guizzo della solita Shiho, maliziosa ed ironica, balenò nel breve sorriso che gli dedicò e nello sguardo che lo trafisse. “In fondo, mi hai vista…senza vestiti.”
“G- già.” balbettò Shinichi, con voce strozzata, rivivendo i bellissimi momenti di quella notte passata nella baita. Con mani tremanti, la aiutò a togliersi la maglietta, ritrovandosi ad ammirare il reggiseno rosso a quadretti bianchi.
“Hai forse paura che…ti salti addosso?” gli chiese Shiho, sollevando le braccia per permettergli di infilare la camicia da notte.
“Ne hai la forza, dopo questa notte passata a delirare?” le chiese lui con sarcasmo, sistemandole la camicia da notte. Poi la aiutò a sfilare i pantaloncini, ringraziando di non dover vedere anche i suoi slip.
“No.” rispose lei, dopo un momento. Sorrise divertita, poi sbadigliò. “Ho appena la forza di tenere gli occhi aperti.”
“A chi lo dici.” mormorò Shinichi, sbadigliando.
“Mi dispiace.”
“Basta scusarti, Shiho. Eri malata, ed io ti ho aiutata…pensi forse che avrei potuto lasciarti da sola, in quelle condizioni?” Scosse la testa, rimboccandole le coperte. “Ora cerca di dormire un po’. Riposarti ti farà guarire più in fretta.”
“E tu? Cosa fai?”
“Telefono a Ran per dirle che non vado a scuola.”
“E poi…resti con me?” gli chiese Shiho, timidamente.
“Si.” rispose Shinichi, perdendosi nei suoi occhi intensi. “Sarò di sotto, sul divano. Se avrai bis…”
“Non puoi stare qui…con me?” lo interruppe Shiho, velocemente, incespicando nelle parole. Per un momento, i loro occhi si incrociarono: Shiho distolse lo sguardo, arrossendo imbarazzata. “Non…non voglio…stare da sola.”
Shinichi si passò una mano tra i capelli. Aveva promesso a se stesso di starle lontano e di non tradire più la sua fidanzata.
Ma questo non è un tradimento. Aiuto solo una persona malata… E quella debolezza che leggeva nei suoi occhi gli impediva di negarle un po’ di conforto. “Va bene. Dormo con te.”
i tre mesi di tirocinio sono stati utili, dopottuttoXD
la puccia si è ripresa da questa notte, anche grazie alle qualità da pianista del kudo....ed ha anche avuto una piccola ricompensaXD
che dolce cleo
quizzone!
- kudo sta diventando un esperto di biancheria?
- quante canzoni ci saranno nel suo repertorio musicale?
- ma soprattutto, quante pazienti affolleranno l'ambulatorio del bel dottor araide?
leggete, commentate e quizzate. e se volete sapere come si concluderà questo capitolo, vi aspetto sabato. mi raccomando, non mancate!