e buonasera! finito di vedere detective conan in tv, passiamo direttamente alla fic!
che mi dite di bello? io ho una tosse che fa paura, non riesco a farmela passare. e naturalmente, sto facendo l'aereosol, figuriamoci se me la scampavo!
vi ho detto quanto mi sono divertita con diana a fumettopoli?
oggi ci metterò una vita a postare il cap nuovo, zoro in tv mi distrae tantissimo
posta!
calvin: in effetti, mi aspettavo proprio che tua mamma ti chiamasse anna, vista la sua passione! o doraemonXD
harry: allora devo trasferirmi in giappone, là avranno sicuramente tutti prodotti senza lattosio *prepara le valige*
e ovviamente kudo si fissa sulle curve della super puccia, perchè è in astinenza da cinque anni!!!!
e per la rubrica,
nun ce pò fregà de meno, scopriamo che....yusaku non sa nemmeno cosa sia la flanella, ed il perchè quella camicia si trovasse nel suo armadio. gliela aveva presa sua moglie, ma a lui non piaceva, ed alla prima occasione l'ha trafugata dal suo armadio e l'ha buttata in quello del figlio. se lo scoprisse yukiko......
andiamo al capitolo. ne inizia uno nuovo, dove scopriamo che cosa succede quando due super pucce incrociano gli occhi identici......
*avvertenza. d'ora in avanti, tenete sempre i fazzoletti a portata di mano. la sottoscritta non è responsabile di nessun malore o attacco di cuore dovuto alla pucciosità delle scene che verranno, in questo capitolo ed in quelli seguenti*CAPITOLO VENTISETTE- UN INCONTRO EMOZIONANTE
Prima Parte
Shinichi la osservò in silenzio per qualche istante. “Da quanto tempo non mangi?”
“Da...un po’.”
“Cioè?”
Lei scrollò le spalle. “Non ricordo.”
D’accordo. Meglio lasciar perdere. Shinichi scosse la testa, pensando che non avrebbe concluso niente con quell’interrogatorio. Se lei non voleva parlare, niente l’avrebbe dissuasa dal suo intento. “Come hai fatto a trovarmi?”
“Sei sull’elenco, Kudo.” rispose lei, piegando le labbra carnose in una smorfia beffarda. Il sarcasmo era sempre il suo punto di forza, la sua arma di difesa, e quel modo di pronunciare il suo nome gli metteva sempre i brividi.
Almeno questo, non è cambiato...
“Haibara, perché...”
“Sta arrivando.”
Shinichi sollevò di scatto la testa, corrugando la fronte e socchiudendo le palpebre. Shiho doveva avere un udito super sviluppato, perché lui sentiva solo la pioggia che batteva sui vetri ed il tonfo del suo cuore nel petto. Aveva capito chi stava arrivando, e la cosa non gli piaceva.
Pensavo di avere più tempo. Volevo prima parlare con lei, capire le sue intenzioni...non voglio che la mia bambina soffra ancora... Ma ormai era tardi. Adesso li sentiva anche lui. Piccoli passetti, leggeri e delicati, di piedini innocenti, che presto avrebbero ricevuto una bella sorpresa.
Sembra quasi fatto apposta. Lei chiede, e l’oggetto del suo desiderio si presenta alla mia porta...
Gli occhi di Shinichi, fissi sugli ultimi tre gradini della scalinata che conduceva al piano di sopra, colsero la figuretta scalza nel pigiama a quadretti lilla, con l’inseparabile coniglietto stretto al petto. La bambina si fermò al temine della scala, strofinandosi gli occhietti assonnati con il pugnetto chiuso e sbadigliando più volte. Shinichi ebbe un sussulto, ed i suoi occhi saettarono in direzione della giovane donna: era rimasta ferma, quasi come se fosse sola in quella cucina, come se la bambina non ci fosse. Aveva uno strano sguardo, il suo volto era immobile.
Non riesco a capire cosa stia pensando, cosa stia provando...
“Papi, è già ora di alzarsi? Dobbiamo andare all’asilo?” chiese la piccola Shiho, con vocina sottile.
“No, tesoro.” rispose Shinichi, cercando di trattenere il tremolio nella voce.” È ancora notte.”
La bambina sbatté le palpebre, confusa. “E allora, perché non dormi, papi?”
“Perché...abbiamo un’ospite.” rispose Shinichi, dopo un attimo di esitazione. Non c’era modo per prepararla, non c’era un modo adatto per dirglielo.
“Oh.” Gli occhioni azzurro- verde della piccola Shiho si sgranarono, puntandosi sulla schiena della misteriosa visitatrice. “Papi, chi è?”
A quel punto, Shiho ruppe gli indugi e si voltò lentamente verso la figlia, ferma ai piedi delle scale. Shiho Kudo sbatté le palpebre, confusa e disorientata: Shinichi lesse in quegli occhietti il dubbio e la paura che si trattasse solo di un bel sogno...ma ogni dubbio venne cancellato dall’enorme sorriso a venticinque denti che illuminò il visetto lentigginoso della piccola Kudo. Un’esclamazione di pura gioia venne liberata dalla sua piccola ugola: l’inseparabile coniglietto scivolò sul pavimento, dimenticato, e la bambina si lanciò con foga verso la donna.
“Mamma! La mia mamma è tornata!”
Il cuore di Shinichi di fermò, mentre osservava il gioiello della sua vita correre come una freccia verso la giovane donna ed arrampicarsi come un’abile scimmietta sulle sue ginocchia, abbracciandola con uno slancio tale che sorprese Shiho, rischiando di far cadere entrambe dalla sedia. Il cuore di Shinichi riprese a battere ad un ritmo impressionante, il quadretto familiare che suggeriva quel momento era troppo suggestivo per restare insensibili. Madre e figlia insieme.
Forse è davvero uno sogno. Tra poco suonerà l’odiata sveglia, ed io e la mia piccola ci ritroveremo di nuovo soli...
“Mamma, mammina, sei davvero tu?” esclamò la bambina, le braccine strette attorno al collo della madre ed il visetto luminoso che sprizzava felicità da tutti i pori.” Io lo sapevo, lo sapevo! Lo sapevo che Babbo Natale è il più bravo al mondo, e che mi avrebbe ascoltata se glielo avessi chiesto...lo sapevo che saresti tornata, mamma!”
“Io...io non...” Shiho era chiaramente impreparata all’esuberanza di sua figlia, e non sapeva cosa fare, come comportarsi. La bambina sembrava essersi trasformata in un piccolo polipo con mille tentacoli, con i quali tratteneva la tanto desiderata preda. E ciarlava allegra, come un fiume in piena che nessuno riusciva ad arginare.
“Ma Babbo Natale ti ha messa nel suo sacco? Non stavi stretta, mamma? E come facevi a respirare?”
“Non...non ero nel sacco...” mormorò Shiho, confusa e disorientata.
“Oh, allora eri sulla slitta vicino a lui?” La bambina sgranò gli occhioni, estasiata. “Ed avete attraversato tutto il cielo? Eravate tanto in alto? Non ti sono venute le vertigini? Babbo Natale ti ha fatto guidare la slitta? Ti ha dato un sacchetto di dolci per me?”
“Io...”
La giovane donna era chiaramente in difficoltà. La piccola Shiho non smetteva un secondo di parlare e fare domande, che per sua madre non avevano nessun senso. Per un istante, Shinichi ebbe la tentazione di lasciare che Shiho si sbrogliasse da sola da quell’esuberante matassa che era sua figlia, poi fu colto da compassione- sapeva benissimo quanto poteva andare avanti la bambina, se nessuno le metteva un freno- e decise di intervenire: prese la piccola Shiho per la vita e la staccò dalla madre, guadagnandosi un bel broncio dalla figlia ed un’occhiata di gratitudine dalla donna.
“Papi!” protestò vivacemente la piccola, agitando le gambette.
“Non ti sembra di esagerare, scricciolo?” replicò Shinichi, rifiutandosi di farsi intenerire dal musetto imbronciato del suo delizioso frugoletto, del quale ormai conosceva ogni trucco ed ogni inganno. “Non essere maleducata. La mamma è appena arrivata, è molto stanca...falla respirare.”
“Oh...oh.” La piccola Kudo smise di agitarsi tra le braccia del padre. Corrugò la fronte, poi chinò il capo con aria afflitta. “Scusa, mamma. Non volevo darti fastidio...sei molto stanca?”
“Un po’.” rispose Shiho, e per un istante le sue labbra si piegarono in un dolce sorriso. Fu solo un lampo fugace, ma Shinichi lo colse e ne rimase turbato. “Ho viaggiato molto.”
“Davvero? E dove sei stata?”
“Beh...un po’ ovunque.”
“Sei stata in America?” La bambina si animò nuovamente, spalancando gli occhioni, gesto che faceva sempre quando era preda dell’euforia. “I nonni ci vanno sempre, ed una volta ci sono andata anche io in vacanza...ed in Italia, ci sei stata? È bellissima, e si mangia benissimo...i maccheroni al formaggio che fanno a Napoli sono buonissimi! E la pizza...e sono andata anche a Firenze! Lo sai che io sono nata a Firenze, mamma?”
“Scricciolo...”
“Uhm.” La bambina interruppe l’effluvio di parole, e le sue guance lentigginose si arrossarono deliziosamente. “Scusa. Prometto che non lo faccio più.”
“È tardi, tesoro. E domani devi andare all’asilo.” le ricordò Shinichi, sorridendole. “Anche la mamma vorrà andare a dormire. Il lungo viaggio l’ha stancata molto.”
“Va bene, papi.” Il suo volto si aprì in un sorriso radioso. “La mamma può accompagnarmi?”
“Penso...di si.” rispose Shinichi, dopo aver lanciato una breve occhiata in direzione di Shiho. “Perché non lo chiedi a lei?”
“Evviva!” esclamò la bambina, allegramente. Il giovane Kudo la mise a terra, e lei si accostò alla madre con un gran sorriso speranzoso. “Mamma, mi accompagni nella mia cameretta?”
siete ancora tutti vivi?
capisco che certe scene possano provocare reazioni esagerate, ma dovete essere forti, perchè più si va avanti e più si peggiora! ed io non voglio che ai miei lettori succeda qualcosaXD
che emozionante questo primo incontro, vero?
quizzone!
- come si chiama il peluche di della piccola shiho? *domanda trabocchetto*
- come sarà segnato kudo sulla rubrica del telefono? *si accettano solo risposte demenziali*
- ma soprattutto, sarà davvero possibile viaggiare sulla slitta di babbo natale accanto a lui?
spero vi sia piaciuto il capitolo. se volete vedere anche voi la cameretta di shiho, vi aspetto sabato!
ed intanto, quizzate!
ce l'ho fatta, nonostante zoro