buonasera a tutti! sono stanca morta! sono stata praticamente tutto il giorno in fumetteria, a fare pratica e pettegolezzi......è proprio il mio lavoro ideale! e tanto per stare comoda mi sono portata pure le ciabatte!!!!
ormai è casa mia!
poi, visto che sono una maniaca dell'ordine, mi sono messa a riordinare le librerie con i fumetti...per ora, sono arrivata alla D, ma mi è venuto quasi un infarto quando mi sono accorta di aver saltato.....proprio detective conan!!!!!!! ma porco conan!!!!
perdonatemi se questa sera salto la posta e la rubrica, ma sono stanchissima e non vedo l'ora di buttarmi nel letto e ronfare. però non volevo lasciarvi troppo tempo in sospeso con la fine del capitolo, quindi lo posto con le classiche domande del quizzone.
attenzione alle scene pucciose
CAPITOLO VENTISETTE- UN INCONTRO EMOZIONANTE
Terza Parte
Si svegliò, piuttosto a fatica, colta da una strana sensazione. Sentiva di non essere sola in quella stanza non sua...ma non era preoccupata o angosciata. Era una presenza tranquilla, solare, che in qualche modo sentiva familiare. Sollevò lentamente le palpebre, ritrovandosi a fissare due occhioni verde- azzurri ed un visetto in cui rivedeva se stessa da bambina: un grande sorriso illuminò il volto lentigginoso della piccola Shiho, quando si accorse che la donna distesa sul letto apriva gli occhi, un sorriso che sembrava enorme.
Da quanto tempo è qui? E quanto ho dormito? La luce solare che filtrava dalle persiane chiuse le suggeriva che era già mattino.
Da quando tempo non dormivo così? Mi sento riposata e di buonumore...o forse è merito suo?, pensò osservando quella bambina, che se ne stava con le braccine appoggiate sul materasso ed il mento sulle mani. Sembrava tranquilla, ma qualcosa nei suoi occhi le diceva che non era così. E Shiho comprese perfettamente cosa nascondeva dietro quell’apparente silenzio.
“Vuoi salire?”
La bambina emise un gridolino entusiasta e si arrampicò sul lettone, rannicchiandosi contro la madre e nascondendo la faccia nel suo petto. Shiho rimase stupita da quel gesto inaspettato, ma il dolce calore che si diffondeva da quel corpicino esile non le dispiaceva affatto. Era piacevole, le sembrava quasi un gattino che faceva le fusa.
“Sei davvero morbida, mamma. Ed hai un buon odore.”
“Davvero?”
La bambina annuì, solleticandole la gola con le treccine spettinate. “Si, si... profumi di mamma!”
“Capisco.”
“Mamma, sei davvero venuta nel sacco di Babbo Natale?”
“Uhm…si.”
“Ooooh!” Gli occhioni della piccola Shiho si spalancarono, increduli. “E non stavi stretta?”
“No. Il sacco di Babbo Natale è infinito...puoi anche metterci un elefante.”
“Ooooh.” ripeté la bambina, e Shiho ebbe l’impressione che se continuava così, le sarebbero usciti gli occhi dalle orbite. “Se lo chiedessi un elefante a Babbo Natale, me lo porterebbe?”
“Penso di si. Ma non credo che papi ne sarebbe felice.”
La bambina ridacchiò, stringendosi ancora di più alla madre. “Però forse potrebbe portarmi un cagnolino.”
“Può darsi.” Era strano. Quel batuffolo rannicchiato contro la sua pancia aveva una parlantina vivace, anche troppo per una bambina di quattro anni, e sembrava avere la straordinaria capacità continuare all’infinito...ma soprattutto, le procurava un’incredibile sensazione di pace e calore.
“Però credo che quest’anno non chiederò nulla a Babbo Natale...ho già avuto quello che volevo.”
“E sarebbe?”
“Te, mammina.” mormorò la piccola Shiho, improvvisamente timida e vergognosa. “Avevo chiesto che per il giorno del mio compleanno tu tornassi a casa...ed ora, tu sei qui. Lo sai che è il mio compleanno, vero?”
“Il venticinque aprile.” sussurrò Shiho, parlando più a se stessa che alla bambina. Una strana angoscia la colse, che scacciò non appena incrociò gli occhioni luminosi della figlia. “Vuoi un regalino?
Lei scosse la testa. “Me lo daresti un bacetto, mamma?”
Chissà perché, me lo aspettavo... Chiuse per un momento gli occhi, inspirò a fondo e poi li riaprì, lentamente. Lei la stava fissando, con gli occhioni spalancati: sembrava tranquilla, ma ormai sapeva che era solo apparenza.
Che furbetta... Sorridendo lievemente, si chinò e posò un bacio delicato sulla fronte liscia. “Buon compleanno, piccola.”
“Grazie, mammina.”
“Sei sicura che ti basta questo?”
“Si.” Il visetto tempestato di lentiggini si illuminò, furbescamente. “Ma se mi comprassi un cagnolino, non mi offenderei mica.”
Che tipino...ha un’intelligenza incredibile. Chissà se le hanno fatto il test. Scosse appena la testa dando una veloce occhiata alla sveglia luminosa sul comodino. “Tu non devi andare all’asilo?”
“Si. Oggi costruiamo gli aquiloni, sai? E poi mi cantano tanti auguri...posso portare le caramelle per i miei amici?”
“I tuoi amici saranno felici.” rispose Shiho, sfiorandole una ciocca ramata con dita lievi. Erano proprio come i suoi, morbidi e setosi. “Ma forse ora sarebbe meglio alzarci, altrimenti arriverai in ritardo all’asilo...e papi si arrabbierà con noi.”
Un sorrisetto birichino guizzò sul volto infantile della piccola Shiho. “Mi porti in braccio, mammina?”
Quando Shinichi sentì i passi e la voce di sua figlia, si voltò in direzione delle scale, pronto ad accoglierla con un gran sorriso ed una canzoncina di tanti auguri. Ma ogni parola ed ogni battuta gli morì in gola quando vide che la bambina non era da sola, ma in braccio a sua madre. Incrociò gli occhi di Shiho, e si sentì profondamente turbato.
Avevo dimenticato quanto fosse bella con i capelli arruffati e l’aria assonnata... Voltò bruscamente la schiena, per riprendersi dall’emozione inaspettata che lo aveva colto improvvisamente: impiegò qualche istante per riprendere il controllo, ed intanto Shiho depositò la figlia sulla sedia, e si sedette a sua volta.
“La colazione è quasi pronta.” Sbirciò di sottecchi Shiho e la bambina, che sorrideva allegra dondolando le gambette sotto il tavolo. “Hai combinato qualcuna delle tue, scricciolo?”
“No.” Sorrise smagliante al padre. “Sono solo andata a controllare se la mamma c’era ancora. E poi lei mi ha invitata nel lettone, e ci siamo fatte un po’ di coccole...mi ha anche dato un bacino di compleanno!”
“Ti avevo detto di scendere a fare colazione, non di andare a disturbare le mamma.”
“Ma io non l’ho disturbata...vero, mamma?” disse la piccola Shiho, con un sorriso birichino, mettendo in mostra le fossette sulle guance.
“Ero già sveglia.” assicurò la giovane donna. “Mi era venuta fame.”
Shinichi finse di credere, ormai conosceva sua figlia alla perfezione. Sapeva che si era intrufolata nella stanza ed aveva svegliato la madre. “Frittelle e toast vanno bene?”
“Si, grazie. Ti serve una mano?”
“Sei un’ospite.” rispose Shinichi, rigirando abilmente le frittelle nella padella e rovesciandole sul piatto con l’apposita paletta senza romperla. Spense il fuoco e portò il piatto a tavola, servendo anche i toast e del succo d’arancia fresco. La bambina si buttò subito sulle frittelle, e la sua voce si spense d’improvviso. Shinichi aspettò che la giovane donna avesse preso quanto voleva, e si servì. “Mi dispiace che ti abbia svegliata...avrei dovuto immaginarlo, e portarla giù con me.”
“Oh, non importa.”
“Magari volevi dormire di più.”
“Non sono una dormigliona.” Gli rifilò un’occhiata intensa, da sopra il bordo del bicchiere, dopo aver bevuto un sorso di succo. “Le frittelle sono buone.”
“Ti ringrazio.” Lui arrossì lievemente, per il complimento e per lo sguardo. “Beh...ho imparato a cucinare.”
“Te la cavi bene.”
Terminata la colazione, Shinichi spedì la figlia a lavarsi e vestirsi, mentre lui riordinava la cucina. Anche Shiho sparì in camera per vestirsi, visto che la bambina aveva preteso di essere accompagnata anche dalla madre, e quando il giovane detective terminò il suo lavoro, le due Shiho erano pronte ad uscire. Salirono in macchina e partirono per l’asilo, che si trovava a quindici minuti da casa Kudo, facendo una breve tappa al negozio di dolciumi per comprare le caramelle: non appena Shinichi fermò la macchina nel parcheggio, Shiho saltò fuori come un canguro e prese per mano la madre, trascinandola con sé fino all’edificio bianco con il cancello verde e le finestre decorate.
“Ehi, ehi! Guardate, guardate tutti...questa è la mia mamma! Lei è la mia mamma!” gridava, rivolta alla gente che sostava nei pressi del cancello, bambini ed adulti che si apprestavano ad entrare nell’edificio.
Figurati se non lo declamava ai quattro venti... Entrarono nell’asilo, e la storia si ripeté. Shinichi sorrise divertito, notando gli sguardi increduli delle altre mamme, alla notizia che anche la piccola Shiho Kudo aveva una mamma, e per di più giovane e bella; poi notò anche il sottile imbarazzo di Shiho nell’essere oggetto di tanta attenzione morbosa, e decise di intervenire.
“Scricciolo, vai a cambiarti, e raggiungi i tuoi amichetti...non dimenticare che hai delle caramelle da distribuire.”
La bambina schizzò fino al suo armadietto, mostrando ad una sempre più attonita Shiho il grazioso grembiulino rosa e le ciabattine in tinta, poi quando ebbe finito di vestirsi da sola trascinò la madre fino alla sua classe, per fargliela vedere e presentarla alle maestre.
è ufficiale....la piccola shiho ha perso la testaXD per la sua mamma, naturalmente
e kudo........beh, immagino che sia tutto sottosopra. shiho appena sveglia dev'essere di una pucciosità unica.
veniamo al quizzone!
- a che ora si sarà svegliata la piccola shiho?
- che tipo di caramelle hanno comprato al negozio di dolciumi?
- ma soprattutto, che faccia hanno fatto le altre mamme alla vista di una meraviglia del genere?
le domande fanno schifo, non mi veniva niente in mente....si vede che sono stancaXD
domani torno in fumetteria, e sarà così per tutta la settimana. per il capitolo nuovo vi chiedo di pazientare domenica, così almeno sono sicura di aggiornare e non lasciarvi così.
ci sentiamo!!!!!