buonasera a tutti! finito il mio primo giorno di lavoro(si fa per dire), mi metto ad aggiornare! non so cosa fare, e non ho voglia di fare nullaXD
e finalmente sembra essere scoppiato il caldo! anche se in negozio si sta proprio bene, c'è un frescoXD
buono per l'estate!
posta! non c'è nessuna posta, cavolo!
vabbè, allora passiamo alla rubrica
nun ce pò frega de meno, che non manca mai(a parte quando l'autrice è mezza mortaXD). oggi scopriamo che....alla fine, l'altalena l'hanno fatta montare al doc agasa! dopotutto lui è un ingegnere, o inventore, o quello che è...e naturalmente le istruzioni erano in thailandese, ma tanto kudo conosce tutte le lingue del mondo....sarebbe dovuto spettare allo zietto kogoro, ma dopo i primi assemblaggi hanno ritenuto fosse opportuno lasciar perdere, per non rischiare la vita della dolce shiho- chan
invece sapere come heiji ha chiesto a kazua di sposarlo....rimarrà un mistero per l'eternità. non è dato saperlo, heiji mi ha minacciata con la "sfiga del detective", quella che hanno lui e kudo insomma
capitolo! ultima parte, vediamo che cosa succede....ah, si. quello
CAPITOLO VENTINOVE- UNA FESTA RIUSCITA
Terza Parte
Il mattino seguente Shiho venne svegliata dal cinguettare degli uccellini e dall’abbaiare di un cane, in lontananza. Sbatté le palpebre più volte, aspettandosi quasi di rivivere la medesima scena del precedente risveglio in quella casa: la piccola Shiho che la fissava con aria da furbetta.
Non c’è nessuno oggi...Si schermò gli occhi dalla luce del sole, voltandosi sulla schiena. La casa sembrava silenziosa.
Chissà che ore saranno... Lentamente, scostò le coperte, si alzò e scese al piano di sotto con passo leggero.
Dovrei comprarmi un paio di ciabatte. Non posso continuare a girare a piedi nudi.I suoi occhi verdi puntarono il divano ed i suoi piedi si mossero da soli. Si avvicinò quasi di soppiatto, come se fosse un ladro. Il giovane padrone di casa dormiva ancora, russando dolcemente. Era disteso a pancia in su, una mano sul petto e l’altra che penzolava sfiorando il pavimento: aveva l’aria rilassata e serena, nonostante la posizione scomoda in cui era costretto. Shiho sorrise alla vista dei suoi piedi che uscivano dal divano, poi la sua attenzione si spostò sul volto.
È cresciuto. Non è più il ragazzino che giocava a fare il detective...In quell’istante, Shinichi fece una smorfia e si mosse sul divano: si grattò la punta del naso e socchiuse gli occhi, sbattendo più volte le palpebre ed emergendo a fatica dalle nebbie del sonno. Che scomparvero in un attimo, quando si accorse della presenza di Shiho e dei suoi occhi verdi che lo fissavano con intensità.
“Hai...Haibara!” esclamò imbarazzato, tirandosi a sedere di scatto.
“Buongiorno anche a te, Kudo.”replicò lei, con tono pacato.
“Da...da quanto tempo sei qui?”
Lei stese le labbra in un sorrisetto ironico. “Non preoccuparti, Kudo. Non ti ho fatto niente...ancora.”
“Haibara, tu...”
“È ora di alzarsi, Kudo. C’è una bambina che presto reclamerà la sua colazione.” gli ricordò Shiho, impedendo la sua protesta indignata.
Continua a prendermi in giro...almeno in questo non è cambiata per niente... Shiho si strinse nelle spalle, e fece per andarsene, ma il cucciolo le finì tra i piedi: la giovane donna perse l’equilibrio, nel tentativo di non calpestarlo, e cadde addosso a Shinichi.
Porca miseria, fu il pensiero del giovane Kudo, quando si ritrovò addosso quel corpo morbido e pieno di curve pericolose, e quegli occhi verdi che lo fissavano. I loro volti erano così vicini che se avesse voluto, avrebbe potuto baciarla; e le gambe, intimamente intrecciate, scatenavano in lui ricordi e fantasie passate, mai dimenticate.
“Scusami.” mormorò lei, senza smettere di fissarlo. I loro sguardi erano inchiodati, sembravano calamite che si attraevano inesorabilmente.
“Figurati.”
“Sono scivolata.”
“Colpa del cucciolo.”
“Già. Scusami.”
“Figurati.”
Lei emise un breve sospiro, e Shinichi avvertì il suo respiro caldo e profumato di menta investirgli il volto. Si sentì stordito, ed incapace di pensare lucidamente: l’unica cosa che desiderava in quel momento era stringere a sé quella giovane donna sensuale e baciarla, baciarla fino ad essere sazio di lei, assaporare le delizie di quel corpo morbido e voluttuoso che lo chiamava irresistibile.
Non mi interessa per quale motivo è qui. Voglio solo baciarla, nient’altro...“Chibi? Piccola Chibi, dove sei?”
La vocetta squillante di Shiho- chan ruppe il silenzio colmo di tensione ed aspettativa che si era creato.
Accidenti a lei! La amo alla follia, la adoro...ma poteva aspettare un momento? Un solo momento, ed io... Shiho curvò le labbra in un sorrisino ironico, e lentamente si sollevò da lui, prima che la bambina irrompesse in salotto, in cerca del suo nuovo cucciolo.
Beh, era destino... Anche Shinichi si alzò dal divano, ed annunciò che sarebbe andato a preparare la colazione, spedendo la figlia a prepararsi per l’asilo. Dopo aver mangiato frittelle e toast, Shiho e Shinichi accompagnarono la piccola all’asilo, dove la giovane donna fu nuovamente oggetto di attenzioni e curiosità.
“Prima o poi, si stancheranno...mi auguro.” commentò Shiho, salendo in macchina, una volta lasciata la bambina all’asilo.
“È comprensibile, sei una novità per loro.” replicò Shinichi, divertito. “Vorranno sapere ogni cosa della misteriosa donna che è tornata improvvisamente da chissà dove...in fondo, si sono tormentati per un anno intero.”
“E continueranno a farlo.”
“Povere donne.” Inserì le chiavi e fece per girarle, poi si fermò e corrugò la fronte, voltandosi in direzione di Shiho. Lei ricambiò lo sguardo.
“Ti serve qualcosa, Kudo?”
“Ehm...” Arrossì appena. “Io...dovrei andare al lavoro.”
“A allora?” replicò lei, sollevando un sopracciglio.
“Beh, tu...”
“Non ho bisogno di una balia.” Gli sorrise, ironica. “Non preoccuparti per me, e vai pure al lavoro. Io farò una passeggiata in città, e magari andrò a trovare il dottor Agasa.”
“Sicura?”
“Certo.”
“Beh, allora...” Si schiarì la voce, frugandosi nella tasca della giacca. Le porse il suo cellulare. “Tieni questo. Mi...mi sentirei più tranquillo, se...se lo avessi tu.”
“E tu, come farai?”
“Non temere, e prendilo.” Le loro dita si sfiorarono un istante quando il cellulare cambiò proprietario, e Shinichi sentì un brivido lungo la schiena. “C’è il mio numero personale alla centrale. Chiamami pure, per qualunque cosa.”
Il detective Kudo non era molto convinto di quella soluzione, ma non aveva scelta. Doveva andare al lavoro, e dubitava che lei avrebbe accettato di seguirlo.
Ho forse paura che scompaia di nuovo? Raggiunse perciò la centrale di polizia con mille pensieri per la testa, e dopo aver parcheggiato prese l’ascensore che lo condusse nel suo ufficio, alla sezione omicidi.
“Ehilà, Kudo!” lo salutò Takagi, dalla sua scrivania. “Sei in ritardo! Un altro minuto, e Megure sarebbe piombato qui come un avvoltoio!”
“Scusate, ho dovuto fare una piccola deviazione.”
“Ti è andata bene, Megure è stato trattenuto dal capo e non è ancora sceso.” lo avvisò Sato, aggirando la sua scrivania ed andando a sedersi sull’angolo di quella di Shinichi. Sorrise, maliziosa. “In realtà, pensavo che stamattina non saresti venuto al lavoro.”
“E perché?”
“Avrai trascorso sicuramente una notte movimentata...e stancante.”
“Non ti capisco, Sato.”
“Beh, tu ed Haibara non vi vedete da tanto tempo...”
“Ma che dici?” esclamò Shinichi, arrossendo imbarazzato. “Io ed Haibara non... abbiamo fatto niente. Ed io dormo sul divano.”
“Anche sul divano si possono fare certe cose.” replicò Sato, ridendo maliziosa. “E quello di casa tua è molto comodo.”
“Sato!”
“E dai, Miwa, non prenderlo in giro.” intervenne Takagi prontamente, posando una mano sulla spalla dell’adorata moglie. “È cattivo da parte tua. E cerca di non intrometterti in affari che non ti riguardano...quello che fanno Kudo ed Haibara sono problemi loro.”
“Vorrei precisare che io ed Haibara non facciamo proprio niente...niente, capito?” sottolineò Shinichi con tono burbero, radunando i fascicoli sparsi sulla sua scrivania. “Ci conviene andare, prima che Megure faccia la ramanzina a tutti...e basta parlare di Haibara, vi ripeto che tra me e lei non è successo niente.”
Shinichi fu distratto tutto il giorno. La sua mente correva continuamente a Shiho, chiedendosi cosa stesse facendo, dove fosse...se l’avrebbe rivista, quella sera.
E perché no? Certo, i suoi precedenti non sono dei migliori. E non so se la presenza di Shiho- chan cambierebbe qualcosa...non so nemmeno perché è tornata...povero kudo, l'autrice ha ripreso a torturarlo!
baciotto sfiorato, mannaggia....ed una ciotola di croccanti in più per la piccola chibi!
vi piace il nome dato al cane?
da buona ammiratrice di sailor moon, non potevo chiamarla altrimenti.....XD
quizziamo!
- kudo russa davvero dolcemente, o shiho voleva solo essere gentile e non dire che russava come un treno?
- chi porta i pantaloni in casa takagi/sato? *notare che lei non ha cambiato cognome, ha tenuto il suo*
- ma soprattutto, la piccola chibi ha già capito tutto della vita ed è entrata in azione?
questo ed altro, nel prossimo capitolo....che poi anche se dico così, non è mica vero!
ne inizia uno nuovo, e........ah, si!
ci faremo qualche risata
ah, però non ho scritto quando aggiorno. allora...ci vediamo venerdì, mi raccomando puntuali. ora vado a mangiare, poi a vedere one piece. ace..........