| SVOLTA Poirot si sedette al tavolo della sala visite della prigione. Ci vollero solo pochi secondi prima che i suoi visitatori entrassero: Asso, DV, Marple, Sara, Kudo e Psyren Poirot: “non credevo sarebbe mai successo” DV: “se è per questo, neanche io” disse sedendosi al tavolo La NGD al completo era radunata attorno allo stesso tavolo. La squadra attese qualche secondo prima di iniziare a deliberare sulle urgenti questioni che li riguardavano: tutti i membri stavano realizzando che la NGD era di nuovo, finalmente, unita. DV: “Ho parlato con i medici all’ospedale: loro si aspettano che Ivanov riprenda conoscenza da un momento all’altro. Non siamo riusciti a localizzare Valerio Ribatti. Cassandra Rinaldi è ancora in detenzione nella sede centrale dell’AISI” riassunse il detective Asso: “Ed abbiamo motivo di credere che il leader dei Soldati Del Domani Migliore, Ned Ludd, sia in realtà Roberto Aldobrandini. Non abbiamo alcuna prova tangibile per collegarlo al gruppo né per collegarlo all’omicidio di Angela Birmano, che tuttavia riteniamo abbia commesso” Kudo: “Questa è la piantina del luogo dove pensiamo avverrà il loro prossimo, e verosimilmente definitivo, attacco” il detective dispose la piantina sul tavolo, di modo che ogni membro potesse studiarla Psyren: “Dopo che mi avete chiesto di controllare se questa piantina corrispondesse a quella di qualche edificio che ospiterà nel breve periodo degli eventi legati alla robotica è emerso che, effettivamente, questa è la piantina del luogo dove domani si terrà la convention nazionale di robotica e sviluppo tecnologico. E’ un evento molto importante per il nostro paese: diversi esperti del settore parteciperanno tenendo conferenze e, in generale, è una buona occasione per pubblicizzare i propri lavori” Sara: “Se i Soldati Del Domani Migliore intendono colpire questo evento ed uccidere delle persone, i danni al progresso tecnologico saranno enormi” commentò la ragazza Poirot: “Ned Ludd si è sporcato le mani di persona solo per uccidere Angela Birmano, tuttavia in quel caso il gruppo non si era ancora ben formato: doveva agire direttamente per proteggere il suo lavoro e non aveva nessuno su cui fare affidamento per una questione tanto delicata. Difficilmente agirà di persona questa volta” Kudo: “Abbiamo diffuso l’identikit di Ribatti ma siamo convinti che possa facilmente camuffare il suo aspetto. Potrebbe non riuscire ad entrare alla conferenza come spettatore ma potrebbe facilmente fingersi un manutentore, un operatore o altro e piazzare la bomba prima dell’inizio dell’evento” DV: “Per quanto ne sappiamo, la bomba potrebbe già essere stata piazzata” Asso: “In sintesi, dobbiamo elaborare un piano. Un piano che ci permetta di localizzare con assoluta precisione la posizione della bomba e di capire l’intenzione dei Soldati Del Domani Migliore. Allo stesso tempo, dobbiamo riuscire a collegare Roberto Aldobrandini a tale gruppo: ci serve qualcosa per costruire il caso su di lui” Poirot: “In altre parole, è la NGD contro i Soldati Del Domani Migliore. Be’, prendiamoli a calci” Per la prima volta in tanto tempo, la NGD era unita.
La stanza d’ospedale di Ivanov era avvolta dalla penombra, esattamente come la NGD aveva richiesto. Due agenti dell’AISI sorvegliavano l’ingresso. Ivanov giaceva supino sul letto e fissava il muro: era sveglio. DV e Marple entrarono nella stanza DV: “Brutto figlio di puttana…” esclamò con un’espressione di rabbia stampata sul volto Ivanov: “Buongiorno anche a lei, detective” l’accento di Dimitri Ivanov tradiva le sue origini russe DV: “Molte persone a quella convention erano innocenti. Erano semplici spettatori attratti dalle innovazioni esposte” disse avvicinandosi al letto di Ivanov Ivanov: “Se caldeggiavano la condanna dell’umanità, non erano innocenti…” si limitò a commentare Marple: “Pagherete per tutto questo. Tu, ad esempio, marcirai in galera a vita” Ivanov: “Non mi interessa: ho compiuto la mia missione, la mia vita ora ha smesso di avere valore” DV: “Mi assicurerò personalmente che tu marcisca nella peggiore galera di questo paese” ringhiò avvicinando rabbiosamente la sua faccia a quella del bombarolo russo Ivanov: “Suvvia, detective… Così mi lusinga. Mi dica, a quanto ammonta il conteggio delle vittime?” un sorriso beffardo comparve sul viso dell’uomo DV: “Perché dovrei dirtelo?” Ivanov: “Perché tanto sarà il mio capo d’accusa. Ho costruito io quella bomba, ho scelto io il posto migliore dove piazzarla. Lo ha detto lei stesso che marcirò in galera: lo verrò a sapere comunque. E ne godrò” DV: “Io ti amm…” il detective fece per avvicinarsi ma Marple lo trattenne Marple: “No, non ne vale la pena…” i due coniugi fissarono Ivanov DV: “Oltre cento persone…” ammise arrendevole il detective Ivanov: “Qualcuna meno del previsto…” commentò ridendo DV: “Ti aspettavi più vittime?” Ivanov: “Mi aspettavo più vittime, sì. Quei cialtroni di conferenzieri, però, devono essere morti schiacciati dalle macerie che gli sono cascate addosso, giusto?” chiese senza mai smettere di ridere beffardo DV: “Il palazzo non è crollato del tutto… Hai sbagliato i conti…” disse il detective iniziando a capire Ivanov: “Oh, be’… Immagino qualcuno si sarà salvato, alla fine non è così importante. Voglio dire, lo sviluppo tecnologico farà fatica a rialzarsi, così come le macerie di quella costruzione dopo essere stata rasa al suolo dalle fondamenta…” DV tirò fuori il telefono e compose il numero di Kudo DV: “Le fondamenta! La bomba è nei sottorranei: vogliono far crollare tutto l’edificio!” Ivanov: “Aspetta, ma cosa…?!” l’uomo provò ad alzarsi in piedi, senza riuscirci: non era ancora forte abbastanza Marple tirò le tende della stanza, lasciando che la luce accecasse Ivanov Marple: “Sono le otto di mattina: la convention sta aprendo solo ora e la conferenza non inizierà prima di un’ora” Ivanov rimase sbigottito Ivanov: “Erano tutte bugie?” chiese sconcertato DV: “No, non tutte… Ero sincero quando ho detto che mi assicurerò che tu muoia di una morte lenta e straziante nella peggiore galera del paese” disse il ragazzo uscendo dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle
Cassandra Rinaldi si alzò in piedi quando sentì i passi di qualcuno che procedeva verso la sua cella Cassandra: “Mi aspettavo quel bel detective in giacca e cravatta. Asso, mi sembra” commentò sarcastica Sara: “Inizialmente voleva venire lui, voleva vedere di persona la tua faccia. Però, sai, ho pensato che fosse meglio evitare questo genere di dinamiche… Che fosse meglio avere una conversazione donna a donna” Cassandra: “Una conversazione donna a donna su che cosa?” chiese sorridendo Sara prese una sedia, la pose davanti alla cella di Alessandra Rinaldi e si sedette. Ci fu qualche secondo di pausa, durante i quali Sara si morse il labbro inferiore Sara: “Per quanto tu sia una criminale, una detenuta… Non volevo che fosse un detective vendicativo a venire qui a darti una notizia simile” Cassandra si drizzò sulla schiena Cassandra: “Ti ascolto…” Sara: “Dopo che abbiamo trovato il Rilutek a casa tua, abbiamo capito che Ned Ludd soffre di SLA… A quel punto, abbiamo cercato nel tuo passato per trovare una figura affetta da SLA che potesse avere avuto su di te una influenza tale da farti diventare chi sei oggi, qualcuno a cui tu potessi guardare. Abbiamo escluso tutti coloro che non avevano un odio profondo verso la tecnologia e, lasciamelo dire, a quel punto non è stato difficile trovarlo…” Cassandra piegò di lato la testa Sara: “Roberto Aldobrandini” disse infine Cassandra rise Cassandra: “Il mio professore all’università? Quel Roberto Aldobrandini? Vi sbagliate di g…” Sara: “Roberto Aldobrandini è morto, Cassandra” calò il gelo nella stanza Cassandra: “No… Tu stai mentendo” Sara: “E che motivo avrei per farlo?” Cassandra: “Tu vuoi che io mi comprometta… Ma avete sbagliato, mi dispiace” sorrise di nuovo. Era un sorriso nervoso, Sara lo capì immediatamente Sara: “Sai, è per questo che sono voluta venire io… Immaginavamo tutti che non ci avresti creduto subito. Asso voleva entrare qui sbandierando trionfante la prova di quanto stiamo dicendo, io ho insistito affinché potessi mostrartela solo in caso di bisogno” Cassandra: “Prova?” Sara tirò lentamente fuori dalla tasca una foto piegata, la aprì e la guardò per un attimo, poi la girò verso Cassandra Sara: “Questo è il cadavere di Roberto Aldobrandini” disse Cassandra ricadde all’indietro e finì a terra. Si portò una mano alla bocca mentre Sara rimetteva velocemente la foto in tasca Cassandra: “No…” Sara: “Ha opposto resistenza quando lo stavamo arrestando. Mi dispiace…” Cassandra: “Voi…” la ragazza si alzò in piedi Cassandra: “Lui era molto meglio di voi! Era più brillante di quanto nessuno di voi sarà mai! Voi, miseri stupidi, avete fatto il più grande errore che poteste fare!” Cassandra strinse forte le sbarre della sua cella Cassandra: “Roberto era un genio. Un genio! Ha creato un impero… Voleva salvare l’umanità. Voleva salvarla!” Sara: “Roberto era Ned Ludd, Cassandra. Ha ucciso delle persone” si limitò a commentare la ragazza Cassandra: “Era la vita di pochi contro la salvezza di molti. Roberto Aldobrandini, Ned Ludd, era l’ultima speranza dell’umanità” Sara: “Non mi sorprendo che sia riuscito a manipolarti così facilmente… Effettivamente non sei molto sveglia” sorrise la ragazza Cassandra smise di urlare e fissò la detective Sara: “Sai, ero un po’ scettica all’inizio. Però, devo dire, ha funzionato alla perfezione” disse la ragazza alzandosi in piedi e togliendosi il microfono che aveva nascosto sotto il colletto della camicia Sara: “E’ sufficiente così?” Agente: “Affermativo” rispose un agente attraverso il microfono Cassandra: “Tu…” Cassandra Rinaldi realizzò l’imbroglio Sara: “Io ti ho ingannata, sì” disse senza esitazione la ragazza Cassandra: “Vuoi dire che…” Sara: “Roberto è vivo, Cassandra. Ma, grazie a te, abbiamo abbastanza per montare un caso contro di lui” Cassandra: “La foto…” Sara: “Un po’ di atmosfera per predisporti a vedere quello che volevamo, una mano leggermente tremante per impedirti di visualizzare correttamente la foto, poco tempo di esposizione ma, soprattutto, un grande esperto di PC disposto a mettere con il PC la faccia di una persona viva su un cadavere dell’obitorio dalla corporatura. Et voilà, l’inganno è servito” Psyren: “Troppo gentile” commentò il ragazzo attraverso il microfono Cassandra: “No…” Sara: “Hai appena condannato Ned Ludd” Cassandra: “No…” continuava a ripetere sottovoce Sara: “Invece sì, Cassandra…”
Roberto Aldobrandini si guardò intorno. La convention era stata ben organizzata: le esposizioni erano interessanti e disposte nella maniera opportuna, l’illuminazione era adeguata ed il palco era posizionato proprio al centro del piano terra. Ma non era quello a catturare la sua attenzione: Roberto Aldobrandini riconobbe subito svariati agenti dell’AISI sotto copertura. All’apparenza sembravano normali visitatori, tuttavia Roberto colse impercettibili scambi di messaggi non verbali, atteggiamenti guardinghi e sagome che rassomigliavano ad una pistola nascosta sotto gli abiti Peccato, speravo di poter rimanere fino a poco prima dell’esplosione. Invece pare che dovrò andarmene prima. Spero che Valerio sappia gestirla pensò avviandosi di soppiatto all’uscita
Kudo, Asso e tre agenti dell’AISI si fecero strada e riuscirono a trovare l’ingresso che conduceva ai sotterranei del palazzo. L’ambiente era poco illuminato e svariati corridoi si diramavano da una sala centrale Kudo: “Non c’è modo di sapere da quale parte si trovi la bomba. Sappiamo che è grossa, quindi dovrebbe essere ben visibile. Dividiamoci” propose il ragazzo imboccando il corridoio dinnanzi a sé ed estraendo la pistola. Kudo si fece strada a passi molto lenti: cercava di fare il meno rumore possibile e, allo stesso, tempo, di notare qualsiasi oggetto che potesse contenere una bomba. L’illuminazione era molto scarsa, tuttavia Kudo sapeva che estrarre una torcia sarebbe stato troppo pericoloso. Dannazione, qui si vede poco e niente… pensò avanzando nella penombra. Intorno a lui c’era molta polvere. Diversi tubi correvano lungo i muri. Ad un certo punto, il detective udì un rumore provenire da poco lontano. Kudo alzò la pistola ed avanzò Qui non c’è nulla pensò Asso raggiunto il muro terminale del corridoio da lui imboccato. Si girò e fece per tornare indietro Kudo continuava a camminare lentamente. Il ragazzo era concentrato e pronto a sparare, se necessario. Udì un altro rumore, più vicino del precedente. Ci siamo pensò procedendo. Passo dopo passo, Kudo sentiva salire l’adrenalina. Un rumore subito di lato a lui. Kudo si girò di scatto ma Valerio fu più veloce. Un colpo secco al braccio destro di Kudo fece cadere l’arma del ragazzo. Valerio Ribatti lo colpì con un montante in pieno addome e Kudo si piegò in avanti. Valerio scivolò rapidamente alle spalle del detective per serrare uno strangolamento; Kudo, scattante, colpì subito l’ex soldato con una gomitata al costato, la quale fu sufficiente per far cadere la presa. Prima che Kudo potesse girarsi nuovamente verso l’avversario, un calcio in pieno petto lo fece cadere a terra. Valerio Ribatti gli fu subito sopra. L’ex soldato tirò velocemente fuori un coltello e lo sollevò in aria, pronto a colpire. Il primo proiettile raggiunse Valerio Ribatti alla spalla, provando la caduta del coltello; il secondo lo colpì al petto, facendo riversare a terra l’ex soldato Asso: “Non di nuovo…” disse tra sé e sé il ragazzo mentre si avvicinava al collega Asso: “Stai bene?” chiese senza mai smettere di puntare la pistola contro Valerio, ormai a terra privo di vita Kudo: “Sì… Grazie” disse respirando affannosamente Asso: “Pare tu abbia trovato la bomba” disse indicando un ordigno poco distante Kudo: “Chiamo gli artificieri”
Un’ora dopo, Roberto Aldobrandini camminava a passi veloci verso il rifugio d’emergenza. Sapeva che il suo piano era fallito, che doveva solo recuperare le dosi nascoste di Rilutek e sparire. Aveva già tutto pronto: era riuscito ad ottenere da amici di Ivanov una nuova identità, in Russia Giornalista: “Un’azione congiunta dell’AISI e della NGD ha sventato l’ultimo assalto dei Soldati Del Domani Migliore” lo sguardo di Roberto cadde su un telegiornale in onda sulla televisione di un bar vicino. Le immagini mostravano gli artificieri trasportare, inesploso, l’ordigno su cui Roberto contava per il suo colpo definitivo Ricostruirò il mio impero. In Russia ricomincerò da capo si disse passando oltre e lasciandosi alle spalle il bar. Dopo pochi minuti, giunse a casa di Cassandra Rinaldi. Estrasse le chiavi ed aprì velocemente la porta, dopodiché si guardò intorno e la richiuse alle sue spalle. Si diresse immediatamente verso il luogo dove aveva nascosto la dose dell’unico farmaco che poteva gestire la sua malattia, il Rilutek. Giunto a destinazione, rimosse il bocchettone dell’aria e guardò all’interno del condotto. Alle sue spalle, una luce si accese. Roberto Aldobrandini si girò di scatto Asso: “Salve, professore” la NGD era schierata davanti a Roberto Aldobrandini: Asso, DV, Marple, Sara, Kudo e Psyren fissavano l’uomo a cui avevano dato così ardentemente la caccia Roberto ammutolì. L’agente speciale Di Michele comparse alle sue spalle Di Michele: “Roberto Aldobrandini, lei è in arresto” disse ammanettandolo Roberto: “Non avete nulla…” sussurrò DV: “Cassandra Rinaldi l’ha riconosciuta come Ned Ludd. Non sarà molto ma è abbastanza per trattenerla. E, durante il fermo, troveremo il modo per imputarle l’omicidio di Angela Birmano. Non ci daremo pace finché non avremo qualcosa” Marple: “Alla fine, troveremo ciò che ci serve” aggiunse Roberto Aldobrandini fissò la squadra, poi sorrise Roberto: “Suppongo che ormai sia finita… Tanto vale ammettere le proprie colpe” Asso: “Sta confessando?” Roberto: “Lo farò, non preoccupatevi. Non c’è più nulla che io possa fare per fermare la disfatta dell’uomo, ora. Tuttavia, posso diffondere il mio messaggio, posso fare in modo che le mie gesta risuonino nell’eternità come un monito. Se l’umanità sarà in grado di cogliere il mio messaggio, forse scamperà all’estinzione; se non ne sarà capace, invece, perirà succube dei propri errori…” DV: “Portatelo via” sentenziò Di Michele spinse Roberto Aldobrandini fuori dalla stanza.
Asso aveva appena firmato l’ultimo documento del rapporto sul caso dei Soldati Del Domani Migliore. Roberto Aldobrandini aveva sottoscritto una piena confessione dell’omicidio di Angela Birmano e delle azioni dei Soldati Del Domani Migliore. Patteggiando, aveva ottenuto un ergastolo in isolamento in cambio della sua confessione: non sarebbe più stato una minaccia per nessuno. Angela Birmano e Dimitri Ivanov sarebbero presto stati trasferiti in carceri di massima sicurezza, dai quali, dati i capi di accusa, non sarebbero probabilmente più usciti. Asso chiuse il fascicolo e sospirò Di Michele: “Bel lavoro, oggi” l’agente speciale comparve sulla soglia della porta Asso: “Grazie. Di tutto” disse Asso alzandosi in piedi I due si avvicinarono Di Michele: “Sai, qui all’AISI sentiamo la tua mancanza. Puoi riavere il tuo vecchio posto, se lo vuoi: le porte dell’agenzia sono sempre aperte per te” Asso: “Ti ringrazio. In realtà, avevo anche pensato di tornare, però queste indagini mi hanno fatto capire che la NGD è il mio posto. La squadra è finalmente unita e sento che questo lavoro rappresenta il miglior uso delle mie capacità” L’agente speciale Di Michele annuì soddisfatto. Tese la mano al suo vecchio sottoposto Di Michele: “E’ stato un piacere lavorare con voi” disse sorridendo Asso strinse la mano del suo vecchio superiore Asso: “Il piacere è stato tutto nostro”
Alla sede della NGD, la squadra si era riunita nella sala più grande a disposizione Kudo: “Devo ammetterlo, non pensavo saremmo più stati capaci di questo” disse il ragazzo appoggiandosi allo schienale della sedia Marple: “Risolvere casi?” chiese ironica la ragazza Kudo: “In quello siamo i migliori. Parlavo di noi” il detective fece un cerchio con le braccia Kudo: “Di questo” aggiunse infine DV: “Dopo la scomparsa di Kingdevastor, molte cose sono cambiate… La squadra è andata alla deriva” ammise il ragazzo Psyren: “Ma ora siamo tutti qui, seduti intorno ad un tavolo gigante in una sede altrettanto gigante” si affrettò a rispondere il tecnico Asso: “Ora ce lo dirai, DV? Il motivo per cui ci hai convocati…” Asso già immaginava cosa sarebbe successo di lì a poco DV sorrise, poi riprese a parlare DV: “Come dicevo, dopo la scomparsa di Kingdevastor, molte cose sono cambiate. Ma i cambiamenti non sono sempre una brutta cosa. Tutto quello che ci è successo mi ha fatto riflettere molto e sono giunto a due conclusioni” Sara: “Ovvero?” DV: “La prima conclusione è che la NGD è una valida risorsa investigativa per diversi enti investigativi in questo paese” Kudo: “E ti ci è voluto così tanto per realizzare l’ovvio?” commentò ironico il ragazzo DV sorrise ancora DV: “La seconda è che…” Ci fu un attimo di silenzio. Marple prese la mano del marito DV: “La seconda è che non posso più farlo” Calò il silenzio nella sala DV: “Non molto tempo fa sono venuto a conoscenza di essere stato adottato. Sono riuscito, dopo poco, ad avere informazioni sui miei genitori biologici. Tra queste informazioni, la più importante riguardava la predisposizione allo sviluppo di disturbi psicotici: c’erano casi in famiglia” spiegò velocemente DV: “Questo spiegava alcuni vissuti che già sperimentavo… In poche parole, ho realizzato di essere malato” Sara: “Sei andato da un medico?” chiese preoccupata la ragazza DV: “Poco dopo, sì. Il medico ha confermato la diagnosi e mi ha prescritto una terapia. Sta funzionando, ma…” Asso: “Ma ci sono degli effetti collaterali” aggiunse il ragazzo DV alzò la mano, così che tutta la squadra potesse vedere l’ormai evidente tremore DV: “Ho capito che non posso più continuare a fare questo lavoro. Mi ha logorato. E ora ho bisogno di ricominciare. Ricominciare da me” il detective guardò i volti dei suoi colleghi DV: “Stasera vi ho convocati qui per comunicarvi che abbandono ufficialmente la NGD” sintetizzò. Gli occhi del ragazzo erano lucidi, eppure si rifiutava di piangere Kudo: “DV…” Asso: “Cosa farai?” chiese il ragazzo DV: “Per prima cosa, mi prenderò del tempo. Andrò via, in periferia, lontano dalla frenetica vita della metropoli. Poi… Ho dei progetti” Psyren: “Ovvero?” DV: “Voglio scrivere dei libri. Voglio raccontare le storie della NGD, o anche storie inventate. Penso che potrei essere bravo” ammise ridendo Sara: “Ne sono convinta” rispose la ragazza DV: “Non voglio che questo sia un addio. Manterrò i contatti, con ognuno di voi. In questi anni, noi non abbiamo creato solo una squadra, abbiamo creato delle amicizie” disse guardando Kudo DV: “Delle amicizie che non ho intenzione di perdere” aggiunse guardando il resto della squadra Marple: “Io andrò con DV. La NGD mi ha dato tanto ma sento che ora devo pensare a noi… A tutti e tre” aggiunse Un’espressione di sorpresa apparve sul volto di tutti Marple: “Sono incinta!” Kudo: “No… Non ci credo” commentò sorridendo Kudo: “Noi qui a risolvere casi e voi a darci dentro. Bene!” aggiunse ridendo Si levò una risata generale DV: “Spero che capiate la nostra scelta” Sara: “Assolutamente” Psyren: “Certamente” Asso: “Ma non è tutto… Giusto?” DV fissò il collega: era più sveglio di quanto pensasse DV: “Volevo tenerlo segreto, ma… Sì, non è tutto” Sara: “A che ti riferisci?” chiese curiosa DV: “Ci sono vari obiettivi che voglio ottenere da questa mia nuova vita. Voglio diventare uno scrittore, voglio stare meglio, voglio essere un buon padre…” DV cinse con un braccio la moglie DV: “… E voglio trovare Kingdevastor. Non smetterò di cercarlo fino a che non lo troverò” Asso: “E’ perfettamente comprensibile” Kudo: “Quando lo trovi, dagli un pugno!” commentò il detective DV: “Oh, puoi starne certo, sarà la prima cosa che farò!”
La NGD si era riunita: era di nuovo, finalmente, una squadra.
FINE
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