Grazie per chi ha letto fin qua! questo è il penultimo capitolo.. il prossimo sarà, ebbeni sì, l'ultimo... è stato bello ritornare per un po' nel vortice del fandom
mi sono divertita a scriverla (per quanto possa una storia triste così) e a farvela leggere ^^
@Shiho: troppo veloce? beh, pensa che doveva essere letta tutta in una volta.. un capitolo ogni due giorni mi sembrava ragionevole... ma visto che ci tieni.. la fine la metto domenica (haha)
@Ran87: grazie mille per aver commentato tutti i capitoli, fino ad adesso! ^^ sono felice di aver scritto qualcosa che valeva la pena del vostro tempo!
@aptx8909: grazie, ma ci sono fic molto più popolari e interessanti ^^ "un posto nel mondo" è una che merita veramente, e ce ne sono un altro paio che vanno avanti da mesi, che meritano di essere lette la mia rimarrà giusto una piccola stella cadente che passa e se ne va
@harryxginny: si hai ragione.. ho fatto disegni migliori XD cmq solo per i commenti che scrivi saresti da sposare XD mi rotolo tutte le volte! Grazieper le risate! mi servono in sto periodo...
CITAZIONE
Ma questo spiega tutto! Ai non ha perso il suo fiuto per i MIB! Semplicemente a furia di stare insieme a Conan si è assuefatta all'odore dei cadaveri!
Geniale, Ticcy! Hai svelato uno dei segreti di DC!
Ovviamente questa cosa l'ho scoperta nel momento che me l'hai fatta notare X°D però è vero! regge! E in realtà Okyia aveva appena ucciso un coniglio, e quindi era sospetto... XD
@Shinku haibara: Grazie!! Sono contenta che ti piaccia!! Per i mille talenti.. il fattore scrittrice lo terrei nascosto in un cassetto, da tirare fuori quanto mi vengono ste sbandate folli.. per il disegno... magari per halloween vi faccio una sorpresona uhaua... (e adoro il tuo avatar. Sallo )
Ok,, finita la digressione.. aggiorno sempre nelle ore più improbabili.. sorry. Buona lettura! --------
-Parte Quinta-
All’improvviso si scoprì che Rye era un infiltrato dell’FBI. E le sembrò che il mondo si rovesciasse, di punto in bianco.
Sia lei che Akemi stavano rischiando grosso, visto che l’avevano introdotto nell’Organizzazione, ed avevano avuto contatti con lui: c'era una forte tensione nell'Organizzazione, e più volte erano state interrogate e minacciate. Akemi in particolare rischiava di essere uccisa, visto che aveva continuato a frequentarlo anche dopo che si era guadagnato un posto nella rosa.
La piccola scienziata temeva in una ripercussione esecutiva, e provò a far ragionare uno dei suoi superiori nel centro di ricerca.
“Lei non c’entra! Come poteva prevedere?!”
“Abbiamo ragione di pensare che inviasse all’infiltrato nelle informazioni importanti. Anche tu potresti averlo aiutato”
“Assurdo. Non mi sono mai mossa da quel laboratorio!”
“Analizzeremo la situazione con calma. Per prima cosa prenderemo Rye.. e poi lo faranno parlare. Vedremo se siete nella ragione, o nel torto. Fino ad all’ora non voglio sentire proteste di nessun tipo, Sherry. Pensa solo alla tua ricerca”
Gin invece sembrava indiavolato. Detestava l’idea di essersi lasciato fregare, soprattutto da un uomo che aveva lavorato con lui, e si ripromise di trovarlo, anche dall’altra parte del mondo. Il nome di Shuichi Akai lo perseguitava. Venne poi affiancato da un nuovo partner, tale Vodka, un mastino corpulento dall’aria poco intelligente.
L'assassino aveva interrogato Sherry più volte nei mesi successivi, ma più che qualche notizia vaga da lei non era riuscito a ottenere. Solite minacce,e qualche provetta rotta. Niente che la intimorirono più di tanto. Sapeva che non poteva farle più di tanto. A quando pareva essere un membro dell’elite dell’Organizzazione garantiva l’incolumità a lei a sua sorella.
Per il momento poteva tranquillizzarsi, anche se era evidente che non si fidavano più di loro.
Qualche tempo più tarsi ottenne il permesso di fare un breve viaggio per raccogliere dati. Su un isola chiamata “L’isola della sirena” c’era la leggenda di una freccia che donava l’eterna giovinezza. Partì quindi con la scusa di fare accertamenti, e Gin ovviamente fu incaricato di scortarla assieme a Vodka.
Una volta là, cominciò a fare delle ricerche serrate, anche se in fondo era una scusa per respirare un po’ di aria fresca, e fare qualcosa di diverso che lavorare al computer. Fece finta che si trattasse di una strana vacanza. Gin invece cominciava ad essere sempre più invadente. Se lo trovava ovunque, e non la mollava un attimo. Probabilmente aveva ricevuto l’incarico da Vermouth di controllarla, ma si sentiva veramente oppressa.
“Potresti spostarti? Devo passare.” Una sera Shiho sbottò, all’ennesima comparsa dell’uomo. Era stufa di trovarselo davanti e in quel momento gli stava impendendo di uscire dalla stanza.
“Dove vorresti andare, Sherry?”
“Vorrei andare in bagno, se non ti dispiace”
Aveva cominciato a rivolgersi freddamente con le persone. Per quanto Gin le facesse timore, non voleva abbassare la testa con lui.
“Ci sei andata mezz’ora fa”
“Ah, adesso conti anche le volte che vado in bagno? Hai forse paura che scappi?”
“Umpf... sei troppo intelligente per fare una sciocchezza del genere. Ma non mi piacciono le persone che cercano di fregarmi. Dovresti saperlo”
“Tsk, allora non avresti di che preoccuparti, mi pare.” Shiho attraversò la porta, urtandolo alla spalla di proposito. Gin rimase immobile il tempo necessario per farla passare, ma le afferrò il polso subito dopo, senza scomporsi più di tanto. La ragazza cercò di liberarsi, ma la presa dell’uomo era ferrea.
“Sei diventata tanto arrogante quanto bella, Sherry... Mi fanno impazzire le tipe come te, che credono di poter fare tutto quello che vogliono...”Con uno strattone la portò vicino a sé, con la sigaretta a fil di labbra a un soffio dalla sua guancia. La fissò con quegli occhi che Shiho riteneva “sadici”.
“... sarai anche importante, ma se tiri troppo la corda, allora ti ammazzo.”
“Che banale che sei...”
Shiho si liberò della presa, e si allontanò da lui. Immaginava che la minacciasse di morte, ma cominciava a diventare insensibile a certe scenate. Si era così abituata a far parte di quel mondo così nero e marcio che si sentiva ormai parte integrante di esso.
Il viaggio tuttavia non si rivelò del tutto inutile. Anche se la leggenda delle ossa di Dudongo era tutta una fantasia, aveva scoperto che una componente chimica di un minerale presente sull’isola poteva rallentare il deterioramento cellulare. Probabilmente il fatto aveva fomentato le leggende nei secoli passati.
Successe poi un avvenimento che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. E il suo futuro.
A quei tempi aveva quasi diciotto anni.
Era una sera come tante altre... aveva ripreso in mano la formula su cui stava lavorando e aveva modificato qualche componente a casaccio, senza neanche badarci molto. Non sapeva più dove sbattere la testa, e l’idea che tutta quella storia fosse solo una fantasia perversa non l’aveva mai del tutto abbandonata.
Somministrò il farmaco all’ennesima cavia.
“Non volermene... anche io sono costretta...”.
Normalmente il topo albino avrebbe agonizzato per un po’, si sarebbe leggermente ristretto, e sarebbe morto, senza lasciare traccia nel corpo.
Quella volta invece accade una cosa strana. Il topino, invece che morire lentamente, si agitò come un forsennato, vittima di chissà quale strana reazione. Poi, come se stesse vedendo un film di fantascienza, la creatura si rimpicciolì, o meglio, ringiovanì fino a diventare un cucciolo di un mese. Ed era ancora vivo, apparentemente senza nessun danno.
Shiho rimase senza parole. Era la prima volta che accadeva una cosa del genere. Somministrò lo stesso farmaco a un'altra cavia ma il risultato che ottenne fu solo la classica morte.
Non si riusciva a spiegare il perché della prima reazione, e fece diverse analisi alla composizione, ma non notò niente di strano. Per sicurezza incapsulò un altro paio pillole con quella sostanza, nella speranza di poter risolvere quel mistero.
Il miracolo che aveva compiuto quella volta però sembrava quasi un’emanazione divina, visto che non riuscì più a replicarla. Se fosse riuscita a trovare una soluzione, avrebbe potuto chiedere la loro liberazione, finalmente. Sapeva di essere a un passo dal riuscirci, ma l’idea di non vedere la soluzione, ed avere poco tempo a disposizione la frustrava. L’Organizzazione faceva pressioni su di lei e su sua sorella, e li sentiva come una ghigliottina pronta a scattare.
Scoprì un giorno che un ricercatore importante della rosa si era impossessato dell’APTX, senza che lei ne sapesse nulla. Visto che la formula ufficialmente era catalogata come un veleno potente e definitivo, pensarono bene di utilizzare il prototipo per testarlo su alcuni personaggi scomodi. In fondo i risultati sembravano eccellenti.
Shiho si indignò non poco, visto che non ne sapeva niente, e non aveva in alcun modo dato il suo permesso.
In tutta risposta le fecero avere una lista di persone sulla quale il farmaco era stato provato. Poteva analizzare i cadaveri, e doveva accertarsi di un paio di morti. Non aveva nessuna voglia di fare quel lavoro, ma era costretta. La sua influenza era sempre meno importante.
Tra i nomi delle vittime c’era anche un certo “Shinichi Kudo”, la cui morte era incerta. Ricordava di aver letto da qualche parte il suo nome, forse su un giornale. Controvoglia accompagnò la squadra investigativa a controllare la sua abitazione. Sembrava una di quelle grosse ville che fanno gli stranieri, dal gusto angloeuropeo. Affianco c’era anche un edificio che definirlo strampalato era un complimento.
Sembrava che il presunto morto fosse morto sul serio. La casa era abbandonata da un po’, ed aveva un’aria spettrale. Archiviò la faccenda con poco interesse, preoccupandosi di altro.
Si vide con Akemi un pomeriggio al bar.
Shiho era preoccupata per la situazione in cui era capitata. Era evidente che la volevano ammazzare come una possibile traditrice, dopo gli avvenimenti di Rye, e cercavano solo un pretesto per farlo.
L’Organizzazione aveva stipulato un accordo con Akemi: se avesse mandato a segno un colpo da un milione di Yen, avrebbe liberato entrambe dalle catene dell’Organizzazione. La scienziatina era abbastanza scettica a riguardo, ma la maggiore voleva fidarsi. Il colpo era andato a buon fine, ma l’autista del gruppo se l’era filata con il bottino, rischiando di far saltare tutto il piano. Così Akemi doveva fingersi di essere Masami Hirota per ritrovare il fuggiasco.
“Mi sono rivolta a un agenzia investigativa... Un tale Goro Mori, nel quartiere di Beika. Sembra un imbranato, ma a quanto pare è bravo a risolvere i casi. Poi è sempre seguito da sua figlia, e un bambino particolare”
“Particolare?”
“Sì.. avrà si e no 7 anni. Si chiama Conan Edogawa”
Shiho si trovò a pensare che chiunque avesse dato il nome a quel bambino, doveva essere un malato dei gialli.
“Perché particolare?”
“Perché si comporta in maniera strana. Sembra un bambino, ma poi se ne esce con delle affermazioni... adulte. Assomiglia un po’ a te quando eri piccola” Akemi rise.
La ragazza sorrise dietro il suo caffè. Quando erano piccole... sembrava una vita fa. Non c’erano medicine, non c’erano furti, e non c’erano minacce. Solo loro due, e un paio di cuscini da lasciarsi.
“Akemi ascolta. Io non mi fido di quello che ti hanno detto. Dopo che avranno preso i soldi, ti faranno fuori”
“Non se prima mi faccio consegnare la nostra libertà”
“Non sognare, Akemi! Praticamente è una condanna a morte! Ti prego, ti scongiuro, scappa via...”
“E lasciare te da sola in mano a quelle belve? No Shiho. Almeno voglio provarci. Voglio provare a salvare te. Non lascerò che ti portino via come quando ti hanno mandato in America. Non mi va di scappare.”
“Akemi...”
“Dai, non ti preoccupare. Ci vediamo tra una settimana. Vedrai che le cose si sistemeranno, sorellina”
La maggiore uscì dal bar, dopo averle rivolto un caloroso sorriso.
Shiho rimase a fissare il fondo della sua tazzina di caffè.
Si sentiva inutile. Inutile e pericolosa.
In fondo era anche a causa della sua intelligenza se erano arrivate a quella situazione.
Si rivide con lei esattamente una settimana dopo. Sembrava che fosse sul punto di ritrovare il tassista che era fuggito con i soldi. Akemi sembrava felice, non stava più nella pelle. Le parlò ancora di quello strano bambino che si comportava da adulto che stava sempre assieme a Mori, e si preparò ad andare a ritirare i soldi per il loro riscatto.
“Non ti preoccupare! Secondo me quella di cui ci si deve preoccupare sei tu, Shiho. Lascia perdere quel laboratorio e pensa trovarti un fidanzato. Andrà tutto bene!”
Akemi le fece il solito occhiolino d’intesa. Era il suo modo per infonderle coraggio.
Shiho sorrise, e la salutò, raccomandandole di fare attenzione.
Forse quell’incubo stava veramente per finire...
Ci voleva credere, e voleva credere in lei.
Sarebbe andato tutto bene...
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ç_ç Mi viene già il magone adesso... non dico altro... nel prossimo pezzo ci sarà anche un extra musicale... giusto per rendere l'atmosfera. A domenica ç_ç Edited by Sherry Of The Shadow - 29/6/2022, 01:05