| Eccomi qua^^ Buona lettura
Gita scolastica Erano le quattro del mattino quando la sveglia sul comodino di Shinichi iniziò a trillare. Il ragazzo, ancora mezzo assonato, si rigirò nel letto, allungò il braccio e la spense. Con un lungo sbadiglio si alzò dal letto e si diresse verso il bagno per lavarsi la faccia.
Dopo neanche mezz'ora si era già fatto la doccia. Non aveva bisogno di fare colazione, perché molto probabilmente l'avrebbero offerta sull'aereo. In quel momento suonò il citofono e lui uscì di casa, con la valigia. Di fronte al cancello di casa sua c'era una macchina grigia. Dallo sportello del guidatore uscì Kogoro che gli aprì il portabagagli. Dentro c'era già il trolley rosso di Ran. La ragazza era seduta al posto davanti, così Shinichi si accomodò nel sedile posteriore. Poi la macchina partì. "Grazie per aver accompagnato anche a me Kogoro" disse allacciandosi la cintura. "Di niente ragazzo" rispose lui in modo molto tranquillo, anche troppo. Come mai Kogoro è così sveglio e tranquillo?
Alle cinque e venti arrivarono all'aereoporto di Tokio e scaricarono le valigie. Ran salutò il padre con un abbraccio e poi si allontanò raggiungendo Sonoko che la salutava. "Beh arrivederci Kogoro e grazie ancora per il passaggio" disse il ragazzo allontanandosi, ma l'uomo lo afferrò per la manica della giacca di jeans, bloccandolo. Si avvicinò a lui in modo che solo il ragazzo potesse sentirlo "Stai attento a Ran. Non mi fido degli uomini italiani" Il ragazzo sorriso, finalmente aveva capito lo strano comportamento di Kogoro. "Non si preoccupi detective. Sarò la sua ombra" Dopodiché si congedò da lui.
"Ragazzi un po' di silenzio che facciamo l'appello prima d'imbarcarci" disse un'insegnate che indossava un jeans e una maglietta gialla molto aderente che si intonava perfettamente coi lunghi capelli biondo cenere. L'insegnate fece l'appello, spuntando tutti i nomi sul suo foglio, poi s'imbarcarono sull'aereo.
"Che strani questi posti" disse Sonoko guardando i sedili. "La maggiorparte degli aerei che transitano in Italia hanno file da due o tre posti per lato. Non sono come i nostri che ne hanno quattro o cinque" disse Shinichi. "Bene - disse di nuovo l'insegnate - i nostri posti sono dalla fila undici alla fila diciotto. Io e il professore saremo al lato destro della fila diciannove" "Vieni Ran - disse Sonoko - mettiamoci qui, c'è una vista spettacolare!" "Veramente io..." la ragazza diventò lievemente rossa. "Ho capito...Kudo - disse rivolgendosi al ragazzo che si stava per mettere due file più avanti vicino a Kikuito - vieni qui vicino alla tua 'morosa, mi metto io vicino a Kikuito" Il ragazzo accettò e si sedette vicino a Ran. Dopo le varie raccomandazioni, che furono in giapponese, inglese e italiano, l'aereo iniziò a camminare. Appena si staccò da terra. "Qui è il comandante che vi parla. Il tempo è perfetto, arriveremo a Torino per le undici di mattina" "Ma poi mi piacerebbe sapere perché hanno scelto Torino - protestò Shinichi pensando al giorno che avevano deciso la città da visitare - insomma in Italia ci sono tante di quelle città spettacolari. Firenze è la città dell'arte rinascimentale, Roma la città della storia italiana, Venezia la città dell'amore, ma Torino cos'ha di speciale?" "Torino è la città del cinema" disse Ran. Il ragazzo si girò verso di lei stupito. "E' vero...insomma ho sentito dire così" disse lei arrossendo di nuovo per poi girarsi verso il finestrino.
Le ore passarono molto lentamente, molti ragazzi della classe che si erano svegliati all'alba per arrivare in aereporto alle cinque e venti si addormentarono. La colazione arrivò per le otto offrendo a tutti quelli che erano svegli caffè, the o latte, assieme a un pacchetto di biscotti.
Alle undici finalmente i ragazzi scesero dall'aereo. L'aereoporto di Caselle era immenso, e subito in alto scritto in tutte le lingue, compreso in giapponese c'era scritto a caratteri cubitali "Benvenuti a Torino". I ragazzi aspettarono con calma le valige poi i due professori li radunarono: "Bene ragazzi avete venti minuti per andare in bagno, al bar o dove volete poi ci ritroviamo qui che abbiamo il pulman che ci aspetta per portarci in Hotel"
Mezz'ora dopo i ragazzi caricarono i bagagli sul pulmino grigio e salirono, sedendosi. Ran e Shinichi si misero in fondo. Appena salirono tutti quanti la professoressa incitò tutti a sedersi e fece di nuovo l'appello, controllando se tutti erano presenti. Dopodiché disse all'autista di partire. L'altro professore si alzò dal posto in prima fila e prese il microfono che c'era proprio davanti ai primi posti che solitamente serviva alle guide per descrivere i luoghi. "Bene ragazzi, qualcuno a qualche idea per far passare quest'ultima oretta di viaggio?" "Vogliamo ascoltare il caso di Kudo!" esclamò un ragazzo. Shinichi che stava chiaccherando a bassa voce con Ran, sobbalzò nel sentire il suo nome. "Se Kudo vuole volentieri" rispose il preofessore. "Scusami Ran" disse lui alla ragazza. "Vai e divertiti" gli sussurrò lei con un sorriso, mentre lui si stava già alzando. Nel percorrere il corridoio qualcuno urlava incitandolo. Il ragazzo preso il microfono in mano chiese che caso avrebbe dovuto raccontare, la risposta fu data dallo stesso ragazzo che aveva proposto l'idea: "Quello che ti ha fatto stare via per tutto questo tempo" Il ragazzo rimase interdetto E ora che racconto...Insomma non posso raccontare a tutti la verità...sarebbe da matti...Devo trovare qualcosa Riordinò le idee poi si schiarì la voce e iniziò a raccontare...
Vi lascio qui^^ Non so se il prossimo capitolo scriverò il racconto del caso...perché non mi piace per niente com'è venuto...può essere che passerò subito oltre...vi farò sapere domani con lo spoiler...intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto^^
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