| La soluzione più ovvia
"Ispettore abbiamo interrogato i tre sospetti - disse Takagi avvicinandosi al gruppo - Quello al tavolo all'angolo è andato in bagno dopo la vittima - disse indicando un'uomo nerboruto con una folta barba riccia, a un tavolo insieme ad altri uomini - Si chiama Kaisuke Fumiyo ed è venuto qua coi suoi colleghi, e dice di non conoscere la vittima. L'altra persona che è andata in bagno è quel ragazzo biondo coi capelli fino alle spalle vicino al banco, si chiama Kenio Gindo e dice che frequentava la stessa università della vittima, ma che si sono ncotrati qui per caso e si sono appena salutati. Infine l'ultimo è quel ragazzo moro, che se non sbaglio era al tavolo con Shinichi..." "Sì esatto" confermò Shinichi. "...è entrato in bagno prima della vittima, ma è uscito dopo che è entrata, dice che non la conosce minimamente" "Takagi le posso chiedere una cosa? - disse il giovane detective avvicinandosi all'assistente - Per caso mentre interrogava Koriko l'ha trovato sospetto?" "No, anzi era molto più sicuro degli altri. Se devo dirla tutto è quello per cui sospetterei di meno" rispose Takagi. "Capito" disse il ragazzo lanciando un'altra occhiata all'amico. Basta...ora devo pensare al caso... C'è una cosa che mi sfugge... com'è possibile che la vittima, che era allo specchio, non abbia visto che era entrato un uomo nel bagno? Aspetta forse... Si avvicinò a Ran. "Ran ho una domanda per te" "Sì dimmi" "Tu ha mai messo il rossetto?" "Capita raramente, però sì" "E dimmi una cosa, quando..." e le sussurrò qualcosa all'orecchio. "Sì mi capita, perché sono concentrata" "Quindi se tu..." disse continuando a sussurrarle all'orecchio. "Probabile - si bloccò - Vuoi dire che hai già capito chi è?" "Credo proprio di sì, anche se ci vogliono prove" "Allora ispettore ci volete far andare? Ho un'esame domani e vorrei tornare a casa a studiare!" urlò il ragazzo biondo, facendo distrarre Shinichi dai suoi pensieri. In quel momento lo notò e sorrise. Aveva le prove, corse nel bagno degli uomini e trovò subito quello che stava cercando. Dopodiché tornò in sala. "Ho capito tutto ispettore" Tutti i presenti del bar si era girati verso di lui. "Hai già capito?" "Certo. Ora vi spiego come sono andati i fatti. La vittima si stava mettendo il rossetto. Quando una donna si trucca è molto attenta a se e a volte può non percepire bene cosa la circonda. Allo stesso tempo però non può confondere un maschio per una femmina. Ma proviamo a ragionare come fossimo nei panni della vittima, se vedessimo entrare nel bagno una persona con le braccia incrociate sul petto, un cappotto unisex sulle spalle, capelli lunghi e un'orecchino visibile. Cosa penseremo?" "Che si tratta di una donna" rispose Takagi. A quelle parole tutti si girarono verso l'universitario. "Ma non ha l'orecchino" disse Megure. "Ha il buco all'orecchio. Il suo orecchino ce l'ho io. L'ho trovato sotto i lavandini del bagno delle donne" disse tirando fuori con un fazzoletto l'orecchino. "E' suo?" chiese l'ispettore al ragazzo. "Sì...ma...ma non sono stato io. Come avrei fatto a pugnalarla senza sporcarmi?" "Semplice con il pezzo di plastica e gli elastici, che ha buttatto nel cestino dei rifiuti al bagno maschile. Probabilmente lei aveva fissato il pezzo di plastica al suo braccio con degli elastici per non far passare il sangue sui suoi vestiti. Ha ucciso la ragazza, dopodichè è andato nel bagno degli uomini si è tolto il tutto, l'ha buttato e si è lavato le mani" "Ispettore guardi" disse un'uomo della scentifica portando un pezzo di plastica azzurra sporca di sangue e degli elastici. "Sono sicuro, che nel pezzo di plastica troveremo le sue impronte digitali" disse shinichi, mettendosi le mani in tasca. Il ragazzo cadde in ginocchio. "Mi ricattava. Diceva che se non l'avessi aiutata a superare tutti gli esami lei avrebbe raccontato delle bugie ai professori per farmi espellere dall'università"
"Allora la tua fama di detective è vera!" disse Alice compiaciuta mentre uscivano dal bar. "Già...beh che fate questo pomeriggio?" "Oh purtroppo abbiamo degli impegni - disse la ragazza - ci vediamo ok?" Si salutarono e ognuno andò per la sua strada.
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