Detective Conan Forum

Nero Scarlatto ~, Nuova fiction su Detective Conan!

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view post Posted on 13/11/2009, 22:47     +1   +1   -1
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× Sanji × Nami ×


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Ed eccomi qui!
Come promesso, ho ideato e ideerò una nuova fiction il cui titolo sarà, come avete letto: Nero Scarlatto.
Il significato del titolo lo scoprirete andando avanti nella lettura. Per ora partirò dal prologo.

In questa fiction ci saranno capitoli più lunghi rispetto all'altra... In compenso però ci saranno termini più facili da capire.

Sta di fatto che in questa fiction ci saranno i soliti nemici, i nostri amati Uomini in Nero e i nostri soliti eroi! (Con qualche aggiunta, ovvio!)
Se siete ansiosi di sapere le coppie... Beh, leggete. xD
Ma non aspettatevi che io mi metta a scrivere una fic che non finisca con ShinichixShiho! ^^

Beh, dopo questa breve premessa, ho l'onore di pubblicarvi, con una nuova formattazione, la mia nuova storia...

Nero Scarlatto
Quando il Rosso si tinge di Nero

Prologo



Dei bambini erano seduti su un divano a sorseggiare la loro fresca bibita estiva, il solito tè o il solito succo di frutta all'albicocca o alla pesca. Altri due bambini invece stavano in piedi, sussurrandosi velocemente nell'orecchio le parole da dire ai tre piccoli che li stavano guardando con aria curiosa e anche impaziente.
Il sole fuori era splendente, gli uccellini cantavano sugli alberi contemplando la grossa macchia oro-bianca luminosa nel cielo che era limpido. Mai visto uno così limpido nella loro vita da migratori. Sulle strade le macchine sfrecciavano per andare tutti al lavoro: segno che la vita di tutti i giorni ricominciava senza problemi.

Ora che ci pensavano, stava anche ricominciando la scuola: nuovi libri, nuove lezioni, nuove esperienze... Tante cose nuove che non vedevano l'ora di sperimentare.
Stavano seduti con la solita aria impaziente, guardando il bambino o la bambina che le o gli piaceva, incantati da quella bellezza matura e da quell'aria adulta e velata di mistero. Gli occhi grandi erano luminosi: era la prima volta che stavano nella casa del più grande Detective di tutto il Giappone, e non stavano parlando di Kogoro Mouri, padre della ragazza che piaceva di più al Detective in questione, ma di Shinichi Kudo: un detective liceale dal grande intuito e dalla grande pazienza e saggezza.

A dire il vero, Ayumi aveva una specie di cotta per Shinichi, ma non sapeva neppure di avercelo davanti... E anzi, la bambina era pure cotta della sua versione bambinesca. Insomma, le piacevano due persone che alla fin fine erano la stessa persona.
Mitsuhiko invece andava più sul ramato: aveva una cotta per quella bambina tanto bella, dagli occhi che ispiravano calma e freddezza e dai capelli color rame, corti, mossi. Non sapeva perché, ma aveva quell'aria adulta e quella maturità che lo ispiravano particolarmente. Aveva sempre adorato le persone più mature di lui e di tante altre, e lei era proprio una di quelle.
Per quanto ne concerne di Genta, lui pensava solo ad una cosa: il cibo. Andava pazzo per il sushi preparato dalla ramata e non lo aveva mai nascosto, andava pazzo per la pizza all'italiana fatta dalla sua compagna di scuola Italo-Giapponese che spesso lo ospitava a casa sua, forse perché voleva passare un po' di tempo con il bambino che le piaceva, ma chissà, i bambini a volte sono più enigmatici degli adulti.

Anche se l'essere nella casa di un detective liceale famosissimo li faceva sentire euforici, non smettevano mai di domandarsi il perché si trovavano lì: la risposta probabilmente era anche semplice, forse Conan era suo parente e non glielo aveva mai detto. Ma non sapevano che c'era qualcosa di più complicato sotto tutto quel mistero.
La luce del sole filtrava dalla finestra e illuminò gli occhiali del giovane detective che cominciò a parlare, richiamando l'attenzione dei tre bambini seduti comodamente:«Ayumi, Genta, Mitsuhiko...» al sentire il suo nome esclamato dal bambino che le piaceva, le venne un sussulto allo stomaco, per poi continuare ad ascoltare il giovane:«... Vi ho fatto venire qui per un motivo ben preciso: dirvi la verità su di me e su Ai...»
«Che verità?!» chiesero tutti all'unisono con aria perplessa.
«Che io ed Ai non siamo bambini.»
Un silenzio avvolse pesantemente il salotto.
Che cosa voleva dire Conan con quell'affermazione? Probabilmente era solo uno scherzo fatto a loro. D'altronde... Erano abituati a sentir dire loro frasi strane, e quella era una di quelle. Cioè, non era possibile: va bene, avranno pure il cervello di un adulto e la maturità di un adulto, ma... Di aspetto sono bambini! Bambini come loro! «AHAHAH!» cominciò a ridere sguaiatamente Mitsuhiko:«AHAHAH! Vuoi dirmi... AHAHAH! Che tu ed Ai... AHAHAH! Siete... AHAHAH! Dei ragazzi poco cresciuti?!» e continuò a ridere, non capendo la gravità della situazione.

Doveva essere così. Non c'era alcuna spiegazione... Stavano certamente scherzando. Il bambino cercava di contenersi dalle risate assieme agli altri, ma non riusciva a non pensare che fosse uno scherzo. Ma non riuscivano a comprendere la gravità della situazione.
«Non stiamo scherzando. È la verità.» rispose con freddezza Ai, lanciando una doccia di acqua fredda ai bambini che smisero subito di ridere. Non l'avevano mai vista così sicura di sé, così fredda, quasi spietata. No, quel tono e quell'affermazione facevano capire che tutto era vero. Tuttavia, la testardaggine di un bambino è dura da abbattere e continuavano a ridere e a ridere senza mai stancarsi.
Dal canto della ramata, quell'affermazione era detta in quella maniera così glaciale non perché voleva rispondere a quella maniera, ma il fatto di ritornare grande la faceva sentire triste e in qualche modo anche invidiosa di qualcosa. O addirittura di qualcuno, ma non sapeva a chi fosse rivolta questa gelosia.

«È così ragazzi. È la pura verità. Noi due siamo... Siamo due ragazzi al quale è stato somministrato un veleno particolarmente potente, che prima doveva causare morte, ma poi ci ha resi più piccoli...» disse Conan con un po' più di dolcezza, squadrando per un po' male la ragazza che aveva un'espressione dura.
«Da... Davvero?! E che... Che cosa usava... Cosa usava questo veleno per far... Per far morire la gente?!» domandò Ayumi, incredula che il bambino che le piaceva era in realtà un ragazzo.
«Apoptosi, meglio conosciuta come “Morte Cellulare”. Ogni cellula si sa che ha vita propria e compie, dopo alcuni giorni e in modo assolutamente programmato, questo processo chiamato appunto “Apoptosi”, che viene dal greco: Apoptos che significa “Morte”.» rispose in modo meno complesso possibile Ai.

«Ah sì, ne avevo sentito già parlare... Ma... Perché siete tornati bambini al posto di morire?! Chi ha ideato questo veleno?! E perché vi è stato somministrato?!» chiese Mitsuhiko.
«Beh, l'ho ideato io e me lo sono somministrato da sola perché ero stanca di stare qui... E... Forse perché ha avuto una specie di effetto collaterale. Forse le nostre cellule erano ancora in fase di sviluppo cellulare e quindi erano ancora vive...» rispose ancora Ai.
«Per quanto riguarda me... Me l'hanno somministrato perché potevo intralciare i piani di un'Organizzazione. E Ai faceva parte di questa organizzazione.» esclamò Conan, sperando di essere più dolce possibile.
«Ma... Perché l'hai ideato tu?! E perché eri stanca di vivere?! E che ci facevi in quell'Organizzazione?!» domandò Genta a raffica, curioso come non mai di poter sapere finalmente la verità riguardo a quella ragazza che non vedeva di buon occhio, ma che gli era comunque simpatica.

«I miei genitori, morti in seguito ad un incidente, stavano lavorandoci sin dapprima che nascessi, e io ho dovuto trasferirmi in America per studiare la scienza e diventare, come mio padre e mia madre prima di me, una scienziata di quell'Organizzazione. Non so quale sia il fine di questa, so comunque che non volevo più vivere perché mi avevano ucciso anche mia sorella, che era l'unica ragazza che mi era rimasta della famiglia...» disse la ramata facendo preoccupare i bambini.

Ecco perché aveva quel carattere freddo e distaccato, perché aveva quell'aria da matura e da adulta più di Conan. Ecco il motivo per il quale Mitsuhiko si era innamorata di lei. Ma ora lui vedeva i suoi sogni amorosi infrangersi davanti agli occhi. Non doveva piangere, l'avrebbe sicuramente rivista sotto forma di ragazza: la sua reale forma.
Anche Ayumi era un po' triste al pensiero che Conan non fosse un bambino e non poteva, un giorno, coronare il suo sogno d'amore con lui. Era particolarmente stupita da questo fatto, anche se aveva realizzato il perché lo adorava. Pazienza, l'avrebbe rivisto con le sue vere spoglie.

«Perché ce lo avete detto ora?!» chiese Mitsuhiko.
«Ho creato un antidoto definitivo durante l'estate, e ora stiamo per tornare alle nostre sembianze.» rispose la giovane guardando dritto negli occhi il bambino che arrossì leggermente.
«Ehm... Potremmo sapere la vostra vera identità?!» domandò curiosa Ayumi.
«Io sono Shiho Miyano. Abiterò sempre dal dottor Agasa, se volete venirmi a trovare.»
«Io sono il giovane detective liceale Shinichi Kudo, abiterò qui. E se volete vedermi, venite pure!» rispose sorridendo Conan, sentendosi osservato da una Ai particolarmente irritata da quel suo comportamento da sbruffone. Ma era questo suo lato a piacerle.
Scosse il capo, come se volesse togliere tutti i pensieri che le si erano formati riguardo al ragazzo.

«Cioè... Tu saresti davvero... Shinichi Kudo?!» esclamò Genta sorpreso.
«Certo... E se volete venirmi a trovare, venite pure. La stessa cosa vale per Ai... Cioè, Shiho. Ci siamo messi d'accordo.» sorrise ai bambini.
«Ehm... Conan?! Cioè... Shinichi?!»
«Dimmi Ayumi...»
«Come posso dire... Sì... Tu mi sei sempre piaciuto... E... E io verrò a trovarti spesso!» disse Ayumi con aria un po' delusa:«... Sono felice che ritornerai grande... Ma triste perché non posso stare con te...»
«Ayumi, fidati, ci sono ragazzi migliori di me!» esclamò Conan appoggiandole la mano sulla sua spalla, lanciando uno sguardo e ammiccando a Mitsuhiko che arrossì, immaginandosi la sua vita con Ayumi.
«Se lo dici tu...»
«Lo dico io eccome!» sorrise:«E tu Mitsuhiko?! Hai qualcosa da dire a Shiho?!» aggiunse sorridendo ancora.
«Si beh... Ecco io... Io... Cioè... Tu... Tu mi piaci, Ai... Cioè, Shiho... E... Sì, anche io come Ayumi... Sono contento che torni grande ma.... Ma mi sarebbe piaciuto stare con... Stare con te per tutta la mia vita...» arrossì lievemente. Ai gli si avvicinò e gli diede un affettuoso bacio sulla guancia dicendo:«Ci sono ragazze migliori di me... E grazie. Sono lusingata.» sorrise al bambino.

Dopo i saluti finali, i bambini uscirono dalla casa e Conan si affrettò a lavare i bicchieri.
Non si erano accorti che era già quasi notte.
Erano su un divano a testa. Ai diede un farmaco di colore verde e bianco a Conan che lo guardò stranito, per poi prendere un bicchiere d'acqua in mano e dire alla giovane:«Pronta?!»
«Pronta.»
«Al mio tre...»
«Uno...»
La sostanza si avvicinava alla bocca.
«Due.»
L'antidoto era a contatto con le labbra.
«Tre.»
La medicina era in bocca e un sorso d'acqua lo seguì.
Infine, urla di dolore si propagarono per la casa.
Silenzio.


Bene, il prologo è postato. ^^
Beh, un'altra rivoluzione c'é: a fine di ogni capitolo, ci metterò il link di quello successivo, almeno da rendere la lettura più semplice e veloce.
Va beh, non mi dilungo in commenti inutili.
Commentate!

Capitolo 1

Edited by ~ ShiningStar <3 - 15/11/2009, 21:21
 
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O.O"nino14"o.O
view post Posted on 14/11/2009, 10:58     +1   -1




Bellissima FF!! ^O^ Mi piace davvero! Già il titolo mi ha messo curiosità! Ma il prologo ancora di più! ^^ Miraccomando continua presto! Mi piace da morire questa storia! ^_-

SPOILER (click to view)
Se vuoi leggeresti anche la mia? XD
 
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detective hunter
view post Posted on 14/11/2009, 11:23     +1   -1




complimenti, questa ff si prospetta molto interessante
continuala presto
Continuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
(ps: se ti capita potresti comemntare la mia ffXD, grazie)
 
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More-Peach-Summer
view post Posted on 15/11/2009, 11:33     +1   -1




Bellissimo!!!
 
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-----Shiho Miyano -----
view post Posted on 15/11/2009, 15:26     +1   -1




Finalmenteeeee *_* aspettavo con ansia questa FF
Letto il prologo penso che sarà una storia stupenda :sisi: come l'altra del resto =)
Continua prestoooo
 
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Lilla/95
view post Posted on 15/11/2009, 16:28     +1   -1




stupenda!! non vedo l'ora di leggere il seguito!!
 
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Licia troisi
view post Posted on 15/11/2009, 18:24     +1   -1




Complimenti per il primo capitolo!!!!! Che bello Conan e Ai che rivelano l'identità ai Detective Boys... Ayumi devi deciderti eh? xD o uno o l'altro xDxD continua presto!!!!
 
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view post Posted on 15/11/2009, 21:21     +1   -1
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o.o Cassspita, quanti commenti! xD Ed è una fiction neonata! xD
Grazie davvero ragazzi, mi dimostrate affetto anche in questa e benvenuti ai nuovi lettori. ^^

Okok, non mi dilungherò molto: questo è il mio primo capitolo.
Spero vi piaccia.

Capitolo 1
Tutto Come Prima



Era tornato grande.
Era tornato grande ed era felice.
Poteva vedere nuovamente il mondo visto dall'alto e non con gli occhi di un bambino.
Non serviva neanche più mentire, fingere. Essere bugiardi o meschini per proteggere la persona che si crede amare più al mondo. Ora era libero di dire la verità senza aver il timore di coinvolgere la persona a cui si tiene più al mondo, pregando che ella capisca la gravità della situazione e rimanga in disparte, nella buona o nella cattiva sorte.

Era salito al piano superiore, Shinichi Kudo: occhi celesti e capelli corvini. Si stava cambiando con un paio di jeans e una maglietta a maniche corte. Sapeva già dove voleva e dove doveva andare. E doveva dirle la verità, gliel'aveva già nascosta a lungo e a lui non piaceva mentire a nessuno, tanto meno alla persona che amava.
Era davanti allo specchio, sorpreso nel vedersi così cambiato: i suoi capelli erano cresciuti di qualche centimetro, ma comunque gli donavano. Se li stava accuratamente pettinando, sperando di essere impeccabile per il momento cruciale.
Per finire, si lavò i denti e scese dalle scale interne a casa sua, quella dove poteva vivere senza andare da Ran e fare un imbarazzante bagno con la ragazza.

Ma prima di uscire dalla porta principale, decise di porre dei vestiti sulla poltrona vicina al divano per la sua amica Shiho, che dormiva tranquillamente e beatamente avvolta da una coperta, nuda poiché i vestiti le si erano strappati durante il ritorno alla realtà. Le osservava il petto che si alzava ed abbassava delicatamente, pensando che fosse quello di una dea.
Scosse il capo, segno che non voleva pensare a lei ma ad un'altra.
Le sorrise, le mise un mazzo di chiavi sul tavolino davanti al divano, così che ella chiudesse prima di uscire, e uscì di casa.

Era una giornata splendida, con un clima abbastanza mite. Si stava bene anche in maniche corte. Gli uccellini cantavano come la giornata precedente, il loro musetto rivolto al sole e i beccucci che si aprivano e si chiudevano ad ogni nota. Le foglie degli alberi nascondevano il sole e, a tratti, lasciavano che i suoi raggi toccassero il terreno. Esse ondeggiavano al passare di una dolce brezza quasi autunnale.
Shinichi era così felice che si mise a canticchiare, naturalmente a bocca chiusa, con gli uccellini.
Mentre passeggiava, pensava ancora al petto della ragazza che si trovava in casa sua. Era così ben fatto che non poteva credere che fosse davvero di un essere umano. Si diede un piccolo schiaffo per non pensare ancora alla giovane, anche se i pensieri si dirigevano sempre e irrimediabilmente verso quell'immagine: probabilmente essa l'avrebbe ossessionato fino alla morte.

D'improvviso sentì vibrare il cellulare: era Ran che gli chiedeva come stava e dove fosse in quel momento. Non voleva risponderle per farle una sorpresa...
E che sorpresa! Le avrebbe raccontato tutto, ogni singola cosa, in ogni minimo particolare... Nella speranza, ovviamente, che non lo picchiasse con i vari colpi di karate che ella stessa conosceva.
Quando fu davanti a casa Mouri, suonò al campanello e rispose una voce femminile, dolce e melodica:«Sì?! Chi è?!»
Egli prese fiato, sperando di non apparire troppo emozionato per quel momento:«Sono io, Shinichi!»
«Shinichi?! SHINICHI?! Vieni! Vieni pure!!!» esclamò Ran tutta estasiata, aprendogli la porta blindata.
Di recente c'erano stati alcuni furti nella casa del padre di Ran: Kogoro Mouri. Alla fine Shinichi, quand'era ancora Conan, rimanendo sveglio tutta la notte, riuscì a smascherare il colpevole di tutti i furti ed a far restituire tutto. Kogoro, saggiamente, decise di spendere un po' di soldi per installare una nuova porta blindata, apribile solo con un mazzo di chiavi all'esterno ed all'interno con un pulsante.

Shinichi la aprì e fu dentro nell'abitazione che lo aveva, inconsciamente, ospitato a lungo. Salì le scale e fu davanti all'ufficio del padre di Ran. Quando aprì la porta, fu assalito da un abbraccio di lei che continuava a ripetere:«Dove sei stato per così tanto tempo?!»
«Siediti... Voglio parlarti di questa cosa...» rispose Shinichi, accompagnandola al divano.
«È successo qualcosa di grave?!» domandò Ran preoccupata.
«No... Però devo parlarti... Ti ho nascosto troppe cose per troppo tempo...» esclamò Shinichi, sospirando:«Mi ascolterai fino alla fine, vero?!» aggiunse chiedendo.
«Certo!»
«E non ti arrabbierai, vero?!»
«Dipende da com'è il discorso...» disse Ran in tono vago, facendo trasparire una curiosità.
«Uff... E va bene!» proferì il ragazzo sbuffando:«Comincio?!»
«Vai!» gli sorrise la giovane con aria tranquilla.
«Ok... Dunque... Da dove comincio... Ti ricordi quella giornata al Tropical Land?!»
«Sì...»

«Ecco... Io avevo inseguito questi due tipi loschi... Sembravano davvero spietati, senza cuore... E visto che sai che sono curioso, sono andato a vedere che cosa stavano facendo... Ma poi sono stato beccato in flagrante e mi hanno colpito con una spranga metallica alla nuca, facendomi svenire... E poi mi hanno fatto ingoiare a forza un veleno che doveva farmi morire, ma mi ha fatto ritornare un bambino di dieci anni di meno...» esclamò Shinichi cercando di usare un tono gentile e che non facesse preoccupare la giovane che disse:«Quindi Conan...?»
«Esatto, Conan ero io. Aspetta! Aspetta... Lo so, è una cosa stranissima da dire e da sentire, però è così: io ero Conan.»

«Per cui per tutto questo tempo tu sei stato con me sotto le mentite spoglie di un bambino?!» proferì Ran del tutto shockata dalla rivelazione del ragazzo che più amava.
«Esatto... C'è una ragione per la quale non ti ho detto tutto sin dall'inizio...» aggiunse Shinichi in tono di scusa:«... Ed è quella che ti volevo proteggere più di ogni altra persona al mondo... Sai, quegli uomini potevano farti male... E non potevo permetterlo... Perché io...»
«... Grazie Shinichi... Se hai mentito per questo motivo ti ringrazio davvero... Ma...» sospirò:«... Come hai fatto a tornare grande?!» aggiunse la ragazza in tono tranquillo.

«Ai... Cioè, Shiho... Praticamente era una scienziata di quell'Organizzazione criminale... Soltanto che dopo che quest'ultima le ha ucciso sua sorella, ella si è ribellata perché era stanca di vivere a quel modo... E, per non dare a quegli uomini la soddisfazione e la gioia di averla uccisa, decise di auto-somministrarsi il veleno... Poi è venuta da me, sapendo che ero l'unico che poteva, diciamo... “Capirla” nella situazione in cui era, cioè anche lei rimpicciolita, e quindi ci siamo alleati contro questa Organizzazione...» sospirò per prendere fiato:«... Durante queste vacanze, lei è stata chiusa nel laboratorio della casa del dottor Agasa per preparare un antidoto... E giusto ieri sera l'abbiamo preso e siamo tornati al nostro stato reale.» finì di raccontare.

Un silenzio pesante avvolse l'ufficio. Shinichi era sempre stato accanto a lei, nella buona o nella cattiva sorte. Non riusciva a crederci... Anche se in qualche modo lo sospettava. Ma vedersi i suoi sospetti diventare realtà, le faceva provare sia senso di vittoria, sia un senso di sgomento.
L'aveva aspettato per tanto, troppo tempo. Aveva aspettato la verità a lungo, ed ora che gliel'aveva finalmente detta, non sapeva se perdonarlo o meno. Sì, aveva le sue buone ragioni per aver mentito per così tanto tempo, ma doveva dirglielo e lei non si sarebbe messa di mezzo. Le avrebbe risparmiato le pene dell'inferno!

Pazienza si disse tra sé e sé Lo perdonerò comunque... Basta che da ora in poi non mi menta più.... Così facendo, aprì la bocca e proferì:«... Shinichi, ti perdono. Hai avuto le tue buone ragioni per mentire... Detto questo però voglio che tu mi dica sempre e comunque la verità...»
«Va bene... Lo prometto...» sorrise alla ragazza, stringendole la fredda e liscia mano:«... Senti, ti andrebbe di venire con me al parco?»
«Quando?» domandò Ran stupita dalla richiesta.
«Adesso... Se ti va, ovviamente.» sorrise il ragazzo a lei.
«Certo! Mi cambio, lascio un biglietto a papà, nascondo le chiavi e arrivo.» disse la giovane, andando in camera e cambiandosi come meglio poteva: una gonna color rosso lunga fino al ginocchio con una maglietta bianca, calze lunghe fino alle ginocchia bianche e mocassini marroni.

Quando finalmente fu pronta, scrisse velocemente un biglietto (Ciao papà, sono uscita con Shinichi. Tornerò presto. XXX Ran), prese le chiavi e le nascose sotto un vaso. Poi si diressero verso il parco Beika, leggermente in imbarazzo per essere in compagnia.
Giunti al luogo dell'appuntamento, udirono uno sparo in lontananza.
Shinichi e Ran accorsero subito.

~ ~ ~



Da un'altra parte, in una città più o meno vicina a Tokyo, meglio conosciuta come Tottori, si stava svolgendo una riunione tra tre persone, una delle quali stava dicendo:«C'è una missione che vorrei affidarvi. È una cosa molto importante, che forse riuscirà a giungere a termine il nostro obiettivo. Mi fido di voi due, figli miei...» era il capo degli Uomini in Nero che stava spiegando questa loro missione.
«Dica, capo...» esclamarono Gin e Vermouth contemporaneamente.

«Beh, dovete andare in Europa per due settimane. Non sono molto, ma sono due settimane importanti. Sapete che Tottori ha una città gemella in Europa, ed è una città Tedesca il cui nome è Hanau, nel distretto del Darmstadt. Ecco. Dovete prendere l'aereo domani stesso per Berlino, poi prenderete una macchina, una Ferrari 458 Italia.» e mostrò una foto di quella macchina:«... Su quella macchina ci sarà un uomo che appartiene ad una loggia massonica molto potente. In Germania stanno cercando di riportare il partito Nazista agli allori, ma questo è un dettaglio poco importante. Dunque, vi stavo dicendo che troverete questo Alfred Shmitz che vi fornirà una dose di una sostanza che ci servirà, e dovrete portarla qui... Ovviamente dovete dargli dei soldi, che ho messo in una valigetta dentro un'altra valigia. Mi raccomando, non deludetemi...»
«Due settimane solo per questa cosa?!»
«No, per quello ci vuole un giorno. Ho deciso di regalarvi una vacanza...»
«D'accordo. Thanks boss.» e Vermouth si alzò e se ne andò, dando un bacio sulla guancia al padre.

«Capo.»
«Dimmi Gin.»
«Vorrei parlarti di Sherry...»

Capitolo 2

Edited by ~ ShiningStar <3 - 22/11/2009, 16:45
 
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view post Posted on 15/11/2009, 23:38     +1   -1
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The Dark One

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cavoli, non mi ero accorta della nuova ff!

cmq, appena letta......davvero interessante!!!!
e così i nostri son tornati normali....che puccia la nostra shiho che dorme :wub: :wub: :wub: :wub:

mi rincuora il fatto che abbia specificato nella presentazione che non scriveresti mai ff che non siano shiho/shinichi......attenderò fiduciosa e continuerò a leggere!
:clap: :clap: :clap:
 
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-----Shiho Miyano -----
view post Posted on 16/11/2009, 15:02     +1   -1




Stupendo il primo capitolo :sisi:
Non vedo l'ora di leggere il prossimo *.*
Continua prestooooooooo...
 
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O.O"nino14"o.O
view post Posted on 16/11/2009, 15:13     +1   -1




Fine! O.O" Si me li aspettavo lunghi ma non così tanto! :asd:
Beh però è davvero bella! ^O^ Mi intriga semrpe di più! Mi raccomando continuala presto!

SPOILER (click to view)
Spero che vogliano uccide Sherry! Muahahahahah
 
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Lilla/95
view post Posted on 16/11/2009, 15:41     +1   -1




ohi! non mi ero accorta del capitolo! ran io non lo avrei perdonato! nono che se ne vada da quella scienziatina con cui è stata per tutto questo tempo! ovviamente è solo un consiglio però..così rendi tutti più felici! :) =D ashuashu!! al prossimo capitolo! ;)
 
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Sherry 4869
view post Posted on 16/11/2009, 21:45     +1   -1




Scusa se non ho commentato prima, testa altrove!
Bella la tua nuova FF!Finalmente anche se il nostro sboroncello non lo ammette capisce che Shiho è meglio di Ran!
 
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Irene.M
view post Posted on 20/11/2009, 12:45     +1   -1




nn vedo l'ora di sapere come continua! brava!
 
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view post Posted on 22/11/2009, 16:45     +1   -1
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Grazie a tutti i miei lettori per i commenti positivi... E benvenuti ai nuovi! ^^

Finalmente, dopo mille peripezie, posto il secondo capitolo.
Ho già fatto una scaletta su come voglio strutturare la mia fiction.
Spero che vi piaccia e che continuerà a piacervi! ^^

Bando alle ciance, non è tempo di parlare: eccovi il secondo (attesissimo, spero) capitolo!


Capitolo 2
Vecchia Vita, Nuovo Caso



«Parliamone pure, Gin...»
Il capo era seduto su una comoda poltrona in pelle nera, osservando suo figlio e capendo, più o meno, il senso di quella richiesta. Non era mai stato molto aperto, ma comunque lui riusciva a capire quello che passava per la mente di Gin, anche se era praticamente impossibile decifrare i suoi pensieri, ma bastava pronunciare il nome in codice della ragazza per scatenare in lui una reazione di pura eccitazione. Tuttavia, non capiva proprio il perché di questa cosa, di questo attaccamento morboso alla giovane, di questo interesse particolare...
E chissà per quale motivo voleva parlare di Sherry proprio con lui.
Osservava calmo e paziente Gin fin quando il figlio non aprì bocca e pronunciò:«Beh, potrebbe servirci per finire quel farmaco!»

«Spiegazione sensata. Quindi mi stai dicendo che tu la rivorresti nella nostra base solo per completare un farmaco?» esclamò il capo per chiedere conferma di ciò che lui aveva inteso.
«Esatto, se a lei non spiace...»
«E va bene. Darò l'ordine di smettere di darle la caccia per tua gioia... Scommetto però che c'è anche un altro motivo per cui la vorresti ancora qui...»

«Se posso mancarle di rispetto, non sono affari suoi.» disse Gin un po' innervosito.
«Certo, certo... Comunque, ora goditi la tua vacanza... Appena tornato, ti darò altri ordini... Si può attendere per il suo rapimento...»
«Certo, la ringrazio... Capo.» e fu così che Gin volse le spalle a suo padre, camminando verso la porta dell'ufficio lussuoso e uscendo da essa. L'impermeabile nero ondeggiava dietro di lui e un sorriso beffardo si appropriò della sua faccia.

~ ~ ~



Si era appena svegliata, tutti i muscoli intorpiditi, un dolore lancinante alla testa. Non aveva dormito molto, solo quattro ore sulle sei che di solito era abituata a dormire. Voltò il suo sguardo verso il tavolino e vide il mazzo di chiavi e vide poi, sulla poltrona, dei vestiti. Senz'ombra di dubbio li aveva messi lì Shinichi per quando si sarebbe svegliata. Che cosa dolce. E lei per ricompensare però voleva e doveva pulire la casa del giovane. Insomma, era da secoli che nessuno ci metteva piede e ieri, tra l'agitazione del poter tornare grandi, si erano totalmente dimenticati di sistemarla. Andò in giro per quella casa e trovò il ripostiglio delle scope e si mise a spazzare per terra. Poi prese uno straccio e pulì sui mobili, sollevando i vari libri, le varie porcellane, le cose che insomma si mettono usualmente sulla mobilia per rendere la casa più abbellita. Poi prese l'aspirapolvere e si mise a raccogliere la polvere dal pavimento. Successivamente prese uno straccio, lo mise dentro ad un catino pieno di candeggina e si mise a pulire per terra con uno scopettone.
Insomma, quando sarebbe rientrato Shinichi avrebbe trovato una casa in ordine, non come l'aveva lasciata lui, ovvero una casa dove più che persone ci vivevano i germi.

Infine, sistemata tutta, fatto andare due o tre lavatrici o altro, Shiho uscì di casa felice di aver fatto questo favore a quello che considerava decisamente più di un semplice amico.

~ ~ ~



Uno sparo si era sentito nell'aria e ora il moro stava accorrendo, accompagnato dalla sua bella, al luogo del misfatto.
Il parco era affollatissimo. Si faceva fatica a passare, tant'è che Shinichi dovette chiedere più e più volte il permesso per passare. Solo quando arrivò davanti al luogo del delitto riuscì a passare tranquillamente. Erano tutti intorno al corpo e lui lo stava osservando. Aveva i capelli castano scuro e un fiume di sangue gli aveva sporcato i vestiti, forse nuovi, a causa dello sparo:«Tutti via, allontanatevi per favore. Sono un detective liceale...» esclamò il giovane tentando di dissipare la folla per non far venire il panico alle persone amiche:«Ran, per cortesia, chiameresti l'ambulanza per l'autopsia e la polizia?!» aggiunse poi domandando alla ragazza che aveva al suo fianco.

«Certamente!» disse la castana tirando fuori dalla tasca il suo telefonino e componendo il numero dell'ambulanza e successivamente, finita la chiamata, quello della polizia.
Nel giro di dieci minuti, entrambi i servizi furono lì dove si trovavano il giovane e la ragazza. Un ispettore robusto, con baffetti e con un impermeabile color ocra fissava sbigottito Shinichi, incredulo della sua presenza. In effetti, non solo lui era incredulo di trovarsi davanti proprio il detective liceale più famoso del Giappone. Insomma, non lo si vedeva da sei mesi in quel di Tokyo e tutto a un tratto se lo ritrovano lì, pronto per risolvere un nuovo caso con il suo proverbiale intuito.
«Ma che sorpresa, Shinichi! Quanto tempo!» esclamò Megure stringendo la mano al ragazzo.
«Sì, troppo direi... Ma niente chiacchiere, bisogna risolvere questo caso...» disse il giovane in risposta all'esclamazione dell'uomo, alzando lo sguardo e rimanendo sbigottito alla visione di quella ragazza: era Ayumi Hamasaki, una delle sue cantanti preferite! Che ci faceva in quel parco? Forse un giro proprio come se lo stava facendo lui. Ma in lei vide qualcosa che non si sarebbe mai aspettato di vederle: le lacrime. Forse l'uomo assassinato aveva a che fare con lei, così per conferma Shinichi si diresse verso la ragazza e le disse:«Signorina Hamasaki, perdoni la mia curiosità, ma quest'uomo era qualcuno di importante per lei?!»

«Ovvio...» esclamò tra i singhiozzi la cantante:«... Era il mio fidanzato!» tentò di mantenere il controllo mentre spiegava tutto quello che doveva spiegare:«E non so chi... Chi... Chi l'abbia ucciso!» scoppiò a piangere copiosamente, si inginocchiò a terra tenendosi un pugno stretto sul cuore mentre Ran le cinse un braccio attorno alle spalle per consolarla. Megure si chinò sulla ragazza:«Senta... Potremmo sapere come si chiamava l'uomo?!» proferì in tono gentile.
«Sì... Si chiamava... Si chiama... Masaki Kawasoe... Ci conoscevamo da tanto tempo e ci eravamo innamorati...» esclamò Ayumi tristemente.
«Ok, c'era qualcun altro assieme a voi?!»
«Sì, il mio migliore amico... Junichiro Yamada.» rispose la ragazza piangendo copiosamente, facendo decidere a Megure di lasciarla in pace e di concentrarsi sul caso:«Dunque. A quanto pare erano qui in tre a fare una passeggiata. La signorina Hamasaki, il signor Kawasoe e il signor Yamada. Dico bene?!»
«Sì ispettore.»

«Quindi, a rigor di logica, il colpevole è per forza il signor Yamada. Spinto da non so quale motivo avrà ucciso Masaki...» esclamò l'ispettore guardando un ragazzo con i capelli castano scuro che disse:«Mi spiace mancarle di rispetto ispettore, ma io non sono stato.»
«Ha ragione.» proferì una voce dietro l'ispettore:«Non è stato lui. Io ero mano nella mano con lui.» era una ragazza con i capelli castano chiaro e gli occhi castani.
«E lei chi sarebbe?»
«Il mio nome è Yamamura Yumi.» rispose la ragazza:«E sono la fidanzata del signor Yamada. Noi due ci amavamo davvero tanto.» aggiunse poi con un sorriso così bello che fece rimanere di sasso i presenti.

«Quindi tutti i miei sospetti cadono.»
«Ispettore, lasci fare a me.» disse Shinichi sorridendo all'ispettore, scansandolo delicatamente dal passaggio e raggiungendo la cantante:«Di recente, per caso, aveva ricevuto qualche lettera minatoria?» domandò il ragazzo, chinandosi su di lei e appoggiandole la mano sulla spalla.
«Sì. Era uno che da tempo mi odiava. Io... Io no gli ho fatto nulla!» rispose la giovane che stava tentando di riprendersi.
«E posso sapere che c'era scritto su queste lettere?»
«Un messaggio strano...» frugò nella sua giacca e tirò fuori un foglio di carta un po' stropicciato:«Eccola, leggetela pure ad alta voce. Me la porto dietro sempre per andare dalla polizia a denunciarlo, ma continuavo a dimenticarmene.» aggiunse Ayumi un po' imbarazzata:«Sa com'è, il fatto di essere cantante mi fa pensare tantissimo alle canzoni, ai fan, agli album, ai concerti...»

«Non è un problema...» disse Shinichi sorridendo alla ragazza:«Dunque... Qui troviamo scritto che in effetti voleva farla fuori... Possiamo quindi sospettare che questo ragazzo la perseguitava per, un giorno, spararle e ucciderla...»
Yumi si mise una mano sulla bocca:«Che cosa orribile!» esclamò poi.
«Sì, sappiamo solo che la odiava, ma il motivo non lo sa nessuno...» esclamò Shinichi. Poi guardò Ran che consolava ancora la cantante. Accidenti pensò tra sé e sé frustrato Proprio ora che volevo dichiararmi e stare con lei mi capita di dover risolvere un cavolo di omicidio? poi si rivolse alla folla:«Dunque, nessuno sa né il colpevole, né il vero movente... Il caso si fa interessante. Comunque...» sospirò:«... Sicuramente quel ragazzo voleva colpire lei ma il signor Kawasoe, sentendo lo sparo, l'ha protetta ed a preferito morire piuttosto che far morire lei.» esclamò Shinichi convinto di questa dinamica dei fatti.

«Sì, potrebbe essere così.» disse Ran guardando estasiata il ragazzo che amava più di ogni altra cosa al mondo. Ora che era tornato grande, se a lui andava bene, si potevano mettere insieme e, un giorno molto lontano, sposarsi e avere figli. Insomma, la vita che aveva sempre sognato di passare con lui.
Shinichi guardò che c'era qualcosa di molto strano per terra: era un foglio con su scarabocchiato qualcosa. Lo raccolse da terra e lesse le parole, quelle che lo colpirono e lo fecero ragionare come suo solito.
Aveva capito chi era il colpevole.

Capitolo 3

Edited by ~ ShiningStar <3 - 29/11/2009, 21:54
 
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276 replies since 13/11/2009, 22:47   18146 views
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