Mi sono accorta che ho un altro capitolo pronto, quindi visto che siamo sotto Natale e siamo tutti più buoni vi posto anche questo, così dovrete aspettare per il seguito
My best friendDopo mangiato abbiamo ripetuto un’ultima volta storia e subito dopo mi sono preparata per andare a casa di Rachel, quando sono sulla porta Ryan si avvicina e mi sorride. Non è stato poi così male, alla fine ho fatto tutto quello che dovevo fare e ho anche studiato per l’interrogazione, Ryan non mi è saltato addosso, anzi è stato molto gentile con me e soprattutto non ha insistito quando gli ho detto che per il momento non me la sentivo di affrontare quella faccenda, in ogni caso mi ha fatto promettere che quando mi renderò conto che non riuscirò più a tenermi dentro tutto ne parlerò con lui.
“Grazie Ryan…”
Stava per allungare una mano verso la mia testa, ma la ritira subito dopo, mettendola nella tasca dei jeans. Almeno si è ricordato che non mi deve toccare i capelli, bravo Ryan continua così, stai guadagnando tanti punti, vedrai che metterò una buona parola per te con Kate. Ce la farò si metteranno insieme e mi daranno tanti nipotini, vivremo tutti insieme in una bella casa e io farò la baby-sitter ai bambini.
“È stato un piacere e poi impari in fretta!”
Si abbassa e mi lascia un bacio sulla guancia, tengo la borsa ferma sulla spalla e lo guardo, abbozzando un sorriso, non è che se non mi tocca i capelli mi deve baciare, deve mantenere le distanze nessun tipo di contatto, quanto odio essere ripetitiva.
“Si…ehm…-sto iniziando a perdere il senso di quello che devo dire, proprio come questa mattina. Tossisco e torno a guardarlo.-…ci sentiamo, così ti dico com’è andata l’interrogazione!”
“Perfetto, allora aspetto tue notizie.”
Esco, lentamente, dall’appartamento sorridendogli. Gli ho appena detto ci sentiremo, sono diventata scema, potrebbe dirglielo Kate, perché dovrei chiamarlo io e poi che gli dico? Non abbiamo niente da dirci.
“Si…ciao!”
Mi giro definitivamente ed entro nell’ascensore, prima di chiudere la porta aspetta che io me ne sia andata. Passo una mano sul viso e mi guardo allo specchio devo dormire, ho studiato troppo oggi e questa sera mi tocca uscire con Rachel. Adesso devo prendere la metropolitana e andare dalla mia amica, la prossima volta potrei venire qui in macchina, almeno non dovrò usare i mezzi di trasporto, che odio con tutto il cuore. Mi blocco a metà strada, perché sto pensando alla prossima volta, sono stata qui per sei ore, dovrei averne abbastanza, eppure sto bene in quella casa e poi riesco a studiare, quindi non mi dispiacerebbe tornare ancora così preparerò gli esami, verrò promossa e finalmente potrò andare all’università a studiare medicina.
Tra pensieri, riflessioni mi trovo davanti alla porta della casa di Rebecca, suono il campanello e aspetto che qualcuno mi venga ad aprire.
“Alla buon’ora Sarah!”
“Ciao Rachel, si sto bene anch’io!”
Entro e faccio come se fossi a casa mia, in effetti questa è un po’ anche casa mia, le volte in cui ho dormito qui non si contano più, per non parlare delle ore passate a chiacchierare con la mia migliore amica. Entro in camera sua e lascio borsa e cappotto sulla sedia, mi siedo sul suo letto e afferro una rivista di moda, iniziando a sfogliarla e l’interrogatorio inizierà fra tre, due, uno…
“Dove sei stata? Con chi sei stata e soprattutto cosa hai fatto?”
Lo sapevo, mi basta non rispondere ad una chiamata o a un messaggio per far scattare l’inquisizione. Chiudo la rivista e la poso vicino a me sul materasso.
Devo dirglielo, potrebbe anche non credere alla storia delle ripetizione eppure è la verità: io e Ryan abbiamo studiato, anzi io ho studiato e lui mi guardava e mi infastidiva, togliendomi le cose di mano.
“Sono stata da Ryan.”
I suoi occhi azzurri, si fanno se è possibile ancora più chiari, si avvicina a me e inizia a gattonare sul letto, come al solito capisce sempre quello che vuole basta dirle il nome di un ragazzo e lei non capisce più niente.
“Ryan…quello figo con quei capelli, quegli occhi e le labbra…”
Si morde il labbro inferiore e alza gli occhi al cielo stringendosi nelle spalle.
Si avete capito bene, a lei piacciono i ragazzi, piacciono anche a me, ma a lei piacciono tutti quelli che lei cataloga come: fighi.
Il tipico ragazzo figo, o meglio il tipico ragazzo che piace a Rachel deve essere universitario, ma non vanno bene tutti, sono presi in considerazione solo quelli dal secondo anno in poi, ovviamente deve avere la patente, bello da togliere il fiato, una certa struttura fisica, perché come dice lei: anche la forza vuole la sua parte; ci ho provato un sacco di volte a dirle che il detto non è così ma lei tende a cambiare le cose come fanno comodo a lei e io le voglio bene così com’è.
Ryan, quindi, rientra nella categoria del ragazzo figo l’aveva notato in terza media, era venuta a casa mia per fare i compiti e ha conosciuto Ryan, da quel giorno è diventato il suo chiodo fisso. A differenza mia, non riesce a capire per quale motivo non si sia ancora rassegnato con mia sorella, per dedicarsi completamente a lei. Forse non ha ancora capito che le ragazze come me e lei a lui non interessano, lui è innamorato di Kate, me l’ha rivelato proprio oggi, penso che sia arrivato il momento di dirle di mettersi il cuore in pace e che non avrà mai nessuna possibilità con Ryan.
“Si lui, ma tieni a freno gli ormoni! È innamorato perso di mia sorella, me l’ha rivelato oggi.”
Posa una mano sulla mia spalla e l’altra sul suo cuore, mi guarda seria come se stesse per rivelarmi il terzo segreto di Fatima, quando fa così mi mette i brividi.
“Io ho rinunciato a Ryan in seconda superiore. È dalla terza che spero che voi due vi mettiate insieme!”
Sgrano gli occhi, alla faccia del terzo segreto!
Questa cosa non me l’aveva mai detta e da dove le è uscita fuori poi, io e Ryan insieme, ma qui stiamo scherzando. Non ho mai visto due persone più differenti di noi, non potrei mai rubare il ragazzo a mia sorella e poi lui a me non piace. Mi sta simpatico, certo, ma non lo vedo come un ragazzo, figuriamoci. Assolutamente no, siamo come il giorno e la notte, il mare e la montagna, il sale e lo zucchero. Cosa succede se metti tutte queste cose insieme? Un gran casino ecco.
“Rachy, tu sei fuori come un balcone!”
“Perché? Pensaci bene: è bello, ha quegli occhi che farebbero perdere la testa a chiunque il suo cervello inoltre non scherza. Cos’ha che non va?”
“Prima di tutto è di mia sorella e poi non mi interessa. Lo sai cosa penso a proposito dei ragazzi.”
La vedo sbuffare e si butta a peso morto sul letto, la imito e fisso il soffitto. Io e Ryan insieme, che assurdità, è come un fratello per me vedo il viso di Rachel vicino al mio e mi sorride sorniona.
“Stai pensando a te e Ryan a letto insieme, vero?”
“Ma che dici?”
L’allontano, sbuffando. Questa ragazza ha troppa fantasia non può accoppiarmi ogni settimana con un ragazzo diverso, senza contare quelli del fine settimana. Non può fantasticare anche su di me, dovrebbe smetterla di sognare ad occhi aperti e soprattutto dovrebbe smetterla di rendermi protagonista della maggior parte dei suoi sogni. Forse però dovrei iniziare a guardarmi intorno e cercarmi un ragazzo, dopo tutto ho quasi diciannove anni, ma si sono giovane e ho tutta una vita davanti per pensarci, inizierò a pensarci dopo il diploma e l’ammissione all’università per il momento ho altre priorità e sono molto più importanti della mia vita sentimentale, sono stata senza fino adesso, se aspetto ancora qualche mese non muoio mica, anzi ci guadagno: non ho distrazioni per la testa, non devo rendere conto a nessuno e soprattutto devo passare il tempo a sentire smancerie che farebbero innalzare il livello di glucosio a chiunque.
“Sarah…avere il ragazzo non è un supplizio. E poi tu sei così bella.”
“Rachy, davvero, ora come ora non me la sento.”
“Arriverà quello giusto.”
“Sicuramente…”
“Adesso mi dici cos’hai fatto con Ryan!”
Torna a sorridere e si siede a gambe incrociate, mi metto a sedere anch’io e le racconto tutto, dal mio rientro a casa di tre giorni fa fino alla giornata di oggi, lei segue il mio racconto con attenzione, illuminando lo sguardo ad ogni parola pronunciata da me, il suo entusiasmo è eccessivo, non le sto raccontando niente di speciale, le sto solamente dicendo com’è andata la mia mattinata, tralasciando, ovviamente, la parte che riguarda l’altro tipo di libri che scrive Ryan, non penso che sia una cosa che devono sapere in molti, anzi in meno lo sanno e meglio è. Alla fine del mio racconto mi lascio sfuggire che mi ha dato un bacio sulla guancia quando ero sulla porta e lei mi si butta praticamente addosso.
“Ti ha baciata!”
“È stato un bacio sulla guancia…”
“E con questo? Le sue labbra perfette hanno toccato la tua pelle!”
Sai che roba, un innocuo bacio sulla guancia e io sono proprio una stupida, perché non dovrei raccontarle certe cose, non hanno nessuna importanza, se fosse stato il ragazzo che mi piace a darmi un bacio a quest’ora sarei entusiasta quanto lei, ma qui stiamo solo parlando di Ryan, cioè non capisco tutto questo fervore non è successo niente di speciale. Devo smetterla di perdermi nei pensieri, il cellulare inizia a squillare e mi alzo svogliata, trascinandomi fino al cappotto, prendo il telefono dalla tasca e rispondo, rimanendo abbasta sorpresa dalla voce che mi risponde dall’altra parte.
“Sarah! Scusa se ti disturbo, volevo solo dirti che hai dimenticato l’agenda a casa mia.”
“Grazie, non me ne sono proprio resa conto.”
“Te la porto a casa tua domani?”
Passo una mano tra i capelli e mi siedo sul letto, Rachel si mette subito vicino a me e avvicina l’orecchio al telefono per poter ascoltare la conversazione. Mi punzecchia il fianco e la vedo mimare con le labbra la parola stasera. Giusto, questa sera usciamo e il locale si trova vicino a casa di Ryan.
“No, non ti disturbare. Questa sera devo uscire con la mia amica, è un problema se passo prima a casa tua così la recupero?”
“Nessun problema! A questa sera allora.”
“Perfetto, a più tardi.”
“Ciao, Sarah.”
“Ciao, e grazie ancora!”
“Figurati.”
Aggancia e io metto il cellulare sul comodino, Rachel si alza dal letto e inizia a ballare davanti a me, ancheggiando esageratamente. Ha in mente qualcosa, ce l’ha scritto in faccia, e la conosco troppo bene per pensare il contrario, sono proprio curiosa di sapere cos’ha elaborato la sua testolina bacata.
“Questa sera, tu vai a casa di Ryan e lo inviti ad uscire con noi.”
Alzo gli occhi al cielo sospirando, me l’aspettavo, solo lei può avere certe idee e so anche che se le dico di no, ci penserà lei a invitarlo. Perché mai dovrei chiedergli di uscire con due ragazzine? Ma soprattutto perché dovrebbe accettare? Lo so che se glielo chiedessi direbbe di si, ma lo direbbe solo per farci piacere, andando contro la sua volontà e io non voglio che venga con noi, sarebbe come se uscissi con mia sorella, avrei i suoi occhi addosso per tutta la serata e poi andrebbe a raccontare tutto a Kate, no, non se ne parla.
“Guarda che se non lo fai, ci penserò io!”
Come non detto, ormai la conosco come le mie tasche, è così facile prevedere le sue mosse. Mi alzo e le poso le mani sulle spalle, almeno la smette di ballarmi sotto il naso, mi sta facendo venire il mal di mare. Ryan non verrà con noi, io non lo inviterò e non lo farà nemmeno lei, lui ha ventiquattro anni, noi diciotto, siamo due mondi completamente diversi e non possiamo stare nello stesso spazio vitale, ma sembra che questo piccolissimo particolare non sia del tutto chiaro a Rachel. La guardo negli occhi, sta per protestare ma prontamente l’ammutolisco con lo sguardo:
“Vado da Ryan, prendo l’agenda, esco da casa sua e andiamo al locale.”
Sospira e abbassa lo sguardo, forse sono riuscita a convincerla, anche se di solito non è così facile mi guarda come se fosse un cucciolo abbandonato, facendo cadere i lunghi capelli astani sugli occhi, afferra le mie spalle e mi scuote energeticamente:
“Tu sei tutta scema! Ma rispetterò, a malincuore, la tua volontà. Se è questo quello che vuoi: restare single a vita e rinunciare ad un bocconcino simile, va bene, fai pure.”
Sospiro e alzo gli occhi al cielo, perché deve essere sempre così tragica?
Io non ho nessuna intenzione di restare single a vita, forse altri trenta o quarant’anni poi, magari, cercherò di mettere su famiglia a meno che non sia oberata di lavoro e allora si che rinuncerò definitivamente all’idea di mettermi con qualcuno. È tutto così semplice e programmato, io non ci vedo niente di male, anzi penso che sia un’ottima idea, soprattutto per una come me, che non ha voglia di fare progetti a lungo termine sul suo futuro e non ama particolarmente l’idea di immaginarsi moglie e madre. Le sorrido e le do un buffetto, scherzoso, sulla guancia:
“Vedo che hai capito tutto, Rachel. Sapevo che non mi avresti delusa!”
“Si, continua così e vedrai che oltre ad essere sola, sarai circondata da un esercito di gatti!”
Allargo le braccia e scuoto il capo:
“Se ci sono i gatti allora non sono sola!”
Dopo quell’affermazione mi arriva un cuscino dritto in faccia, lo prendo e guardo la mia amica, tenendo il cuscino con una mano.
“Che ho detto? I gatti sono di compagnia anche se io preferisco i cani!”
Annuisco e le rilancio il cuscino ridendo divertita, Rachel si lascia andare sul materasso, sbuffando sonoramente, prima o poi la porterò all’esasperazione distruggo tutti i suoi progetti e non cambio idea, nonostante lei cerchi continuamente do portarmi verso un’altra strada, ma io sono una testona, come dice mia sorella, e non cambio mai idea.
“Sei tremenda Sarah!”
“Lo so!”
***
Avevamo detto: “Ma si per questa sera vestiamoci in modo semplice: jeans una maglia carina e niente tacchi.”
Avevamo detto.
Qualcuno sa dirmi perché sto indossando una minigonna nera, con un top bianco con le paillettes, collant neri e stivaletti con tanto di tacco?
Io mi vesto in questo modo quando vado a ballare, non di certo quando vado a bere qualcosa con la mia amica, ma si sa lei è fatta così appena ha sentito il nome Ryan le si è accesa la lampadina, e ha sostenuto che non mi sarei mai e poi mai potuta presentare a casa sua con il look che avevo scelto, e inoltre al locale ci avrebbero raggiunto Simon e il suo amico, e questo è stato un altro pretesto per farmi vestire in quel modo.
Sono ancora seduta in macchina, le mani strette sul volante e lo sguardo rivolto verso di lei, vorrei strozzarla, non scenderò mai conciata in questo modo per salire a casa di Ryan.
“Sarah scendi adesso!”
“No!”
“Sarah facciamo tardi!”
Scende dalla macchina e fa il giro, apre la portiera e, dopo avermi tolto la cintura di sicurezza, mi tira per un braccio con l’intento di farmi scendere, data la presenza di alcuni passanti curiosi scendo dall’auto e mi avvio verso il palazzo.
Quando entro non trovo la signorina di questa mattina ma un uomo, probabilmente sulla trentina, non appena si accorge del mio arrivo mi sorride cordialmente e mi saluta:
“Buona sera, Signorina. Posso aiutarla?”
“Devo vedere…il Signor Law.”
“Sa già dove trovarlo o le servono delle indicazioni?”
“Ci sono già stata, la ringrazio.”
Mi avvio a passo svelto verso l’ascensore e schiaccio il pulsante per arrivare all’ultimo piano, il tragitto sembra non finire più, a differenza di questa mattina. Certo che la vista è ancora più spettacolare, le luci si riflettono sul vetro e sembrano ancora più luminose scuoto il capo, continuando a pensare che si tratta veramente molto bene, e che se Kate potesse vedere tutto questo tutti i giorni sarebbe ancora più felice.
Quando raggiungo l’ultimo piano esco dall’ascensore e vado verso la sua porta, suono il campanello e aspetto che mi venga ad aprire, osservo la punta delle mie scarpe strano che ci stia mettendo tutto questo tempo, forse è uscito oppure sta dormendo.
Certo che poteva dirmelo, almeno non sarei passata.
Sto per suonare nuovamente il campanello quando la porta si apre: addominali, un ombelico, due pettorali, pantaloni abbottonati a metà e camicia completamente sbottonata, capelli spettinati e un’aria completamente sconvolta.
“Sarah!”
“Ryan…”
“Scusa mi stavo preparando per uscire.”
Annuisco e guardo alla mia destra, poteva almeno finire di vestirsi invece di presentarsi in questo modo è uno svergognato non ci sono altre parole per descriverlo, un grandissimo e scolpitissimo, svergognato.
“La mia agenda?”
Piego, appena, la testa di lato e lo guardo in faccia non si è nemmeno preoccupato di abbottonarsi i pantaloni, che roba.
“Giusto. Entra non stare sulla porta.”
Si avvia verso il soggiorno e sbuffo, seguendolo in casa, chiudo la porta alle mie spalle e il torpore di questa mattina mi avvolge completamente così sono costretta a togliere il cappotto, altrimenti non appena sarei uscita di lì mi sarei beccata l’influenza e di certo non rientra nei miei piani ammalarmi. Sparisce nella sua stanza e torna poco dopo con la mia agenda prima di porgermela mi guarda dalla testa ai piedi, mettendomi lievemente in soggezione, passo una mano tra i capelli e la tendo verso di lui, scuote il capo e socchiude gli occhi.
“Stai molto bene vestita così.”
Abbasso lo sguardo e ripongo l’agenda nella mia borsa, indosso il cappotto e sistemo la sciarpa intorno al collo.
“Grazie. Ci vediamo Ryan!”
Mi avvio velocemente verso la porta ed esco da quella casa. Corro verso l’ascensore e mi rifugio lì dentro.
Ha detto che vestita così sto molto bene.
Mi ha fatto un complimento e mi ha fatto quasi piacere.
Non ci devo più tornare in quella casa, assolutamente no, mi fa solo male stare in sua compagnia.
Appena arrivo al pian terreno, saluto distrattamente l’uomo ed esco dal palazzo, dirigendomi a grandi passi verso la mia macchina, salgo e butto la borsa sui sedili posteriori, metto in moto e parto a tutta velocità verso il locale, Rachel mi guarda stranita e si regge saldamente al sedile.
“Che è successo?”
“A parte il fatto che mi ha accolta mezzo nudo? Ha detto che vestita così sto molto bene.”
“E tu fai la pazza per un complimento? Quante cose devo ancora insegnarti amica mia…”
Cerco di respirare tranquillamente ma non ce la faccio sono troppo arrabbiata e non riesco nemmeno a capire perché mi devo arrabbiare per colpa sua non ha nessun senso.
Quando arriviamo al locale spengo il motore e prendo la borsa, scendiamo e sento la suoneria del mio cellulare, lo prendo e noto un messaggi non letto, lo apro e rimango a dir poco sconcertata, anzi è meglio dire sorpresa:
“Non posso toccarti i capelli.
E va bene, se ti da fastidio non posso farci niente.
Non posso darti un bacio sulla guancia quando ci salutiamo.
Potrei provare a capire anche questo, non ci conosciamo molto bene.
Non posso farti un complimento se no scappi via arrabbiata.
Mi dici cosa posso fare con te?
E soprattutto cosa devo fare per non farti arrabbiare?”
Rimetto il cellulare in borsa ed entro nel locale con Rachel, cercando di evitare quel messaggio.
Come ha fatto ad accorgersene? Non gli ho detto niente, non l’ho guardo male eppure ha capito che con quel complimento non mi ha fatto fare i salti di gioia.
Andiamo a sederci al nostro solito posto e io sprofondo sul divanetto, sono di pessimo umore se non gli rispondo sembra che sono veramente arrabbiata con lui, se rispondo passo per quella che vuole sempre giustificarsi e vuole far colpo su di lui. Non so proprio cosa fare e come se non bastasse Rachel è sparita, fa sempre così, soprattutto quando dobbiamo uscire con i suoi amici, di solito mi lascia con quello sfigato, ma questa volta sono completamente sola.
“Non hai riposto perché hai finito i soldi sul cellulare, vero?”
Mi volto di scatto e trovo al mio lato Ryan, con una bottiglia di birra in mano, è incredibilmente vicino a me e io non posso far altro che arretrare sul divanetto e guardarlo.
“A dire il vero non sapevo cosa dirti. Però mi è appena venuta un’idea: smettila di provarci con me!”
Scoppia a ridere e posa la bottiglia sul tavolino di fronte al tavolino, si passa una mano tra i capelli e l’altra sul viso.
“Scusa Sarah, non rido per te. Ma la tua faccia, sei così seria! Io non ci sto provando con te! Sto solo cercando di trovare un modo per rendere le nostre lezioni meno pesanti per te. Lo sai bene con chi ci sto provando e di certo non sei tu.”
Mi sento sprofondare, ho appena fatto una figuraccia colossale.
Ho chiesto ad un ragazzo di smetterla di provarci con me, ma in realtà io non compaio nemmeno in uno dei suoi pensieri, dopo questa dovrei smetterla di farmi vedere in giro.
“Ma…il complimento!”
“Quello era sincero, è come se l’avessi fatto alla mia sorellina, anche se la gonna è un po’ troppo corta!”
La sua sorellina. Mi vede come la sua sorellina.
Questa cosa mi fa molto piacere, però non riesco a sorridere, anzi abbasso il capo, lasciando che i capelli mi coprano il viso.