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Fine? Una parola che non mi piace!, ConanxAi-RanxShin, e varie ...

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"Quella Persona"
view post Posted on 30/12/2017, 16:19 by: "Quella Persona"     +1   -1
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Mente Enigmistica

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Salve lettori,
Vi ringrazio tantissimi per i complimenti! Grazie infinite a Todoroki e Deamatta! :)

Per concludere in bellezza questo 2017 non potevo non postare un altro Momento. Auguro a tutti quanti un buon proseguimento di feste e un Felice 2018, con la speranza che porti qualcosa di meraviglioso! Auguri! :D

MOMENTO 56
Dubbi e Desideri...

Il bianco della neve si rifletteva sulla finestra. Dentro quella stanza faceva caldo, mente fuori il freddo era pungente. Si poteva sentire il vento soffiare violentemente e i passanti correre velocemente alle proprie abitazioni. Ogni tanto qualche bambini lanciava uno schiamazzo a qualcuno.
In quel seminterrato, al contrario, il calore emanato dai macchinari e dal riscaldamento creava contrasto con ciò che succedeva fuori.
La scienziata dai capelli ramati era da sola. Attorno a lei solo il silenzio. Solo, qualche volta, lo scoppiettare degli ingranaggi dei macchinari scientifici. Il respiro di Shiho era leggero e si diffondeva nello spazio, sperdendosi. La giovane si osservava attorno. Quanto le sarebbe piaciuto uscire fuori, godersi la neve. Poter sentire il proprio piede sprofondare nella neve, mentre i fiocchi, gentili e delicata, si poggerebbero sul suo viso pallido.
Shiho guardava la miscela che aveva davanti a sé e che ben presto sarebbe stata tramutata in polvere bianca per essere messa nei cachets bianchi e rossi che aveva pronti dentro una scatola beige. L'organizzazione ne aveva ordinati tantissimi. Nemmeno lei sapeva che cosa farci con tutti quelli. La polvere ottenuta dalla miscela sarebbe bastata per poche capsule, forse una decina.
Doveva mettersi al lavoro, ma non ce la faceva, le braccia rimanevano incrociate! Non riusciva a ragionare, la sua testa, come un treno, aveva cominciato a correre tra i ricordi e i pensieri, ma soprattutto tra i suoi desideri di evasione: voleva uscire da quella stanza calda e puzzolente e raggiungere il mondo fuori, che nonostante fosse stato freddo, sarebbe stato pieno di aria: voleva respirare.
Shiho si abbandonò completamente sulla sedia, sentendo che le rotelle sotto il suo peso l'allontanavano lentamente dal tavolo di lavoro.
Che cosa fare?
Ecco a che cosa pensava.
Come devo comportarmi?
Si chiedeva.
E' questa la mia vita?
Si martoriava con questa domanda: non aveva una risposta. Non aveva vissuto come gli altri bambini. Lei era speciale! Questo le dicevano i suoi genitori! Questo si sentiva dire da tutti quanti. La sua vita è stata un programma fatto da altri.
Deve continuare ad essere così?
Una lacrima uscì dal suo occhi e scivolò lungo la guancia. Non aveva nemmeno la forza di alzare la testa verso la provetta che conteneva la miscela verde. Non le importava più di quell'esperimenti a cui aveva dedicato tutta la sua esistenza, già dai tempi dell'università!
E' giusto comportarsi in questo modo? Essere così meschini? Sono io la creatrice di tutto questo... Sono io la responsabile. E' giusto che la vita mi sia negata, dato che io la sto negando ad altri.
Così si colpevolizzava. Lei aveva diretto il progetto e aveva creato uno dei veleni più mortali e introvabili di sempre. Sarebbe passata alla storia non come una grande scienziata, ma come una matta che ha tradito i presupposti della scienza e tutta la sua moralità. Aveva creato qualcosa per distruggere il genere umano e non per aiutarlo.
Alzò le braccia e si portò le mani alla faccia, coprendosi il volto dalla vergogna e per non mostrare i lacrimoni che scendevano velocemente lungo il fiume salino delle sue guance. Tutto era diventato nero, anche il suo sguardo.
All'improvviso... un colpo contro al finestra del seminterrato e il corpo di Shiho ebbe un sobbalzo. La ragazza guardò subito in direzione di quel colpo! E una voce angelica, di bambina si mise a protestare dolcemente
- Ehi, sorellona, non devi lanciare così forte! Tra poco rompi il vetro!- Quella figura innocente, candida e tenera, sparì dopo poco... una volta preso il pallone la sua immagine si allontano dalla finestra...
Sorellona... Sorellina... Sorella...
E fu lì!
Sì, capì in quel momento, in quell'istante, grazie a quel colpo che cosa doveva fare. Chi era lei. C'era qualcuno che le aveva detto una cosa diversa.
Akemi....
Shiho sorrise dolcemente e si alzò dalla sedia, lanciando un'ultima occhiata alla provetta che la stava fissando con sfida, come per vedere quale fosse la prossima mossa della ragazza, riflessa sul vetro e nel liquido verde: la sua creazione la stava fissando, ma Shiho, con disprezzo, voltò lo sguardo dall'altra parte e corse a prendere il suo cappotto.
Aprì la porta del seminterrato, del laboratorio dell'organizzazione e senza degnare di uno sguardo niente di ciò che c'era dentro, la richiuse alle sue spalle, salendo velocemente la tromba della scale, per uscire all'aria aperta, che l'accolse in un abbraccio forte, come per darle il bentornata!
Shiho era lì, in mezzo alla neve e il suo volto si colorò subito di rosso, mentre le sue labbra si piegarono in un sorriso e alle sue spalle il laboratorio, silenzioso e morto.
La scienziata mosse il primo passo e vide che dietro di lei le sue scarpe lasciavano la sua impronta. Era un sentiero: i suoi passi, il suo percorso....
Gli occhi della scienziata cercarono subito qualcosa e appena videro la piccola bambina con i capelli lunghi e biondi apri le sue labbra mostrando un sorriso a trentadue denti. Si piegò sulle ginocchia e prese un po' di neve, appallottolandola per bene e facendo una palla di neve tonda, sferica, lucente.... prese la mira e la lanciò contro la bambina, la quale rimase paralizzata e appena si girò e vide Shiho con quel sorriso sulle labbra non poté fare a meno di ridere anche lei, con la sua vocina angelica. Si chinò anche lei e fece una palla di neve lanciandola contro la scienziata, che prese a giocare seriamente con la bambina.
Shiho con i suoi piedi, il suo correre, il suo prendere la neve lasciava una traccia per terra, una strada... il suo percorso fuori da quel laboratorio. Il suo sentiero di vita. Per un momento tutto era svanito nel nero e il bianco aveva preso il suo posto.
 
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