Detective Conan Forum

Kokoro no uragiri

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KiarettaScrittrice92
view post Posted on 26/6/2014, 20:58 by: KiarettaScrittrice92     +1   -1
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Parte undicesima

“Ran sono qui…”
La ragazza aveva gli occhi persi nel vuoto, ed era terrorizzata. Shinichi l’abbracciò e le accarezzo i capelli. Appena sentì il contatto con lui la ragazza iniziò a piangere, senza singhiozzare, semplicemente le lacrime scorrevano da sole, silenziose.
“Stai tranquilla Ran, ti porterò fuori di qui, lo prometto!” le disse stringendola più forte.
“Ben detto Kudo, - intervenne Vermouth - dovete andarvene, prima che Ikuto si accorga che è scappata.”
Lui fece un cenno di testa. Si staccò leggermente da Ran e guardandola negli occhi le rivolse la parola.
“Te la senti di vestirti?” le chiese.
Lei rispose solo muovendo la testa verso il basso, poi prese i vestiti dalle mani del ragazzo.
Mentre lei si vestiva, Shinichi si rivolse alla donna.
“Porto Ran al sicuro e poi torno qui…”
“No!” lo bloccò la bionda prima che finisse la frase.
“Stai scherzando vero?” chiese lui sconvolto.
“Assolutamente. Né Angel né tu tornerete qua dentro.”
“Scordatelo! - urlò lui - Io non lascerò che quel bastardo la passi liscia!” disse indicando la porta chiusa dell’ufficio.
“Non succederà. Oggi stesso sarà decretata la parola fine a quest’organizzazione piena di persone false, pazze e corrotte.” rispose incrociando le braccia al petto.
“E io non starò a guardare… Mi spiace Vermouth, ma questa volta non ti darò retta.”
La donna alzò il sopracciglio destro e squadrò gli occhi azzurri e infuocati di sicurezza di quel ragazzo. Poi le sue labbra color porpora si piegarono in un sorriso.
“Come vuoi tu. Ora andate.” disse rivolgendosi ad entrambi.
Shinichi si voltò verso la poltrona su cui poco prima era seduta Ran. Ora la ragazza era in piedi, completamente vestita.
Lui con un sorriso dolcissimo si avvicinò a lei e le tirò su il cappuccio della felpa, coprendole i capelli castani. Poi le prese la mano e si rivolse di nuovo verso la bionda, senza chiedere niente. La domanda era più che ovvia.
Vermouth si avvicinò a una foto che la ritraeva quando ancora dimostrava la sua vera età. La sollevò e premette un piccolo bottone che c’era proprio dietro.
Si aprì subito un passaggio, vicino all’armadio in cui avevano chiuso Chianti.
“Vi porterà solo fino all’ascensore. Da lì dovrete cavarvela da soli.”
Shinichi salutò la donna e poi insieme a Ran si diresse verso quell’apertura.
Prima di sparire in quel cunicolo, Ran si voltò verso la donna.
“Grazie per avermi salvato…” disse con un filo di voce.
“Di nulla Angel.” rispose lei con un sorriso.

Gin arrivò davanti a villa Kudo e si fermò. Scese dalla sua Porche nera e si diresse verso il cancello.
Provò a suonare più volte, ma nessuno rispose.
Dovette perciò tirare un paio di calci ben assestati alla serratura per fare in modo che il cancello si aprisse da solo.
Con la porta d’ingresso invece fu un po’ più difficile e ci mise molto di più. Quando anche quella fu spalancata tirò fuori la pistola e iniziò a guardarsi intorno.
Non c’era nessuno. Aveva appena fatto un buco nell’acqua.
Il boss gli aveva ordinato di andare lì e uccidere Subaru Okiya, ma lui non c’era. Sospirò scocciato, avrebbe proprio voluto far fuori qualcun altro, la ragazzina davanti al covo non gli era bastata, e la sua sete di uccidere pretendeva ancora sangue innocente.
Uscì dalla casa e si rinfilò in macchina. Facendo inversione tornò sui suoi passi e si diresse nuovamente verso il covo.

Ai arrivò al secondo piano e uscì dall’ascensore.
Non sapeva dove andare perciò aspettò davanti alla porta dell’ascensore. Si trovava in una specie di pianerottolo. Alle sue spalle c’erano i due ascensori, davanti le scale, mentre sia al lato destro sia a quello sinistro c’erano quelli che sembravano dei corridoi.
Poco dopo sentì il campanello dell’ascensore suonare e le porte aprirsi. Si voltò e rimase paralizzata nel vedere chi era appena uscito da esso.
“Tu… tu eri…”
“Morto, lo so… No, non sono morto. Il tuo amico ha avuto un’idea geniale quella sera. E’ stato grazie a lui se sono ancora qui.” rispose l’uomo.
“Conan?” chiese la bambina dai capelli ramati, ancora sconvolta dalla notizia.
Rispose solo con un cenno di testa, poi, mettendosi le mani in tasca, si diresse verso il corridoio di destra.
La bambina lo seguì senza dire altro.

Qualcuno bussò alla porta dell’ufficio di Vermouth, proprio qualche secondo dopo che il passaggio del muro, da cui erano scappati Ran e Shinichi, si era richiuso.
“Chi è?” chiese la donna, tornando calma e impassibile.
“Sono io!” rispose una voce ormai inconfondibile.
La donna aprì la porta al suo collega e il ragazzo biondo entrò senza troppi complimenti nell’ufficio. Solo quando la donna si chiuse la porta alle spalle il biondo parlò.
“Ikuto è uscito completamente di senno e la cosa peggiore è che il boss gli da retta.”
Vermouth scosse la testa rassegnata.
“Questa storia deve finire…” disse lei voltandosi dall’altro lato e prendendo il suo cellulare.
Invio un messaggio a qualcuno, poi si voltò verso il biondo.
“Ti devo ringraziare Amuro, per quello che hai fatto in tutto questo tempo.” disse riprendendo quel suo tono mostruosamente sensuale.
Il ragazzo ingoiò la saliva nervoso.
“Ma ti pare. Lo sai bene che io ero entrato qui come infiltrato, non mi sarei mai alleato con loro, anche con mio cugino contro di me.”
“Non vuol dire niente. Anche Akai è stato infiltrato qua dentro e sebbene io avessi le mie motivazioni per stare qui, lui mi ha considerato come una criminale qualunque che ci sia qua dentro.”
“Beh forse lui non ti conosce così bene…”
Non ebbe il tempo di finire la frase. La donna si era avvicinata a lui velocemente e gli aveva preso il viso tra le mani.
“Ve-Vermouth cosa…?” balbettò il biondo, ma di nuovo la donna bloccò le altre parole.
Questa volta l’aveva baciato. Non era un bacio qualunque. L’aveva baciato in bocca, quel bacio che forse nei suoi sogni più nascosti aveva sempre sognato di ricevere. Un bacio di una donna matura, piena di esperienza e di passione. Un bacio alla francese, di quelli che i ragazzini diciassettenni cercano di imitare, ma non avrebbero mai fatto perfetto a quel modo.
Sentire la lingua sinuosa e suadente di quella donna, portò subito i suoi ormoni al limite dell’eccitazione, così porto le mani dietro la schiena della donna e la spinse verso il suo corpo.
Sentendo il suo membro eretto premere sul suo copro da sotto i pantaloni scuri, la donna accennò un leggero sorriso compiaciuto, continuando sempre a baciarlo.
Fu di nuovo lei a fare il secondo passo. Avvicinando le mani ai genitali di lui e palpandolo per un po’. Non avevano tempo per troppi preamboli. Presto lì si sarebbe scatenata una guerra, e forse era proprio per quello che volevano farlo in quel momento, perché forse sarebbe stata la prima e ultima occasione per farlo. Dopo pochi secondi decise anche di sbottonargli il pantalone, che scivolo velocemente ai suoi piedi.
Amuro avendo capito che ormai non stava più sognando abbassò finalmente le mani sul sedere della donna, palpandoglielo con irruenza.
Non ci volle molto, forse solo un paio di minuti prima che entrambi fossero nudi dalla vita in giù. Togliersi anche i vestiti di sopra era soltanto uno spreco di tempo.
Appena entrambi furono senza pantaloni e intimo, Amuro sollevò Vermouth e la poggiò sulla scrivania dell’ufficio. Dopodiché senza chiedere il permesso, che comunque la donna gli aveva già dato baciandolo, o dicendo qualcosa la fece sua.
Le mise le mani sui fianchi e la penetrò. Finalmente possedeva quella donna magnifica che aveva sempre ammirato, ma che aveva sempre tormentato i suoi sogni più perversi.
La passione di quel momento bruciava in entrambi. Lei iniziò a gemere sempre più forte e lui ad ogni gemito della donna si eccitava sempre di più e andava più forte. Erano talmente presi da quella passione che quando Amuro al limite dell’eccitazione di disse in un sussurro che stava per venire, la donna non se ne preoccupò.
“Continua, non fermarti…” disse anzi continuando a spingere verso di lui.
Il biondo non se lo fece ripetere due volte e continuò imperterrito fino a che non arrivò pochi secondi dopo al limite e inondò l’apertura della donna col suo liquido seminale.
Si guardarono negli occhi per qualche secondo. I respiri affannati i cuori gonfi di una passione che forse entrambi non provavano da tanto tempo e due sorrisi compiaciuti e adulti.
Passò solo qualche minuto.
“Dobbiamo rivestirci, tra poco Ikuto scatenerà il caos scoprendo che Ran non c’è più.” disse Vermouth concludendo con un bacio sulla guancia al ragazzo.
Lui rispose con un cenno di testa e poi entrambi si rivestirono.

Edited by kiaretta_scrittrice92 - 2/3/2015, 18:52
 
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