Detective Conan Forum

Kokoro no uragiri

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marty shin×ran
view post Posted on 1/2/2015, 00:16     +1   -1




Kiare, con questo capitolo hai vinto tutto. Sharon ex moglie di Shuichi, Atsushi che resuscita, Conan torna Shin, Shin dolce con ayumi....
Eri, mi spiace per lei.
Ora mi raccomando a te amica mia.
 
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view post Posted on 1/2/2015, 10:38     +1   -1
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Mancano ancora due o tre capitoli alla fine... ;) Stai tranquilla ^_^
 
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view post Posted on 7/2/2015, 14:10     +1   -1
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Parte ventisettesima

La mora venne caricata su uno dei camion blindati, come tutti gli altri suoi sottoposti.
Appena entrò, arrampicandosi dalla rampa in metallo, incrociò subito lo sguardo dell’unica persona che era rimasta vicino a lei fino alla fine. Rimase quasi stupita da quello sguardo. Non era per niente triste o rassegnato, o dispiaciuto. Anzi sorrideva. Sorrideva in modo rassicurante e orgoglioso. Come se le volesse dire che aveva fatto il massimo e lui lo sapeva, come se quella ferita che le bruciava sul fianco fosse il segno della sua estenuante battaglia che aveva portato avanti per anni.
Sì perché quel ragazzo, anche se era arrivato nell’organizzazione solo da qualche mese era l’unico che aveva capito la fatica che aveva impiegato a fondare tutto quello che adesso aveva perso. Era l’unico che aveva capito a quanto aveva dovuto rinunciare. Alla sua famiglia che aveva ucciso dopo che si erano opposti alla sua decisione, alla sua migliore amica che gli aveva voltato le spalle, a suo marito che scoperto il suo segreto aveva cercato di avvisare la polizia e che dovette far tacere per sempre.
Quel sorriso era rassicurante. Ikuto le stava dicendo che lui non se ne sarebbe andato mai. Che dovunque gli agenti dell’FBI li stessero portando per pagare la loro pena, lui le sarebbe stato vicino.
Così con le mani ammanettate si avvicinò a quel bellissimo ragazzo biondo, dagli occhi castano chiaro, per poi chinarsi davanti a lui e baciarlo sulle labbra ferite. Dimostrandogli la sua gratitudine.
Poco dopo i camion partirono, l’uno dopo l’altro.

Heiji, Shiho e i tre bambini si erano seduti nella sala d’attesa all’ingresso dell’ospedale, aspettando che si sapesse qualcosa dei due ragazzi che erano entrati da poco in sala operatoria e di Ran che avrebbe dovuto finire le visite di controllo a momenti.
Mentre ancora aspettavano ecco che arrivò Sonoko tutta trafelata. La prima ad accorgersene fu Shiho, che diede una gomitata al ragazzo del Kansai.
“Oh accidenti… Non dirmi che bisogna raccontarle tutto…!?” si lamentò il ragazzo.
“Sì! - rispose la ragazza - E ti conviene farlo prima che Ran torni qui.”
“Cosa?! Perché dovrei farlo io?” chiese con tono tra lo scocciato e lo stupito.
“Perché fino a prova contraria lei non mi conosce.” puntualizzò col suo solito tono freddo la scienziata.
Il ragazzo sbuffò e si alzò dalla sedia, dirigendosi verso la ragazza dai capelli a caschetto biondi.
“Ehi Sonoko…!” disse chiamandola e agitando la mano in modo da farsi vedere.
La ragazza vedendo una faccia amica corse subito in direzione del detective di Osaka.
“Ran sta bene?” fu la sua prima domanda.
“Sì, lei sta bene… Sta facendo delle visite di controllo, ma non ha riportato nessuna ferita.”
“Oh meno male.” sospirò più tranquilla.
“Già… Però… Prima che torni… Dovremmo parlare…” disse Heiji con tono nervoso.

Ran tornò alla sala d’attesa all’ingresso mentre Sonoko ed Heiji stavano ancora parlando.
La mora si avvicinò a Shiho e si sedette di fianco a lei. Aveva un grosso cerotto sul braccio sinistro, e guardava in direzione della sua amica.
“Heiji le sta raccontando cosa ti è successo.” le disse Shiho, senza neanche aver bisogno che lei chiedesse niente.
Calò di nuovo il silenzio nel gruppo.
Ed anche quando Sonoko ed Heiji tornarono ai posti ci fu solo un leggero saluto tra le due amiche e poi più nulla.
C’era un vociare continuo. Infermiere che chiamavano pazienti, dottori che chiamavano infermiere, pazienti che parlavano tra di loro. Ma nessuno di quel piccolo gruppo composto da quattro ragazzi e tre bambini, sembrava voler parlare.
Non passò molto che a varcare la porta di vetro scorrevole dell’ospedale fu anche Eri.
Appena Ran vide la madre entrare nell’ospedale si alzò di scatto e corse, tuffandosi tra le sue braccia. Tutte quelle lacrime che avevano smesso di scorrere da quando era uscita dall’ufficio vuoto nel covo dell’organizzazione, erano ripartite, bagnando la giacca verde pallido della madre.
La donna non disse niente. La abbracciò con fare materno, condividendo con lei il suo dolore e la sua disperazione, ma allo stesso tempo cercando di consolare la sua unica figlia in quel momento di fragilità.
L’uomo con cui aveva parlato al telefono le aveva raccontato tutto quello che era successo alla sua bambina. Del suo rapimento e dell’omicidio di Kogoro. Ma di certo non poteva sapere cosa aveva dovuto passare là dentro.
Momenti terribili, dolorosi e da dimenticare. Momenti che la ragazza non avrebbe probabilmente mai raccontato a sua madre, e se mai un giorno l'avesse voluto fare sicuramente non era quello il momento.
A vedere quella scena a Sonoko scappò una lacrima.
“Tutto ok?” chiese Shiho voltandosi verso di lei.
La ragazza la guardò per qualche secondo, poi con un cenno di testa si asciugò la lacrima, si alzò e raggiunse la sua migliore amica, ancora abbracciata a sua madre, per consolarla.

Non passò molto che un’infermiera si avvicinò al gruppo che era rimasto seduto.
“Il vostri amici sono fuori pericolo. Il biondo però ha bisogno di riposo e quindi non potrà ricevere visite fino a domani.”
A quella notizia Heiji si alzò e chiese di farsi portare nella stanza in cui si trovava Shinichi, per poi rivolgersi ai bambini.
“Volete venire anche voi?” chiese.
Ayumi scosse la testa e Mitsuhiko spiegò quel gesto.
“No grazie, ora dobbiamo tornare a casa.”
“L’importante è sapere che stanno bene. Torneremo con calma un’altro giorno.” concluse Genta.
A quelle affermazioni si alzò anche Shiho.
“Vi accompagno… - disse, poi si rivolse al ragazzo del Kansai - Salutami Kudo.”
Il ragazzo confermò con un cenno di testa e li salutò. Mentre lui seguiva l’infermiera i tre bambini e Shiho passarono vicino al gruppo formato dalle due ragazze e dall’avvocato Kisaki. Ran aveva smesso di piangere, ma erano rimaste lì a parlare.
“Sono entrambi fuori pericolo, ma non è ancora permesso fare visita ad Amuro.” le informò la scienziata, per poi allontanarsi.
Eri che non sapeva assolutamente nulla di chi altro c’era lì oltre che sua figlia si voltò verso Ran con sguardo interrogativo, chiedendole cosa voleva fare.
Ran stava per rispondere a quella domanda muta, quando la sua seconda migliore amica sbucò dalle porte scorrevoli di corsa.
“Kazuha… Che ci fai qui?” chiese stupita.
“Heiji, mi ha detto cosa ti è successo. Come stai?” chiese.
“Potrebbe andare meglio. Ma l’importante è che tutto è passato. Ascolta, io e mia madre stavamo per andare a casa assieme a Sonoko per mangiare qualcosa, vuoi venire anche tu?” le propose.
La ragazza sembrò pensarci un po’ sù.
“A dirla tutta volevo prenotare un hotel e rimanere qui qualche giorno con te apposta, però prima volevo vedere Heiji.”
“Heiji, credo sia andato a vedere come sta Shinichi. Comunque sia non devi prenotare assolutamente nessun hotel, sei ospite da noi. Per te va bene mamma?” chiese rivolgendosi ad Eri.
“Ma certo!” rispose lei con un sorriso.
“Bene, allora ti aspettiamo” disse lei con un sorriso.
In un’attimo sembrava essere tornata la ragazza forte e solare di sempre, anche se sapeva bene che le sue due migliori amiche e sua madre sapevano vedere il suo dolore dietro quella sua maschera di forza.

Il detective di Osaka era appena entrato nella stanza in cui era ricoverato solo Shinichi, quando Kazuha lo raggiunse di corsa.
“Heiji!”
“Kazuha… Che ci fai qui?”
“Che domande sono? Potevo rimanere a casa secondo te?”
Il ragazzo sospirò.
“Hai visto Ran?”
“Sì, mi aspetta sotto, mi ha invitato a casa sua…”
Il ragazzo notò che il tono della sua voce era infastidito, come se qualcosa la scocciasse.
“Che hai?” le chiese quindi.
“Mentre salivo con l’ascensore, mi ha mandato un messaggio, raccontandomi quello che non mi hai voluto dire l’altro giorno.”
Il ragazzo sospirò.
“Sì… Ho visto come lo trattava mentre venivamo qui all’ospedale. A momenti neanche le importava che anche lui fosse ferito…”
“Che cosa pretendi? Non puoi certo far passare quasi un anno di bugie e menzogne?” disse Kazuha, iniziando ad alzare un po’ la voce.
“Stai scherzando, spero. Lo ha fatto per proteggerla!!”
“L’ha protetta infatti… E questo è il risultato… Quello che è successo oggi era la dimostrazione di quanto la proteggesse…”
“Kazuha ora esageri. Insomma non è certo colpa sua quello che è successo.”
“Forse no… Ma se Ran e Kogoro avessero saputo, forse non sarebbe successo tutto questo…”
“Tu non hai la minima idea di quello che ha passato lui, non puoi…”
“La volete smettere di parlare di me come se non ci fossi?”
A quella frase i due ragazzi si girarono verso Shinichi, che aveva parlato.
Era sdraiato sul letto della stanza. Indossava solo un pantalone di cotone leggero che era gonfio dal lato destro, nascondendo la fasciatura sul ginocchio. Una fasciatura simile gli avvolgeva anche petto, spalla e braccio dal lato sinistro. Mentre il braccio destro era collegato a una flebo che pian piano gli iniettava liquido in vena.
La ragazza si zittì, ovviamente imbarazzata per quello che era successo e con un breve saluto ad Heiji si dileguò, tornando dalla sua amica.
Il ragazzo del Kansai invece rimase lì, anzi si avvicinò al letto dell’amico, senza però dire una parola.
Fu Shinichi infatti il primo a parlare.
“L’ho persa…”
“No Kudo, vedrai che le passerà. Ha bisogno solo di un po’ di tempo per elaborare. Devi capirla, in fondo questa esperienza è stata traumatica per lei.”
“E’ proprio perché la capisco che so di averla persa… Io non riuscirei sinceramente a perdonare una persona che mi ha mentito per quasi un anno… Sono stato uno stupido…”
“Kudo non puoi abbatterti così.” disse tristemente Heiji.
Il ragazzo sdraiato sul letto sospirò rumorosamente.
“Ci vediamo domani Hattori…”
A quel congedo il ragazzo dalla pelle scura lo salutò per poi andarsene.

Edited by kiaretta_scrittrice92 - 2/3/2015, 19:11
 
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marty shin×ran
view post Posted on 8/2/2015, 23:19     +1   -1




Ciao Kiare. Sai perché sei un'artista?
Perché riesci a far entrare il lettore nei personaggi. Complimenti per i bei capitoli .
Continua così.
Martina
 
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view post Posted on 9/2/2015, 11:35     +1   -1
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Grazie ^_^
 
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view post Posted on 20/2/2015, 17:38     +1   -1
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Parte ventottesima

Passarono un paio di giorni e Shinichi, con la raccomandazione di non sforzarsi troppo e con due stampelle ad aiutarlo a camminare ebbe il permesso di uscire dall'ospedale.
Heiji, come Kazuha, aveva deciso di rimanere per un po’ a Tokyo e aveva pernottato per un paio di notti ad un hotel economico vicino all’ospedale, in modo da poter stare col suo amico il più possibile, almeno nel limite degli orari di visita.
Quel giorno era venuto a prenderlo. Era rimasto al piano di sotto, nella sala d’attesa in cui due giorni prima aveva aspettato di avere buone notizie.
Lo vide avvicinarsi a lui, reggendosi sulle stampelle e avanzando lentamente.
“Come va, oggi?” chiese il ragazzo dalla pelle scura.
“Meglio di ieri, ma mi hanno prescritto un antidolorifico, anche perché il ginocchio ancora non mi dà tregua.”
“Capisco. Amuro come sta?”
“Anche lui sta bene. Quando oggi sono andato era sveglio, anche se ha ancora bisogno della flebo ed ogni tanto dell’ossigeno.” rispose il ragazzo, mentre iniziavano lentamente ad uscire.
Proprio mentre uscivano, una ragazza dai capelli lunghi e bruni passò loro accanto. Indossava un abito blu scuro, accompagnato da una borsetta rossa.
Shinichi si voltò subito alla sua vista e la seguì con lo sguardo.
Sapeva bene dove era diretta quella ragazza. La sua meta era la stanza da cui lui veniva, quella in cui era ricoverato il ventenne biondo. Il suo animo era completamente in conflitto dal momento in cui erano usciti dal covo dell’organizzazione due giorni prima. Sapeva che si poteva fidare di Tooru Amuro dal giorno in cui aveva salvato lui e Ran da Ikuto dentro quel bar, e nel tempo che aveva vissuto con loro all’agenzia aveva comunque imparato a conoscerlo, ma quel rapporto intimo che aveva creato con Ran, tanto da farla preoccupare più per l’incolumità di lui che la sua, lo innervosiva. Quell’odioso e velenoso sentimento, chiamato gelosia, si era annidato nel suo cuore e sembrava non volersene andare.
Scosse quei pensieri dalla testa e si volse di nuovo all’amico.
“Ti sei informato?” chiese.
“Sì, - rispose il detective del Kansai - la veglia funebre è domani sera alle venti, ti ho preso anche l’indirizzo.” disse porgendogli un foglietto.
“Grazie.” rispose lui, fermandosi e prendendo il foglietto per poi metterselo in tasca.
“Ascolta, io credo che partirò questa sera.”
“Hai fatto pace con Kazuha?” gli chiese Shinichi.
“Sì sì, è tutto passato. A dirla tutta penso che abbia iniziato pure a comprendere le tue ragioni, anche se dice che non vuole interferire con le scelte di Ran.”
“Lo capisco. L’importante è che voi due abbiate chiarito.”
“Puoi stare tranquillo amico mio, partirà con me domani, ma anche tu cerca di fare il tutto possibile per riavvicinarti a Ran.”
“Heiji te l’ho detto io…”
“Promettimelo!”
Il ragazzo sospirò.
“Promesso…”

La ragazza attraversò la porta della stanza d’ospedale in cui si trovava il biondo.
Lui si era appena voltato verso di lei con un sorriso stampato sul volto. Era un volto molto più pallido del suo solito, ma aveva comunque più colorito del giorno in cui era arrivato in ospedale ormai privo di sensi.
“Amuro, come stai?” chiese la ragazza sedendosi su una sedia vicino al suo letto.
“Direi meglio. Anche se ancora non riesco a magiare, ogni cosa che tento di buttare giù la rimetto.” rispose lui sospirando.
“Vedrai che pian piano riuscirai a riprendere a mangiare.” disse lei con un sorriso.
“Ne sono sicuro… E tu? Come stai?”
La ragazza sospirò.
“Si tira avanti. Domani ci sarà la veglia funebre per papà.” disse abbassando lo sguardo ed iniziando a fissare le mani in grembo.
“Immagino che lì dentro non ci sia più entrata.”
“Sì, ieri. Dovevo prendere tutte le mie cose.” il suo tono era sempre più sommesso.
“Cosa pensate di farne dell’agenzia?” chiese nuovamente Amuro.
“Non voglio dare a qualcuno che non conosco quel posto… Io pensavo…”

La sera dopo, alla veglia.
“Ehi…”
Il ragazzo vestito rigorosamente di nero eccetto per la camicia sotto la giacca elegante e con le stampelle si voltò indietro per vedere quella bellezza unica.
Un elegantissimo vestito nero le fasciava il corpo e le scarpe nere col tacco la alzavano di qualche centimetro facendola arrivare alla sua altezza.
“Shiho che ci fai tu qui?”
“Sapevo che saresti venuto ed ho pensato che avevi bisogno di compagnia.”
“Grazie” disse lui voltandosi di nuovo verso l’interno del casolare in legno in cui si stava svolgendo la veglia.
“Come mai stai qui fuori?” chiese di nuovo la ragazza.
“Non merito di stare lì… Se Kogoro è morto è solo colpa mia.”
Sentì e vide la presa delle dita smaltate di rosso della ragazza sulla sua spalla.
“Shinichi sapevi che sarebbe potuto succedere.”
“Sì lo so, ma non doveva… Non doveva succedere… E’ stato un errore che ho pagato con gli interessi.”
Lo sguardo del ragazzo si volse verso la ragazza in lacrime che era inginocchiata proprio davanti all’altarino su cui si trovava la foto coi nastri neri del famoso detective in trance.
“Non l’hai persa. Lei ti ama ancora.”
“No Shiho… Tu non sai come mi ha guardato quando ha scoperto la verità al covo. Era uno sguardo d’odio. Mi odiava. Come potrebbe non odiarmi?”
“Ran non è una sciocca. Sa benissimo che lo hai fatto per proteggerla e sa benissimo che tutto questo è causa tua solo indirettamente. Ti perdonerà. Devi solo darle tempo.” lo rassicurò la scienziata.
“Lo spero… Cambiando discorso. Hai parlato con tuo padre?” disse volgendosi di nuovo verso di lei.
La ragazza sorrise. Un sorriso sincero e innocente, che Shinichi non aveva mai visto dipingersi sul suo volto da bambina sotto le sembianze di Ai.
“Sì… Mi ha raccontato che quando sono spariti dalla circolazione lui e mia madre non ci volevano abbandonare. Hanno affidato Akemi e me a Pisco, con la promessa che sarebbero tornati a prenderci, ma poi Gin li trovò ed uccise mia madre. Lui riuscì a scappare ed accettò il programma protezione testimoni dell’FBI, rimase in America per un sacco di tempo. Dice che è solo da due anni che si trova in Giappone e in tutto questo tempo non ha smesso di cercarmi.”
“Sono contento che vi siate ritrovati.” rispose Shinichi a quel breve racconto.
Proprio in quel momento i membri della veglia iniziarono ad alzarsi e a liberare la sala.
Gli ultimi ad uscire furono Ran e la madre. La ragazza aveva ancora le lacrime che le rigavano il viso, ma tirò dritta, senza degnare di uno sguardo il giovane detective, che questa volta decise di fare qualcosa.
“Ran…”
Fu bloccato da qualcuno. Si voltò e vide Eri che lo guardava con uno sguardo rassicurante.
“Vi lascio soli.” sentenziò Shiho per poi allontanarsi.
La donna prese la mano di Shinichi col palmo rivolto verso l’alto e gli mise qualcosa sopra.
Il ragazzo guardò sbalordito quel piccolo mazzo di chiavi. Lo conosceva bene. Per quasi un anno era stato nella sua cartella della scuola elementare. Erano le chiavi dell’agenzia Mouri.
“Fanne buon uso.” disse Eri con un sorriso.
“Ma signora Kisaki… Non posso accettare una cosa simile… io…”
“Ran ha insistito molto a darti quelle chiavi. Dice che così esaudiresti il tuo sogno di aprire un’agenzia tutta tua. E poi rimarrebbe inutilizzata se non la usassi tu.”
A Shinichi ci volle un attimo per elaborare ciò che aveva appena sentito.
“Un momento… Vuole dirmi che è stata Ran a proporle di darmi l’agenzia?” chiese stupito.
“Non mentirei mai su una cosa del genere. - fece una pausa, mentre il ragazzo continuava a guardare basito il mazzo di chiavi che aveva in mano - Come ho già detto, fanne buon uso.” poi si allontanò.

Edited by kiaretta_scrittrice92 - 2/3/2015, 19:11
 
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marty shin×ran
view post Posted on 20/2/2015, 18:10     +1   -1




Ciao kiare, come stai?
Ho letto anche questo e non vedo l'ora di sapere cosa si diranno Ran e Shin.
Mi ha fatto pensare in positivo che lei gli abbia affidato l'ufficio di Kogoro.
Shinichi, mi raccomando.
Alla prossima parte, kiare.
Marty
 
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view post Posted on 20/2/2015, 20:11     +1   -1
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Che sarà l'ultima cara la mia Marty ^_^
 
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marty shin×ran
view post Posted on 20/2/2015, 23:23     +1   -1




Mi mancherà kiare ♥
 
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view post Posted on 22/2/2015, 10:18     +1   -1
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Parte ventinovesima

Tre mesi dopo
Shinichi era seduto alla scrivania dello studio.
Subito dopo che aveva ricevuto le chiavi si era dato da fare in modo che il lavoro dell’ex proprietario di quell’ufficio non fosse andato sprecato. Aveva lasciato tutto l’arredamento com’era, troppi ricordi lo legavano a quei divani marroni, a quella scrivania in metallo. L’unica cosa che aveva fatto era togliere gli adesivi bianchi dalla vetrata, a cui aveva dovuto cambiare un vetro che si era forato nel tragico evento e sostituire il piccolo televisore sulla scrivania con un portatile.
Dopo la scuola andava direttamente lì, e ci rimaneva solitamente fino alle sei di sera, ricevendo clienti di ogni genere.
Anche in quell’anno di assenza sotto le sembianze di Conan non aveva perso la sua notorietà, ed appena si era sparsa la voce che Shinichi Kudo era tornato in carreggiata come vero e proprio investigatore privato, molte persone, per la maggiorate ragazze, si erano rivolte a lui per ogni tipo di caso, dal trovare il gatto di famiglia fino al risolvere un caso di omicidio che la polizia stava per archiviare.
Quel giorno aveva finito di risistemare tutte le sue cartelle coi i documenti e gli appunti dei casi che stava seguendo, e visto che il suo stomaco iniziava a brontolare, decise di posare tutto nel cassetto ed andarsene, ma proprio in quel momento qualcuno suonò al campanello dell’agenzia.
Il ragazzo sospirò. Ma sì, in fondo erano ancora le sei e dieci, poteva fare uno strappo alla regola e ricevere un’altro cliente.
“Avanti.” disse con tono cordiale.
Per quei millesimi di secondo che passarono dal suono della sua voce che emetteva quella singola parola e la porta che si apriva facendo sbucare la sagoma di una persona, il ragazzo si chiese chi poteva essere il suo prossimo cliente e che cosa volesse da lui. Si divertiva sempre a provare ad immaginare le varie ipotesi. Spesso poi, a seconda dell’aspetto della persona in questione, riusciva anche a dedurre in anticipo cosa fossero venuti a chiedergli.
La prima cosa che vide fu una sagoma snella e dalla chioma lunga da dietro il vetro smerigliato che occupava metà della porta. Una donna. Poi sbucò uno scarpa rossa, elegante, ma senza un tacco pronunciato. Giovane e decisa. Subito dopo la seguì la gamba, snella e soda. Atletica. Il secondo passo rivelò completamente la ragazza e Shinichi rimase immobile a guardare chi si trovava davanti.
Capelli castani che scendevano dolcemente sulle spalle, occhi celesti che lo scrutavano con uno sguardo indecifrabile, che vagava dalla felicità alla tristezza, dal rancore all’amore. Un vestito verde scuro la copriva interamente dalle spalle fino alle ginocchia, un vestito che sembrava stringersi un po’ di più sul ventre. Un ventre un po’ più gonfio di come se lo ricordava. Un ventre che…
La bocca di Shinichi si spalancò senza parole.
“Ciao Shinichi…” sorrise lei, stringendo convulsamente la cinghia della borsetta rossa che portava in spalla.
Ingoiò la saliva e si obbligò a parlare. Era tre mesi che non la vedeva. Il giorno dopo la veglia funebre, andando a scuola Sera e Sonoko gli avevano detto che aveva cambiato classe perché aveva bisogno di stare lontano da lui.
“Ran tu… Tu…”
Niente. Non riusciva a parlare. Tutte le parole gli si erano bloccate i bocca. Mille domande gli ronzavano nella testa, mille domande che avrebbe voluto fare alla ragazza che era alla soglia di quello che da tre mesi era il suo ufficio, ma tutte queste domande non riuscivano ad uscire.
Ran si avvicinò, passando la mano sui divani in pelle marrone e guardandoli con malinconia, poi si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania. Appena seduta aprì la borsetta e ne uscì un cartoncino d’avorio, porgendolo al ragazzo.
Lui lo prese e lo guardò, era davvero bello sembrava lavorato e profumava di un odore intenso, sopra a caratteri eleganti e di color oro c’era scritto il suo nome, seguito dall’annuncio
Sharon Vineyard e Tooru Amuro
annunciano con gioia il loro matrimonio!

Dietro, dall’altra parte del cartoncino c’erano indirizzo, data ed ora della cerimonia.
Sul viso del ragazzo si dipinse un sorriso. Non aveva la minima idea che tra quei due ci fosse del tenero, anche se le reazioni di Vermouth nei confronti del ragazzo biondo dentro al covo erano state alquanto apprensive e molto più sentite rispetto al solito. Eppure quella notizia lo rendeva stranamente felice. Una felicità che si mischiava con la soddisfazione che la sua gelosia nei confronti del ragazzo dalla pelle scura era sempre stata infondata. Eppure le parole che uscirono dalla bocca della ragazza lo ferirono di nuovo.
“E’ stato Amuro a suggerirmi di consegnartelo di persona. Fosse stato per me te l’avrei lasciato in buca.” disse con tono il più freddo possibile.
Eppure Shinichi notò una nota di malinconia in quella voce. Ormai aveva imparato a capire al volo quella ragazza dagli occhi dolci, così provò a provocarla per vedere che piega avrebbe preso la conversazione.
“Perciò sei venuta solo per questo?” disse poggiando il cartoncino sulla scrivania in metallo e guardandola negli occhi.
Lei sospirò.
“No…”
Quella risposta lo spiazzò. Si aspettava che avesse fatto l’ostinata come suo solito e che avesse dovuto lottare per cavarle qualche parola, per farsi raccontare cosa stesse succedendo, per farsi significare veramente quella visita. Invece.
La ragazza continuò.
“Shinichi io… Credo di aver esagerato… Non so se meriti il mio perdono o no… Non so se quello che abbiamo passato sia sul serio una tua responsabilità… Non so se mio padre sarebbe vivo se tu non avessi fatto l’errore di mentirmi in tutto questo tempo…”
Silenzio. Un silenzio pesante ed opprimente. Di nuovo un sospiro.
“Quello che so è che mi è impossibile vivere senza averti vicino. Ogni mattina appena mi sveglio e mi alzo dal letto lo faccio col pensiero che mi manchi ed ogni sera vado a letto con la voglia di averti al mio fianco. Ogni singolo giorno di questi tre mesi ho pensato che tu esattamente tre mesi fa mi hai perdonata anche quando credevi che ti avessi tradito, e lo hai fatto in nome dell’amore che provi per me. Ed ogni singolo giorno penso che dovrei fare altrettanto.”
Silenzio. Questa volta però l’aria si stava alleggerendo pian piano e un’espressione di stupore, speranza e gioia si stava dipingendo sul volto del ragazzo.
“Voglio che torni a far parte della mia vita.” concluse.
“Io…” non sapeva cosa dire.
Era come se qualcosa lo bloccasse dall’esultare. Il senso di colpa ancora sembrava bloccarlo. Ed anche qualcosa di più terribile.
“E quella?” disse indicando la pancia della donna.
Lei sorrise e si accarezzò il ventre.
“E anche per lui, o per lei, che sono qui da te. Ho fatto il test del DNA quasi un mese fa e l’altro ieri mi sono arrivati i risultati. Non posso permettere a mio figlio di farlo crescere senza il padre”
Questa volta gli fu impossibile quasi respirare.
“Vuoi dire… Vuoi dire che…?”
Lei sorrise, mentre una lacrime le rigava la guancia.
“Credo… Credo che la notte che siamo tornati dal locale eravamo talmente ubriachi che non abbiamo preso le dovute precauzioni… Quindi sì… Lui o lei è tuo figlio Shinichi.”
Una morsa gli strinse il cuore. Ma non era quella morsa di paura e terrore che si ha quando si è in un momento di panico. E’ quella morsa di gioia e contentezza che sembra toglierti il fiato e che subito dopo di fa battere il cuore a mille.
“Certo che voglio tornare a fare parte della tua vita. Anzi della vostra.”
Si alzò dalla scrivania e Ran notò che zoppicava. Sonoko glielo aveva detto che non si era più totalmente ripreso dalla ferita al ginocchio, ma vederlo di persona era tutt’altra esperienza. Si sentì un po’ in colpa per non averlo nemmeno degnato di una sola attenzione, quando lui si era battuto fino alla fine per portarla in salvo. Ma non se ne badò.
L’amore è fatto di perdono e lealtà e questo loro due lo sapevano bene.
Ran si alzò e entrambi suggellarono la loro vera promessa d’amore con un bacio.
“Giuro che non ti mentirò mai più, mia piccola Ran.” le disse Shinichi.

FINE

Edited by kiaretta_scrittrice92 - 2/3/2015, 19:12
 
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marty shin×ran
view post Posted on 22/2/2015, 14:22     +1   -1




KIAREEEE.
*Asciuga le lacrime* Sei la migliore!
Shin e Ran genitori *riprende a piangere*.
Sei stata grande in ogni capitolo e mi hai emozionata ogni volta.
Questa storia, questi capitoli mi mancheranno moltissimo, ma li rileggerò spesso.
Sei una grande,
Martina
 
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view post Posted on 22/2/2015, 15:14     +1   -1
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Grazie a te per avermi seguita Martina ^_^
 
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marty shin×ran
view post Posted on 22/2/2015, 17:53     +1   -1




Solo un piacere, credimi.
 
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87 replies since 15/3/2012, 11:41   4685 views
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