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La Morte Rossa

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MAN_IN_BLACK
view post Posted on 13/5/2012, 17:16 by: MAN_IN_BLACK     +4   +1   -1
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Sicario dei MIB

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Signore e signori, a voi :)!

FILE XXII
LA VERITÀ È LÀ FUORI
Conan rifletté per qualche minuto, slanciandosi, in seguito, in ulteriori domande, apparentemente futili e su svariati argomenti, dirette agli inglesi, concentrandosi in particolar modo su Hope, che riduceva al minimo il numero di vocaboli pronunciati.
Conan comprese che non avrebbe ottenuto ciò che desiderava e, per il momento, lasciò stare, attendendo l'occasione opportuna, e si concentrò, dunque, sulla mesta e solitaria Wakana, che lo aveva stranamente chiamato,infrangendo il precedente silenzio.
«Potrei parlarti in privato?», domandò con gentilezza al bambino, il cui volto divenne tetro.
La donna si alzò e si diresse verso l’uscita, seguita dall’accondiscendente Shinichi in seguito a qualche esitazione.
«Mrs. Hope… I’m sorry, but I have to leave from your enchanting and polite presence», disse platealmente Conan, sforzando la propria voce perché risultasse estremamente sgarbata e sarcastica e provocando l’ira della signorina.
«Ace! Ta: finally we’re free from your annoying presence for a while, stupid…», replicò, con uno strano accento, la donna prima di interrompersi bruscamente.
«Hope! What did I just say?»
Il volto dell’inglese tradiva una furia a stento contenuta.
Conan si avviò verso la porta, ma, prima di attraversarla, si girò nuovamente e si rivolse a Werther.
«Devo riconoscerlo, signor Bach: ha imparato il tedesco alla perfezione, ma non abbastanza… potrebbe dirmi perché prima mi ha mentito, confermandomi che proveniva da Berlino quando, in realtà, lei è russo?»
Werther non rispose e iniziò a tremare.
Conan sorrise mestamente, poiché aveva ottenuto un’ulteriore prova, prima di uscire dall’albergo insieme all’affascinante giapponese.
Il fumo grigio proveniente dalla selva continuava ad annerire il cielo, cacciando la luce solare dalla vista della terra, inevitabilmente inscritta nel ciclo universale.
La ragazza sogghignò tetramente.
«Suppongo che tu desideri alcune informazioni riguardo ad Akira, giacché io provengo da questa cittadina, per avere conferme riguardo a tue eventuali teorie.»
Conan, i cui occhi celavano con precisione i suoi pensieri, accolse cautamente le parole di Hirai all’interno del proprio cervello.
«Mi dica tutto.»
«Akira Dornez non era una persona qualsiasi, un comune essere umano: era un ricco filantropo, un altruista solitario, un simbolo della sacralità di questa città, un grand’uomo. Giunse qua qualche anno fa insieme alla moglie e alla figlia, facendo costruire l’albergo in cui ci troviamo attualmente e una casa ai confini della città, a contatto con la natura che egli adorava. Al suo arrivo in città, affermò di essere figlio di uno spagnolo e di una giapponese, suscitando persino sdegno, talvolta, nei cuori di alcuni degli abitanti di questa città, che, adagiata nella propria tradizione, tende a tollerare poco gli stranieri. Quell’uomo, tuttavia, dimostrò immediatamente amore per Nikko, finanziando personalmente opere per la città, i lavori di manutenzione dei templi e delle altre opere architettoniche e campagne di beneficenza, sicché prosciugò rapidamente le proprie risorse finanziarie e sacrificò una facile rendita per il bene di tutti. Dopo aver ultimato, con i soldi restanti, i lavori dell’hotel e della sua dimora privata, si ritirò insieme con i suoi cari, divenendo il direttore di questo magnifico albergo e continuando a vivere nell’anonimato come un normale cittadino. In breve tempo, divenne uno degli abitanti più amati del paese, un simbolo di sapienza e cultura, di altruismo e bontà, un faro di speranza per tutti.»
Conan non proferì verbo e attese ulteriori spiegazioni.
«Scommetto che desidera sapere cosa io pensi al riguardo… posso dirLe che non è un caso che la Morte Rossa abbia scelto proprio Akira per attuare il suo piano: ha preso il migliore di noi e l’ha trasformato in una marionetta, in un delirante malato. Con tale azione, ha voluto dimostrarci che può fare ciò che vuole senza alcun freno, che è come un dio perverso, capace di giocare con le nostre anime a suo piacimento. Il “gioco dei nomi” ne è la prova… ciascun ospite (escludendo me e i miei amici) contiene all’interno del cognome un riferimento palese alla teoria dei Cinque elementi: Smith significa “fabbro”, rimandando alla sfera del fuoco, con cui quest’ultimo si trova sempre a contatto, mentre Bach è traducibile come “ruscello”, ovviamente composto d’acqua, e Knight come “cavaliere”, rivestito per antonomasia con armature di metallo, un altro elemento. Questo fatto risulta persino più ovvio nel caso dell’americano, il signor Wood, cioè “legno”, e nel suo… Hirai, la pianura, una parte ampia di terra.»
La giapponese fissò Conan silenziosamente.
«Ottime deduzioni, ma hai tralasciato un particolare importante…»
Il detective contraccambiò con preoccupazione il gelido sguardo della donna.
«Io sono la Morte.»
 
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