Magic Xmas, ...in viaggio...

Finalmente sono tornata... e ho una fan fic molto particolare per voi, che per di più s'intona perfettamente con questo periodo.
Prima d'iniziare però, come al solito, voglio fare alcune premesse.
Innanzi tutto avverto che questa mia fan fic sarà molto meno movimentata delle altre, perché è incentrata molto sul romanticismo. Ciò non vuol dire che non ci sarà azione, ma non sarà tanta e soprattutto arriverà dopo un bel po'.
La seconda premessa riguarda il fatto che questa fan fic è un sequel, quindi per chi non avesse letto "La principessa Heart e la rosa rossa" , consiglio di leggerla, altrimenti capisce ben poco.
Ora posso tranquillamente lasciarvi a questa ff.
Buona Lettura

Capitoli
Una sorpresa di Natale
A comprare il pane
Il cenone di Natale
Lettere dalla terra del Sol Levante
Festa a sorpresa
Karaoke per tutti
Destinazione Australia
La villa sul mare
L'oceano
Insieme è sempre più bello
Nuove sensazioni
Una vacanza rovinata
Col cuore in gola
Kaito torna in te
Di bene in meglio
Indagando
Bisogna reagire
Golden Garden e Kiaretta Kid
Solo di notte
Un caloroso benvenuto
Topi da laboratorio
In trappola
Senza paura
La forza dei ricordi
Progetti da laboratorio
Continue trappole
Vecchi incubi
La fantasia dello scrittore
La porta rossa
Il primo amore
Tutto troppo facile
Misteriosi esperimenti
Il fascino del male
Rombo di fuoco
Per il bene dell'umanità
E' finita?
Passeggiata da soli
Nel silenzio della notte
Aspettando la mezzanotte
L'alba di un anno nuovo

Magic Xmas

Una sorpresa di Natale

Fissavo quel piccolo alberello a punta che stava nell'angolino del salotto. Stipato di pacchi, pacconi e pacchetti. Le luci intermittenti che lo decoravano erano arancioni, si accendevano, poi si spegnevano, in continuazione.
Fissavo quelle lucine, con la testa da un'altra parte.
Era la mattina della Vigilia di Natale e ancora non era arrivato quel maledetto e attesissimo pacco. Non si era dimenticato di nessuna festività, mai. Il pacco era arrivato al mio compleanno, a Pasqua, al mio onomastico e persino ad Halloween, ma questa volta non c'era.
Suonò il campanello, ma non mi alzai dal divano, continuando a fissare le lucine arancioni. Sentii i passi di mia madre attraversare il corridoio e poi il rumore della chiave che girava nella serratura seguito da quello della porta blindata che si apre. Tesi l'orecchio e appena sentii la voce del postino dire quella magica parola, scattai in piedi e schizzai verso la porta d'ingresso.
Rimasi delusa quando vidi che la mia attesissima raccomandata era un biglietto con sopra scritto un semplice "Buon Natale" che per di più non era neanche scritto da lui.
Mia madre tornò ai fornelli, mentre io stavo già per accartocciare quel piccolo maledetto bigliettino, quando mi bloccai.
Il postino, quel postino che mi aveva portato il biglietto, io l'avevo già visto.
Suona di nuovo il campanello, io, che ero rimasta lì all'ingresso, impalata, aprii.
"Mi scusi, si è dimenticata di firmare." mi dice serio.
Io rimango lì, imbambolata, a guardarlo.
Non firmo, non parlo, non mi muovo. Lo guardavo soltanto.
A un tratto, mentre continuavo a fissarlo, scoppia a ridere. Una risata che non sentivo da quasi un anno. Eppure continuavo a fissarlo stranita.
Quando smise di ridere ricominciò a fissarmi.
"Allora? Pensi di firmare o no?" chiese porgendomi nuovamente foglio e penna.
Questa volta li presi, anche se continuavo a guardarlo. Per qualche arcano motivo non riuscivo a smettere di fissarlo.
Staccai gli occhi da lui solo un attimo per firmare, poi gli riconsegnai carta e penna.
"Ci conosciamo per caso?" chiesi, mentre lui prendeva di nuovo in mano tutto.
Sorrise.
"Non credo signorina, io consegno posta in tanti di quei luoghi che è difficile che mi ricordi tutti."
Eppure quel sorriso aveva qualcosa di fin troppo familiare.
Quando sparì dalla rampa delle scale chiusi la porta e andai in camera mia.
Con ancora quel maledetto bigliettino in mano, mi buttai sul letto supina e chiusi gli occhi, mettendo il braccio destro su di essi in modo che il sole pallido di quella mattina non mi desse fastidio.
Non so per quanto rimasi lì, in quella posizione, ma a un tratto sentii freddo.
Mi rannicchiai su me stessa per riscaldarmi tenendo sempre gli occhi chiusi.
Dopo poco il freddo passò, però ebbi un'altra strana sensazione. Sentii il materasso sprofondare un po' di più, come se si fosse aggiunto un peso e subito dopo la voce di quel postino.
"Ciao Kiaretta!"
Spalancai gli occhi. Quello che vidi mi lasciò basita. Davanti a me c'era il postino, ma il suo viso era completamente cambiato. Era un viso molto più giovane, fresco, pulito, senza la barbetta che aveva prima. Mi guardava con quei magnifici occhi che si erano trasformati in azzurri.
Una lacrima mi rigò il viso, poi, appena sentii quella piccola gocciolina rigarmi la guancia, non resistetti più e sputai tutte le parole che avevo in bocca.
"Tu e i tuoi maledetti travestimenti! Ti odio, non sai quanto sono stata male in questi giorni, sono arrivata a pensare qualunque cosa. Ti odio!" ribadii infine.
Lui continuava a sorridere, quel maledetto sorriso di cui mi ero perdutamente innamorata.
"Davvero mi odi?" chiese senza cambiare minimamente espressione, ma finalmente con la sua voce.
Io per tutta risposta gli buttai le braccia al collo, mentre quelle piccole maledette lacrime continuavano a scendere.

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Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo.
Non posterò come le altre volte con una frequenza precisa, ma spero di avere tanti lettori che mi seguiranno comunque e che aspetteranno con pazienza gli aggiornamenti.
Avviso anche che le immagini d'inizio capitolo sono fatte da me con photoshop e ce ne sarà sempre una per capitolo.
Grazie a tutti.

Edited by kiaretta_scrittrice92 - 4/1/2014, 15:26

Che bello collega ...
Sono contentissima che il primo commento sia tuo, è un chiaro segno che sarai sempre un mio caro lettore, oltre che collega in questa particolare passione sulla scrittura.
Davvero grazie. Ammetto infatti di essermi davvero impegnata in questa fan fic (e mi sto impegnando ancora, dato che sto continuando a scriverla su carta). Quindi sono contenta che i miei sforzi hanno dato i loro frutti.
Inoltre ho deciso di farla in prima persona perché era da tanto che non scrivevo in questo modo e sebbene è una tecnica molto difficile, mi appassiona molto.
Davvero grazie mille

Kiaretta!! come promesso eccomi qui
mamma,che capitolo commovente ** haha! caro Kaito che si traveste e poi...puf!come per magia te lo sei trovato in camera!
sarebbe stupendo se accadesse...*sogna ad occhi aperti*
hem...purtroppo non avevo letto tutta la tua ff della principessa Heart, spero comunque di capirci qualcosa
A presto!!

Grazie mille Aru^^
Eh sì, il mio Kaituccio e molto romantico
Comunque se per MP mi dici dove sei arrivata con la principessa Heart ti faccio un breve riassuntino, giusto per non farti avere sorprese strane... XD

Eccomi nuovamente qui, a caricare un altro capitolo tutto per voi. Aruka e Lodo, vi ringrazio nuovamente per aver subito iniziato a seguirmi senza esitazione. Davvero, siete i miei due lettori preferiti assieme a Simona che spero ci raggiunga presto in questa nuova avventura.
Nella speranza che arrivino presto altri lettori, vi lascio al nuovo capitolo sperando che vi piaccia come il primo.
Buona Lettura

A comprare il pane

"Mamma, sta sera al cenone c'è una persona in più." dissi entrando in cucina.
Era ai fornelli, stava preparando la besciamella per le lasagne.
"Chi è? Giada?" chiese alzando lo sguardo dalla cremosa salsa bianca.
"Mamma ti ho già detto che io e Giada non siamo più amiche da anni!" dissi seccata.
"Ok ok, va benissimo. Ascolta ti dispiace uscire a prendere del pane?" mi chiese abbassando di nuovo lo sguardo sulla pentola.
"Oggi? Dove accidenti lo trovo lo trovo il pane alla Vigilia?"
"Non lo so. - rispose senza alzare lo sguardo - Tu prova in zona, se non lo trovi ci arrangiamo."
Sospirai, uscendo dalla cucina.
Mi avvicinai all'armadio dei cappotti, all'ingresso, presi il mio grigio e lo indossai, poi presi la borsetta nera dalla mia camera e uscii di casa.
Appena fuori dal portone del palazzo svoltai a sinistra sperando che la panetteria vicino a casa fosse aperta. L'aria fredda mi sfiorava il viso, e quando respiravo creavo nuvolette di condensa, che poi sparivano mescolandosi con l'ambiente.
Stavo camminando lentamente, quando a un tratto lo sentii di nuovo.
"Ciao piccola mia!"
Saltai in aria per lo spavento, poi mi voltai.
"La vuoi smettere di apparire all'improvviso?" chiesi esasperata creando altre nuvolette di condensa.
Lui rise, poi avvicinò il suo viso al mio dandomi un bacio sulla guancia. Sentii le sue labbra fredde, per il tempo, sfiorarmi la pelle ed ebbi un brivido.
Appena si staccò mi guardò. Quei suoi occhi azzurri mi squadravano, come se mi volessero prendere anche l'anima.
"Cosa ci fai fuori?" chiese con quella sua voce perfetta, melodica.
"Devo trovare del pane." sospirai ricominciando a camminare.
Lui allora mi prese la mano e mi trascinò dall'altra parte.
"Ma cosa fai? La panetteria è di qua!" dissi cercando di tornare indietro.
"E' chiusa, ma ne ho vista una a pochi isolati da qui." mi disse continuando a tirarmi verso dove voleva lui.
"E mi spieghi come pensi di percorrere più di due isolati a... - mi bloccai appena capii cosa aveva in mente - ... stai scherzando spero." conclusi dopo che lui mi mostrò i suoi sfavillanti denti nel suo meraviglioso sorriso.
Lui non rispose e alla prima scala antincendio avvistata, iniziò a saliere continuando a tirarmi.
I nostri passi rimbombavano , in quel freddo silenzio, mentre battevano sugli scalini di ferro.
Appena fummo in cima lui fece un'ampio gesto facendo, così, apparire sul suo bel cappotto bianco il mantello dello stesso colore, dopodiché mi afferrò per la vita ed entrambi ci lanciammo nel vuoto.
Poco dopo volavamo sul quartiere di Mirafiori nord.
"Non per contestare - dissi mentre l'aria gelida mi sferzava la faccia - ma qui in Italia vedere un'aliante in piena città non è normale."
Lui non rispose, anche se ero più che sicura che avesse fatto uno dei suoi soliti sorrisi compiaciuti.
Dopo neanche due minuti di volo iniziammo a planare verso la strada, che fortunatamente era completamente vuota.

Uscii poco dopo dalla panetteria con il sacchetto di carta pieno di fragranti pagnotte.
Lui mi stava aspettando fuori. Era sul marciapiede opposto, le mani nelle tasche del suo cappotto bianco. Mi stava guardando, uno sguardo che aveva rivolto sempre e solo a me. Neanche Aoko Nakamori, la bella ragazza che conosceva fin da quando erano bambini, era stata onorata di quello sguardo. Quegli occhi azzurri illuminati da chissà quale scintilla, che guardavano con ammirazione ogni centimetro del mio corpo.
Mi avvicinai a lui sorridendo, mi era davvero mancato, quell'anno era stato uno dei più lunghi e insopportabili della mia vita.
"Allora, pronta per un altro volo?" mi chiese tornando il ragazzo sbruffone di sempre.
"Più che pronta, caro il mio ladro."
Lui a quella mia battuta sorrise, dopodiché mi voltò le spalle e iniziò a salire la scala antincendio del palazzo.
Stavo di nuovo volando, le mie mani stringevano il freddo tubo di metallo dell'aliante, mentre le sue braccia mi tenevano alla vita.
Finalmente ero di nuovo tra le sue braccia.

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Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e come ho già detto spero arriveranno molti altri lettori.
Vi chiedo scusa inoltre, se l'immagine di inizio capitolo e le descrizioni dello stesso non corrispondono, ma purtroppo uso immagini già esistenti e queste erano le uniche più adatte che ho trovato.
Inoltre volevo ricordare ad Aruka (come ti ho già risposto) che se vuoi posso farti un riassunto dell'altra ff se mi dici dove sei arrivata.
Grazie a tutti.

Grazie mille collega... sì è vero ora è un po' statica e sinceramente lo sarà ancora per un po', ma le sorprese non mancheranno.
Come ho già detto è una ff un po' diversa rispetto al solito, è più incentrata sul romanticismo, ma prometto che non mancherà il divertimento, la tensione e gli immancabili casi... solamente ci vorrà un po' prima che arrivino

Già ormai c'è odio profondo tra Giada e il mio personaggio... e si sa le mamme sperano sempre nelle grandi amicizie... ma ovviamente lei non sa tutta la storia che c'è dietro, quindi non può capire...
Comunque ben arrivata Simona^^
E grazie infinite dei complimenti... spero che i prossimi capitoli ti piaceranno come ti sono piaciuti questi due^^

Eccomi!! si,scusami, mi ero domenticata di mandarti un pm =P sono un pò tra le nuvole con il natale alle porte!
bellissimo questo capitolo!! quando descrivi kiddo, me lo vedo proprio come se fosse davanti a me...! con il suo solito sorriso furbetto =)
caro che ti ha accompagnato a prendere il pane! sull'aliante per di più!!
al prossimo chap =)

Bene... dato che non ho risposto al commento di Aruka e dato che mi sono promessa che in questa fan fic avrei risposto sempre a tutti lo farò ora prima di postare il terzo capitolo di questa nuova fanfic.
"Eh sì... il mio Kaituccio è sempre il solito ... se no non sarebbe lui XD... Per quanto riguarda il Natale ti capisco... anche io sono indietro coi regali e manca una settimana =("

Bene ora, che ho risposto a tutti, non mi rimane che ringraziarvi. Finalmente i miei tre migliori lettori ci sono tutti, anche se ovviamente spero che arrivi qualcun'altro a farci compagnia...
Intato però ringrazio voi tre dei bei complimenti e spero che l'intera ff vi piaccia come vi sono piaciuti i primi due capitoli.
Ora però vi lascio leggere questo nuovo capitolo.
Buona Lettura

Il cenone di Natale

Mi stavo guardando per l'ultima volta allo specchio. Sono sempre stata una ragazza un po' vanitosa, non tanto, ma quel poco che mi permettesse di apparire bella agli altri.
Quel giorno più di altri, dovevo apparire più che bella, dovevo essere perfetta.
Avevo passato quasi tutto il pomeriggio in quel bagno. Mi ero lavata i capelli e con cura me li ero stirati, ora erano perfettamente lisci e mi cadevano leggeri sulle spalle, sfiorandole appena. Mi ero truccata in modo impeccabile, ovviamente un trucco leggero che non rovinasse il mio viso. Il vestito che indossavo era rosso, l'ideale per una festa del genere. Era semplice, le spalline larghe che coprivano un po' le spalle, qualche piega voluta all'altezza del petto e l'orlo frastagliato poco oltre le ginocchia, per completare il tutto indossavo una calzamaglia nera e un paio di ballerine rosse.
Qualcuno bussò alla porta del bagno.
"Chiara, quando arriva il tuo ospite?" chiese la voce di mia madre da oltre la porta.
"Gli ho detto di venire alle sette!" risposi alzando un po' la voce in modo che mi sentisse.
Appena avuta la risposta che voleva la sentii allontanarsi, i tacchi delle sue scarpe battevano ritmici sul pavimento di casa.
Uscii poco dopo, mancava poco più di mezz'ora alle sette. Erano tutti vestiti a festa, sebbene fosse il primo cenone di natale che festeggiavamo senza i miei nonni materni. Quell'anno avevano deciso di rimanere giù in Sicilia. Per questo mia madre aveva permesso a me e mio fratello d'invitare qualcun'altro.
L'ospite di mio fratello era già arrivata, Kimine, italiana di origini giapponesi. Si erano conosciuti l'hanno prima in Giappone e poi erano tornati entrambi in Italia. Quella ragazza aveva solo il nome orientale. I lunghi capelli biondi le cadevano sulle spalle coperte da un semplice copri-spalle verde smeraldo che s'intonava perfettamente coi suoi occhi, sulla sua pelle candida scivolava un bel vestito color ocra.
Ebbi appena il tempo di salutarla quando mia madre affacciata al balcone della cucina disse ad alta voce, in modo che potessero sentire tutti:
"Chiara, per caso il tuo ospite è un bel ragazzo a bordo di una Mercedes rossa?"
A quella parole arrossii vistosamente e raggiunsi di corsa mia madre in veranda, in tempo per vederlo scendere da quella macchina rossa fiammante.
Indossava un bel vestito rosso scuro, la giacca a tre bottoni chiusi sulla camicia bianca ben stirata che s'intonava perfettamente con la rosa che aveva all'occhiello.
Alzò lo sguardo verso il balcone ghignando, sentii il sangue salire nuovamente alle guance infiammandole, mentre lui con tutta la sua eleganza svoltava l'angolo per raggiungere il portone.
Dopo pochi secondi ecco suonare il citofono, gli aprì mio padre che era il più vicino alla porta, mente lo raggiungevamo tutti.
Sentii i suoi passi lenti rimbombare per le scale per poi arrivare al pianerottolo.
Prima di entrare in casa superando la soglia chiese gentilmente permesso.
Il primo a cui si rivolse appena entrato fu mio padre.
"Salve signore, sono Kaito un'amico di sua figlia."
Cercai di trattenermi dallo scoppiare a ridere nel vedere la faccia stupita di mio padre. Probabilmente non si aspettava tanta educazione e spigliatezza da un ragazzo di quell'età.
Lui invece senza un minimo di timidezza e con tutta la sua sfacciataggine salutò educatamente anche mia madre.
Quando invece toccò a mio fratello sembrò tornare a mostrare la sua vera età.
"Ehi Dk come te la passi?" chiese stringendogli la mano e dandogli una pacca sulla spalla.
"Non c'è male Kaito e te?" chiese contento mio fratello.
"Benissimo" rispose sorridendo, poi con lo stesso sorriso salutò la bionda.

Poco dopo eravamo già a tavola.
Tutto era rigorosamente rosso e imbandito perfettamente. Sopra la tovaglia di pizzo rossa erano sistemati i piattini di carta con, sulla destra, il tovagliolo con le posate e, davanti, il bicchiere di plastica. Come centrotavola c'erano due belle candele rosse accese e tutto il resto della tavola era occupato da bibite e ciotole con ogni tipo di patatine.
Il cenone durò quasi due ore, ma sarebbe troppo facile ridurre la serata in questo modo.
Già, perché, durante la cena, lui, senza nessun preavviso, si rivolse a mio padre con quella solita aria sicura e decisa che sapevo l'avrebbe irritato molto.
"Lei darebbe il permesso a sua figlia di partire per il resto delle vacanze?"
"Per quale motivo?" rispose mio padre con un'altra domanda.
Lui però non sembrò affatto turbato da quella domanda, come se se la aspettasse, così rispose col suo solito tono educato.
"Dei nostri amici ci hanno invitato per una vacanza tutti assieme e ci tengono davvero molto alla sua presenza, in realtà l'invito era esteso anche a Gabriele, ma lui stesso mi ha detto che non poteva."
"E come verrebbe pagato questo viaggio?" chiese mio padre come se volesse trovare un motivo per non permettermi di andare.
"E' tutto pagato da loro!" rispose nuovamente lui.
"Allora non vedo motivo del perché io non possa mandarla, - per un attimo tirai un sospiro di sollievo, poi però - ma mi devi assicurare che terrai d'occhio tu Chiara."
"Ha la mia parola, mi prenderò cura io di sua figlia" rispose infine con un ampio sorriso.

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Beh anche questo capitolo è finito. Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto e aspetterò con ansia i vostri commenti.
Ah dimenticavo per Aruka, che non ha seguito tutta la vecchia ff, mi sono dimenticata di parlarti di Kimine. Anche lei era un'infiltrata al Giardino e si è fidanzata con Gabriele durante la copertura.
Tutto qui. Spero davvero che vi sia piaciuto.
Grazie a tutti.

Grazie... si ammetto che nelle descrizioni mi sto impegnando parecchio, ma non sono certo al tuo livello... tu riesci sempre a farmi venire i brividi...
Sì rientrano in scena tra qualche capitolo, ma ci vorrà ancora un po' all'azione ^^' Questa fanfic ci mette un po' a carburare l'adrenalina^^

Bellissimo capitolo *-*
sei davvero brava a descrivere le persone, i vesiti...tutto!!sembrava di essere li pure a me!! complimenti!!! bellissima l'atmuosfera Natalizia, davvero ^^
haha, Kaito che arriva su una Mercedes fiammante =P haha!
chissà dove la porterà...=)
ha ok! ^^