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Magic Xmas, ...in viaggio...

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KiarettaScrittrice92
view post Posted on 8/1/2013, 12:09 by: KiarettaScrittrice92     +1   -1
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Black Lady

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Sono contenta che almeno Aruka abbia recuperato i capitoli, spero che presto anche Simona riesca a connettersi e tornare a leggere la fanfic.
Ringrazio nuovamente tutti per i commenti che lasciate, come sapete sono una gioia per qualsiasi scrittore e sono importanti per me, per capire in cosa dovrei migliorare.
Ora vi lascio al capitolo.
Buona Lettura ^_^

La villa sul mare



lavillasulmare




Passammo la notte sull'aereo, una notte alquanto tranquilla. Ricordo che mi addormentai tenendo la mano a Kaito che sedeva nella poltrona di fianco alla mia, mentre mi svegliai col vellutato odore di caffè, accompagnato da un suo bacio sulla guancia.
Qualcuno ancora stava dormendo, quando battendo un po' le palpebre e resistendo alla tentazione di non stropicciarmi gli occhi, per non rovinare il trucco, mi abituai alla luce che già filtrava dai finestrini.
La solita hostess, che ci aveva accolti il giorno prima, mi si avvicinò chiedendomi cosa desideravo per colazione, in inglese.
"Un caffè macchiato e una brioche vuota" risposi in italiano con un leggero sorriso.
Lei scomparì di nuovo dietro la tenda gialla che dava al muso dell'aereo.
Poco dopo tornò con una tazzina di caffè fumante e una fragrante brioche.
A metà mattinata eravamo tutti svegli e le chicchere accompagnavano la colazione degli ultimi.
"Bene, che si fa ora? Mancano ancora quattro ore per l'atterraggio" disse Heiji dopo che l'hostess sparì per l'ennesima volta, dietro la tenda con le ultime cose della nostra colazione.
"Io un'idea ce l'avrei... - dissi chinandomi verso la borsa che avevo di fianco alla poltrona - Che ne dite di una partita a carte? - continuai tirandone fuori due mazzi di quelle americane - Ovviamente non giochiamo a poker." dissi con una risatina ironica.
"E perché no? - ribatté Shinichi sorridendo - E' da quel giorno che non faccio una partita a poker come si deve."
Dopo essere rimasti un po' basiti da quella strana affermazione del nostro amico, cominciammo a giocare, occupando così il resto del viaggio.
Poco prima che il comandante annunciasse l'inizio della discesa noi concludemmo la partita con la vittoria di Shiho.
"Accidenti Ai, come bluffi tu non bluffa nessuno!" disse ridendo Shinichi, mentre si riallacciava la cintura di sicurezza.
"Quando la smetterai di chiamarmi con quel nome?" chiese con aria un po' scocciata facendo altrettanto.
"Scusami, ma ormai mi viene quasi naturale chiamarti così." sorrise lui.
"Bene, allora vorrà dire che farò altrettanto, Edogawa."
A quelle parole scoppiammo tutti a ridere, compresi loro due.
Arrivati all'aeroporto con molta calma ci dirigemmo verso l'uscita continuando a chiacchierare.
Era assurdo pensare che ventiquattro ore prima eravamo entrati all'aeroporto di Torino, infreddoliti e con i cappotti pesanti, mentre in quel momento eravamo dall'altra parte del mondo con un sole caldo, quasi rovente che già solo in maglietta ti faceva sudare.
Come ci dovevamo aspettare, Shinichi aveva organizzato tutto alla perfezione, e anche il viaggio verso la villa fu ben preparato.
Pochi minuti dopo essere usciti dall'aeroporto ci raggiunse un furgoncino guidato da un simpaticissimo australiano super abbronzato che ci salutò cordialmente in inglese e ci aiutò a caricare i bagagli. Infine, senza neanche una parola, mise la prima e partì, come se sapesse già dove andare, e molto probabilmente lo sapeva già sul serio.
Ci mettemmo un'altra oretta ad arrivare alla villa. In quell'oretta continuarono le chiacchere iniziate in aeroporto, mentre uno stupendo paesaggio si parava davanti a noi attraverso i finestrini del furgoncino.
Arrivati a destinazione l'autista si fermò e dopo averci salutato partì, lasciandoci all'ingresso di una splendida villa.
Un elegante cancello si apriva sul giardino che incorniciava il vialetto, dove due belle aiuole, composte da molti fiori tropicali che è difficile trovare in Italia o in Giappone, lo costeggiavano.
Il vialetto, che era in terra battuta conduceva dritto alla porta d'ingresso in legno massiccio.
La facciata della villa era di un bianco crema. Era una villa a tre piani, il piano terra oltre alla porta aveva due ampie finestre, il primo piano aveva due balconcini e il secondo solo uno.
Attraversammo il cancello e con un mazzo di chiavi Shinichi aprì la porta d'ingresso.
Fu un attimo, stava ricoprendo con pochi passi la distanza che lo separava dall'ingresso, così con due balzi lo raggiunsi e mi piazzai tra lui e l'ingresso.
"Kiaretta, che fai?" mi chiese stupito.
"Anche se siamo qui tutti assieme questa rimane pur sempre la vostra luna di miele e tu non varcherai questa porta da solo."
Lui sorrise e lasciò la valigia per terra, si voltò dandomi le spalle e si avvicinò a Ran. Con un movimento veloce del braccio destro le fece cedere le ginocchia prendendola dalle spalle con il sinistro, così da prenderla in braccio.
Tornò così verso l'ingresso, mentre io sorridendogli mi feci da parte.
Appena varcarono la porta io stessa diedi il via a un caloroso applauso che coinvolse tutti.

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-3 per il vero inizio della ff, l'avventura inizierà tra poco e in modo alquanto brusco. Quindi preparatevi.
Intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Vi chiedo scusa se l'immagine non corrisponde alla descrizione della villa, ma era l'unica che si avvicinava almeno un po'.
Grazie mille.
 
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246 replies since 10/12/2012, 08:33   3143 views
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