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Magic Xmas, ...in viaggio...

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KiarettaScrittrice92
view post Posted on 5/2/2013, 17:54 by: KiarettaScrittrice92     +1   -1
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Black Lady

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Eccomi qui... Come vi avevo promesso dove aver finito il periodo di studio intenso, torno a postare un nuovo capitolo tutto per voi.
L'esame non è andato molto bene, ho preso un 18 e quindi ho rifiutato il voto. Ma mi rifarò tranquillamente la prossima volta.
Tornando a noi... Prima di postare il capitolo di oggi, ho un piccolo annuncio da fare...
Il capitolo in questione, come quelli precedenti, avrà punti di vista di diversi personaggi. Proprio per questo motivo vi voglio avvertire che questo capitolo non l'ho scritto interamente io. Per la parte del proprio personaggio, infatti, il mio amatissimo collega Lodovico si è offerto di scrivermi un pezzo con le poche indicazioni che gli ho dato.
Detto questo, vi lascio al nuovo capitolo.
Buona Lettura ^_^

Di bene in meglio

dibeneinmeglio



Sentii le gambe cedere e caddi di nuovo a terra.
Percepii la fitta di dolore alle ginocchia, quando si schiantarono sul suolo, ma non era nulla in confronto al dolore che stavo provando in quel momento nel vedere quella scena.
Per la seconda volta vidi quella ragazza bionda rubarmi tutto ciò che avevo di più caro.
Dopo quelli che sembrarono, interminabili, minuti, i due si separarono l'uno dall'altra.
Lei mi sorrise, e Kaito con un movimento veloce del braccio lanciò un piccolo fumogeno che permise a entrambi di dileguarsi.

...***...



Tossimmo un po' tutti per il fumo che dissipato lasciò quella sottile nebbia che dava fastidio agli occhi.
Mentre la maggior parte del gruppo si avvicinava alla nostra amica italiana, ancora in ginocchio, andai a chiudere la porta d'ingresso. Proprio vicino all'uscio della porta due oggetti compirono la mia attenzione, due oggetti che ovviamente era normale ci fossero. Mi chinai e li raccolsi entrambi.
Il primo era il bossolo del colpo di pistola, il secondo era una piccola sfera nera socchiusa che probabilmente aveva fatto uscire il fumo che aveva permesso ai due di dileguarsi.
Entrambi erano ancora caldi, e dopo averli raccolti, li misi entrambi in tasca.
Quello non era il momento adatto per iniziare qualsiasi tipo di indagini.
Mi voltai verso Kazuha. Anche lei sembrava preoccupata per quella situazione. In quasi tutta la mia vita con lei aveva visto quel suo sguardo impaurito pochissime volte.

...***...



Mi avvicinai di nuovo a lei cercando, inutilmente, di consolarla.
Lei però sembrava quasi impassibile. Anche quando le misi il braccio intorno alle spalle, lei non si mosse. Rimaneva lì, a fissare il pavimento, nemmeno un muscolo del suo corpo sembrava volersi muovere, era rimasta talmente scioccata da non dare nessun segno di vita. Non fosse stato per il petto che si alzava e si abbassava e le palpebre degli occhi che ogni tanto si chiudevano per poi riaprirsi subito dopo.

...***...



Non l'avevo mai vista così. Neanche quando tre anni prima aveva creduto che Kaito fosse morto.
Era entrata in uno stato di shock e per un attimo ebbi paura. Ci misi qualche minuto a realizzare il motivo di quella paura, poi capii. Ricordai di quel suo problema al cuore e pensai che quello stato di shock avrebbe potuto provocare un qualsiasi tipo di attacco di cui lei era a rischio.
Mi chinai subito di fronte a lei e con la mano le alzai il volto per fissarlo sul mio.
La sua espressione non cambiò per pochi secondi, poi tutto d'un tratto scoppiò in lacrime e si avvinghiò a me stringendomi dalle spalle.
Ricambiai l'abbraccio un po' stupito di quella reazione improvvissa, poi realizzai. Probabilmente, come era capitato spesso, aveva visto nel mio sguardo quello di Kaito.
Ogni tanto per qualche secondo si staccava, ma poi tornava sul mio petto, come una bambina bisognosa d'affetto. Era quasi impressionante pensare che quella ragazza disperata e indifesa era più grande di me di tre anni.

...***...



Quei lacrimoni stavano correndo lungo le sue candide guance, ininterrottamente, come una leggera cascata. L'iride dei suoi occhi era diventata lucida, circondata da un colore rossiccio.
Incrociai il suo sguardo solo per pochi secondi, perché il suo viso tornò subito a premere contro la camicia bianca del detective addolorato, con gli occhi azzurri, il quale la stava avvolgendo tra le sue braccia, per farla sentire al sicuro.
Mi portai la mano destra alla fronte, sfregandomi la pelle e anche l'occhio destro, sentendo sullo zigomo il freddo anello con i numeri romani che portavo al dito medio.
Non potevo sopportare quella scena, soprattutto quelle lacrime!
Mi morsi il labbro inferiore con gli incisivi e fissai il pavimento.
La mia collega, come la chiamavo sempre da quando l'avevo conosciuta, era una ragazza solare, quasi sempre allegra e non l'avevo mai vista o sentita piangere. Fu un dolore straziante al cuore per me, sentire quei singhiozzi, come se ad essi corrispondesse un proiettile che mi entrava nella cassa toracica.
Allargai le narici e presi un grande respiro, sentendo i polmoni pieni d'aria e rimasi in silenzio, ad osservare quella scena, con una lacrima nell'occhio che non riuscivo a far cadere.
Poi ad un tratto:
"Lodo, porta Kiaretta in camera sua e rimani con lei finché non si calma." mi disse il giovane detective che era ancora chinato a terra con la mia amica tra le braccia.
Acconsentii e lei senza obiezioni si fece accompagnare da me continuando a singhiozzare.

____________________

Ecco qui. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, diciamo che è un capitolo emotivo, più che d'azione.
Vi chiedo scusa per l'immagine, ma inizialmente la ragazza aveva i capelli biondi e ho fatto una faticaccia a cambiare colore.
Inoltre ringrazio di cuore il mio caro collega, per avermi mandato questa bellissima ultima parte, che quando l'ho letta qualche tempo fa, mi ha emozionato non poco. Sei davvero un grande scrittore amico mio.
Aspetto quindi i vostri commenti.
Grazie mille.
 
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