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Magic Xmas, ...in viaggio...

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KiarettaScrittrice92
view post Posted on 20/4/2013, 09:33 by: KiarettaScrittrice92     +1   -1
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Black Lady

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Bene... Ho deciso di aspettare fino ad oggi per postare questo capitolo, per un buon motivo.
Come ho già annunciato alla fine del capitolo scorso, questo chappy è scritto quasi completamente dal mio collega. La mia parte è cortissima, alla fine, e a parte qualche correzione di battitura che ho aggiustato, tutto il resto è suo.
Per questo motivo ho deciso di postarlo oggi!!
Questo stupendo capitolo è dedicato solo a te, e i complimenti andranno tutti a te Lodo, per augurarti un Buon Compleanno!!
:bday: Lodo!!
E ovviamente...
Buona lettura ^_^

La fantasia dello scrittore

lafantasiadelloscrittor



Ero ancora disperso dentro quella vasta rete di corridoi che sembravano non finire più e sentivo che la stanchezza cominciava a prendersi gioco di me. I miei occhi non reggevano quasi più, per non parlare delle mie gambe, che sembravano pesarmi un quintale, mentre i piedi, stretti dentro le scarpe mi dolevano talmente forte che avrei voluto non averli. Il mio cuore batteva molto forte e sentivo il sudore che cominciava a bagnarmi la fronte. Piccole goccioline che scendevano sulla mia pelle, solleticandomi e facendomi sentire appiccicoso e bagnato: la sensazione che odio di più al mondo!
All'improvviso alle mie orecchie giunsero delle risate malefiche, come quelle che spesso si sentono nei film horror quando l'assassino sta per uccidere il protagonista, ovviamente come al solito fallendo, il più grande cliché della storia cinematografica. Scossi la testa perché quello non era di certo il momento di parlare di cinema, o meglio di pensare al cinema.
Per un momento ebbi l'impulso di voltarmi sui tacchi e squagliarmela il più velocemente possibile, correndo di nuovo lungo quella fitta rete di corridoi del Giardino. Magari così facendo avrei anche trovato l'uscita! Nonostante i miei primi pensieri cercai di soddisfare la mia grande curiosità, che a volte io stesso tendo a definirla "il mio più grande difetto e pregio!", e mi affacciai dall'angolo per vedere che cosa stesse accadendo e, ripensandoci adesso: fu un bene che decisi di rimanere e guardare che cosa stava succedendo perché ai miei occhi si mostrò una delle scene più brutte che abbia mai visto, o meglio, una scena che ripensandoci mi fa venire la pelle d'oca, non per quello che stava avvenendo, ma a quello che poteva succedere se io fossi rimasto fermo oppure me ne fossi andato. Meno male che decisi di rimanere e guardare e così vidi la mia collega, Chiara, che era tenuta ferma per le braccia da un uomo con un completo viola e poi quello che più mi terrorizzò: un altro uomo, con il completo rosso, stava puntando un oggetto di metallo contro Kaito e non ci misi molto a capire che quella era una pistola, soprattutto dal modo in cui l'uomo impugnava l'oggetto riuscii a dedurlo, con tutte le volte che avevo descritto una scena del genere poi....
Per un momento mi si bloccò il cuore perché non sapevo che cosa fare, sentivo che i miei palmi bagnati di sudore che stavano scivolando contro la parete di cemento e quasi mi sentì morire perché se cadevo a terra, anche se la mia collega si lamentava, di sicuro il tonfo si sarebbe sentito e quegli uomini mi avrebbero piantato una pallottola nel cranio senza pensarci due volte e questo non potevo permetterlo!
Bisognava trovare una soluzione, o per meglio dire, IO dovevo trovare una soluzione a quella situazione che poteva diventare tragica....
Già me lo immaginavo: Chiara con gli occhi chiusi, mente l'uomo premeva il grilletto lentamente e il proiettile penetrava la testa di Kaito, spargendo sangue e materia celebrale contro la parete e contro il viso della mia amica. Soltanto a pensare a quell'avvenimento mi veniva rabbia e quindi strinsi i pungi e iniziai a dare piccole botte contro il muro con la fronte, dicendo, sottovoce
"Pensa, Lodo, pensa, pensa! Devi salvarli! Non puoi lasciare che quei mostri…"
Nella mia mente si presentò la soluzione e allora spalancai gli occhi e il senso di stanchezza scivolò lentamente via. Mi sentivo carico e pronto per quello che stavo andando ad affrontare anche se a dire la verità non ne ero sicuro, mi sentivo come un topo ingabbiato che trova un'unica via d'uscita e deve seguirla: costi quel che costi!
Allargai le narici e presi tanto fiato, alzando lentamente la gamba e sentendo i muscoli che si riempivano di tutta la poca forza che avevo e quando sentì che la gamba era rigida come una corda di violino, la scaraventai con tutta la velocità che mi era possibile raccogliere contro il pavimento e la suola della mia scarpa produsse un rumore simile ad uno sparo che rimbombò in tutti i corridoi circostanti e il silenziò calo, dopo l'urlo che lanciò la mia amica Chiara, la quale di sicuro aveva che l'uomo con il completo rosso avesse premuto il grilletto ed invece no, ero stato io che avevo causato quel rumore, ma subito dopo una domanda mi percorse la mente: come potevo scampare a quei due?
La voce di uno dei due uomini arrivò dritta alle mie orecchie
"Vai a vedere, lo tengo sotto tiro io!"
Scommetto che l'uomo dal completo viola avesse tirato fuori la pistola e l'avesse puntata contro Kaito, mentre l'altro, quello più robusto con il completo rosso stava venendo a prendermi. Mi controllai subito le tasche e sentii qualcosa di tintinnate al loro interno e lo tirai fuori: erano le mie chiavi di casa, che avevano attaccato, come portachiavi una piccola torcia elettrica che produceva tantissima luce bianca, quindi misi alla prova il mio ingegno e accesi la luce, fissando la piccola pila all'interno della tasca dei miei jeans e con le mani feci la forma di un fucile e la in quel modo la luce contro le mie mani poté proiettarsi sulle pareti, dando l'impressione che in mano tenessi davvero un fucile (dovevo ringraziare un mio amico che mi aveva insegnato quel trucchetto) e allora l'eco dei passi svanì, così adesso toccava a me recitare la mia parte:
"Lasciate andare quei due ragazzi, sennò vi pianto un proiettile in testa, vi avviso che ho una grande mira…"
"Eh? Chi sei?"
Sentì che uno dei due uomini mi stava gridando quella domanda, quindi sorrisi, sentendo la mia fronte sempre bagnata dal sudore, non per la stanchezza, ma per la paura di essere scoperto.
"Non è importante, non credi?"
"Ah, piantala! Vallo a prendere!"
Ero nel panico puro, perché i passi incominciavano a farsi sentire di nuovo e quindi io feci la prima cosa che mi passò per la mente, produssi con la mia bocca il trambusto che di solito produce un proiettile sparato (l'avevo imparato al corso di recitazione) e allora sentii di nuovo il silenzio e un piccolo strillò, probabilmente della mia collega che pensava che avessi davvero un fucile in mano, sempre che mi avesse riconosciuto... Beh, di sicuro, perché l'ombra che produceva il mio ciuffo sulla parete era inconfondibile.
"Oh, calmo, calmo!"
"Beh, avete capito che faccio sul serio... Ora lanciatemi qui le pistole e lasciate andare i ragazzi, altrimenti la prossima volta non mancherò il bersaglio…"
Che frase clichèttosa, non potevo credere davvero di averla detta: tipica di un romanzo poliziesco di azione della peggior categoria.
Ad un tratto vidi le due armi arrivare sotto i miei occhi e dei passi si avvicinavano veloci a me e le due figure di Kiara e Kaito si presentarono davanti ai miei occhi mentre allungavo la gamba per afferrare con la scarpa le due pistole, di cui una me la passò Kaito, che mi afferrò il braccio dicendo
"Andiamo!"
Io mi liberai da quella stretta e lo rimproverai con lo sguardo. Se ce ne fossimo andati così, senza mettere KO quei due, di sicuro ci avrebbe seguito! Quindi alzai il dito indice e feci segno ai due di stare in silenzio. Notai che la mia amica aveva gli occhi lucidi, ma io la rassicurai facendole l'occhiolino e abbozzai un mezzo sorriso furbo e allora anche lei annuì, sorridendomi. Tutti e tre insieme ci mettemmo contro la parete ed iniziammo a battere i piedi dicendo a voce alta
"Bene andiamo!"
"Scappiamo!"
"Mi sa che laggiù c'è l'uscita!"
Poi smettemmo lentamente. Io reggevo in mano tutte e due le pistole e avevo l'orecchio teso, in ascolto dei passi che cominciavano a farsi pesanti verso di noi e la voce dell'uomo con il completo rosso che diceva
"Come abbiamo fatto a farci fregare così!?"
Non appena girarono l'angolo però, i alzai le braccia e scaraventai con tutta la forza che avevo i due calci delle pistole contro la fronte dei due uomini i quali emisero dei gemiti e poi caddero a terra, portandosi le mani alla fronte e sbattendo i piedi per il dolore. Fu in quel momento che lasciai cadere le due pistole a terra, sulla pancia di quel furfanti e guardai i miei due amici prendendoli per i gomiti e dissi loro
"Ora possiamo andare!"
E ci mettemmo a correre, lasciando indietro quei due malfattori doloranti, nel tentativo di allontanarci il più possibile da loro!

…***…



Mi fermai. Non ce la facevo più.
I due ragazzi che erano andati più avanti si voltarono e tornarono indietro raggiungendomi.
"Kiaretta, tutto ok?" mi chiese Kaito con aria preoccupata.
"Sì… tranquillo…" risposi affannata.
"Fermiamoci un attimo… - intervenne il mio collega - tanto ormai siamo lontani da quei due. Almeno riprendi fiato."
Subito dopo, senza nessun preavviso, Kaito mi prese il polso sinistro e puntò gli occhi sul suo orologio da polso. Capii subito cosa voleva fare, ma arrossii ugualmente a quel gesto improvviso.

______________________

Ecco qua... Non penso ci sia molto da dire... Io l'ho trovato un capitolo fantastico! Quando l'ho letto la prima volta mi sono venuti i brividi...
Di solito a fine post ringrazio tutti i lettori... Questa volta voglio ringraziare solo l'autore di questo capitolo.
Grazie mille Lodo.
 
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246 replies since 10/12/2012, 08:33   3143 views
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