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Matt e la Penna. Il mistero del muro di fuoco., Volevo condividere un racconto a cui tengo davvero!

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Poirot Len
view post Posted on 24/1/2013, 17:37 by: Poirot Len     +1   -1
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3.1 Animo Altruista

Il 18 Marzo era un Sabato, e perciò Matt non ebbe alcun modo di approdondire le sue conoscenze riguardo al nuovo mondo in cui era stato immerso così velocemente. Il ragazzino dovette accontentarsi di un meritato riposo.
Siccome la madre lavorava anche quel dì, Matt si alzò nella quiete della sua casa, accarezzata dai primi raggi del mattino. Appena alzato dal letto, Il ragazzino fece uno sbadiglio simile ad un ruggito, poi prese da sotto il cuscino la sua magnifica Risorsa. Per il momento sembrava filare tutto liscio: la madre si era bevuta tutte le frottole che Matt le aveva propinato, cercando in qualche modo di giustificare il suo ritardo. Non fu semplice per lui, trovare una storiella che fosse un poco convincente; per di più, da pessimo mentitore, temeva che la madre avrebbe cercato di approfondire la faccenda:
"Ehm...in realtà...mi sono perso. Non mi ricordavo che ieri sarei dovuto tornare a casa per conto mio. Ho avuto dei dubbi sulla strada da percorrere, e alla fine ci ho messo molto più del dovuto."
"Stai scherzando?!" gli rispose la madre incredula.
"No, mamma. E' la pura...verità." rispose Matt già con la coda tra le gambe.
"Quanto sei imbranato! Cerca di stare più attento la prossima volta, dovrai imparare a cavartela da solo."
Ripensando a quel discorso, Matt non aveva creduto nemmeno alle sue stesse parole. Ma per fortuna, era riuscito ad evitare l'ira funesta della madre, non c'era più niente di cui preoccuparsi. Almeno per quanto riguardava la madre.
Mentre Matt, a piedi scalzi, vestito con un pigiama di color blu notte, si recò verso il bagno di casa sua, cominciò a pensare a l'unico punto dolente di tutta quella faccenda: sua sorella. Sembrava quasi che gli avesse letto nel pensiero, e che sapesse già dal principio che tutto quel che gli era accaduto era ben diverso. Bisognava trovare un modo per depistarla.
Quando Matt arrivò alla porta del bagno si accorse che qualcuno si era chiuso a chiave dall'interno. Il ragazzino cominciò a bussare con leggerezza alla porta, ma nessuno venne ad aprirgli. Matt allora poggiò l'orecchio sulla superfice della porta, e sentì chiaramente che dentro c'era qualcuno, perciò perse subito la pazienza:
"Muoviti! Jane, aprì subito la porta!"
Dopo qualche secondo di silenzio, Jane aprì la porta con una flemma incredibilie. Davanti a Matt, si trovava una ragazzina di undici anni appena, che lo scrutava con suo viso da bambina, facendo un espressione sospettosa. Poco più bassa del fratello, la ragazzina dai capelli biondo cenere, raccolti con una lunga treccia, continuò a fissare il fratello; al ragazzino parve di guardarsi allo specchio, dato che Jane aveva gli stessi occhi del fratello, escluse le occhiaie.
La ragazzina aveva sulla testa delle grandi cuffie con cui stava ascoltando una musica, sul suo piccolo naso, portava dei grandi occhiali rosso fuoco. Portava addosso un pigiamino color cielo, adornato da un ricamo su entrambe le maniche che ritraevano un piccolo pinguino.
Sempre con una calma e con un linguaggio quasi irreale per una ragazzina dell sua età, Jane si rivolse a Matt:
"C'era bisogno di scaldarsi tanto?"
"Certo! Mi hai fatto aspettare fin troppo!" rispose Matt adirato.
La sorella gli passò accanto con indifferenza, dirigendosi verso il frigorifero in cucina. Prese un ghiacciolo alla fragola -la ragazzina mangiava gelati durante tutte le stagioni dell'anno, anche al mattino - e cominciò a strappare con lentezza l'involucro che lo conteneva. Sembrò quasi una minaccia, dato che mentre strappò la plastica, fissò il fratello sospettosa.
Jane, dopo aver gustato per qualche secondo il suo ghiacciolo, ignorando completamente il mondo esterno, fece un espressione sarcastica:
"Senti...ma per caso mi nascondi qualcosa? Il tuo discorso alla mamma non sembrava poi così convincente."
"Ma che dici?!" rispose Matt cercando di mettersi sulla difensiva. "Come potrei mentire su una cosa così importante? Quei ghiaccioli ti fanno congelare il cervello!"
"Vuoi davvero che ti dica come la penso?" disse in modo altezzoso.
La ragazzina, scocciata, si avvicinò alla poltroncina color ocra situata nella stanza; si sedette sul suo trono, mettendosi con le gambe accavallate, e poi emise la sentenza:
"Innanzitutto mi insospettisce il fatto che la mamma non abbia notato una cosa: quando sei tornato, ti sei fiondato nella nostra camera da letto, e quando lei ti ha sentito, tu sei uscito dalla stanza chiudendo la porta dietro di te...ho capito il perché sai?"
Matt deglutì e diventò di pietra. Per quanto sua sorella fosse stata sveglia, com'era possibile scoprire il suo segreto in un giorno? Tutto ciò andava oltre la normale perspicacia. La sorella continuò il suo discorso solenne:
"Si, l'ho capito. Hai dimenticato il tuo zaino a scuola!"
"Cosa?!" Matt realizzò che la sorella, per quanto fosse stava intuitiva, non aveva messo in luce il suo segreto più misterioso, perciò decise di recitare "Hai...colto nel segno! L'ho dimenticato in classe, e siccome la scuola era già chiusa quando me ne sono accorto, ho cercato di entrare da un uscita secondaria. Per questo motivo ci ho messo così tanto a tornare a casa."
Bugia dopo bugia, menzogna dopo menzogna, Matt si stava assicurando che la sua Risorsa rimanesse solo una vaga fantasia, almeno nel suo ambiente familiare; non voleva condividere con nessuno quello strano legame che aveva creato con la penna, era come un tesoro sepolto nell'abisso più remoto.
La sorella minore di Matt fu molto appagata dalla falsa risposta del fratello: fece una risata quasi malvagia, in seguito decise di tornare nella camera da letto; prima di aprire la porta, si girò di spalle e fece un ultimo annuncio:
"Attento Matt. Ti conviene non fare stupidaggini, perché d'ora in poi ti terrò d'occhio. Sarà molto divertente smascherarti davanti alla mamma!" la ragazzina poi, tornò nella stanza.
Matt fece un respiro si sollievo. Jane era ancora lontana dalla soluzione.
Purtroppo la sorellina, nei periodi in cui era particolarmente annoiata, si dilettava ad indagare su tutte le abitudini del povero fratello maggiore, cercando di trovarci almeno un difetto. Adorava riferire tutte le monellate di Matt alla madre, e quando ci riusciva, si sentiva sempre su un piedistallo: Jane e sua madre condividevano un modo di pensare che era sulla stessa lunghezza d'onda, per cui nelle discussioni in famiglia, Matt era piuttosto svantaggiato:
"Quell'esaltata..." pensò il fratello perplesso "Mi ha fatto quasi venire un infarto...ma almeno so che questa volta, non potrà ostacolarmi in alcun modo."

Leila, la madre dei ragazzini, lavorava anche quel Sabato; per la sua professione, non c'era quasi mai un periodo di ristoro. In particolare, un anno e mezzo prima della strage del muro di fuoco, la donna si laureò in Medicina, e successivamente diventò medico legale. In particolare, si specializzò nell'attenta analisi rivolta alle vittime uccise dai Green Blood, e dietro ciò c'era una ragione tutt'altro che banale: la materia verdognola che costituiva i Green Blood, si dissolveva appena l'esemplare smetteva di "vivere", per questo, nessuno era mai riuscito a conoscere il segreto della loro composizione. Sarebbe una scoperta scientifica senzazionale per l'umanità, poiché permetterebbe di conoscere le basi chimiche delle creature, potendo così trovare i suoi punti deboli. Leila da tanti anni ambiva a questa rivelazione, lei stessa aveva inaugurato questo progetto. Tuttavia, fino ad ora le ricerche avevano portato a ben pochi risultati.
Proprio per la grande dedizione che Leila aveva nel suo lavoro, Matt sapeva che non sarebbe tornata almeno fino all'ora di cena. Aveva tutto il tempo per testare le sue nuove capacità.
La sua Risorsa gli aveva sicuramente donato una grande forza fisica, che un ragazzino così esile non si sarebbe mai immaginato di possedere, ma questo a Matt non bastava: la curiosità lo stava divorando dentro.
Dato che Jane sembrava si stesse riposando nella camera da letto, sarebbe bastato chiudersi in una stanza differente per scoprire cosa la sua Risorsa era in grado di fare. Con un ghigno davvero maligno, Matt si guardò intorno...fino a quando, in preda alle sue fantasie più strampalate, si accorse che il campanello suonava.
Jane andò alla porta, e appena si accorse di chi fosse l'ospite, lo fece entrare, esprimendo grande calore ed un affetto fuori dall'ordinario: era arrivata Mina, la loro unica nonna.
La vecchina aveva un taglio di capelli corto con una chioma color grigio pallido tutta riposta da un lato, con uno stile che si usava ai tempi in cui era giovane. I suoi occhi azzurri non erano mai invecchiati, e sprizzavano sempre vitalità e giovinezza. Aveva un viso tondo e paffuto, che la rendeva ancor più buffa quando sorrideva. Era una sessantenne piena di energia e di caparbietà.
Matt non fu del tutto contento della visita, visto che così facendo non potè escogitare le sue bizzarre macchinazioni. La nonnina, mentre il ragazzino stava riflettendo, lo abbracciò con forza stringedolo a se come una bambola di pezza:
"Il mio piccolo nipotino! Oggi resto io con te, ci divertiremo un mondo!" esordì la nonnina.
"Beh, in realtà io..."
"Hai qualcosa da ridire, fratellone? Non vorrai uscire da solo vero?" lo interruppe Jane.
A quel punto, Matt capì di essere inchiodato a casa. Non era il momento di dare alla sorella degli elementi per cui dubitare di lui.

La giornata che i tre passarono a casa fu alquanto bizzarra.
Mentre nonna e nipotina sfruttarono appieno il loro tempo libero per compiere attività di ogni genere, Matt restò in disparte. Fu come se gli avessero rapito quella spensieratezza che i bambini possiedono; per tutto il giorno non fece altro che pensare, immerso nell'apatia più profonda.
Jane ovviamente, si rese conto del comportamento del fratello, dato che lo aveva squadrato per bene durante tutta la giornata; poco prima di cena, lo prese in disparte e lo portò nella loro camera da letto, che ben presto diventò la stanza degli interrogatori:
"Che cosa mi nascondi?"
"Io non so di cosa stai parlando." rispose quasi in modo automatico.
"Forza dimmelo! Dev'essere qualcosa di importante...se me l'hai nascosto per tutto questo tempo..."
"La pianti? Sei davvero un'ossessione!" rispose dando uno spintone alla sorellina.
"Come ti sei permesso!" strepitò Jane, in procinto di ricambiare il gesto.
Appena Jane sfiorò il corpo del fratello, la penna dalla tasca dei pantaloni dentro cui era nascosta le lanciò una piccola scossa alle dita, come in precedenza fece al suo possessore.
Jane non si aspettò minimamente una cosa el genere, tanto che all'inizio pensò quasi di scappare in preda al panico dopo l'accaduto; nonostante ciò la disgrazia di Matt fu quell'amore per la sua stessa ostinazione che la sorella aveva da vendere. La ragazzina, ancora con gli occhi spaventati, cominciò a bisbigliare:
"Che trucco hai usato? Oppure era..."
A questo punto, fidandosi della reazione della sorella, Matt vuotò il sacco, prese la penna dalla sua tasca, e la mostrò a Jane da vicino:
"Jane...ti presento la penna. Questa é la mia Risorsa."
"Una Risorsa?" disse scocciata "Tu sei stato prescelto da una Risorsa? Questo non ha senso!"
"Non é questo il punto...io non volgio tirarmi indietro. Papà non ne sarebbe fiero. Voglio tenere con me questa penna, e tu dovrai coprirmi. Questo segreto é molto pericoloso." le confidò con tono serio e pacato.
Jane pensò un attimo a cosa rispondere, ma il suo mezzo sorriso fece subire capire a Matt che la discussione avrebbe preso una brutta piega:
"E per quale motivo dovrei farlo? Non puoi nascondere una cosa del genere alla mamma, metteresti in pericolo tutti noi. Sia lei che la nonna hanno il diritto di sapere che disastri potresti causare!" sentendosi adulta, gli disse con un tono di voce caritatevole "D'altronde, questa é la cosa giusta da fare."
Jane cominciò a dirigersi verso la cucina, dove Mina stava preparando la cena, ma Matt le sbarrò la strada:
"Aspetta Jane. Ne possiamo parlare, non puoi avere il diritto di decidere della mia vita. Questa Risorsa potrebbe cambiare tutto! Non lo capisci? Forse, anche se in minima parte, potrei cambiare le cose! Potrei proteggervi!" la scongiurò Matt.
A quel punto Jane si adirò:
"E così vorresti morire per una causa persa? Vorresti questo?"
Matt non seppe come rispondere.
"Vuoi finire come papà? Accomodati!" disse Jane con un scatto di rabbia "Forza, vai a farti ammazzare! Tanto alla fine, quelle che soffriamo siamo io e la mamma. Papà per il suo stupido altruismo non ha fatto altro che condannarsi da solo. Tu vuoi fare lo stesso?"
Mentre lo sguardo della ragazzina - che finalmente assunse le sembianze di una bambina della sua età, penetrava negli occhi e nell'animo di Matt - qualcosa ruppe quel malinconico silenzio.
I due fratelli udirono un rumore di piatti infranti. La loro discussione si interuppe come se il tempo si fosse fermato, ed insieme, Jane e Matt si diressero in cucina.
Il loro peggior incubo non sarebbe stato nulla a confronto dell'orribile spettacolo a cui dovettero assistere.
Mina, pallida e priva di conoscenza, stava fluttuando come un fantasma proprio davanti a loro, sorretta da una forza misteriosa. I due ragazzini non poterono trattenere le urla dopo un simile shock, almeno dopo il primo impatto.
Quando i due cercarono di ritornare alla ragione, la forza che pareva tenesse il corpo di Mina appeso ad un invisibile filo si ruppe. Le luci di tutta la casa si spensero in un istante, mentre i fratelli si abbracciarono spaventati.
La corrente tornò, e i due guardarono Mina, distesa supina sul pavimento.
Non sapeva cosa dire. Non sapevano cosa fare. Rimasero immobili, fino a che una ultima ed inaspettata sorpresa li coinvolse: una luminescenza leggera, come polvere di stelle, investì tutto il corpo di Mina fino a ricoprirla completamente. Il suo corpo poi, cominciò a cambiare.
I capelli divennero lunghi e color argento spledente, mentre i suoi occhi, da azzurri, diventarono verde smeraldo. Matt e Jane assistettero impotenti a tutta la trasformazione, fino a quando la farfalla uscì dal bozzolo e fu visibile ai loro occhi impauriti:
"Ma quella é...Betty?" esordì Matt.
"Si, non c'é ombra di dubbio, é proprio lei...ma la nonna dov'é finita?" rispose preoccupata
"Perché é successo tutto questo? Perché proprio alla nonna?" si disperò Matt.
"E' colpa tua. Hai visto cosa succede quando non ci si fa gli affari propri?" lo accusò Jane.
"Risparmia le tue deduzioni campate in aria. Il nostro discorso non é ancora finito, e la penna rimane con me."
Jane capì che per il momento il fratello era davvero irremovibile, perciò decise di concentrarsi sulle cose più importanti:
"Che cosa dobbiamo fare? Sembra che Betty sia incosciente, e se chiamassimo un' ambulanza?"
"No." rispose immediatamente il fratello, scuotendo la testa "Se la chiamiamo, mamma verrebbe a sapere l'accaduto, e noi dovremmo trovare un motivo per spiegarle tutto...sarebbe una follia."
"Quindi sono immischiata in questa storia come te. E' questo che mi stai dicendo?" rispose Jane ironica.
"Esattamente. Per il momento é meglio spostare Betty in camera nostra, poi quando si sveglia..."
Non riuscì a finire la frase. Leila, in quel momento, stava per aprire la porta. I due fratelli si guardarono negli occhi, con la bocca aperta. Il loro piano era fallito prima ancora di cominciare.
Leila entrò in casa, senza che i figli emettessero il più piccolo respiro: avevano sempre ammirato quei magnifici capelli, ora non più raccolti, ma lunghi e ondulati come un mare nero dai riflessi rossi. Rimanevano affascinati dal volto di ragazza che era ormai una splendida donna, matura ma allo stesso tempo amorevole. Non avevano mai pensato che sarebbe arrivato il momento sbagliato per constatare tutto ciò.
Leila notò subito il corpo di Betty per terra. I suoi occhi neri brillarono per lo stupore, subito dopo, cominciarono a rallegrarsi, vedendo in quella donna una cara amica da tempo dimenticata.
"E' un miracolo! E' viva!" disse dopo aver percepito il battito cardiaco dal suo polso "Ma che cosa ci fa qui? E poi dov'é mia madre?"
I ragazzini non risposero. Per qualche strana ragione, Leila percepì subito che qualcosa non andava, e cercò di riformulare la frase in modo più severo e convincente:
"Dov'é mia madre? Parlate!"
Quegli attimi di silenzio sembravano non passare mai, mentre dagli occhi neri di Leila cominciarono a diventare lucidi. Matt però non ce la faceva più. Non riusciva a sopportare tutta quella pressione. L'avrebbero scoperto, gli avrebbero confiscato la penna e tutto sarebbe finito. Questo non poteva permetterlo a nessuno.
La sua Risorsa cominciò a muoversi nel suo pugno chiuso, nascosto dietro la schiena. Non ci fu bisogno di altre spiegazioni.
Quando Matt aprì la mano, la penna emise un bagliore tale da cancellare qualsiasi cosa dalla vista di Jane e Leila. Il bagliore durò per qualche secondo, ma questi furono sufficenti al ragazzino per uscire dalla porta e scappare di casa.

Edited by Poirot's apprentice - 9/2/2013, 16:10
 
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