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Matt e la Penna. Il mistero del muro di fuoco., Volevo condividere un racconto a cui tengo davvero!

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Poirot Len
view post Posted on 1/2/2013, 20:16 by: Poirot Len     +1   -1
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3.2 Eravamo così simili...


Matt uscì dal suo condominio veloce come il vento. Aprì in tutta fretta il portone che l'avrebbe condotto fuori, allo scoperto. Ma nulla gli importava, oramai non aveva più paura di nulla e di nessuno.
Si guardò intorno intimidito e preoccupato, aveva bisogno di un luogo dove avrebbe potuto facilmente rimanere da solo, ma dove? Era scappato così rapidamente che non aveva pensato nemmeno a dove rifugiarsi. Era un viandante senza meta. Oltre a ciò, il ragazzino aveva una pessima memoria per quanto riguardava le numerose vie di Calvas: fuggire alla cieca avrebbe significato perdersi inevitabilmente.
Con tutta quell'agitazione nella mente e nel cuore, riflettere con lucidità era quasi impossibile. Nonostante ciò Matt riuscì a pescare un idea da quelle onde impetuose che erano i suoi pensieri:
"L'unico posto che conosco come se fosse casa mia...l'unico posto che frequento tutti i giorni...é la scuola! Dovrò nascondermi lì per il momento."
Matt cominciò ad incamminarsi verso il Viale del Diavolo, per poter raggiungere quel confine ardente che gli sbarrava la strada. Il ragazzino cominciò a correre, sempre più velocemente. La sua energia sembrava infinita, ma non era altro che la forza del panico; la suggestione gli continuava a fare dei brutti scherzi, facendogli credere di essere costantemente inseguito da qualcuno.
Matt riuscì a raggiungere per un pelo l'ascensore pubblico che doveva portarlo sui tetti, ma solo allora si accorse di un dettaglio: durante la sera e per tutta la notte, le forse dell'Esercito di Gracalm pattugliavano costantemente i tetti dei palazzi adiacenti alla Via del Diavolo. Se Matt avesse attirato l'attenzione anche per un istante, i soldati vedendolo tutto solo, si sarebbero insospettiti non poco. L'unica cosa da fare era confondersi nel gregge.
Il ragazzino raggiunse il tetto davanti a lui, e poggiò le sue scarpe da ginnastica sopra delle fredde tegole arancioni. Dopo aver fatto qualche passo, si rese subito conto di un altro errore di calcolo da lui commesso: a quell'ora il numero di persone che normalmente si spingevano fin sui tetti per passare da una parte all'altra del muro di fuoco era veramente esiguo.
Matt si ritrovò da solo, immerso in quel mare di tegole arancioni, senza alcuna via di fuga apparente.
Il ragazzino guardò i soldati che facevano la guardia nella zona dove lui si trovava, e cominciò già a capire che la sua presenza in quel momento cominciava a risultare bizzarra. Sentendosi sempre più osservato, decise di escogitare subito un diversivo.
Il ragazzino lasciò cadere la penna a terra, e fece per dirigersi verso il ponte ingifugo non molto lontano da lui. Ovviamente due militari lo bloccarono subito, chiedendogli se fosse da solo e il perché. A quel punto l'esca stava per abboccare.
Matt ordinò alla sua Risorsa con un leggero cenno di illuminarsi all'improvviso, cosa che allertò i soldati che puntarono la penna, cercando di prendere la mira col massimo della precisione.
A quel punto il ragazzino fece un altro movimento impercettibile con la mano, incitando la penna a tornare verso di lui; come un proiettile appena sparato, la Risorsa si librò in aria e si proiettò verso Matt, passandogli a pochi centimetri dal viso. Anche questo era nel copione.
Oramai Matt e la penna stavano davvero diventando una cosa sola, e questo permise loro la buona riuscita del diversivo. Erano riusciti ad allertare i soldati, e a dare l'impressione che la Risorsa fosse una minaccia sconosciuta.
La penna, simile ad una stella cadente, si proiettò verso gli sconfinati tetti della Via del Diavolo, e il gruppetto di soldati di pattuglia la inseguirono con prontezza. Intimando il ragazzino di non muoversi, i militari corsero verso la brillante luminescenza che sparì piano piano nell'orizzonte.
Non era stato molto difficile ingannarli, forse la tensione che avevano accumulato durante i loro estenuanti turni di lavoro li avevi resi particolarmente suscettibili.
Non c'era tempo da perdere. Una scorta di una pattuglia di rinforzo poteva giungere da un momento all'altro, e oltretutto, stare con le mani in mano in quel luogo desolato l'avrebbe sicuramente turbato.
Il ragazzino raggiunse senza problemi il ponte ignifugo, dove decise di riposarsi per qualche attimo. La sua Risorsa non tardò a raggiungerlo sul posto, e il ragazzino se la mise velocemente nella tasca della felpa cercando di essere discreto, poi decise di proseguire.
Sfortunatamente, poco prima che riuscisse a poggiare piede sul ponte, un militare lo prese per il cappuccio bianco della sua felpa; lo sollevo e lo voltò per parlare con lui a quattrocchi.
Matt si ritrovò faccia a faccia con un soldato particolare: aveva un volto molto mascolino, con tanto di barba folta e nera, baffi compresi. Portava un orecchino grigio al lobo sinistro; i suoi occhi invece, erano neri e penetranti. Dal suo sguardo, il ragazzino capì che non sarebbe stato facile passarla liscia con un tipo come quello:
"Ehm...salve, signor soldato. Io in realtà mi ero..."
"Sei tu il ragazzino fuggito dall'area A1 vero?" lo interruppe "Non ti avevano detto di restare buono al tuo posto? Quanti anni hai?" gli chiese ridacchiando.
"Ehm...ne ho tredici signore." rispose intimidito.
"Tredici eh?" disse continuando a ridere sotto i baffi "Non sei più un bambino, dovresti sapere che agli ordini si deve obbedire. E una regola basilare per un soldato, un vero tabù da rispettare, lo sai questo?" gli disse dopo aver mollato la presa dal cappuccio bianco.
"Certo che lo so. Come ha detto, non sono più un bambino, per questo non prendo ordini da nessuno. E sa il perché?" rispose Matt gonfiandosi un pochino.
"Ti ascolterò, ma solo se ti farai accompagnare in una zona sicura. Prometto che ti tratterò come un vero uomo! Dobbiamo andarcene, i tetti di questa zona di notte posso rivelarsi pericolosi."
Matt accettò la proposta, non vedendo altre alternative, e pensando che la sua rapida fuga fosse già giunta al termine. A pochi passi dal ponte il soldato fu di parola, e disse a Matt di esprimere il suo pensiero. Il ragazzino, quando c'era da affermare i suoi punti di vista, non si tirava mai indietro, per nessun motivo:
"Io non obbedisco sempre agli adulti, almeno senza prima pensare. Per me sarebbe come prendere degli ordini che non hanno alcun senso. I grandi spesso credono che il loro pensiero sia più rilevante del mio, o in altre circostanze danno tante cose per scontate..." mentre Matt parlava, il soldato spalancò gli occhi, non immaginandosi una risposta del genere da parte di un ragazzino "...come quando danno per scontato che i Green Blood non potranno mai sparire, o che il muro di fuoco non si possa spegnere!"
In quel momento, il soldato vide se stesso, con un salto all'indietro di ben sette anni, negli occhi lucenti e speranzosi di quel ragazzino dall'animo sincero ed ostinato. Ritrovò una parte di sè che forse aveva dimenticato, nelle parole spontanee di Matt che risuonarono nella sua anima:
"Gli adulti non credono alla speranza. Per questo molte volte si abbattono alle più piccole avversità, affliggendosi piuttosto che combattendo. Beh, io volgio combattere. E non smetterò mai di farlo, anche quando tutto va storto. Arrendersi é da perdenti, in ogni caso."
Il soldato rimase allibito. Quelle parole le aveva già sentite. Erano le stesse parole che aveva pronunciato ben sette anni prima, e che aveva abbandonato nella sua memoria passata.
Non si era mai sentito così prima d'ora.
Un semplice ragazzino, che sorridente, lo guardava con uno sguardo deciso, l'aveva fatto travolgere dalle sue stesse emozioni:
"Sono forse risultato un po' ripetitivo? Spero di non averti annoiato." commentò Matt.
Il soldato però, non riuscì ancora a rispondere. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma le parole gli si bloccarono in gola. Un pizzico del suo perduto passato lo aveva quasi sconvolto.
Fu proprio durante quel bizzarro momento, che il male decise di agire.

All'improvviso, uno stridio terrificante ed assordante venne udito da Matt e dal soldato. Che si tapparono le orecchie per il fastidio. Non c'era nulla lì intorno, eppure qualcosa stava per arrivare.
Il soldato riuscì a localizzare la minaccia, che proveniva dal cielo. Anche Matt si accorse che una malefica creatura stava volando proprio sopra di loro, e cominciò ad avere la tremarella:
un enorme pipistrello stava sorvolando la zona minaccioso. Il colore verdognolo del pelo, le dimensioni esagerate delle fauci e degli artigli, ed infine, le ali di un color giallo traslucido, suggerirono ai due che il mostro si trattava di un esemplare particolare di Green Blood:
"E' una forma di Deep Green...ci mancava solo questa." esclamò il soldato.

I Deep Green, erano una specie particolare di Green Blood, molto più temibile e minacciosa. Queste creature, non erano altro che il frutto delle stragi di massa accadute per incidente, oppure compiute dalle stesse entità mostruose in varie occasioni.
In questi casi, la Green Soul riusciva a catturare tante anime ribelli assieme, e, utilizzando le arti più oscure, generava degli esseri mostruosi dotati di poteri ben maggiori rispetto ai classici Green Blood. La loro forza distruttiva era proporzionata al numero di anime utilizzate e dalla loro malvagità.
Dato il profondo astio che si accumulava durante la generazione dei Deep Green, il risultato finale era la creazione di abomini della natura, unicamente alimentati dalla sete di sangue.

La creatura continuò a svolazzare sopra i suoi due bersagli. Mentre il soldato tentò di prendere la sua ricetrasmittente per allertare i suoi compagni del pericolo, il Deep Green emise ancora quel verso agghiacciante, e questo non fu solo un gesto intimidatorio: le onde sonore che aveva emesso il mostro erano riuscite a mettere fuori uso l'unico mezzo di comunicazione che avrebbe potuto chiamare i rinforzi.
Matt, come di consueto, cominciò subito ad agitarsi quasi automaticamente, mentre il soldato afferrò il suo fucile d'assalto semi-automatico e lo puntò contro la creatura. Quest'ultima non sembrò intimidita dal soldato, e scese a terra per poggiare le sue zampe sulle tegole, con grande altezzosità. Matt e il militare videro avvicinarsi un mostro alto quasi quattro metri, non c'era più tempo per tergiversare:
"Ora ci penso io a te, maledetta bestiaccia!" detto questo il soldato cominciò a fare fuoco.
Nello stesso momento in cui il suo dito premette il grilleto, il Deep Green decise di passare all'offensiva. La bestia venne perforata da parecchi proiettili, ma nessuno di questi fu fatale. Fu così che la creatura riuscì ad avvicinarsi abbastanza, per scagliare al ragazzo con l'uniforme una testata durissima. Il soldato venne scagliato a qualche metro di distanza; l'impatto con le tegole sulle quali venne scaraventato fu molto violento, e generò un grande polverone nella zona.
Nel buio della notte e in quell'atmosfera confusa, Matt scorse chiaramente due occhi bestiali, giallissimi ed assassini, avvicinarsi pian piano. Purtroppo, le sue gambe tremavano a tal punto che gli impedirono di muoversi. L'unico movimento che riuscì a compiere fu gattonare disperatamente, cercando di allontanarsi più possibile.
Era solo questione di tempo. Il Deep Green l'avrebbe sicuramente raggiunto, e quegli occhi gialli ed assassini l'avrebbero divorato, senza alcuna pietà. Tuttavia, un'altra luce si accese tra l'oscurità e la polvere.
Il soldato si tolse la parte superiore dell'uniforme, gettò il mitra sulle tegole, ed afferrò dalla tasca un distintivo. Quest'oggetto apparteneva alle forze di Polizia di Calvas, ed era a forma di goccia, fatto di metallo dorato e luccicante. Il soldato lo strinse con la mano, e guardò la scritta incisa su di esso. Erano passati dieci anni da quando suo fratello glielo aveva lasciato come pegno. Era la sua unica Risorsa.
Il distintivo dorato emano un forte bagliore della stessa cromia, e cominciò a plasmare se stesso in qualcosa di totalmente diverso: prima di tutto la Risorsa aumentò a dismisura la sua grandezza, fino a che non raggiunse la dimensione di un pallone da calcio. Poi, il distintivo si forgiò ancora, fino a diventare la pesante testa di un maglio dorato, conservando però la forma a goccia dell'oggetto precedente. Al fine di completare l'opera, un possente manico nero lungo un metro fuoriuscì dalla testa dell'arma. La Risorsa aveva completato la sua mutazione. Il grande maglio dorato, assieme al suo possessore, era pronto a distruggere qualunque mostro avrebbe intralciato la sua strada.

Il polverone si diradò nella fresca brezza notturna.
Il Deep Green nel frattempo aveva raggiunto Matt, e stava per sferrare il suo attacco fatale.
Il soldato però, afferrò la sua Risorsa con entrambe le mani, e con una forza devastante, colpì il muso della creatura. Nonostante il Deep Green non possedesse delle ossa, il maglio dorato era riuscito a spezzargli la materia che reggeva il suo collo; la creaura si accasciò sulle tegole, e si dissolse in nebbia verde, disperdendosi nella notte.
Matt, che aveva chiuso gli occhi per lo spavento, li riaprì, e vide davanti a lui una persona totalmente diversa. Tolto il casco da soldato, il ragazzo con la barba nera sfoggiava una capigliatura particolare: mentre sulla testa aveva una chioma riccioluta di color pece, ai lati e dietro il capo i suoi capelli erano rasati e corti.
Sotto l'uniforme, il ragazzo indossava una tunica medievale nera, abbellita con dei ricami di arabesque bianchi vicino alle maniche. Matt comprese subito che quel ragazzo in realtà non era un soldato, ma bensì un Guerriero Ardente: esso era un piccolo gruppetto di combattenti, che venne istituito poco dopo la comparsa del muro di fuoco. Una timida organizzazione clandestina formata esclusivamente da ex-abitanti della Via del Diavolo. Essi si occupavano dello sterminio dei Green Blood sui tetti adiacenti al muro di fuoco, tentando in ogni modo di vendicare i loro compagni caduti durante quella disgrazia. Tuttavia questa organizzazione venne considerata fuorilegge dato che alcuni dei suoi elementi erano stati capaci di atti delinquosi pur di trovare il modo di estinuguere le fiamme che opprimevano il loro paese.
Matt riuscì finalmente ad alzarsi. Nonostante egli avesse potuto combattere, la paura e lo sgomento, che gli impedirono quasi di respirare, non gli permisero di trovare la forza necessaria per combattere:
"Sei...davvero formidabile!" affermò Matt esultante "L'hai fatto fuori con un sol colpo! Grazie per avermi salvato la vita."
"Dovere." rispose freddo il ragazzo con la barba nera, non capendo quale fosse l'opinione di Matt a suo riguardo.
"Non preoccuparti." disse il ragazzino con un tono rilassato "Non rivelerò a nessuno la tua copertura, é il minimo che possa fare per ringraziarti."
"Davvero?" rispose stranito "Non mi disprezzi nonostante tu sappia chi sono?"
"I pregiudizi non mi appartengono. Posso capire se una persona é disprezzabile solo dopo averla conosciuta, mai prima. E tu non appartieni a quel tipo di individui." rispose con un sorriso che contagiò anche il Guerriero Ardente:
"Sei uno sfrontato. Credi davvero di sapere tutto dalla vita...mi ricordi davvero qualcuno..." il Guerriero si avvicinò a Matt e gli porse la mano "Mi chiamo Angel, sono contento che esistano ancora dei ragazzini svegli come te."
Matt gli strinse la mano, e nonostante il ragazzo con la barba portasse dei guanti neri di cuoio, riuscì comunque a percepire un certo senso di approvazione nei suoi confronti:
"Io mi chiamo Matt. Anche io vorrei che questa fosse una città migliore..."
D'un tratto, il fiato di Matt si fermò improvvisamente. La causa della sua reazione ansiosa ciò che riuscì a scorgere poco lontano dal ponte ignifugo.
Il Deep Blood che avevano affrontato prima non era giunto da solo, ma si era fatto seguire da un esemplare di ancora più possenti dimensioni, avente una criniera di pelo verde scuro attorno al muso. Angel si rese conto che entrambi erano stati raggirati:
"Non ci credo...il Deep Green di prima era solo un'insignificante esca! Si é fatto accompagnare da un esemplare molto più forte, solo per riuscire ad eliminare l'eventuale bersaglio individuato..." guardò Matt negli occhi "Ed il bersaglio siamo io e te...dei possessori di Risorse. Ho capito subito che eri un ragazzino speciale."
"Non mi tirerò indietro stavolta." esclamò Matt.
"Bene, ma sappi che potrebbe non arrivare nessuno, dato che il simpatico abominio di prima mi ha distrutto la radio-trasmiettente. Non solo ci ha tagliati fuori, ma ci ha impedito di fuggire prima dell'arrivo della sua spalla, che ad occhio e croce sembra decisamente una creatura ben più pericolosa." commentò Angel.
Il Deep Blood, che si era appollaiato sopra il ponte ignifugo, aprì le fauci ed emise un grido di sfida. Si alzò in volo, dirigendosi a tutta velocità verso i due ragazzi, che si misero in guardia.
"Aspetta che giunga vicino, lo colpiremo assieme." bisbiligò Angel a Matt, che stavolta riuscì a mantenere i nervi saldi.
Il Deep Blood si avvicinò rapidamente, fino a quando arrivò a pochi passi dai due ragazzi. In quell'istante, Angel urlò a Matt di attaccare, ed assieme, uno con un poderoso gancio e l'altro con il suo maglio dorato, centrarono in pieno il muso della bestia. Quest'ultima si fermò istantaneamente, poggiando le zampe sulle tegole dei tetti.
Il risultato del loro gesto però, andò contro ogni aspettativa:
"Non...non gli abbiamo fatto nulla!" strillò Matt impietrito.
La creatura, come se avesse ricevuto il soffio di un venticello primaverile, scosse il muso, facendo muovere tutta la sua criniera. Dopodiché il mostro si ricompose, mettendosi sulle due zampe, per scrutare con sguardo omicida i due ragazzi. Nonostante gli sforzi di Matt ed Angel, la creatura riportò solamente un leggero graffio sulla parte superiore del muso:
"Sconfiggere questo Deep Blood non sarà affato facile come prima." confidò Angel a Matt con uno sguardo insicuro "Dovremo sfruttare tutte le nostre Risorse, e tutte le potenzialità di cui disponiamo. Se non ci impegneremo al massimo ci rimetteremo la vita...e io non ci tengo ad essere ucciso da un essere disgustoso come questo. Sei pronto?"
"Ehm...si, ce la metterò tutta!" rispose poco convinto Matt "Se sapesse che possiedo la mia Risorsa solo da ieri gli verrebbe un colpo!" pensò Matt cercando di sdrammatizzare.

Edited by Poirot's apprentice - 9/2/2013, 16:09
 
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