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Matt e la Penna. Il mistero del muro di fuoco., Volevo condividere un racconto a cui tengo davvero!

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Poirot Len
view post Posted on 25/3/2013, 17:19 by: Poirot Len     +1   -1
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5.1 Una Famiglia "Normale"


Quel venerdì fu davvero una svolta per tutta la famiglia Wolfram.
Il risveglio di Betty era stato un evento simbolico, e nonostante sarebbe dovuto rimanere segreto, scaldava il cuore pensare che almeno un elemento della Triade di Gracalam fosse sopravvissuto all'ingordigia delle fiamme.
Si sa, più i momenti della vita sono spensierati e felici, più essi passano velocemente. La frettolosa sera decise di non tardare, perciò Chester dovette nuovamente congedarsi con i Wolfram. Il Generale avvertì schiettamente Betty che sarebbe stato meglio celare la propria presenza, nessuno doveva sapere del suo provvidenziale ritorno. Se si fosse fatta scoprire dai Green Blood, avrebbe attirato i guai peggio di una calamita.
Quando il Generale si avviò verso la sua prossima missione, fu il momento di una piccola riunone di famiglia. Leila adorava quei momenti, dato il suo carattere molto autoritario, e organizzava spesso dibattiti coi suoi figli, come una giudice esperta.
Anche Betty venne inclusa nella discussione, dato che si sentiva in dovere di aiutare la famiglia del suo grande amico, oltre che collega e guerriero eccezzionale. La donna dagli occhi smeraldo cercò in tutti i modi di trattenere tutto il suo imbarazzo: non si era ancora abituata a quell'atmosfera, si sentiva un po' come un marziano, catapultata in una luogo sconosciuto che non comprendeva, dove non sapeva mai cosa fare. Rimaneva spesso seduta, con le mani appoggiate sulle ginocchia, guardando timidamente verso il basso. Nonostante il suo disagio, Betty provava una grande ammirazione verso una donna e due ragazzini che, con grande temperanza, sopportavano giorno dopo giorno la perdita della persona a loro più cara. Era davvero fiera di loro.
Leila decise di far accomodare tutti al tavolo rotondo della loro cucina, e come quattro cavalieri valorosi, cominciarono a discutere sull'accaduto:
"Bene, questa riunione sarà davvero speciale. La presenza di Betty sarà certamente di buon auspicio." esordì regalmente la donna.
"Sono...davvero lusingata. E' solo grazie a voi se mi trovo in questa casa, e non tra le grinfie di quelle maledette creauture, vi devo la vita." rispose Betty con un filo di voce.
"Sarai sempre la benvenuta, sappilo. Hai combattuto fianco a fianco con mio marito, e questo non lo dimenticherò mai." disse Leila con una voce accomodante, poi dopo aver tossito leggermente, cominciò il suo discorso:
"Ecco il primo comunicato." pronunciò Leila, mentre Matt la fissò annoiato "Io e Chester abbiamo deciso di graziarvi, ma questo non accadrà così spesso. Non ho ancora sentito un qualcosa, uscire dalla vostra bocca..."
"Scusa, carissimo fratello mio..." rispose Jane freddamente.
"Scusami tu, sorellina adorata..." replicò Matt in modo altrettanto distaccato.
"Mi raccomando, cercate di fare pace." disse Leila, facendo il pacere della situazione.
I due ragazzini si guardarono negli occhi, come alcuni giorni prima, ma nessuno dei due decise di scusarsi in modo plateale, o almeno non ce ne fu bisogno: Matt fece un sorriso spavaldo poco percettibile, mentre Jane abbozzò uno scherzoso occhiolino:
"A chi importa, ormai è acqua passata. Ma un giorno, voglio la rivincita!" pensarono i fratelli come se fossero diventati telepatici.
Vedendo che i due figli la stavano ignorando completamente, Leila cercò di attirare la loro attenzione con una domanda:
"Ehi, ragazzi! Avete combinato un gran casotto, ve ne siete resi conto? Probabilmente no..." affermò Leila mettendosi una mano sul volto "Non avete pensato ad un piccolo particolare? Le Risorse agiscono solo quando il possessore vuole utilizzarle per buoni scopi, eppure voi avete combattutto per delle sciocchezze, rischiando anche di farvi male..."
Gli occhi di Matt, come quelli di un gatto di fronte ad un gomitolo di lana, si fecero più vispi e curiosi:
"Ma...perché le Risorse sono rimaste dalla nostra parte, nonostante il nostro combattimento è stato tutto, fuorchè un gesto nobile?" Matt guardò la penna pensieroso, temendo che per un secondo, essa l'avesse abbandonato.
"Sfortunatamente..." rispose Leila come una maestra saccente "Alcune Risorse sono talmente legate al loro possessore, che a volte ne condividono gli ideali. Se questi ideali, nonostante non siano del tutto nobili, riescono a convicere le Risorse, esse non si tirano indietro. Ovviamente, nei limiti del possibile."
"Entrambi credevate di essere nel giusto. Le vostre Risorse, nonostante la vostra schermaglia, hanno compreso i vostri sentimenti e non hanno avvertito alcuna malignità nei vostri ideali. Se non fosse stato così, non avreste mai potuto ingaggiare il vostro confronto." spiegò Betty con voce a tratti tremolante.
I due ragazzini fissarono le loro Risorse poste sul tavolo di fronte a loro. Le loro pupille riflettevano la luce come gocce di rugiada. Finalmente si stavano rendendo conto di quanto fossero stati fortunati, e di quanto un semplice legame poteva essere istruttivo, per crescere e diventari maturi.
A quel punto, la riunione prese un altra piega, del tutto diversa dalla prima noiosa sessione.
Matt e Jane, parteciparono attivamente a tutte le discussioni, con una vivacità impareggiabile: riempirono di domande la madre, chiedendole ogni sorta di consiglio che avrebbe potuto essere utile nel loro futuro; oltretutto, i due vollero farsi raccontare per filo e per segno ogni avventura di Russell, che Betty ancora rammentava. Quelle reminescenze di un eroe caduto la fecero diventare la miglior cantastorie, almeno per quanto riguardava i due ragazzini.
Mentre fiumi di parole invasero la riunione di famiglia, accompagnate dalla dolcezza di una meravigliosa torta al cioccolato preparata da Leila, la notte calò su Calvas. I due ragazzini cominciarono a sentirsi stanchi, perciò Matt decise di fare un ultima domanda:
"C'è una cosa che continua a passarmi per la testa. Cosa faremo adesso? Suppongo che oramai dovremo abituarci a tutto questo..."
"Cosa intendi dire?" chiese Leila un po' ridontante.
"Beh, non siamo più una famigliola normale. Io e Jane ora possediamo un potere che potrebbe rivelarsi utile, ma che potrebbe anche farci affrontare le insidie più grandi. Forse da questo momento in poi dovremo aspettarci un assalto dei Green Blood da un momento all'altro."
Leila fece un espressione esterrefatta, quasi divertita. Scosse la testa con disappunto e rispose al figlio:
"Mio Dio! Che pessimismo! Il mondo non gira mica intorno a te. Le nostre abitudini non cambieranno solo perchè ora possiedi la tua Risorsa."
"Io non la vedo così." protestò Matt "Non dovremmo essere molto più cauti? A questo punto, io agirei come una spia, cercando di non far trapelare nulla della mia vita all'esterno." affermò Matt con decisione.
Betty, Jane e Leila scoppiarono a ridere, creando una risata femminile che scoraggiò il ragazzino:
"Hai visto troppi film sullo spionaggio, caro il mio James Bond!" disse Jane ridendo sotto i baffi.
"Stai davvero esagerando." aggiunse Betty "E' vero che adesso avete grandi responabilità, ma questo non significa doversi segregare a casa come un ricercato!"
"Sei davvero buffo, pulcino mio!" disse Leila stringendolo a se, quasi soffocandolo involontariamente "Ed è per questo, che ti dimostrerò che sbagli."
Matt assunse un espressione apatica, stava solo aspettando la proposta della sua orgoliosa madre:
"Perchè non passiamo un week-end nella regione di Laganal, che ne dite? E' da tanto che non facciamo una piccola vacanza. Gli hotel da quelle parti sono piuttosto economici." propose Leila sorridente "Faremo una piccola gita di famiglia. Come qualsiasi altra famiglia normale, non accadrà nulla di catastrofico, menagramo che non sei altro!" esclamò la donna dando un pugnetto sulla guancia del ragazzino.
"Bene, fate come volete." disse Matt offeso, che innervosito, prese la sua terza fetta di torta e se la portò in camera sua.
Matt, con la sua sfacciataggine e con le sue bizzarre fobie, fece concludere la discussione in modo goliardico. I due ragazzini andarono a dormire, mentre le due donne rimasero da sole in cucina. Leila aveva cambiato totalmente volto, diventando seria e riflessiva. Dopo qualche istante, Betty volle rompere il silenzio:
"C'è qualcosa che devi dirmi, Leila? disse osservandola con i suoi occhi smeraldo.
"Temo di si, e questo non ti piacerà."

La mattina di quel Sabato primaverile sorrise all'intera regione. Tranne a qualcuno.
I lamenti di Matt svegliarono malamente Jane e Leila, che andarono ad assistere il ragazzino, ancora sdraiato a letto. La donna osservò rapidmante le condizioni del figlio:
"La mia diagnosi é..." affermò Leila in tono professionale "Ben ti sta! Hai mangiato il resto della torta al cioccolato di nascosto vero? Eri tu quello che mezz'ora fa ha spazzolato tutto! Ti ho sentito sai?"
"Ohi ohi..." fu l'unica cosa che riusci a dire il ragazzino.
"Peggio per te, resterai qui col mal di pancia!" esclamò Jane "Faremo una vacanza tra donne!"
"No...voglio venire anche io! Datemi un'ora o due per riprendermi!" le supplicò Matt.
"Ma non possiamo, abbiamo prenotato all'Hotel Siren della città di Nelk, il capoluogo di Laganal, dovremo presentarci lì per tempo, tra qualche ora..."
"Nelk?!" rispose Matt con fare svampito.
Leila fece un sospiro rassegnato, poi prese un atlante e lo pose proprio davanti al naso del ragazzino:
"Guarda, non è così difficile. Nelk si trova qui, al centro della Regione di Laganal. Quest'ultima confina con Calvas Ovest a Sud-Ovest, ce l'hai presente adesso?"
Il ragazzino annuì. Allora Leila cominciò a confabulare di nascosto con Jane:
"E' un viaggio non indifferente. Anche se passeremo dalla Superstrada, ci metteremo all'incirca due ore e un quarto. Se partiamo adesso riusciremo ad arrivare alle dieci e mezza, come prestabilito, non possiamo aspettare."
"Perché non lo molliamo qui allora?" protestò Jane.
"Perchè combinerebbe più guai qui da solo, che li con noi, me lo sento." ammise Leila "Dovrò fare in modo che ci raggiunga per conto suo, ma sicuramente si caccerebbe sicuramente in qualche altro pasticcio!"
Jane ebbe un colpo di genio, e con il suo solito ghingo soddisfatto, chiarì le idee alla madre:
"Beh, conoscendolo, si metterebbe in pericolo...a meno che..."

Pochi minuti dopo, Leila e Jane furono pronte per partire. Leila diede un bacio sulla guancia al figlio e gli disse:
"Il tassista arriverà qui tra circa un ora, non preoccuparti, prendero io la tua valigia. Ti sarai ristabilito per quell'ora?"
"Certo mamma!" rispose Matt azzardando un vocione che non gli apparteneva affatto "Alla fine è solo un po' di mal di pancia."
Il Taxi stava solo attendendo che madre e figlia scendessero le scale, a quel punto Matt rimase solo in casa. Appena Jane e Leila si furono allontanate a sufficenza, il ragazzino si accasciò al divano dolorante:
"Altro che mal di pancia! E' tutta colpa di quella torta. Sembra di avere un macigno nello stomaco!" protestò Matt, sfinito.
Il ragazzino poi, realizzò che Leila si era pienamente fidata di lui. Non tutti i tredicenni hanno il permesso di viaggiare da soli.
Questo dettaglio galvanizzò il ragazzino, che si sentì rinvigorito, orgoglioso come il re degli animali. Non si accorse nemmeno che Betty non era in casa.
Dopo un'ora d'impazienza, Matt sentì un auto suonare il clacson proprio nella strada a fianco del palazzo dove abitava:
"Dev'essere l'altro tassista! Che bello, si parte per una nuova avventura!" esclamò Matt felice come una pasqua.
Il ragazzino scese le scale saltellando come un cerbiatto, e con uno sguardo vivace e gioioso, si approssimò alla bianca vettura, poi aprì la portiera posteriore e alzando il pugno al cielo, gridò:
"Si va verso Nelk!"
"Lei è Matt Wolfram giusto?" il ragazzino annuì " Va bene, la porterò a destinazione come Leila e Jane mi hanno ordinato." rispose il tassista, aggiustandosi il suo berretto d'autista.
L'uomo fece partire l'auto, e cominciò a percorrere la via. Solo in quel momento Matt spalancò gli occhi e pensò:
"Ma sbaglio...o ha detto Leila e Jane? Cosa c'entra mia sorella in tutto questo?!"
Il tassista si mise a ridere a scuarciagola, poi si tolse il capello, e osservando l'espressione esterrefatta di Matt dallo specchietto retrovisore, esclamò:
"Te ne sei accorto solo ora, dovresti stare più attento, ragazzo!"
"Generale? Di nuovo lei?!" disse Matt alzando la voce, sbuffando come una vecchia teiera "Mi sono illuso...sapevo che stava andando fin troppo bene." esclamò abbassando la testa.
"Ma come? Non sei felice di vedermi?" gli chiese il Generale "Abbiamo affrontato quelle orribili cantine insieme, ed io ti ho salvato un mucchio di volte. Dovresti essermi riconoscente!"
"Non ce l'ho con lei. E' una persona ammirevole, davvero! E' solo che, se avessi voluto viaggiare come un prigioniero, ci avrei pensato due volte, prima di entrare in questa auto..."
"La tua scelta l'hai compiuta, ormai non si torna indietro!" disse Chester sorridendo "Vedrai, ci divertiremo un mondo!"
Il Generale accese la radio, poi inserì uno dei tanti CD che si trovavano sparpagliati sul sedile a fianco del guidatore. Matt pensò davvero di perdere l'udito e forse anche la ragione, quando un brano Metal sparato ad altissmo volume fu emanato dalle casse stereo dell'auto. Mentre Chester seguiva il ritmo della musica, dandosi la carica, il ragazzino appoggiò la testa al finestrino, rassegnato:
"Mondo crudele..."

Dopo circa venti minuti, Chester e Matt raggiunsero la Superstrada. Il Generale abbassò il volume della musica, e cercò di concentrarsi sulla strada davanti a lui.
La Superstrada che collegava la regione di Calvas con quella di Laganal si distendeva per molti chilometri d'asfalto, sospesa dalla terraferma a circa cinque metri d'altezza. Era piuttosto recente, aveva appena quattro anni di vita.
La si poteva quasi considerare una galleria, dato che la strada era ricoperta da un rivestimento di vetro antiproiettile a forma di semisfera, che copriva tutto il percorso. Inoltre, per assicurare a tutti i veicoli un viaggio sicuro, erano state riposte delle pietre azzurrine ad ogni chilometro, che vennero installate come fari guida nel punto più alto, dove si trovava il vetro protettivo.
Queste particolari pietre, con una forma sferica e di grandezza equivalente ad una pallina da tennis, vennero incantate da stregoni esperti qualche mese prima dell'inizio dei lavori: essi infusero nei minerali un incatesimo chiamato "Scissione", in grado di impedire a qualsiasi corpo di toccarne un altro.
In questo modo, anche se il sortilegio, riusciva a proteggere solo un veicolo per volta, si potevano scongiurare una grande quantità di incidenti che coinvolgevano lo scontro di due o più veicoli. Dopo qualche tempo, le pietre vennero rinominate come Pietre Separatrici.
La Superstrada era conosciuta per avere il più basso tasso di incidenti mortali nella storia di tutte le autostrade, e fortunatamente, dati i livelli di sorveglianza, I Green Blood non sembravano interessati a sabotare questa via di comunicazione.

Finalemente, Matt riuscì a percepire nuovamente i suoi timpani, e con uno sguardo indispettito, rivolse la parola a Chester:
"Possibile che lei non abbia mai nulla da fare? Che diamine di Generale snobba il suo compito con questa leggerezza?!"
"Infatti è stata una coincidenza fortunosa." disse Chester, interrompendo il suo spensierato fischiettio "Avrei comunque preso la Superstrada, perché mi devo recare al confine tra Laganal e Calvas. Vedi, da quell parti è accaduto qualcosa di inaspettato, durante una gara di motociclismo: c'è stato un brutto incidente, causato non da un errore umano, bensi da un esemplare particolare di Green Blood, che si è lanciato in mezzo alla pista. Ha provocato la morte di uno dei piloti, per questo voglio chiarire personalmente questa faccenda."
"Cosa aveva di strano questo Green Blood?" chiese Matt curioso come al solito.
"Beh, le fattezze sembravano umane fino a che, tramite delle registrazioni, non abbiamo scoperto che possedeva delle branchie. Vicino alla pista c'era un corso d'acqua, per cui l'ho fatto controllare immediatamente, e sai cosa ci hanno trovato?"
"Hanno trovato il loro covo?" chiese Matt dubbioso.
"Più o meno. Soltanto che i Green Blood che hanno trovato in quel fiumiciattolo si stavano già dissolvendo, probabilmente annegati. Tuttavia, anche questi esemplari avevano le branchie." rispose Chester grattandosi il pizzetto.
"Che strano...perchè allora solo uno di loro si è salvato?" commentò il ragazzino, con le idee confuse.
"Beh, è per questo che ci stiamo dirigend..." Chester non finì la frase, poichè udì un rumore di vetri infranti e notò che la Jeep nera davanti a lui stava cominciando a sbandare.
All' improvviso, il guidatore perse il controllo del veicolo.
La jeep sbandò e poi si ribaltò sul lato sinistro, infine cominciò a rotolare inesorabilemente, distruggendosi.
Il Generale, in quell'istante, capendo che di li a poco avrebbe potuto imbattersi nella vettura davanti a lui, mettendosi in serio pericolo, disse:
"Scusa Matt, ma mi fido più della mia guida, che di qualche trucchetto magico. Tieniti forte!"
Chester fece una rischiosa sterzata col freno a mano. La carcassa della jeep nera, sempre più in pezzi, oramai si era quasi fermata. Fortunatamente, il Generale riuscì ad evitare il contatto con la vettura, questione di pochi centimetri.
Matt e Chester scesero immediatamente dalla vettura, parcheggiata davanti alla jeep con le quattro freccie, affinchè nessun altro veicolo avesse potuto danneggiarla. In seguito, i due cercarono di segnalare il pericolo alle poche vetture che sopraggiunsero dopo qualche minuto.
Dopo che il traffico venne bloccato, i due si fiondarono davanti alla jeep, che oramai non era nient'altro che un ammasso di ferraglia. Purtroppo la guidatrice non ce l'aveva fatta.
Il Generale si avvicinò alla vettura, e notò qualcosa che lo colpì prodondamente:
"Umh...questo non è stato un incidente come un altro. Osservando i frattenti del parabrezza, sembra quasi che qualcosa lo abbia colpito dall' esterno. E dalla nebbiolina verde qui intorno, ne deduco che..."
"E' stato un altro Green Blood?!" disse Matt completandogli la frase.
"Si, e forse dello stesso tipo di quelli che hanno avvistato al confine. Vicino a questa uscita della Superstrada c'è una piccola laguna, dovremmo andare a controllare. Spero davvero di sbagliarmi." Chester si innervosì, la sua calma era stata spezzata come una catena, che in quel momento, senza l'anello mancante, sprigionava tutta la sua collera "Se fosse accaduta una cosa del genere in orario di punta...avrebbe fatto una strage."
"Una cosa è certa: non prenderò mai la patente, neanche morto!" esclamò Matt impallidito.
 
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