Detective Conan Forum

Matt e la Penna. Il mistero del muro di fuoco., Volevo condividere un racconto a cui tengo davvero!

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view post Posted on 9/2/2013, 17:33     +1   -1
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Black Lady

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Wow... questa nottata per Matt, non vuole proprio avere fine XD
Fantastico, ecco un'altro personaggio (nonché possessore di Risorsa) che appare... E inoltre si è scoperto pure del Talento.
Davvero bello... Mi è piaciuto molto questo capitolo, forse anche più degli altri. Inoltre ho adorato la descrizione della barriera arancione che la Penna di Matt è riuscita a creare.
I miei più vivi complimenti...

Sai pensavo che se ti piacciono tanto i fantasy, come a me d'altronde, non ti dispiacerà la mia ff "Fuoco di morte e acqua di vita". Non è del tutto originale come gli altri miei racconti, dato che i personaggi sono quelli di DC creati da Gosho, ma tutto la storia viene da me.
Trovi il link sulla mia firma se t'interessa, e ovviamente puoi leggere con calma... Dato che è abbastanza lunga e già finita.

Ti faccio ancora i miei complimenti per questo capitolo e per la tua fantasia ^^
 
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view post Posted on 9/2/2013, 21:28     +1   -1
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Grazie davvero! ^_^
Ah, bene, allora andrò a leggere la tua fan fic :D Dei tuoi racconti avevo letto Magic Xmas...ma non avendolo letto dall'inizio non ci ho capito moltissimo! XD
 
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view post Posted on 10/2/2013, 10:20     +1   -1
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Black Lady

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Eh già quella è un po' incasinata... Credo che di DC l'unica senza un prequel o un sequel è proprio quella che ti ho consigliato... Oltre alla one-shot "Un fratello nei sogni" ^^
 
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view post Posted on 18/2/2013, 11:55     +1   -1
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4.1 Una Prigionia Istruttiva


"Matt, riesci a sentirmi?"
"Cosa...ma, questa voce...papà!" esclamò il ragazzino.
Matt si trovava in uno sconfinato prato verde, senza saperne nemmeno il motivo. Suo padre era proprio di fronte a lui, sembrava incuriosito:
"Matt, non dovresti essere qui." disse pensieroso.
"In che senso non dovrei essere qui?" rispose Matt preso alla sprovvista.
Russell si avvicinò al ragazzo, lo afferrò e cominciò a scuoterlo come un fantoccio di pezza:
"Ti devi svegliare! Alzati, forza!"
Matt aprì nuovamente gli occhi, che incrociarono le lenti degli occhiali di Chester. Il Generale fece un ghigno divertito, mentre il ragazzino cominciò a guardarsi attorno: quella brezza leggera, quel profumo di margherite e quello spazio libero, così infinito, oramai non c'erano più. Al loro posto, Matt trovò una stanzetta scura, coperta da mura sudicie e maleodoranti. Solo uno spiraglio di luce arrivava da una piccola finestrella, in quel luogo che sembrava caduto in disgrazia, dove con una miriade di ragnatele, dei piccoli ragnetti avevano creato la loro dimora.
Matt si rialzò da quel pavimento polveroso e scomodo con un certo disgusto, esclamando:
"Non pensavo che anche i sogni potessero beffarsi di me..."
Chester si senti sollevato vedendo che il ragazzino aveva ripreso conoscenza:
"Come ti senti? Sei svenuto appena quella specie di buco nero ci ha risucchiati entrambi."
"Mi spiace di averla fatta preoccupare..." rispose amareggiato "Dopo quello che mi é successo, mi sarei aspettato una piacevole mattina ed con dolce risveglio...Generale, sa dove ci troviamo?"
"Non ne ho idea. Non ho mai visto questo posto. Sicuramente ci troviamo in qualche città." rispose annoiato.
"Ha ragione! Riesco anche io a sentire i passi della gente e il motore delle auto, allora quella finestra..."
Matt fece per urlare a squarciagola verso la piccola finestrella, ma Chester gli tappò la bocca prima che il potesse emettere il più flebile dei suoni:
"Ma che diavolo fai?!" protestò il ragazzino, sbuffando come una vecchia locomotiva.
"Non servirà a nulla. Guarda."
Il Generale prese un sassolino da quel sudicio pavimento e lo lanciò verso la finestra. Ancora una volta, una lastra color violetta, ampia quanto la finestrella, comparve senza alcun preavviso, sbarrando la strada alla piccola pietra.
Chester l'aveva capito. La forza che gli aveva impedito di toccare la porta la notte precedente era la stessa che non permetteva ai due di comunicare con l'esterno:
"A quanto pare qualcuno vuole che tenerci rinchiusi qui. E ha proprio pensato a tutto. Dai un occhiata in giro! Non c'è nessuna porta che collega questa stanza ad un altro luogo, questo vuol dire che quell'apertura dimensionale ci ha catapultato direttamente in questo posto!" esclamò il Generale.
"E quindi anche se urlassi, nessuno mi sentirebbe per colpa di quella barriera viola, giusto?" disse il ragazzino un po' rassegnato.
Chester annuì, e questo fu un duro colpo per Matt. Da quando aveva ottenuto la penna, gliene erano capitate di tutti i colori. Davvero la vita di un possessore di Risorse si rivelava così estenuante ed intricata? Matt non riusciva a sopportare tutta quella responsabilità, si sentiva un bimbo smaritto su un trono, per lui ancora troppo grande da poter comprendere.
Il ragazzino si sedette per terra, scoraggiato, allora Chester, toccato dai sentimenti del ragazzino, decise di tirarlo su come poteva:
"Ehi! Non essere giù. Ho capito benissimo che, nonostante le avversità, tu sei un ragazzino che ha fegato. E' vero che tutto quello che ti é accaduto é davvero difficile da accettare, ma credimi, tutti possono dare un calcio al proprio destino. E credo che tu ne abbia tutte le potenzialità." gli disse con tono gentile.
"Grazie...ma oramai ne ho abbastanza di essere sempre consolato." rispose Matt sprofondando nella tristezza.
Il Generale in quel momento, ebbe una senzazione. La salute del ragazzino era nelle sue mani, per cui svelargli qualche trucchetto del mestiere sarebbe stato sicuramente utile, col passare del tempo. Se fosse riuscito ad insegnargli qualcosa, stimolando anche la sua curiosità, avrebbe preso due piccioni con una fava, e magari avrebbe impedito alla malinconia di sfiorare quegli occhi color nocciola, così tristi, che in quel momento stavano annegando tra le lacrime.
Chester si avvicinò al ragazzo, e si sedette vicino a lui. Poi, con una voce confidenziale, gli disse:
"Ragazzo, so che ne hai passate davvero tante, ma ti propongo qualcosa per distrarti."
Matt lo guardò con uno sguardo davvero speranzoso. Non disse nulla, i suoi occhi parlarono per lui. Il Generale allora, cominciò il suo discorso:
"Bene, innanzitutto ti insegno una cosa, davvero essenziale per un piccolo grande combattente come te: le Risorse sono degli oggetti eccezzionali, ma hanno un limite. La loro energia può tranquillamente essere valutata grazie alla loro luminosità; quando non emanano alcuna luminescenza significa che non sono più in grado di trasferirci il loro potere. E sai cosa vuol dire?"
Matt scosse la testa. Chester allora, si rimboccò la manica destra della sua uniforme, facendo vedere il suo muscoloso braccio al ragazzino. Un profonda cicatrice a forma di graffio sorprese Matt, mentre Chester disse:
"Esatto. Quando perdono le loro energie, non solo non possiamo utilizzare le Risorse come vorremmo, ma quest'ultime non in grado di proteggere il nostro corpo dalle minacce esterne. Ti sarai reso conto che le Risorse ci proteggono costantemente, vero?"
Matt ebbe una reminescenza. Pensò a quando il Deep Green simile ad un pipistrello era riuscito a scagliare sia lui che Angel sulle tegole con il peso del proprio corpo. In quel momento non se ne era reso conto, ma grazie a Chester, realizzò che se non avesse trovato la sua penna, un impatto del genere l'avrebbe sicuramente ucciso.
Il Generale, vedendo che il ragazzino aveva afferrato il nocciolo della questione, fece un ghigno spavaldo:
"Vedo che sei un ragazzino intelligente. Ma ora vorrei dirti un'altra cosa: è vero che i Talenti, presi così come sono, non posseggono capacità eccezzionali quanto quelle delle Risorse, ma se coltivati nel tempo, possono diventare armi davvero...pericolose."
Il Generale notò un tubo d'acqua, fissato al muro che si trovava di fronte a lui. Tese la mano verso di esso, e in un lampo, fermò il flusso d'acqua. Mantendendo il suo controllo sull'acqua, riuscì a provocare una perdita dal tubo d'acciaio.
Una piccola sorgente del liquido trasparente cominciò ad attraversare quel pavimento impolverato, purificandolo. Chester prese il controllo dell'acqua fuoriuscita dal tubo e disse:
"Con dell'esercizio costante si possono raggiungere dei risultati inaspettati. I guerrieri più abili hanno una totale maestria del loro Talento. Pensa alle molecole di questo liquido..." il Generale fece levitare una piccola sfera d'acqua davanti agli occhi meravigliati di Matt "Normalmente, la forza d'impatto dell'acqua non è molto efficace in combattimento, ma se si riesce a controllarne la pressione, il risultato é molto diverso."
Chester immerse il suo dito indice nella sfera, e puntò il muro davanti a lui. Ad un suo cenno, l'acqua contenuta nella sfera divenne un potentissimo getto acquatico, che colpì il muro con grande forza, provocando con i suoi schizzi una delicata pioggerella in tutta la stanza.
Quando l'acqua a disposizione terminò, Matt potè constatare il reale potenziale di un Talento: il getto d'acqua aveva creato un piccolo solco in quel muro immerso nelle tenebre, pareva quasi che fosse stato colpito da una pallottola.
Matt stava cominciando a capire il suo nuovo universo. Provava davvero molta ammirazione verso il Generale. Era così onorato di averlo al suo fianco, che quasi gli parve di sognare. Dandosi un pizzicotto sulla guancia, il ragazzino si accorse che quella non era un'illusione, ma la bizzarra realtà in cui viveva; così surreale e così insolita, che mise in discussione la sua vita.
La sua esistenza sembrava aver preso le fattezze del suo sogno più profondo, unito al suo peggior incubo.
Chester, continuò la sua spegiazione, come se davanti a lui si fosse trovato un folto pubblico ad ascoltarlo:
"Russell era davvero impressionante. Non aveva alcun rivale per quanto riguardava la manipolazione dell'acqua. Pensa, era molto più capace di me in questo campo!" commentò il Generale.
Matt aveva totalmente cambiato aspetto. Il suo viso era talmente espressivo che molte volte, quando provava emozioni diverse in pochi attimi, sembrava che cambiasse quasi personalità, diventando una persona con lo stesso viso, ma con la diversa anima.
Il ragazzino non stava più nella pelle: non solo il Generale in persona lo stava istruendo, ma pian piano, stava ricostruendo puzzle della vita del padre, e quello per lui, era il dono più grande:
"Al diavolo questa orribile prigione." pensò "Che venga pure la fine del mondo. Io questi momenti non li scorderò per tutta la mia vita."
Chester era finalmente riuscito nel suo intento. In quel momento potè riacquistare quello sguardo spavaldo, che nemmeno un attore sul palco poteva possedere. Si avvicinò al ragazzino ancora estasiato e disse:
"C'é un ultima cosa che dovresti conoscere sui Talenti. E' vero che la maggior parte delle persone ne possiede uno, ma..." il Generale tastò il terreno con profonda calma, fino a che non trovò il punto esatto che stava cercando "Io ne conosco ben tre! Ed ora scoprirai il secondo..."
Detto ciò, Chester scagliò un possente pugno sul terreno nel punto che aveva cercato, poi prese Matt in braccio senza alcun preavviso. La pavimentazione sotto di loro cominciò a tremare, si stava inesorabilmente sgretolando.
Il ragazzino guardò impressionato il terreno rompersi come un fragile vetro, poi si tenne stretto al Generale. Il pavimento si distrusse definitivamente, e tra i pezzi di roccia che cadevano simili a coriandoli, Chester atterrò tranquillamente su un nuovo ed oscuro luogo.
Matt si liberò subito dalla presa e disse:
"Ma sei impazzito?! Potevi anche avvertirmi prima di spaccare tutto!" strillò il ragazzino davvero adirato.
"Pensavi davvero che non avessi trovato il modo di evadere da quella squallida stanzetta? E' stato un gioco da ragazzi." rispose altezzoso il Generale "Allora che ne dici?" chiese a Matt curioso.
"Beh, non credo che tu sia riuscito a rompere il pavimento solamente con la tua mano." rispose con sicurezza.
"Ottima osservazione." disse il Generale con una nota di saccenza. "Infatti, quando ho tastato il terreno, in realtà ho creato delle microfratture nella pavimentazione che era sotto i nostri piedi. Poi, nel momento in cui sono riuscito a causare una falla, l'ho sfruttata per far sgretolare il terreno con un pugno ben assestato."
Il ragazzino restò affascinato, mentre Chester terminò la spiegazione:
"In pratica, ho utilizzato quel punto particolarmente fragile come epicentro, per generare un piccolissimo sisma. Questo é il Talento del controllo del suolo, ragazzo."
Matt restò davvero senza fiato, come un bambino al luna park. C'erano così tante cose da imparare, che quasi si sentì spaesato, all'idea di affrontare la sua nuova vita completamente impreparato. Solo allora gli venne in mente la reazione di Chester, quando il giorno prima aveva menzionato quello che era successo a casa sua. Non aveva però il coraggio di chiedergli nulla.
Il ragazzino cominciò ad osservare con timore il Generale, che nel contempo stava osservando la stanza in cui erano stati catapultati: il buio governava quasi tutto il luogo, che pareva essere stato abbandonato da anni.
La stanza sembrava essere stata colpita da un uragano. C'erano pezzi di calcinaccio, rocce, sacchi della spazzatura e mobili di legno distrutti, sparsi per tutto il tetro spazio che li circondava; il tutto era addobbato da ragnatele appiccicose di proporzioni esagerate, che il tempo aveva deciso di risparmiare.
Chester si rese immediatamente conto di trovarsi in un luogo che probabilemente, un tempo era stato una casa in cui vivere, o almeno un posto frequentato da qualcuno in passato:
"Una vecchio appartamento? O forse un magazzino?" pensò il Generale con razionalità.
Matt a quel punto, non riuscì più a trattenersi e decise di fare la domanda fatidica al Generale:
"C'è una cosa che non capisco... quello a cui ho assistito ieri, è stata opera di un sortilegio vero?"
Proprio nello stesso momento, come se la loro mente fosse diventata una sola, Jane pose la stessa identica domanda a Leila, che stava accertandosi delle condizioni di Betty.

La vecchina dai capelli argentati era ancora incosciente. Leila l'aveva fatta sdraiare sul suo letto, e stava facendo il possibile per capire le sue condizioni di salute. La donna non si era aspettata una domanda del genere dalla ragazzina, ed esclamò:
"Come hai fatto a capire che si tratta di un sortilegio ben riuscito?" le chiese sospettosa.
"Non ti sei stupita molto quando ti ho raccontato l'accaduto. Sembrava quasi che te lo aspettassi." rispose Jane con indifferenza.
"E' ovvio. Lei stessa mi ha confidato l'effetto di questo sortilegio. E per questo, non mi sono stupita del fatto che abbia colpito mia madre, erano molto amiche..." disse amareggiata.
"Di cosa si tratta?" chiese Jane.
"E' un incantesimo davvero formidabile, ma altrettanto pericoloso. Si chiama "Salva Anima", e consente a chi lo scaglia di sopravvivere ad una morte certa. Ovviamente solo con alcune condizioni."
"Condizioni?" chiese curiosa la ragazzina.
"Esatto. Per poter scagliare questo incantesimo, bisogna rinunciare a tutti i propri poteri: magia, eventuali Risorse e anche ai propri Talenti. Ovviamente questo accade solo con la riuscita del sortilegio. Inoltre, la rinascita che viene imposta al lanciatore dell'incantesimo non é istantanea."
"In che senso? Quindi è un sortilegio che non ha limiti di tempo?" disse Jane coinvolta dalla spiegazione.
"Non proprio. L'incantesimo può persistere fino a quindici anni. La rinascita non é istantanea, poiché prima di scagliare il sortilegio, bisogna stipulare un patto - anche questo accompagnato da un rito esercitato in precedenza - con una persona che possiede un forte legame con il lanciatore. Se la persona che ha stipulato il patto è destinata a morire nei quindici anni successivi al lancio del sortilegio, l'anima del lanciatore si congiunge con il corpo del legame...e diventano una cosa sola."

Jane ebbe un colpo al cuore, non riusciva a credere alle sue orecchie. Anche Matt era sconvolto dopo la spiegazione di Chester:
"Quindi...chi ha agito come legame sparisce per sempre?" disse il ragazzino, cercando di essere distaccato.
"No." rispose sorridendo Chester "Le due persone soggette al sortilegio si congiungono con anima e corpo. Il legame non rinuncerà alla propria vita. Tuttavia..."
Matt in quel momento sapeva che avrebbe dovuto sopportare parole sempre più dolorose, Chester continuò il discorso:
"Acquisterà il suo aspetto solo durante i giorni di Luna piena o Luna nuova. Altrimenti il suo corpo sarà sempre quello del lanciatore."
Il ragazzino non rispose, aveva già fornito fin troppe informazioni al Generale. Ma di certo non poteva rivelargli che Betty, grazie a quel sortilegio, era tornata in vita.

Nel contempo, la sorella di Matt, abbracciata alla madre, aveva appena smesso di piangere. I suoi lacrimoni d'un tratto, smisero di scendere e il suo volto tondeggiante, in precedenza tutto rosso, cominciò a riprendere il suo colorito rosa chiaro:
"Non possiamo farci nulla. Questa situazione non cambierà, vero mamma?"
"Si, piccola mia. L'unica cosa di cui possiamo gioire adesso, è il ritorno di Betty. Potrebbe davvero dare un aiuto determinante per spegnere il muro di fuoco per sempre."
Jane abbozzò un sorriso, che finalmente sconfisse le lacrime. Mina aveva permesso, con un gesto davvero altruista, di far ritornare un eroina che forse avrebbe cambiato il loro destino per sempre.

"No! Non è una questione che ti riguarda!" ripetè Matt dopo l'ennesima domanda.
"Non è un gioco per bambini! Questo non è un sortilegio da quattro soldi. Come fai a conoscerlo?" gli chiese Chester tentando di alzare la voce.
Il ragazzino a quel punto, dovette trovare un compromesso:
"Te lo dirò, ma ad un patto: prima tirami fuori da questa prigione, e poi ti rivelerò ogni cosa." rispose deciso Matt.
Chester guardò il ragazzino negli occhi, e come la sera prima, si mise a ridere rumorosamente sbeffeggiandosi della persone davanti a lui. Quasi senza fiato per le risa, il Generale si diresse verso uno dei mobili di legno abbandonati nella stanza. Lo afferrò con decisione e lo spinse davanti a lui, rivelando una porta d'acciaio che prima risultava invisibile agli occhi del ragazzino con la penna:
"Bene, e allora cosa stiamo aspettando? La nostra piccola evasione comincia solo adesso!"
 
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view post Posted on 18/2/2013, 19:51     +1   -1
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Complimenti davvero...
Bellissima la parte iniziale in cui Matt immagina il papà.
Inoltre mi piace un sacco il Talento di controllare l'acqua e l'hai descritto alla perfezione anche in questo capitolo.
L'incantesimo "Salva Anima" poi è un'idea formidabile. Mi ha completamente lasciato di stucco.
Bravissimo!
 
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view post Posted on 19/2/2013, 10:16     +1   -1
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Grazie ancora! :)
Questo diciamo è un capitolo più esplicativo che altro, per cui avevo il terrore che risultasse noioso! :sisi:
 
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view post Posted on 19/2/2013, 14:00     +1   -1
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Assolutamente no^^
 
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view post Posted on 25/2/2013, 16:58     +1   -1
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4.2 La Lama Vendicativa


Chester aprì la porta verso l'ignoto.
Un lungo corrodoio oscuro apparve proprio davanti ai loro occhi. Non possedeva alcuna fonte di illuminazione, la morte si sarebbe potuta nascondere dietro ogni ombra, attetendo con cupidigia un'ignara anima da falciare.
Matt deglutì, guardando timidamente quel tuffo verso il perenne buio, nascondendosi dietro il corpo possente del Generale; per quanto si sforzasse, non riusciva a guardare le tenebre per più di qualche secondo. La sua immaginazione gli faceva brutti scherzi, mostrandogli spaventose creature immaginarie e spiriti maligni di ogni genere.
Matt stava mostrando coraggiosamente tutta la sua paura, finchè Chester, dandogli una pacca sulla spalla gli disse:
"Ah-ah! Questo corridoio ti spaventa? Beh, è normale per un ragazzino della tua età, ma sappi che in questo mondo esistono cosa molto più terrificanti di un misero corridoio."
"P-più...terrificanti?" balbettò Matt.
In quel momento, la penna di Matt si illuminò, rivelandosi al Generale particolarmente meravigliato. Poi si mise a fluttuare proprio davanti al naso del ragazzino, come una leggera farfalla. Matt, suo malgrado, recepì perfettamente il messaggio:
"Mannaggia...se non mi dimostro coraggioso alla penna, chissà cosa potrebbe combinare! Dovrò sottostare ai capricci della mia Risorsa..." pensò Matt perplesso.
"Ma guarda, allora lo scherzetto della luce fuggiasca lo hai archittetato tu." osservò Chester guardandolo dritto negli occhi "Se vuoi che questo piccolo segreto rimanga tra noi, dovrai fare una cosuccia per me, caro il mio discolo."
"Qualsiasi cosa!" si lasciò scappare di bocca il ragazzino, pentendosi subito dopo della sua precipitosità.
"La tua Risorsa é molto luminosa, ci sarà molto utile per attraversare questi cunicoli oscuri. Sarò permissivo con te...userai la tua penna come luce guida, e quindi sarai tu a fare strada." incrociando le braccia e cercando di essere severo, aggiunse "Qualcosa in contrario?"
"Nossignore!" rispose Matt sull'attenti, nonostante avesse voluto rispondergli con ben altre parole.
Il ragazzino prese in mano la penna e le ordinò di illuminarsi. La risorsa come una grande candela, eseguì il compito, non restava che proseguire.
Matt fece il primo passo, dopo qualche attimo di indecisione. Chester era perfettamente conscio del timore del ragazzino, ma dopo tutti i guai che gli aveva fatto passare, egli decise di fargli scontare questa piccola pena; era comunque un opportunità per superare le innumerevoli paure e fobie che il ragazzino coltivava incosciamente dentro di se.
Matt si fece coraggio, e dopo aver guardato Chester nella speranza che cambiasse idea, decise di inoltrarsi nel corridoio. Il ragazzino era particolarmente infastidito dal comportamento del Generale, e proprio per questo decise di dimostrargli tutto il suo coraggio:
"Bene...ti faccio vedere io chi è l'audace tra i due, sbruffone che non sei altro!" pensò sbuffando.
Il ragazzino cominciò a percorrere il corridoio nefasto, illuminando con cautela ogni cosa di fronte al suo timoroso sguardo, ed ascoltando il suono dei suoi passi rimbombare su quelle pareti senz'anima. Il degrado del luogo era veramente impressionante, sembrava quasi che quei corridoi fossero stati emarginati dall'umanità.
Le tenebre avvolsero sempre più quell'atmosfera sinistra, in una morsa davvero soffocante.
Ad un tratto, Matt si soffermò su delle porte d'acciaio poste ai lati del corridoio. Provò ad aprirle, ma senza successo. Chester gli suggerì di proseguire, supponendo che la via di fuga di quella prigione improvvisata era più vicina di quanto il ragazzino si aspettasse.
Il corridoio girava a destra, e Matt cominciò a rallentare il passo: quella svolta lo rese ancora più ansioso, non voleva assolutamente esporsi per guardare al di là della parete.
Fu come chiedere ad un bimbo di affrontare apertamente l'uomo nero. Matt all'uomo nero non aveva mai creduto, eppure la sua esagerata fantasia riusciva sempre ad ingannarlo.
Il Generale diede un colpetto sulla spalla a Matt, incitandolo a proseguire. Il ragazzino a quel punto perse la pazienza e con un passo deciso, superò la parete e guardò a destra.
Rimase immobile. Il suo istinto ci aveva azzeccato:
"Un ra-ragno..." fu l'unico sospiro che Matt riuscì a pronunciare.
Un aracnide simile ad una tarantola grande quasi quanto una persona adulta, stava tessendo la sua ragnatela immersa nelle tenebre, fino a quando non venne abbagliata dalla penna di Matt. L'abominio era ricoperto da una folta peluria verdognola a strisce nere, mentre i suoi occhi gialli risplendevano come dei fari in miniatura. Un Green Blood davvero mostruoso.
La creatura si voltò verso il ragazzino, che si era letteralmente congelato dalla paura; il mostro a quel punto, facendo dei versi inquietanti quanto minacciosi, si preparò all'assalto.
Il Green Blood fece un balzo in direzione di Matt, ma Chester colse l'attimo perfetto e con la sua tagliente Risorsa, squarciò il corpo della creatura, fino a spaccarla in due. Il Generale si mosse con tale rapidità che sembrò quasi sbucare dalle fugaci ombre del corridoio:
"Accidenti...ci sono dei Green Blood anche qui? Com'è possibile?" concluse il Generale osservando l'aracinde dissolversi fino a sparire.
Chester si voltò verso il ragazzino, che non si era ancora mosso. Chester fece dei piccoli cenni davanti al suo volto, poi cercò di scuoterlo, ma Matt sembrava non rispondere ai suoi segnali. Pochi secondi dopo, il ragazzino emettendo un leggero risolino isterico ed inclinando il volto da una parte disse ironicamente:
"Ah...che divertente...un ragno gigante..."
"Ti prego, dimmi che tu non..."
"Si! Ho paura degli insetti, c'è qualche problema?!" strillò il ragazzino utilizzando tutta la sua voce, interrompendo il Generale.
Chester si mise una mano sul volto in segno di rassegnazione, poi ridacchiò sotto i baffi:
"Sei il ragazzino più strano che abbia mai incontrato!" esclamò Chester riferendosi alle emozioni contrastanti che Matt provava in continuazione.
"Sarò strano, ma non voglio diventare un pagliaccio." disse un po' offeso con le guance tutte rosse "Ognuno ha le sue debolezze, nessuno escluso. Io forse sono un caso...particolare."
"Mi fa piacere che tu sia sincero con te stesso. Ma un vero soldato riesce a..."
"Stupidaggini!" esclamò Matt con serietà, togliendo nuovamente la parola al Generale "Non venga a dirmi che le persone forti sono quelle che non hanno alcuna debolezza. Siamo esseri umani, e tutti hanno il loro tallone D'Achille, compreso lei. E poi, io non volgio essere paragonato a nessuno."
Chester si accorse solo in quel momento della tenacia del ragazzino e della fermezza che aveva riguardo alle sue convinzioni:
"Sei davvero un tipetto presuntuoso...che si permette persino di zittire un Generale in persona." Matt tentò di controbattere, ma stavolta fu Chester ad interromperlo "Una persona come te, non potrebbe mai entrare a far parte di un esercito. Sei troppo testardo, lunatico ed imprevedibile. Ma sappi che è proprio per questo che hai stoffa ragazzino." esclamò arruffandogli il ciuffo dei capelli.
Matt fu rincuorato dalle parole del Generale, e sorrise timidamente. Chester poi afferrò la penna, che non oppose resistenza, e decise di andare avanti per primo.

Il corriodio sembrava non avere vie d'uscita, fino a quando i due non notarono un'altra porta d'acciaio sfondata. Chester decise di entrare assieme al ragazzino, intimandogli di fare silenzio. Davanti ai loro occhi, in una stanza piuttosto spaziosa, una quindicina di Green Blood simili a tarantole era accasciata al suolo, sembrava che le creature stessero riposando. Il Generale fu molto scosso da questa orribile visione:
"Ma quanti sono?! Non riesco proprio a capire perchè ci sia tutta questa popolazione di Green Blood intrappolata in questi cunicoli...se riuscissero ad uscire allo scoperto diventarebbero un serio pericolo." si rivolse a Matt "Dobbiamo eliminarli immediatamente, sei pronto?"
Matt abbozzò un sorriso e tentò di annuire, ma la farsa non gli riuscì così bene. Chester allora decise che avrebbe agito da solo, constatata la facilità del compito.
In un istante, un Green Blood proveniente dal corridoio utilizzò la sua ragnatela per intrappolare i due nella stanza, mentre le creature che sembravano dormire, si destarono contemporaneamente:
"Un'imboscata! Bene, ci sarà da divertirsi." esclamò Chester, che fece colorare di una luce nera la sua Risorsa.
Matt non era per niente preparato ad affrontare un combattimento del genere, e rannicchiandosi in un angolo, scongiurò Chester di eliminare tutte le creature.
I Green Blood accerchiarono il Generale. L'adrenalina stava scorrendo in tutto il suo corpo, e questa per lui era una sensazione emozionante, quasi idilliaca. Chester si concentrò al massimo, e attese il primo assalto, che arrivò alle sue spalle.
Il Generale, senza nemmeno voltarsi, trafisse il Green Blood con un rapido utilizzo del suo inquietante coltello da guerra. La zuffa era cominciata.
Il ragazzino osservò incredulo il Generale, che se la stava cavando abilmente nonostante la grande superiorità numerica delle creature: schivando gli attacchi con dei movimenti fluidi ed attaccando in modo istantaneo, Chester riuscì a dimezzare il numero degli avversari dopo appena un minuto.
In un momento di tregua, dove i Green Blood tentarono di studiare il loro formidabile avversario, Matt notò due occhi gialli provenire dall'oscurità del soffitto situai proprio sopra il Generale.
Chester sembrava non essersi accorto della minaccia proveniente dall' alto, perciò Matt si sentì in dovere di aiutarlo. Ma come? Non sarebbe certo riuscito a piombare sul campo di battaglia come se viente fosse. La sua Risorsa però, aveva in mente un piano ben preciso:
la penna indicò al ragazzino, dirigendo la sua punta nella direzione voluta, una presa della corrente proprio al suo fianco; in seguito la Risorsa si illuminò leggermente, suggerendogli come agire.
Matt non perse tempo ed avvicinò la propria Risorsa alla presa. Con grande stupore, vide che la penna aveva cominciato a prelevare corrente elettrica. I suoi occhi scorsero chiaramente delle piccole saette scintillanti che, dalla presa, si dirigevano direttamente sulla punta delle penna che stava tenendo in mano.
Quando la sua Risorsa terminò il processo di assimilazione, il ragazzino puntò la penna al Green Blood appeso al soffito, e al suo comando, fece scagliare un flusso elettrico che carbonizzò il mostro all'istante.
La creatura simile ad un aracnide cadde in mezzo al gruppetto di Green Blood, e rapidamente si dissolse. Il Generale in quel lasso di tempo, era riuscito a togliersi dalla mischia, ormai per le creature non c'era via di scampo.
In pochi attimi, senza quasi farsi scorgere dal nemico, Chester trafisse uno dopo l'altro tutti i Green Blood rimasti con degli scatti fulminei, fino a che non ritornò totalmente visibile agli occhi di Matt.
Il Generale, con un volto perplesso ed imbronciato, si avvicinò al ragazzino. Matt fece un espressione accondiscendente, cercando di sdrammattizzare, mentre Chester disse:
"Potevi almeno avvertirmi che avresti scagliato un fulmine proprio in mezzo alla stanza!"
"Ehm...in realtà è stata la mia Risorsa a suggerirmelo." ammise Matt sorridendo.
"Beh, apprezzo il fatto che tu tenga alla mia vita, e senza dubbio la tua Risorsa mostra grandi potenzialità..." il suo tono di voce assunse quella classica cadenza, che fece capire a Matt il dissendo di Chester "Tuttavia non c'era bisogno tutto ciò."
"Cosa?!" esclamò il ragazzino.
"Guarda bene il soffito dove il Green Blood era appeso con la ragnatela." gli confidò Chester.
Matt osservò con attenzione il punto indicato dal Generale, e si accorse che una pallottola conficcata nel soffitto:
"Durante la mischia mi ero già accorto di quel Green Blood, e alla prima occasione l'ho ferito col mio silenziatore." disse mostrando l'arma al ragazzino "Difficilmente avrebbe avuto la forza per attaccarmi, ma grazie a te le possibilità sono scese a zero. Hai fatto comunque un ottimo lavoro!"
Matt, con uno sguardo annoiato ed apatico non rispose, mentre Chester si dovette trattenere per non ridere ancora una volta. In seguito i due uscirono dalla stanza, che non era collegata a nessun'altro luogo.

Il Generale ed il ragazzino si ritrovarono alla fine del corridoio. Davanti a loro una grande porta nera arruginita si ergeva imponente. Su di essa, una scritta poco leggibile avvertiva chiaramente chiunque volesse passare di fare attenzione, a causa di lavori in corso:
"Lavori in corso? Ma nessuno qui sta costruendo qualcosa...questo avviso deve essere piuttosto vecchio..." constatò Chester.
Matt d'un tratto ebbe un flash. Quella porta lui l'aveva già vista, anche se quasi non credeva ai propri occhi:
"Generale! Credo di sapere dove ci troviamo." esclamò Matt.
"Davvero?!" rispose spalancando gli occhi.
"Si...ma non capisco." disse dubbioso il ragazzino "Perchè rinchiuderci nelle vecchie cantine del mio condominio?"
"Cosa? Sei sicuro?" rispose impietrito.
"Sicurissimo. Mi ricordo che da bambino, andavo spesso a giocare in un appartamento abbandonato, che si trovava ad un piano sotterraneo del mio condominio. Un giorno ho scoperto questa porta, ho udito degli strani rumori provenire dal suo interno, e mi sono preso un bello spavento! Solo in seguito ho realizzato che quella porta conduceva alle cantine che furono costruite circa cinquant'anni fa, proprio sotto le abitazioni, e che queste vennero poi abbandonate." rispose il ragazzino.
"Capisco...quel buco nero ci ha catapultato giusto a poche decine di metri da dove ci trovavamo...è stato solo un bluff! " concluse il Generale.
"E adesso cosa facciamo?" gli chiese Matt preoccupato.
"Beh, questa volta agiremo con più sicurezza. Non so se tu lo avverti, ma la mia Risorsa sembra particolmente agitata. Al di là di questa porta, forse, si trova la tana di quegli orribili esseri che abbiamo incontrato prima."
Matt si disperò istantaneamente, non sapendo proprio a cosa pensare, nella confusione più totale. Il Generale però lo rassicurò:
"Non temere. Questa volta non ti coinvolgerò in alcun modo! Sarà davvero divertente!" esclamò Chester felice come un bambino il giorno di Natale "Ti mosterò ora un Talento davvero speciale!"
Il Generale non era ancora stanco di stupire. Egli fece un bel respiro e chiuse gli occhi.
Dal suo stomaco provenirono uno stranissimo rumore, simile a quello ch produce l'acqua in ebolizzione. Chester espirò, emettendo vapore dal naso e dalla bocca, davanti al ragazzino terrorizzato ed affascinato allo stesso tempo.
All'interno del corpo, la gola e le guance del Generale diventarono incandescenti, come se avesse dovuto lanciare una fiammata. Invece, Chester sputò una piccola sfera incandescente che come un proiettile, venne scagliata sulla sua mano.
Il ragazzino si avvicinò al Generale, osservando come, man mano che si raffreddava, la sfera cominciava a prendere la forma di una granata. Finito il processo di raffreddamento, Chester ottenne una granata a frammentazione, grande quanto un albicocca:
"Questo Talento è la mia specialità." disse il Generale gonfiandosi un po' "Saper creare con le proprie forze proiettili e granate può essere di vitale importanza, specialmente nei periodi di guerra. Inoltre, a discapito della grandezza, un'arma creata col Talento ha un effetto ben più efficace, che varia a seconda di chi la genera."
"Sensazionale!" esclamò Matt davvero entusiasta.
Il Generale mostrò nuovamente il suo ghigno spavaldo. Il ragazzino, riconoscendolo subito, capì che Chester stava per compiere un'altra della sue trovate, alquanto discutibili per una persona del suo calibro.
Il Generale, senza alcun preavviso aprì la grande porta arruginita, trovandosi davanti un orda di Green Blood pronti ad ucciderlo. Tuttavia, senza mostrare alcuna emozione o timore, scagliò la sua granata in mezzo alla stanza, e chiuse immediatamente la porta, tornando dal ragazzino.
Matt si tappò subito le orecchie e si sdraiò a terra, aspettandosi chissà quale deflagrazione. Tutto quello che avvertì, fu solamente un leggero sisma ed il lamento dei Green Blood.
Il ragazzino osservò Chester, che era rimasto in piedi con le mani appoggiate ai fianchi, dando le spalle alla porta arruginita:
"Ma cos'è successo? La bomba non è esplosa?" gli chiese Matt.
"Certo che è esplosa." gli mostrò la sua Risorsa, il teschio aveva dentro la bocca una specie di energia sinistra, simile ad un soffio di vento "Ho fatto in modo che il mio coltello assorbisse la maggior parte del suono. Non avrebbe avuto alcun senso provocare baccano, altrimenti la persona che ci ha rinchiusi qui ci avrebbe intercettato facilmente."
Matt rimase con la mascella spalancata. Si rese conto che il Generale, per quanto riguardava le tattiche da seguire durante le situazioni rischiose, ne sapeva una più del diavolo.
I due aprirono la porta arruginita, ed attraversarono la carneficina che quella piccola granata aveva provocato. Nemmeno un Green Blood era riuscito a salvarsi.
Finalmente, Chester e Matt raggiunsero la porta che conduceva all'appartamento abbandonato. L'uscita ora, era veramente vicina.
Il ragazzino si intrufolò per primo nell'appartamento e guardandosi attorno, riconobbe ogni angolo, ogni dettaglio, ogni frammento di vita che era stato dimenticato in quella che un tempo doveva essere una casa accogliente.
Dopo essersi orientato, Matt disse al Generale di seguirlo, poichè si ricordava ancora dove si trovasse la porta principale. Ma quando i due si avvicinarono ad essa, scorsero immediatamente una lastra violacea, con la stessa forma della superfice della porta, che impedì loro di oltrepassarla:
"Caspita...ha pensato pure a questa uscita." esclamò Chester.
"Questo è troppo! Stia indietro, questa barriera finirà in mille pezzi!" strillò Matt iracondo.
Improvvisamente, La barriera sparì senza alcun preavviso.
Il Generale capì all'istante che c'era solo un motivo per cui la lastra protettiva viola si era volatilizzata: chiunque l'aveva creata, stava per entrare nell'appartamento dove loro si trovavano.
Chester afferrò rapidamente Matt tappandogli la bocca, ed enrambi si nascosero dietro un mobile risparmiato dal logoramento del tempo.
Chester e Matt avvertirono un suono raccapricciante. Era come se delle catene appartenenti fantasma, trascinate a terra di proposito, stessero giungendo verso di loro. Il tintinnio del metallo si fece sempre più forte e stridente, mentre il Generale si sporse per cercare di capire chi o cosa si stava avvicinando.
D'un tratto, una figura incappucciata aprì la porta.
Sfortunatamente, le tenebre non permisero a Chester di scorgere il volto della persona che era in procinto di entare; nonostante ciò egli vide chiaramente qualcosa che riuscì a sconcertare perfino lui: l'individuo che si era fermato all'ingresso aveva lasciato fuori dall'appartamento quella che sembrava un'arma davvero titanica. Chester riuscì a distinguere una lama dalla grandezza spropositata, appartenente probabilmente ad uno spadone antico; esso aveva degli anelli fissati ad un lato della lama, erano stati loro a causare quel fastidioso rumore.
Il Generale, a quel punto, si rese conto di aver sentito parlare di quell'arma:
"Non è possibile...la Lama Vendicativa? Cosa ci fa qui a Calvas? E poi...secondo i file dei servizi segreti...quell'arma dovrebbe essere una Risorsa! Che diamine sta succedendo?!"
Matt scosse Chester, che era stato davvero preso alla sprovvista, e gli sussurrò all'orecchio, indicandogli la strana figura davanti alla porta:
"Generale! Sta venendo in questa direzione!"
 
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view post Posted on 25/2/2013, 22:35     +1   -1
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Black Lady

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E sì... continuo a dire che questa nottata sembra non finire mai, povero Matt.
Bella l'idea della paura degli insetti... Ora ho qualcosa in comune con il protagonista di questa storia XD
Inoltre il mistero s'infittisce con la comparsa di questo nuovo e misterioso personaggio, che non si sa ancora se è un antagonista oppure no...
Vedremo.
Ti faccio i miei complimenti, davvero un bel capitolo ^^
 
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view post Posted on 26/2/2013, 23:50     +1   -1
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Nottata? In realtà la vicenda si svolge proprio il mattino dopo! :D Però è vero che accadono tante cose, e ne accadranno ancora. ^_^
Beh, man mano i personaggi verranno approfonditi (chi più chi meno), e quindi scoprirai tutte le loro sfaccettature! :)
Grazie per i complimenti! ^^

P.S Sto leggendo Fuoco di Morte e Acqua di Vita (Pian pianino!) e mi sta piacendo molto!
 
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view post Posted on 27/2/2013, 08:37     +1   -1
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Black Lady

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Grazie^^
Ah beh sì... immaginavo che fosse passato del tempo, avrei dovuto capirlo...
Comunque mi piace davvero molto, complimenti^^
 
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view post Posted on 4/3/2013, 14:04     +1   -1
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4.3 Il Potere dell'Universo


"Ragazzino, se ci tiene alla pelle, ti conviene restare nascosto qui." disse il Generale sottovoce "Se arriverà a pochi passi da dove ci troviamo, prenderò io l'iniziativa."
Il ragazzino, temendo di essere udito dalla figura minacciosa che passo dopo passo, si stava avvicinando, annuì senza lasciarsi scappare un flebile respiro.
L'oscurità avvolgeva quel volto, celato da un pallido cappuccio grigio, che forse nascondeva la quintessenza della malvagità.
Di colpo, l'individuo si fermò in mezzo alla stanza. Osservando la posizione delle sue gambe, Chester e Matt realizzarono che qualcosa aveva allarmato la misteriosa figura, che in quel momento aveva drizzato le antenne.
Un gelida goccia di sudore scese lungo la schiena di Matt, che a stento riuscì a non rabbrividire. Cercò con tutte le sue forze di impedire ai suoi muscoli di tremare freneticamente, ed afferrò la giacca del Generale, cercando di strappargli un pizzico di conforto.
Ma Chester non riuscì ad aiutarlo. Era pronto a tutto, anche ad uno scontro all'ultimo sangue. Furono attimi incessanti.
La misteriosa figura tese la sua mano verso la Lama Vendicativa, che dopo aver acquistato una leggera luminescenza di color violetta, rivelò la sua vera natura: sembrava un arma di sterminio di massa. La lama oltre ad essere smisuratamente larga, era lunga un metro, e dava l'aria di poter tagliare perfino il diamante.
L'elsa dello spadone aveva un pomolo a forma di mezza sfera, di un viola molto scuro, che sembrava contenesse della nebbia della stesso colore; il manico invece, era decorato con intrecci bianchi e neri che parevano delle radici d'albero.
Ma l'elemento più caratteristico, era quello che faceva comprendere subito di che oggetto si trattasse la Risorsa: fissato tra la lama e l'elsa, c'era una sorta di scudo circolare d'acciaio. Esso però, possedeva una forma particolare, che ricordava una normalissima padella da cucina nera. Era proprio questo l'oggetto originario da cui proveniva la pericolosa Risorsa, che superava in altezza persino il suo possessore.
Chester osservò l'arma con grande preoccupazione, mentre Matt cominciò a pensare che quella lama sarebbe diventata presto la loro pena capitale.
L'individuo era sempre più vicino, e la battaglia sempre più imminente. Chester però cercò di tergiversare, non voleva coinvolgere il piccolo Matt in un conflitto troppo impegnativo.
All'improvviso, di fronte a loro, comparve una nebbiolina verde che generò un Green Blood simile ad una tarantola. La creatura avrebbe sicuramente aggredito la prima preda che le sarebbe capitata a tiro.
Matt cercò di mantenere la calma, anche se dentro di sé, voleva solo gridare:
"Generale! Siamo accerchiati!" sussurrò Matt.
"Maledizione! Doveva comparire proprio adesso? Un Green Blood da una parte...e un probabile criminale dall'altra! A questo punto ci conviene..." pensò Chester frettolosamente.
Incredibilmente, il Green Blood non si accorse dei due, ma localizzò il possessore della Lama Vendicativa, e gli si pose di fronte con fare minaccioso.
Mentre a pochissimi metri di distanza, Matt e Chester osservavano la scena col cuore in gola, l'individuo puntò la grande lama contro il mostruoso aracnide. Dopo pochi secondi, scagliò la sua lama contro la creatura, trafiggendola mortalmente. La velocità del suo movimento fu impressionante, data la grandezza della sua Risorsa, nonostante ciò l'individuo sapeva maneggiarla come una leggiadra piuma.
Il Generale e il ragazzino rimasero zitti, sudando freddo. Erano rimasti davvero impressionati.
Fortunatamente, la figura misteriosa, sussurrò in mezzo alle tenebre:
"Era solo un Green Blood...loro non sono qui."
Dopodiché, i due videro l'individuo uscire dall'appartamento e chiudere la porta d'ingresso. Infine osservarono la barriera violacea tornare da dove era scomparsa. Finalmente i due poterono uscire allo scoperto, dopo aver giocato a nascondino con la morte.
Matt fece un grosso respiro di sollievo, e lasciò scivolare via tutta la tensione che aveva accumulato:
"Che colpo di fortuna! Questa volta credevo davvero di essere spacciato..." esordì il ragazzino.
"Beh, ce la siamo cavata. Eppure, siamo finiti dalla padella alla brace!" esclamò innervosito.
"E perché mai?" chiese Matt caduto dalle nuvole.
"Non l'hai notato? La luce che emanava la Risorsa di quell'individuo era dello stesso colore delle barriere. Quindi, se ne distruggessimo una, lui lo avvertirebbe immediatamente. E visto che si trova ancora nei paraggi, sarebbe un idea precipitosa." spiegò Chester pensieroso "Al momento non possiamo uscire di qui senza imbatterci in quel simpaticone la fuori."
"Ma non possiamo stare qui con le mani in mano!" controbatté il ragazzino.
"E' l'unica soluzione." rispose Chester rassegnato.
Il ragazzino però, non l'aveva ascoltato, e si era già diretto in un altra stanza. Il Generale lo raggiunse rapidamente, e lo rimproverò:
"Dove pensi di andare? Non servirebbe a nulla tornare indietro."
"Ma non sto tornando indietro!" esclamò il ragazzino sorridente.
Il ragazzino stava osservando un grande specchio, alto due metri, che partiva da terra, proprio di fronte alla sua buffa chioma.
D'un tratto, tra i riflessi oscuri della stanza, Matt scorse quella che pareva una maniglia; in un istante, il ragazzino aprì quello che si celava dietro ad un riflesso ingannevole: in realtà, lo specchio non era nient'altro che una porta, la cui superfice era stata rivestita di tanti vetri riflettenti:
"Se non possiamo fuggire da qui, allora passeremo dall'altra uscita!" affermò Matt davvero divertito "Da piccolo ero molto più intrepido di adesso, ricordo questi cunicoli abbandonati come se fosse ieri."
"Ottima trovata!" esultò il Generale "Dobbiamo sbrigarci, quel tizio potrebbe tornare da un momento all'altro."
I due si spinsero in un nuovo terrificante corridoio oscuro.

Grazie alla memoria di Matt, i due non persero tempo a perlustrare tutti i percorsi possibili. Con ritmo serrato, Il Generale ed il ragazzino percorsero buona parte del cunicolo in meno di cinque minuti, finché davanti a loro trovarono un portone azzurro semidistrutto:
"Ecco il portone! Siamo molto vicini all'uscita!" esclamò il ragazzino, prima di ruzzolare a terra scoordinatamente.
"Tutto bene? Ti sei fatto male." disse preoccupato il Generale.
"Ahio...dannata la mia sbadataggine..." esclamò Matt con la faccia a terra.
Il ragazzino poggiò le mani sul terreno per rialzarsi, ed in quell'istante, si accorse che la pavimentazione sottostante era freddissima e lucida:
"Ma che?! Sembra quasi che questo sia...acciaio. Non dovrebbe essere qui." constatò il ragazzino.
"Acciaio hai detto?" disse Chester toccando il terreno.
Quando il Generale si accorse del materiale, non riuscì a trattenere un grande stupore ed entusiasmo. Il ragazzino però, riuscì a leggere chiaramente il volto di Chester, e perciò diede libero sfogo alla sua curiosità:
"Cosa c'è qua sotto? La sua espressione non mi è piaciuta per niente."
"Non è nulla, proseguiamo." rispose Chester cercando di tagliare corto.
"Lo dico in giro..." lo minacciò Matt con uno sguardo malefico.
"Tu non..." cercò di controbattere Chester.
"Certo che oserei! Ti conviene non rischiare." esclamò Matt.
Nel giro di poche ore, il Generale era arrivato all'ennesima discussione con un ragazzino che all'apparenza sembrava timido e poco loquace. Nel profondo però, Matt era in grado di difendere quello in cui credeva con le unghie e con i denti.
Chester fu dunque costretto a fare una scelta che non gli andò molto a genio:
"E va bene. Qui si tratta di segreti militari, non di bazzecole. Per cui facciamo un patto."
"Ti ascolto." rispose Matt con un sorriso vincente, dato che era riuscito a strappare al Generale il compromesso che aspettava:
"Se tu non dirai nulla su quello che hai visto e sentito, io sarò discreto riguardo a tutto quello che ti è successo. I tuoi genitori non sapranno nulla." disse Chester da bravo negoziatore.
"Bene, è proprio quello che volevo. Accetto volentieri!" rispose Matt ridacchiando, che porgendo la mano al Generale, voleva dimostrargli tutta la sua lealtà.
Chester strinse la mano a Matt con sguardo minatorio, avrebbe voluto quasi stritolare quella manina ossuta di quel ragazzino saccente, che per la sua età, dimostrava di saper pensare con la propria testa...fino all'esagerazione!
Dopo la stretta di mano, i due distolsero lo sguardo uno dall'altro, poiché udirono uno rumore sordo provenire dal portone azzurro:
"Cos'è? E' così fastidioso..." commentò Matt.
"Sembra quasi...un ronzio! Spero davvero di sbagliarmi." esclamò Chester.
Pochi istanti dopo uno sciame di Green Blood con fattezze molto simili a quelle delle api sbucò fuori da una fessura del portone azzurro. Niente avrebbe potuto trattenere Matt, che strillò come una gallina alla vista di tutti quei coleotteri assetati di sangue.
Immediatamente, Chester prese di peso il ragazzino e cercò di fuggire dal verde sciame. Ma le creature sapevano volare molto velocemente, e in breve tempo avrebbe raggiunto entrambi.
Matt allora, decise di provare nuovamente a proteggersi, come aveva fatto la notte precedente: chiese al Generale di fermarsi, poi gli strinse la manica dell'uniforme dicendogli:
"Generale, non abbiamo tempo! Si fida di me?"
Chester sentì il ronzio dei Green Blood alle sue spalle, e rispose con grande fermezza:
"Agisci ragazzo. ADESSO!"
Matt prese la mano del Generale, ed entrambi chiusero gli occhi.
Dopo qualche attimo, Chester sentì una voce da bimbo che lo chiamava, ma egli non riusciva a svegliarsi da quel sogno confuso, era come preda di incubo impossibile da scacciare. La vocina allora, diventò sempre più forte:
"Generale! Apra gli occhi, presto!"
Chester aprì lentamente le palpebre, ed attorno a lui, lo sciame sembrava essere impazzito. Non riusciva a ghermire loro nemmeno un capello. Matt gli strinse la mano, ed lo guardò con ammirazione, mentre delle particelle arancioni come il tramonto, proteggevano ed illuminava i loro corpi. Era come due piccole stelle immerse nel caos dell'universo.
Mentre Chester fu entusiasmato dal potere di Matt, quest'ultimo assunse uno sguardo serio, e guardò la penna. La Risorsa si avvicinò proprio vicino al suo naso, mentre il ragazzino annuì.
La penna si posiziono al centro del corridoio e cominciò a vorticare rapidamente su se stessa. D'un tratto, una miriade di saette partirono dalla Risorsa del ragazzino e saettarono per tutto il corridoio. Mentre i Green Blood cominciarono ad essere folgorati uno dopo l'altro, Chester osservò tutte le saette e i piccoli flussi di corrente che la penna, simile al sole, emanava dal suo interno come raggi di immensa lucentezza. Gli parve di essere immerso in un vero e proprio temporale.
Quando la penna smise di roteare, Matt ebbe un mancamento. Il Generale però lo afferrò in tempo, per non farlo cadere a terra. Il ragazzino aveva il fiatone e sembrava davvero provato:
"Generale...ce l'ho fatta? Li ho eliminati?" chiese ansimante Matt.
"Non parlare ragazzo." gli disse Chester con uno sguardo quasi paterno "Tu sei...speciale. Ma anche molto imprudente!"
Matt accennò un piccolo risolino, mentre Chester lo prese sulle spalle:
"Riposati un po', te lo meriti. Ti prometto che, per questo tuo gesto, ti farò un bel regalo."
"Allora proseguiamo...e vediamo di uscire da questo orribile posto." disse Matt quasi usando tutto il suo fiato.
Chester, rallentando un po' il passo, cominciò a dirigersi verso il portone azzurro. Non riusciva a tenere la mente lucida, e continuava a pensare incessantemente:
"Non lo so. Perché questo ragazzino...mi sembra così diverso? Non è solo per i suoi poteri, no. L'ho incontrato solo ieri, ma oramai mi sembra già di conoscerlo, assomiglia così tanto al padre! Mi spiace di non averti detto che in realtà...so chi sei, caro Matt. Ma feci una promesso a tua padre, che voglio tutt'ora rispettare."

"Chester, ora sei solo un ragazzino che puzza ancora di latte, nonostante ciò io ho sempre creduto nelle tue capacità. Diventerai una persona importante nell'Esercito, non curarti di quelli che cercheranno di ostacolarti!"
"Certo, signor Russell!"
"Ah, prima di andare, ho una richiesta da farti. Qualsiasi cosa accada...voglio che tu protegga la mia famiglia."
"Cosa?!"
"Sono serio. Ti prego, non voglio più coinvolgerli in tutto questo. Voglio che vivano una vita normale, una vita serena!"
"Glielo prometto signor Russell!"


Il Generale si riprese, dopo essersi incantato per qualche istante. Pochi secondi dopo aprì il portone azzurro.
Nella grande stanza, uno spettacolo immondo attendeva Matt e Chester.
Tutto il luogo era stato ricoperto di un materiale che sembrava cera, e tutte le pareti erano state rimodellate per farle diventare simili a quelle di un alveare. Di fronte a loro, il Green Blood che doveva rappresentare l'ape regina, un rivoltante insetto di dimensioni spropositate, fece dei versi raccapriccianti.
Il Generale posò dolcemente il ragazzino a terra, che spaventato gli chiese:
"Ma...ce la farà da solo, signore?"
"Non preoccuparti, pensa solo a riprendere le forze." gli disse Chester con tono confidenziale.
Il Generale, brandendo la sua affilata Risorsa, si avvicinò alla mostruosità verdognola, che emanava un ronzio davvero penetrante, poi pensò:
"Ti proteggerò. Anche a costo della vita."
L'orrendo coleottero tentò di trapassare il robusto corpo di Chester, ma egli riuscì a schivare il pungiglione, spostandosi di lato con un buon tempismo. Poi, facendo un grande sforzo, tagliò di netto il pungiglione del Green Blood, dando una svolta determinante ad uno scontro il cui esito era dettato già in partenza. La bestia ruzzolò a terra dolorante, mentre Matt riuscì ad alzarsi in piedi a fatica.
Il ragazzino si diresse con passo stanco verso Chester, finché non si aggrappò al suo corpo per non cadere:
"Ehi! Dovevi startene buono, non ricordi cosa ti avevo detto?" disse Chester riprendendo il ragazzino.
"E lei non si ricorda che ho paura degli insetti? La ringrazio per aver sconfitto questa bestia, ma ora non la voglio più guardare. Voglio solamente uscire da questo posto!" lo scongiurò Matt, che nonostante la stanchezza, non tratteneva le sue infantili lamentele "Mi sognerò quest'ape gigante per tutta la notte, me lo sento!"
Chester rise ancora una volta, ma quella fu la sua prima risata partita dal cuore.
Il Generale diede il colpo d grazia alla creatura, poi i due proseguirono verso l'ultima stanza, che li condusse davanti ad una rampa di scale.
Quando Matt e Chester arrivarono in cima alle scale, ed aprirono la porticina d'acciaio che si trovava proprio di fianco a loro, si resero conto di essere finiti nelle cantine moderne, dunque mancava davvero poco per uscire da quel tormento.
Finalmente, come due animali che dopo il letargo, vedono il sole per la prima volta, Matt e Chester vennero colpiti dal caldo sole che illuminò i loro visi, dando nuova vita a due volti che sembravano oramai spenti. I due si ritrovarono proprio nel cortile del condominio di Matt.

Chester condusse il ragazzino alla sua casa. Davanti alla porta dei Wolfram però, trovò un biglietto per Matt. Esso comunicava al ragazzino che, nel caso fosse tornato, avrebbe trovato le chiavi di casa sotto lo zerbino.
Il ragazzino si sentì subito in colpa per aver fatto preoccupare la sua famiglia, poi prese le chiavi e fece entrare Chester in casa. Avevano bisogno di un po' di riposo.
Il Generale, dopo essere stato rinchiuso per tanto tempo in quei cunicoli impolverati, decise di aprire la finestra, e di affacciarsi dal balcone, cosicché l'aria fresca avrebbe potuto soffiare con leggerezza sulle sue guance. Sfortunatamente, guardando il cortile del condominio dall'alto, si accorse di una vecchia conoscenza: l'individuo minaccioso, con la Lama Vendicativa appoggiata sulle spalle, li stava cercando, e prima o poi li avrebbe trovati.
Chester chiuse immediatamente la finestra, e ritornò subito da Matt:
"Ragazzino, nasconditi in camera." gli ordinò il Generale.
"Perché mai?" chiese Matt.
"Il simpaticone che abbiamo incontrato alle cantine, ora si trova nel cortile sottostante."
"Cosa? No, non ti lascerò più da solo!" protestò Matt.
"Sapevo che mi avresti risposto così, mi dispiace." rispose Chester, prima di spostarsi alle spalle del ragazzino con una rapidità fulminea.
Il Generale, sferrando un colpetto secco sul collo di Matt, riuscì a farlo svenire senza fargli del male. In seguito, dopo aver riposto il corpo del ragazzino sul divano, scese immediatamente nel cortile.
Avvicinandosi al misterioso personaggio davanti a lui, Chester si rese conto di trovarsi davanti un ragazzino, data la statura che non superava il metro e trenta e la corporatura poco sviluppata.
L'individuo, nuovamente col volto coperto dal cappuccio, si girò si scatto verso il Generale, ed assunse una posizione minacciosa; brandendo la Lama Vendicativa con decisione, puntandola contro Chester, decise di far sentire la sua voce:
"Chi sei? E il ragazzino dove si trova?" sussurrò minaccioso.
"Allora stava cercando proprio Matt! Per quale motivo? Non posso permettergli di trovarlo..." pensò con stupore il Generale, che rispose all'individuo "Non sono affari che ti riguardano, piuttosto, lo sai che imprigionandoci nelle cantine hai commesso una moltitudine di reati? Ogni criminale merita la sua pena, e tu non fai eccezione."
"Pensi davvero che mi arrenda in questo modo?" ridacchiò la piccola figura davanti a Chester.
"Non costringermi ad usare la forza. Te ne pentiresti." affermò il Generale con decisione, puntando la sua Risorsa contro l'individuo.
"Non so chi tu sia. E non m'interessa. Ti farò parlare, a qualsiasi costo." esclamò la losca figura con un tono provocante.
Ci fu un istante di silenzio. I due guerrieri si scrutarono nel desolato cortile del condominio, aspettando la prima mossa dell'avversario. L'individuo misterioso decise di agire.

Il piccolo ragazzo facendo roteare con maestria lo spadone che aveva con sé, corse verso Chester, tentando di colpire l'avversario al petto. Il Generale però deviò la lama dell'avversario grazie alla sua Risorsa, con una scioltezza formidabile.
L'individuo non si arrese, e continuò senza sosta a sferrare fendenti a destra e a manca, compiendo movimenti rapidi e precisi. Ma Chester non ebbe alcun problema a difendersi da tutti gli attacchi, nonostante la differenza di dimensioni tra le due Risorse.
Il Generale riuscì a bloccare l'ennesimo fendente dell'individuo, ponendo il suo coltello da guerra tra la Lama Vendicativa e la sua fronte, poi fece un passo indietro ed affermò:
"Sai, credo di aver capito un paio di cose sul tuo conto. Prima di tutto, hai sbagliato a sfidarmi in questo posto. La prima persona che ci vedrà combattere darà immediatamente l'allarme."
"Di questo non mi preoccuperei." rispose l'individuo beffardo.
Chester diede rapidamente un occhiata al portone del condominio, e si rese conto che anch'esso era protetto da una barriera violacea, nessuno sarebbe potuto entrare dall'esterno del cortile.
"Non male..." commentò il Generale "Ma devi sapere la seconda cosa che ho compreso. Nell'istante in cui tu mi hai attaccato..." prima di concludere la frase, grazie alle sue doti atletiche a dir poco sovraumane e ai suoi movimenti scattanti, Chester era riuscito ad aggirare l'avversario e a ritrovarsi alle sue spalle "Ho capito che non sei nient'altro che un novellino!"
L'individuo non fu abbastanza reattivo per contrattaccare, grazie a ciò il Generale riuscì ad afferragli il braccio che impugnava la Risorsa, e a torcerlo dietro la sua schiena. La presa fu molto efficace tanto che la losca figura non riuscì più a tenere in mano il suo grande spadone, che cadde a terra rumorosamente.
Il Generale aveva immobilizzato il ragazzino, e oramai la battaglia sembrava conclusa:
"Fine dei giochi. Adesso vediamo chi si nasconde dietro questo cappuccio grigio..." Chester fece per sfilare il cappuccio dall'individuo, quando accadde qualcosa di imprevedibile: il corpo dell'individuo venne risucchiato in portale dimensionale che comparve proprio davanti ai lui, riuscendo così a farlo sfuggire dalla presa del Generale.
Il portale aveva la stessa forma a cerchio di quello nel quale il Generale era stato trascinato il giorno prima, il ragazzino dunque, era proprio l'artefice di quel fenomeno anormale.
L'individuo ricomparve come per magia su un balcone di un appartamento disabitato, e salutando Chester con la mano, disse:
"Quello che hai detto forse corrisponde alla verità, ma dalla mia parte ho questo potere!"
"I file dei servizi segreti parlavano del Potere dell'Universo, ma non credevo che fosse così potente..." pensò il Generale perplesso.
"Sorpreso?" chiese l'individuo, che sorrise tra le tenebre che avvolgevano il suo volto "Questo è il Potere dell'Universo. Ho la facoltà di creare portali dimensionali, che mi permettono di spostarmi in qualsiasi luogo io voglia. Inoltre, ciò che si trova dall'altra parte dei portali non è semplice vuoto, no." l'individuo mostrò il pomolo del suo spadone a Chester "La mia Risorsa possiede un vera e propria galassia in miniatura, che posso raggiungere in qualsiasi momento, stravolgendo ogni legge della fisica."
"Porca miseria...è un potere che va al di là di ogni immaginazione! Come mai un ragazzino è riuscito ad impossessarsi di una Risorsa così distruttiva? E perché quest'ultima lo ha già accettato come possessore?" rifletté nella sua mente il Generale, davvero teso.
"Sarò anche inesperto...ma non sottovalutarmi...MAI!" disse l'individuo con tono iracondo.
Chester non sapeva cosa aspettarsi, e decise di restare di attaccare prima che il ragazzino avesse avuto il tempo per reagire. Correndo rapido come un ghepardo, il Generale fece uno scatto per approssimarsi al balcone sopra il quale si trovava il suo avversario, ma nel contempo, un' altra apertura dimensionale a forma di cerchio si aprì davanti all'individuo.
In meno di un secondo, un qualcosa partì a gran velocità dalla porta dimensionale puntando il Generale, che si accorse in ritardo di essere stato preso sotto tiro.
Grazie al suo istinto e con uno sforzo non indifferente, Chester deviò anche questa minaccia, che come un proiettile grande quanto un pallone da basket, si schiantò contro una parete.
Il Generale in seguito, facendo un salto impressionante, raggiunse il balcone del primo piano da cui era partito il misterioso proiettile; sfortunatamente, prima che potesse raggiungere l'individuo, esso sparì entrando nel portale dimensionale, senza lasciar alcuna traccia di se:
"Dannazione! Mi è sfuggito!" urlò Chester inviperito "Per catturare un ragazzino così scaltro, ci vorranno dei giorni...allontanarsi da Matt adesso sarebbe la scelta peggiore."
Il Generale decise di tornare da Matt, che in quel momento stava per riprendere i sensi. Quello di cui il Generale non si accorse, fu la vera natura del proiettile che aveva deviato: un meteorite piccolo quanto devastante, che proveniva dall'universo della Lama Vendicativa.
Esso, a contatto prolungato con l'aria terrestre si sgretolò pian piano, diventando facile preda del venticello che soffiava allegro, in quel giorno davvero avventuroso.

Chester aspettò con ansia che Jane e Leila tornassero a casa, e quando trovarono il ragazzino in cucina si fecero trasportare dalle emozioni, in maniera decisamente opposta: la madre di Matt scoppiò in lacrime, ed strapazzò il figlio davanti a tutti, intimandogli di non fare mai più una cosa del genere. La sorellina invece, lo salutò con freddezza, e lo rimproverò per essere scappato di casa per giunta quando era buio.
Quando Leila chiese al Generale cosa fosse capitato, egli si trovò una pistola alla tempia: nonostante i loro sguardi non fossero incrociati, Chester avvertì la presenza di Matt, che lo stava fissando minacciosamente. Avendo il suo segreto da proteggere, Chester decise di mentire, raccontando un mucchio di frottole ed assumendosi tutta la responsabilità. Leila fu davvero riconoscente dell'altruismo di Chester, non trovò davvero le parole per ringraziarlo.

Finalmente Chester e Matt si congedarono, con una calorosa stretta di mano. Nessuno sarebbe venuto a conoscenza della loro piccola odissea.
Quella domenica passò velocemente. Il ragazzino, esausto dopo tutto quello che aveva affrontato, rimase a casa a riposare per tutto il giorno; Jane si rivelò molto curiosa riguardo all'avventura del fratello, ma quest'ultimo riuscì a non far trapelare nulla dalle sue parole.
Anche Leila sembrava stanca, avrebbe cercato il figlio anche in capo al mondo, anche se si fosse trattato di cercare un ago in un pagliaio.
Quando arrivò finalmente la notte, i due ragazzini si misero i loro appariscenti pigiamini e si prepararono per andare a dormire.
Dopo essersi lavato i denti, Matt passò per la cucina, e notò la madre seduta al tavolo, appoggiata con un gomito che sorreggeva il suo mento. Sembrava un po' spaesata, così il ragazzino, dato il grande rimorso incatenato al suo cuore, decise di rassicurarla:
"Mamma, che succede? Non ti ho mai visto così."
"E' tutta colpa di questa storia...non so come tirarci fuori da questo pasticcio." rispose affranta.
"Quale pasticcio?" chiese Matt senza nemmeno pensarci su.
"Vieni a vedere." le rispose Leila portandolo nella sua camera da letto.
Matt aveva quasi dimenticato il bizzarro ritorno di Betty. Il pericoloso individuo, tenendo impegnato il Generale, aveva impedito a Chester di gironzolare per la casa, e scoprire così Betty, che al momento stava dormendo profondamente. Una fortunosa coincidenza:
"Avrò fatto bene a non dire nulla al Generale?" chiese al figlioletto.
"Non sappiamo cosa aspettarci, potremmo metterla in pericolo senza nemmeno saperlo." rispose sincero.
"Me la sono vista brutta quando il Generale mi ha riferito che tu eri a conoscenza dell'incantesimo. Non hai rivelato nulla vero?"
"Non ti preoccupare mamma." rispose Matt in tono rassicurante.
Il ragazzino fece per andare nella sua camera, quando rammentò solo in quell'istante che mancava una cosa da fare. Matt si avvicinò timidamente alla madre e con filo di voce disse:
"Ah, ti devo dare questa." il ragazzino porse la sua Risorsa alla madre, che restò colpita dal suo gesto "Avevi ragione, sono ancora troppo immaturo per possedere una Risorsa, la terresti tu per me?"
Leila sfoderò un sorriso materno ed affettuoso, come se avesse visto il suo bambino sotto un'altra luce, la luce della riconoscenza. La donna afferrò con dolcezza la mano del ragazzino, ma non prese la Risorsa del ragazzino, bensì richiuse la sua manina attorno alla penna, poi disse:
"No. Ci ho riflettuto, e privarti della tua Risorsa sarebbe come ammettere che io non mi fidi di te. Ed è proprio l'opposto." gli diede caldo un bacio sulla fronte, poi appoggiò il suo mento alla testolina di un Matt quasi commosso "Ti chiedo soltanto...di non bruciare le tappe. Utilizzala solo se sei costretto. Non lanciarti in battaglie che non potresti vincere, ti prego."
"Va bene mamma." rispose il ragazzino, un po' dispiaciuto per aver nascosto la sua mirabolante avventura alla madre.
Dopo aver ricevuto un tenero abbraccio da parte di Leila, Matt decise di andare a dormire. Si addormentò subito, tutte le fatiche e tutti gli sforzi di quel giorno lo fecero cadere nel sonno come un angioletto. Il ragazzino, nella sua ingenuità, non sapeva che due occhi minacciosi lo stavano scrutando, in cerca di vendetta.

Il giorno dopo, il 20 Marzo, Matt e Jane andarono a scuola come tutti i giorni, facendo ricominciare la noiosa routine di sempre. Il ragazzino fu poco loquace con i suoi compagni di classe, e fece fatica a concentrarsi durante le lezioni. C'era qualcosa che pulsava nella sua mente, un pensiero imprigionato nella sua testa che non voleva sparire, era troppo importante.
Alla fine delle lezioni, Matt chiamò la madre al cellulare, chiedendole il permesso per andare a giocare alla Fontana degli Dei, situata in un grande parco che si trovava non molto lontano dalla sua scuola. Leila acconsentì, ma gli chiese di portare anche la sorella con sé.
All'inizio Jane non fu proprio entusiasta di andare col fratello, ma poi Matt riuscì a convincerla facilmente:
"Non andremo al parco per metterci a giocare o per passare il nostro tempo libero, ti racconterò una cosa segretissima. Però ti prego, sii sincera, e promettimi che non lo dirai a nessuno."
"Va bene fratellone!" rispose Jane con le dita incrociate dietro la schiena.

Dopo un quarto d'ora di camminata, i due ragazzini raggiunsero il Parco Glorificus: era un enorme spazio di sessantamila metri quadri, ma non possedeva particolari attrazioni per i piccoli.
I suoi punti di forza erano la moltitudine di querce e castagni che ricoprivano di verde il luogo, purificando sia l'aria che l'aspetto stesso del parco; inoltre, possedeva dei grandi spiazzi verdi, che essendo lontani dalla strada, erano l'ideale per i bambini che volevano giocare in tutta sicurezza.
L'elemento più maestoso però, era la Fontana degli Dei: posta nell'esatto centro del parco, una struttura di forma ellittica in stile romano si ergeva maestosamente. Circondata da poche ma grandiose scalinate, che rendevano il luogo simile ad Colosseo miniaturizzato, la Fontana degli dei sfoggiava dodici statue raffiguranti dei gladiatori; essi si ergevano attorno ad una vasca circolare decorata con mosaici antichi, mentre l'acqua cristallina che veniva spruzzata dal centro, raggiungeva grandi altezze e creava molto spesso un piccolo arcobaleno con i suoi spruzzi leggiadri.
Mentre Jane si sedette su una gradinata, Matt diede le spalle a quel magnifico capolavoro artistico e disse:
"Ora ti rivelerò quello che ho scoperto. Cara sorellina, perché non mi fai vedere come crei le tue porte dimensionali?"
"Che cosa?!" rispose la sorellina quasi pietrificata.
"Ormai l'ho capito. L'individuo che ha mi ha rinchiuso nelle cantine, e che possiede quella Risorsa terrificante, e che infine, ha affrontato Chester nel cortile, sei tu."
Jane non rispose. Ed il vento si intromise ancora una volta in quella strana atmosfera.
Chissà se quel luogo, teatro di mille battaglie, avrebbe assistito dopo tanti secoli, a qualcosa di veramente spettacolare...
 
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view post Posted on 4/3/2013, 19:07     +1   -1
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Accidenti... questo sì che è un capitolo pieno di eventi.
Abbiamo visto un nuovo personaggio e poi capito chi è.
Davvero fantastico.
Inoltre mi è piaciuta molto la descrizione della sfida tra Chester e il guerriero (o in questo caso, se è tutto vero, la guerriera).
Ho trovato anche molto dolci ed emotive, la parte in cui Chester ripensa alla promessa fatta a Russell e la scena tra madre e figlio a casa.
Davvero complimenti^^

P.S. Inoltre ho come l'impressione che la grande sfida tra fratello e sorella si svolgerà ora... proprio il giorno del mio compleanno XD
 
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view post Posted on 4/3/2013, 20:45     +1   -1
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Happy Happy 10

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Eh, si, in effetti ci ho messo più del previsto, visto tutte le cose che dovevano accadere! ^_^
Ah, la sfida si svolgerà il giorno del tuo compleanno? Magari vuol dire che sei una persona combattiva! XD
Per il resto...grazie ancora! ^^
 
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view post Posted on 16/3/2013, 01:34     +1   -1
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Scusate per il super ritardo! ^_^ Ed ecco l'ultima parte del secondo capitolo!

4.4 Fratelli


"Sei completamente impazzito?!" rispose finalmente la ragazzina, non mostrando alcuna emozione.
"Pensavi davvero che non ti avrei smascherata? Sei solo una bimbetta illusa." disse Matt con tono serio.
Il vento continuava a soffiare incessante, sembrava un respiro affannato, trepidante, che attendeva solo risposte:
"Vuoi persino che ti spieghi tutto per filo e per segno?" esclamò Matt spazientito.
"Che cosa dovresti spiegare?" rispose Jane con uno sguardo vago.
"E va bene." concluse Matt, dopo aver deciso di esporre tutte le sue ragioni. "Non ti ho accusata per caso. Oltre a me, tu sei l'unica ragazzina che poteva conoscere con certezza la posizione delle cantine che hanno abbandonato tempo fa. E' il posto perfetto per nasconderci qualcosa...o qualcuno."
"Tutto qui?" rispose Jane delusa, scuotendo la testa.
"No. Sono riuscito a capire tutto grazie alla descrizione di Chester, che ti ha descritto come un ragazzino con la felpa grigia..."
"Ma che diamine c'entra?!" replicò Jane, ma Matt la ignorò.
"Ho realizzato che...quella felpa è in realtà una delle mie! Ho controllato stamattina, e ho trovato la mia felpa grigia nella lavatrice. Te la sei messa addosso per far si che Chester ti scambiasse per un maschio. Così facendo hai materializzato un individuo che non verrà mai trovato, dato che la felpa era la sua unica caratteristica riconoscibile...davvero astuta."
"Ti stai inventando un mucchio di frottole." rispose Jane, stoica.
"Bene, allora quando mamma troverà il tuo nastro per capelli nel cappuccio della felpa, come pensi che reagirà?" disse divertito il ragazzino "Hai commesso solo un piccolo errore, ma ti costerà caro."
La calma e la fermezza di Jane sembrarono per la prima volta vacillare. Si alzò in piedi pensierosa, ma poi, non vedendo altre vie d'uscita, decise di dare la svolta decisiva a quello che era sembrato un vero e proprio interrogatorio:
"Ah, sei davvero molto perspicace, bravo il mio Watson." disse ridacchiando Jane, nascondendo i suoi occhi dietro un ciuffo della sua franga biondo cenere "Non avrei mai creduto che con te sarebbe giunto anche il Generale Massimo, me ne sono accorta solo dopo."
"Questa è una confessione?" rispose Matt guardandola vittorioso.
"Perché non cominci tu?" rispose per le righe la sorella "Sai, è stata davvero la coincidenza più fortunata della mia vita, trovare questa Risorsa."
Jane tirò fuori dal suo zaino una padella nera, che sembrava uguale a tante altre, se non fosse stato per una mezza sfera viola attaccata al manico:
"Accidenti, ha portato la Lama Vendicativa con sé!" pensò Matt preso alla sprovvista.
"Questa Risorsa...rappresenta tutto ciò che ho sempre atteso da tanto tempo, da ben dieci anni: il potere. No, non è stato un caso, e stata lei a trovarmi, e ha solo atteso che io fossi pronta."
"Pronta per cosa?" rispose Matt restando sulle spine.
"Per farti aprire gli occhi una volta per tutte." rispose Jane, che fece trasformare la padella nell'arma vera e propria, avvolta da una tenue nebbiolina violacea, che sembrava aria di tempesta "E' ora che tu sappia la verità."
Matt cominciò a temere che le parole della sorella avessero potuto aprire un lucchetto fragile, che fino ad ora aveva protetto quella parte del suo passato di cui poco ricordava. Quale ricordo la mente di Matt avrà voluto custodire gelosamente per sé?

"Hai dato tu l'inizio a tutto questo. Sei stato TU!" cominciò a sentenziare Jane, che ad ogni istante, sembrava sempre più furente "E' stato circa un mese fa. Ero in casa da sola, come al solito. Non mi faccio abbattere dalla solitudine facilmente, per questo decisi di rovistare tra i vecchi DVD che contengono le interviste del nostro papà."
La ragazzina prese un grosso respiro, e con la collera che le opprimeva il suo triste animo di bimba, pronunciò le sue parole come una sentenza: "Per caso, riuscì a vedere un intervista, che a causa di problemi di ricezione non si vedeva molto bene. Eppure, fratellone, quei pochi istanti mi hanno cambiato dentro."

Perché ho deciso di intraprendere questa avventura? Beh, capisco che voi vi stupiate! In fondo rischio la vita ogni giorno, e ho sacrificato tante cose per arrivare in cima alla gloriosa scala del successo. Ma credetemi, non ho alcun rimpianto!
Vale la pena combattere per il grande amore della tua vita. Vale la pena difendere delle anime che non meritano di essere spazzate via dall'invidia. E soprattutto...vale la pena dare ogni parte di me per proteggere gli occhi color nocciola di due bambini speciali.
Vedete questa cicatrice sul mio petto? Lo so! E' molto profonda, vero? Ah-ah, sapete come me la sono procurata?
Questo è il mio vanto più grande. Questo è il sigillo che dimostra la mia determinazione.
Vedete, c'è un bambino speciale... che è veramente un combina guai, tutto suo padre!
Ci fu un giorno in cui si mise in pericolo. Ma io non lo abbandonai, nemmeno le pallottole mi spaventarono. Ne subirei altre cento, se fosse necessario per salvare gli occhi di quel pasticcione che tanto amo.



"Quindi...stai dicendo che ha deciso di diventare un guerriero del suo calibro per colpa mia? Per proteggere me?" rispose Matt incredulo.
"E' così Matt...se avesse posseduto la sua Risorsa, nell'episodio che lui stesso ha raccontato, allora non si sarebbe procurato quelle cicatrici. Significa che lui ti fece da scudo pur sapendo che avrebbe potuto morire! Non lo capisci?" disse Jane, cercando di restare calma.
"Lui...fece questo per me?" sussurrò Matt con gli occhi ricolmi di tristezza "Ma quelle ferite...l'avranno quasi ucciso. Eppure lui..."
"Esatto, per una tua stupida bravata, hai completamente cambiato la sua vita. Da quel momento in poi, ha scelto la strada più ardua. Ha scelto di mettersi in gioco solo a causa tua!" rispose Jane, stringendo in pugni.
"Ma prima che papà conquistasse la sua Risorsa, io avevo all'incirca tre anni, forse meno! Non puoi biasimarmi sul serio!"
"Questo a me non importa." rispose Jane pronunciando rapidamente ogni sillaba, carica di nervosismo "Ti rendi conto, che non ho mai visto papà? E' come... è come se tu me l'avessi portato via! Quando vedo le sue foto, le sue interviste...io guardo solo uno sconosciuto. Non provo nulla per lui, capisci?"
"Questa è stata solo una fatalità! Perché rinfangare il passato?" disse Matt con ardore.
"Perché non accetto tutto questo, come del resto non l'hai fatto tu." bisbigliò Jane minacciosa "Non c'è posto per tutti e due. Io non farò i tuoi stessi errori, non metterò in pericolo la mia famiglia e non farò soffrire la mamma, non se lo merita..."
La penna di Matt cominciò a muoversi freneticamente nella tasca di Matt, aveva oramai capito che lo scontro era inevitabile. Il ragazzino strinse in mano la sua Risorsa, mentre la sorella fece poggiare la grande lama dello spadone a terra. In quell'istante, una moltitudine di barriere violacee chiusero il passaggio a chiunque avesse voluto avvicinarsi alla Fontana degli Dei. Erano rimasti soli, l'uno contro l'altra.
Le grandi statue osservarono i due fratelli, che si scrutarono, prima dell'inizio della battaglia.
"Sei sicura di quel che stai facendo? Te ne pentirai." la minacciò Matt sorridendo.
"Ho già deciso. Sono la ragazza più sicura dell'intero Universo!" rispose sprezzante Jane, mentre partì all' attacco.

La ragazzina brandendo la sua Risorsa, nonostante avesse davanti il suo fratellone, non esitò minimamente a scagliarsi contro il fratello. Era perfettamente conscia del fatto che la penna avrebbe impedito al ragazzino di ferirsi seriamente.
Matt, non aspettandosi un assalto così aggressivo da parte della sorella, venne colto dall'indecisione. Fortunatamente i suoi riflessi lo aiutarono ad evitare la grande lama dello spadone prima che fosse troppo tardi, facendolo abbassare all'ultimo momento.
Con una grinta inusuale per una ragazzina della sua età, Jane tentò di infierire sul fratello, che stavolta riuscì a spostarsi lateralmente, rimanendo ancora una volta illeso. La lama della Risorsa impattò contro il suolo, senza procurarsi nemmeno una scheggia.
Matt venne colpito dalla robustezza della Lama Vendicativa, e cominciò a preoccuparsi. Jane passò nuovamente all'offensiva, ma questa volta, Matt decise di tenersi alla larga dalla sorella, cercando di sfuggire alle grinfie della Risorsa.
Fu così che cominciò un bizzarro inseguimento al gatto col topo. Jane non si perse d'animo nemmeno per un istante, mentre il fratello fece di tutto per scampare dalla furia della sorella, in maniera davvero imbarazzante. Il ragazzino si nascose dietro una delle tante statue romane della Fontana, mentre Jane cominciò ad innervosirsi:
"Ma che stai facendo? Prima straparli e poi scappi come un coniglio?!" sbraitò la sorella, prendendosi un attimo per respirare.
La penna continuò a muoversi nella sua mano. Il coraggio lo stava chiamando. Avvertiva quell'eco che arrivava da lontano, quelle parole che lo incitavano a fronteggiare persino il finimondo, pur di esternare la propria audacia. Una forza incommensurabile:
"Non posso voltare le spalle alla mia Risorsa. Sfuggire in questo modo ai pericoli non serve proprio a nulla. Dovrò affrontare quella Lama minacciosa con tutto me stesso." pensò Matt, cercando di farsi coraggio.
Il ragazzino decise di abbandonare il suo nascondiglio, che forse non era altro che una mera illusione, e andò allo scoperto. Strinse forte la penna, che splendeva di un arancione deciso, e pronunciò ad alta voce:
"Avrai la lezione che ti meriti! I bambini immaturi devono restare al loro posto!"
Matt decise di contrattaccare lanciandosi, nonostante una certa riluttanza interiore, contro quella piccola ragazzina dall'aria dolce e spensierata, ma dal temperamento ardente.
Il ragazzino sferrò un gancio deciso, cercando di centrare la sorella sui fianchi, temendo di poterla ferire sul serio. Quando però la sua mano si avvicinò a qualche centimetro dal corpicino di Jane, che nel frattempo non si era mossa, esso sparì, come se si fosse trasformato in sabbia, portata via dal soffio del deserto.
La Lama Vendicativa aveva fatto risucchiare Jane dal suo portale dimensionale, ancora una volta. Esso si richiuse rapidamente, lasciando Matt veramente di stucco, non aveva nemmeno compreso se quello che aveva visto fosse reale o solo un'immagine distorta dalla sua fantasia.
Dopo qualche secondo, immerso in una caotica incertezza, Matt udì la voce di sua sorella alle sue spalle. Appoggiata ad una statua che ritraeva un valoroso gladiatore del passato, Jane fece un ghigno, guardando la perfezione di quella maestosa scultura:
"Dovresti sapere di cosa sono capace, sciocco fratellone." distolse il suo sguardo dalla scultura per guardarlo dritto negli occhi, come per sfidarlo "Ho un potere che la tua patetica Risorsa potrebbe solo invidiare. Non potresti torcermi nemmeno un capello!"
Matt non volle più ascoltare i monologhi della sorella e decise di raggiungerla per tentare di nuovo la sua offensiva. Ma era tutto inutile.
Ogni pugno sferrato da Matt non riusciva nemmeno a sfiorare la ragazzina, che grazie alla Lama Vendicativa, entrava ed usciva dal portale dimensionale sotto il suo controllo. Tutto quello che il ragazzino riusciva ad udire erano delle risatine provocatorie che Jane non riusciva proprio a trattenere, ogni volta che un suo colpo si rivelava inefficace.
Jane decise di ricomparire a qualche metro dal ragazzino, e con un espressione sarcastica, ed incitandolo ad attaccare, esclamò:
"Sono forse troppo sfuggente per te? Eppure non eri tu il prescelto? Non eri tu quello che si è proclamato l'eroe della situazione?" Jane rise mettendosi la mano davanti alla bocca, e Matt perse la sua solita calma.
Il ragazzino punto la sua penna contro la sorella. Non ci fu bisogno di alcun cenno, per ordinare alla penna di lanciare un flusso elettrico verso la nemica.
La Risorsa di Jane fu molto reattiva, e riuscì a risucchiare Jane nel suo piccolo universo prima che la corrente avesse potuto sfiorarle anche uno dei suoi capelli biondo cenere. Matt però, aveva previsto tutto.
Il ragazzino, aspettando che Jane ricomparisse, decise di richiamare a sé tutta l'energia della penna, nonostante sarebbe stato rischioso:
"Non ti permetto di offendere la mia Risorsa. Senza di essa, sarei solo un ragazzino codardo, con la paura per la vita. Ti farò vedere, che insieme possiamo fare qualsiasi cosa!"
La penna emanò una leggera nebbiolina, quasi paresse una nuvola colorata, e la diresse verso il braccio destro di Matt. Il ragazzino sentì un enorme potenza nel suo braccio magrolino, una sensazione quasi travolgente, che lo fece sentire invincibile. Le sue ossa, dal gomito in giù, erano diventate arancioni e si potevano scorgere nonostante fossero sottopelle. La Risorsa aveva reso le ossa del ragazzino così coriacee, che nemmeno un martello pneumatico poteva scalfirle.
Un portale dimensionale a forma circolare si aprì d'improvviso alla sua sinistra. Era arrivato il momento di scaricare tutta quella forza contro il sangue del suo sangue.
Appena Jane uscì dalla sua galassia personale, Matt scagliò tutta la sua forza contro la sua acerrima nemica, urlando per il grande sforzo che dovette compiere. La sorella però, riuscì ad accorgersi del pericolo e a mettere la sua Lama Vendicativa davanti al suo corpo, proteggendosi con la parte dell' arma che fungeva da scudo.
Il pugno di Matt emanò la sua potenza, ma Jane non si mosse dalla sua posizione.
Il ragazzino sentì un leggero bruciore provenire dalle nocche della sua mano, e realizzò solo in quel momento che la sorella era riuscita a spuntarla: Jane aveva evocato una piccola ma efficace barriera di color violetta proprio davanti alla sua Risorsa, impedendo così al fratello di danneggiarla. Matt era riuscito a distruggere la barriera, che spezzandosi come vetro, gli aveva graffiato il dorso della mano, le nocche e l'avambraccio.
La penna non era riuscita ad esercitare la forza necessaria a proteggere il ragazzino, per questo le ferite, nonostante non sanguinassero copiosamente, si facevano sentire:
"Maledetta!" imprecò Matt sempre più furibondo.
"E questo è solo l'inizio. L'inizio di un viaggio che si concluderà con la mia vittoria!" esclamò Jane, prima di scomparire per l'ennesima volta.
Il cielo si fece sereno, dei raggi sole baciarono il campo di battaglia. Matt si guardò attorno coi riflessi pronti, ma non poté rimanere impassibile davanti al gigantesco buco nero che stava apparendo proprio sotto i suoi piedi.
Il ragazzino cercò di fuggire, ma la mano fraterna dell'avversaria gli afferrò una caviglia e lo trascinò giù, nel profondo.

Pochi secondi dopo Matt aprì gli occhi, come se qualcuno lo avesse liberato da uno stato di trance. Dov'era finito? La forza di gravità era svanita...le sue membra, erano così leggere!
Il suo corpo fluttuava in un luogo quasi mistico, avvolto dalle tenebre dello spazio e illuminato solamente da una stella viola, lontana ed irraggiungibile, ma visibile. Il ragazzino poteva respirare, l'aria di quel cielo infinito possedeva un ossigeno puro, che faceva distendere il fiato.
Era quello l'Universo di Jane. Una galassia governata da una semplice ragazzina:
"Non ti piace questo posto?" commentò Jane, che comparve davanti al fratello, ancora stordito "Qui non c'è nulla, eppure è tutto così calmo..."
Matt dentro se stesso, dovette ammettere che la Lama Vendicativa era in grado di compiere miracoli veri e propri. Ma non era quello il momento di arrendersi:
"Tutto questo è spettacolare. Ma non siamo qui solo per ammirare tutto questo. Io e te abbiamo un conto in sospeso." rispose Matt con fermezza.
"Lo so. Ma volevo farti vedere qualcosa di bello, prima di debellarti, caro mio. In questa galassia, sono io che comando." disse Jane sorridendo.
La ragazzina alzò il braccio sinistro e in un attimo, la stella viola che manteneva la galassia in equilibrio cominciò a risplendere minacciosa. I suoi raggi si fecero più forti, e la temperatura cominciò ad aumentare.
Matt si rese conto che la sorella stava facendo alzare la temperatura ad una velocità spropositata; nessun fenomeno naturale sulla Terra era in grado di ricreare quell'effetto.
Jane, difesa dalla sua Risorsa, non venne minimamente toccata dallo sbalzo di temperatura della sua galassia, mentre Matt cominciò a sudare. I tredici gradi iniziali erano diventati ventisei... poi trenta...fino a raggiungere i trentasei gradi centigradi.
Siccome il corpo umano non è abituato a sbalzi di temperatura così drastici, Matt risentì fortemente dei cambiamenti attorno a lui: in breve tempo si sentì debole, con la testa che non smetteva più di girare, pallido ed inerme.
Jane a quel punto, sfruttò il momento senza alcuna pietà. Colpì il fratello con un affondo micidiale; nonostante il ragazzino venne protetto dalla penna, percepì quell'affondo come una miriade di pugni allo stomaco. Era oramai fuori combattimento.
Jane fece aprire un portale che trasportò Matt nuovamente sulla Terra. Il ragazzino era svenuto, la penna era ancora stretta nella sua mano.
La sorella osservò il fratello con un pizzico di compassione, ma cercò di non commuoversi troppo. Avvicinandosi con un passo ricolmo di sicurezza, la sorellina commentò quello che i suoi occhi le mostravano, un fratello ingenuo e incapace di cavarsela da solo:
"Povero piccolo Matt. Sei sempre stato così...fragile. Che razza di fratello maggiore sei tu? Una persona che dimostra soltanto quanto le paure ci rendono vulnerabili." la ragazzina guardò il volto di Matt, che pareva dormisse "No. Non hai mai avuto la stoffa per essere il maggiore tra i due. Non hai davvero nulla da insegnarmi..."
La ragazzina si avvicinò al fratello per sottrargli la sua Risorsa, ma all'improvviso, la penna uscì dalla mano di Matt e cominciò a fluttuare davanti al suo possessore, luminosa come non mai:
"Non opporre resistenza! Sei solo uno strumento alla mercé di un ragazzino come un altro!" esclamò Jane, che col suo spadone, decise di colpire la Risorsa. La penna ricevette un possente fendente, tuttavia non venne nemmeno scheggiata dalla potenza della Lama vendicativa; al contrario, la Risorsa si proiettò contro la ragazzina, che cercò di proteggersi nuovamente con lo scudo posto tra la lama e il manico. Ma questa volta, la penna diede una spinta così forte che riuscì a trascinare Jane per metri, facendola infine ruzzolare a terra.
La penna non smetteva di brillare e Jane non riusciva a spiegarsi il perché.
La fenice era rinata dalle ceneri, ed ora stava bruciando vittoriosa davanti alla presuntuosa ragazzina.

"Perché?! Dovresti essere scarica ormai! Perché la penna non si è ancora arresa?" disse Jane nel totale sgomento del suo animo.
Mentre la luce si faceva sempre più forte, la penna cominciò una lenta, eccezionale mutazione: tutto l'oggetto aumentò la sua dimensione a dismisura, inoltre, ogni sua molecola cominciò a trasformarsi in acciaio durissimo, temprato dal coraggio stesso. Una volta raggiunta la dimensione prevista, il tappo dorato si sfilò dalla punta e si incastrò nella parte opposta della penna, formando l'elsa dell'arma: durante la mutazione, si plasmò un pomolo arancione ornato da venature dorate. La parte del manico invece, aveva delle bende bianche attorno all'impugnatura, che rendevano la Risorsa molto maneggevole.
Dalla punta della penna fuoriuscì una lama lunga ed affilata, di color grigio brillante; essa però non aveva una forma regolare, poiché la punta della spada aveva la forma di una cuspide di freccia. Questa caratteristica faceva intuire facilmente l'oggetto originario da cui proveniva l'arma.
Infine, sopra il manico, si materializzò un rivestimento di un arancione dorato che, ricoprendo parte della lama, diventò di forma triangolare. Dalle superfici più sottili del rivestimento, spuntarono fuori due bellissime e piccole ali bianche di colomba, che cominciarono a muoversi autonomamente. Sulla superfice più larga e spaziosa invece apparirono decorazioni rosse che parevano rubini incastonati.
La Risorsa di Matt di era trasformata in un bellissimo stocco, e le angeliche ali poste sul rivestimento resero la mutazione quasi celestiale:
"Non hai proprio capito niente." disse Matt alzandosi da terra, guardando meravigliato il nuovo aspetto della sua magnifica Risorsa "Sono le nostre debolezze che ci rendono speciali. Chi disprezza le paure degli altri, sta biasimando solo se stesso. Del resto, siamo esseri umani proprio per questo." il ragazzino si avvicinò alla sua Risorsa, accarezzò le ali bianche provenienti dal rivestimento, poi afferrò lo stocco splendente "Un fratello maggiore non deve insegnare ad imporre la propria volontà sugli altri, ma a saperla accettare. Se non sei in grado di capire questo concetto, non diventerai mai una sorella maggiore, Jane."
Jane cominciò a perdere le staffe ancora più di prima. Essendo una ragazzina tremendamente testarda, non volle stare a sentire le argomentazioni del ragazzo:
"Non...non ti sopporto più! Quella tuo fare saccente... credi forse di essere migliore di me?"
"Ne sono sicuro." rispose Matt sfacciato "Ora facciamola finita. Questa volta non avrai vita facile."
I due fratelli si scagliarono l'uno contro l'altra. Le loro lame, collisero violentemente, provocando delle scintille luminose, fiammanti, che riaccesero la grande sfida tra Matt e Jane.

I due ragazzini brandirono le loro Risorse con grande maestria, stocco contro spadone, il duello sembrava davvero infinito. Nessuno dei due riusciva a trovare un varco per poter colpire l'avversario. Sembravano due cavalieri condannati a combattere per l'eternità.
Matt decise di anticipare la sorella, constatando la leggerezza della sua Risorsa trasformata in uno splendido stocco, e tentò un affondo che sembrò impossibile da parare per la ragazzina. Jane fu costretta a sparire di nuovo per non essere sorpresa dall'attacco del fratello, ma questa azione risultò alquanto prevedibile.
Il ragazzino aspettò che la sorella uscisse allo scoperto, e cogliendo l'attimo perfetto, riuscì a colpirle il polso che brandiva la Lama Vendicativa, disarmando l'avversaria e facendo cadere lontano la sua Risorsa. Matt puntò la sua lama contro Jane, che rimase interdetta:
"Arrenditi. E' ora di finirla con questi giochetti." esclamò Matt pavoneggiandosi un po'.
"Non basta così poco, fratellone." rispose la sorella senza alcun indugio.
Matt all'inizio pensò che la risposta di Jane fosse solo un bluff mal riuscito, ma quando si accorse che Lama Vendicativa, fluttuando a qualche metro da lui, lo stava puntando minacciosamente, si dovette ricredere.
La Risorsa di Jane partì all'attacco improvvisamente, mirando al petto di Matt, che non riuscì a schivare la minaccia. La Lama Vendicativa esercito tutto il suo potere, ma fortunatamente il ragazzino riuscì a difendersi in tempo, evocando le particelle luminose che protessero il suo corpo e deviarono la lama della Risorsa. Quando Matt si voltò verso la sorella, ella era già sparita.
Il ragazzino scorse Jane davanti alla fontana, con la Lama Vendicativa tra le mani. I due si guardarono negli occhi ancora una volta. I loro sguardi arsero incessantemente, i loro cuori non smettevano di battere, trepidanti, e le loro Risorse erano entrambe pronte a fare di tutto per i loro possessori:
"Questa storia finisce adesso!" ruggì Jane mentre evocò una barriera a forma di lastra rettangolare violacea davanti a lei:
"Cosa starà architettando adesso? Avrei dovuto approfittare del vantaggio di prima." pensò Matt mentre osservò un portale dimensionale aprirsi proprio davanti alla sua avversaria. Il ragazzino non sapeva cosa lo stava aspettando dietro l'infinito di quella galassia governata da una stella viola.
Un meteorite venne scagliato dalla galassia della Lama vendicativa, e Matt riuscì a schivarlo per miracolo, buttandosi a terra come se fosse stato preso di mira da una vera e propria bomba.
Jane sorrise. Cosa mai poteva fare un semplice ragazzo, per combattere un Universo intero? La ragazzina aveva praticamente la vittoria in tasca, per cui decise di far lanciare altri due meteoriti. Il primo sfiorò il volto di Matt, che avvertì il calore dell'asteroide, sentendosi come una roccia al sole. Il secondo meteorite venne scagliato poco dopo il lancio del primo, e il ragazzino non ebbe il tempo di fare un qualsiasi movimento per evitarlo. Matt decise all'ultimo momento di attivare le particelle splendenti, che rapidamente lo avvolsero come un velo trasparente e luccicante. Sfortunatamente, nemmeno quelle particelle riuscirono ad attutire del tutto un impatto così violento; il ragazzino venne scaraventato ai piedi di una statua del maestoso luogo, a dieci metri di distanza.
Matt riuscì ad alzarsi, ma sapeva di essere allo stremo delle forze. Presto la penna non avrebbe potuto più supportarlo, e questo avrebbe significato una sconfitta che non avrebbe mai accettato, nemmeno in punto di morte.
Il ragazzino dovette appoggiarsi alla sua Risorsa, che in quel momento sembrò il suo bastone della vecchiaia, al fine di restare in piedi in modo stabile. Jane assaporava già la disfatta del fratello:
"Che ostinazione!" si mise a ridere in maniera decisamente teatrale "I tuoi sforzi non serviranno a nulla. Come fratello, non sei nient'altro che un fallimento!"
In quell'istante, Jane aveva abbassato la guardia, e Matt ne approfittò per dare un ordine alla sua Risorsa: il ragazzino, rapido come un fulmine, puntò la sorella con il suo stocco e fece lanciare un flusso di corrente che si ramificò in due. I due flussi di corrente aggirarono la barriera color violetta di Jane, e riuscirono a raggiungerla in meno di un secondo. La forza della corrente fu talmente efficace che riuscì a gettare Jane nella fontana.
Ci furono istanti di interminabile ed eterno silenzio.

"Forse sono riuscito a farla tacere." pensò dentro di se Matt, che affaticato, si mise in ginocchio, guardando la fontana.
Il ragazzino osservò la sua Risorsa. Non si era nemmeno soffermato sul fatto che finalmente, la penna era riuscita a trasformarsi come tutte le altre Risorse. Era stato un gesto che avrebbe consolidato il loro legame, catene indistruttibili fatte di coraggio.
Matt sfiorò quelle ali stanche di combattere, poi, lo stocco ritornò ad essere la semplicissima penna di sempre. Il ragazzino la prese e la mise vicino al petto, poi bisbigliò:
"Senti il mio cuore? Se batte ancora, è solo per merito tuo, mia cara Risorsa. Grazie."
All'improvviso, Matt sentì un rumore strano e si guardò attorno preoccupato: ben dieci aperture dimensionali lo avevano accerchiato; Jane, uscita dalla fontana, tutta bagnata, avanzò verso il fratello barcollando:
"Ho vinto io...ora promettimi che..." Matt vide la sorella svenire, ma riuscì ad acchiapparla in tempo.
Sapeva benissimo che Jane non avrebbe mai accettato di abbracciarlo, vergognosa com'era, soprattutto in pubblico. Tuttavia Matt non riuscì a trattenersi, e la strinse con tutto l'amore che riuscì a provare:
"Piccola Jane...so che hai fatto tutto questo per il nostro bene. So benissimo che non hai mai avuto cattive intenzioni, e che questo è il tuo modo di affrontare i problemi della vita, anche se non lo ammetti mai. Lo so Jane, perché sono il tuo fratellone, e lo sarò sempre."
Quell'abbraccio concluse un combattimento generato dalle grandi emozioni di due piccoli ragazzini, davvero speciali.

Matt, poggiò dolcemente la testa della sorellina sul suo zaino, e diede un occhiata alla Fontana degli Dei: le barriere di Jane avevano attirato alcuni curiosi, che rimasti a guardare lo scontro, ora stavano solo aspettando di conoscere i due ragazzini. Ma la Lama Vendicativa non aveva ancora esaurito la sua energia, nonostante il suo possessore fosse svenuto.
Siccome una Risorsa non obbedisce agli ordini di qualcuno che non sia il possessore, a meno che non sia lui stesso a dare il permesso, non c'era modo di rimuovere quei muri violacei.
Mentre il ragazzino, guardando il cielo sognante, pensava ad un modo per tirarsi fuori dal quella situazione, qualcosa attirò la sua attenzione:
"Sto sognando? Questa sembra polvere...ma è rossa..."
Una strana polverina rossa cominciò a svolazzare nell'aria, tracciando delle scie rettilinee rossastre nel cielo azzurrissimo di quel pomeriggio. D'un tratto, la scia si diresse verso una barriera che rinchiudeva i due fratelli nella Fontana degli Dei, e incredibilmente, riuscì a trapassarla in pochi secondi, distruggendola.
"Siamo liberi!" esclamò Matt ameno. La sua contentezza però durò ben poco, dato che notò il volto di Chester fermare tutti i curiosi che avrebbero voluto conoscere i ragazzini.
A fianco a Chester inoltre, c'era un altra persona, e quando la vide, Matt pensò di essere spacciato:
"Non ci posso credere...mamma?! Questo è l'inizio della fine!" esclamò Matt più scoraggiato che mai.

Chester e Leila portarono via i ragazzini senza farli riconoscere al piccolo pubblico che si era creato poco prima. Fortunatamente, nessuno a parte il Generale e la moglie di Russell venne a conoscenza dell'identità dei "combattenti clandestini", così li definirono alcuni giornali di Calvas.
Ovviamente, quando entrambi i ragazzini si rimisero in sesto, subirono la predica più lunga e più avvilente di sempre; sia Chester che Leila si arrabbiarono non solo per l'atto sconsiderato di quel pomeriggio, ma anche perché, raccontando una sfilza di bugie, avrebbero potuto farsi localizzare dalla Green Soul senza accorgersene.
Come degli spietati giudici di una corte marziale, Leila e il Generale decisero insieme la loro punizione: sequestrarono le loro Risorse per dieci giorni, così evitarono di creare altri guai proprio durante le vacanze Pasquali. Durante questo periodo i due ragazzini non poterono guardare la televisione, non poterono uscire di casa per andare al parco, e nemmeno vedere gli amici al di fuori della scuola. Quasi peggio di una condanna in una cella d'isolamento.

Arrivò il 31 Marzo.
I ragazzini, dopo l'ennesimo giorno di reclusione, si sentivano prigionieri di loro stessi.
Al ritorno da casa però, trovarono Leila e Chester con le loro Risorse. Entrambi sapevano che prima o poi avrebbero dovuto lasciar crescere i due ragazzini, e senza le loro Risorse sarebbe stato molto più difficile. Possederne una era un atto di responsabilità quasi solenne, per questo entrambi decisero di dare una seconda chance ai fratelli:
"Bene, spero che abbiate imparato la lezione." dichiarò Chester con un tono pomposo.
"Matt, Jane, noi siamo una famiglia. So che queste due Risorse vi hanno cambiato la vita, ma non per questo avete il permesso di farvi crescere il naso! Da questo momento in poi, niente più bugie." disse Leila seria.
"Affronteremo questa cosa insieme. Uniti ce la faremo!" esclamò Matt eccitato.
"E non sarete i soli." disse una voce provenire dal corridoio della casa.
Betty, si era svegliata da qualche giorno, e stava guarendo molto in fretta. Nonostante avesse perduto tutti i suoi poteri, avrebbe presto collaborato con ogni mezzo per ricominciare la sua crociata contro i Green Blood.

Un atmosfera finalmente serena si impossessò delle anime di tutti i presenti, forse le speranze non erano ancora del tutto perdute.
Valeva davvero la pena combattere per tutto questo.
Una cosa però, non sarebbe mai cambiata, ovvero l'incredibile curiosità della piccola ragazzina con la treccia biondo cenere:
"Mamma...senti, ma quella strana scia rossa...è stata per caso opera tua?"
"Eh?" rispose Leila all'istante "Non so di cosa stai parlando..."



E questa è solo l'inizio dell'avventura di Matt! :D

Edited by Poirot's apprentice - 1/5/2013, 18:59
 
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