Detective Conan Forum

Matt e la Penna. Il mistero del muro di fuoco., Volevo condividere un racconto a cui tengo davvero!

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daniel holmes
view post Posted on 31/1/2015, 21:53     +1   -1




CITAZIONE (kiaretta_scrittrice92 @ 31/1/2015, 21:37) 
Ok Enigma sta cominciando davvero a starmi sulle scatole... Se non la pianta di fare il geloso tornerà al fondo della mia classifica dei personaggi preferiti... Uffa... Ma povero Matt, se è tonno non è mica colpa sua... E poi cos'è questa storia che è il maschio a fare la prima mossa?? Mica siamo negli anni '60... Lascia che Kamili confessi il suo amore... Rimarrà comunque la tua migliore amica, non ti basta??
(No... ovvio che no... Che razza di domande faccio pure io?? XD)

Bellissima anche la parte nel deserto... Bella bravata quella del rifugio... Alla faccia di Chi... mia... XD

Matt, sei peggio di Conan. O siete alla pari. Io non ci credo, Kamili, come hai fatto ad innamorartene? Stai facendo la sua serva! E non se lo merita!
 
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view post Posted on 1/2/2015, 10:37     +1   -1
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CITAZIONE (daniel holmes @ 31/1/2015, 21:53) 
CITAZIONE (kiaretta_scrittrice92 @ 31/1/2015, 21:37) 
Ok Enigma sta cominciando davvero a starmi sulle scatole... Se non la pianta di fare il geloso tornerà al fondo della mia classifica dei personaggi preferiti... Uffa... Ma povero Matt, se è tonno non è mica colpa sua... E poi cos'è questa storia che è il maschio a fare la prima mossa?? Mica siamo negli anni '60... Lascia che Kamili confessi il suo amore... Rimarrà comunque la tua migliore amica, non ti basta??
(No... ovvio che no... Che razza di domande faccio pure io?? XD)

Bellissima anche la parte nel deserto... Bella bravata quella del rifugio... Alla faccia di Chi... mia... XD

Matt, sei peggio di Conan. O siete alla pari. Io non ci credo, Kamili, come hai fatto ad innamorartene? Stai facendo la sua serva! E non se lo merita!

Dani non dire... Matt è più meritevole di Enigma... Lui sarà anche ingenuo e lagnone, ma almeno è sincero e s'impegna in quello che fa anche se gli costa fatica...
Enigma ultimamente si sta dimostrando solo saccente e prepotente -.-
 
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view post Posted on 3/2/2015, 21:17     +1   -1
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Nooo, non vi scannate coe Matt ed Enigma xD
A parte gli scherzi, ero curioso di vedere la vostra reazione, visto che sapevo già che Enigma avrebbe combinato qualcosa di...impopolare.
Ricordate che sono comunque dei tredicenni/quattordicenni!, hanno tanto da imparare nella vita! E Chiara, visto che oramai sei la Green Soul, non uccidere Enigma xD
 
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view post Posted on 3/2/2015, 22:44     +1   -1
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CITAZIONE (Poirot's wolf @ 3/2/2015, 21:17) 
Nooo, non vi scannate coe Matt ed Enigma xD
A parte gli scherzi, ero curioso di vedere la vostra reazione, visto che sapevo già che Enigma avrebbe combinato qualcosa di...impopolare.
Ricordate che sono comunque dei tredicenni/quattordicenni!, hanno tanto da imparare nella vita! E Chiara, visto che oramai sei la Green Soul, non uccidere Enigma xD

Non è detto...

No dai scherzo ^_^ Non lo voglio uccidere... Però come dici tu è un quattordicenne che per quanto possa essere più maturo di Matt in certi aspetti, si comporta anche lui da moccioso... Ed ogni tanto meriterebbe una punizione anche lui... Invece di far soffrire sempre e solo il povero Matt...
 
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daniel holmes
view post Posted on 4/2/2015, 07:49     +1   -1




Che età l'adolescenza, ti mette sempre in condizione di deprimerti o litigare! Beh, sapete che Romeo e Giulietta erano adolescenti? Non vogliamo far finire la cosa in codesti termini, vero? Ssperiamo di no!
 
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view post Posted on 4/2/2015, 09:52     +1   -1
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CITAZIONE (daniel holmes @ 4/2/2015, 07:49) 
Che età l'adolescenza, ti mette sempre in condizione di deprimerti o litigare! Beh, sapete che Romeo e Giulietta erano adolescenti? Non vogliamo far finire la cosa in codesti termini, vero? Ssperiamo di no!

Oh cavolo speriamo davvero di no XD
 
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daniel holmes
view post Posted on 4/2/2015, 20:44     +1   -1




Però qualcosa mi dice che uno dei tre crepera' presto :cry:
 
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view post Posted on 2/3/2015, 20:57     +1   -1
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Scusate il ritardooooo :doh: :doh: :doh:

11.7 L’Esame del Mago Leggendario



Le preoccupazioni di Peter subirono un impennata, nel momento in cui il semplice vecchietto si presentò con una vecchia uniforme della marina militare. Il suo dopobarba penetrante trafiggeva ogni narice vicina, la sua barba rifinita nei minimi dettagli era pungente al tatto, soffice alla vista. Tutta un'altra persona.
«Ok, questo è tutto uno sbaglio…» sussurrò l’intimorito apprendista.
«Non farti spaventare.» suggerì Matt «Il tuo esame andrà per il meglio. Sei il migliore quando si tratta di magia, lo sei sempre stato.»
«In che cosa consisterà la prova?» chiese Enigma, non lasciandosi scalfire dall’aspetto glorioso del mago.
«Non è permesso conoscere le complesse dinamiche dell’esame.» scosse la testa, giocherellando col suo scettro «Però potrete assistere ad una cosa.»
Il Mago sfoderò il palmo della mano destra a tutti i presenti, oscillando le dita in maniera ammaliante. Chiuse il pugno rapidamente, prima che una nebbia simile a minuscole nuvole non cominciò a fuoriuscire dalle fessure delle dita. In una nuvola serena, comparve un rotolo di carta con piuma d’oca a suo seguito, chiaramente una scartoffia del mestiere.
«Sei il primo apprendista a cui sottopongo questo test. Sappi che un Mago ha diritti ma anche doveri da rispettare, come ad esempio il numero degli apprendisti, tre al massimo.»
«Comprensibile, non è arte che chiunque è in grado di apprendere.» annuì Enigma.
«Come mai non ha mai sottoposto nessuno a questo esame?» chiese il curiosone dagli occhi nocciola.
«Semplice. Nella mia lunga vita ne ho viste di cotte e di crude, affrontato centinaia di battaglie, infliggendo e curando ferite. Ma solo una volta, ho avvertito il potere di un ragazzino a kilometri di distanza. Chissà di chi sto parlando…vero Peter?» rivolgendosi al ragazzo in tono fiducioso, tentò d’essere il suo incoraggiamento.
«Lei è troppo rassicurante.» rispose il modesto «Lasciando perdere i complimenti, che cosa dovrei firmare?»
«Devi confermare in questa carta il tipo di Magia o Stregoneria che conosci, in questo modo verrai nominato Mago o Stregone a seconda della tua scelta. Il tipo di apprendimento che percorrerai dipende da questo.»
«Umh, ma non so cosa scrivere. La magia che utilizzo grazie alla mia Risorsa non è mai stata scritto su un manoscritto, in pratica l’ho creata io.»
«Non è un problema.» asserì il mago più quotato.
Toccando il rotolo di carta con un dito, le parole che Peter aveva scribacchiato cominciarono a completarsi da sole, così come la firma del ragazzino. Era bastato un misero contatto con lo scrittore, per carpire i suoi pensieri disordinati, assemblandoli in modo perfetto sotto forma di magico inchiostro.
«Magia Geometrica. Si, penso che possa andare bene.» concluse Peter, non riconoscendo la Stregoneria come sua alleata.
«Non possiamo nemmeno sapere dove si terrà la prova?» domandò Matt, sperando di assaporarne un assaggio.
«Purtroppo non potete. Voglio che durante la prova il nostro Peter rimanga concentrato al massimo. Quando avremo finito vi potrà raccontare tutto ciò che vuole.» sentenziò Fiorenzo, prendendo il suo aspirante discepolo tutto per se.
«Perché non augurate al vostro amico un esame raggiante? E tu Peter, perché non saluti il gruppo che ti ha portato fin qui?» sembrava volesse tagliar corto.
«Peter…c’è sempre stato qualcosa di sorprendente in te. Ora hai l’occasione di essere riconosciuto per ciò che sei, un maestro di Magia. Tutti quelli che ti hanno deriso fin da piccolo non sanno che cosa si sono persi, tu non sei un mostro, sei solo eccezionale.» la fede che Matt riponeva in Peter era una tale certezza, da permettere alla sue parole di far breccia nell’aria liberamente.
«Mi hai accolto nella tua famiglia, e hai provato sulla tua pelle quello che ho provato io. Ma alla fine del nostro dolore silenzioso, c’è la nostra vittoria. A te oramai, basta un solo passo per raggiungerla. Sarò con te per tutto questo momento.» anche il legame fraterno di Enigma era qualcosa che nemmeno il sole poteva oscurare.
Mentre Peter venne colto dalla commozione, Fiorenzo sembrò persino più coinvolto del suo apprendista.
«Piantatela di essere così...voi stessi! Sono un vecchietto sensibile, mi fate venire il crepacuore!» si asciugò il naso con un fazzoletto a quadri «Siete dei ragazzini coi piedi piantati per terra, non c’è che dire. Ma forse dovreste guardare nel cielo ogni tanto…»
«E’ meglio salutarci, signor Fiorenzo. Non vorrà mica che la becchiamo a piangere come una femminuccia, vero?» quando c’era da burlarsi di qualcuno, Matt scendeva in prima linea.
«Forse hai ragione, piccolo marmocchio.» tentò di difendersi il Mago, prima di pronunciare poco solennemente «Effugium Pulvis!»
Un lampo azzurrino investi i due maghi, che successivamente, rimasero immobilizzati come in una fotografia. Nessuno dei due ragazzini aveva capito cosa fosse accaduto, ma il fatto che Peter e Fiorenzo rimanessero completamente bloccati, fecero suonare in loro un brusco campanello.
«Che cavolo state facendo voi due?! Peter, sto parlando anche con…» quando tentò di toccare il suo migliore amico, questo si dissolse in polvere azzurra, così come Fiorenzo. Era solo la loro immagine proiettata su granelli di sabbia, i veri maghi si erano già allontanati.
«Non credo ti risponderanno Matt. Quella magia li ha portati via con sé, nel luogo dove Peter darà il suo esame.» concluse Enigma, indifferente.
«E adesso? Che facciamo?»
I due si guardarono negli occhi. Non erano mai rimasti da soli senza ambasciatore, per il momento la scelta migliore era riporre la armi.
«Torniamo da Kamili. A quest’ora sarà a casa ad aspettarci.» dichiarò Enigma, escogitando ben altro nella sua testa «E magari faremo un bel giretto per il villaggio, giusto per allungare la strada…»
«Attenti là sotto!»
Un grido familiare fece alzare la testa ai due amici-nemici. Si resero conto che le parole di un mago emozionato potevano trasformarsi in una pura profezia.
Un paracadute oscurò il loro sole del pomeriggio, avvolgendo la tenera erbetta che circondava il piccolo villaggio. Il velo bianco che nascondeva il viaggiatore del cielo s’incendiò, svelando la sua identità.
«Che…che cosa diamine ci fai qui, Wesley?» esclamò Matt, senza ostentare la sua scettica accoglienza.
«Beh, ultimamente passo molto tempo a Pervas. Diversamente da voi…» rispose quasi offeso.
«Ah, vero. Mentre Kamili si è ripresa nel giro di qualche giorno, Mike è ancora in ospedale. Gli hai tenuto compagnia per tutto questo tempo?»
«Esattamente.» riprese in mano la sua piccola e rotonda Risorsa, rinunciando al suo candido mantello.
«Un attimo…come hai fatto a sapere dove ci trovavamo? Saresti potuto atterrare ovunque.» Enigma si associò alla lega dei sospettosi.
«Mike mi ha parlato dell’esame di Peter. Mi ha raccontato che avrete l’onore di conoscere un Mago davvero autorevole.» parlava di Fiorenzo come se potesse osservarlo, misurando le sue parole.
«Stare zitto non è proprio il tuo forte.» commentò Enigma, seccato.
«Ehm…so che doveva essere una notizia riservata…ma siete tutti miei amici! Non vi nasconderei nulla, siete la mia squadra, non è così?»
Qualcosa punse inaspettatamente il ragazzino incappucciato, un ago appuntito che lo fece inceppare. Wesley continuò il suo racconto.
«Mi è bastata qualche telefonata, ed ecco che riesco a lanciarmi con un gruppo di professionisti dalle nuvole! All’inizio erano un po’ restii, ma alla fine sono riuscito a convincerli. E non preoccupatevi per la mia sistemazione, sono in grado di accamparmi con poche cose.»
«Hai pensato proprio a tutto…» Matt non si stupì della omnia preparazione del secchione.
Wesley si armò di matita e blocco note. La punta di grafite affilatissima lacerò la tenera carta, pronta a smussarsi in fiumi di lettere grigiastre.
«Allora! Dov’è questo Mago famoso? Ho un sacco di cose da chiedergli, ne va della mia ricerca estiva di storia contemporanea!»
«L’hai mancato per poco. I nostri due esperti di magia si sono appena teletrasportati altrove.» fu contento di arrestare la diligenza scolastica dell’amico.
«Teletrasporto?! L’hanno fatto sul serio?»
«Proprio davanti ai nostri occhi, non hai notato un bagliore bizzarro mentre stavi atterrando?»
«Quello era l’esito della magia?!» un animo da scienziato curioso cominciò a balbettare, mordendosi il colletto della sua camicia a quadri «Mi sono perso un fenomeno magico che sovrasta la mia intera conoscenza della meccanica quantistica!»
«Ascoltami bene…non cercare di parlare in una lingua straniera, non voglio averci nulla a che fare.» constatò Matt, che non voleva pensare ai compiti delle vacanze nemmeno per errore «Comunque non possiamo mica lasciarti da solo! Vieni pure a fare un giro nel villaggio con noi, e cerca… per un momento, di non pensare alla scuola!»
Era un grosso sacrificio per Wesley, ma tutto sommato non aveva proprio nulla da perdere. Il tempo si sarebbe comunque saziato di significato: una pacifica scampagnata marcata Nuova Alleanza.

Sprazzi di cenere colorata cominciarono ad amalgamarsi in un punto desolato della vallata.
I due maghi si stavano materializzando sul punto d’arrivo, non lontani dal picco dove la cascata delle Tower Mountains si gettava dal suo trampolino di lancio. Era quell’enorme massa d’acqua che dominava la melodia di sottofondo del luogo.
Le immagini di Peter e Fiorenzo cominciarono a proiettarsi nello spazio sempre più nitide, fino al loro completo assemblaggio. L’apprendista trovò il vuoto ad una manciata di metri, dipinto dalla verde flora di Pervas.
«Non dovremmo avere problemi qui. A meno che qualcuno non decida di punto in quanto in bianco di lanciarsi da qui con un deltaplano.» la sua chiaroveggenza si era intrufolata perfino nella storia di Enigma.
«Quindi, si svolgerà qui?» rispose intimidito.
«Esattamente figliuolo, trovo sia davvero perfetto.» annunciò grandiosamente, dall’aspetto sempre più sfarzoso.
Peter deglutì, cercando di rimediare al suo arido palato.
«Dunque…che cosa devo fare?»
«Porta pazienza. Abbiamo un tempo limitato, ma vorrei concedere qualche attimo alla nostra conoscenza.»
Forse era anche peggio dell’esame stesso. Per il piccolo mago non c’era alcun posto dove ritirarsi.
«Non spaventarti, volevo solo mettere in chiaro una cosa.»
Il mago oscurò la sua vista col palmo della mano, poi mosse rapidamente le falangi, quasi avesse voluto spargere una polvere invisibile sul suo viso. Al termine del rito gli occhi di Fiorenzo erano mutati in un fucsia scuro e penetrante. Sembrava si fosse materializzato lo specchio del futuro di Peter.
«Lei…non sarà mica…»
«Non fraintendere, non siamo parenti di vecchio stampo.» puntualizzò il vegliardo «Ma dovresti rammentare, che di questi tempi il mutamento delle iridi è molto diffuso. E’ un indicatore importante di un qualsiasi combattente, e può voler significare un mucchio di cose. I nostro occhi mostrano i nostri cambiamenti interiori.»
«Ma…le mie iridi sono così da quando sono nato. Non ho mai guardato attraverso altri occhi.»
«Ci sono due vie.» rispose il mago, particolarmente interessato «Nella prima, il tuo potere ha trovato la perfetta armonia nel tuo corpo, fin dal tuo primo respiro. Nella seconda, il tuo corpo non è che uno schiavo che obbedisce al potere stesso.»
«Vuole scoprire qual è la via giusta?» finalmente sfoderò un sorriso orgoglioso, un tratto a lui congeniale.
Il Mago non rispose. Espose il suo indice, avvolto da un bianco guanto di seta. Propose una stretta piuttosto popolare tra i maghi tradizionalisti, che Peter accettò di buon grado.
«Con questo legame, dichiaro ufficialmente la tua iniziazione. L’esame per diventare un Mago ufficiale può cominciare.» i due separarono le loro fragili dita, mentre qualcosa sussurrò a Peter di sfoderare la sua Risorsa.
«In che cosa consiste la prova?» chiese Peter, combattivo.
«Nulla di complesso. Dovrai soltanto…afferrarmi lo scettro!»
«Cosa?!» risuonava fin troppo banale.
«Se riuscirai a sottrarmi lo scettro, l’esame potrà considerarsi superato.» il suo tono era eccessivamente semplicistico, e questo a Peter non piaceva affatto.
«Lei tenterà di fermarmi con ogni mezzo, non è così?»
«Cosa potrei mai fare…in fondo sono solo un povero vecchio.» senza pronunciare alcuna sillaba, due sfere rossastre vennero generate dalla punta del suo scettro, gonfiandosi come bolle di sapone.
I due grandi pianeti, in grado di investire completamente il piccolo mago, si riempirono di fiamme roventi.
«Non ha detto nulla, ne sono sicuro! Come può attivare un incantesimo tanto complesso senza nemmeno evocarlo?!»
«Si, è vero. Sono in grado di lanciare incantesimi solo con la forza del pensiero. Le mie iridi ne sono l’inesorabile segnale. Ma non pensiamo a me…» rivolse lo scettro verso l’aspirante discepolo «La mia magia contro la tua. Puoi anche correre se vuoi.»

Le due sfere infuocate cominciarono ad inseguire un Peter colto alla sprovvista, costretto a tuffarsi sulla nuda roccia per non bruciarsi la giacca. Dopo qualche balzo coordinato, il ragazzino si accorse di un dettaglio essenziale.
«Non posso utilizzare la mia magia se non ho alcuna forma geometrica da sfruttare!» esclamò disfattista.
«Non è un problema.» rispose apaticamente Fiorenzo, battendo il piede per terra.
In un istante, sulla roccia s’incisero delle enormi forme geometriche di ogni tipo, che comparvero proprio ai piedi di chi ne aveva bisogno.
Peter cercò d’individuare la forma giusta per l’occasione, ma le sfere di fuoco gli impedivano di osservare il terreno con accuratezza. Le forme erano molto ampie, bisognava analizzarle con cura per non fraintenderne la forma, dolorosi effetti collaterali sarebbero sopraggiunti se avesse sbagliato una formula magica.
L’ultimo assalto rovente gli passò accanto, c’era mancato davvero un soffio.
«Non posso continuare così, devo subito scegliere un sortilegio che…» schivando l’ennesimo sole ardente, cercò di fare mente locale. Non era solo questione di magia, le prove erano fatte anche per testare la sua maturità battagliera, forse perfino il suo essere.
Pensare cento volte prima d’agire, era un motto diffuso tra i maghi. Non poteva certo ignorarlo in una situazione simile.
Peter lasciò che l’aria afferrasse la sua Risorsa, che scagliò l’arma dritta nel cuore della sfera di fuoco più vicina.
La sfera venne trapassata, e dopo qualche attimo d’instabile tremore, esplose calorosamente. Non c’era alcun bisogno di utilizzare la magia se non ce n’era davvero bisogno, conservare le energie per il prossimo incantesimo poteva essere di massimo importanza. Questione di Talento.
La seconda sfera cercò di sorprendere il piccolo mago alle spalle, ma con un lancio deciso, il wakizashi perforò le fiamme come se nulla fosse.
«Nulla di sorprendente.» affermò Fiorenzo, per nulla scosso.
«Stia attento, il suo scettro potrebbe sparire senza che lei se ne accorga!» trovando l’esagono tra le tante incisioni, si preparò al contrattacco.
«Non hai voluto utilizzare la magia, ottima scelta. Ma vediamo come te la cavi adesso…»
Poco prima che Peter potesse evocare il sortilegio prescelto, il vegliardo afferrò lo scettro con entrambe le mani, facendo eruttare rocce appuntite dai suoi piedi, un onda che si espanse rapidamente, diretta verso uno studente incredulo.
L’esaminato venne investito da un crepaccio in miniatura, ma fortunosamente non venne colpito direttamente da nessun masso. Un polverone accecante si sollevò dalla terra, gli bastarono pochi secondi per capire che l’aveva intrappolato in una prigione rocciosa. L’unico modo per uscirne, era saltare sulla pietra stessa, posizionandosi all’apice di tutto quel parapiglia. Poggiando i piedi sulla punta dell’iceberg, Peter si rese conto che in tutta la zona erano sorte una selva di macigni che poco prima nemmeno esistevano.
«E quello che diavolo sarebbe…» sussurrò Peter, osservando l’epicentro di quel roccioso sisma: una sorta di torre medievale di piccola fattura, che pareva ben più solida delle sue simili ammassate attorno a lei, si ergeva esattamente al centro della zona. Il Mago era riuscito perfino ad evocare un armatura che non sarebbe stata facile da intaccare.
Qualcosa turbò l’aspirante discepolo. Il sortilegio d’area lanciata poco prima aveva come fine il mutamento dell’area circostante, oltre che la protezione del Mago dagli antenati leggendari. Ma in quanto a pianificazione offensiva, la roccia non avrebbe contribuito gran che: si sarebbe semplicemente limitata ad ostacolare i movimenti di Peter, senza mai scomporsi, impassibile dinnanzi al movimento.
Ben presto il ragazzo ebbe la sua risposta.
Un cumulo d’acqua di forma indecifrabile stava fluttuando attorno alla torre che ospitava un Fiorenzo in profonda meditazione, lasciando una scia nebulosa dietro al suo percorso. L’aveva presa in prestito dalla cascata a poca distanza dal campo di battaglia, e sfortunatamente, era un cane da guardia particolarmente spietato.
«Riesce a manipolare incantesimi profondamente diversi e impegnativi contemporaneamente. Ma sono sicuro che dentro a quella torre si trova il mio scettro…»
All’improvviso, come se avesse posseduto un volto storpiato, la massa acquatica sembrò puntare verso Peter. Un esplosione di forza liquida investì il ragazzino, che di certo non atterrò sulle piume.
Cercando di tenere duro, il piccolo mago decise di sfruttare le rocce per celarsi a quella pioggia violentissima che gli stava dando la caccia. Sfruttando il Talento celebre di Pervas, il ragazzino provò a trafiggere la torre del re. Fu tutto inutile, non era roccia che un semplice wakizashi poteva scalfire.
Mentre la massa d’acqua, riformandosi goccia dopo goccia, stava riassumendo le sue evanescenti sembianze, Peter si sentì con le spalle al muro.
«Il mio Talento non funziona. Non posso avvicinarmi alla torre, poiché l’incantesimo acquatico finirebbe soltanto per ricacciarmi indietro. Non posso nemmeno utilizzare la Magia, queste rocce hanno nascosto le incisioni che mi servono per attivarla. Sono in trappola a tutti gli effetti!»
Uno schizzo portentoso aggredì nuovamente il ragazzino, che questa volta riuscì a ripararsi dietro l’abbraccio della terra, ma la situazione non era certo rosea.
Si appoggiò ad un masso alto quasi quanto lui, cercando di riprendere fiato. Le due dita strofinarono l’arida terra, accorgendosi di un qualcosa che avrebbe rimescolato il mazzo.
«Questo segno…è un lato d’esagono, ne sono sicuro. Non ho mai provato a lanciare un incantesimo da una forma che non fosse visibile in modo lampante, ma non ho altra scelta: proverò con questo esagono scomposto.»
Sporgendosi da un lato, imitando un giocatore di nascondino, attirò l’attenzione della guardia acquatica. Quest’ultima non aspettò nemmeno un secondo, ed investì la zona da dove era saltato fuori il piccolo incantatore.
Aveva mancato il bersaglio. Peter si era catapultato in alto, osservando nei pochi attimi di volo, dove si trovassero i segmenti dell’esagono che Fiorenzo aveva spezzato. Angoli e lati s’illuminarono, ricreando così l’attivazione di un incantesimo speciale.
«Sex Lateribus Maledicto!»
Fiorenzo storse il naso, non aveva udito con precisione la formula magica, e non sapeva cosa aspettarsi. Non si era reso conto che un marchio blu esagonale si era stampato all’esterno della torre.
«Forse è meglio uscire…da qui!» correndo goffamente verso la salvezza, il mago fece aprire la sua scultura protettiva, uscendo di scena dal retro senza alcun applauso. Scelta saggia, visto che la torre venne investita da una colonna d’acqua esagonale, proveniente dalla terra stessa, spazzata via come una casa di cartone. Le acque del fiume erano diventate un arma di distruzione di massa.
Peter puntò la sua Risorsa verso la cascata al contrario che aveva evocato, prendendone momentaneamente il controllo. Il flusso si divise in sei parti che venne scagliate orizzontalmente verso l’esterno, ripulendo completamente la zona dal mistico crepaccio che Fiorenzo aveva generato. Erano punto e accapo.
«Non male.» riconobbe il Mago, facendo un ironico applauso.
«Perché non si arrende? Non sembra in gran forma.» utilizzare la sua magia lo rendeva il solito spaccone.
«In effetti mi piacerebbe riposarmi. Si...sento già il mio piumone preferito avvolgermi nel suo tepore, e anche una bella tazza di latte e zucchero, mentre fuori di casa la tormenta imperversa…»
Peter ebbe una brutta sensazione, e la conferma fu un fenomeno incredibile: le nuvole sopra il campo di battaglia magico erano diventate blu.
Il Mago fece ritmicamente roteare il suo scettro, un allenata majorette che giocherellava col suo strumento essenziale.
«Ahimè, tu non sei il benvenuto nella mia baita dell’immaginazione. Per cui resterai fuori a prendere freddo, un bellissimo pupazzo di neve.» sembrò che tutti i venti del nord avessero organizzato una festa sotto le loro teste.
La zona venne investita da una bufera di neve dalle piccole proporzioni, ma dalla grande intensità. Come se non bastasse, una nebbia blu opaco impediva la vista anche da un palmo dal naso. Il freddo era insopportabile, entrava nelle vene e percorreva tutto il corpo pizzicando ogni cellula, sembrava il sintomo che prova chi è ad un passo dalla morte.
Peter si raggomitolò su se stesso, tentando di resistere a quelle magiche intemperie. Era un combattente, non avrebbe ceduto ad una gara di resistenza. Il grosso problema era che il Mago aveva appena cominciato.

Nei sospiri che molti venti incantati stavano soffiando, Peter era rimasto nel suo tremante mondo, anche se avrebbe dovuto abbandonarlo a breve. Guardando verso l’alto, si accorse di un qualcosa che avrebbe voluto soltanto immaginare: la grandine stava arrivando, e non c’era alcun tetto dove ripiegare.
«Devo…devo trovare una forma…quella forma!» pensò infreddolito, l’assideramento era dietro l’angolo.
La zona si era ricoperta di neve, ed era difficile individuare ciò che cercava. Non poteva più basarsi sul tatto, poiché le sue dita quasi congelate avevano completamente perso sensibilità.
Un avvisaglia spiacevole cadde dall’alto, gelida e rapidissima, colpendogli violentemente la testa.
Fortunatamente era un piccolo chicco insignificante, in confronto al distruttivo pezzo di ghiaccio che cadde poco più avanti: gli venne un colpo, osservando come il frammento di iceberg, perfino più grande di lui, avrebbe potuto ridurlo ad un colabrodo.
«Se mi voleva spaventare ci è riuscito…ma non m arrenderò…mai!» raccogliendo le sue forze nell’urlo del guerriero, indicò la neve ai suoi piedi, pronta ad accogliere il suo Talento.
Un vento rapido e tagliente fece sollevare la coriacea neve e il solido ghiaccio, rivelando le forme che aveva nascosto. Un triangolo era parzialmente visibile ai suoi piedi, e grazie alla sua Risorsa, illuminata di un lucente blu chiaro, riuscì ad identificarlo e a contrattaccare.
Osservò il cielo che l’aveva condannato, e pronunciò una formula che nemmeno Matt aveva mai udito:
«Triplex Immutatio!»
Era arrivato il tempo della purificazione, e la Risorsa di Peter era perfetta per l’intento. Il wakizashi funse da enorme aspirapolvere, che risucchiò al suo interno le nubi blu che avevano invaso il luogo. Finalmente il cielo tornò a risplendere dopo il breve inverno.
«Che diamine!» il mago tentò di rievocare la tempesta, ma essa era stata intrappolata nella Risorsa dell’aspirante discepolo, e non poteva fare ritorno.
Fiorenzo era praticamente disarmato, dato che il suo incantesimo era stato disinnescato, ma il sortilegio di Peter non era del tutto concluso: il wakizashi era profondamente mutato, la lama era diventata uno stiletto di ghiaccio bollente, mentre intorno alla lama, nubi e ghiaccio roteavano ritmicamente. Gli spiriti delle montagne sembravano aver preso possesso della Risorsa.
«Non è un incantesimo che uso spesso, dato che ha qualità che non sempre riesco a controllare. Consiste nell’assorbire e addomesticare la forza che sovrasta il triangolo, scelto per l’evocazione dell’incantesimo. In questo caso è la mia Risorsa che ne giova maggiormente, acquisendo un potere fuori dal comune. Ma perché ora non sperimentiamo un bel cambio di stagione?»
In un lampo, Peter scagliò un fendente contro un mago senza sufficiente prontezza di riflessi. Il colpo ricevuto generò alle spalle del ragazzino una bufera di neve che investì il povero vecchietto, prima di scagliarlo a terra con la forza di un uragano.
L’effetto dell’incantesimo smise di funzionare, e la Risorsa di Peter tornò alla normalità. Chiese un grosso presso al ragazzino per le forze della natura a lui concesse: il suo respiro era stato debilitato, e dalla sua bocca, un alito perfettamente visibile dall’esterno testimoniava solo una cosa. Era come se respirasse a quattromila metri d’altezza, un effetto collaterale particolarmente affannoso.
Il Mago era rimasto immobile, sdraiato sulla roccia ghiacciata. Il suo scettro l’aveva abbandonato, restando a pochi centimetri dal padrone, era un occasione unica.
Il ragazzino si avvicinò rapidamente al suo maestro. Incredulo, fece un giro attorno alla figura incosciente, sempre più vicino alla sua promozione, mancava un solo passo.
Il corpo di Fiorenzo esplose come una bomba ad orologeria, divampando fiamme che avrebbero fatto concorrenza persino al Muro di Fuoco. Il wakizashi di Peter, un petalo leggerissimo, si adagiò al suolo.

«Una lettera?»
«Si, guarda qui. Mi sembra la scrittura di una ragazza. Sarà di Kamili.» Wesley era sicuro delle sue abilità da calligrafo. Mise sull’attenti un Enigma pensieroso.
«Umh, ha scritto che si è recata in una vallata poco distante da qui.» asserì Matt «Perché non ci ha aspettato?»
«Forse è fin troppo timi…» le labbra di Wesley vennero sigillate da Enigma.
«Magari vuole raccogliere delle bacche che crescono in questa stagione.» fulminando Wesley, gli fece capire di non immischiarsi, e il povero secchione sembrò non avere il coraggio di reagire.
«Perché non andiamo a trovarla?» chiese Matt «In fondo lei ci ha ospitati qui. Se ha bisogno di una mano gliela daremo, è il minimo che possiamo fare.»
«E poi lei stessa ha scritto che le farebbe piacere avere compagnia.» la vendetta di Wesley era servita, a nulla erano servite le occhiatacce del ragazzino incappucciato. Aveva evidenziato la parte che Matt non avrebbe dovuto leggere.
«Andiamo tutti assieme! Cosa ne dite? Staremo in gruppo felici e contenti, mentre ci sorridono i monti!» esclamò Matt, cominciando a saltellare.
«Penso sia un idea fantastica, vieni anche tu, signorina Rottermeier?» un sorrisetto fugace sancì la sconfitta di Enigma, che decise di non opporsi.
«Ma si. Facciamoci del male.» concluse particolarmente scocciato.
I tre ragazzini abbandonarono la lettera, prima di dirigersi all’uscita più vicina del villaggio. Il vento fece volare quel grezzo pezzo di carta, facendolo ondeggiare fuori dall’appartamento di Kamili.
Volteggiando leggiadro, senza il minimo peso addosso, si rese conto di un dettaglio. L’avevano mutilato.
Un suo pezzetto era rimasto alla Cook House, un pezzetto strappato senza il minimo ritegno. Un frammento di grezza carta sporca di sangue.
 
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view post Posted on 3/3/2015, 00:15     +1   -1
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Black Lady

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Wow che prova... Ma sono sicura che Peter ce la farà... Lui è un grande ^_^

Per quanto riguarda invece l'ultima parte... Per un attimo sono stata felice, perché vedere Enigma zittito per una buona volta è una cosa che non si vede spesso... Mentre poi quell'ultima riga m'inquieta... E' forse successo qualcosa a Kamili??
 
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daniel holmes
view post Posted on 4/3/2015, 08:00     +1   -1




Ohohoho, quanta magia! Mi è quasi parso di sentirla. Cosa hanno fatto a Kamili?
 
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view post Posted on 9/3/2015, 00:13     +1   -1
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CITAZIONE (kiaretta_scrittrice92 @ 3/3/2015, 00:15) 
Per un attimo sono stata felice, perché vedere Enigma zittito per una buona volta è una cosa che non si vede spesso...

Ahahah lo sapevo che ti avrebbe "fatto piacere"! xD
Cercherò di essere veloce col prossimo capitolo per evitare di rimanere li in sospeso...

Si Daniel, una gara fra maghi ha taaaanta magia. E potrebbe non essere finita qui...oppure si?
Cosa hanno fatto a Kamili? E che ne so io? :P
 
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view post Posted on 8/4/2015, 19:58     +1   -1
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Vorrei ringraziare ancora una volta chi ha perduto un po' del suo tempo per leggere questa fic. Grazie di cuore! Detto ciò, eccoci qui...


11.8 Inesorabile


Siete tutti miei amici! Non vi nasconderei nulla, siete la mia squadra, non è così?

Un sassolino apparentemente docile parti alla velocità della luce, sorpassando Matt e Wesley. Rimasero sbalorditi, quando realizzarono che quella palla di cannone era partita dagli scarponi di Enigma.
«Sono proprio un idiota…scusatemi.»
«Va…tutto bene Enigma?» non era da lui criticarsi in quel modo, il ragazzino dalle occhiaie pronunciate lo sapeva bene. Era la sua specialità!
«Come fai Matt?»
«A fare cosa?!» continuava a sbattere contro quel muro di riservatezza, che Enigma avrebbe dovuto frantumare per non scoppiarci dentro.
«A farmi sentire un vero deficiente.» ripensava incessantemente a quella frase, e riflettendo su cosa aveva combinato, sentiva le sue mani sporche di colpevolezza.
«Qui ci vuole un chiarimento…non possiamo capire nulla se continui a girarci intorno.» Wesley tentò di incoraggiarlo, anche se sapeva benissimo cosa Enigma cercava di oscurare.
«Matt…tu sei ben lontano da quella che si definirebbe una persona perfetta, ma ci sono delle volte in cui…per quello che dici e per quello che fai…sento di non essere alla tua altezza, come amico.»
«Grazie per i complimenti…» commentò Matt, cercando di ignorare la prima parte «Ma non capisco, perché dovresti essere un pessimo amico? Perché ti senti così in colpa?»
«Ecco…io…» Matt non sembrava invogliarlo a rispondere, piuttosto distaccato. Wesley addirittura si mise in disparte. Non c’era nessun amo dove appigliarsi, doveva uscire allo scoperto per conto suo.
«Non starai mica pensando alla pizza tagliuzzata vero?»
«Cos…» al cappuccio venne la tremarella «Lo hai capito?!»
«Forse non ti sei impegnato abbastanza. Hai mescolato i pezzi, ma con un po’ di fantasia si capiva, si capiva che quello era un cuore spezzato.»
I macigni del pentimento, posizionati pesantemente sulle spalle di Enigma, non fecero altro che moltiplicarsi.
«Non penso tu abbia notato una cosa del genere ignorando cosa c’è dietro.»
«So quanto tu le voglia bene. Mi hai raccontato ciò che avete passato e credo capirti…»
«Ma ora il vento è cambiato. Il suo cuore soffia verso di te, sono stato uno sciocco a lasciarla da sola.» si sedette su una roccia vicina, e Matt lo seguì da buon samaritano.
«Beh, ammetto di non essermene accorto fino ad oggi, ma tutti quei comportamenti sono evidenti. Le piaccio così tanto?» si grattò la guancia, sfoggiando timidezza.
«Più di quanto tu possa immaginare.» Enigma sospirò, rilassando i suoi muscoli tesi «E’ da tempo che tento d’illudermi, di pensare che sia solo una stupida cotta. Ho mentito a molte persone solo perché pensavo di fare la cosa giusta, per il suo bene. Ma le sto solo facendo del male.»
Mentre i respiri di Enigma si facevano più frequenti e affannosi, Matt rimase come una figura incorporea al suo fianco. Farlo sfogare sembrava essere l’unica via, per impedirgli di fare sciocchezze ben più gravi di quelle che aveva compiuto.
«Non vi merito, come amico e come compagno di squadra. E’ questa la verità.»
Matt si alzò in piedi, e posizionandosi davanti all’amante torturato, ebbe una reazione improvvisa, che gli suggerì un solo gesto: un bel pestone sull’alluce di Enigma.
«Ma sei impazzito?!»
«Chi sei? Che ne hai fatto dell’Enigma che mi terrorizza tutto i giorni?» ribatté Matt «Di solito quello che si abbatte alla prima occasione sono io. Non è un buon affare essere come me, anche se in questo momento sono la persona che invidi di più.»
«Quello che dici non ha alcun…»
«Sai cosa ho pensato nelle migliaia di volte in cui ho buttato la spugna?» lo interruppe il ragazzino dalle occhiaie pronunciate «Ho sempre voluto essere qualcuno che non ero. Mio padre, Peter, e ho perfino desiderato di avere il tuo sangue freddo, che a me manca totalmente.»
Enigma tentò nuovamente di ostacolare i ragionamenti del ragazzino dal ciuffo spettinato, ma venne interrotto ancora una volta. Oramai Matt aveva accelerato la parlantina, e aumentato il tono di voce a livelli che difficilmente raggiungeva.
Era troppo importante per lui. All’interno della Nuova Alleanza non dovevano esserci screzi, nessuna minuscola crepa che avrebbe potuto rompere quel fragile specchio fatto di vite molto diverse.
«Devi smetterla. Non possiamo giocare coi suoi sentimenti, e non possiamo manipolarli, lo sai meglio di me. Se la sua scelta ora non ricade su di te, questo non ti rende una cattiva persona, nemmeno la tua gelosia. Hai così tante doti che hai solo l’imbarazzo della scelta, non sprecarle in lamenti che solo io potrei fare!»
In quella serietà un sorrisetto invase Matt, facendolo ripensare a tutte le volte che aveva inscenato i suoi pianti grechi. Fu proprio quel leggero movimento del viso a restituire a Enigma un po’ di fiducia in se stesso.
«Mi sono lanciato da una montagna con un deltaplano in una tempesta di neve e sono sopravvissuto.» pensò il ragazzino incappucciato arrendendosi alla persuasione dell’amico «Sono un abile combattente, ho una famiglia speciale, e molti più amici di quanto avessi sperato. Soprattutto una spina nel fianco come te, Matt.»
Enigma decise di ergersi alla pari con il ragazzino che l’aveva disonorato a suon di pestoni. Lo guardò dritto negli occhi, poggiandogli le mani sulle ossute spalle:
«Che cosa hai intenzione di fare con lei?»
«Non le fa bene tenersi tutto dentro. Le dirò ciò che ho capito, il resto penso…sarà improvvisazione!» si grattò la testa, imbarazzato. Il genere femminile dettava legge ogni giorno sotto il suo tetto, pensare ad una ragazzina dolce come Kamili lo faceva ingarbugliare con mille nodi in testa.
«Ti chiedo solo una cosa.»
«Non la farò soffrire. Mai. Ma questo vale in ogni caso.» sorrise, era una ragazzina che oramai faceva parte della loro famiglia.
«Perfetto, piccolo Casanova…» un pestone con la forza triplicata venne lanciato sul povero piede di Matt, che scattò a molla buttandosi all’indietro.
«E poi sarei io quello fuori di testa?!»
«Beh, hai detto che ho tante qualità e che non devo sprecarle. Non farmi mettere i piedi in testa da nessuno è una di queste, non sei contento?» rispose Enigma, sghignazzando come nei suoi migliori momenti.
«Sapevo che avrei dovuto farmi gli affari miei…» commentò Matt, mentre ad un tratto, nella sua testa, qualcosa lo fece scuotere come una rimbombante campana.
«E’ tutto finito?» esordì Wesley, impaziente di continuare la scampagnata, su quelle pianure verdeggianti, circondate da onde rocciose.
«Si, non preoccuparti.» rispose lestamente Matt, troncando il discorso, sudando freddo «Se le dirò che ho scoperto ciò che prova, mi chiederà cosa provo io per lei. Ma io…non ne ho la più pallida idea!»

Il fuoco si stava finalmente estinguendo.
Ricomparendo da spettro mietitore, Fiorenzo osservò l’esito della sua infima trappola.
«Bel trucco. Non avevo mai visto un corpo umano replicato così bene.» esclamò Peter, senza nemmeno un graffio «Ma ho fatto bene a non cantare vittoria. Ti ho aggirato di proposito, per avvicinarmi alla linea retta incisa proprio qui a fianco. Mi è bastato sussurrare “Segmentis Murum” giusto in tempo per evocare un muro di pietra che mi ha protetto dalle fiamme.»
«Mai fidarsi di un mago quando se ne fronteggia uno., nemmeno se si tratta di un fedele amico. Tuttavia ho paura che il tuo temporaneo successo abbia un brutto effetto: ti stia montando la testa.»
«Non mi sto facendo illusioni.» ridacchio il ragazzino, incoronandosi come trionfante promosso «Ne sono sicuro. Quello scettro sarà mio.»
«Se dobbiamo continuare, visto che le fiamme ti piacciono tanto…perché non utilizzarle di nuovo?» pensò Fiorenzo ad alta voce tracciando col manico dello scettro, lentamente ma con precisione, un cerchio diviso a metà da un segmento.
Una scia fiammante fulminea, prese vita dallo sgorbio fatto di terra e roccia. Peter non riuscì nemmeno ad accorgersi della sua apparizione, che questa era riuscita a tracciare un cerchio perfetto che lo metteva in trappola. Come se non bastasse, appena il ragazzino raccolse la sua Risorsa dal terreno, le fiamme si sollevarono fino a raggiungere i quattro metri. Era come rivivere gli ultimi istanti dei condannati nella Via del Diavolo.
Il calore era insopportabile, e nonostante si muovessero con la flemma di una lumaca, le fiamme sembravano in procinto di stringersi, fino a che il cerchio non si sarebbe chiuso, bruciando qualsiasi cosa si trovasse al loro interno.
La fronte di Peter cadeva sotto i colpi del sudore.
Si mise gli occhiali da sole per mantenere la vista lucida, e cercò d provarle tutte.
Il suo Talento non era in grado di estinguere quelle fiamme, poiché continuavano ad alimentarsi per conto loro, stava solo soffiando ad una candela che non si sarebbe mai spenta.
Al suoi piedi, c’era solo il segmento, che non sarebbe servito a molto, dato che le fiamme l’avrebbero investito da ogni direzione. Un battito di palpebre gli dono la risposta.
Si accese la lampadina, coperta da capelli corvini: le fiamme formavano un cerchio perfetto, non gli sarebbe stato difficile evocare il suo “Rotundum”, per ribaltare le sorti della partita.
Si tolse la giacca, rimanendo con una magliettina leggera di colore verde scuro, decorata con due occhi spalancati e bianchissimi situati sul petto. Spaventavano al primo impatto, e questo lui l’adorava.
Cerchi di fumo blu notte vennero emanati dal suo corpo e dalla Risorsa, non restava altro che evocare la formula.
Improvvisamente, il ragazzino interruppe il procedimento e si copri con la sua giacchetta nera, correndo a perdifiato verso la parete di fuoco più vicina. Era un azione inspiegabile, ma la cosa fece rimanere Fiorenzo un vero ghiacciolo per qualche secondo.
Puntando nuovamente sul suo Talento, riuscì a variare l’abilità affinché due soffi creassero un’onda d’urto, sufficiente ad aprire un varco tra le fiamme. Per qualche istante, un cunicolo strettissimo scavò nel fuoco, bisognava attraversarlo a tutti i costi. Saltò nella fornace.
Con la giacca oramai diventata una bandiera splendente, coperto di fumo e qualche scottatura, Peter era riuscito a cavarsela. Con sua grande soddisfazione, guardò negli occhi il potente Mago, mentre le fiamme alle sue spalle persero vigore, fino a ritornare da dove erano venute.
«Ora stai cominciando a deludermi, forse è l’età che avanza…» lo provocò Peter, alzandosi e pulendosi spalle e ginocchia dalla polvere.
«Non ci credo, quel ragazzino…ha scampato anche questa!» la sua posizione di supremazia cominciava a traballare, e questo lo sapeva. Sottovalutare un allievo così volenteroso aveva un terribile prezzo.
«Sono a conoscenza di quello che definiscono Incantesimo Antimagico. Per fronteggiare l’avvento della Magia e della Stregoneria è stata ideata questa tipologia, l’hanno ideata i maghi delle Forze Armate, per fronteggiare una minaccia che non saprebbero come affrontare. Questo tipo di sortilegi sono incredibilmente sensibili, e reagiscono bruscamente ogni qualvolta un incantesimo viene utilizzato nelle loro vicinanze. Ma non sono una risorsa infallibile: la loro classe di distruzione non può superare una certa soglia, a meno che non reagiscano alla magia che cercano. Non è così?»
«Bella interrogazione, studente.» ironizzò il vegliardo «Il cerchio di fuoco era solo un tentativo per farti cadere in tentazione, e vedo che sei riuscito a trattenere il tuo impulso magico. Ma finisce qui, oramai sei allo stremo, e questo lo sappiamo entrambi.»
«Ancora una volta, sono tre mosse avanti a lei.» esclamò Peter, mettendo in guardia il veterano.
La giacca di Peter stava ancora bruciando, proprio in mezzo all’esagono tracciato sulla pietra.
«Maledetto ragazzino!» esclamò Fiorenzo, prima di scappare a gambe levate verso una posizione sicura.
«Sex Lateribus Maledicto!» sfruttando la forza del fuoco che il suo stesso avversario gli aveva donato, Peter era pronto ad accaparrarsi il suo trofeo.
Un enorme esagono blu scuro si disegnò sul terreno, investendo un area di proporzioni gigantesche. Dai sei lati della forma comparvero delle sfere dello stesso fuoco, equipaggiate da un vero e proprio mirino a forma di esagono. Al via, quei soli notturni cominciarono a sparare lingue d fuoco, in una raffica senza fine.
Il sigillo era comparso proprio sotto le fatate scarpe del Mago, che venne presi immediatamente di mira dal furore sfavillante con cui aveva giocato fino a quel momento.
«Qui finisco arrosto!» strepitò il vecchietto, prima di tentare una difesa disperata.
Impugnando lo scettro come un ventaglio, evocò un muro di pietra che coprì il raggio d’azione di una delle sei sfere magiche. Non ebbe il tempo di voltarsi, che si dovette gettare a terra per non essere incenerito, e non fu una trovata felice per le sue povere ossa. Rialzandosi, avvertì che sulla sua schiena, un mirino magico esagonale lo aveva preso di mira. Frettolosamente si voltò, ed intercettò il proiettile con lo scettro, che miracolosamente assorbì il colpo come se nulla fosse. Come se non bastasse, l’asta magica cominciò ad attirare e assorbire le saette di fuoco sparate da due sfere, quasi lo spirito di un Drago del fuoco lo avesse posseduto.
Non era ancora sufficiente. Voltandosi di novanta gradi, il mago dovette difendersi da altri tre cecchini incorporei. Aprendo le mani da buon portiere, evocò un incredibile ondata di freddo, che congelava e smembrava i proiettili prima ancora che potessero raggiungerlo.
Era riuscito a mettere una pezza in quella falla, ma la nave sembrava comunque destinata ad affondare, dato che il minimo calo di concentrazione avrebbe scardinato le sue difese. Peter ne era perfettamente consapevole.
Una volpe dai capelli corvini comparì in quell’incredibile bombardamento, e cercò di avvicinarsi allo scettro. L’asta di legno era troppo impegnata a prevenire un brutto quarto d’ora, che il suo possessore avrebbe potuto non gradire, e perciò non poteva compiere movimenti bruschi. Era allo scoperto, pronta per essere afferrata.
Il vecchietto fu scaltro, e si accorse di ciò che accadeva al suo fianco. Dirigendo la sua mano sinistra verso l’aspirante discepolo, riuscì a congelargli le gambe, poco prima che potesse raggiungere il suo scettro.
«Dannazione, congelarmi le gambe è diventata una moda!»
«Buon per me!» replicò Fiorenzo «Il tuo incantesimo ha assunto forme davvero interessanti, ma non ti basterà!» strepitò il vegliardo magico, che in quel momento avrebbe tanto desiderato il dono dell’ubiquità.
Ciò che pronunciava solitamente si trasformava in predizione, e ciò che aveva specificato all’inizio dell’esame sembrò ritorcersi contro di lui. Gli occhi fucsia chiaro di Peter non erano mai stati così luminosi, stava manovrando il suo incantesimo per tirarsi fuori dai guai.
Il Mago sentì uno strano peso sulla fronte, fino a quando non si rese conto di avere un mirino esagonale proprio in mezzo alla fronte: l’aspirante discepolo aveva modificato la traiettoria di uno dei tiratori magici, quello offuscato dal muro di pietra. Gli aveva ordinato di calibrare il colpo in canna, in modo che superasse la muraglia di roccia in altezza, divenendo un letale mortaio.
Non potendo farsi colpire senza subire dolorose conseguenze, il Mago dovette distogliere lo sguardo da Peter per qualche attimo, per congelare il meteorite di fuoco che sarebbe atterrato proprio sul suo naso. Appena si voltò verso Peter, era tutto diverso.
Il fuoco aveva smesso di sparare, il ragazzino non era più bloccato, e lo scettro, cullato dal vento, era nelle mani dell’apprendista.
«Ha perso, signor Fiorenzo!» esultò il maghetto bambino.
Il vegliardo non poteva crederci. Era riuscito a battere il maestro, creando una situazione che sarebbe stata impossibile da gestire, dove il trofeo sarebbe stato esposto alla cattura.
Peter cominciò a sentire le gambe fragili, non aveva mai utilizzato un numero di incantesimi così elevato in una sola battaglia. Anche Fiorenzo aveva il fiatone, ma si reggeva eroicamente in piedi. Decisero quindi di tornare al villaggio esattamente nello stesso modo col quale erano giunti in quella landa desolata.
Avevano fatto un bel disastro, ma nessuno li aveva colti nel sacco. Sembravano una coppia di burloni, che aveva appena combinato la marachella più magica della loro vita.

«Kamili? Sei in casa?» chiese Peter, mentre Fiorenzo barcollò qua è la per la stanzetta sospesa sull’albero.
«Ma non poteva metterci una scala?! Una scala fatta di corde…alla mia età…»
«Non se la prenda con se stesso, in fondo se l’è cavata.» esclamò spocchiosamente il ragazzino, constatando che non c’era nessuno a salutarli «Forse saranno usciti a prendere un po’ d’aria.»
Sedendosi con tutta la pesantezza possibile, Fiorenzo si appropriò del primo appoggio che le sue gambe individuarono.
«Tralasciamo per un momento il tuo caratteraccio…e anche il fatto che sia caduta in una trappola per topi. Dobbiamo parlare del tuo esame.»
Peter si posizionò di fronte al suo superiore, poggiando i gomiti sporchi di terra sul tavolino di legno.
«Come sono andato?» gli occhi del Mago, tornati del loro colore, ebbero un fremito.
«Hai conseguito la richiesta dell’esame, per quanto mi riguarda sei ufficialmente un Mago di Gracalm, su questo non c’è alcun dubbio. Ovviamente, rimani un mio apprendista.» l’esultanza di Peter fu rumorosa, ma dovette terminare prima del previsto «Tuttavia c’è un tuo grosso limite che sono costretto a considerare. Da quello che ho visto, sfrutti le forme che si trovano nell’ambiente circostante, ma nel momento in cui non hai nulla a disposizione, come ti comporti?»
«In quei casi sono nei guai.» ammise Peter.
«Come ho notato, non puoi creare le forme da solo, o con la tua Risorsa. Mi sbaglio?»
«Esattamente, inoltre, non posso nemmeno chiedere agli altri di farlo, poiché gli incantesimi non si attivano. Posso evocare la magia in tre casi: se l’oggetto fabbricato è stato creato da una persona in carne ed ossa, posso sfruttarne le forme solo se non è stato costruito per questo fine. Il secondo caso, consiste in una forma, creata da una Risorsa altrui, ma si attiva solo se la forma in questione occupa uno spazio…davvero sconsiderato. Il terzo caso infine, consiste nelle forme create dalla magia. Ma per qualche strano motivo non sono mai riuscito ad apprenderla. Lei è la prima persona a riuscirci davanti ai miei occhi.»
«E’ proprio questo il punto, in battaglia parti perennemente svantaggiato, almeno rispetto ai tuoi compagni, non hai mai la libertà di fare ciò che vuoi.»
Peter cominciò a sentir puzza di bruciato.
«Significa…che non mi nominerà Mago?»
«L’ho appena fatto, te l’avrei detto subito se avessi avuto dei dubbi a riguardo. Ma…posso dire di non essere pienamente soddisfatto, vorrei vedere qualcosa di più.»
«Cosa intende?»
«Te la sentiresti di affrontare un'altra prova?» il coscienzioso Fiorenzo fece traballare la sicurezza che Peter aveva ostentato fino a quel momento.
«Io…perché dovrei sottopormi ad un altro esame?» rispose confuso, ripensando alla difficoltà dell’esame appena superato.
«Perché se mi dimostrerai di saper…in qualche modo sopperire al tuo limite, avrai un trattamento speciale, che non ho mai donato a nessuno. Ahimè, non avrai una seconda chance in caso di fallimento, altri hanno bisogno del mio tempo in questo cupo periodo.»
Peter si trovava di fronte a due maniglie particolarmente sinistre. Una delle due porte la conosceva bene, senza sorprese, una porta vuota. L’altra conduceva ad un buco nero completamente oscuro, ma evitarla avrebbe potuto fruttare parecchi rimpianti. In fondo, nessuno sa cosa c’è alla fine dell’ignoto.
«Non voglio lasciarla con l’amaro in bocca. Voglio che sia fiero di me, senza incertezze. Non posso cominciare il mio percorso con una gamba sola.»
«Sagge parole per un ragazzino, o forse no?» ridacchiò il Mago, guardandosi attorno.
«Questo vuol dire che dobbiamo tornare alla cascata?» chiese l’apprendista, turbato.
«Non ce ne sarà bisogno. Ma prima di questo…» replicò Fiorenzo, sgargiante «Un po’ di the?»
Peter emise un suono gutturale che manifestò tutta la sua perplessità.
«Ma non avevamo fretta?!»
«C’è sempre tempo per il the. Non lo sai? In questo villaggio va particolarmente di moda, lo scalderò con una banalissima magia.»
Dov’è era finito il possente Mago con cui Peter stava parlando? Cominciò a credere che fosse impazzito, ma non se la sentì di contraddirlo. L’odore pungente della bevanda si dissipò nelle loro gole. Nel silenzio, delle allegre tazzine color mare accompagnarono la lieta sosta con festa. Nel completo disagio di Peter.

«Davvero ottimo!» esclamò il vegliardo, posando la sua tazzina sul tavolo.
Il suo allievo non l’avevo seguito, nell’assaporare ogni goccia di quella essenza. Era andata giù per la gola tutta in un sorso, stava ribollendo in attesa d’istruzioni.
«Ti accontento subito, ragazzo.» ridacchiò, prima di tornare serio.
I suoi occhi tornarono a tuffarsi nel fucsia, mentre finalmente, le sue labbra decisero di sospirare leggermente.
«Shadows Town…»
All’improvviso, una nuvola nera avvolse completamente la stanzetta di Kamili. Una coltre di fumo che coprì gli occhi dell’apprendista. Il buio avvolse un tenue pomeriggio macchiandolo irreparabilmente, infettando ogni cosa che potesse toccare.
La casa di Kamili. Gli alberi. La Cook House. Il cielo. Ogni essere vivente venne tinto di un nero indelebile.
L’oscurità sembrò fermare la sua corsa ai confini della città. Peter aprì gli occhi, e pensò di essere passato per il mondo sbagliato: tutte le cose erano rimaste le stesse, ma non si udivano rumori, nonostante le persone cantassero parole in quella città demoniaca.
Sporgendosi dal balcone della casetta sull’albero, l’apprendista si accorse di essere diventato invisibile alla vista di chiunque altro, eccetto il suo maestro.
Si avvicinò al suo pupillo, intenerito dalla meraviglia che il sortilegio aveva creato nel suo animo. Nonostante quel tipo di magia aveva l’aspetto di un orribile maledizione, Peter non dubito minimamente del suo eroe. Non c’erano bisogno di magie per leggere il suo cuore puro.
«Che cosa ha combinato? Sicuro di non aver fatto confusione con i vecchi incantesimi?» continuava a sfidare il suo mentore, ma ben presto l’avrebbe pagata cara.
«Afferra la mia mano, fidati.»
Il ragazzino cominciò a sentirsi più leggero, prima di capire cosa stava accadendo. Agguantò immediatamente il braccio di Fiorenzo, quasi aggrappandosi a quella vecchia quercia. Le suole del maghetto si sollevarono, la gravità sembrò infastidita dai soliti tabù, e decise di andare alla rovescia.
Fiorenzo rimase immune ai terribili cambiamenti, tuttavia anche lui venne proiettato verso l’alto. Sovrastando arbusti e foglie che cadevano verso il cielo, i due cominciarono a raggiungere un altezza considerevole. Peter si accorse che dal mondo senza colore proveniva una strana neve scura, che in continua ascesa, si fermava per poi agglomerarsi in un area circolare. I due poggiarono i piedi su quella nuvola scura, restando appesi all’ingiù come pipistrelli.
«La prova è esattamente la stessa.» asserì rapidamente «Ma questa volta non ti lascerò alcuna incisione.»
«Dovrò cavarmela da solo. Capito.» aveva intenzione di vincere, provando l’impossibile sulla sua pelle.
«Vedi, questo incantesimo sembra una brutta bestia…ma in realtà rientra nella classe di Magia Protettiva.» ridacchiò il Mago vantandosi dell’incantesimo da lui stesso introdotto «Tutto ciò che viene coperto di nero viene schermato da qualsiasi cosa che non lo sia. La magia copre anche i sensi, perfino il dolore. Nessuno di loro può percepirci, o essere danneggiato da quello che facciamo.»
«Perché tutto questo disturbo, abbiamo così tanta fretta?»
«Si, il tempo è denaro caro mio! E oltretutto l’incantesimo ci permette di creare tutto il trambusto che vogliamo, proprio sotto agli occhi di tutti, senza che nessuno se ne accorga!»
«E va bene. C’è qualcos’altro che devo sapere?» estrasse nuovamente la Risorsa, sembrava che le loro forze fossero tornate meravigliosamente.
«Un ultima cosa. Quando il procedimento di schermatura sarà terminato, torneremo in al villaggio per disputare la nostra prova.»
«Per torneremo…intende…» Peter tentò uno sguardo adulatore, completamente ignorato.
«La mia magia contro la tua. Puoi anche volare se vuoi.» ad un segnale delle sue dita, la gravità tornò a pensare lucidamente, facendo cadere entrambi dalle nubi oscure.
Peter gridò terrorizzato. La sua prova cominciò in caduta libera. Letteralmente.

Il trio di maschietti si stava allontanando sempre più dal villaggio, verso la montagna di Sud-Ovest.
Le valli che circondavano il Villaggio di Nati erano profondamente diverse: mentre quella sorvolata da Matt e la sua compagnia presentava distese rocciose e appuntite, agghindate di tanto in tanto da qualche cespuglio saltellante, le altre tre non assomigliavano alla loro sorella.
Il paesaggio di Nord-Ovest era composto da gole ripide e strette, apparenti case di un enorme serpente immaginario. La vegetazione era scarna, la vita era generata dalla miriade di caverne piazzate in modo quasi labirintico.
La vallata di Sud Ovest era quella più rigogliosa, il villaggio spesso usufruiva della natura per variegare il loro fabbisogno alimentare. Prosperi alberi ricolmi di frutti, e una flora che dipingeva il luogo come una tavolozza arcobaleno, era tutto ciò che la natura aveva da offrire. In particolare, il campo sterminato di gelsomini sfumati di una tinta pera, piuttosto sbiadita, erano piuttosto famosi tra i libri i botanica. Anche queste pigmentazione era sporcata dal fiume che donava le sue particelle al luogo circostante.
La zona Nord-Est era sicuramente quella meno frequentata, dato che per qualche strano motivo moltissime precipitazioni affogavano quelle terre, facilitando la venuta di umide paludi. Era singolare il modo in cui il fiume proveniente dal picco più alto non veniva inquinato in alcun modo, da quei nefasti laghetti che gli passavano accanto, invasori dalle acque quasi avvelenate.
Enigma aveva archiviato la sua voce in un cassetto abbandonato, e non aveva proferito parola per tutto il viaggio. Matt e Wesley avevano rispettato il suo stato d’animo, e si erano uniti alla sua silenziosa camminata. Non lontano dal campo di gelsomini, accatastati alle comuni sequoie del luogo, una selva di cespugli verdastri facevano affiorare i loro doni: bacche circolari, poco più grandi di chicchi di riso, tinte di rosso fuoco. Avevano un sapore aspro ma dolce allo stesso tempo, con un piccolo semino brillante al loro interno.
Nonostante potessero essere considerate leccornie da ristoranti costosi, il villaggio di Nati ne limitava l’esportazione. Erano rarissime bacche baciate dalle particelle Fairy Tail, e preservarle era una questione obbligatoria. Kamili era sempre stato molto diligente in questo senso.
«Dovrebbe essere qui da qualche parte.» asserì Enigma, con la gola secca.
«Sono queste le bacche di cui si parla tanto? Come si chiamavano…» Wesley era infastidito dalla sua mancanza, doveva ricordare l’informazione alla svelta.
«Sono le Gocce di Nati. Kamili è sempre venuta di nascosto a raccoglierle, è una cosa che la rilassa, soprattutto in…» guardò Matt con la coda dell’occhio, un bulldog affamato alla vista della bistecca preferita «…buona compagnia.»
Il ragazzino incappucciato si avvicinò all’amico, seccato quanto un fiume nel deserto.
«Quelle non si toccano.»
«Non posso assaggiarle?»
«No, Kamili ne avrà raccolte a sufficienza. C’è una legge che vieta di prenderne una determinata quantità.»
«Ma sono così piccole…se ne prendessi una non succederebbe nulla.» le motivazioni di un bambino dell’asilo.
«Chissà quanti orrendi insetti ci avranno fatto la casa su quei cespugli…»
«Tenetevele.» colpito e affondato in pochi secondi.
«Eccola li!» gridò Wesley, avvicinandosi alla ragazza dalla carnagione scura.
«Che coraggio a dormire per terra…con tutte le bestie che ci sono qui in giro.» Matt stava alimentando la sua pessima figura. Continuamente.
«Ma cosa…» insospettendosi, Enigma allungò il passo. Aveva capito che la ragazza aveva perso i sensi.
Inaspettatamente, poco prima che potesse raggiungere la sua vecchia fiamma, una donna sollevò la ragazzina da terra con fare rude, e le puntò un coltello alla gola.
«Felice di vederti, sfregiato.»
Il tempo attorno ad un cappuccio sconvolto si fermò. Sapeva benissimo chi era quella persona.
«La lasci andare, vecchiaccia!» gridò Matt, constatando la situazione terribilmente pericolosa.
«State indietro…» sussurrò Enigma, nessuno l’aveva visto così intimorito.
«Ti ricordi di me? Fai bene, stupido orfano. Il passato è inesorabile, è qualcosa che torna sempre. Finalmente sono qui…per assaporare ogni cosa.»
Matt intuì la situazione, e guardando quella megera con i capelli raccolti in uno scoordinato chignon, capì che poteva trattarsi di una persona sola: la direttrice che un tempo prese una lezione da un Enigma giovane e sofferente.
«Hai portato degli amici? Falli restare! Non hanno scelta…»
Dalle loro spalle, vennero generate nebbie verdastre, e dei Green Blood dalle fattezze anormali vennero concepiti in un istante. Toccavano i due metri di altezza, e sembrava avessero fatto una sessione accelerata di palestra, almeno rispetto alla lesta specie originaria. La loro muscolatura possente non presagiva nulla di buono.
«La ribellione si paga, ragazzo. Si paga col sangue.»

Peter doveva escogitare qualcosa, altrimenti il villaggio di Nati gli sarebbe piombato addosso con dolorosi risultati. Il suo Talento non era sufficiente a fargli rallentare la caduta, la magia era l’unica soluzione.
«Il tetto della casa di Kamili…è una piramide. E’ l’unico modo. Devo usufruire delle forme che troverò sparse per Nati.»
Mancava pochissimo all’impatto. Il piccolo mago indicò una faccia della piramide azzurra, che venne investita da un lieve soffio di vento. Successivamente, il sortilegio venne attivato.
«Triplex Immutatio! Forza!»
La sua Risorsa assorbì rapidamente l’essenza del vento, cosa che permise a Peter di lanciare una vera e propria tromba d’aria attorno al suo corpo, in modo da azzerare la gravità che l’aveva afferrato con le unghie. Roteando su se stesso come una trottola, mise piedi sul villaggio di Nati, reso spettrale dal suo maestro. Rilasciò il vento accumulato dalla sua Risorsa, e fece un lungo sospiro.
«Inesorabile…» pensò Fiorenzo, stranamente rattristato.
Il Mago riprese la concentrazione, e si dileguò nel villaggio stregato, pronto ad affrontare il suo allievo, ancora una volta.

Edited by Poirot's wolf - 9/4/2015, 14:22
 
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view post Posted on 8/4/2015, 23:22     +1   -1
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Black Lady

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Finisce una battaglia magica e ne comincia un'altra... Ovviamente tifo ancora per Peter, diventerà un grande mago lo so ^_^
Per quanto riguarda invece gli altri tre... Che ci posso fare? Io adoro Matt, mi fa sempre morire dal ridere, come fa tornare in sé Enigma a suon di pistoni, come appena sente la parola insetti rinuncia alle bacche, persino a come insulta la direttrice... Sto bambino è un mito XD
Comunque ora si trovano nei guai... Chissà cosa accadrà...
Mitico come al solito caro Matte ;)
 
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daniel holmes
view post Posted on 10/4/2015, 20:06     +1   -1




Magia. Pura e semplice magia. Non ho altro da aggiungere
*spunta dietro alla vecchietta* avada kedavra!
 
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view post Posted on 27/4/2015, 09:19     +1   +1   -1
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Happy Happy 10

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Scusate l'assenza!!! Grazie innanzitutto per i vostri commenti e per il vostro tempo

Eh, si Peter l'ha spuntata, ma è come se ora avesse una verifica di matematica dopo quella di geometria xD

A quanto pare non vi piace la vecchietta...strano! Comunque sono contento di aver dato (spero) quell'atmosfera molto...magica, durante la prova di Peter, era proprio ciò che volevo. E non finirà mica qui :)

In arrivo il prossimo capitolo, al più presto!!!
 
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282 replies since 31/12/2012, 19:34   3742 views
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