eh si...finalmente ce l'ho fatta. La fine della prima parte. Sono così contento!
Vi ringrazio, siete stati la forza per continuare
E poi...la storia non finisce qui!
Sono due capitoli, per cui mettetevi comodi e buona lettura!
11.14 Un Aiuto Dal CieloUn leggero tremore avvolse la mano ferma di Enigma.
Osservare come la Green Soul potesse sconvolgere le leggi della vita non era semplice da accettare.
Il corpo smembrato della vecchia si era totalmente dissolto in una nebbia, di un nero purissimo, che si era conglomerata come una soffice nuvola mortale, proprio di fronte al suo avversario.
Un arto si mosse, immerso silenziosamente nel campo di battaglia.
Enigma provò a sferzare l’oscurità, cercando di trapassare quella malefica essenza con una miriade di trappole spinose. Non fecero altro che passare attraverso qualcosa di invulnerabile, contagiandosi con quel respiro mortale, tingendosi di nero.
«Come pensavo. Ciò che sembrava vita non era altro che fumo. Il corpo di quella donna era solo un misero pretesto.» disse tra sé e sé, mentre accadde l’inaspettato.
Le sfere acuminate, diventate nerastre, cominciarono a levitare di loro conto, prima di scagliarsi contro il loro stesso possessore.
Enigma fu reattivo e riuscì a saltare nel punto giusto del soffitto, rimanendo aggrappato alla sua determinazione, a testa in giù.
«Non posso più controllare quelle strisce di papiro. Probabilmente le ha stregate avvalendosi di quella strana nebbia.»
Mentre le sue constatazioni si riflettevano come pura luce nella realtà, il ragazzo verificò quanto il suo stesso potere, nelle mani sbagliate, risultasse catastrofico. La parete su cui si erano afflitti gli oscuri strati del papiro si era sgretolata, arrendendosi al tocco dell’oscurità senza nemmeno opporre resistenza.
«Il buio è eterno.» esordì l’essere, oramai impossibile da identificare con un vero volto «Dal buio può nascere qualsiasi cosa. Un incubo, un miraggio, oppure semplicemente il nulla. Un concetto per voi umani semplicemente incomprensibile. Solo abbracciandolo, potete cogliere il mondo che in questo momento sta alimentando la mia voce!»
Dalla nebbia scattarono una decina di mani cadaveriche ma allo stesso tempo aggressive, che si diressero a palmo aperto verso il soffitto, indissolubilmente nere. Enigma si lanciò nuovamente dal nido, prima di buttarsi a terra, evitando un sicuro quanto fatale cappio al collo, composto da falangi scure.
Fu il rintocco di un secondo. Venne appeso a testa in giù da un paio di artigli umani, che afferrandolo per le caviglie, lo sollevarono senza il minimo sforzo.
Tentare di colpirle era come combattere l’aria stessa. Un azione che si sarebbe persa nei meandri della loro opaca essenza. Non oppose ulteriore resistenza, mentre un'altra coppia di mani gli afferò i polsi, riposizionandolo nella giusta direzione, immobilizzandolo definitivamente.
«Non puoi nulla contro di me. Non sono fatta di qualcosa che si può uccidere.»
«Non sei immortale. Nulla è per sempre in questo mondo, perfino il buio. Anche tu dovresti saperlo.» rispose a tono Enigma, quasi incurante della sua situazione.
«Ti stai appellando alla speranza. Non ti servirà.» sempre più distorta, la voce dell’essere sembrava partire da una cassa stereo difettosa «Il mio buio forse non sarà eterno, ma niente lo può fermare, è ovunque. Nell’essere umano poi, trova un rifugio confortante.»
L’operaio investito dal fiato della morte si alzò improvvisamente. Il volto pallidamente scuro, e due pupille vuote, incoscienti. In quel momento Enigma ebbe un sussulto.
«Perché prendersi la briga di stregare un’altra persona, quando potrebbe riservarmi lo stesso trattamento? A meno che…»
Inutili esclamazioni si trasformarono in qualcosa di vero. Le sue parole si affrescarono nella difficile situazione, trovando il senso, in quella parete pericolante e complicata.
L’operaio sembrava intenzionato, con piccoli e barcollanti passi, a raggiungere la preda ingarbugliata nella ragnatela. Tuttavia, la Risorsa di Enigma non aveva alcuna intenzione di cedere.
Si staccò dai pantaloni del suo possessore, e srotolando alcune strisce del suo morbidissimo tessuto, cercò di intrappolare il posseduto fino alla mummificazione. L’intento sembrò compiuto, ma ben presto i drappeggi cominciarono a scurirsi, e la macchia di petrolio cominciò a diffondersi strato dopo strato, fino a che l’operaio non fu totalmente sciolto da ogni minaccia.
Il rotolo di Papiro si districò violentemente, fino a strappare la striscia di papiro che aveva utilizzato, prima che il contagio stregato potesse raggiungerla, con esiti catastrofici. La nuvola d’oscuro temporale si pose alle spalle del suo nuovo soldato, quasi volesse accompagnarlo in tutto il suo breve ma flemmatico percorso.
Ancora una volta, quella sciarpa rossa, dono di una fanciulla innamorata, risultò la maschera perfetta per un sorriso vincente.
«Entrerai anche tu a far parte del regno dei morti. Adorerai la Green Soul proprio come noi!» esclamò la voce, da belva affamata.
«Se tu fossi stata una preside almeno accettabile, non avresti lasciato perdere un dettaglio sul mio conto.» pensò il ragazzino incappucciato, mentre la sua Risorsa, colpendo il vuoto con altre strisce di papiro, stava tentando di rallentare l’esecuzione «Queste cicatrici… rappresentano qualcosa che tu nemmeno lontanamente immagini.»
Il rotolo dorato si pose tra il posseduto e il suo possessore. La sua Risorsa era l’ultima ostacolo da attraversare, prima di raggiungere l’agognata prelibatezza di una vita spezzata. Le strisce di papiro provarono ad avvolgere la marionetta ancora una volta, mentre la voce cominciò a ridere fiduciosa. Smise tanto rapidamente quanto aveva cominciato.
«Che cosa succede?! Perché non si muove?!»
Incredibilmente, i drappi di papiro erano diventati una prigione inespugnabile. Nonostante poco prima avessero acchiappato meno di un pugno di sabbia.
«No… questo non può essere! L’unico motivo per cui non riesca più a muoverlo…»
«Magia.» sussurrò Enigma, trionfante.
Fiorenzo era stato scaraventato al suolo con una violenza immane, mentre il pubblico che precedente l’aveva applaudito ormai era già fuggito dal teatro. Chiara non era la semplice donna di poco prima, c’era qualcosa di spaventosamente nuovo in lei: i capelli si erano tinti di un rosso corallo alquanto bizzarro, mentre la chioma che le scendeva sulla fronte brillava di un azzurro marino, molto chiaro, quasi misticheggiante. I vestiti strappati che si era trascinata addosso erano completamente scomparsi, lasciando il posto a una miriade di squame colorate, che ricoprivano tutto il suo corpo, escluse le unghie affilate e cromate esattamente come ogni ciocca dei suoi capelli. La divisa ermetica raggiungeva la caviglia, prima di lasciar posto ad un tacco dieci tinto di una spruzzata d’acceso rosso melograno.
Avevo persino uno spruzzo di trucco sul viso, con una leggera passata di rossetto bordeaux sulle labbra. Più che una portatrice di morte, Chiara pareva un Arlecchino nel posto sbagliato al momento sbagliato. Tuttavia, chi la conosceva, aveva imparato a non fidarsi delle apparenze, non quando si trattava della sua follia.
«Pensavi davvero che avrei tentato un faticoso e inutile incantesimo…esplosivo? Dopo tutto il tempo che ho atteso, prima di godere ogni istante di questo momento? No…» rimase impassibile, ai piedi di un vecchietto stremato, con il volto pesto, macchiato di rosso.
«Sono stato un po’ troppo fastidioso al fronte, mi sbaglio forse?» rispose coraggiosamente il Mago, tentando di rialzarsi.
Appena poggiò la mano sul terreno, una ginocchiata fulminea, difficile da vedere ad occhio nudo, investì il suo volto malandato. Venne scaraventato orribilmente a metri di distanza, niente interruppe la sua dolorosa avanzata, non c’era nulla di morbido su cui atterrare. La roccia non guardava in faccia mai nessuno.
«Fastidioso non è il termine esatto.» replicò Chiara «Sei stato una vera spina nel fianco. Non ho mai potuto sfondare le vostre maledette difese, poiché dietro le trincee c’è sempre stato il tuo magico zampino. E poi…quel sorrisetto soddisfatto, ogniqualvolta scendevi in battaglia, decimando le mie forze in un istante…no. Fastidioso non è il termine esatto. Sei una piaga bella e buona.»
«Ne sono onorato.» ridacchiando,sembrava che Fiorenzo stesse facendo di tutto per farle esplodere i nervi, nonostante la sua traballante posizione.
La Green Soul si fermò all’improvviso, tendendo le palpebre come se avessero udito qualcosa. Girandosi di scatto, fece un fulmineo movimento circolare con la mano destra.
Dopo quel semplice gesto, tra le sue dita ben curate, apparve magicamente ciò che era stata in grado di arrestare. Infiammate dal fuoco olimpico, quattro pietre grandi abbastanza da trapassarle il cranio, erano rimaste intrappolate dalla sue minuziose falangi. Era stato un attimo, un attimo terribilmente semplice.
«Le ha prese al volo… totalmente fuori dalla mia portata.» sussurrò Wesley, armato di una fedele e candida racchetta da tennis.
«Wesley?!» il Mago venne rinvigorito dal senso del pericolo «Che cosa ci fai qui?! Ti avevo detto di…»
«Mi sono accorto dell’illusione che impediva ai civili di scappare, a quest’ora il villaggio dovrebbe essere stato evacuato…se le mie istruzioni sono state ascoltate. Non potevo lasciarla da solo.»
«Un ragazzino apprensivo quanto sciocco.» commentò Chiara, lasciando cadere a terra i proiettili che avrebbero dovuto giustiziarla.
«Wesley! Scappa!»gridò il vegliardo, temendo che il biondino potesse diventare l'ennesima vittima sacrificale.
«Troppo tardi.» disse la Green Soul, con un sorriso stuzzicato dalla imprevista situazione.
Wesley non ebbe nemmeno il tempo di studiare il pericolo, come spesso gli riusciva a pennello. Gli stessi sassi utilizzati poco prima come arma, di punto in bianco invertirono la loro corsa, senza che nessuno li toccasse.
Ebbe riflessi sufficienti per impugnare la racchetta e respingerne un paio, ma l’ultimo sopravvissuto centrò il suo gomito destro, disarmandolo. Ancor prima che la sua Risorsa riuscisse a sfiorare quel terreno spigoloso, la Green Soul era già alle sue spalle.
Gli afferrò le braccia bloccando completamente le spalle, si sentirono le povere ossa del biondino scricchiolare.
Improvvisamente lasciò la presa, colpendo la schiena di Wesley con un devastante pestone, sembrò un misera sagoma inanimata, investita da una forza troppo eccezionale, troppo disumana. La sua Risorsa si spense all’istante.
Chiara fece un enorme balzo all’indietro, volteggiando in cielo nuvoloso. Qualche istante dopo, un enorme mano di melma oscura agguantò le mosche, non avendo previsto un avversaria così reattiva.
Poggiò i tacchi a terra, e una seconda mano tentò nuovamente di stringerla a sé. Un misero quanto fulmineo movimento di gambe fu sufficiente, evitando la minaccia in totale sicurezza. Destra e sinistra allora, decisero di accerchiarla, muovendosi in circolo, strisciando come fango, puntando l’obiettivo.
Le dieci falangi danzanti optarono per un attacco congiunto, ma poco prima di raggiungere la nemica, uno scettro sbucò dal palmo della destrorsa.
«Fire Legend…»
Non avrebbe potuto concludere l’incantesimo anche volendo. Una mano, bellissima e letale, gli stava stringendo il collo, impedendogli di esalare il respiro. In tutta la sua vita, la potente magia di cui disponeva non era mai sembrata così umiliante.
«Ottima tattica, ma non basta.» sorrise Chiara, mentre le due mani si sciolsero rapidamente, neve oscura al sole.
«Chi diavolo sei…» sussurrò il Mago, a corto d’aria.
«Ma come…un vecchietto esperto come te dovrebbe sapere cosa mi ha gentilmente donato il mondo della magia. Corazza squamata, capelli colorati in modo sciocco? Tutto ciò non ti dice proprio nulla?»
Fiorenzo non rispose, nella sincerità del suo cuore, non sapeva di cosa la Green Soul stesse parlando.
L’aveva capito, e un colpo di tosse, quasi una risata, evase dalla bocca perfetta della creatura.
«Ma guarda che combinazione…tu hai l’Alzheimer, non è così?»
Colpevole, il mago non rispose, mentre la mano di Chiara si fece più asfissiante.
«Deve essere al primo stadio, avrai dimenticato giusto qualche cosa. Ma lo sai vero? Lo sai che nemmeno la magia la può curare, ma solo ritardarne gli effetti. Deve essere proprio così. l’Armatura Sesta è un gingillo conosciuto!»
All’udire quelle parole, Wesley riaprì gli occhi, dolorante. La schiena lo teneva a terra, unico spettatore di un prossimo giudizio.
«Un armatura magica ed ermetica, che si collega direttamente alla mente del suo possessore. Ogni squama è in grado di captare qualsiasi sensazione in modo amplificato. E’ come se il possessore fosse connesso ad ogni cosa che lo circonda nel raggio di kilometri. Come se non bastasse amplifica le normali facoltà del suo possessore in quantità incalcolabili, e si dice possegga poteri che nessuno è mai stato in grado di raccontare. Un avversario impossibile.» concluse amareggiato.
«Fattene una ragione, il mio Patto non mi ucciderà. Potrei benissimo bermi un caffè e poi tornare qui per dilaniarvi. Non c’è nessuno ora che possa di impedirmi di…»
Parole interrotte chiamano parole interrotte. La sua incredibile percezione la fece guardare verso l’alto, qualcosa stava cadendo in picchiata. Era una persona.
Un missile, un destro micidiale. Fu così devastante che nonostante il colpo avesse spedito la Green Soul verso il terreno, il suo corpo inerme non fece altro che rimbalzare brutalmente, allontanandosi dallo scontro.
Senza battere ciglio, Matt era atterrato poggiando i suoi scarponi sulla calda roccia, come se nulla fosse successo.
«Matt?!» mugugnò il Mago.
«E’ sceso in picchiata da un altezza spropositata!» esclamò Wesley, ancora inabile al movimento «Come diavolo ci è riuscito?!»
«Non lo so, Ma ora…è davvero forte.» ad un tratto Kamili sbucò dal nulla, pronta ad assistere i due malcapitati.
Mentre il vegliardo riuscì ad alzarsi, supportato dal suo fedele bastone. Qualcos’altro si destò in lontananza. I suoi occhi gialli brillarono minacciosi.
«Non c’è tempo per festeggiare, la Green Soul non si farà certo fermare da…» in un nanosecondo, Chiara si era approssimata a Fiorenzo, tentando nuovamente il suo assassinio annunciato.
Matt fu altrettanto rapido, freddo come il ghiaccio, sferrò un altro destro dritto sul volto della rivale. Un livido violaceo che fece male al corpo e alla mente.
«Non mi fermerai...» sussurrò la creatura, il suo sorriso era sparito di fronte ad un gracile ragazzino.
Matt sembrava non aver il minimo timore di colei che l’aveva reso orfano a metà. Al contrario, fu così intraprendente da intimare la Green Soul a fare la prima mossa, con un gesto particolarmente eloquente. Il Mago era completamente scioccato.
«Sta giocando col fuoco vero?! Non penserà sul serio di...»
Il tempo passava rapidamente, era un flash. Non c’era posto per le parole.
Chiara non si fece attendere, accettando l’invito di Matt di buon grado. Sembrava una mitragliatrice, nessun umano era in grado di far volteggiare le sue possenti nocche in modo così rapido. Eppure, Matt sembrava riuscire a tenerle testa, adagiandosi su quel calmo ritmo frenetico.
«Che cosa…cosa sta succedendo?!» Wesley tentò di svegliarsi da un sogno che non era altro che realtà.
«Non ho mai visto nulla del genere in tutta la mia vita!» commentò Fiorenzo, con uno sguardo incredulo «Non so come abbia avuto quel potere, ma adesso…è un mostro, e sta giocando alla pari con la creatura più terrificante che sia mai esistita!»
«Ehi! Matt non è un mostro!» afferrandogli l’uniforme, Kamili s’intromise nel soliloquio «Lui…è solo un ragazzo speciale. Un aiuto dal cielo.»
Due ore al tramonto. Il sole sembrava voleva ancora festeggiare, circondato da una marea di nubi ballerine. Non poteva perdersi l’ultimo magico colpo di scena, orchestrato da un ragazzino, il direttore di mistero.
«Perché…non riesco a muoverlo?!» la voce demoniaca espresse in piccoli gemiti, tutto il suo turbamento.
Qualcosa stava brillando. Un qualcosa di così lucente da superare i tessuti incrociati della sciarpa rossa, un pegno ineguagliabile. Due cicatrici di forma alata, di un potente fucsia.
«Tu! Hai perso tutte le tue facoltà magiche! Quando hai ucciso la tua famiglia…»
«C’è un lato della mia storia che ho conservato gelosamente. Ma forse a te, essere immondo, posso rivelarlo, giusto prima di spedirti all’inferno.»
«Che cosa?!»
Enigma aveva celato l’ultimo segreto. Presto sarebbe sbucato dal cilindro con inaudita provvidenza.
«Mi ci è voluto molto tempo per ricordare quella maledettissima notte, dove il mio clan stava distruggendo un piccolo freddo villaggio. Prima i miei ricordi erano semplici riflessi di ghiaccio, quel ghiaccio che circondava lo chalet dove la mia famiglia si era introdotta, per torturare una famiglia indifesa. Quando decisero di colpire i bambini, io non riuscì più a sopportare la vergogna che da tempo scavava dentro di me. Presi un libro sottratto probabilmente ad un anziano della nostra setta, e pronunciai le parole invocando tutto il mio potere.» prese fiato, quasi nostalgico.
Pochissime parole erano riuscite a deviare il corso del suo destino in qualcosa di radioso.
«Cominciai a fare ricerche sul campo della magia, grazie a mio fratello. Feci una scoperta: non esiste un incantesimo che prosciuga il potere del suo possessore e al tempo stesso risulta mortale. Ripensandoci, sarebbe piuttosto disfunzionale. Centinaia di malefici non hanno bisogno di questo prezzo per poter togliere la vita ad una persona.»
«Allora, tu…» il demone sembrava impaurito dalle sue stesse ombre.
«Si…non li ho uccisi io. Non avrei mai avuto il potere di uccidere la mia famiglia, gli specialisti di sigilli non sono nemmeno considerati dei maghi veri e propri. Non dovevo essere stato un grande allievo. Ma quella notte feci qualcosa d’inaspettato. Trasferì tutto il mio potere magico in un oggetto che secondo le mie previsioni, non avrei mai potuto raggiungere. Proprio questo scelsi Nati, come cimitero della mia magia. Il prezzo da pagare furono due cicatrici che ancora mi sussurrano ciò che ho compiuto.»
«Incredibile!»
«Quando un normale oggetto viene infuso di potere magico, può essere utilizzato per vari scopi da chi l’ha incantato. Ma come sappiamo, le Risorse sembrano avere una certa volontà. Ho infuso questo rotolo cartaceo con una magia che nemmeno io sono in grado di capire, ma la volontà di una Risorsa è diversa…così unica da permetterle di lanciare incantesimi autonomamente!»
Sulle strisce di pergamena, si disegnarono una miriade di ramificazioni, incarnate nella cellulosa dorata, che formarono un figura d’angelo, un fanciullo completamente bianco, senza nemmeno un capello.
«Sono stato un Mago delle tenebre, ma mi sono liberato del mio fardello. Ho donato la magia alla mia Risorsa, ed ora la mia Risorsa può donare, a chi ne ha bisogno, quella stessa magia che ho rinnegato!» si rivolse alla pergamena, brillante come abbaglianti fari, nella luce della notte «Purificalo, adesso!»
Sulla pergamena si disegnarono parole di sole, raggi di lettere senza peccato.
Angeli Tactus!La formula permise all’angelo di fuoriuscire dalla trama che lo aveva disegnato sul fresco papiro, per poi avvicinarsi all’operaio stregato. Sbatté le sua piccolissime ali, disperdendo la nuvola oscura, e liberando Enigma dalla morsa delle mani oscure. Pochi attimi dopo, mentre l’essenza mostruosa rimane impotente davanti a quella figura splendente, l’angioletto sfioro la spalla del malcapitato, prima di sparire.
Il chiarore si disperse da quel preciso punto, raggiungendo tutto il suo corpo, che venne completamente liberato dalla maledizione.
«Hai giocato con troppa presunzione. Avevo capito che in realtà non l’avevi ucciso. Molto interessanti quei trucchetti col liquido corrosivo e…si, quel giochetto che implica stregare le persone. Non hai capito che ti ho studiato fin dall’inizio?»
«Maledettissimo umano!» la nuvola oscura tentò nuovamente la sua ascesa verso le tenebre, cercando di ghermire sia Enigma che l’operario, ora incosciente a pochi passi dal suo soccorritore.
Mentre alcune strisce di papiro ricoprirono il bersaglio più fragile, proteggendolo con una corazza traspirante quanto coriacea, Enigma tornò allesue fedeli lame di papiro, questa volta decorate con la stesso motivo generato poco prima dalla Risorsa. Una sferzata equivalse ad un urlo di dolore. Due lame incantate costruirono lo squarcio.
«Potrai anche essere un entità incorporea. Ma la tua essenza è proprio qui, davanti a me. Come ti avevo detto, non sei immortale, esattamente come me. Oltretutto, mi è stato chiaro fin dall’inizio, lo scopo per cui la Green Soul ti ha mandata qui.»
«Mi ha…mandata qui per…cosa?»
«Distruggere la diga? Sicuramente, ma forse nemmeno tu riesci a renderti conto di ciò che sei. Quando hai posseduto l’operaio, hai sfoggiato un nuovo potere, che ora è scemato. Non riesci più nemmeno a materializzare qualcosa. Non capisci il perché?»
Un granello di polvere in una vecchia libreria. Fu quel frammento di coscienza che invase per un istante un abominio oramai lontano dall’umano.
«Esatto. Il suo obiettivo sicuramente comprendeva la distruzione di Nati, ma aveva sicuramente qualcos’altro in mente. Quando hai posseduto l’operaio qui presente, hai acquisito un parte di potere che prima non avevi. La Green Soul ti ha mandato qui per cibarti di tutti gli indifesi operai della diga!»
In una risata altalenante e isterica, la voce delle tenebre ammise tutto il verdetto pronunciato dal ragazzino, cercando nel contempo le ultime forze oscure, per materializzare il suo ultimo sforzo.
«Se avessi rubato il potere a tutti gli esseri della fabbrica, di certo non sarei riuscito a sconfiggerti così velocemente. Ma accecata dall’odio per il villaggio di Nati, ti sei diretta subito alla sala comandi senza fare la minima deviazione. E’ il tuo odio, quello di cui voi vi vantate tanto, che ti ha fatto cadere in basso.»
«Sarebbe stato divertente assaporare quella tua…forza, di cui tanto mi hai parlato.»
«E’ la forza delle emozioni, cosa che voi non avrete mai!» rispose Enigma, pronto al colpo di grazia.
«Risparmia la tua forza allora, mi avrai messo alle strette, ma niente può fermare le acque devastanti del morte!»
A quelle parole, una spada si materializzò. Davanti al pannello di controllo più delicato, invisibile agli occhi d’Enigma, la violenza avrebbe urlato la sua ultima dichiarazione.
In un taglio.
Enigma stracciò quel velo opaco, che cominciò lievemente a distorcersi. La voce sogghignava, aveva trafitto un terminale essenziale. A breve l’accesso ai condotti artificiali dello stabilimento sarebbe rimasto sbarrato, l’acqua si sarebbe arrampicata sempre più in alto, fino a superare quel castello di carta. Un sogno che non diventò realtà.
«Non…non è possibile…»
«Sapevo avresti cercato di toccare il pannello…durante il combattimento l’ho fatto ricoprire da alcune strisce di papiro con tanto di sigillo. Non te ne andrai da questo mondo col sorriso, la tua spada rimarrà spezzata, come il tuo sorriso.»
Lentamente, la nube oscura cominciò ad evaporare nell’aria, lasciando il posto alla luce. Enigma fece un enorme sospiro, sedendosi a terra.
«Si è davvero tuffata in una missione più grande di lei. Le scelte alimentate dall’odio sono solo utopia, una missione davvero inutile.»
Riuscì a farsi una risata
Si sentì più leggero, aveva gettato un peso del passato, un ammasso di ricordi che aveva trasportato per troppo tempo.
Guardando la sua Risorsa, svuotò il cuore di tutte le emozioni.
«Quando torno a casa, aprirò nuovamente il mio diario. Sarà stanco e polveroso, ma non mi tirerò indietro. Prenderò la matita e scriverò…che sono felice.»
Matt ricevette un destro in pieno volto, un violento scontro che lo mise a riposo, ma solo per qualche istante.
Restituì il maltolto con tanto di interessi.
La Green Soul tentò di avventarsi su Fiorenzo e il resto del gruppo, ma venne nuovamente bloccata. I due combattenti finirono per rimanere incastrati in una presa stoica, mani contro mani. L’impassibilità contro la furia.
«Non hai mai avuto tutto questo potere…da dove l’hai preso, Matt!» ringhiò la donna, spingendo con tutta la sua forza, facendo fare un passo indietro al ragazzino dallo sguardo sempre assonnato.
Non rispose, si limitò a tentare una violentissima testata, che Chiara riuscì perfettamente ad intuire. Tuttavia, la sicurezza che prima l’Armatura Sesta le aveva conferito stava per vacillare, Matt sembrava anticipare ogni minima previsione.
La Green Soul lasciò la presa, prima d’infliggere una tremenda ginocchiata allo stomaco del suo avversario, che capitombolò a terra rannicchiato. Un'altra occasione per distruggere degli innocenti. Caricò un gancio micidiale, mirando alla dolce Kamili, che stava tentando con tutte le sue forze di portare Wesley e Fiorenzo al sicuro.
Non fu abbastanza svelta. Il palmo della mano del ragazzino, ricoperto dalle indistruttibili particelle arancioni, fermò la sua violenta avanzata.
Chiara avvertì qualcosa, si era ferita alla mano, tanto le particelle risultarono coriacee.
Fu la scossa che fece tremare il Villaggio di Nati.
«Me la pagherai cara…per tutto quello che mi avete fatto!»
Il suo urlo scellerato, totalmente smarrito nella rabbia, si fece udire per tutta la montagna.
Fiorenzo lasciò la mano di Kamili, aveva un orribile presentimento, e lo condivise con Kamili.
«Perché sta combattendo con tutta questa foga?! E’ come se temesse il giudizio della Bestia. Non capisco...il suo obiettivo l’ha raggiunto, lo abbiamo visto tutti, ha spezzato la lama dello stocco di Matt poco fa!»
Il vecchietto aveva messo Wesley e Kamili al corrente della situazione, tuttavia la ragazza non sembrava aver afferrato tutto la questione, specialmente le dinamiche del Patto Con La Bestia. La sua concentrazione era altrove, a poca distanza, che stava combattendo assieme a Matt.
«Quindi, se non ha raggiunto il suo scopo…forse noi potremmo…» era confusa, ma non abbastanza da lasciar andare il vegliardo senza spiegazioni «Ma non vorrà mica combattere?! La Green Soul la ucciderà senza pensarci due volte!»
«Se per caso la condizione primaria del sortilegio si fosse annullata, dato che la Risorsa di Matt è stata riforgiata…il Patto Con La Bestia scadrebbe entro pochi minuti! Se guadagniamo tempo a sufficienza, allora verrà risucchiata per sempre dal suo stesso incantesimo, sarebbe un viaggio di non ritorno!» afferrò le spalle di Kamili, che non riuscì ad interpretare quel codice di speranza «Abbi cura di Wesley!»
Prese il suo scettro, e con la forza della giovinezza, corse verso l’unico baluardo rimasto.
Matt non sembrò per niente intimorito dal ruggito della carnefice, ma quando cercò l’immagine di Chiara, in un battito di palpebre svanì. Vide solo la sua figura, in un riflesso perfetto.
Fiorenzo ebbe una rimembranza opaca, il gioco degli specchi era un trucco che Chiara aveva già utilizzato. Tuttavia, grazie all’Armatura Sesta, un mero gioco di magia avrebbe potuto trasmutarsi in qualcosa di miracoloso, sottovalutarne gli effetti sarebbe stato un errore imperdonabile.
Matt guardò la sua immagine, perfetta, come se fosse di fronte ad un mare di luce perfettamente rifrangente. Quando tentò di toccare la superficie del riflesso, la sua immagine lo afferrò, trascinandolo al suo interno, così violentemente da far riempire di crepe lo stesso specchio ingannatore.
«Accidenti!» grido il vegliardo, prima di utilizzare il suo incantesimo di trasporto più veloce.
Riuscì a raggiungere quel portale di schegge, e ad attraversare il varco prima che questo chiudesse le sue porte. Ciò che trovò al suo interno, non fu altro che buio.
«Ma che…che posto è questo?»
11.15 Finale Prima Parte
L’Arrivo Della Bestia
Illuminando il quarzo sulla cima dello scettro, Fiorenzo fu in grado di guardarsi attorno, senza brancolare in tenebre alquanto appiccicose. La luce non riuscì a penetrare l’oscurità, il luogo era decisamente troppo vasto e spoglio per poterlo indagare completamente. Un deserto dove l’unico miraggio era la luce stessa.
Il Mago cercò di fare mente locale, precisamente su cosa sarebbe risultato prioritario analizzare.
«Devo…devo controllare se siamo capitati in una dimensione distorta dalla magia, oppure se ci ha catapultato da tutt’altra parte.» riuscì a ricordarsi, un sollievo.
Batté i piedi su ciò che pareva sottostare al di sotto, una pavimentazione fatta di piastrelle quadrate e sterili, mimetizzate nel nero del luogo. Le guardò con sospetto, prima di evocare un piccolo raggio di calore sulla prima piastrella individuata. Il tassello del mosaico si sciolse rapidamente, scoprendo una tipologia di terreno roccioso alquanto familiare.
Era proprio come aveva pensato. Non si erano mai spostati dalle Tower Mountains, rimanendo sempre vicino a Nati. La Green Soul aveva semplicemente isolato quella zona, per combattere con le sue nuove regole, e Matt era in estremo pericolo.
«Vedo che c’è un altro ospite nel mio reame.» la voce di Chiara echeggiò nel silenzio assoluto, rimbombando da parte a parte.
Fiorenzo spense la luce. Sapeva che, in una zona stregata così minuziosamente, la sua presenza sarebbe stata rilevata molto facilmente. Dal buio sorse una mano perforatrice, che senza indugi affondò nel suo corpo, fortunatamente fatto di polvere. L’aveva mancato per qualche attimo.
«Trasporto pseudo istantaneo? Interessante, ma da qui non puoi comunque uscire. Le sbarre di questa prigione saranno l’ultima cosa che i vostri occhi potranno vedere.»
«Sono spariti?!» gridò Kamili, guardando l’immensa valle, cercano di scovare le tre parti mancanti del campo di battaglia.
«Forse sono davanti a noi, ma tuttavia non li possiamo vedere. Probabilmente un altro incantesimo.» rispose un Wesley in ripresa, ma ancora debole «Prova a calciare la mia Risorsa, ho sufficiente energia per farla trasformare in un pallone da calcio. Se è come penso, il pallone rimbalzerà nell’esatta zona dove li abbiamo visti l’ultima volta.»
Kamili decise di tentare, qualsiasi cosa sarebbe stato meglio che esitare. Le mancava quel volto assonnato ma determinato, non poteva più resistere. Cercò di tirare con tutta la sua forza, in modo da attraversare tutta la valle rocciosa all’esterno del villaggio.
Il pallone non si fermò, nemmeno per un istante. I due rimasero in una pietrificata trepidazione.
«Non li possiamo raggiungere…»
«No! Ci deve essere un altro modo!» gridò Kamili, tutt’altro che arrendevole.
«Se la Green Soul è riuscita a separare interno ed esterno totalmente, come risultato avremo due dimensioni, comunicanti solo attraverso la Magia. Siamo isolati, così come Matt e Fiorenzo.» rispose il biondino.
«Matt!» esclamò la ragazza, angosciata «Ti prego…devi farcela…voglio rivederti, ancora ed ancora. Non potrai mai sparire dal mio cuore, per cui sconfiggi quella donna. Ti prego!»
«Non ci resta che chiamare aiuto.» suggerì Wesley, toccato dalle parole di Kamili.
«Abbiamo già provato a contattare l’esercito, ma non abbiamo avuto risposta.»
«Suppongo che ormai questa non sia una coincidenza. Nessuno può raggiungerci qui, non nei tempi che ci servono.»
Guardò nel vuoto del pomeriggio, cercando una soluzione che questa volta, il suo sguardo attento non poteva in alcun modo catturare. Non esisteva.
Da lontanissimo, uno stormo di uccelli, indecifrabili dalla distanza, sorvolarono il villaggio, in viaggio verso una nuova meta. Per quanto fossero separati da un universo lontano, Wesley non poté sbagliarsi.
Gli scappò una risata. Una mezza lacrima. Speranza.
«Forse…possiamo ancora farcela!»
Fiorenzo si ritrovò dall’altra parte delle tenebre, e grazie ad un altro incantesimo, riuscì ad individuare immediatamente dove il giovane Matt si trovasse. Sdraiato a terra, incosciente, con una ferita alla tempia da non sottovalutare.
«Matt! Accidenti!» gridò il Mago, prima di utilizzare la Magia per prevenire i maggior danni.
Riuscì nell’intento, il ragazzino, sempre con quel suo volto incurante del pericolo, si rialzò dopo essersi grattato la testa. La ferita non c’era più, ma altre sarebbero potute giungere a destinazione. La Green Soul stava arrivando.
Udirono dei passi rapidissimi celati tra le ombre, dunque Fiorenzo decise nuovamente di usare il suo scettro come torcia mistica. Appena lo fece la Green Soul si presentò davanti ai loro occhi, prima di superarli, sparendo alle loro spalle.
Si voltarono per tentare d’inseguirla, ma incredibilmente, andarono a sbattere contro un muro specchiato.
«Forse siamo ai margini di questa zona…» pensò Fiorenzo, centrato nell’azione «Meglio allontanarsi da qui!»
Matt guardò di nuovo lo specchio, questa volta restando lontano, non fidandosi più della sua controparte. Questa volta il suo volto non lo tradì, ma vide tornare la Green Soul da dove era fuggita.
«Dobbiamo combattere Matt!» gridò il vegliardo, afferrando lo scettro, e voltandosi, aspettando che il riflesso fosse veritiero, di puro istinto.
Nessuno sapeva quale delle due Green Soul fosse quella reale, ma il risultato finale fu diverso da ogni previsione: Fiorenzo venne colpito sull’addome, mentre l’immagine riflessa di Chiara si occupò di Matt, con le stesse identiche maniere, prima di ritornare nello specchio, confermando il riflesso dell’unica signora della morte.
«Che cosa…?!» balbettò il vecchietto, cadendo a terra nuovamente.
La loro nemica pareva manipolare ciò che i loro stessi occhi stavano mostrando, ciò che sembrava reale pareva una finzione, ma alla fine, la sola realtà s’imprimeva nei loro corpi doloranti.
Matt riuscì ad avere la forza per alzarsi, e tentò d’ingaggiare il combattimento con la Green Soul, salvando Fiorenzo da una violenta schermaglia. Riuscì nuovamente a tenerle testa, ribattendo ogni colpo con il massimo delle sue energie, mentre Fiorenzo puntò il suo scettro contro la malvagia creatura colorata. Scagliò un fulmine che la Green Soul riuscì chiaramente a percepire, spostandosi di lato, e respingendo Matt con una rapida spallata.
Il ragazzino, ancora barcollante, sfoderò immediatamente la penna, attirando a sé il flusso elettrico scagliato dal vegliardo, ma senza assorbirlo. Così facendo ogni saetta fece marcia indietro, danneggiando rapidamente la Green Soul.
«Non riesce ad anticiparlo. Non c’è alcun verso, mentre ogni mio incantesimo risulta inutile, tutto ciò che compie Matt sembrava prenderla alla sprovvista, come non facesse in tempo ad avvertire le sue decisioni.» i pensieri di Fiorenzo riecheggiarono nelle tenebre, mentre Chiara strinse i denti, scattando verso il più giovane, ad una velocità scioccante.
La donna avvertì un pericolo, e si fermò istantaneamente. Un muro di fuoco luminoso l’avrebbe attraversata se avesse fatto un ulteriore passo. Sparite le fiamme, Matt comparve impassibile e determinato, mandando a segno un uppercut che mandò in orbita la sua avversaria.
«Dobbiamo continuare così! Bravissimo!» esclamò il vegliardo «Se combiniamo i nostri sforzi, Matt riuscirà sempre ad avere qualche possibilità per colpirla!»
Matt guardò verso l’alto, qualcosa non quadrava. Chiara non era tornata a terra.
Fiorenzo ebbe un sobbalzo, e decise di emanare una luce prorompente dallo scettro. La brutalità della verità non fece altro che spaventarlo a morte: una cupola dalla superficie completamente specchiata, era quella la prigione a cui erano stati condannati.
I magici drappeggi di Chiara si librarono in volo, situata dall’altra parte dello specchio, pronta a cadere in picchiata, dall’alto verso il basso.
Lo stesso rumore comparve alle loro spalle.
Un altro ancora da sinistra.
Ad ore dodici.
Matt si pose davanti al Mago, attivando nuovamente le particelle protettive, un velo guardiano armato di coraggio e spregiudicatezza.
Capirono che non fu sufficiente, quando i loro corpi abbandonarono le forze, lividi e stanchi, percossi da più direzioni e in varie parti del corpo.
Il mago aveva subito un violento colpo alla testa, adornato da un braccio rotto. Matt aveva perso il fiato, a causa di un violentissimo montante sullo stomaco, e il suo orecchio, colpito nel profondo, piangeva rosso.
«Non sono soltanto delle illusioni, poiché ogni cosa che vediamo riesce a farci del male, ma non sono nemmeno delle copie magiche. Oltre a ciò…anche il senso dell’udito non è una via affidabile, c’inganna esattamente come la vista…forse è la fine.» pensò Fiorenzo, addormentandosi nell’incoscienza.
Mentre un quintetto di Green Soul ritornò negli specchi della cupola ombrosa, Matt si alzò repentinamente, battendo con forza la sua mano, in un pavimento che si sgretolò di fronte alla sua rabbia.
Il suo respiro ansimante riecheggiò nell’oscurità. Mentre lentamente, la luce dello scettro si stava affievolendo, facendo ritornare tutto come prima. Cercò di scuotere il Mago, ma non riuscì a farlo rinvenire. Aveva giusto qualche secondo.
Chiara sfoggiò un mezzo sorriso. Era in grado di confondere ogni sua percezione, di creare e di scomparire, di colpire e di uccidere. Con un solo sortilegio era in grado di proiettare delle volontà multiple, decisioni che il suo corpo avrebbe potuto prendere, e per donar loro la vita per qualche istante. Nessuno si era accorto della sua volontà poco prima, apparsa per un attimo per scagliare le pietre che Wesley aveva utilizzato.
Il segreto dell’Armatura Sesta, che non avrebbero mai scoperto.
Gli specchi la rendevano invulnerabile, nel loro riflesso di morte.
L’oscurità si stava diffondendo sempre più, un mare che avrebbe superato violentemente la scogliera. La Green Soul cominciò a correre verso di loro, e molti altri passi s’udirono in risonanza.
E fu notte.
«Addio per sempre!» gridò la Green Soul.
Matt, cacciò un grido di battaglia. Improvvisamente, il suo corpo venne ricoperto da una luce accecante, che abbagliò il nemico proprio a pochi passi da lui. Non aveva smesso di gridare. Il vetro si ruppe.
Wesley e Kamili assistettero al crollo della fortezza di ghiaccio.
«Erano…davanti a noi!» esclamò Wesley, mentre la cupola, oramai visibile, cominciò a sgretolarsi.
Con un disperato pugno –sferrato col dorso della mano, e centrando in pieno il collo della nemica– Matt aveva trascinato la Green Soul verso i suoi magnifici specchi delle brame. Un impatto così feroce che fu in grado di distruggere l’intera struttura.
Kamili fu al settimo cielo. Gridò il suo nome, lui le restituì un piccolo sorriso esausto, prima d cadere senza più un briciolo di forza. Wesley notò immediatamente il vegliardo abbattuto, disteso a terra con respiro affannato.
La battaglia era terminata. Era tempo di tornare in trincea, sperando che i propri compagni fossero sopravvissuti.
«Matt ti prego, rispondi!» gridò la ragazzino dalla pelle di cioccolato, non ottenendo risposta.
Anche Wesley si assicurò delle condizioni del Mago. Era debole, ma respirava aria di vita, era sorridente. Tuttavia, fu la Green Soul fu la prima a rialzarsi, dolorante, ma stranamente serena.
«Avrei dovuto concludere questa storia tanto tempo fa. Mi sono ridotta all’errore, come gli umani.»
Kamili e Wesley si accorsero della nemica, e si misero in guardia, tentando di proteggere i loro eroi, pur sapendo di non avere la minima chance.
«Ho persino dato fiducia all’umanità, ed ecco che il piano di distruzione di Nati è andato completamente in rovina. Ci siete sempre voi di mezzo, in ogni mia sventura, voi…persone!» tossì, leggermente debilitata, ancora le conseguenze dell’ultima freccia di Matt «Ma ora io vi…»
Chiara notò un cambiamento colossale nello sguardo dei due ragazzini rimasti a protezione dell’umanità. Sembravano terrorizzati, da qualcosa di ben più temibile della signora della morte. La Green Soul avvertì uno strano peso sulla gamba destra, e capì.
«Una catena mistica?! Non ci credo…»
Un enorme portale circolare, circondato da simboli indecifrabili all’occhio umano, si spalancò alle sue spalle, come una pozza color arcobaleno, pura e magica.
«Che diavolo è quella roba?!» Kamili sperava davvero di non essersi addormentata.
«Quel luogo…è da li che nasce la Magia…» cercò di spiegarle Wesley, poco rassicurante.
La catena che aveva ingarbugliato la Green Soul, proveniente dal portale misterioso, cominciò a stringere rapidamente.
«NO! NON ORA!» gridò Chiara, cercando di sfuggire da una forza perfino più maestosa della sua.
Era inutile, la sua gamba non si muoveva di un millimetro.
«Il suo incantesimo…si sta ritorcendo contro di lei! Come aveva detto Fiorenzo!» affermò Wesley, rincuorato. Forse quel barlume di vita che aveva scovato tra le nuvole non sarebbe stato necessario.
Un orribile verso, come falsato da tante piccole controvoci di bambini, provenne da quel portale misterioso. Il suo interno, da fiume sacro e multicolore, cominciò a scurirsi, fino a diventare un lago di buio pesto.
Al fuoriuscire di un enorme artiglio, dai muscoli sproporzionati e dagli artigli di platino lunghi quasi due metri, Kamili non poté far altro che gridare, in preda ad un tremore quasi perenne.
«NO! Non può finire così!»
L’artiglio emanò tutta la sua forza, afferrando la catena, adesso nera come ogni sua fibra muscolare, e cominciò a tirare, per portare il tributo nel suo mondo.
«La Green Soul…sta per precipitare nel baratro! Sta per sparire!» con le lacrime agli occhi, Kamili non sembrava più in possesso delle sue emozioni. Si erano unite mano per la mano, in unico momento esplosivo.
«Fiorenzo! Ce l’abbiamo fatta!» Wesley si voltò nuovamente verso il Mago, gioioso, ma solo per un attimo.
Kamili fiutò un silenzio sospettoso, raggiunse il vegliardo con lo sguardo, ed ebbe la stessa reazione del biondino.
Chiara cadde a terra, pancia in giù. La catena stava per trascinarla nell’abisso, niente poteva fermarla.
La volontà che l’aveva fatta diventare invincibile le era stata negata per sempre, e l’unica cosa che le fu concesso, fu guardare ciò che aveva attirato l’attenzione dei due ragazzini.
Aveva rigettato sangue.
La vita che poco prima c’era nei suoi occhi non era più la stessa. Si era ammalata di mortalità.
«Fiorenzo! Che cosa le succede?!»
Wesley notò la mano del Mago, sempre più sofferente, poggiata sul petto. Aprì l’uniforme. Cominciò a piangere.
«Oh…mio Dio…» un emorragia interna devastante si era diffusa per tutto il suo petto, stava collassando ogni cosa, una fila sanguinosa di tasselli del domino. Come se non bastasse, sembrava che la ferita si fosse in qualche modo infettata anche all’esterno, toccata dalle luride mani della Green Soul.
«No…no!» Kamili sollevò Matt ancora una volta, per adagiarlo vicino a Fiorenzo, poi pose le sue mani sul petto dilaniato del vecchietto «Io…forse lo posso curare!»
Evocò la forza guaritrice che aveva salvato il suo amato, nuovamente con i suoi magici occhi da fata.
«Non…funziona! Perché?! Curate questo male, particelle fatate!»
«E’ inutile…» sospirò Fiorenzo, ringraziandola con lo sguardo «Non ti sforzare, dolce ragazzina!»
Kamili ebbe un sobbalzo. La cura miracolosa aveva funzionato solo nel fiume, con una quantità di Fairy Particles ben superiore. Come se non bastasse, tutto il processo era stato così faticoso, che sarebbe stato impossibile ripeterlo in un breve periodo.
«La prego resista!» tentò scoraggiato Wesley «Resista ancora un po’!»
«Ci sto provando davvero, caro ragazzo…ma quello che sento ormai sembra svanire, tutto sembra svanire…»
La voce disturbante della Green Soul si fece strada in quella triste situazione, lentamente stava per finire in pozzo infinito senza ritorno. Cercò in ogni modo di aggrapparsi a qualcosa, graffiando persino il terreno con le sue unghie, ormai i suoi piedi erano già stati risucchiati.
«Stai zitta e crepa! Maledetta!» gridò Kamili, non avendo pietà per quelle urla di panico tutt’altro che sommesso.
Fiorenzo sembrò acquistare un attimo di tenacia. Con gli occhi spalancati tentò di scagliare un incantesimo, a nulla servirono i rimproveri di Wesley. I suoi occhi cangiarono ancora, mentre sussurrò la formula, per qualche strano motivo senza farsi sentire da tutti i presenti.
E poi sorrise, per l’ultima volta.
«Non abbiate timore della vita, ragazzi miei. Ciò che ci ha riservato, per quanto orribile certe volte possa sembrare, non è altro che una prova. Un esame che ci porta a scalare vette insormontabili. Non perdete la vostra voglia di sognare. Credete nella vostra vita…io forse, l’ho fatto troppo tardi…»
Accasciò la testa verso sinistra. I suoi occhi si spensero improvvisamente.
Kamili diede sfogo al suo pianto, abbracciando il vegliardo, sporcandosi del suo sangue, fiero di mille battaglie.
Ma qualcosa di più terribile stava per accadere.
Matt si svegliò spaesato, proprio a fianco del corpo di Fiorenzo, e fu la prima cosa che la sua vista gli donò.
Urlò di dolore, prima di cercare in tutti i modi di svegliarlo, accasciandosi vicino a lui, senza più la forza di lottare. Wesley chiuse gli occhi di un pilastro dell’umanità, oramai partiti verso un viaggio infinito.
Non c’era altro da fare, se non ritornare a casa.
Qualcosa li trattenne. Si voltarono.
L’unica cosa che non aveva ancora toccato il baratro era il braccio della Green Soul, appigliato alla roccia.
Le catene si spezzarono, il procedimento si bloccò, e con una fredda fatica, Chiara cominciò a scappare dalla sua tomba.
«Non ci credo…ha…mentito.» pensò Wesley, terrorizzato.
Con uno sguardo divertito, la loro nemica si accasciò a terra, esausta. Il portale si chiuse dietro di lei, con l’ultimo richiamo di una Bestia impotente.
«Il mio vero obiettivo è stato raggiunto appena in tempo…che bellissimo colpo di fortuna. Fiorenzo è morto, e la Bestia non mi divorerà più. Ora la bestia sono io, e voi le mie prede.» esclamò la donna, che cercò di rialzarsi troppo velocemente, barcollando e rischiando di cadere.
«E’ stato tutto inutile…» sospirò un Wesley affranto «L’ha ucciso…e ora noi…»
«STAI ZITTO! Sarò io ad ucciderla!» afferrò la sua penna, facendola plasmare nello stocco che ancora non aveva sfoderato.
Chiara attese il suo assalto scellerato, e anche se con qualche difficoltà fisica, riuscì a respingerlo facilmente con un calcio mirato allo stinco. Fu come una pallottola.
«Sono debole è vero. Ma questa armatura mi permette di essere ancora superiore a voi, specialmente ad un ragazzino inutile come te!»
Mentre Matt era ancora alla prese con la gamba sinistra sofferente, la Green Soul decise di finirlo senza troppi indugi.
«No…non può finire così…non voglio morire così!» pensò Matt, guardando l’artiglio del male preparasi all’ennesimo omicidio.
Venne sbalzata da un esplosione rossastra, che la fece indietreggiare di qualche passo.
«Ancora!» gridò Leila, scagliando immediatamente il dardo successivo, ricolmo di un energica nebbia rossastra.
«Perchè non ho avvertito il colpo?!» esclamò Chiara, parlando a se stessa.
«E’ arrivata!» gridò Wesley, l’aquila rossa che aveva scorto tra le nuvole non era stato un gioco della mente.
«Ancora!» un altro dardo, e la nemica fu sempre più lontana da Matt, le scaglie dell’armatura cominciarono a cadere.
La Green Soul tentò di avvicinarsi al ragazzino, ma Leila fu molto più svelta.
«Ancora!» altri frammenti di armatura si sgretolarono, mentre le frecce continuarono ad essere scoccate, sempre con lo stesso comando.
All’ultima freccia, qualcosa cambiò.
«Fury! Adesso!» la piccola aquila dispotica si lanciò contro la Green Soul, come se si fosse avventata verso una preda debole, indifesa.
L’effetto del colpo fu a dir poco stupefacente. Non solo l’armatura si distrusse completamente, ma l’energia rossastra si disegnò sul petto del bersaglio, ormai rimasto in lingerie, formando l’impronta del pugno chiuso di Leila, emanando un onda d’urto che respinse definitivamente la Green Soul da ogni suo misero tentativo.
Non avrebbe mai potuto sconfiggere quella donna dai folti capelli scuri, così furiosa e così calma, pronta a riafferrare il primo dardo che sarebbe tornato tra le sue braccia.
Chiara emanò rapidamente una nebbia verdastra, che la trasportò ad una manciata di metri dal campo di battaglia, ancora perfettamente visibile, evitando per un millesimo di secondo il dardo che la madre di Matt aveva prontamente scagliato. La dea bendata la stava tenendo appesa ad un filo sottilissimo, ma efficace.
La creatura non poté far altro che allontanarsi a piedi, in una corsa velocissima ma allo stesso tempo derisoria.
La Green Soul sapeva che se Leila l’avesse seguita, avrebbe lasciato in pericolo tutti gli altri, ancora in grado di essere sterminati dalla sua furia. Correre era l’unica chance che le era rimasta, un Deep Green di alto profilo l’attendeva in un angolo della montagna, avrebbe dovuto soltanto raggiungerlo.
Leila decise di seguirla. Cominciò a correre con tutta la sua forza, anche se trasportata dalla nebbia verde, Chiara si faceva sempre più lontana.
Aveva la paura dipinta negli occhi, nonostante fosse certa di essere sfuggita alla fine in due occasioni, era la prima volta che provava quella sensazione, in tutta la sua inspiegabile esistenza.
La furiosa donna con la balestra si guardò indietro. Il suo piccolo era completamente scioccato, il corpo di Fiorenzo giaceva senza onore in un campo di battaglia impietoso, una calca di curiosi stava per raggiungerli.
Si fermò.
Era stato lui a trasportarla in quel luogo. Era stato il suo ultimo incantesimo. Non poteva allontanarsi di nuovo, rendendo vano il suo ultimo sforzo.
«Io…non posso rischiare la loro vita. Non posso sapere se questa sia un esca oppure no. Non c’è nessuno che possa proteggere il villaggio.» si voltò verso Matt, che si coprì il volto con le sue mani sporche, non facendo altro che intenerire la madre «Mi dispiace Matt. Io non posso mettere in gioco la tua vita. Non di nuovo.»
La Green Soul non smise di correre. Era al sicuro, ma le sue gambe non si fermarono. L’incubo di quegli occhi rossi la stavano ancora inseguendo, e l’avrebbero fatto per ancora tantissimo tempo.
Qualche ora dopo, giunsero Jane e Loretta, trasportate da un elicottero di fortuna. Appena saputa la notizia, Jane cercò di essere fredda, ma nel suo mondo la rabbia stava governando i suoi pensieri. Loretta invece, ebbe un mancamento, un avvenimento nefasto che la tutta la popolazione tradusse come un segno nefasto.
Peter fu più sfortunato, e per qualche strana ragione, cadde in un sonno che perdurò per ben due giorni. Ssecondo l’espressione che mostrò in quelle quarantotto ore, non fu la gioia che ritrovò nei suoi sogni.
Nessuno invece riuscì a capire cosa si celasse dietro al cappuccio di Enigma. Quando venne informato, si chiuse in casa a scrivere il suo nuovo diario. Scrisse del suo passato, e di un ricordo del presente. La persona che l’aveva salvato tanto tempo prima dalla sua stessa famiglia ora non c’era più. Era l’unica spiegazione possibile, dato che un senso di profondo vuoto, l’aveva attanagliato senza più lasciarlo. Non avrebbe mai potuto ripagare il suo debito.
Miriam e Leila cercarono di costruire qualcosa da un edificio in macerie. Non si distrassero, abbracciarono i loro figli ogni giorno, si misero in contatto con tutti i membri della Nuova Alleanza. Ma per Matt il loro affetto non fu sufficiente, era come se non si ricordasse più cosa significasse sorridere.
Il Governo venne messo in subbuglio, agitato dalle innumerevoli manifestazioni che il popolo cominciò a diffondere in tutta Gracalm, mentre il resto del mondo guardò tutto dall’alto, e in silenzio. La pretesa era soltanto una vita che molti degli abitanti non avevano mai posseduto, senza la paura di addormentarsi verso un nuovo giorno. Arrivò il funerale di Fiorenzo.
Una pioggia leggera e fastidiosa accarezzò molti volti, già inumiditi dalle lacrime. Chester rimase impassibile, una bugia dolorosissima. Leila fu la prima a donare un fiore davanti alla bara, vestita di nero, con un velo a coprirne l’identità, elemento fondamentale che fortunatanente rimase segreto anche per il resto del gruppo, tutta la O.A.G. compresa.
Sette spari vennero annunciati in suo onore, da soldati in uniforme, dimostrando comunque una tremenda esitazione. Tra una miriade di presenze in nero, una mancò all’appello.
Matt decise di non presentarsi, non riusciva a togliersi di dosso quel risveglio, quel maledettissimo risveglio, dove lo sguardo della speranza ormai se n’era andato per sempre. Rimase nel suo letto, senza energie, stringendo il suo cuscino. Non versò una lacrima.
Dopo l’incredibile sconfitta da parte dell’Esercito, almeno per quanto riguardò l’infiltrazione della Green Soul nella base militare, il dito del giudizio venne puntato contro Chester. Fortunatamente i suoi trascorsi eccezionali gli consentirono di tenere il suo posto dove gli spettava. Fu comunque un procedimento senza dignità, dove una corte marziale lo trattò come un ragazzino, tra invidia e paura. L’avrebbero tenuto d’occhio come una cavia di laboratorio.
Nessuno riuscì a pronunciare quel nome. Il nome della creatura che aveva spazzato via uno dei pilastri più forti del fronte.
Venne indetta una conferenza stampa dallo stesso Chester, per cercare di diramare delle nuove misure di protezione, in una Calvas ormai sempre più disabitata. I Wolfram, davanti alla televisione erano pronti ad ascoltare le sue parole.
Dopo un breve discorso sulle formazioni che l’esercito avrebbe occupato nelle varie città ad alto rischio, cominciarono a suonare i tasti stridenti di un avvenimento storico, che purtroppo non si poteva insabbiare.
«Riguardo ciò che è accaduto al villaggio di Nati, non posso che scusarmi con tutti voi. Come Generale questa volta ho fallito su tutti i fronti, e se il Governo non avesse davvero fiducia in me, a quest’ora sarei l’ultimo dei mozzi. Se verrò nuovamente preso in scacco, allora potrete anche fare di me ciò che volete, la condanna capitale a quel punto sarebbe un onore per me. Tuttavia, anche se non ho giustificazioni, non posso eludere un dettaglio che nessuno di noi vorrebbe sentire: la Green Soul è tornata, e si trova qui, a Gracalm. Tra di noi. Abbiamo scoperto tante cose su di lei. Veste i panni di una donna, di cui ormai l’identità a voi sarà ben nota. E’ intelligente, maniacale, ma non del tutto apatica, ed estremamente calcolatrice. Si deduce che abbia molto più di umano di quello che vorrebbe farci credere. Si basti pensare che in questo caso, quando è dovuta scendere in campo, l’unica perdita che abbiamo ricevuto è stata quella del nostro Mago, un eroe che noi non dimenticheremo. Un altro ringraziamento va dato al capitano della Nuova Alleanza, senza il suo aiuto la Green Soul avrebbe potuto seriemente sterminare il villaggio. Ha capito che qualcosa fosse andato storto quando ci ha trovati irreperibili, così come i suoi contatti, isolati tra le montagne delle Tower Mountains.»
«La Nuova Alleanza ha fatto tantissimo in questi mesi, cosa ne pensa del coinvolgimento dei civili nella lotta contro i Green Blood?» trepidante domanda di un giornalista interessato.
«Li ammiro. Ammiro davvero il loro coraggio. Ma corrono anche pericoli che il loro coraggio nasconde ai loro occhi, ed è per questo che, sono davvero dispiaciuto ad annunciare queste parole. Tutte le O.A.G di Gracalm da questo momento sono congelate. Non possiamo davvero permettere che altre vite vengano bruciate nel silenzio. Le organizzazioni si limiteranno a compiti che non riguardano campi di battaglia, ma solamente di supporto, e non potranno gestirsi autonomamente. L’Esercito si occuperà del resto, questa è la decisione del Governo.»
Disgustato, tolse la bocca dal microfono. Sapeva che questa decisione avrebbe implicato una terribile ritirata al fronte, almeno per quanto riguardava buona parte dei terreni liberati dalla morte. Ma senza Fiorenzo, un esercito sfiduciato avrebbe perso ogni volontà di combattere. Proteggere i civili era l’unico obiettivo che il Governo reputò sensato.
«Non finisce qui…» sussurrò Leila, battendo la mano sul tavolo, mentre i figli non ebbero parole da sfoderare.
Nella battaglia tra il bene e il male, tutti rimasero sconfitti, perfino la morte stessa. Matt tuttavia, rimase più scottato degli altri.
Il suo sogno, il sogno del suo papà, si era improvvisamente sgretolato. Tornare alla propria vita sarebbe stato impossibile. Ma andava fatto, con un sorriso vero oppure falso.
Nella stessa notte della conferenza, decise di dormire sul balcone, cercando nell’aria fresca dell’estate qualcosa che lo facesse sentire meglio.
Non si poteva distrarre col suo amato computer, sapeva benissimo che la Green Soul aveva rintracciato quella sfortunata videochiamata, e che ormai ogni cosa era in mano alla Polizia postale.
Guardò il cielo povero di stelle, ma qualcosa lo distolse dal sonno. Sembrava che qualcuno avesse dato una bella lezione ad un'altra persona. Voltandosi a sinistra, notò che una persona di suo conoscenza aveva messo al tappeto un soldato dell’esercito, uno dei tanti che ormai passavano la nottata attorno all’appartamento di Matt.
«Green Killer!»
«Se fossi in te me ne scapperei da qui, se questi allocchi dovrebbero farti la guardia, allora si che siamo messi male!» il misterioso ragazzo scese con un abile balzo davanti ad un Matt rincuorato.
«Lo sai che…presto lo scopriranno vero?»
«Pensa agli affari tuoi piccoletto.»
«Perché ti sei preso la briga di venire fin qui? C’è qualcosa che mi devi dire?»
«Volevo solo farti sapere che…se hai bisogno di qualcuno, io sarò nei paraggi, se tu vorrai. Dai, non farlo sembrare più mieloso di quanto non sia! »dietro quel passamontagna si nascose un velo di buona arroganza.
«Beh, in fondo siamo amici. Non me lo sono dimenticato sai?»
«Ottima memoria.»
«Ti ringrazio, è davvero un bel gesto, anche se non credo tutto questo mi passerà così facilmente.»
«Nel caso dovessi prendere a calci qualcuno, basterà uno squillo a questo numero.» gli porse un altro biglietto da visita, con la velocità di un croupier «Ma è un numero segretissimo, ti pregherei di non diffonderlo in giro.»
«Non ti preoccupare, sarò buono. Anche se…questo mondo non guarda in faccia nessuno. Forse non dovrei nemmeno pensare ad essere buono. Di fronte a cose più grandi, noi umani non siamo che esseri inutili.»
«E chi ti ha detto queste stupidaggini?!» ribatté il guerriero, afferrandogli il polso, stringendolo forte.
«Mi sembra…di averlo appreso, da tutto ciò che è capitato. Forse è il momento di accettarlo.»
«Beh, in parte è vero. Noi umani dall’alto ssiamo delle piccole formiche insignificanti, ma non dimenticare una cosa. Le formiche hanno la forza di compiere cose straordinarie, così come una O.A.G straordinaria è riuscita a respingere la Green Soul per conto prorio. Non sottovalutare mai il tuo potere, per quanto piccolo ti possa sembrare. Un giorno si dimostrerà grande, prima o poi farà la differenza.»
Un abbraccio improvviso, unito ad un redivivo sorriso, investì il cacciatore di taglie, che rimase impietrito ma felice. Urla di soldati in corsa si udirono da qualche metro di distanza.
«Forse è meglio che tu vada.»
«Ripensa a ciò che ti ho detto ragazzino. E se hai capito cos’è la tua forza, non esitare a chiamarmi. La vita è brutta, se ti fai schiacciare da essa per tutta la tua esistenza.»
Saltando da un tetto all’altro si dileguò, lasciando a Matt qualcosa che aveva smarrito negli ultimi giorni. Un alternativa, stampata in un pezzetto di carta.
«Avresti potuto chiedergli di più, signor Green Killer.»
«Non è ancora il momento.»
«Ma dai, sembrate già amici per la pelle, tu e quel frignone.»
«Un frignone che ha combattuto da solo contro la Green Soul, prendendola letteralmente a pugni per alcuni attimi della battaglia. Magari fossero tutti dei frignoni.»
«E allora cosa pensi di fare?»
«Io? Non farò proprio nulla. Se lo conosco abbastanza, sono convinto che prenderà una decisione.»
«E cosa te lo fa pensare? Forse non lo conosci così bene come sembra.»
«L’ho vista nei suoi occhi. Una luce particolare, che non avevo mai catturato prima d’ora. Non so cosa accadrà alla sua O.A.G., ma sono sicuro di una cosa: non finisce qui. La sua storia non finisce qui. Quel ragazzino ha ancora da dimostrare tante cose a questo mondo fatto di pusillanimi e pecore.»
«Quanta fiducia riposta in un ragazzino qualunque! Ma forse mi fiderò di te.»
«Non vorrai mica scommettere vero?»
«Assolutamente no. Hai una fortuna sfacciata con le scommesse.»
TO BE CONTINUED…