Scusate il ritardo enorme! Sono stato in vacanza e poi esami...esami esami...ma fortunatamente il capitolo non è tanto corto e c'è tanto da scoprire
Buona lettura, e grazie...
A breve una minimappa per farvi avere le idee chiare!
2.3 Cristallo“Non ti ricordi proprio nulla?” chiese Kamili, lanciando il suo ultimo salvagente.
“Ricordo strappi confusi del mio viaggio verso il villaggio, nulla di più.” cercò di aumentare il suo distacco, era troppo imbarazzato “Scusami...ma non posso provare qualcosa che adesso non sento mio. Sei una grande amica per me, e non ti sostituirei a nessuno. Ma adesso...non è il momento giusto.”
Kamili non riuscì a trattenersi.
Sferrò un pugno devastante sulle piastrelle, che si spaccarono inermi, creando una strana decorazione fatta di crepe dolorose.
“Maledetta Green Soul!” gridò affranta, lasciando che le lacrime le bagnassero il viso “Se non ti avesse fatto del male...”
“Come ha fatto...mi ha colpito così forte da farmi sbattere la testa?” Kamili si ammutolì, era molto più grave di ciò che pensava.
“Non ricordi nemmeno...quando ti ha ferito al collo?”
“Ricordo la permanenza a casa tua e la scalata con Peter ed Enigma. Quando provo a fare di più, è come se qualcuno mi gettasse in un buco nero! Tutto ciò che non ricordo me l'avete raccontato voi.” si strinse la fronte, cercando di far comparire magicamente ciò che aveva perduto.
“La Green Soul ha distrutto la tua Risorsa. E per questo, hai temporaneamente perso i ricordi di interi mesi. E' questo che succede normalmente.” delicatamente, tolse la mano che Matt aveva agganciato al suo cervello, evitando che si facesse del male “Non è colpa tua. Forse...quel brutto shock non ti ha permesso di assimilare i ricordi di quella giornata, nonostante sia riuscita ad aggiustare la tua penna.”
“Lo so. E per questo ti sarò sempre debitore.”
Kamili distolse lo sguardo dal ragazzo che le era sempre stato a cuore.
Sapeva di essere egoista. Non voleva guardare l'amore che aveva inspiegabilmente perso, nel giro di qualche drastico secondo.
“Ho bisogno di stare sola per un attimo.” nonostante l'impossibilità della richiesta, Matt decise di accontentarla.
Mentre la ragazzina si adagiò in un angolino sperduto della cella, il ragazzino dalle occhiaie pronunciate si sentì profondamente criminale. Un giudice implacabile avrebbe presto enunciato la sua condanna: un senso di colpa che avrebbe graffiato il suo cuore per molto tempo.
“Che razza di area è questa?” affermò un Vincent incuriosito.
Dei corridoi scavati nella madre terra si snodavano in una serie di cunicoli, illuminati da vecchie lampade smorte, dal verde chiarore.
Dopo aver superato il sigillo della finestra misteriosa, il gruppo di ribelli aveva attraversato il portale, lasciando alle loro spalle un altro sigillo da parte di Enigma. Non ebbe il tempo di renderlo perfetto, poiché il vento gelido dei ghiacci più remoti aveva soffiato sul loro collo.
Loretta si era diretta verso il basso, la loro prima inseguitrice. Chester invece si era recato al centro di comunicazione che si trovava dalla parte opposta, e constatò quanto l'impianto fosse stato devastato da un solo temibile guerriero.
“Cerchiamo di avanzare con cautela.” suggerì Leila, pronta alla marcia “Abbiamo tagliato le loro trasmissioni, ma i loro agenti ci staranno sicuramente aspettando.”
“Mi raccomando, specialmente voi, Jane ed Enigma. Avete il potere di ridurre drasticamente il tempo che perdiamo in combattimento. Continuate sulla stessa strada.”
“In che senso? Non posso distruggere tutto come ho fatto prima?” chiese la ragazzina, bramosa d'azione.
“Hai fatto la scelta giusta poco fa, ma sarebbe meglio che inghiottissi i nostri nemici nel tuo universo. Sai, senza tutti quegli effetti speciali...”
“Farò finta di non aver sentito.” esclamò Leila facendo la spiritosa. Sapeva molto bene cosa la figlia fosse in grado di combinare, specialmente dopo essersi esercitata con lei in prima persona.
“Va bene...cercherò di reprimere il mio formidabile talento. Ma solo perché sono di buon umore!” rispose Jane, sfociando nell'arroganza.
“Lo dico per il tuo bene.” puntualizzò Vincent “Fino a questo momento abbiamo avuto successo solo perché siamo riusciti a coglierli impreparati. Non conoscendo le nostre abilità non hanno avuto il tempo di sfoggiare le loro. E fidati, meglio non sapere di cosa quegli agenti siano capaci.”
Il volto di Jane non sembrò impressionato, ma tutti il gruppo assimilò perfettamente i consigli del cacciatore. Decisero di proseguire, scegliendo una delle gallerie, senza dividersi nemmeno per un istante.
“Dobbiamo trovare Matt, e in fretta! Se gli sfuggisse qualcosa sarebbe davvero la fine!” concluse Vincent, facendo strada.
Per dieci minuti, i ragazzini rimasero immobili, fissando le nicchie più buie della stanza. Poterono udire i loro respiri affannosi, i loro singhiozzi affranti.
Un flash.
Quella scintilla di luce che precede il rombante tuono.
Nella mente di Kamili c'era solo rancore, riversato in una creatura che da sola, era stata capace di rubarle il desiderio del suo cuore.
Il trucco di una fata rabbiosa si dipinse sul suo viso, ancora umido di dolore, ma bellissimo nell'aspetto.
“Ora ce ne andremo da qui! Non posso...non posso sopportare tutto ciò!” strepitò inviperita, prima di avvinarsi minacciosa vicina alla porta del loro carcere.
“Cosa stai facendo?!” Matt cercò inutilmente di farla ragionare “Anche se tu sfondassi la porta, non andremmo da nessuna parte. Ti prego non metterti in pericolo!”
L'apprensione del possessore della penna non riuscì a scalfire quella crisi, ed una mano di polvere fatata fu in procinto di schiacciare quell'apatico acciaio.
Si fermò, quasi qualcuno avesse trovato il suo interruttore. Lo stesso valse per un Matt particolarmente confuso.
“L'hai sentito anche tu?” chiese il ragazzino dalle occhiaie pronunciate.
“Certo che si...la porta!” si avvicinò alla barriera che li aveva separati dalla libertà. Non stava sognando, qualcuno l'aveva sbloccata.
“Facciamo con cautela.” commentò Matt, mentre fianco a fianco, i due aprirono cautamente il portone silenzioso.
In uno spoglio corridoio fatto di prigioni e piastrelle biancastre, mentre la luce elettrica splendeva con intermittenza, Matt e Kamili osservarono i corpi di ogni singola guardia.
Erano stai messi a tacere.
I loro vestiti squarciati sicuramente da una lama misteriosa.
“Credo che qualcuno abbia deciso di liberarci.” sussurrò Kamili, tornata alle sue fattezze da ragazza.
“Beh, allora non rendiamo vani i suoi sforzi, cerchiamo un modo per uscire da questo postaccio!” rispose Matt, risoluto e pronto alla fuga.
“Riesci ad avvertire qualche sigillo?” erano tutti in corsa, ma Vincent non aveva mai perso le redini dell'operazione, almeno non completamente.
“No, ma hanno già trovato l'ultimo che ho applicato, e sicuramente Loretta sta cercando di distruggerlo.” Enigma riuscì a rispondere sopportando il fiatone.
“Come fai ad esserne sicuro?”
“Mi si gelano le vene. Non credo quella donna sia capace di districare i sigilli normalmente, ma in qualche modo grazie alla sua Risorsa riesce ad inibirli, congelandoli completamente.”
“Dobbiamo avanzare il più possibile, anche se questo significa cadere in una probabile imboscata.” puntualizzò Leila, fiduciosa.
Buonasera!“Che diamine?!” gridò Mike, colto di soprassalto.
Anche se il gruppo era riuscito ad interrompere le comunicazioni, gli altoparlanti sparsi nella struttura erano perfettamente funzionanti. Esattamente come per un ristretto numero di telecamere, supportato dal centro di comando generale.
Noto con piacere che abbiamo ospiti! Come state?Impulsivamente, il gruppo di ragazzini si fermò ad ascoltare, ma Vincent e Leila li spronarono a proseguire.
Probabilmente già sapete chi sono.
Quel birbante ometto,capitano degli attuali Servizi Segreti di Gracalm.
Voi mi conoscete, come io conosco voi.
Congratulazioni! Nessuno era mai riuscito nemmeno a sorpassare il portone del Palazzo Clarmont!
Siete giunti nella nostra bellissima Area Verde, che mattacchioni!
Permettetemi di fare il gentiluomo.
Lo sapete che parco giochi avete scelto?
Sapete cosa state facendo?
Vi siete resi conto, di quale stupido errore vi siate macchiati?Nonostante fossero concentrati nella corsa, tutti i membri della Nuova Alleanza, Vincent compreso, ebbero un sussulto.
Avete sorpassato un confine, ed ora ci siete invischiati dentro.
Se proseguirete a vagare nel nostro stabilimento, sappiate che i miei agenti non si fermeranno davanti a niente pur di fermarvi.
Niente.
Avete capito?
Avete oltraggiato questa base, e ora ne pagherete le conseguenze.Justin sorrise, allietato dalla sua terrificante perfomance.
“Avete il via libera.”
“Davvero Signore? Davvero davvero?” chiese la voce di un giovane, particolarmente su di giri.
“Smettila di fare il moccioso.” un altra voce, più matura, lo rimproverò immediatamente.
“Fate come se foste a casa vostra. Dovete solo scacciare delle mosche fastidiose, e qualche pezzo grosso.”
“Finalmente!” il giovane sembrava al settimo cielo “Da quant'è che non mi confronto con qualcuno che duri più di qualche minuto?”
“Da troppo. Meriteresti qualche mazzata ogni tanto. Vorrei tanto avere il lusso di poterlo fare di persona.”
“Quanto sei noioso, solo perché sei il preferito del boss!”
“Non sentirti escluso.” esclamò Justin “Verrò con voi, come se fossimo un allegra brigata.” si sistemò la giacca di color carbone, perfezionando il suo papillon abbinato “E chiameremo anche la nostra amica.”
“Non lei!” gridò il ragazzo, scemando il suo spirito passionale.
“Ora si che ragioniamo.” commentò il più adulto dei tre, compiaciuto.
“Ma lei li farà fuori troppo velocemente!” si lamentò il giovane.
“Impareranno la lezione. Nessuno mette i bastoni tra le ruote della vera giustizia.”
Nel contempo, il gruppo dovette arrestarsi.
Una selva di Deep Green li aveva bloccati tra un cunicolo e l'altro.
“Sempre che riescano ad uscire dall'Area Verde.” affermò Justin, non particolarmente turbato “Sono capitati proprio nel mezzo di una zona alquanto complicata. Non penso abbiano mai affrontato...qualcosa del genere.”
“Che cosa ci fanno i Green Blood qui?!” ruggì il cacciatore mascherato.
Una selva di Deep Green si era schierata in una formazione a raggiera, troppo sofisticata per essere opera di normali mostriciattoli: creature dalle fattezze umanoidi, ma con volto e artigli che tendevano al color pompelmo. Attorno alla loro testa, delle piccole pietre roteavano senza sosta, mentre dei cappucci marroni coprivano i dettagli del loro volto, facendo illuminare i loro occhi gialli.
“Non abbiamo tempo di pensare, dobbiamo eliminarli!” una Jane implacabile si scagliò contro i nemici misteriosi, avrebbe utilizzato il suo potere più devastante, pur di disperdere quell'orda sinistra.
“Non andare!” gridò Vincent, fiutando il fetore del pericolo.
Era troppo tardi.
I Deep Green, alzarono le braccia, puntando con i palmi l'esuberante ragazzina. Una mistica forza avvolse il corpo di Jane in un bozzolo insidioso. Le sbarre di quella prigionia, dipinte dello stesso colore dei volti incappucciati, cozzavano ingloriosamente con la la verdognola illuminazione di quei cunicoli senza fine.
In un lampo, Jane venne spinta violentemente verso l'orizzonte, in un luogo lontano, sconosciuto, forse il nulla.
Leila ebbe uno scatto d'ira.
cagliò immediatamente una selva di dardi, infuocati di rosso bordeaux. La sentenza della donna si abbatté su quegli abomini, ma tra il disordine dei caduti, un Deep Green rimase in piedi.
“Hanno studiato uno schema che formasse delle posizioni sicure per i membri lasciati più indietro!” concluse Vincent, sempre più angosciato.
Leila e l'ultimo Deep Green vennero catapultati in un duello improvvisato, dove il grilletto più reattivo avrebbe avuto la meglio sull'avversario.
Una dardo trapassò la fronte del Deep Green, distruggendone le fattezze. Tuttavia, il trucco di luce non tardò a rivelarsi: in qualche secondo, Leila venne imprigionata e catapultata fuori dal confine di ogni occhio, ancora una volta, inevitabilmente lontano.
Il cacciatore ebbe una visione fondamentale. Afferrò lo scettro del potere con una grinta encomiabile.
“Falcon's Nest!” dopo il suo grido, sancì una ritirata senza indugi, e senza nemmeno il permesso del gruppo.
Quando la squadra tornò alle sue sembianze in un luogo sicuro, Vincent dovette chetare sguardi inquirenti e lamentele accese.
“Non potevo fare altrimenti.”
“In che senso?!” sbraitò Mike, separato da Jane “Due dei nostri membri sono stati spazzati via!”
“Sei certo di ciò che dici? Calibra bene le tue parole.” Vincent cadde nell'enigmatico, ma era l'unico modo per raggiungere il cuore del bulletto dai capelli rossi. Attraverso l'uso delle parole che tanto destreggiava nelle sue poesie.
“Spazzati via...cosa c'è che non va?” chiese stranito, mentre Peter ed Enigma lo seguivano con lo sguardo.
“Che cosa hai visto con i tuoi occhi? Descrivimi l'accaduto.”
“Lascia stare, credo di aver capito.” risparmiato da questioni di cuore, Enigma diradò la nebbia molto più facilmente del suo compagno “Se fossero state messe al tappeto, la loro Risorsa avrebbe smesso di emanare luce. Abbiamo assistito ad uno spostamento forzato, non ad una mossa letale.”
“Esatto!” gioì il cacciatore “Vi ho portato via dal campo di battaglia, poiché se è come penso, quei Deep Green sono stati creati come spie. Sono in grado di addentrarsi in ogni angolo, e di far sparire ogni possibile intruso. Sono specializzati nel disingaggiare le battaglie.”
“Se avessimo combattuto avremmo rischiato di disperderci ulteriormente.” concluse Mike, raggiungendo per ultimo la scala delle idee.
“Ma cosa ci facevano quei Deep Green in questo territorio?” chiese Peter, sull'orlo dell'incertezza.
“Sarebbe un disastro se si fossero infiltrati nella base dei Servizi Segreti!” il bulletto abbracciò i peggiori presagi.
“Dubito che sia così.” lo rassicurò Vincent, pensieroso “Se si fossero davvero infiltrati, dubito che si sarebbero fatti scoprire così facilmente. E poi...pensate alla loro formazione. Le spie solitamente lavorano singolarmente, poiché raggrupparsi attirerebbe maggiormente l'attenzione. Se si sono riuniti, significa che si aspettavano di essere trovati da qualcuno.”
“Cosa?! E come diavolo l'hanno previsto?!” Mike stava perdendo qualche ingranaggio.
“Semplice.” concluse Enigma, appoggiandogli una mano amica sulla sua spalla “Non l'hanno previsto, ma hanno capito che era l'unica possibilità. Questo perché sono intrappolati qua dentro.”
Mike rimase di pietra. Non la solida compagna di battaglia, ma una corazza fatta di insormontabili perché.
L'ammaestratrice di aquile aprì gli occhi. La prima immagine non fu particolarmente incoraggiante.
“Loretta?!” l'avevano catapultata nella stanza che aveva generato le mille finestre, proprio in mezzo al plotone capitanato dal Tenente Generale.
La professoressa ebbe un sobbalzo. Guardando attraverso la sua Risorsa, riuscì a scorgere la vera identità della donna mascherata. Prima che i soldati potessero aggredirla, scattò verso di lei, impercettibile.
“Non opporre resistenza...” le sussurrò all'orecchio, mentre cominciò a congelarle le punte delle scarpe.
“Ci sono i miei bambini la dentro!” replicò Leila, rassegnata.
“Farò in modo che tutto vada per il meglio. Fidati di me.”
Leila abbozzò un sorriso, prima che il suo volto venisse circondato da un leggero strato di ghiaccio trasparente.
“Chiamate i rinforzi!” sentenziò il Tenente Generale “Abbiamo catturato un intruso!”
Si voltò verso Leila, che silenziosa, rimase come dormiente, osservando la situazione.
“Ha lasciato che rimanessi cosciente, e che potessi vedere all'esterno...deve esserci un motivo...e bello grosso.” pensò Leila, sopportando la morsa che le congelava il corpo.
Leila venne portata via come una preziosa e antica statua, ancora mascherata. Loretta non avrebbe potuto permettere che il suo volto potesse essere scoperto, non così presto.
Quando Chester la vide, le sue speranze, un vaso di cristallo soggiogato dal vento, cominciarono a vacillare.
Il vaso si stava avvicinando alla sporgenza.
Una volta caduto, nessuno avrebbe potuto ricomporlo. Avrebbero perso ogni cosa in una selva di frammenti senza vita.
“Dove siamo diretti ora?” chiese Mike, mentre ad ogni passo, sembrava che i suoi piedi tastassero il vuoto.
“Al loro quartier generale.” rispose Vincent, pacato.
“La smettete?!” esclamò il bulletto, stufo di essere costretto ad imprecare, a causa di quei repentini colpi di scena.
“Sarò breve.” in una corsa mozzafiato, il cacciatore si affiancò al granitico pel di carota “Che cosa fanno gli agenti dei Servizi Segreti? Lavorano in incognito giusto?”
Mike annuì, tentando di conservare i polmoni per la corsa, evitando altre fughe di fiato involontarie.
“Come abbiamo supposto, quei Deep Green non possono uscire da qui. Questo poiché qualcuno deve tenerli richiusi qui, con qualche incantesimo. Ora...noi ci troviamo in un covo segreto gestito da Justin in persona, per cui, molto probabilmente gli esseri che abbiamo incontrato sono stati portati qui per...”
“E' una zona addestramento!” gridò il bulletto, tappandosi la bocca da solo in un secondo momento.
Mentre Peter ed Enigma sorrisero soddisfatti, la mente dell'operazione si agganciò alla conclusione appena dichiarata.
“Sono tenuti sotto controllo, e non possono uscire da questi cunicoli. Guarda caso, questi corridoi sono illuminati di verde, un ottimo colore con cui i Green Blood possono mimetizzarsi. Qui le reclute imparano a muoversi in ambienti angusti, evitando di essere scoperti dalle entità che vagano per questi luoghi. E nel caso le reclute non siano abbastanza prudenti...vengono scacciate senza appello. D'altronde, una volta che salta la copertura sei già al game over.”
“Wesley sarebbe fiero di me!” ridacchiando, Mike non riuscì a darsi un contegno.
“Visto che sei così sveglio, prova ad indovinare dove ci stiamo dirigendo.” sembrò quasi che Enigma volesse ricordargli il quiz esplosivo che mesi addietro gli aveva proposto.
Il bulletto esitò, ma Enigma cercò di avvicinare il suo animo al suo, comprensivo.
“Non puoi essere come lui. Non puoi diventare un cervellone come Wesley. Nessuno di noi può.” aveva colto nel segno “Tu sei te stesso e sei come sei. Nulla di più e nulla di meno. Pensa con la tua testa, e non con quella altrui. Ce la puoi fare.”
Qualche attimo, ed ecco che Mike scaricò le informazioni, direttamente provenienti dalla sua zucca rossa. La sua fiducia era rovente come non mai.
“Dalla parte opposta da dove siamo entrati!” i tre compagni di viaggio avrebbero applaudito gioiosamente, se non fossero stati braccati dalla fretta “Jane e Leila sono state scaraventate verso due direzioni. Se il mio senso d'orientamento non m'inganna, la mamma di Matt è stata diretta verso il Palazzo Clarmont, mentre Jane dalla parte opposta! Devono averla portata da quella parte!”
“L'amicizia con Wesley ti ha fatto bene.” il pungente sarcasmo di Enigma, ma questa volta senza alcuna cattiveria.
“Allora avanziamo, ad ore dodici!” affermò un Mike sempre più prorompente “Andiamo a salvare Jane! Seguitemi!”
Con uno scatto si pose in prima linea, manovrando il gruppetto in fuga. Peter ed Enigma si guardarono titubanti. L'entusiasmo del loro amico era certamente onorevole, ma sembrava quasi si fosse dimenticato di Matt e Leila.
C'era un solo pensiero che gli donava qualcosa, quel magico carburante necessario per continuare a correre ancora. Lei.
“Ok, penso che vada bene.”
“Matt...non funzionerà mai!”
Kamili avrebbe potuto donare la sua fede in uno scrigno luccicante, avrebbe potuto credere ad ogni sua parola. Ma purtroppo, per quanto avesse tentato, non avrebbe creduto alla riuscita di una messinscena simile: si era vestito di tutto punto, rubando giacca e cravatta dall'ufficiale più snello possibile. Non abbastanza, date le maniche cadenti e i pantaloni con un doppio risvolto. Gli occhiali da sole che aveva indossato non rendevano il suo volto più adulto come lui aveva immaginato. Non si era mai visto un travestimento più inefficace.
“Perché ti sei conciato così?” Kamili cercò di farlo ragionare.
“Non mi stanno poi così larghi!” rispose Matt, arrampicandosi sugli specchi.
“Capisco che andare in giro con passamontagna e impermeabile attirerebbe l'attenzione...ma così sembri perfino più sospetto!”
“E invece ti dico che funzionerà. Farò finta di averti catturata. Basta che evitiamo di avvicinarci troppo a loro!” non c'era verso, non avrebbe cambiato quell'idea, gli piaceva così tanto che quasi non gli interessava di rischiare.
“E va bene...” concluse Kamili, sconsolata “Ma almeno, sistemati questa cravatta!”
Gli strinse il nodo della cravatta, trattandola dolcemente, guardandolo negli occhi. Interruppe istantaneamente quel contatto visivo, ricolma di speranza perduta.
“Ehm Kamili, mi stai quasi strozzando.” esclamò Matt, sorridente.
“Scusami! Mi sono incantata!” rispose la ragazzina, cercando di evitare un altro dramma.
“Grazie.” sussurrò Matt, riconoscente “Forza, andiamo a prenderli a calci!”
“Sembra che ci sia un varco da quella parte!” dichiarò Vincent, col fiatone.
Il quartetto decise di infondere i loro sforzi negli ultimi istanti di corsa.
Finalmente trovarono una porta, e il capitano del gruppetto decise di evitare ulteriori distrazioni. Una formula, unita all'apparizione del martello dal becco urlante, sancirono degli effetti decisamente dolorosi, che gli agenti appostati nella stanza avrebbero drasticamente subito.
Il verso del falco fu lancinante, la porta venne completamente sfondata, scagliata contro gli agenti da maestose onde sonore. I tre ragazzini fecero il resto, neutralizzando i nemici in preda alla confusione con colpi semplici e ben assestati.
“Questa stanza è pulita.” constatò l'ex Green Killer “E' un armeria, dove gli agenti si preparano prima dell'addestramento. Avevamo ragione!”
“Da questa parte, c'è una porta automatica!” gridò Peter, cercando di aprirla, prima che un roccioso bulletto la sfondasse.
Un lungo corridoio grigiastro, illuminato dall'impianto energetico d'emergenza, e addobbato da enormi vetrine da ambo le parti, sembrava il prossimo, innocuo ostacolo.
Il gruppetto di combattenti non esitò, e decise di percorrerlo tutto d'un fiato, prima che Vincent, inaspettatamente, non osservò oltre le buie vetrine con la coda dell'occhio.
“Che cosa succede?!” disse Enigma, sbuffando.
Vincent afferrò il suo binocolo.
L'aveva vista, una luce provenire dalle tenebre.
Non si erano resi conto di essere scesi di molto al di sotto della superficie.
Attorno a loro, enormi ed altissime gallerie naturali erano state scavate dal quel pianeta misterioso, giorno dopo giorno. Alcune era diverse.
Aveva le stesse incisioni delle pareti all'interno delle Tower Mountains, e uno scrosciare particolarmente soffocato proveniva dalle profondità del luogo.
Attorno a loro, le gallerie si estendevano per chilometri, illuminate dalle incisioni brillanti, ma soprattutto, da pietre gigantesche apparentemente della stessa brillante essenza, che splendevano in lontananza come fari nell'oceano.
Non poteva essere opera dell'uomo.
C'era un altro mondo da scoprire. Una terra ora governata dai Servizi Segreti di Gracalm.
Erano entrati nel vastissimo regno di Justin.