Detective Conan Forum

Matt e la Penna. Il mistero del muro di fuoco., Volevo condividere un racconto a cui tengo davvero!

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view post Posted on 8/6/2016, 11:22     +1   -1
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CITAZIONE (Daniel Skywalker @ 7/6/2016, 14:53) 
Questa nuova parte della storia è molto eccitante
Non vedo l'ora che continui, continua così

Grazie! Anche a me piace molto scriverla, non è una parte già scritta e rileggendola riesce in qualche modo a cogliermi di sorpresa!

CITAZIONE (kiaretta_scrittrice92 @ 7/6/2016, 15:16) 
Beh, direi che Green Killer... Oh pardon, Vincent è entrato ufficialmente nella Nuova Alleanza... Anche se ora in teoria è una squadra clandestina XD
Comunque è stupenda la storia del passato di Vincent, ed ecco spiegato il significato di quegli occhi gialli...
Pronti alla missione!!

P.S. Anche io ho fatto la scrutatrice ai seggi... Sono ancora distrutta... XD

Beh, sicuramente Vincent é riuscito ad amalgamarsi bene, soprattutto con Matt. Forse é anche perché tutti ormai sembrano sulla stessa barca! La sua storia...eh, ci sarebbe tanto da dire! Ci sarebbe un modo per farla venire alla luce eh eh :rolleyes:

O.T. Primo seggio, e già ho vissuto come le persone impazziscono senza sonno XD
 
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view post Posted on 11/7/2016, 11:43     +1   -1
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Purtroppo, in seguito al fatto che NON ho office e nessun programma decente per scrivere, al momento i capitoli ci metteranno tanto finché non riuscirò a risolvere la cosa.
Dite grazie alle sorelle che abusano del pc e lo resettano allo stato originale -.-
 
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Daniel Skywalker
view post Posted on 12/7/2016, 08:28     +1   -1




Che sfortuna :grrr:
 
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view post Posted on 12/7/2016, 10:56     +1   -1
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CITAZIONE (Daniel Skywalker @ 12/7/2016, 09:28) 
Che sfortuna :grrr:

Cercherò di portarmi avanti su carta. Per ora posso fare solo questo!
 
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view post Posted on 19/7/2016, 14:11     +1   -1
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Ed eccomi qui! Accidenti me ne accade sempre una! (notare i posto sopra)
Comunque ho deciso di rinunciare alle mie amate virgolette (purtroppo in OpenOffice non ci sono i tasti rapidi dei simboli :'( ) E per il momento di tornare ad usare le virgolette "". Spero sia tutto leggibile in ogni caso. Buona estate :D

2.Specchio Oscuro

Le notti che Calvas racchiudeva ogni giorno, con una gelosia quasi spettrale, non erano mai state così silenziose. Gli abitanti che non si erano trasferiti negli ultimi mesi rispettavano un coprifuoco severissimo, senza che nemmeno le autorità lo avessero imposto. Superata la mezzanotte, l'incantesimo della vita si spezzava, lasciando il posto a palazzi guardinghi e lampioni solitari.
Un gracile battito d'ali spense quella malinconia.

Rapporto delle due e trenta, passo.
Area esterna tutto regolare, controllo sistemi di sicurezza in corso.
Area Verde, niente da segnalare. Portali di contenimento funzionanti.
Area Nera, tutto regolare. Luminosità nella norma.
Area Rossa, tutto tranquillo, controllo sistemi di sicurezza in corso.
Ma che?! Qui area esterna. Abbiamo un problema.
Base Operativa. Descrivere l'anomalia.
Un uccello...si è appollaiato davanti alla telecamera C dell'area esterna! Non abbiamo copertura visiva dell'entrata principale!


Mentre Vincent cominciò la sua opera di disturbo, tutti i membri della Nuova Alleanza ricordarono le sue parole, lettera dopo lettera. Il suo piano era rimasto impresso nelle loro menti, un timbro infrangibile.
Se davvero questo posto è sorvegliato da qualcuno, non ci penseranno due volte a rimuovere l'impaccio che gli impedirà di controllare il grande ingresso del Palazzo Clarmont. Tuttavia non potranno ancora sospettare che si tratti di un tentativo d'infiltrazione, è probabile che non inviino più di due guardie a risolvere il problema. Quando l'ingresso principale sarà coperto ai loro occhi, aspetteremo che le guardie escano allo scoperto...

L'antico portone ad arco cominciò ad aprirsi, in modo del tutto inaspettato. Il portone non espanse le sue ante verso l'esterno, come la sua normale struttura avrebbe fatto pensare, ma si comportò come un'entrata automatizzata. Una porta scorrevole che si squarciò orizzontalmente, distorcendo la logica delle leggi dello spazio.

Quando usciranno le guardie dovrete restare calmi, immobili di cuore e di mente. Se la nostra ipotesi è corretta, ci troveremo davanti a due agenti dei Servizi Segreti di Gracalm, non i primi arrivati insomma. Come forse saprete, sono elementi in grado di cavarsela in situazioni critiche, e sono più autosufficienti di un normale soldato addestrato. Oltre a ciò, la maggior parte di loro utilizza Risorse Simbiotiche, affinché possano nascondere le loro abilità fino ad un secondo prima della battaglia.

Due uomini, dalla corporatura robusta, uscirono rapidamente dal portale. Vestiti da perfetti passanti, non avrebbero dato nell'occhio se non avessero indossato occhiali da sole, sciarpe e cappelli, pur di preservare la loro identità. Non sembrava fossero armati, ma poteva essere una mera illusione.

Una parte cruciale del piano sarà prevenire che le guardie riescano a raggrupparsi, avendo così il tempo di chiamare i rinforzi. E' difficile credere che qualche cellula di pattuglia non si nasconda nell'area circostante al Palazzo, per cui dovremo aspettare che gli agenti usciti allo scoperto abbiano il tempo di allontanarsi a sufficienza dall'entrata. Una volta individuate tutte le unità nemiche, passeremo all'azione.


Le due guardie fecero un passo silente, e poi un altro ancora, fino a quando calpestarono il limite della loro sicurezza.
Un assalitore dall'impermeabile nerastro e il passamontagna fucsia apparve all'improvviso, inghiottendo una delle due guardie in una istantanea apertura dimensionale, con un semplice ordine. Una dei due agenti riuscì a sventare la minaccia, spiccando un salto che raggiunse i due metri di lunghezza.
Quando fu in procinto di esalare una richiesta d'aiuto, la sua bocca venne tappata da una pergamena sbucata dall'oscurità, che lo inghiottì in un sol boccone nella sua nuova prigione.

A quel punto, al primo sospetto, cercheranno di chiudere l'entrata a tutti i costi, e se questa è sufficientemente robusta, dovremmo fare di tutto affinché questa non si chiuda. Nel stesso tempo, se scopriremo delle cellule di vigilanza all'esterno, queste cercheranno immediatamente di dare l'allarme. In questo momento, dopo aver chiuso loro gli occhi, non faremo altro che farli perdere tra le loro stesse ombre.


Qui Area Esterna! L'esemplare che abbiamo identificato si è spostato sul lampione, quello della telecamera B!
Qui Base Operativa. Le immagini della telecamera C? Dove sono le guardie?
Sono al loro posto, come gli abbiamo ordinato.


Arrivati a questa fase, potremo prendere due strade. Se non sospetteranno che le guardie che staranno osservando in quel momento siano membri delle Ombre del Passato, appositamente specializzati ad incantare i vestiti ricopiando quelli del nemico, passeremo alla fase 2. Altrimenti, se dovessero avere dubbi sulle loro identità, probabilmente cercheranno di contattarli, e alla peggio chiameranno i primi rinforzi disponibili. In questo caso restate tranquilli. Dovrete semplicemente neutralizzare gli agenti provenienti dall'esterno. Se qualche rinforzo comparirà dall'interno, sarà mio compito fermarlo.


Mandate subito altri agenti, e procedete con il Reset della telecamera C, inoltre avviate lo scanner della telecamera B. Se non avrò un rapporto nel lasso di dieci secondi fate scattare l'allarme.
Qui area esterna! Lo scanner rivela che...
Che cosa?!
Il cucciolo di aquila è costituito soltanto da energia, non è un normale volatile!


Appena due guardie si avvicinarono all'entrata, non si accorsero che il falco dal piumaggio blu cadetto li stava scrutando dall'alto. La trasfigurazione invertì il sul percorso, e i due agenti vennero devastati da una silenziosa katana soshu, perfetta, precisa fino al millimetro.
Anche la trasfigurazione del cucciolo di falco terminò, rivelando un faccione dagli occhi particolarmente assonnati, coperti da un passamontagna magico.
Aggrappato alla sua Risorsa alata, Matt non perse tempo e raggiunse l'entrata del Palazzo, così come tutti i membri dell'operazione.
Leila fu l'ultima ad arrivare a destinazione. Aveva neutralizzato gli agenti provenienti dall'esterno senza troppe difficoltà, nonostante si trattasse di uomini pronti a tutto, addestrati per anni e anni. Esperienza inutile contro quegli occhi rossastri, collerici anche sotto un batuffolo di tessuto sintetico.

Scatterà l'allarme, ma ormai saremo sufficientemente vicini per riuscire ad accedere dall'entrata principale. Se la chiusura del portone sarà per qualche motivo inevitabile...

La via si sarebbe presto riempita di finti civili, armati fino ai denti e pronti a proteggere il loro segreto. Il portone cominciò a chiudersi, utilizzando un meccanismo che quasi sganciò la parte superiore, optando per una chiusura violenta ma rapida.
“L'entrata! Si sta chiudendo!” gridò Matt, tentando di infilarsi nella fessura, unico spiraglio rimasto, debole raggio di luce.
L'apertura si fermò all'improvviso, ed invertì la direzione, puntando verso l'alto.

...non ci sarà nessun problema, poiché la forza rocciosa di Mike dovrebbe riuscire ad impedire la chiusura dell'entrata. Mi baserò sulla fiducia che riponete in lui. Non dovremo fare altro che entrare, passando alla fase 2. Lasceremo i nostri due collaboratori fuori dal Palazzo, dei diversivi che ci faranno guadagnare secondi preziosi. Non preoccupatevi per loro, se la sanno cavare in queste situazioni. Non resterà che chiuderci dentro al Palazzo, sfruttando le abilità di Enigma. Creerà un muro, possibilmente sigillandolo nel miglior modo possibile, e poi...saremo dentro. Questa, sarà la prima parte dell'operazione Black Mirror.


Il gruppo composto dai sette guerrieri mascherati si affacciò all'entrata. Seguì rapidamente un corridoio completamente al buio, per poi trovare una rampa di scale spezzata, che dava verso un vuoto talmente profondo, che pareva avesse inghiottito l'infinito.
“Via con le due formazioni! Svelti!” gridò Leila, sapendo che il tempo stava lottando contro di loro.
Vincent venne rapidamente accerchiato da Matt, Enigma e Jane. Con un tocco leggero, sfiorò le loro mani, ancora così giovani ed innocenti, attivando la sua trasformazione. Quattro paia d'ali cominciarono un viaggio scellerato verso l'alto, così come previsto dal piano del cacciatore. Matt venne escluso dalla trasfigurazione, dato che la luce della penna sarebbe risultata l'unico faro in un oceano senza strada.

La squadra d'Infiltrazione sarà capitanata da me. Sarà necessaria la presenza di Enigma,Jane e Matt. I restanti membri formeranno la squadra di Sfondamento.
Statemi a sentire. Non conosciamo perfettamente la conformazione del Palazzo, non quella reale. Abbiamo constatato che all'interno del Palazzo Clarmont è stava creata un area ben più profonda di quanto sembri, probabilmente con un incantesimo che ha distorto lo spazio in questione. L'ipotesi più probabile è che questo spazio si sviluppi longitudinalmente, visto che siamo certi s'addentri parecchio sottoterra.
Le nostre priorità saranno due: quando saremo all'interno, avremo sicuramente isolato alcune delle guardie all'esterno. Tuttavia, è inutile dire che all'interno del Palazzo potremmo trovare parecchi nemici, che approfitteranno della loro conoscenza del luogo.
La squadra d'Infiltrazione dovrà eliminare tutti i sistemi di sorveglianza. La loro presenza è certa, date le telecamere che abbiamo incrociato qui fuori. Sicuramente sono controllate da qualcuno all'interno dello stabilimento, e questo qualcuno probabilmente controlla che il perimetro all'interno del Palazzo risulti sicuro. Se riusciremo a tagliar fuori le loro comunicazioni avremo un enorme vantaggio. Pensate...nell'eventualità che abbiano creato un area particolarmente labirintica, una volta spenta luce, potremo giocare con loro a nostro piacimento.


Il quieto stormo continuò la sua avanzata verso l'alto, superando i confini dello spazio e della percezione. Tutto ciò che avvistarono furono scale fondate sulla pura aria, un buio affamato di sole, e infine, agenti pesantemente armati, equipaggiati con visori notturni di tutto rispetto.
“Non farli sparare Matt!” gridò Vincent, sforzando il suo becco.
“Ma sei matto?! Ho paura degli spari! Non gli farò nemmeno toccare il grilletto!” rispose il ragazzino dalle occhiaie nascoste dal passamontagna.
La penna che lo stava trasportando con le sue ali divine rallentò leggermente la corsa, e in un attimo generò una miriade di rami elettrici e precisi. I flussi di corrente risultarono così luminosi da abbagliare gli agenti, a causa del visore notturno che stavano indossando.
Compiuta la scalata, fare un passo un più fu quasi elementare: le guardie vennero investite dai fasci elettrici, che resero la loro resistenza velleitaria. Vincent interruppe prontamente la trance di Jane, che un po' confusa, tornò alle sue fattezze.
Appena vide gli agenti fulminati dal fratello, riuscì ad accendere i suoi sensi con una miccia sfavillante, e fece intrappolare i malcapitati dal suo universo, prima che potessero accennare una minima ripresa.
Solo allora si accorse di essere sospesa tra vuoto e vuoto. Fortunatamente Matt afferrò la sua mano, e con un sorriso sprezzante, la sorresse fino a raggiungere un approdo temporaneo.
Vincent disattivò ogni trasfigurazione, giusto per riprendere fiato, costatando quanto fosse immenso quel tunnel fatto di scale e nullità.
“Non può che essere opera di un incantesimo complesso. Non perdiamo tempo, continuiamo a salire!”
Le ali tornarono al nido, e il viaggio poté continuare.

La squadra di Sfondamento sarà la principale risorsa in caso di battaglie inevitabili, dovranno neutralizzare i nemici che Jane non potrà imprigionare con la sua Risorsa. Inoltre sarà incaricata di trovare e distruggere eventuali ostacoli strutturali, come barriere e porte blindate. Una volta che la squadra d'Infiltrazione avrà svolto il suo compito, le due squadre si riuniranno per trovare un varco che ci porti all'area successiva. Non credo che ciò che ci stanno nascondendo si trovi direttamente nel Palazzo, ma in tal caso, la squadra di Sfondamento dovrà fare luce su questo fatto. Se la squadra di Sfondamento dovesse trovare per prima il centro di comando, ovviamente è tenuta ad interrompere le comunicazioni dei nemici. Se la squadra di Sfondamento non riuscisse nell'impresa, Leila, la capitana di questa squadra, dovrà trovare un modo rapido ed efficace per avvisarci dell'accaduto.

“Fury, stai pronta ad ogni mio segnale” esclamò Leila, accarezzando le ali della sua beniamina.
La sua squadra stava avanzando verso il basso, e non potendo volare come i loro compagni, dovettero individuare le scale nascoste dall'immenso nero, per balzare nei punti giusti senza cadere nella spirale dell'ignoto. Le dieci aquile furono essenziali in questo attento procedimento: volando con leggiadra, emanando una tenue risonanza rossastra, funsero da torce viventi, indicando ogni punto dove i tre avrebbero dovuto atterrare, salto dopo salto.
“Perché non c'è nessuno che sorveglia quest'area?” chiese Mike, volenteroso.
“Non è un bel segnale. O forse si?” commentò Peter, perplesso.
“State dietro di me.” interrompendoli, scorse il probabile fondale dell'oscurità “Le aquile sembra abbiano avvistato qualcosa.”
Avevano finalmente una pavimentazione dove poggiare le loro scarpe, ma non era certo una garanzia di sicurezza. Si ritrovarono in uno spiazzo totalmente scarno, che avrebbe potuto ospitare un campo da tennis senza troppi problemi. I muri che circondavano quell'accozzaglia di piastrelle bianche ma scure, sembravano scolpiti dalla madre pietra, levigati a dovere, ma completamente spogli.
“Un vicolo cieco? Vuol dire che siamo finiti dalla parte sbagliata?” chiese un Mike trepidante d'azione.
“No...guarda alle tue spalle.” rispose una Leila molto più cauta del solito.
Una finestra alta un metro, perfettamente rettangolare e impossibile, giaceva con tranquillità in una parete che non dava in nessun luogo.
“Quella non può essere una finestra normale!” espose Peter, fiducioso nelle sue parole “State attenti!”
Una moltitudine di finestre identiche all'originale comparvero improvvisamente, ricoprendo l'ambiente scarno che tanto i tre avevano apprezzato. Ciò che si poteva scorgere dalle loro ante, ancora serrate da catene scure, erano occhi iniettati di follia.
Le catene si spezzarono. Versi disperati s'intrufolarono nelle loro orecchie, facevano rabbrividire alla prima vibrazione.
Leila afferrò la sua Risorsa, e senza la minima esitazione, scagliò una dei suoi dardi alati contro l'unica finestra ancora immersa nella sua beatitudine. Incredibilmente, l'aquila s'infranse su qualcosa d'indistruttibile.
“Senza Enigma...qui non andiamo da nessuna parte!” esclamò la donna, assaporando quella sensazione d'impotenza che poco era abituata a percepire “Fury! Vola da nostri amici!”
La piccola creatura, irascibile ma sempre fedele alla sua padrona, scattò immediatamente verso quel cielo senza nuvole e stelle. Proprio in quel momento, dalle finestre cominciò a fuoriuscire qualcosa di orribile e familiare.
“Sono artigli neri, eppure...sembrano quelli di un Green Blood! Che diavolo succede?!” troppe informazioni facevano perdere la pazienza ad un bulletto dall'animo puro.
Strane bestie si rivelarono a loro:erano davvero simili alle creature piaga della loro realtà, differivano solamente nella postura, che ricordava dei quadrupedi bestiali, rispetto al fare umanoide dei Green Blood. Oltre a ciò, gli occhi di queste creature erano totalmente senza iridi, con piccole pupille freneticamente in movimento. Il resto del loro volto era distorto da una fonte di nebbia nera, che faceva scorgere solo quei pianeti bianchissimi, ricolmi di brutalità.

Nel contempo, la squadra d'Infiltrazione notò che qualcosa era cambiato nel comportamento delle guardie, sembrava che qualcosa le avesse messe in allerta, quasi avventatamente.
I primi proiettili cominciarono a viaggiare in quella tana del diavolo. Al primo sparo Vincent si ritirò immediatamente verso una piattaforma sicura. Al primo sparo Matt cominciò ad urlare, nemmeno un bambino con troppi zuccheri in corpo avrebbe potuto provocare quel baccano stridente.

Ricordate che stiamo sempre parlando di agenti che lavorano segretamente per il governo. Di certo staranno attenti a non spargere del sangue innocente. Tuttavia, appena si saranno resi conto che tutti noi possediamo una Risorsa, le cose andranno diversamente. Non esiteranno a spararci contro, nemmeno per un istante. Sappiate che un proiettile, per quanto la vostra Risorsa sia formidabile, provoca un dolore simile all'insopportabile. Mi ricordo ancora di quando ne beccai uno in pieno petto. Mi trascinò per decine di metri, prima di consumare la sua corsa. Non riuscì a muovermi per tre giorni, paralizzato dall'accaduto.
Per questi motivi vi chiedo di evitare qualsiasi scontro a fuoco si presenti.


Il legame fatto d'ali e sonno profondo venne nuovamente spezzato. Jane ed Enigma si accorsero immediatamente delle condizioni di Matt, e decisero rapidamente di zittirlo con le cattive, tappando a forza quella fornace impazzita.
“Potresti tranquillamente fare il poliziotto!” esclamò Enigma, tentando di bloccare i movimenti lamentosi del compagno “Nessuno avrebbe bisogno della sirena se ci fossi tu ad urlare!”
“Matt, devi cercare di calmarti! Per quanto sia brutale dirlo, le tue paure adesso devono aspettare!” Vincent cercò di essere accomodante, cosa che riuscì a calmare parzialmente quel ragazzino spaventato.
“Che femminuccia...” commentò Jane, prima di cacciare un urletto poco onorevole, al primo proiettile che venne nuovamente sparato.
“Probabilmente la squadra di Sfondamento ha raggiunto un obiettivo importante, per questo gli agenti hanno deciso di usare le maniere forti. Non si tirano più indietro.”
“Dobbiamo trovare un piano per raggiungere l'apice di quest'area.” suggerì Enigma, non mollando la presa su Matt, ancora lacrimante.
“Ma dobbiamo elaborare un piano alla svelta, oppure...” Vincent venne interrotto, qualcosa aveva catturato le sue sensazioni, non era normale avere pelle d'oca così istantaneamente.
Jane era infuriata. La sua Risorsa stava roteando alle sue spalle, mentre una nebbia violacea invase tutto il suo corpo.
“Bene, se riesco ad ottenere questo potere significa che tutti loro posseggono delle Risorse la sopra...”
“Jane, per favore! Non dobbiamo essere avventati” Vincent non sapeva di parlare con un muro particolarmente arrabbiato.
“Nessuno...e dico NESSUNO, mi fa strillare in quel modo ridicolo! Non la passeranno liscia! Maledetti!” una decina di portali dimensionali si aprirono davanti al plotone d'esecuzione. Prima ancora che capissero di cosa si trattavano, una selva di piccoli meteoriti cominciò ad ascendere verso l'alto, totalmente alla cieca, distruggendo qualsiasi cosa capitasse loro a tiro. Fuochi d'artificio che nel buio splendettero come gioielli.
Dalle deflagrazioni che s'infransero sul soffitto in lontananza, i quattro capirono di essere molto vicini al capolinea.
Jane fece qualche passo presuntuoso, verso la sporgenza più esterna della piattaforma sospesa nel vuoto, esposta al fuoco nemico. La ragazza mascherata chiuse i portali che precedentemente aveva creato, per poi generarne un altro davanti ai suoi occhi, perfettamente circolare, che coprì quasi tutta l'ampiezza del luogo. Si girò di spalle verso la sua squadra, mentre macerie, armi, e tutti gli agenti che l'avevano fatta adirare, caddero dall'alto incapaci di reagire, tuffandosi nell'universo ormai carcere affollato.
“Possiamo procedere?” concluse stizzita.
“Matt, ti sei calmato?” disse Enigma, non avvertendo più la resistenza del suo compagno d'avventura.
“Beh, più o meno...”
“In che senso? Ti senti male?”
“No, sono a posto. Semplicemente, ho smesso di urlare in modo compulsivo.”
“Sono contento che tu abbia trovato un po' di coraggio.” esclamò Enigma, rallegrato.
“No.” si girò verso Enigma, con uno sguardo scioccato “Ho solo notato qualcosa, anzi qualcuno, che poco fa mi ha terrorizzato più degli spari!”
“Per quanto la tua decisione sia stata sconsiderata, oltre che uno spreco di energie, ammetto che ha avuto un effetto rapido e indolore...beh, non per quei poveretti immagino.” Vincent cercò di accantonare quell'episodio dalla sua mente, quel piccolo mostro aveva messo fuori gioco un intera squadra di agenti dei Servizi Segreti in meno di un minuto.
“Ora che la situazione è calma, avverto un sigillo nelle vicinanze, penso si trovi proprio sopra di noi.” Enigma seguì l'attitudine di Vincent nell'imbarazzo generale.
“Siamo vicini alla sala di comando, ne sono sicuro! Muoviamoci!” ancora una volta, utilizzò la sua tecnica di trasfigurazione.
Poco prima di tornare una leggera aquila dormiente, Jane guardò negli occhi il fratello. Uno sguardo di sfida lasciò il posto ad un volto innocente, condito da una simpatica linguaccia ed un occhiolino.
“Sono forte, vero fratellone?” dopo quella frase, la trasformazione ebbe luogo, lasciando il fratello totalmente di sasso.
“Piccola presuntuosa...” pensò Matt, non nascondendo un sorriso di ammirazione.

“Spero che Fury arrivi in tempo dai nostri compagni...” una Leila in difficoltà, nel pieno della battaglia, ripose la sua fede in una manciata di piume bordeaux “Questi esseri continuano a comparire all'infinito!”
 
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Daniel Skywalker
view post Posted on 19/7/2016, 14:32     +1   -1




Le cose si fanno interessanti
C'è qualcosa di terribile dentro il palazzo, me lo sento
Avanzo un'ipotesi: E se nel governo ci fossero degli infiltrati della Green Soul?
 
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view post Posted on 19/7/2016, 17:52     +1   -1
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CITAZIONE (Daniel Skywalker @ 19/7/2016, 15:32) 
Le cose si fanno interessanti
C'è qualcosa di terribile dentro il palazzo, me lo sento
Avanzo un'ipotesi: E se nel governo ci fossero degli infiltrati della Green Soul?

Su questo non posso risponderti, chissà u.u
Comunque sicuramente qualcosa che nn vogliono far sapere c'è, eccome! XD
 
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view post Posted on 3/8/2016, 09:52     +1   -1
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L'estate porta frutti! E anche un capitolo bello lungo!
Non ho idea di come ci sia riuscito, ma praticamente si è scritto da solo...forse perchè è davvero cruciale Buona lettura!

2.2 Un Bacio Perduto


“Sembra non ci sia nulla. Questo soffitto è totalmente spoglio!” Matt era sempre più esitante, saltellava a più non posso sulla piccola piattaforma dove si erano adagiati.
“Non ti fidare degli occhi, fidati di me.” rispose Enigma ottimista, analizzando la parete.
“Quanto tempo dovrebbe impegnarti?” Vincent cercò di non far notare ai suoi compagni che avevano il tempo contato. Estremamente complicato.
“Qualche secondo...” guardò il cacciatore negli occhi, e i due cominciarono a dialogare, senza aprire bocca. Semplice telepatia. Volere di Enigma
“Addormentali.” chiese poco gentilmente il ragazzino, non smettendo di fissarlo dritto nelle pupille.
“C'è qualcosa che devi nascondere?”
“Qualcosa che non voglio che loro sappiano. Non ancora. Non voglio mettere in pericolo nessuno.”
“Sei un Mago, non è vero? L'ho avvertito subito, emani un vento fresco, familiare.” Vincent sorrise “Se te lo stai chiedendo...no, io non sono un Mago, ma come sai, me la so cavare con parecchi incantesimi. E' stata questione di un allenamento.”
“Quindi non ti devo nascondere niente. Fallo, adesso.”
Vincent sfiorò gli impazienti fratellini, e i due caddero in un sogno dalle ali di falco.
La pergamena s'illuminò di bianco ancora una volta, mentre il Falco bluastro capì immediatamente la situazione.
“Non è un vero e proprio Mago...è la sua Risorsa che sta compiendo un incantesimo! Se questa scoperta venisse alla luce, sarebbe un avvenimento storico. Tutti i Maghi del mondo comincerebbero a tentare di raggiungere un simile traguardo.”
Dal quel soffitto alquanto introverso, Enigma fece apparire un ellisse, colorata di bianco ai bordi. Un cerchio, perfetto e grigiastro, era contenuto gelosamente al suo interno. La forma volle diventare reale, volle smettere di essere un sogno, e dopo qualche secondo, acquisì la terza dimensione, diventando una sfera che si avvicinò ad Enigma.
La sfera cominciò ad emanare strisce bianche e nere, quasi delle stelle filanti che avvolsero il ragazzino sempre incappucciato in un vortice insidioso.
Durante tutto quel procedimento, Enigma guardò quel falco confuso con la coda nell'occhio, quasi rattristato. Sapeva che aveva capito, forse c'era del dolore che avrebbe potuto condividere con qualcuno.
“Sappiamo quanto l'umanità sia un mercante spietato. Le Risorse diventerebbero delle entità schiave. Mercificate affinché un giorno, possano essere infuse di magia. La loro volontà verrebbe totalmente ignorata, e così facendo, cercando un profitto di potere, le Risorse si allontanerebbero dai cuori delle persone. E comincerebbero a scomparire.”
Le lingue imprigionanti che avevano avvolto Enigma in un abbraccio senza colore, secondo dopo secondo, cominciarono a sgretolarsi. La sfera che continuava a generarle si allontanò sempre più dal soffitto, verso la mano aperta dell'esperto di sigilli.
Grazie all'aiuto della magia, i tempi di svolgimento vennero notevolmente ridotti. La sfera cadde sul palmo aperto del ragazzino, che senza pietà la spezzò con forza, facendola sgretolare fino a diventare polvere. I due fratellini poterono tornare alle loro sembianze.
“Ma che...mi sono perso qualcosa?” chiese Matt, stordito.
“Perché ci hai trasformato di nuovo?” aggiunse Jane, con qualche capogiro.
“Deve essere stato il sigillo. Appena l'ho toccato ci ha investito con una strana onda sonora, particolarmente acuta.” Vincent mentì, provocando un espressione grata da parte di Enigma “Probabilmente avete perso i sensi, oppure semplicemente siete rimasti un po' scombussolati. Ora state meglio?”
“Certo! Come nuovi!” Matt non era tipo da dubitare, non in quelle situazioni, tutto il contrario di Jane.
“Uhm, va bene...e adesso cosa facciamo?” rispose con un po' d'incertezza.
“Una porta automatica d'acciaio. C'è anche un terminale che chiede l'identificazione vocale e password...” spiegò Enigma, dopo aver scoperto cosa celava il sigillo.
“Non abbiamo tempo!” esclamò Vincent, piuttosto risoluto “Matt, ti ricordi quel pugno? Quel pugno che ho potuto provare sulla mia pelle? Devi sferrarlo adesso!”
Matt rimase senza fiato, e agitato. Il suo respiro cercò di immagazzinare ossigeno prezioso, ma non ebbe molto successo: l'ansia l'aveva catturato. Non sapeva se era in grado di sferrare un colpo così devastante.
Le sue potenzialità erano rimaste sotterrate da una coltre d'insicurezza e brutte esperienze.
“Allora, ti muovi? Non hai fatto altro che illuminarci la strada, per il resto sei stato
abbastanza inutile...” la frecciatina ebbe un effetto immediato.
Matt sfondò lo sportello d'acciaio, rimuovendolo completamente dalla sua attaccatura. Grande giusto il necessario per far passare una persona alla volta, il piccolo ingresso aveva delle fattezze un tempo quadrate, ora devastate dalla forza di un ragazzino insicuro.
“Hai visto? L'ho buttata giù, stupida che non sei altro!”
“Che cosa hai detto, mosca fastidiosa?!” gli animi si stavano scaldando.
“Il prossimo pugno arriverà dritto sui tuoi occhiali!”
“Provaci e un meteorite ti sbatterà sulla faccia, magari ti renderà più carino!”
“Smettetela!” gridò Enigma, prendendoli entrambi per il colletto, prima di accorgersi di un dettaglio sostanziale “Dov'è finito Vincent?”

“Base Operativa! Qui Area Nera! Hanno sfondato il sigillo e...”
Una tripletta di agenti, particolarmente ferrati in videosorveglianza e sistemi di sicurezza, avevano comunicato alla base tutto ciò che avevano potuto realizzare. Un blitz che non si sarebbero mai aspettati, specialmente da un gruppo di ragazzini.
In una stretta saletta ricolma di computer, microfoni e schermi in continuo mutamento, i tre non avevano previsto che qualcuno, molto presto, avrebbe spento la spina.
“Potete anche togliervi l'auricolare. Non vi serviranno.” Vincent aveva attraversato un cunicolo stretto ed insidioso, prima ancora che i fratelli avessero cominciato a litigare. Con le sue abilità di trasformazione, gli bastò sfiorare un Matt infervorato prima di viaggiare verso il centro comunicazioni.
“Pensi che non siamo preparati agli intrusi?” il capo dei tre tecnici si alzò, togliendosi la giacca nera e allentandosi la cravatta dello stesso colore, leggermente sbiadito “Come sei riuscito a tagliare fuori il segnale?”
All'improvviso, i tre agenti, pronti al confronto diretto, udirono un verso particolare, un grido di battaglia ripetuto per decine e decine di volte, come se uno stormo si stesse abbattendo sui loro timpani indifesi.
“Questa interferenza...sono falchi?!”
La Risorsa di Vincent era già mutata in qualcosa d'invisibile, qualcosa che il suono aveva ignorato: il falco aveva ripreso a vivere, muovendosi dal suo solito nido, il pomolo della katana. Aveva tirato fuori dal manico della Risorsa qualcosa di nuovo.
Un asta di un metallo blu cadetto, splendente, indistruttibile. In seguito, aveva mutato il suo corpo, cominciando dal suo busto. Da falco a cilindro, da cilindro ad un enorme mazzuolo, agganciato all'asta appena generata. L'unico strascico di fattezza che il falco aveva conservato, era la testa. Si sporgeva da una delle estremità esterne del mazzuolo, e si era fusa con il metallo blu notte, col becco aperto. Proprio dal quel becco, venivano costantemente emanate degli ultrasuoni fastidiosissimi, ma solo all'orecchio del nemico. La frequenza si era auto-calibrata in modo da interrompere le comunicazioni della sala.
“E' solo un animale nobile. Lasciate che il suo verso vi chiarisca le idee.” cominciò a roteare velocemente la sua Risorsa giocando con il suo manico.
Quella portentosa arma, per metà katana e per metà mazzuolo, fece aumentare l'intensità di quel coro alato, unico protagonista del concerto.
“Sei tu che hai sbagliato a provocare questo casino!” i tre si scagliarono a velocità fulminea contro il guerriero, che non fece una grinza.
“Avete davvero bisogno di scontrarvi contro il muro che voi stessi avete creato.” in un istante, Vincent fermò la rotazione della sua Risorsa, che parve vibrare, carica di energia “Non permetterò a nessuno di nascondere la realtà alle persone che, diversamente da voi, ne fanno parte tutti i giorni!”
Girò il mazzuolo dalla parte piatta, e schiantandolo a terra, emanò un grido furioso.
“Falcon's Cry!”
Una devastante onda d'urto s'infranse sul terreno, per poi ruggire nella distruzione. Sbatté i nemici direttamente contro i loro amati attrezzi, con una violenza quasi brutale.
E non era finita.
Quando l'onda d'urto raggiunse il culmine della sua potenza, il verso del falco cominciò a diventare incessante, aumentando la sua intensità. Fece impazzire ogni apparecchio tecnologico, che esplose invece di combattere. La mente dei tre agenti venne messa a ferro e fuoco, nessuno dei tre riuscì a rimanere cosciente, dopo che quel verso invase la loro quiete interiore. Quel tremendo colpo li aveva traumatizzati sia nel corpo che nell'anima, lasciando nient'altro che tre corpi sconfitti e senza forza. Infine un tappetto di piume bluastre diedi il via ad una leggera nevicata, in tutta la stanza. L'atmosfera venne purificata dal silenzio.
“Sto arrivando, Justin...”

“Questo muro di papiro...non si apre!”
“Ha piazzato un sigillo niente male. Devono aver scelto un esperto, e devono essersi preparati molto bene. Sapevano quel che facevano.”
“Sembra che qualcuno sia stato isolato...proprio come è successo qualche mese fa. Un muro di papiro.”
All'esterno del Palazzo Clarmont, gli agenti dei Servizi Segreti di Gracalm erano ancora in subbuglio. Erano stati isolati dalla loro stessa roccaforte.
Non erano ancora riusciti a rintracciare i membri delle Ombre del passato che avevano contribuito ad ingannarli. Sapevano che la situazione era critica, sapevano che un ondata di vergogna avrebbe infradiciato la loro reputazione. Trovarsi di fronte il Generale Massimo risultò quell'incubo ricorrente che mai nessuno vuole rivivere.
“Vi consiglio di non optare per mosse affrettate, sapete benissimo come andrebbe a finire, e scommetto che il Tenente Generale sia d'accordo con me.”
Loretta spuntò da un angolo della strada, aveva congelato uno dei complici giusto in fondo alla strada, cosicché gli agenti potessero acciuffarlo senza problemi.
“L'avete preso...” una voce dagli accenti maestosi e dal tono superbo si affacciò dal walkie talkie di uno degli agenti. Il Generale Massimo si allontanò dall'azione con l'apparecchio che gli venne consegnato, per avviare una pacifica conversazione. Loretta rimase accanto a lui, titubante.
“Justin, che piacere sentirti. Non ci si vede da un po' vero?” ironizzò Chester.
“Sai com'è, carissimo, sono sempre indaffarato!”
“Stammi a sentire. Qui le cose non vanno bene, non vanno affatto bene.”
“E perché mai, stimato Generale Massimo?” il suo tono rispecchiava quello di un cantastorie, rivolto ad un bambino troppo curioso.
“Lo sai benissimo. Hai fatto di testa tua. Ancora. E ora ci stai nascondendo qualcosa di grosso, non è così?”
“Non so di cosa tu stia parlando.”
“In ogni caso, il tuo personale non è un gran che, visto che sono riusciti ad entrare così facilmente.” un ghigno invase le labbra di Chester, ma fu una breve apparizione.
“Sicuramente i tuoi amichetti non sono degli sprovveduti!”
“Che cosa sta dicendo, Chester?!” Loretta cominciò a perdere contatto con la realtà. Spolverò la sua mente da ogni dubbio, ricominciando ad ascoltare da zero.
“Oh andiamo! Lo so perché sei venuto qui a farmi la predica!” una risata fece frullare la barba di Justin, seduto in una stanza senza nome, senza luce “Non sono l'unico a sapere parecchie cose. Nessuno avrebbe potuto infiltrarsi con queste facilità se non fosse...qualcuno di estremamente competente. Si, è anche opera delle Ombre del Passato, una scocciatura! Ma d'altronde, questa operazione non ha lasciato solamente il loro profumo d'insubordinazione...”
“Arriva al punto.” Loretta tagliò corto, non era ancora arrivata alla conclusione del suo collega.
“Questo gruppo di sterminatori opera nell'incognito, cercando di non lasciar tracce. Si tratta di cacciatori e piccoli maghi, specializzati in magie da evasione. Ora mi chiedo... da quando la loro organizzazione ha assunto un esperto di sigilli? E quando questi cacciatori si sono avvalsi di una persona in grado di inghiottire i miei agenti in improvvisi buchi neri?”
“Non ci credo...allora chi abbiamo messo di guardia...” Loretta rimase particolarmente sconcertata.
“E' un loro complice! Non è ovvio?” esclamò Justin, di buon umore “La principessa è scappata dal castello, e ha deciso di farci un bello scherzetto!”
“Chester...l'avevi capito...” i capelli bordeaux si voltarono verso il Generale, con una certa impazienza.
“Sono persone speciali. Hanno stoffa. Nessuno avrebbe potuto compiere questa impresa se non loro. Questo non significa che io gli abbiamo ordinato di rivoltarsi contro la legge.”
“Certo! Ti crediamo, stai tranquillo!” li stuzzicò Justin, eccessivamente sincero.
“Che cosa vuoi?”
“Ma com'è perspicace il nostro Chester!” ogni parola di Justin cominciò a risultare insopportabile per Loretta, nonostante avesse una gran bella voce, pulita ed impostata “Mentre io farò finta che tutto quello che sta accadendo...non sia frutto delle tue responsabilità, tu potrai fare quello che devi. Fermerai i tuoi beniamini, evitando che oltrepassino una sottilissima linea, che potrebbe metterli in serio pericolo, credimi.”
“In che senso?” chiese una Loretta sempre più spaesata.
“Non c'è nulla da capire. Entreremo nella base, e li inseguiremo fino alla cattura. Metteremo fine alla loro operazione. E prenderemo chi ha organizzato tutto questo.”
“Certo che lo farete. Pensa cosa succederebbe se i tuoi amici combinassero qualcosa di grosso! Non credi che tutto l'esercito imploderebbe dopo l'ennesimo...”
“Non ti permettere di finire la frase.” Loretta stava ribollendo, il suo sguardo stava congelando il walkie talkie che uno spento Chester tratteneva tra le mani. “Se ti approfitterai della nostre precaria situazione, sarò IO a fare un disastro.”
Il Tenente Generale congelò completamente l'apparecchio, disattivandolo nella morsa di un freddo dolore.
“Si calmi Tenente...”
“Non mi prendere in giro!” gridò la donna, non volutamente insubordinata “Ci sta manipolando! Lo sa che se qualcosa andrà storto la colpa verrà gettata su di noi...e su di te.”
“Abbiamo le mani legate. Dobbiamo seguire le procedure, e irrompere in un edificio sotto custodia è un reato niente male. Sappiamo che sono stati loro, e c'è poco da stupirsi, vista la prigione in cui li abbiamo rinchiusi.”
“Lo so che li abbiamo catapultati in una situazione a dir poco pesante. Tuttavia non puoi ignorare che, nel caso tu venissi sollevato dalla tua carica, Justin ne sarebbe profondamente grato. Esercito e Servizi Segreti non hanno mai avuto dei rapporti calorosi, al di fuori del campo di battaglia...”
“Per questo li dovremo fermare...prima che sia troppo tardi!”
“Certamente! Ma...questo compito è deplorevole! Ci sono dei ragazzini tra loro!” sembrava decisamente contrariata, l'affetto si era schierato dalla sua parte.
“Dei ragazzini che in tempi record hanno sorpassato tutte le altre O.A.G.,salvando Gracalm da un altro strascico di sofferenti stragi. Non sono certo dei principianti, per non parlare di Leila, e Miriam! E poi, se c'è lo zampino delle Ombre del Passato, ci sarà anche lui...” pensieroso, non riuscì a concludere la frase.
“Green Killer.” Loretta venne catturata dalla deduzione di Chester “Il cacciatore di Green Blood che ci ha aiutati a Pervas. L'unica informazione che conosciamo su di lui è la sua fama di sterminatore. Ma devo dire che se la cava egregiamente anche da stratega...”
“Con tutti questi elementi delicati non possiamo stare a guardare. Dobbiamo intervenire, altrimenti i primi che verranno giudicati saremo noi.” sospirò, ma si lasciò scappare un sorrisetto sfuggente che Loretta conosceva molto bene, mentre si rivolse agli agenti davanti all'ingresso del Palazzo “Ce la fate a buttar giù quel sigillo?!”
“Aspetta un attimo...stai davvero pensando di...” il Tenente sbatté le palpebre, cercando una nuova prospettiva che rese tutto più limpido.
Si ricordò di qualche settimana prima, quando Chester si era intrappolato in lunghissime sessioni di lettura e ricerche. Aveva liquidato il tutto con “ricerche di puro interesse personale”. Il Tenente non avrebbe potuto immaginare che stesse investigando sul Palazzo Clarmont, almeno fino a quel preciso istante.
“Ha aspettato che loro facessero la prima mossa, dato che nella nostra posizione. Non possiamo nemmeno permetterci di sporgerci dai binari della legge.” Non poté fare a meno di rimuginare, ancora una volta “E' una situazione estremamente rischiosa. Sono stati già identificati, ma se ha aspettato ad agire, il motivo può essere uno solo.”
Loretta si avvicinò al sigillo, come ordinato da Chester, cercando di trovarne il suo punto debole.
“Crede in loro. Confida che arrivino fino in fondo a questa faccenda, e che scoprano qualcosa di così incriminante, da oscurare la sua eventuale responsabilità in tutta questa operazione. Catturarli è solo un pretesto...anche lui vuole scoprire cosa nasconda Justin!”
Le dita del Generale Massimo oscillarono nervosamente, tastando la grande curiosità che si celava dietro al suo stoico volto. Aveva l'opportunità di svelare al mondo un orribile meraviglia, celata nell'oscurità dei segreti.
Non si era mai fidato di Justin.
Il fatto che nascondesse qualcosa, era un motivo sufficiente per porre fine al suo regno.
“Sei un nostro alleato o sei un nostro nemico? Presto lo scopriremo...”

Vincent sbucò dal cunicolo che aveva attraversato, e con un grintoso pollice verso l'alto diffuse il suo obiettivo, raggiunto con successo e tempestività.
Improvvisamente, Fury giunse al loro cospetto, annunciando una triste novella, sbattendo le ali in modo scomposto.
“Il segnale!” esclamò Matt, preoccupato.
“Hanno bisogno d'aiuto! Forza, scendiamo!” ordinò Vincent, allungando le braccia verso Enigma e Jane, che afferrarono i suoi guanti neri, in pelle lucidissima.
Si lanciarono nel vuoto, popolato da scale, piattaforme rettangolari e nulla più.

“Ne arrivano altri!” sbottò Mike, distruggendo l'ennesima creatura proveniente dalle finestre maledette.
“Non posso attivare alcun sortilegio dai rettangoli!” aggiunse Peter, cercando di scrollarsi di dosso un paio di nemici appiccicosi, facendo volteggiare il suo wakizashi “E anche se potessi, questi esseri distorcono le forme della finestra ogni volta che vengono creati, potrei rischiare grosso tentando di sfruttarla.”
Leila stava giocando al tiro a segno, e per quanto fosse precisa e letale, la sua presa cominciò a vacillare. Fallì un colpo alla testa che normalmente avrebbe centrato quasi ad occhi chiusi.
“Dannazione...l'unico modo per sconfiggerli è probabilmente l'utilizzo di magia, ma lo spazio che ci circonda è completamente spoglio! Sarò costretta a sfruttare tutto il potere della mia Risorsa...troppo presto!” pensò Leila, cercando di stringere i denti, trattenendo aria preziosa.
Gli esseri scuri sembrarono avvertire qualcosa, ed imprevedibilmente coordinati, saltarono sulle pareti, trattenendosi con le unghie affossate in profondità
Dalla nebbia che ricopriva il loro viso mostruoso, le creature sputarono una getto di che pareva leggerissima acqua scura. In brevi istanti, ogni goccia si espanse, creando un piovischio che sarebbe piombato sui tre combattenti, ignari delle conseguenze.
“Non mi piace! Peter scaccia quel liquido con il tuo Talento!” disse la voce della donna, dell'autorità, della madre.
“Non posso! Non c'è abbastanza corrente qui! Non c'è alcun filo d'aria che possa sfruttare!” rispose affranto il piccolo Mago.
Le gocce, in procinto di scendere dolcemente verso le loro teste mascherate, si fermarono all'improvviso.
Peter capì che quel soffitto fatto di lacrime di petrolio non era così leggero come sembrava. La prima goccia di pioggia s'infranse sulla spalla destra di Mike, distruggendone la protezione rocciosa, provocando un piccolo ma efficace livido sulla pelle del rosso bulletto.
“Ogni goccia pesa come un macigno!” l'esclamazione ironica dello sfortunato ragazzo.
Un altra goccia s'infranse a qualche centimetro da Leila, perforando il terreno. Se avessero lasciato che le perturbazioni si sfogassero, avrebbero subito una doccia assassina, in un bagno di sangue.
Peter prese un lungo respiro. Non sapeva se il suo fiato era pronto per quello scatto, ma correre era l'unica speranza. Correre e correre verso una nuova capacità.
Mentre altre quattro gocce s'infransero fortunosamente nel terreno, Peter chiuse la narice destra con l'indice. Dalla narice opposta, emanò una nuvola bianchissima, in totale contrasto con l'ambiente circostante, soffiando cautamente. La chiara essenza si allungò fino a circondare il suo braccio sinistro, roteando attorno al suo polso.

Coeptum Nebula!

La nebbia chiara aumentò la sua rotazione, prima di trasferirsi verso la punta del wakizashi. In un istante, i flussi nebulosi crearono un cerchio perfetto, da cui la Risorsa attinse la sua forza vitale.
“Rotundum!” il grido del Mago si espanse per tutto l'ostico grattacielo, mentre il cerchio aumentò le due dimensioni, in modo da includere nel suo spazio sia Leila che Mike.
Un unico secondo d'esitazione.
S'accinse a giostrare un ombrello magico, in grado di respingere quella pioggia, sporca e rabbiosa.
Le nuvole si scatenarono, e un rovescio a catinelle s'infranse sul pavimento, attorno al terzetto riunito. Nessuno di loro venne sfiorato, dato che il cerchio agganciato alla punta della Risorsa fermò quei proiettili a mezz'aria, giusto a qualche centimetro dai loro visi.
Le creature capirono che il loro asso nella manica era stato stracciato in mille pezzi, e ritornarono alla loro vecchia maniera di esercitare la violenza.
“Sdraiatevi a terra.” sussurrò il Mago dagli occhi fucsia chiaro, deciso ad assaporare il suo nuovo potere fino all'ultimo morso.
Il cerchio magico e nebuloso ricominciò a roteare velocemente, mentre le gocce di potenza che si erano fermate -a compito quasi concluso- vennero attirate verso la Risorsa di Peter.
Nell'esatto momento in cui Leila e Mike si abbassarono, cominciò la sparatoria.
Ogni proiettile venne scagliato dall'incantesimo del ragazzino, centrando ogni nemico una goccia per volta. Non importava da dove sbucavano, non importava come si muovevano, il sortilegio li decimò inesorabilmente, mentre ad ogni ombra scongiurata, le finestre apparse minacciosamente si sgretolarono in frammenti di vetro, poi di sabbia, poi di nulla.
I nemici vennero rispediti verso l'inferno da dove erano fuggiti.
Le gambe di Peter cominciarono a tremare. Fu costretto ad inginocchiarsi.
Era molto stanco, ma stava bene. La nuvola tornò alla sua forma allungata, prima di entrare dolcemente nella narice sinistra, facendo respirare a Peter un aria delicata. Quella della vittoria.
“Ottimo lavoro!” esclamò Leila, orgogliosa del maghetto “Ti senti bene?”
“Un po' sottotono, ma sono felice. Non ero mai stato in grado di riuscirci.”
“Sbaglio, o ci avevi detto di poter sfruttare solo le forme che trovavi per caso?”
“Fiorenzo...mi ha donato questo potere. Penso che mi abbia premiato per la prova di magia che ho disputato. E' come se lo sentissi dentro di me. Il suo cuore che batte accanto al mio.”
“Quindi se ho capito bene, ora puoi materializzare le forme necessarie per i tuoi incantesimi?” chiese Leila intrigata, scrutando il campo di battaglia.
“Si, anche se la loro efficacia è leggermente ridotta. La nuvola magica mi permette di evocare una magia neutra, che non incrocia i suoi passi con la mia. In sostanza utilizzo due incantesimi differenti per avere un unico effetto. Ovviamente, tutto questo comporta il doppio della fatica, ma credo che sia un patto piuttosto conveniente.”
“E' sempre stato un grande uomo.” la donna sospirò, pensando a quel tragico momento. Era arrivata giusto qualche attimo in ritardo, ma purtroppo, le lancette della morte sono perfette, puntuali fino alla fine.
“Certo!” puntualizzò un Mike sollevato “Abbiamo visto quanto è stato generoso. E d'ora in poi, il suo discendente diventerà degno di seguire le sue orme!”
Peter sorrise, avvertendo quella splendida essenza, giacere nei suoi polmoni in totale serenità. Si sentì leggero, una nuvola libera.
“Vi divertite a farmi arrossire eh?”
“Arriviamo!” gridò il ragazzino dalla Risorsa luminosa, facendo sussultare tutta la squadra di Sfondamento.
Fury ritornò dalla sua padrona, che la congratulò per il suo volo tempestivo. La bestia alata ritornò alla sue fattezze originali, il primo dardo che la balestra in Terra di Cassel avrebbe scoccato.
“Peter ha già provveduto alle minacce che ci avevano attaccato.” comunicò una Leila riconoscente.
“Avevano piazzato dei portali magici, in grado di generare senza sosta dei mostri parecchio fastidiosi. Ma come previsto, utilizzando magia i portali si sono autodistrutti.” il piccolo Mago tentò di non attirare troppo l'attenzione, cercando di mettere al corrente tutto il gruppo riguardo il magico accaduto.
“Probabilmente non si aspettavano che un Mago potesse accedere in quest'area...” concluse Vincent, perplesso “Ma non abbiamo il lusso per pensarci troppo. Se quella finestra è la nostra prossima fermata, dobbiamo agire prima che la nave delle opportunità salpi senza di noi!”
Mike apprezzò lo stile delle sue parole, mentre un rumore sordo rimbombò per tutta la superficie verticale. Proveniva dall'ingresso.
“L'hanno rimosso!” esclamò Enigma “Non so perché, ma quando ho avvertito il mio sigillo scomparire, un brivido glaciale mi ha attraversato la spina dorsale...”
“Stanno arrivando! Non conoscono ancora la nostra posizione, è il nostro unico vantaggio! Dobbiamo proseguire!” sentenziò la mente dell'operazione.
Quella finta finestra, che quasi aveva ingannato la Squadra di Sfondamento, venne osservata da tutti i componenti del gruppo, sotto i riflettori del dubbio.
Ad un tratto, Matt e Jane si bloccarono. Avvertirono lo stesso brivido descritto dal loro amico sempre incappucciato, e si guardarono negli occhi. Anche il bulletto dai capelli rossi cominciò a sentirsi parecchio a disagio.
“Non può essere!” gridò Jane, impaurita.
“La professoressa! E' l'unica persona che conosco in grado di farci sentire così...anche a distanza!”
“Che cosa?! Intendete il Tenente Generale?!” Vincent avrebbe sopportato cento frustate, piuttosto che vedere la sua operazione lottare in una pericolosa burrasca “Che cavolo ci fa l'esercito in questo posto?!”
“Diventeremo dei bellissimi ghiaccioli!” aggiunse Jane, alimentando la miccia del panico.
“Seguitemi!” strepitò il ragazzino, dalle occhiaie nascoste dal passamontagna, prima di afferrare la ante della finestra.
Tentarono di fermarlo, ma il batticuore è spesso sordo alle parole di riguardo. La pressione vince sempre sulla ragione, uno scontro impari dettato dalle emozioni più disparate.
Il ragazzino venne immediatamente risucchiato da una forza invincibile, che gli fece attraversare la parete, prima che le ante si richiusero violentemente.
“Un altro sigillo! Che razza di scellerato!” gridò Enigma, mettendosi subito al lavoro, cercando di calmarsi “Anche se...è proprio grazie a lui che sono riuscito ad avvertirlo. Le finestre sono state incantate, in modo che non potessi scorgere il sigillo sulla parete...”
Vincent rimase di stucco, mentre Leila assunse una reazione più autoritaria.
“Dobbiamo recuperarlo, se dovessero catturarlo tutti i nostri sforzi saranno stati vani!”
“E' un sigillo relativamente semplice.” affermò Enigma in tutta fretta“Ho capito! Hanno deciso di proteggerlo poiché, se si fosse trattato di uno schema più complesso, nemmeno un incantesimo avrebbe potuto celarne la presenza! In ogni caso...ci metterò un attimo!”
Gli occhi azzurri e penetranti di Loretta scrutarono la buia conformazione dell'edificio governativo. Sapeva che i suoi studenti preferiti erano non si trovavano lontani. Se li avesse incontrati, avrebbe dovuto interpretare la parte della giustizia, per quanto logorante sarebbe risultata. Desiderò che i suoi pupilli riuscissero ad eludere la morsa del ghiaccio.
Soltanto un ragazzino venne baciato da quella stella cometa appena espressa.
Tuttavia, non era una stella fortunata. Lo stava guidando verso un luogo più meschino che mai.

“Mannaggia...” sbatté i palmi delle mani sul passamontagna, in totale autocommiserazione.
Non c'erano sbarre, ma i vetri antiproiettile di una minuscola finestrella, il coriaceo portone d'acciaio e l'atmosfera particolarmente angusta non lasciò scampo alle sue intuizioni.
Era finito dritto dritto in una cella dei Servizi Segreti. L'ingenuo pesciolino si era lanciato nella rete del pescatore, con nefaste conseguenze.
Una chiave cominciò a danzare nella serratura. Il portone della cella si aprì lentamente verso l'interno.
Matt avvertì che qualcosa non andava. Le sue forze sembrarono prosciugarsi in un lampo. Avevano appositamente selezionato degli agenti che non fossero dei possessori di Risorse, per impedire ogni tentativo di fuga al novizio prigioniero. Come se non bastasse, il sigillo che l'aveva catapultato direttamente in gattabuia lo aveva anche ammanettato, non se era nemmeno reso conto fino a quel momento.
“Portatela qui! Tra poco penseremo a come interrogare il nostro nuovo ospite.” una voce particolarmente autoritaria diede gli ordini ai suoi fedeli sottoposti. Una ragazza incappucciata venne sbattuta davanti al ragazzino senza troppo ritegno, anch'ella ammanettata.
Le porte si chiusero, e la ragazza alzò gli occhi verso Matt. La sua espressione passò da una cupa stasi ad un gioviale stupore.
“Kamili?!” le parole gli sfuggirono dalla bocca, come una tosse insistente.
“Matt? Sei tu! Ma come ti sei conciato!” non le fu difficile riconoscerlo, guardando e ascoltando con il cuore al posto degli altri sensi.
Cercò di abbracciarlo, ma tutto ciò che venne fuori furono dei buffi movimenti impastati.
“Che ci fai qui?! Dovresti essere a Nati!” cercò di abbassare la voce, non sapeva se la stanza era sorvegliata e preferiva non coinvolgere nessun altro nella conversazione.
“Lo so ma...non ce l'ho fatta!” sembrò che un pomodoro maturo le stesse colorando le guance “Volevo stare al tuo fianco anche in questa avventura...perché non voglio che ti accada nulla di male!”
“Kamili...” sorrise, toccato da quella straordinaria bontà.
“Due soldati dell'esercito sono venuti a farmi delle domande, anche se mi volevano far credere di essere dei giornalisti. Ho tentato di pedinarli, pensando che i sentieri di montagna che conosco potessero nascondermi a dovere...ma sono un imbranata e se ne sono accorti dopo neanche un quarto d'ora!” una leggera risata. In fondo il gioco era valso la candela.
“Non mi dire che hai opposto resistenza...” chiese Matt, apprensivo.
“Solo un pochino...nulla di eccezionale! Poco tempo dopo mi hanno ceduto a degli agenti e mi hanno portato fin qui.”
“Sei proprio una spericolata!” i due non trattennero i loro sorrisi, ma cercarono di non fare baccano “Ma ti ringrazio per aver pensato a me.”
I due si sedettero a terra, sopra una fredda pavimentazione incolore. Kamili si avvicinò a Matt senza fretta, voleva solo sentire il suo viso più vicino.
“Senti...visto che siamo qui...” prese un po' di fiato, e cercò di ignorare quel tamburo, incastonato nel suo petto “Io vorrei essere sicura. Come ti è sembrato? Insomma...secondo te...era troppo presto per un bacio? In quel momento ero così contenta di vederti sano e salvo...abbracciarti forte e sfiorare le tue labbra mi è sembrata l'unica cosa sensata da fare.”
Matt non rispose. Kamili tentò di scavare nella sua timidezza, afferrando dolcemente la sua mano.
“Siamo compagni di squadra, siamo amici. Matt...vorrei che io e te fossimo qualcosa di più. Sono sempre stata cotta di te...da sempre...”incredibilmente, il ragazzino la interruppe, poggiando il suo indice sulle sue labbra.
“Ti prego...smettila.” rispose afflitto, si sentiva quasi come un assassino.
“Allora...quel bacio non aveva alcun significato?” le lacrime cominciarono a bagnare un viso oppresso dalla tristezza.
“Non è questo Kamili...” guardò verso l'alto, mentre la sua mano scappò da quella di Kamili, non avrebbe mai voluto dire quelle parole “Ma quel bacio io non me lo ricordo! Non mi ricordo quasi nulla di quel giorno, se non la permanenza a casa tua. Nella mia memoria, quel bacio che mi hai raccontato...non è mai esistito.”
 
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Daniel Skywalker
view post Posted on 4/8/2016, 11:52     +1   -1




Due cose principali:
1) Justin nasconde qualcosa di pericoloso e lui e Vincent si conoscono
2) Matt non si ricorda del bacio??!? Ma voi scrittori vi divertite quando distruggete delle ship? :grrr:
 
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view post Posted on 4/8/2016, 16:58     +1   -1
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CITAZIONE (Daniel Skywalker @ 4/8/2016, 12:52) 
Due cose principali:
1) Justin nasconde qualcosa di pericoloso e lui e Vincent si conoscono
2) Matt non si ricorda del bacio??!? Ma voi scrittori vi divertite quando distruggete delle ship? :grrr:

Beh, che ne sai, magari si conoscono perchè...no, non riesco ad inventarmi qualcosa di ridicolo al momento xD Comunque sicuramente uno di loro ha tanta carne sul fuoco... forse entrambi? chi lo sa?
Si, come hai letto, Matt non ha la minima idea di cosa Kamili stia dicendo.
Ehm, che vuoi dire? XD Non sono mica un sadico io!
 
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Daniel Skywalker
view post Posted on 4/8/2016, 19:59     +1   -1




Le ship sarebbero quando i lettori desiderano che due personaggi si mettano insieme, e molto spesso gli autori le distruggono, poi le ricreano, poi le ridistruggono, etc...
Non essere così sadico, please :cry:
 
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view post Posted on 7/8/2016, 21:57     +1   -1
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Lo so cosa sono le ship u.u
Ma intendevo che non sono uno di quei sadici che si diverte a romperle xD
 
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Daniel Skywalker
view post Posted on 8/8/2016, 12:26     +1   -1




Menomale, visto che il 90% degli scrittori dei libri che ho letto ulltimamente si divertono, e tanto. Tanto.
 
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view post Posted on 19/9/2016, 00:50     +1   -1
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Scusate il ritardo enorme! Sono stato in vacanza e poi esami...esami esami...ma fortunatamente il capitolo non è tanto corto e c'è tanto da scoprire :D
Buona lettura, e grazie...;)
A breve una minimappa per farvi avere le idee chiare!

2.3 Cristallo


“Non ti ricordi proprio nulla?” chiese Kamili, lanciando il suo ultimo salvagente.
“Ricordo strappi confusi del mio viaggio verso il villaggio, nulla di più.” cercò di aumentare il suo distacco, era troppo imbarazzato “Scusami...ma non posso provare qualcosa che adesso non sento mio. Sei una grande amica per me, e non ti sostituirei a nessuno. Ma adesso...non è il momento giusto.”
Kamili non riuscì a trattenersi.
Sferrò un pugno devastante sulle piastrelle, che si spaccarono inermi, creando una strana decorazione fatta di crepe dolorose.
“Maledetta Green Soul!” gridò affranta, lasciando che le lacrime le bagnassero il viso “Se non ti avesse fatto del male...”
“Come ha fatto...mi ha colpito così forte da farmi sbattere la testa?” Kamili si ammutolì, era molto più grave di ciò che pensava.
“Non ricordi nemmeno...quando ti ha ferito al collo?”
“Ricordo la permanenza a casa tua e la scalata con Peter ed Enigma. Quando provo a fare di più, è come se qualcuno mi gettasse in un buco nero! Tutto ciò che non ricordo me l'avete raccontato voi.” si strinse la fronte, cercando di far comparire magicamente ciò che aveva perduto.
“La Green Soul ha distrutto la tua Risorsa. E per questo, hai temporaneamente perso i ricordi di interi mesi. E' questo che succede normalmente.” delicatamente, tolse la mano che Matt aveva agganciato al suo cervello, evitando che si facesse del male “Non è colpa tua. Forse...quel brutto shock non ti ha permesso di assimilare i ricordi di quella giornata, nonostante sia riuscita ad aggiustare la tua penna.”
“Lo so. E per questo ti sarò sempre debitore.”
Kamili distolse lo sguardo dal ragazzo che le era sempre stato a cuore.
Sapeva di essere egoista. Non voleva guardare l'amore che aveva inspiegabilmente perso, nel giro di qualche drastico secondo.
“Ho bisogno di stare sola per un attimo.” nonostante l'impossibilità della richiesta, Matt decise di accontentarla.
Mentre la ragazzina si adagiò in un angolino sperduto della cella, il ragazzino dalle occhiaie pronunciate si sentì profondamente criminale. Un giudice implacabile avrebbe presto enunciato la sua condanna: un senso di colpa che avrebbe graffiato il suo cuore per molto tempo.

“Che razza di area è questa?” affermò un Vincent incuriosito.
Dei corridoi scavati nella madre terra si snodavano in una serie di cunicoli, illuminati da vecchie lampade smorte, dal verde chiarore.
Dopo aver superato il sigillo della finestra misteriosa, il gruppo di ribelli aveva attraversato il portale, lasciando alle loro spalle un altro sigillo da parte di Enigma. Non ebbe il tempo di renderlo perfetto, poiché il vento gelido dei ghiacci più remoti aveva soffiato sul loro collo.
Loretta si era diretta verso il basso, la loro prima inseguitrice. Chester invece si era recato al centro di comunicazione che si trovava dalla parte opposta, e constatò quanto l'impianto fosse stato devastato da un solo temibile guerriero.
“Cerchiamo di avanzare con cautela.” suggerì Leila, pronta alla marcia “Abbiamo tagliato le loro trasmissioni, ma i loro agenti ci staranno sicuramente aspettando.”
“Mi raccomando, specialmente voi, Jane ed Enigma. Avete il potere di ridurre drasticamente il tempo che perdiamo in combattimento. Continuate sulla stessa strada.”
“In che senso? Non posso distruggere tutto come ho fatto prima?” chiese la ragazzina, bramosa d'azione.
“Hai fatto la scelta giusta poco fa, ma sarebbe meglio che inghiottissi i nostri nemici nel tuo universo. Sai, senza tutti quegli effetti speciali...”
“Farò finta di non aver sentito.” esclamò Leila facendo la spiritosa. Sapeva molto bene cosa la figlia fosse in grado di combinare, specialmente dopo essersi esercitata con lei in prima persona.
“Va bene...cercherò di reprimere il mio formidabile talento. Ma solo perché sono di buon umore!” rispose Jane, sfociando nell'arroganza.
“Lo dico per il tuo bene.” puntualizzò Vincent “Fino a questo momento abbiamo avuto successo solo perché siamo riusciti a coglierli impreparati. Non conoscendo le nostre abilità non hanno avuto il tempo di sfoggiare le loro. E fidati, meglio non sapere di cosa quegli agenti siano capaci.”
Il volto di Jane non sembrò impressionato, ma tutti il gruppo assimilò perfettamente i consigli del cacciatore. Decisero di proseguire, scegliendo una delle gallerie, senza dividersi nemmeno per un istante.
“Dobbiamo trovare Matt, e in fretta! Se gli sfuggisse qualcosa sarebbe davvero la fine!” concluse Vincent, facendo strada.

Per dieci minuti, i ragazzini rimasero immobili, fissando le nicchie più buie della stanza. Poterono udire i loro respiri affannosi, i loro singhiozzi affranti.
Un flash.
Quella scintilla di luce che precede il rombante tuono.
Nella mente di Kamili c'era solo rancore, riversato in una creatura che da sola, era stata capace di rubarle il desiderio del suo cuore.
Il trucco di una fata rabbiosa si dipinse sul suo viso, ancora umido di dolore, ma bellissimo nell'aspetto.
“Ora ce ne andremo da qui! Non posso...non posso sopportare tutto ciò!” strepitò inviperita, prima di avvinarsi minacciosa vicina alla porta del loro carcere.
“Cosa stai facendo?!” Matt cercò inutilmente di farla ragionare “Anche se tu sfondassi la porta, non andremmo da nessuna parte. Ti prego non metterti in pericolo!”
L'apprensione del possessore della penna non riuscì a scalfire quella crisi, ed una mano di polvere fatata fu in procinto di schiacciare quell'apatico acciaio.
Si fermò, quasi qualcuno avesse trovato il suo interruttore. Lo stesso valse per un Matt particolarmente confuso.
“L'hai sentito anche tu?” chiese il ragazzino dalle occhiaie pronunciate.
“Certo che si...la porta!” si avvicinò alla barriera che li aveva separati dalla libertà. Non stava sognando, qualcuno l'aveva sbloccata.
“Facciamo con cautela.” commentò Matt, mentre fianco a fianco, i due aprirono cautamente il portone silenzioso.
In uno spoglio corridoio fatto di prigioni e piastrelle biancastre, mentre la luce elettrica splendeva con intermittenza, Matt e Kamili osservarono i corpi di ogni singola guardia.
Erano stai messi a tacere.
I loro vestiti squarciati sicuramente da una lama misteriosa.
“Credo che qualcuno abbia deciso di liberarci.” sussurrò Kamili, tornata alle sue fattezze da ragazza.
“Beh, allora non rendiamo vani i suoi sforzi, cerchiamo un modo per uscire da questo postaccio!” rispose Matt, risoluto e pronto alla fuga.

“Riesci ad avvertire qualche sigillo?” erano tutti in corsa, ma Vincent non aveva mai perso le redini dell'operazione, almeno non completamente.
“No, ma hanno già trovato l'ultimo che ho applicato, e sicuramente Loretta sta cercando di distruggerlo.” Enigma riuscì a rispondere sopportando il fiatone.
“Come fai ad esserne sicuro?”
“Mi si gelano le vene. Non credo quella donna sia capace di districare i sigilli normalmente, ma in qualche modo grazie alla sua Risorsa riesce ad inibirli, congelandoli completamente.”
“Dobbiamo avanzare il più possibile, anche se questo significa cadere in una probabile imboscata.” puntualizzò Leila, fiduciosa.

Buonasera!


“Che diamine?!” gridò Mike, colto di soprassalto.
Anche se il gruppo era riuscito ad interrompere le comunicazioni, gli altoparlanti sparsi nella struttura erano perfettamente funzionanti. Esattamente come per un ristretto numero di telecamere, supportato dal centro di comando generale.

Noto con piacere che abbiamo ospiti! Come state?

Impulsivamente, il gruppo di ragazzini si fermò ad ascoltare, ma Vincent e Leila li spronarono a proseguire.

Probabilmente già sapete chi sono.
Quel birbante ometto,capitano degli attuali Servizi Segreti di Gracalm.
Voi mi conoscete, come io conosco voi.
Congratulazioni! Nessuno era mai riuscito nemmeno a sorpassare il portone del Palazzo Clarmont!
Siete giunti nella nostra bellissima Area Verde, che mattacchioni!
Permettetemi di fare il gentiluomo.
Lo sapete che parco giochi avete scelto?
Sapete cosa state facendo?
Vi siete resi conto, di quale stupido errore vi siate macchiati?


Nonostante fossero concentrati nella corsa, tutti i membri della Nuova Alleanza, Vincent compreso, ebbero un sussulto.

Avete sorpassato un confine, ed ora ci siete invischiati dentro.
Se proseguirete a vagare nel nostro stabilimento, sappiate che i miei agenti non si fermeranno davanti a niente pur di fermarvi.
Niente.
Avete capito?
Avete oltraggiato questa base, e ora ne pagherete le conseguenze.


Justin sorrise, allietato dalla sua terrificante perfomance.
“Avete il via libera.”
“Davvero Signore? Davvero davvero?” chiese la voce di un giovane, particolarmente su di giri.
“Smettila di fare il moccioso.” un altra voce, più matura, lo rimproverò immediatamente.
“Fate come se foste a casa vostra. Dovete solo scacciare delle mosche fastidiose, e qualche pezzo grosso.”
“Finalmente!” il giovane sembrava al settimo cielo “Da quant'è che non mi confronto con qualcuno che duri più di qualche minuto?”
“Da troppo. Meriteresti qualche mazzata ogni tanto. Vorrei tanto avere il lusso di poterlo fare di persona.”
“Quanto sei noioso, solo perché sei il preferito del boss!”
“Non sentirti escluso.” esclamò Justin “Verrò con voi, come se fossimo un allegra brigata.” si sistemò la giacca di color carbone, perfezionando il suo papillon abbinato “E chiameremo anche la nostra amica.”
“Non lei!” gridò il ragazzo, scemando il suo spirito passionale.
“Ora si che ragioniamo.” commentò il più adulto dei tre, compiaciuto.
“Ma lei li farà fuori troppo velocemente!” si lamentò il giovane.
“Impareranno la lezione. Nessuno mette i bastoni tra le ruote della vera giustizia.”
Nel contempo, il gruppo dovette arrestarsi.
Una selva di Deep Green li aveva bloccati tra un cunicolo e l'altro.
“Sempre che riescano ad uscire dall'Area Verde.” affermò Justin, non particolarmente turbato “Sono capitati proprio nel mezzo di una zona alquanto complicata. Non penso abbiano mai affrontato...qualcosa del genere.”

“Che cosa ci fanno i Green Blood qui?!” ruggì il cacciatore mascherato.
Una selva di Deep Green si era schierata in una formazione a raggiera, troppo sofisticata per essere opera di normali mostriciattoli: creature dalle fattezze umanoidi, ma con volto e artigli che tendevano al color pompelmo. Attorno alla loro testa, delle piccole pietre roteavano senza sosta, mentre dei cappucci marroni coprivano i dettagli del loro volto, facendo illuminare i loro occhi gialli.
“Non abbiamo tempo di pensare, dobbiamo eliminarli!” una Jane implacabile si scagliò contro i nemici misteriosi, avrebbe utilizzato il suo potere più devastante, pur di disperdere quell'orda sinistra.
“Non andare!” gridò Vincent, fiutando il fetore del pericolo.
Era troppo tardi.
I Deep Green, alzarono le braccia, puntando con i palmi l'esuberante ragazzina. Una mistica forza avvolse il corpo di Jane in un bozzolo insidioso. Le sbarre di quella prigionia, dipinte dello stesso colore dei volti incappucciati, cozzavano ingloriosamente con la la verdognola illuminazione di quei cunicoli senza fine.
In un lampo, Jane venne spinta violentemente verso l'orizzonte, in un luogo lontano, sconosciuto, forse il nulla.
Leila ebbe uno scatto d'ira.
cagliò immediatamente una selva di dardi, infuocati di rosso bordeaux. La sentenza della donna si abbatté su quegli abomini, ma tra il disordine dei caduti, un Deep Green rimase in piedi.
“Hanno studiato uno schema che formasse delle posizioni sicure per i membri lasciati più indietro!” concluse Vincent, sempre più angosciato.
Leila e l'ultimo Deep Green vennero catapultati in un duello improvvisato, dove il grilletto più reattivo avrebbe avuto la meglio sull'avversario.
Una dardo trapassò la fronte del Deep Green, distruggendone le fattezze. Tuttavia, il trucco di luce non tardò a rivelarsi: in qualche secondo, Leila venne imprigionata e catapultata fuori dal confine di ogni occhio, ancora una volta, inevitabilmente lontano.
Il cacciatore ebbe una visione fondamentale. Afferrò lo scettro del potere con una grinta encomiabile.
“Falcon's Nest!” dopo il suo grido, sancì una ritirata senza indugi, e senza nemmeno il permesso del gruppo.
Quando la squadra tornò alle sue sembianze in un luogo sicuro, Vincent dovette chetare sguardi inquirenti e lamentele accese.
“Non potevo fare altrimenti.”
“In che senso?!” sbraitò Mike, separato da Jane “Due dei nostri membri sono stati spazzati via!”
“Sei certo di ciò che dici? Calibra bene le tue parole.” Vincent cadde nell'enigmatico, ma era l'unico modo per raggiungere il cuore del bulletto dai capelli rossi. Attraverso l'uso delle parole che tanto destreggiava nelle sue poesie.
“Spazzati via...cosa c'è che non va?” chiese stranito, mentre Peter ed Enigma lo seguivano con lo sguardo.
“Che cosa hai visto con i tuoi occhi? Descrivimi l'accaduto.”
“Lascia stare, credo di aver capito.” risparmiato da questioni di cuore, Enigma diradò la nebbia molto più facilmente del suo compagno “Se fossero state messe al tappeto, la loro Risorsa avrebbe smesso di emanare luce. Abbiamo assistito ad uno spostamento forzato, non ad una mossa letale.”
“Esatto!” gioì il cacciatore “Vi ho portato via dal campo di battaglia, poiché se è come penso, quei Deep Green sono stati creati come spie. Sono in grado di addentrarsi in ogni angolo, e di far sparire ogni possibile intruso. Sono specializzati nel disingaggiare le battaglie.”
“Se avessimo combattuto avremmo rischiato di disperderci ulteriormente.” concluse Mike, raggiungendo per ultimo la scala delle idee.
“Ma cosa ci facevano quei Deep Green in questo territorio?” chiese Peter, sull'orlo dell'incertezza.
“Sarebbe un disastro se si fossero infiltrati nella base dei Servizi Segreti!” il bulletto abbracciò i peggiori presagi.
“Dubito che sia così.” lo rassicurò Vincent, pensieroso “Se si fossero davvero infiltrati, dubito che si sarebbero fatti scoprire così facilmente. E poi...pensate alla loro formazione. Le spie solitamente lavorano singolarmente, poiché raggrupparsi attirerebbe maggiormente l'attenzione. Se si sono riuniti, significa che si aspettavano di essere trovati da qualcuno.”
“Cosa?! E come diavolo l'hanno previsto?!” Mike stava perdendo qualche ingranaggio.
“Semplice.” concluse Enigma, appoggiandogli una mano amica sulla sua spalla “Non l'hanno previsto, ma hanno capito che era l'unica possibilità. Questo perché sono intrappolati qua dentro.”
Mike rimase di pietra. Non la solida compagna di battaglia, ma una corazza fatta di insormontabili perché.

L'ammaestratrice di aquile aprì gli occhi. La prima immagine non fu particolarmente incoraggiante.
“Loretta?!” l'avevano catapultata nella stanza che aveva generato le mille finestre, proprio in mezzo al plotone capitanato dal Tenente Generale.
La professoressa ebbe un sobbalzo. Guardando attraverso la sua Risorsa, riuscì a scorgere la vera identità della donna mascherata. Prima che i soldati potessero aggredirla, scattò verso di lei, impercettibile.
“Non opporre resistenza...” le sussurrò all'orecchio, mentre cominciò a congelarle le punte delle scarpe.
“Ci sono i miei bambini la dentro!” replicò Leila, rassegnata.
“Farò in modo che tutto vada per il meglio. Fidati di me.”
Leila abbozzò un sorriso, prima che il suo volto venisse circondato da un leggero strato di ghiaccio trasparente.
“Chiamate i rinforzi!” sentenziò il Tenente Generale “Abbiamo catturato un intruso!”
Si voltò verso Leila, che silenziosa, rimase come dormiente, osservando la situazione.
“Ha lasciato che rimanessi cosciente, e che potessi vedere all'esterno...deve esserci un motivo...e bello grosso.” pensò Leila, sopportando la morsa che le congelava il corpo.
Leila venne portata via come una preziosa e antica statua, ancora mascherata. Loretta non avrebbe potuto permettere che il suo volto potesse essere scoperto, non così presto.
Quando Chester la vide, le sue speranze, un vaso di cristallo soggiogato dal vento, cominciarono a vacillare.
Il vaso si stava avvicinando alla sporgenza.
Una volta caduto, nessuno avrebbe potuto ricomporlo. Avrebbero perso ogni cosa in una selva di frammenti senza vita.

“Dove siamo diretti ora?” chiese Mike, mentre ad ogni passo, sembrava che i suoi piedi tastassero il vuoto.
“Al loro quartier generale.” rispose Vincent, pacato.
“La smettete?!” esclamò il bulletto, stufo di essere costretto ad imprecare, a causa di quei repentini colpi di scena.
“Sarò breve.” in una corsa mozzafiato, il cacciatore si affiancò al granitico pel di carota “Che cosa fanno gli agenti dei Servizi Segreti? Lavorano in incognito giusto?”
Mike annuì, tentando di conservare i polmoni per la corsa, evitando altre fughe di fiato involontarie.
“Come abbiamo supposto, quei Deep Green non possono uscire da qui. Questo poiché qualcuno deve tenerli richiusi qui, con qualche incantesimo. Ora...noi ci troviamo in un covo segreto gestito da Justin in persona, per cui, molto probabilmente gli esseri che abbiamo incontrato sono stati portati qui per...”
“E' una zona addestramento!” gridò il bulletto, tappandosi la bocca da solo in un secondo momento.
Mentre Peter ed Enigma sorrisero soddisfatti, la mente dell'operazione si agganciò alla conclusione appena dichiarata.
“Sono tenuti sotto controllo, e non possono uscire da questi cunicoli. Guarda caso, questi corridoi sono illuminati di verde, un ottimo colore con cui i Green Blood possono mimetizzarsi. Qui le reclute imparano a muoversi in ambienti angusti, evitando di essere scoperti dalle entità che vagano per questi luoghi. E nel caso le reclute non siano abbastanza prudenti...vengono scacciate senza appello. D'altronde, una volta che salta la copertura sei già al game over.”
“Wesley sarebbe fiero di me!” ridacchiando, Mike non riuscì a darsi un contegno.
“Visto che sei così sveglio, prova ad indovinare dove ci stiamo dirigendo.” sembrò quasi che Enigma volesse ricordargli il quiz esplosivo che mesi addietro gli aveva proposto.
Il bulletto esitò, ma Enigma cercò di avvicinare il suo animo al suo, comprensivo.
“Non puoi essere come lui. Non puoi diventare un cervellone come Wesley. Nessuno di noi può.” aveva colto nel segno “Tu sei te stesso e sei come sei. Nulla di più e nulla di meno. Pensa con la tua testa, e non con quella altrui. Ce la puoi fare.”
Qualche attimo, ed ecco che Mike scaricò le informazioni, direttamente provenienti dalla sua zucca rossa. La sua fiducia era rovente come non mai.
“Dalla parte opposta da dove siamo entrati!” i tre compagni di viaggio avrebbero applaudito gioiosamente, se non fossero stati braccati dalla fretta “Jane e Leila sono state scaraventate verso due direzioni. Se il mio senso d'orientamento non m'inganna, la mamma di Matt è stata diretta verso il Palazzo Clarmont, mentre Jane dalla parte opposta! Devono averla portata da quella parte!”
“L'amicizia con Wesley ti ha fatto bene.” il pungente sarcasmo di Enigma, ma questa volta senza alcuna cattiveria.
“Allora avanziamo, ad ore dodici!” affermò un Mike sempre più prorompente “Andiamo a salvare Jane! Seguitemi!”
Con uno scatto si pose in prima linea, manovrando il gruppetto in fuga. Peter ed Enigma si guardarono titubanti. L'entusiasmo del loro amico era certamente onorevole, ma sembrava quasi si fosse dimenticato di Matt e Leila.
C'era un solo pensiero che gli donava qualcosa, quel magico carburante necessario per continuare a correre ancora. Lei.

“Ok, penso che vada bene.”
“Matt...non funzionerà mai!”
Kamili avrebbe potuto donare la sua fede in uno scrigno luccicante, avrebbe potuto credere ad ogni sua parola. Ma purtroppo, per quanto avesse tentato, non avrebbe creduto alla riuscita di una messinscena simile: si era vestito di tutto punto, rubando giacca e cravatta dall'ufficiale più snello possibile. Non abbastanza, date le maniche cadenti e i pantaloni con un doppio risvolto. Gli occhiali da sole che aveva indossato non rendevano il suo volto più adulto come lui aveva immaginato. Non si era mai visto un travestimento più inefficace.
“Perché ti sei conciato così?” Kamili cercò di farlo ragionare.
“Non mi stanno poi così larghi!” rispose Matt, arrampicandosi sugli specchi.
“Capisco che andare in giro con passamontagna e impermeabile attirerebbe l'attenzione...ma così sembri perfino più sospetto!”
“E invece ti dico che funzionerà. Farò finta di averti catturata. Basta che evitiamo di avvicinarci troppo a loro!” non c'era verso, non avrebbe cambiato quell'idea, gli piaceva così tanto che quasi non gli interessava di rischiare.
“E va bene...” concluse Kamili, sconsolata “Ma almeno, sistemati questa cravatta!”
Gli strinse il nodo della cravatta, trattandola dolcemente, guardandolo negli occhi. Interruppe istantaneamente quel contatto visivo, ricolma di speranza perduta.
“Ehm Kamili, mi stai quasi strozzando.” esclamò Matt, sorridente.
“Scusami! Mi sono incantata!” rispose la ragazzina, cercando di evitare un altro dramma.
“Grazie.” sussurrò Matt, riconoscente “Forza, andiamo a prenderli a calci!”

“Sembra che ci sia un varco da quella parte!” dichiarò Vincent, col fiatone.
Il quartetto decise di infondere i loro sforzi negli ultimi istanti di corsa.
Finalmente trovarono una porta, e il capitano del gruppetto decise di evitare ulteriori distrazioni. Una formula, unita all'apparizione del martello dal becco urlante, sancirono degli effetti decisamente dolorosi, che gli agenti appostati nella stanza avrebbero drasticamente subito.
Il verso del falco fu lancinante, la porta venne completamente sfondata, scagliata contro gli agenti da maestose onde sonore. I tre ragazzini fecero il resto, neutralizzando i nemici in preda alla confusione con colpi semplici e ben assestati.
“Questa stanza è pulita.” constatò l'ex Green Killer “E' un armeria, dove gli agenti si preparano prima dell'addestramento. Avevamo ragione!”
“Da questa parte, c'è una porta automatica!” gridò Peter, cercando di aprirla, prima che un roccioso bulletto la sfondasse.
Un lungo corridoio grigiastro, illuminato dall'impianto energetico d'emergenza, e addobbato da enormi vetrine da ambo le parti, sembrava il prossimo, innocuo ostacolo.
Il gruppetto di combattenti non esitò, e decise di percorrerlo tutto d'un fiato, prima che Vincent, inaspettatamente, non osservò oltre le buie vetrine con la coda dell'occhio.
“Che cosa succede?!” disse Enigma, sbuffando.
Vincent afferrò il suo binocolo.
L'aveva vista, una luce provenire dalle tenebre.
Non si erano resi conto di essere scesi di molto al di sotto della superficie.
Attorno a loro, enormi ed altissime gallerie naturali erano state scavate dal quel pianeta misterioso, giorno dopo giorno. Alcune era diverse.
Aveva le stesse incisioni delle pareti all'interno delle Tower Mountains, e uno scrosciare particolarmente soffocato proveniva dalle profondità del luogo.
Attorno a loro, le gallerie si estendevano per chilometri, illuminate dalle incisioni brillanti, ma soprattutto, da pietre gigantesche apparentemente della stessa brillante essenza, che splendevano in lontananza come fari nell'oceano.
Non poteva essere opera dell'uomo.
C'era un altro mondo da scoprire. Una terra ora governata dai Servizi Segreti di Gracalm.
Erano entrati nel vastissimo regno di Justin.
 
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view post Posted on 30/10/2016, 21:11     +1   -1
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2.4 Il Tesoro di Justin - Prima Parte



“Che cosa c'è da guardare?” chiese Mike, esternando tutta la sua agitazione.
Non c'era tempo per le descrizioni. Il cacciatore decise di cancellare la nascita della conversazione. Un ruscello di parole, arrestato da una diga di sbrigativa fermezza.
Le loro gambe era state condannate a correre all'infinito, fino ai confini della loro forza. Vincent cercò di rimanere lucido, ma tutto ciò che aveva in mente non fece altro che soggiogarlo.
“Queste caverne...probabilmente si estendono per chilometri. Forse ho fatto un terribile errore. Nessuno erigerebbe la sede dei Servizi Segreti in un posto come questo! Forse...prima hanno scoperto che qui c'era qualcosa. Qualcosa di così importante da stanziarsi qui, in uno stabilimento quindi molto recente.
“Stai scherzando? Hai visto tutto questo col tuo binocolo?!” esordì il bulletto, sorprendendo il povero Vincent.
Non si era accorto di aver pronunciato tutto ciò che pensava. Le sue facoltà meditative erano state messe a dura prova, stressate all'inverosimile. Erano un filo elastico, tirato talmente all'estremo, che un minimo movimento l'avrebbe condotto allo strappo finale.
“Non vi ho mentito. Siamo nel bel mezzo di un crocevia sotterraneo.” messo allo scoperto, il cacciatore decelerò leggermente per potersi permettere qualche sprazzo di fiato.
“Che ci nascondesse qualcosa lo sapevamo.” commentò Peter, guardando verso quelle vetrine opprimenti, mentre il lunghissimo corridoio sospeso nel vuoto stava quasi per finire “Ma se davvero si sono stanziati qui da un momento all'altro, ciò che nascondono è così prezioso, da non poterlo nemmeno spostare.”
“E questo non fa che preoccuparmi.” il cacciatore deglutì, quei rimescolamenti di carte improvvisi non gli erano mai piaciuti “Proteggeranno questo tesoro ad ogni costo.”
“Mi sento molto... piratesco in questo momento!” esclamò il rosso, diffondendo un sorriso diffuso “Ma nascondere al mondo un tesoro, per quanto prezioso possa sembrare, non credo sia molto giusto. Se lo rinchiudi nelle profondità del mondo, invece che mostrarlo all'umanità in tutta la sua bellezza, il tesoro avrà valore solamente per il suo possessore, rendendolo una semplice cianfrusaglia.”
“Quanto sei poetico!” concluse il guerriero mascherato “Dovresti provare a scrivere, farebbe bene ai tuoi bollenti spiriti!”
“Molto divertente...” i due fratelli risero alle sue spalle, mentre finalmente raggiunsero l'altro apice della base.

“FATEMI USCIRE!”
“E' davvero insopportabile.”
Un agente tra i tanti, assegnato ad una delle tante prigioni dello stabilimento, era in un terribile pericolo. Il suo udito poteva cedere da un momento all'altro, tanto le grida di Jane risultavano lancinanti. Il suo fortunato collega indossava delle cuffie per tenersi in contatto col quartier generale, e non invidiava affatto quella situazione.
“Resisti, è molto meglio essere qui che in altri posti.” rimase attento, aspettando un segnale, poi gli rivolse nuovamente la parola “Alcuni dei nostri gruppi migliori sono stati devastati in modo del tutto inaspettato.”
“Certo! Li ho devastati IO!” origliando la loro conversazione, Jane cercò di minacciarli “E appena metterò piede fuori da questa cella schifosa, voi due farete la stessa fine dei vostri colleghi!”
“Ma che caratterino...pensa il poveretto che dovrà interrogarla.”
“Visto? Hai capito, c'è sempre qualcuno che sta peggio di te!”
Litigare era inutile, i due agenti a malapena la consideravano. Si gettò sul pavimento della cella, particolarmente lucidato, e guardò nel palmo della sua mano, accostata al suo viso innervosito.
“Se solo avessi la mia Risorsa...” sussurrò l'inviperita “Anche se non mi hanno tolto il passamontagna incantato, probabilmente sanno già chi sono. Tutto ciò che ricordo è questa cella.”
Appoggiò l'orecchio destro sul portone d'acciaio, freddo e inospitale.


“Se solo riuscissi a percepirla...non c'è bisogno che sia troppo vicina. Se riuscissi a percepire il mio spadone, sarei fuori di qui prima ancora di schioccare le...”
Era li, al piano di sopra. Avrebbe potuto percepirla tra mille identici esemplari.
“E' lei! Perfetto! Non mi resta che ordinarle di creare un portale dimensionale e...” appena tentò di avverare le sue parole, qualcosa andò versa una direzione inaspettata.
Il volto di una ragazza, dagli occhiali simili ai suoi, squadrati e piuttosto grandi, le apparve nella mente, impedendole di pensare qualsiasi altra cosa che non fosse il suo volto.
Sgranò la vista e ritentò, ma il risultato fu lo stesso.
Quella ragazza dai capelli lisci, lunghi fino alla schiena e di un rosso sbiadito, continuava ad apparire nella sua mente, violando ogni protezione. Più Jane s'impegnava, più energie smarriva, in un duello mentale che non avrebbe potuto vincere. Si accasciò a terra, con un forte mal di testa, esausta.
“Cosa...cosa sta succedendo?”
Il suono di un ingranaggio, ed ecco che la porta della libertà si aprì, ma solo per mostrarle l'artefice dei suoi incubi.
“Sono Alexandra, Terzo Comandante dei Segreti Segreti di Gracalm, al tuo servizio.”
Una figura snella, che indossava perfettamente un tailleur scuro e degli scarponi nerastri particolarmente robusti, si presentò al cospetto di Jane, sempre più furiosa.
“Scusami, volevo davvero vedere se avresti tentato di scappare, carissima Jane.”
“Lo sapevi?”
“So tutto di te, della tua Risorsa che possiede un Universo totalmente personale. E so che quando la situazione si fa critica cominci a scagliare meteoriti a destra e a manca.”
“Com'è possibile...io non ti ho mai detto nulla!”
“Non ce n'è stato bisogno.” fece un passo avanti, chiudendo la porta dietro di sé “Vedi, ti svelerò un piccolo segreto.”
In un nanosecondo, dalla sua manica destra sfoderò una lama di forbici particolarmente appuntita, dall'impugnatura nerastra. Quest'ultima presentava delle incisioni particolari: mostravano la metà esatta di un cuore, luccicando nell'oscurità di quel desolato anfratto.
“Carina vero? E' la mia Risorsa, una Risorsa Multipla per la precisione.”
“E a me che cosa dovrebbe...”
“Silenzio!” gridò Alexandra, particolarmente autoritaria. “Come vedi questa è solo una delle lame che le forbici possiedono. Quando le due parti si staccano, una rimane in standby, come se si addormentasse. Grazie a questo svantaggio, l'altra lama può costringere una qualsiasi altra Risorsa a stringere un legame con essa. E potrai essere forte quanto vuoi, ma la tua bellissima arma non avrà alcun controllo o volere, finché non lo deciderò io.”
“Ecco perché non riuscivo ad ordinarle nulla...” sospirando Jane prese la via della tranquillità, dato che non aveva la minima possibilità di fuggire.
“Ti ho solo fatto un piacere. In questo modo la smetterai di urlare verso le povere guardie che ti controllano.”
“Davvero premuroso da parte tua.”
“Non c'è di che.” sorrise, la sua preda era stata chetata, quasi si fosse arresa al proprio fato “Ora devo andare, il resto del tuo gruppo sta combinando altri casini, e purtroppo se ne pentiranno amaramente.”
“Aspetta!” chiese cortesemente Jane “Un ultima cosa...prima di lasciarmi qui a marcire.”
Il volto innocente di Jane cangiò così velocemente che parve uno scambio fulmineo di maschere, appartenenti al suo volto senza paura.
Sferrò un calcio che si conficcò sul mento dell'agente, una giovane sedicenne con grandi responsabilità. Alexandra accusò leggermente il colpo, per poi afferrare la gamba di Jane, con un ghigno sinistro. La sollevò fino a farla penzolare a mezz'aria, per poi appoggiarla a terra senza farle alcun male.
“Nessuno si permette di zittirmi. Ora lo sai.” con un leggero riso, Jane aveva ottenuto ciò che desiderava, a modo suo. Il rispetto di una temibile avversaria, quello che davvero l'aveva attirata.
“Lo terrò a mente.” rispose l'agente pacata, prima di alzare i tacchi, chiudendo il portone alle sue spalle “E' una tosta...se tutto funziona secondo i piani sarà davvero divertente giocare con lei...”

Nel frattempo, la bizzarra copertura che Matt aveva organizzato sembrava aver portato i suoi frutti. Non tanto per efficacia, quanto per fortuna sfacciata. I due ragazzini erano riusciti ad avanzare verso le gallerie infinite che Vincent aveva individuato, evitando i pochissimi agenti che avevano avvistato sul loro cammino. Si stavano radunando in massa nella zona che i magnifici quattro avevano raggiunto, per cui le altre sezioni erano rimaste leggermente sguarnite.
Tra i vari corridoi, i due non incontrarono altro che superfici metalliche insensibili, senza anima. Erano illuminate da piccole lampadine rettangolari, posizionate egualmente distanti l'una dall'altra, incastonate nei punti d'incontro tra soffitto e muro.
“Ehi, rallenta!” chiese Kamili, un po' sottotono “Non lo senti anche tu?”
“Che cosa? Il cuore che batte? Stiamo correndo da ore!” rispose fin troppo rilassato.
“No, è come un rumore metallico, mi sembra di averlo appena superato.”
“Magari è proprio ciò che cerchiamo!” facendo un rapido dietrofront, e quasi perdendo i pantaloni, Matt decise di indagare su quel tumulto sospetto.
Nel fulcro della loro fantasia, in quel calderone ribollente, c'erano tante, tante immagini.
Ma tra tutte queste, nessuna assomigliava minimamente ad una funivia.
Una piccola stanzetta fungeva da pannello di controllo, mentre poco più in profondità uno stanzone d'acciaio purissimo, munito di larghe vetrate antiproiettile, faceva incastonare le cabine alate, delle piccole celle che eludevano il vuoto.
Quelle celle immuni, alla gravità, percorrevano un tratto particolare, disegnando un quadrato sospeso nel vuoto. Quella che i due avevano trovato era solo una fermata delle quattro presenti in quelle gallerie, per cui nessuna cabina sarebbe tornata indietro a passi di gambero, come normalmente ci si aspetterebbe.
Si avvicinarono al pannello di controllo, e riuscirono a scorgere l'immenso panorama che Vincent era riuscito a localizzare. Poi si diressero verso la cabina in attesa di passeggeri, rimasta silente nella stanza adiacente.
“Ma che...cosa sono tutte quelle gallerie?!” sbraitò Matt, non si accorse di aver attirato l'attenzione di un agente piuttosto percettivo.
Stava per coglierli alle spalle.
Il loro avversario afferrò rapidamente il silenziatore, solo la Risorsa del ragazzino fu in grado di accorgersi in tempo del pericolo: lo stocco spinse Kamili verso Matt, per poi attivare le particelle protettive, che si diffusero dal corpo del possessore fino a quello della sua compagna, mano nella mano.
I proiettili cominciarono a colpirli, e a rimbalzare da parete a parete.
“Ah!” gridò Matt, costatando la potenza delle pallottole “Siamo protetti, ma fa male!”
“Ma se ci muoviamo è finita!” rispose Kamili, ad occhi chiusi.
“Tsk, allora è così...” disse il biondo e barbuto agente, prima di tirare fuori un altra arma, molto simile alla precedente, ma con qualcosa di nuovo.
Un solo proiettile creò una fiammata dirompente, che riuscì ad abbattere la coriacea difesa della Risorsa alata, anche se non fu in grado di ferire i gracili ragazzini.
“Dev'essere una Risorsa!” rialzandosi da terra, Matt cercò di localizzare immediatamente la sua amica, prima di esaminare l'agente, pronto all'ennesima offensiva.
“Adesso ha due pistole in mano, sembrano identiche!”
“Se vi arrendete prometto di non farvi troppo male...” affermò il loro inseguitore, spavaldo.
“Non possiamo rischiare, se sparerà con la sua Risorsa rimarremo scoperti da quella reale!” gridò Kamili, di nuovo sorretta dalle sue gambe.
Il ragazzina dalle occhiaie pronunciate guardò l'accesso alla funivia, ma non fu abbastanza scaltro da celare le sue intenzioni.
“Che cosa vogliono fare?! La funivia al momento è stata bloccata...” si chiese l'agente, che pur di non rischiare, premette il grilletto dalla mano destra.
“Kamili fidati di me!” poco prima dell'impatto, il ragazzino dalle occhiaie pronunciate afferrò il polso della ragazzina, esortandola a seguirlo.
“Ti seguirò ovunque tu vada!” rispose fiduciosa, prima che il proiettile esplose in un vortice di fiamme, proprio a pochi passi da loro, infrangendosi nel durissimo vetro che venne marchiato dal fuoco. La deflagrazione distrusse anche parte della cabina appostata in attesa dell'ultimo passeggero.
Furono attimi di oscurità, fino a quando il fumo si diradò, mostrando la desolazione.
Le vetrate avevano resistito a malapena, mentre il fianco interno della cabina era stato carbonizzato, salvandone la base. Le sue finestrelle si erano sgretolate, nella disperazione che una terribile bomba aveva diffuso per tutta la stanza.
L'agente non ebbe paura del suo potere, e appena possibile, entrò nella cabina bruciacchiata. Non c'era traccia di loro.
Si affacciò da una delle finestrelle spezzate, e sotto il suo sguardo, notò una lucciola brillante, che ad intermittenza si spense tuffandosi nel vuoto.
“Si sono gettati di...sotto?” rimase sospettoso, ma sperava di non aver portato alla morte due giovani, se pur ribelli esistenze.
Afferrò il suo walkie talkie e cominciò a soffiare parole insicure. Un attimo di esitazione prima di esalare, un tendine ballerino e una strana sudorazione lo avvolsero improvvisamente.
“Signore...si sono lanciati di sotto!”
“Di chi stai parlando?!” rispose Justin stizzito, in una marcia soffusa.
“La ragazza di colore e un ragazzino dai capelli castani, dal ciuffo spettinato.”
“So-sono evasi dalle celle!” gridò in tutta la sua autorità “La Risorsa di quel ragazzino possiede delle ali capaci di farlo volare! Il loro potrebbe essere solo un diversivo!”
“Che cosa devo fare signore?!” chiese l'agente, perdendo la sua ancora di sicurezza.
“Faremo accendere i fanali d'avvistamento, devono trovarsi a mezz'aria nelle immediate vicinanze!”
Fasci di luce invadente si sparsero per i cieli di quelle gallerie celate al mondo, come se non bastasse, i grandi fanali illuminarono anche le rocce splendenti di quell'essenza sconosciuta, facendole sfavillare, ricreando un cielo stellato nel cuore della terra.
Ingranaggi in movimento. Un interruttore, cabine in movimento.
“Cosa! Il pannello di controllo!” l'agente si fiondò nella stanza, dove la pulsantiera si era improvvisamente animata, facendo partire il meccanismo d'accensione.
“Com'è possibile, nessuno l'ha toccato! Forse si sono divisi. La ragazzina ha attivato il congegno, mentre il piccoletto si è spinto verso una cabina troppo distante da raggiungere...”
Justin rimase di sasso, c'erano troppe vie a cui pensare, cui seguivano biforcazioni su biforcazioni.
“Devo assolutamente spegnere il pannello altrimenti arriverà dall'altra parte!”
“Non lo toccare!” gridò il Capitano, qualche secondo in ritardo.
Nell'istante in cui l'agente sfiorò il pulsante di spegnimento, una scossa dilaniante gli attraversò il corpo, cullandolo in una forzata incoscienza.
“Fatto.” sussurrò Matt, mentre la sua Risorsa, sbucando da un angolo della stanza riservata al pannello di controllo, spiegò le ali per raggiungere i due giovani.
La cabina semi carbonizzata si era spostata di qualche metro, riuscendo così a sporgersi verso l'esterno. I due ragazzini scesero dal tettuccio della cella e rapidamente si nascosero tra le macerie bruciacchiate.
“Siamo stati fortunati, c'era spazio sufficiente per nasconderci qui sopra! Comunque...ci reggerà?” chiese Kamili, cercando di camminare in punta di piedi.
“Lo spero proprio, non voglio sapere che cosa si nasconde la sotto!”
“Sei stato grande!” la ragazza abbracciò Matt, per poi strofinargli la testa con le sue nocche delicate “L'hai fatto dubitare, scagliando quel liquido che ha generato la tua Risorsa! Nel contempo, la penna si è introdotta silenziosamente nella stanza e ha attivato il pannello di controllo...non sapevo fosse in grado di fare una cosa del genere!”
“Non lo sapevo nemmeno io...non l'aveva mai fatto, è stata la prima volta! Ma...ho come avuto l'impressione che potesse inserirsi in quel pannello, per poi farlo accendere con la forza.” il ragazzino dalle occhiaie sonnolente si sistemò gli occhiali da sole, immaginando ciò che la sua Risorsa era riuscita a compiere, nel riflesso di quelle lenti scure.
“E' stata così precisa che non solo ha attivato il pannello, ma ha emesso una scarica dal suo interno per mettere al tappeto quell'agente!” Kamili era rimasta meravigliata, non aveva mai assistito ad un gioco di squadra così lampante, tra possessore e Risorsa.
Si abbassarono istintivamente, colonne di luce cominciarono ad illuminare la cabina, per poi abbandonarli qualche secondo dopo. In quel momento, fluttuando in tutta leggiadra, la penna raggiunse il palmo della mano del ragazzino, adagiandosi come se avesse voluto accarezzarlo. Non avevano comunicato in modo così empatico da tanto, troppo tempo.
“In ogni caso...” cercando di abbassare il tono della voce, Matt tornò alla realtà “Il circuito elettrico che la penna ha generato durerà solo per un viaggio, non potremo tornare indietro. E poi...saremo sicuramente individuati una volta raggiunta l'altra sponda.”
“Li metteremo al tappeto, lo so che possiamo. Non ci fermeremo davanti a nulla!”
Ebbe una smisurata tentazione. Avrebbe voluto baciarlo ancora una volta.
Le sue mani s'irrigidirono, stava cercando di resistere alle catene del suo cuore.
Furono giorni di lotta interiore, ricacciati in qualche istante.
Finalmente, riuscì nel suo intento, limitandosi ad una carezza amichevole diretta alla spalla.
La ferita sanguinava ancora, ma al momento non c'era altro da fare che sopportare, da sola.

Un altro trio di agenti venne spazzato via dalla furia sonora del falco, fu così che il gruppo di Vincent s'inoltrò nella nuova sezione della base, tutta da scoprire.
Sembrava si fossero catapultati in un film dell'orrore.
Stanze strette e cupe, inscurite dalla scialba luce d'emergenza, utilizzata per disorientare gli intrusi. Sale ricolme di computer multi-schermo, circondati da schedari immensi e scaffali di libri misteriosi. Magazzini pieni di sostanze chimiche e ogni tipo di medicine. Laboratori all'avanguardia, tra microscopi, spettrometri di massa e grosse macchine di chirurgia robotica. Nell'insegna di uno spento grigio topo, tutti questi elementi rendevano il luogo un moderno castello del Dottor Frankestein. Vincent reagì come il suo discepolo più ispirato.
“Molto, molto interessante!” prese il prestito lo smartphone di Mike, e cominciò a disseminare flash ad ogni dettaglio.
“Non credevo ci fosse tutta questa roba.” commentò Mike “A cosa servono questi laboratori?”
“Sicuramente si tratta di progetti sperimentali.” affermò Vincent con decisione “Non ricordo di aver mai visto questo tipo di attrezzature tutte assieme, nel medesimo luogo. Il progetto sembra comunque orientato a fini medico-terapeutici. Sto tirando ad indovinare, ma la quantità e la qualità di farmaci che si trovano qui dentro mi ricorda un ospedale di prim'ordine.”
Toc toc.
I loro polmoni cominciarono a soffocare.
Una mano misteriosa, aveva bussato dal portone d'acciaio, che separava il laboratorio da una sezione più lontana della struttura.
“L'avete sentito?!” un Enigma sull'attenti cercò di ascoltare oltre i confini della materia, cercando chiunque li aveva messi in allerta.
Toc Toc.
Identico suono di leggere nocche danzanti, provenienti da un altra porta.
“Ci stanno prendendo in giro?!” sentenziò Mike, saltellando sul posto “Fatevi sotto, perdenti!”
Le sue parole evocarono il pericolo.
Tutte le porte, tutti i possibili accessi che conducevano alla loro stanza si spalancarono nel medesimo istante.
“Arrivano!” gridò Vincent, accovacciandosi dietro un tavolo da lavoro.
Era un semplice nascondiglio, che ben presto, si sarebbe rivelato una poltrona spietata, che l'avrebbe obbligato ad assistere ad una pellicola di puro sgomento.
Uno stormo di frecce impazzite cominciò ad introdursi nel loro piccolo covo, volando in direzioni totalmente casuali. Mike fu il primo che venne investito da quella furia pungente, simile ad una selva di vespe assassine. Si era trovato nella posizione più esposta.

Ligno Mortifero...

Mentre i quattro non poterono in alcun modo spostarsi dai loro passi, la pioggia di aghi sperduti si fermò per esattamente un secondo. Ogni freccia si colorò di una tonalità forte di ruggine, per poi esplodere in centinaia di controparti minori. Fuochi artificiali fatti di un esercito di micro frecce, ancora più perforanti di quelle originali.
L'intera stanza diventò un puntaspilli improvvisato, venne distrutto tutto ciò che ricevette una misera singola puntura.
Enigma e Peter erano spariti. Mike invece, era rimasto in piedi, a guardare un punto vuoto della stanza. Era completamente ricoperto di piccole ferite, quella roccia che non l'aveva mai tradito era riuscita a proteggergli solo il volto. Il resto del suo corpo era stato martellato da un piccone troppo efficace, che aveva penetrato la nuda roccia fino al punto debole.
Cadde a terra completamente privo di sensi.
Vincent cercò di non scomporsi, ma non poté che sussultare, quando i suoi occhi caddero sulla sua gamba destra, ferita da quelle bestie che avevano deturpato la stanza. Non si rese nemmeno conto che una delle frecce era rimasta incastrata nella sua spalla destra.
Un incubo. Non si era mai sentito così vulnerabile. Non aveva mai affrontato qualcuno con un simile potere.
Cercò di poggiarsi sulla gamba ancora in salute, quando i suoi occhi cambiarono direzione, istintivamente. Sarebbe stato impossibile fermali, dato che un uomo dai neri baffi, arricciati alla perfezione, uniti ad un pizzetto folto e scuro, si era materializzato a qualche centimetro dal suo viso.
“Primo Comandante dei...ah! Al diavolo.” sorrise, ma quell'espressione così innaturale per quel volto imperturbabile pareva la peggiore delle illusioni “Un peccato che non ti perdonerai mai. Te lo ricorderai per sempre, e ricorderai questo momento. Il momento in cui tutto ciò che hai pianificato è andato perduto per sempre. Grazie a me.”
“Guarda che lo so chi sei...” rispose coraggiosamente.
Nonostante l'aspetto trasandato rispetto ai colleghi - giacca di jeans nerastra, esattamente come i suoi pantaloni, uniti ad un foulard bianco legato al collo- quell'uomo sfoggiava un portamento quasi regale, nella sua sobrietà. Era un pezzo grosso.
Scuotendo la testa, fece oscillare i suoi lunghi capelli mossi, che incoronavano le sue spalle annerite dal colore delle tenebre.
Non sembrò intimorito dal guerriero mascherato, e gli afferrò il colletto senza andare per il sottile.
“Mi fa piacere. Io invece vorrei proprio sapere chi sei tu.”
“Continua a sognare.” lo toccò istantaneamente, attivando la formula di trasfigurazione.
Vincent riuscì a sorprendere il suo inseguitore, doveva solo spiccare il volo, ordinando alla sua versione in miniatura di allontanarsi, fino a che il legame non si sarebbe spezzato.
Appena tentò di sbattere le ali, ricadde a terra. Totalmente in picchiata, persino più velocemente del giovane Icaro. Il legame si ruppe prima del previsto.
“Perchè...perchè non riesco più a muovermi...”
“Desolato. Le ferite che hai ricevuto hanno diffuso nel tuo corpo una sostanza alquanto...paralizzante. Di solito l'effetto non è così istantaneo...a meno che una delle mie frecce non riesca a conficcarsi più in profondo, proprio come quella che sta ancora trafiggendo la tua spalla.”
“Cosa?! Non mi sono nemmeno reso conto della ferita, mi ha intorpidito il muscolo ancor prima di poter avvertire il minimo dolore...” rassegnato, Vincent si posizionò a pancia in su, esausto.
Aveva speso tutto se stesso nel giro di qualche misera ora, non aveva una goccia di energie da far evaporare, in un ultimo miracoloso sforzo.
“Ora lo voglio vedere... il volto di un ragazzo che presto passerà la vita dietro delle fredde sbarre.” commentò soddisfatto l'ultracinquantenne.

Edited by Poirot's wolf - 1/11/2016, 17:24
 
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