Detective Conan Forum

Matt e la Penna. Il mistero del muro di fuoco., Volevo condividere un racconto a cui tengo davvero!

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view post Posted on 16/3/2013, 10:12     +1   -1
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Black Lady

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Un altro fantastico capitolo, ricco di colpi di scena!
Sai per un attimo mi ero preoccupata. Solitamente io in questo genere di storie ammiro e rimango incantata dai rapporti fraterni, soprattutto se sono tra un fratello e una sorella, e per un attimo ho temuto che quei due stessero facendo sul serio. Ma la dolcissima frase che Matt ha detto alla sorellina svenuta ha sollevato ogni mio dubbio e mi ha fatto intenerire. Allo stesso modo di come l'ha fatto l'intervista fatta a Russell che Jane ha visto.
A proposito di Russell, ho come l'impressione che ci sia lui dietro la polvere rossa.
E poi, la penna che si trasforma in stocco, davvero bellissima. Sono riuscita anche ad immaginarmela.
Complimenti ^^
 
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view post Posted on 16/3/2013, 21:34     +1   -1
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Grazie di cuore!!! :)
I fratelli litigano facilmente...ma il loro legame non si spezza mai! Almeno per come la penso io.
Sono contento che la descrizione dello stocco ti sia piaciuta; volevo proprio renderla facile da immaginare.
Grazie ancora ^^

P.S Shinichi è un MAGO!!! xD Io adoro i maghi! Spero che diventi imbattibile col fuoco!
 
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view post Posted on 16/3/2013, 21:51     +1   +1   -1
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Black Lady

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Vedo che ti sta piacendo la mia ff ^^
Sono davvero contenta^^
 
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view post Posted on 25/3/2013, 17:19     +1   -1
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5.1 Una Famiglia "Normale"


Quel venerdì fu davvero una svolta per tutta la famiglia Wolfram.
Il risveglio di Betty era stato un evento simbolico, e nonostante sarebbe dovuto rimanere segreto, scaldava il cuore pensare che almeno un elemento della Triade di Gracalam fosse sopravvissuto all'ingordigia delle fiamme.
Si sa, più i momenti della vita sono spensierati e felici, più essi passano velocemente. La frettolosa sera decise di non tardare, perciò Chester dovette nuovamente congedarsi con i Wolfram. Il Generale avvertì schiettamente Betty che sarebbe stato meglio celare la propria presenza, nessuno doveva sapere del suo provvidenziale ritorno. Se si fosse fatta scoprire dai Green Blood, avrebbe attirato i guai peggio di una calamita.
Quando il Generale si avviò verso la sua prossima missione, fu il momento di una piccola riunone di famiglia. Leila adorava quei momenti, dato il suo carattere molto autoritario, e organizzava spesso dibattiti coi suoi figli, come una giudice esperta.
Anche Betty venne inclusa nella discussione, dato che si sentiva in dovere di aiutare la famiglia del suo grande amico, oltre che collega e guerriero eccezzionale. La donna dagli occhi smeraldo cercò in tutti i modi di trattenere tutto il suo imbarazzo: non si era ancora abituata a quell'atmosfera, si sentiva un po' come un marziano, catapultata in una luogo sconosciuto che non comprendeva, dove non sapeva mai cosa fare. Rimaneva spesso seduta, con le mani appoggiate sulle ginocchia, guardando timidamente verso il basso. Nonostante il suo disagio, Betty provava una grande ammirazione verso una donna e due ragazzini che, con grande temperanza, sopportavano giorno dopo giorno la perdita della persona a loro più cara. Era davvero fiera di loro.
Leila decise di far accomodare tutti al tavolo rotondo della loro cucina, e come quattro cavalieri valorosi, cominciarono a discutere sull'accaduto:
"Bene, questa riunione sarà davvero speciale. La presenza di Betty sarà certamente di buon auspicio." esordì regalmente la donna.
"Sono...davvero lusingata. E' solo grazie a voi se mi trovo in questa casa, e non tra le grinfie di quelle maledette creauture, vi devo la vita." rispose Betty con un filo di voce.
"Sarai sempre la benvenuta, sappilo. Hai combattuto fianco a fianco con mio marito, e questo non lo dimenticherò mai." disse Leila con una voce accomodante, poi dopo aver tossito leggermente, cominciò il suo discorso:
"Ecco il primo comunicato." pronunciò Leila, mentre Matt la fissò annoiato "Io e Chester abbiamo deciso di graziarvi, ma questo non accadrà così spesso. Non ho ancora sentito un qualcosa, uscire dalla vostra bocca..."
"Scusa, carissimo fratello mio..." rispose Jane freddamente.
"Scusami tu, sorellina adorata..." replicò Matt in modo altrettanto distaccato.
"Mi raccomando, cercate di fare pace." disse Leila, facendo il pacere della situazione.
I due ragazzini si guardarono negli occhi, come alcuni giorni prima, ma nessuno dei due decise di scusarsi in modo plateale, o almeno non ce ne fu bisogno: Matt fece un sorriso spavaldo poco percettibile, mentre Jane abbozzò uno scherzoso occhiolino:
"A chi importa, ormai è acqua passata. Ma un giorno, voglio la rivincita!" pensarono i fratelli come se fossero diventati telepatici.
Vedendo che i due figli la stavano ignorando completamente, Leila cercò di attirare la loro attenzione con una domanda:
"Ehi, ragazzi! Avete combinato un gran casotto, ve ne siete resi conto? Probabilmente no..." affermò Leila mettendosi una mano sul volto "Non avete pensato ad un piccolo particolare? Le Risorse agiscono solo quando il possessore vuole utilizzarle per buoni scopi, eppure voi avete combattutto per delle sciocchezze, rischiando anche di farvi male..."
Gli occhi di Matt, come quelli di un gatto di fronte ad un gomitolo di lana, si fecero più vispi e curiosi:
"Ma...perché le Risorse sono rimaste dalla nostra parte, nonostante il nostro combattimento è stato tutto, fuorchè un gesto nobile?" Matt guardò la penna pensieroso, temendo che per un secondo, essa l'avesse abbandonato.
"Sfortunatamente..." rispose Leila come una maestra saccente "Alcune Risorse sono talmente legate al loro possessore, che a volte ne condividono gli ideali. Se questi ideali, nonostante non siano del tutto nobili, riescono a convicere le Risorse, esse non si tirano indietro. Ovviamente, nei limiti del possibile."
"Entrambi credevate di essere nel giusto. Le vostre Risorse, nonostante la vostra schermaglia, hanno compreso i vostri sentimenti e non hanno avvertito alcuna malignità nei vostri ideali. Se non fosse stato così, non avreste mai potuto ingaggiare il vostro confronto." spiegò Betty con voce a tratti tremolante.
I due ragazzini fissarono le loro Risorse poste sul tavolo di fronte a loro. Le loro pupille riflettevano la luce come gocce di rugiada. Finalmente si stavano rendendo conto di quanto fossero stati fortunati, e di quanto un semplice legame poteva essere istruttivo, per crescere e diventari maturi.
A quel punto, la riunione prese un altra piega, del tutto diversa dalla prima noiosa sessione.
Matt e Jane, parteciparono attivamente a tutte le discussioni, con una vivacità impareggiabile: riempirono di domande la madre, chiedendole ogni sorta di consiglio che avrebbe potuto essere utile nel loro futuro; oltretutto, i due vollero farsi raccontare per filo e per segno ogni avventura di Russell, che Betty ancora rammentava. Quelle reminescenze di un eroe caduto la fecero diventare la miglior cantastorie, almeno per quanto riguardava i due ragazzini.
Mentre fiumi di parole invasero la riunione di famiglia, accompagnate dalla dolcezza di una meravigliosa torta al cioccolato preparata da Leila, la notte calò su Calvas. I due ragazzini cominciarono a sentirsi stanchi, perciò Matt decise di fare un ultima domanda:
"C'è una cosa che continua a passarmi per la testa. Cosa faremo adesso? Suppongo che oramai dovremo abituarci a tutto questo..."
"Cosa intendi dire?" chiese Leila un po' ridontante.
"Beh, non siamo più una famigliola normale. Io e Jane ora possediamo un potere che potrebbe rivelarsi utile, ma che potrebbe anche farci affrontare le insidie più grandi. Forse da questo momento in poi dovremo aspettarci un assalto dei Green Blood da un momento all'altro."
Leila fece un espressione esterrefatta, quasi divertita. Scosse la testa con disappunto e rispose al figlio:
"Mio Dio! Che pessimismo! Il mondo non gira mica intorno a te. Le nostre abitudini non cambieranno solo perchè ora possiedi la tua Risorsa."
"Io non la vedo così." protestò Matt "Non dovremmo essere molto più cauti? A questo punto, io agirei come una spia, cercando di non far trapelare nulla della mia vita all'esterno." affermò Matt con decisione.
Betty, Jane e Leila scoppiarono a ridere, creando una risata femminile che scoraggiò il ragazzino:
"Hai visto troppi film sullo spionaggio, caro il mio James Bond!" disse Jane ridendo sotto i baffi.
"Stai davvero esagerando." aggiunse Betty "E' vero che adesso avete grandi responabilità, ma questo non significa doversi segregare a casa come un ricercato!"
"Sei davvero buffo, pulcino mio!" disse Leila stringendolo a se, quasi soffocandolo involontariamente "Ed è per questo, che ti dimostrerò che sbagli."
Matt assunse un espressione apatica, stava solo aspettando la proposta della sua orgoliosa madre:
"Perchè non passiamo un week-end nella regione di Laganal, che ne dite? E' da tanto che non facciamo una piccola vacanza. Gli hotel da quelle parti sono piuttosto economici." propose Leila sorridente "Faremo una piccola gita di famiglia. Come qualsiasi altra famiglia normale, non accadrà nulla di catastrofico, menagramo che non sei altro!" esclamò la donna dando un pugnetto sulla guancia del ragazzino.
"Bene, fate come volete." disse Matt offeso, che innervosito, prese la sua terza fetta di torta e se la portò in camera sua.
Matt, con la sua sfacciataggine e con le sue bizzarre fobie, fece concludere la discussione in modo goliardico. I due ragazzini andarono a dormire, mentre le due donne rimasero da sole in cucina. Leila aveva cambiato totalmente volto, diventando seria e riflessiva. Dopo qualche istante, Betty volle rompere il silenzio:
"C'è qualcosa che devi dirmi, Leila? disse osservandola con i suoi occhi smeraldo.
"Temo di si, e questo non ti piacerà."

La mattina di quel Sabato primaverile sorrise all'intera regione. Tranne a qualcuno.
I lamenti di Matt svegliarono malamente Jane e Leila, che andarono ad assistere il ragazzino, ancora sdraiato a letto. La donna osservò rapidmante le condizioni del figlio:
"La mia diagnosi é..." affermò Leila in tono professionale "Ben ti sta! Hai mangiato il resto della torta al cioccolato di nascosto vero? Eri tu quello che mezz'ora fa ha spazzolato tutto! Ti ho sentito sai?"
"Ohi ohi..." fu l'unica cosa che riusci a dire il ragazzino.
"Peggio per te, resterai qui col mal di pancia!" esclamò Jane "Faremo una vacanza tra donne!"
"No...voglio venire anche io! Datemi un'ora o due per riprendermi!" le supplicò Matt.
"Ma non possiamo, abbiamo prenotato all'Hotel Siren della città di Nelk, il capoluogo di Laganal, dovremo presentarci lì per tempo, tra qualche ora..."
"Nelk?!" rispose Matt con fare svampito.
Leila fece un sospiro rassegnato, poi prese un atlante e lo pose proprio davanti al naso del ragazzino:
"Guarda, non è così difficile. Nelk si trova qui, al centro della Regione di Laganal. Quest'ultima confina con Calvas Ovest a Sud-Ovest, ce l'hai presente adesso?"
Il ragazzino annuì. Allora Leila cominciò a confabulare di nascosto con Jane:
"E' un viaggio non indifferente. Anche se passeremo dalla Superstrada, ci metteremo all'incirca due ore e un quarto. Se partiamo adesso riusciremo ad arrivare alle dieci e mezza, come prestabilito, non possiamo aspettare."
"Perché non lo molliamo qui allora?" protestò Jane.
"Perchè combinerebbe più guai qui da solo, che li con noi, me lo sento." ammise Leila "Dovrò fare in modo che ci raggiunga per conto suo, ma sicuramente si caccerebbe sicuramente in qualche altro pasticcio!"
Jane ebbe un colpo di genio, e con il suo solito ghingo soddisfatto, chiarì le idee alla madre:
"Beh, conoscendolo, si metterebbe in pericolo...a meno che..."

Pochi minuti dopo, Leila e Jane furono pronte per partire. Leila diede un bacio sulla guancia al figlio e gli disse:
"Il tassista arriverà qui tra circa un ora, non preoccuparti, prendero io la tua valigia. Ti sarai ristabilito per quell'ora?"
"Certo mamma!" rispose Matt azzardando un vocione che non gli apparteneva affatto "Alla fine è solo un po' di mal di pancia."
Il Taxi stava solo attendendo che madre e figlia scendessero le scale, a quel punto Matt rimase solo in casa. Appena Jane e Leila si furono allontanate a sufficenza, il ragazzino si accasciò al divano dolorante:
"Altro che mal di pancia! E' tutta colpa di quella torta. Sembra di avere un macigno nello stomaco!" protestò Matt, sfinito.
Il ragazzino poi, realizzò che Leila si era pienamente fidata di lui. Non tutti i tredicenni hanno il permesso di viaggiare da soli.
Questo dettaglio galvanizzò il ragazzino, che si sentì rinvigorito, orgoglioso come il re degli animali. Non si accorse nemmeno che Betty non era in casa.
Dopo un'ora d'impazienza, Matt sentì un auto suonare il clacson proprio nella strada a fianco del palazzo dove abitava:
"Dev'essere l'altro tassista! Che bello, si parte per una nuova avventura!" esclamò Matt felice come una pasqua.
Il ragazzino scese le scale saltellando come un cerbiatto, e con uno sguardo vivace e gioioso, si approssimò alla bianca vettura, poi aprì la portiera posteriore e alzando il pugno al cielo, gridò:
"Si va verso Nelk!"
"Lei è Matt Wolfram giusto?" il ragazzino annuì " Va bene, la porterò a destinazione come Leila e Jane mi hanno ordinato." rispose il tassista, aggiustandosi il suo berretto d'autista.
L'uomo fece partire l'auto, e cominciò a percorrere la via. Solo in quel momento Matt spalancò gli occhi e pensò:
"Ma sbaglio...o ha detto Leila e Jane? Cosa c'entra mia sorella in tutto questo?!"
Il tassista si mise a ridere a scuarciagola, poi si tolse il capello, e osservando l'espressione esterrefatta di Matt dallo specchietto retrovisore, esclamò:
"Te ne sei accorto solo ora, dovresti stare più attento, ragazzo!"
"Generale? Di nuovo lei?!" disse Matt alzando la voce, sbuffando come una vecchia teiera "Mi sono illuso...sapevo che stava andando fin troppo bene." esclamò abbassando la testa.
"Ma come? Non sei felice di vedermi?" gli chiese il Generale "Abbiamo affrontato quelle orribili cantine insieme, ed io ti ho salvato un mucchio di volte. Dovresti essermi riconoscente!"
"Non ce l'ho con lei. E' una persona ammirevole, davvero! E' solo che, se avessi voluto viaggiare come un prigioniero, ci avrei pensato due volte, prima di entrare in questa auto..."
"La tua scelta l'hai compiuta, ormai non si torna indietro!" disse Chester sorridendo "Vedrai, ci divertiremo un mondo!"
Il Generale accese la radio, poi inserì uno dei tanti CD che si trovavano sparpagliati sul sedile a fianco del guidatore. Matt pensò davvero di perdere l'udito e forse anche la ragione, quando un brano Metal sparato ad altissmo volume fu emanato dalle casse stereo dell'auto. Mentre Chester seguiva il ritmo della musica, dandosi la carica, il ragazzino appoggiò la testa al finestrino, rassegnato:
"Mondo crudele..."

Dopo circa venti minuti, Chester e Matt raggiunsero la Superstrada. Il Generale abbassò il volume della musica, e cercò di concentrarsi sulla strada davanti a lui.
La Superstrada che collegava la regione di Calvas con quella di Laganal si distendeva per molti chilometri d'asfalto, sospesa dalla terraferma a circa cinque metri d'altezza. Era piuttosto recente, aveva appena quattro anni di vita.
La si poteva quasi considerare una galleria, dato che la strada era ricoperta da un rivestimento di vetro antiproiettile a forma di semisfera, che copriva tutto il percorso. Inoltre, per assicurare a tutti i veicoli un viaggio sicuro, erano state riposte delle pietre azzurrine ad ogni chilometro, che vennero installate come fari guida nel punto più alto, dove si trovava il vetro protettivo.
Queste particolari pietre, con una forma sferica e di grandezza equivalente ad una pallina da tennis, vennero incantate da stregoni esperti qualche mese prima dell'inizio dei lavori: essi infusero nei minerali un incatesimo chiamato "Scissione", in grado di impedire a qualsiasi corpo di toccarne un altro.
In questo modo, anche se il sortilegio, riusciva a proteggere solo un veicolo per volta, si potevano scongiurare una grande quantità di incidenti che coinvolgevano lo scontro di due o più veicoli. Dopo qualche tempo, le pietre vennero rinominate come Pietre Separatrici.
La Superstrada era conosciuta per avere il più basso tasso di incidenti mortali nella storia di tutte le autostrade, e fortunatamente, dati i livelli di sorveglianza, I Green Blood non sembravano interessati a sabotare questa via di comunicazione.

Finalemente, Matt riuscì a percepire nuovamente i suoi timpani, e con uno sguardo indispettito, rivolse la parola a Chester:
"Possibile che lei non abbia mai nulla da fare? Che diamine di Generale snobba il suo compito con questa leggerezza?!"
"Infatti è stata una coincidenza fortunosa." disse Chester, interrompendo il suo spensierato fischiettio "Avrei comunque preso la Superstrada, perché mi devo recare al confine tra Laganal e Calvas. Vedi, da quell parti è accaduto qualcosa di inaspettato, durante una gara di motociclismo: c'è stato un brutto incidente, causato non da un errore umano, bensi da un esemplare particolare di Green Blood, che si è lanciato in mezzo alla pista. Ha provocato la morte di uno dei piloti, per questo voglio chiarire personalmente questa faccenda."
"Cosa aveva di strano questo Green Blood?" chiese Matt curioso come al solito.
"Beh, le fattezze sembravano umane fino a che, tramite delle registrazioni, non abbiamo scoperto che possedeva delle branchie. Vicino alla pista c'era un corso d'acqua, per cui l'ho fatto controllare immediatamente, e sai cosa ci hanno trovato?"
"Hanno trovato il loro covo?" chiese Matt dubbioso.
"Più o meno. Soltanto che i Green Blood che hanno trovato in quel fiumiciattolo si stavano già dissolvendo, probabilmente annegati. Tuttavia, anche questi esemplari avevano le branchie." rispose Chester grattandosi il pizzetto.
"Che strano...perchè allora solo uno di loro si è salvato?" commentò il ragazzino, con le idee confuse.
"Beh, è per questo che ci stiamo dirigend..." Chester non finì la frase, poichè udì un rumore di vetri infranti e notò che la Jeep nera davanti a lui stava cominciando a sbandare.
All' improvviso, il guidatore perse il controllo del veicolo.
La jeep sbandò e poi si ribaltò sul lato sinistro, infine cominciò a rotolare inesorabilemente, distruggendosi.
Il Generale, in quell'istante, capendo che di li a poco avrebbe potuto imbattersi nella vettura davanti a lui, mettendosi in serio pericolo, disse:
"Scusa Matt, ma mi fido più della mia guida, che di qualche trucchetto magico. Tieniti forte!"
Chester fece una rischiosa sterzata col freno a mano. La carcassa della jeep nera, sempre più in pezzi, oramai si era quasi fermata. Fortunatamente, il Generale riuscì ad evitare il contatto con la vettura, questione di pochi centimetri.
Matt e Chester scesero immediatamente dalla vettura, parcheggiata davanti alla jeep con le quattro freccie, affinchè nessun altro veicolo avesse potuto danneggiarla. In seguito, i due cercarono di segnalare il pericolo alle poche vetture che sopraggiunsero dopo qualche minuto.
Dopo che il traffico venne bloccato, i due si fiondarono davanti alla jeep, che oramai non era nient'altro che un ammasso di ferraglia. Purtroppo la guidatrice non ce l'aveva fatta.
Il Generale si avvicinò alla vettura, e notò qualcosa che lo colpì prodondamente:
"Umh...questo non è stato un incidente come un altro. Osservando i frattenti del parabrezza, sembra quasi che qualcosa lo abbia colpito dall' esterno. E dalla nebbiolina verde qui intorno, ne deduco che..."
"E' stato un altro Green Blood?!" disse Matt completandogli la frase.
"Si, e forse dello stesso tipo di quelli che hanno avvistato al confine. Vicino a questa uscita della Superstrada c'è una piccola laguna, dovremmo andare a controllare. Spero davvero di sbagliarmi." Chester si innervosì, la sua calma era stata spezzata come una catena, che in quel momento, senza l'anello mancante, sprigionava tutta la sua collera "Se fosse accaduta una cosa del genere in orario di punta...avrebbe fatto una strage."
"Una cosa è certa: non prenderò mai la patente, neanche morto!" esclamò Matt impallidito.
 
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view post Posted on 25/3/2013, 19:12     +1   -1
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Un'altro fantastico capitolo^^
E' assurdo come riesci a creare ogni singolo personaggio, soprattutto Matt (che ovviamente è il protagonista). In questo capitolo esce fuori la sua parte più bambina... Mi è davvero piaciuto ^^
Inoltre ora abbiamo un nuovo mistero da risolvere, i nuovi Green Blood con le branchie.
Complimenti^^
 
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view post Posted on 26/3/2013, 23:22     +1   -1
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Grazie, lusingato come sempre! ^^
Beh, Matt e Jane alla fine sono ancora dei bambini! xD Comunque mi piace molto far "conoscere" i protagonisti al meglio. ^_^

E io nel frattempo, non vedo l'ora che Shinichi diventi forte, torni alla città dove c'era la miniera, e si vendichi di tuttooooo! :ninja:
 
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view post Posted on 3/4/2013, 15:41     +1   -1
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5.2 Brutti Ricordi


Le ruote del Taxi sfrecciavano sull'asfalto rovente, mentre Matt, ora seduto al fianco del guidatore, guardava fuori dal finestrino con fare sognante ed annoiato allo stesso tempo. Mentre il mondo passava rapidamente davanti ai suoi occhi, il ragazzino non riuscì a trattenere le sue parole:
"Un buco nell'acqua vero e proprio, insomma..."
"Si, l'hai visto tu stesso. Quella piccola laguna era ricolma di Green Blood oramai condannati, a quest'ora si saranno già trasformati in nebbia." rispose Chester di pessimo umore.
"Accidenti! Tutto questo non ha senso. Se la Green Soul ha donato le branchie a quegli esseri, perché la maggior parte di loro annega?" disse Matt cercando di ragionare.
"Bella domanda...ma per il momento, ringraziamo il cielo che quegli abomini non siano venuti in massa. Avremmo assistito ad un incidente memorabile."
La conversazione sembrò spegnersi dopo la risposta del Generale, tant'è che il ruggito del motore riuscì a sovrastare il silenzio. Matt però, dopo qualche attimo di esitazione, decise di chiedere una cosa che avrebbe potuto mettere in difficoltà il Generale:
"Come mai lei fa tutto questo per me?" chiese Matt sorridendo "Lei è sempre stato gentile nei miei confronti, dal primo momento che l'ho conosciuta. E' già la seconda volta che mi scorta senza chiedermi nemmeno il motivo..."
"Beh, ragazzino...mi sento in dovere di farlo." rispose il Generale, cercando di tergiversare.
"Non mi prenda in giro solo perché sono piccolo. Ho capito benissimo perché riesce a sopportarmi." affermò Matt con un aria sinistra "Vuole farmi arruolare nel suo esercito quando sarò grande, vero?"
I polmoni di Chester ritornarono a funzionare normalmente. Per il momento, il ragazzino aveva preso un totale abbaglio:
"Beh, non la biasimo...le mie capacità sono così particolari che mi stupisco persino io di quello che sono capace..." il ragazzino cominciò un discorso lungo ed asfissiante, le sue parole ingenue era state intrise nell'orgoglio più profondo.
Matt era talmente convinto di quello che stava dicendo, che ad un certo punto premette l'acceleratore: cominciò a pronunciare ogni sillaba sempre più velocemente, senza nemmeno prendere il respiro.
Sembrò che in quell'auto si fosse radunato un gruppetto di piccoli, innocenti ma rumorosissimi bambini, vispi e vivaci come non mai, un vero e proprio asilo incarnato in una sola persona. Il Generale riuscì a sopportare tutto questo solo ascoltando heavy metal a tutto volume, che a stento riusciva a surclassare le corde vocali del ragazzino. Ma d'altronde, Matt era tremendamente logorroico. Era fatto così.
Il Generale fece una smorfia divertita, e cercò di trattenere le sue risate da palcoscenico:
"Se non ti conoscessi, penserei immediatamente che tu ti sia bevuto il cervello! Non ho mai conosciuto un ragazzino bizzarro come te! disse Chester tagliando il discorso sconclusionato di Matt.
Il ragazzino si accorse che tutte le sue parole si erano perse nel vento, per cui si offese. Con uno sguardo imbronciato rispose:
"Sarò anche un tantino bizzarro...ma sognare non fa poi così male."
"Sei un tipetto sognatore, è vero." aggiunse il Generale.
"Certo. E lo sa perché? Se mi ponessi dei limiti, mi sentirei come imprigionato. Preferisco sbattere il muso e poi rialzarmi, prima di arrendermi alla prima occasione."
"Lunatico, logorroico e con la testa dura quanto il marmo. Potrei descriverti solo con queste parole, non credi?" esclamò il Generale, sorridente.
"Lei è decisamente infantile." concluse il ragazzino che, col musone, incrociò le braccia seccato.
A quel punto, Chester non riuscì a trattenere quelle grandi risate che quel ragazzino gli provocava con una facilità impressionante.

I due riuscirono a superare il confine. Laganal li aveva appena accolti tra le sue braccia.
Questa regione era ben diversa da Calvas: aveva un clima prettamente piovoso, non di rado qualche temporale ricopriva, goccia dopo goccia, le grandi praterie di quella regione. Tuttavia, Laganal poteva considerarsi un luogo piacevole dove vivere.
Da Nord, il fiume denominato "Fairy Wing" scorreva impetuoso fino al centro della regione, dove si congiungeva con dei piccoli affluenti. Le sue acque erano pure, limpide, tanto da assomigliare ad un nettare divino, celestiale. Il territorio era ricoperto di pianure sterminate, ove la rugiada si posava sull'erba, creando un tappeto di brillante maestosità.
Oltra alle pianure, Laganal possedeva delle insidiose foreste tropicali, dove alberi di dimensioni mastodontiche ricoprivano lande umide, buie e spettrali. Proprio per attraversare senza indugi zone impervie come la Foresta Radicescura, situata a Nord della regione, venne costruito un enorme ponte, sollevato a cinquecento metri di altezza dal bosco, il Ponte Muschio. Esso garantiva ai viaggiatori un cammino sicuro fino al centro della regione, dove si trovava Nelk.

I due raggiunsero finalmente il grande ponte.
Chester decise di fermarsi. Senza dire una parola, scese dalla macchina e si diresse verso il ponte di fronte a lui. Matt lo seguì piuttosto perplesso, con fare interrogativo.
Il Generale poggiò i piedi sulla prima roccia del Ponte muschio. Quel passo, quel semplice passo, fu pesante più che mai. In effetti, di rocce ormai ce n'era rimaste davvero poche.
Chester chiuse gli occhi, come se avesse voluto pregare. Vide il ponte crollare di fronte a lui ancora una volta.
Il lamento delle nuvole risuonò nell'aria fresca e solitaria, e le prime gocce cominciarono a cadere dal cielo silenziosamente. Ma il Generale non si bagnò, perché Matt aveva preso un ombrello dal taxi, e in quel momento l'aveva aperto per riparare entrambi. Il ragazzino fu troppo curioso per rimanere zitto a guardare:
"Qualcosa non va, signore?"
"Ti va di ascoltare un altra bella favoletta sulla Triade? Sembra che tu ne sia attratto in particolar modo." rispose Chester con aria cupa.
Matt annuì istantaneamente, mentre il Generale, dopo aver riaperto gli occhi, pose il suo sguardo al Ponte Muschio:
"Vedi ragazzo, dieci anni e qualche mese fa, la Triade di Gracalm combatté una dura battaglia su questo ponte. All'epoca non ero nient'altro che una recluta inesperta, ma riuscì ad assistere a tutto quanto."
"Cosa successe? Russell riuscì a sconfiggere i Green Blood vero?" chiese Matt impaziente.
"Purtroppo, non tutte le favole hanno il lieto fine. Non noti qualcosa di strano, appena osservi questo ponte?" rispose Chester, sempre più scuro in volto.
"Ma..." mugugnò il ragazzino sorpreso, dopo aver colto il nocciolo della questione.
"Esatto, questo ponte è stato ricostruito. Le rocce che sorreggono i nostri piedi sono le rare rimanenze di un ponte che oramai non c'è più, è crollato." Chester si girò verso Matt mettendo enfasi ad ogni sua parola "Dei Green Blood riuscirono a reperire una grossa bomba dai nostri armamenti, e la fecero esplodere proprio durante la battaglia sul Ponte Muschio. Non ci furono ne vincitori ne vinti. Anche Russell, Victor e Betty caddero nel vuoto."
"Cosa?! Ma allora come..." esclamò Matt allarmato.
"Non preoccuparti ragazzo, ci voleva ben altro per fermare quei tre grandi guerrieri. La cosa che non riesco a dimenticare fu il numero di vittime. Un centinaio, giusto la metà della strage del Muro di Fuoco. Eppure, anche una sola persona per me fa la differenza."
"Ho capito. Quindi hai fatto un omaggio ai caduti." Matt chiuse gli occhi e mise la mani in segno di preghiera "Allora anche io spenderò i miei pensieri per ricordare tutti i tuoi compagni." disse il ragazzino, prima di restare in silenzio per una dozzina di secondi.
Il Generale ringraziò Matt del suo gesto rispettoso:
"Questo posto...mi causa soltanto incubi...e non è l'unico." pensò Chester affranto, prima di tornare alla macchina con Matt.

Sotto l'incessante pioggia, Matt scrutò il Ponte Muschio dal finestrino dell'auto, rimuovendo con la mano l'umidità creata dalle condizioni atmosferiche. Il grande collegamento, da colosso di pietra, si era trasformato in un gigante d'acciaio. Anche in questa via di comunicazione erano stati presi dei provvedimenti riguardo alla sicurezza: in mezzo alle due strade asfaltate, era posizionate una moltitudine di torrette, con almeno due cecchini professionisti pronti a sparare all'istante, al primo pericolo incombente.
La vettura riuscì finalmente a superare quel ponte pieno di ricordi. Matt notò subito un parcheggio spazioso, ampio quanto un campo da calcio, che si estendeva in uno spiazzo erboso inutilizzato. Matt non riuscì a spiegarsi la presenza di un parcheggio così grande, e perciò decise nuovamente di interpellare il Generale:
"Mi scusi signore, come mai hanno piazzato qui una zona di parcheggio così estesa?"
"Semplice." rispose Chester, prima di fermare la vettura in un posto libero del parcheggio "Le strade asfaltate di questa zona portano tutte a Sud, verso la città di Nyvaga. Noi invece dobbiamo raggiungere Nelk, che si trova al centro, e siccome la zona circostante è ricoperta di foreste, ci andremo a piedi."
"Con la pioggia?" si lamentò Matt.
"Certo! Almeno avremo una bella atmosfera che accompagnerà il nostro cammino!" rispose Chester.
I due presero in piccolo sentiero e si inoltrarono nella foresta.

Il sentiero non era molto ampio, inoltre, era ricoperto di sassolini e radici d'albero, che rendevano il percorso non certo semplice da attraversare. Fortunatamente, le condizioni climatiche delle foreste pluviali erano sfavorevoli per i Green Blood, perciò il percorso solitamente era una via sicura.
Dopo mezz'ora di cammino, Matt e Chester arrivarono ad un bivio. Un cartello di legno, logoro e decadente, si ergeva proprio in mezzo alla biforcazione. Matt si fiondò immediatamente a osservare le indicazioni:
"Allora...per Nelk, si va a destra. Ma...la scritta sopra la freccia che punta a sinistra è illeggibile. Cosa c'è dall'altra parte?" chiese il ragazzino rivolgendosi alla persona che oramai poteva considerarsi il suo mentore.
"A sinistra? Vorrei tanto non saperlo."
"Perché?" chiese Matt cercando di essere empatico.
"E' da li che i Green Blood hanno sottratto le bombe. Nonostante la mia tenera età, anche io cercai di proteggere questo posto, ma fu tutto inutile. Tempo fa era una base militare coi fiocchi, poi è diventato un luna park, e infine, un luna park in rovina. Quel luogo è stato completamente ignorato dalla dea bendata, non c'è che dire."
"Un luna park hai detto?!" il ragazzino spalancò gli occhi.
Matt aveva sempre odiato il luna park, quasi quanto il circo. Il ragazzino, cominciò ad avere dei terribili flash dalla sua memoria: aveva cinque anni, e il luna park era ancora in tutto il suo splendore, ma per quel bambino sembrava il cimitero più oscuro.
Da quando la madre gli aveva fatto provare le montagne russe, aveva il terrore della velocità; da quando Leila l'aveva esortato ad attraversare il Tunnel dell' Orrore, il ragazzino si spaventava per qualsiasi ombra, compresa la sua. Per di più, tutti risero di lui quando, poco prima della fine del tunnel, gli venne scattata una foto, senza che lui se ne accorgesse. Il suo volto piagnucoloso venne ricordato per molto tempo come rappresentazione della paura ingenua, e questo Matt non l'aveva mai accettato.
"Così è andato in rovina? Beh, è quello che si merita." affermò Matt soddisfatto.
"Certo che questi luoghi non piacciono ne a te ne a me. Dirigiamoci a Nelk, e dimentichiamo, e l'unica cosa da fare." commentò il Generale, in tono serio.

"Finalmente siamo a Nelk!" esclamò Matt dopo un'altra ora di cammino.
La cittadina, capoluogo di Laganal, oltre ai palazzi moderni, possedeva anche delle antiche abitazioni in pietra e marmo intarsiato, con decorazioni di pesci e onde marine. Un vero spettacolo, che si affacciava su uno splendido lago: di notte, le sue acque si mettevano a brillare, e ogni goccia che evaporava, pareva una stella pronta per raggiungere la Via Lattea.
Il Generale spiegò con cura dove si trovava l'hotel Siren che Matt doveva raggiungere, poi fece per congedarsi. All'improvviso il ragazzino, come un leprotto, corse davanti a Chester per dirgli un ultima cosa:
"Scusi, Generale...è che...non riesco proprio a tenermi dentro le mie idee geniali." affermò il ragazzino in modo vivace.
"Se stai per fare un altro discorso megalomane dei tuoi, gira i tacchi e fatti la tua meritata vacanza." rispose Chester con sguardo annoiato.
"Stavolta sono sicuro...sarà interessante, ci può scommettere." disse Matt, tentando di attirare la sua attenzione.
"Sentiamo un po' cos'hai da dirmi, piccolo marmocchio saccente!"

La famiglia Wolfram si ritrovò all'atrio dell'hotel Siren, la giornata di vacanza cominciò, nonostante anche la pioggia volle a tutti i costi partecipare. Matt, Leila e Jane visitarono musei, acquari, e si divertirono perfino a correre sotto quella pioggia che sembrava quasi catartica.
Bastava davvero poco a rendere quella famiglia felice. Qualche goccia di gioia, e dei teneri sorrisi, era la cosa più preziosa che Leila potesse desiderare. Dopo tanto tempo, era riuscita a trovare quella serenità, calma come le acque del mare durante la bonaccia, che da tempo aveva perduto.
Arrivò la sera, ma i due fratelli sembravano instancabili, avevano ancora energia da vendere. Leila al contrario, dopo aver fatto scorrazzare i figli dappertutto, quasi senza sosta, era completamente esausta. La donna si tolse le sue ballerine rosso cremisi preferite, e si stese sul letto come la Bella Addormentata. Era quello il momento in cui Leila sembrava essere più permissiva del solito, e i suoi figli lo sapevano benissimo:
"Mamma!" esclamò Jane, cercando di apparire fin da subito insistente "Sei stanca? Io e Matt vorremmo ancora uscire, sono appena le otto di sera, abbiamo ancora tempo per girare il resto della città."
"Mi dispiace ragazzi, ma io al momento sono fuori gioco. Sarà per un altra volta." rispose Leila, poggiandosi una mano sulla fronte.
"Ma domani dovremo partire presto, per ritornare a casa! Avremo pochissimo tempo!" esclamò Matt lamentoso.
"E poi adesso ha smesso di piovere, il che è una rarità! Potremo osservare le acque del lago che si illuminano col riflesso della luna!" aggiunse la sorellina.
"Ma non capite che sono distrutta? Da dove prendete tutte quelle forze?" commentò Leila, avvertendo il mal di testa che cominciava a farsi sentire.
D'un tratto, qualcuno bussò alla porta. Leila, come una morta vivente, si alzò dal letto e andò ad aprire:
"Oh, Chester! Qual buon vento ti porta qui?" disse Leila, quasi rinvigorita.
"Beh, sono passato da queste parti e...avevo voglia di fare una passeggiata prima di tornare al lavoro." rispose il Generale sorridendo ai ragazzini.
"Mamma, possiamo andare con Chester? Con lui staremo al sicuro!" esordì Jane, abbracciando la mamma in maniera adulante.
"In realtà tra circa un ora avrei da fare una pattuglia...ma se non mi darete fastidio, vi porterò con me."
Matt e Jane guardarono negli occhi la madre con occhi compassionevoli. Erano perfettamente consci che Leila non sarebbe riuscita a resistere davanti ai capricci di due paia di occhi, apparentemente innocenti e infantili.
Matt, Jane e Chester si ritrovarono nell'atrio, e subito dopo si diressero fino al confine della città:
"In effetti, non abbiamo controllato ancora in quel posto, e potrebbe essere la volta buona." disse Chester, rivolgendosi a Matt.
"Come potrei dimenticare quel maledetto Tunnel dell'Orrore...non solo rimasi terrorizzato, ma non potei nemmeno scendere dall'attrazione, perché in realtà era una specie di barca sorretta da un piccolo corso d'acqua." commentò Matt.
"Quindi siete sicuri che in quel luogo abbandonato si possa nascondere il covo dei Green Blood con le branchie?" domandò la piccola Jane.
"Si. Dopo che Matt si è ricordato di questo dettaglio, ho cercato negli archivi governativi delle vecchie piantine dello stabilimento. Quell'attrazione, per far scorrere tutta quell'acqua, aggiunta a quella delle fontane, richiedeva un impianto fognario non indifferente. Le enormi cisterne dell'acqua che alimentavano tutte quelle attrazioni si trovano in un piano sotterraneo. Chissà da quanto tempo una persona viva non ci mette piede..."
"Allora non ci resta che andare a controllare. Così risolveremo il problema alla radice." affermò Jane sicura di sé.
"Ho mandate le altre pattuglie a controllare i luoghi sospetti rimanenti, per cui, qualsiasi cosa accada, stasera quel covo di bestie sarà estirpato per sempre." rispose Chester determinato, guardando Matt negli occhi, con un ghigno fiducioso, poi pensò "E così, ci tufferemo nei nostri peggior ricordi, per scacciarli dalla nostra mente una volta per tutte...ancora una bella trovata, ragazzo."
"Ho una questione in sospeso con quel luna park, è ora che il conto venga ripagato..." pensò Matt determinato come non mai.
Dopo appena un ora e un quarto, mentre le stelle illuminavano un luogo che un tempo, era la felicità dei bambini, il Generale e i fratelli raggiunsero i cancelli del luna park. Davanti a loro, degli alberi spogli e grigi, facevano presagire che quello non era più un parco. Era diventato la città infernale degli incubi più remoti.

Edited by Poirot's apprentice - 4/4/2013, 16:48

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Mappa 2

 
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view post Posted on 3/4/2013, 17:20     +1   -1
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Un altro spettacolare capitolo.
Finalmente vediamo la regione di Laganal, che sembra quasi lo specchio di quella in cui abita il nostro piccolo protagonista.
Mi è piaciuta molto anche la forza distruttiva che hanno avuto i ricordi del ponte crollato sul generale.
Inoltre scopriamo un'altra paura riguardante Matt, un'altra paura che come gli insetti ha in comune con me, sebbene io non abbia il terrore dei Luna Park, ma odi solo i Tunnel dell'Orrore, mentre amo tutte le altre giostre.
Comunque sia penso che nel prossima capitolo inizierà una nuova grande avventura, che avrà come protagonisti entrambi i fratelli e il generale, quindi aspetterò con impazienza.
Bravissimo ^^
 
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view post Posted on 4/4/2013, 15:40     +1   -1
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Grazie ancora! ^^
Eh, si. Matt ha paura giusto di qualche cosuccia! xD

Allego al capitolo una mini mappa (stilizzatissima) dello stato di Gracalm, giusto per rappresentare un minino il tutto come un luogo vero e proprio. E poi andrò a guardare Shinichi Wizard! :shin:
 
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view post Posted on 4/4/2013, 16:44     +1   -1
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Grazie ^^
 
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view post Posted on 13/4/2013, 12:03     +1   -1
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5.3 Un Luna Park Mostruoso


Le rovine del luna park si ergevano davanti ai tre. Una nebbiolina leggera cominciò a rendere il luogo sinistro, spettrale, simile ad un cimitero. Di tutti quei bellissimi colori dell'arcobaleno che giusto qualche anno prima rallegravano le attrazioni, non ne era sopravvissuto nemmeno uno. Ora tutto era solo grigio e nero, come in un film d'epoca.
Matt deglutì, mostrando appieno la sua irrefrenabile preoccupazione. Quel luna park non era posto per bambini ormai, tuttavia Jane sembrava impaziente. Il suo temperamento deciso voleva fare giustizia, era pronta a lottare senza dimostrare la minima pietà verso i Green Blood:
"Che cosa stiamo aspettando? Non ti tirerai indietro, vero?" disse con tono audace al fratello maggiore.
"Non fuggirò! Nonostante questo posto sia così cambiato, avrà finalmente la prova del mio coraggio! Almeno spero..." rispose il ragazzino titubante.
Il Generale aguzzò tutti i suoi cinque sensi, avvertendo una grande minaccia provenire dal luna park decaduto. Sarebbe stato sciocco da parte sua coinvolgere troppo i ragazzini, perciò volle assicurarsi che Matt e Jane potessero avere sempre le spalle coperte:
"Fermi un attimo. Prima di entrare vi chiarirò un paio di cose: io andrò da solo, e mi dirigerò verso le cisterne situate nel sottosuolo, voi invece perlustrerete tutte le attrazioni, e ripulirete la zona da eventuali Green Blood che si sono rifugiati qui. Non posso mandarvi al patibolo come se niente fosse."
"E così ci lascia la parte noiosa del lavoro...prevedibile." commentò Jane arricciando uno dei suoi ciuffi di capelli biondo cenere.
"Capisco che vuole proteggerci, signore..." affermò timidamente Matt "Ma se ci lascia da soli non potremmo correre ulteriori pericoli? Perché non restare tutti uniti allora?"
"Non ci siamo nemmeno tuffati nella tana del Bianconiglio...eppure tremi già come una misera fogliolina. Perché non torni all'hotel? Io non voglio impicci mentre combatto." esclamò Jane altezzosa quanto una regina.
"Io sono semplicemente cauto! Sei tu quella che ci caccerebbe tutti nei guai." rispose Matt avvicinandosi al visto della sorella con occhietti minacciosi.
"Cauto e codardo forse..." sibilò Jane, che tuttavia riuscì a farsi sentire dal fratello.
Chester decise di interrompere un futuro bisticcio tra i due, prendendoli per il colletto dei loro vestiti ed alzandoli di fronte ad lui. Basto un semplice sguardo particolarmente tenebroso per esprimere mille parole. Davanti ai due ragazzini intimoriti, Chester disse:
"Infatti non sarete soli. Poco fa ho giusto chiamato una persona che vi terrà compagnia per la vostra piccola ispezione." il Generale, tra la nebbiolina soffice del luogo, scorse una piccola figura graziosa "Vi presento il Caporal Maggiore Iris."
I due fratellini videro avvicinarsi una giovane ragazza, bardata con un uniforme che la rendeva un tantino goffa nel camminare. Sotto il casco verde militare, nascondeva dei capelli nerissimi, trafitti da una ciocca di color bordeaux, che pendeva dalla sua fronte:
"Non badate al suo aspetto dolce. Nonostante la sua esperienza ridotta sa cavarsela egregiamente in campo di battaglia. Non l'avrei chiamata se non mi fidassi di lei."
La ragazza, pistola alla mano, esordì facendo un po' la sbruffona:
"Allora, dovrò fare da babysitter a questi ragazzini, giusto Signore?"
I ragazzini la fissarono con perplessità, chiedendosi se un viso così dolce avrebbe potuto contrastare le fauci e gli artigli dei mostruosi Green Blood. Il fratello maggiore era il più scettico dei due, dato che aveva notato una cosa:
"Mi scusi Generale, ma il Caporal Maggiore non possiede alcuna Risorsa? Non è che noi dovremo proteggere lei, vero?"
Iris, nono conoscendo le maniere non tanto gentili del ragazzino, restò particolarmente indispettita. Si girò verso il suo superiore cercando il suo sguardo:
"Ragazzini impertinenti...non c'è che dire." disse a Chester con un diavolo per capello.
"Ho chiamato te anche per la tua freddezza. So che li farai rigare dritto Caporale." rispose il Generale con un tono calmo e rilassato.
"Signorsì!" affermò la ragazza con decisione, convincendo ancora meno i due ragazzini "L'operazione può cominciare Generale, non la deluderò." dopo questa frase, il Caporal Maggiore fissò i due ragazzini con occhi sinistri. Matt e Jane allora capirono la lezione, e ricambiarono con due sorrisetti innocenti.

I quattro oltrepassarono il grande cancello, che racchiudeva chissà quale entità malvagia al suo interno, sembravano le sbarre arrugginite della gabbia di un orribile mostro. Le gioiose decorazioni in acciaio che lo rappresentavano, ora erano dei deturpati esseri, simili a gargoyle, che sembrava quasi ridessero.
Tutto il gruppetto si ritrovò nella piazzetta principale del luna park, dove si trovava una fontana, ormai secca ed assetata. Li decisero di dividersi, visto che due grandi portoni, decaduti e scricchiolanti, si ergevano da destra e da sinistra, come imponente mura difensive.
All'improvviso, prima che tutti superassero il portone assegnato, i cancelli si chiusero da soli, facendo sbattere violentemente le loro sbarre imprigionatrici. Non si poteva tornare indietro. Sia il gruppetto dei tre, che il Generale, varcarono i portoni dell'oltretomba.
Un'aquila dalle piume rosse sangue, maestosa e terrificante, li aveva fissati fin da quel momento, appollaiata regalmente ad uno di quei rami scarni che qualche albero aveva fortunatamente preservato. I suoi occhi rossi luccicarono nella nebbia profonda e ingannatrice.

Matt, Jane e Iris trovarono davanti alla porta di destra, un paesaggio desolato. Una lunga fila di bancarelle abbandonate, alcune semi-distrutte, faceva sembrare il luogo un triste villaggio dell'ecatombe. Il passare degli anni aveva distrutto quel luogo come un tornado, che con i suoi violenti soffi, dilaniò tutto senza la minima compassione.
Matt e Jane si guardarono attorno piuttosto colpiti dall'ambiente che li circondava, mentre Iris era attenta più di un segugio da caccia. I tre cominciarono ad attraversare una stradina di pietra umida e smussata, accostata dalle bancarelle ormai senza alcun premio, ne felicità.
D'un tratto, dopo aver confabulato un po' da bravi fratelli pestiferi, i due ragazzini cominciarono a fissare Iris apparentemente senza motivo. Il Caporal Maggiore si accorse di essere osservata, e spazientita, portandosi le mani sui fianchi, esclamò:
"Scusatemi tanto ragazzini...ma la piantate di osservarmi come se fossi un esperimento abominevole? Vorrei cercare di concentrarmi."
La voce accomodante di Iris non scoraggiò l'insormontabile testardaggine di Jane:
"Nessuno la stava spiando...forse si sente un tantino sotto pressione?" affermò Jane guardando il cupo cielo, cercando di fare la finta tonta "Se vuole può tranquillamente lasciarci andare avanti, se teme di non poter gestire quelle creature. Ci penseremo noi."
Jane si lasciò scappare un risolino provocatorio, mentre nel contempo, due occhi gialli si erano appostati alle loro spalle:
"Sentite ragazzi, capisco che vi sentiate invincibili grazie alle vostre Risorse. Ma se c'è una cosa che ho imparato all'esercito, è che con la disciplina, l'impegno, ed il duro lavoro, si possono compiere miracoli." rispose Iris, tentando di essere credibile.
"Se lo dice lei...presto o tardi si vedrà chi sarà la regina del campo di battaglia!" esclamò la ragazzina piena di sé. Jane purtroppo, anche da prima che trovasse la lama Vendicativa, non riusciva a non mettersi in competizione con qualsiasi ragazza le fosse capitata tiro. Voleva essere sempre la prima donna:
"Eddai Jane, ora stai esagerando..." disse Matt tentando di deviare la discussione.
"Io sto solamente dicendo la verit..." Jane non riuscì a concludere la frase, poiché si ritrovò una freccetta d'acciaio -uguali a quelle che si usano nei bar o nei locali quando si tira al bersaglio - ad un centimetro dal viso. Iris aveva afferrato la freccetta appena in tempo. Matt si accorse di un Green Blood che si era celato dietro ad una bancarella, era da li che la creatura aveva trovato l'oggetto da lanciare, mirando al bersaglio più vicino.
Il mostro ringhiò minaccioso, giocherellando con altre due freccette, pronte ad essere scagliate veloci come palle di cannone:
"Dietro di me! Ora!" gridò Iris riuscendo finalmente a tirar fuori una voce decisa.
I due ragazzini si nascosero alle spalle del Caporale. Il Green Blood lanciò altre due freccette, dirette verso Iris. La ragazza però ebbe i riflessi pronti e con un grande colpo d'occhio sparò agli oggetti appuntiti a lei diretti, deviandone la traiettoria. A quel punto, la creatura decise di aggredire la ragazza con le sue fauci.
L'esemplare di Green Blood, agile e famelico come una iena, si diresse verso Iris minaccioso; stranamente, la ragazza aveva abbassato la pistola, e i due ragazzini cominciavano a temere il peggio.
Il Caporale attese giusto qualche istante, prima di estrarre un coltello da lancio dalla sua manica destra. Poi lo scagliò contro la creatura assassina di fronte a lei. Il Green Blood non riuscì a proteggersi in tempo, i suoi occhi gialli videro soltanto una miriade di lame taglienti, che lo ferirono a morte. Il coltello che aveva lanciato Iris era stato progettato affinché si moltiplicasse in versioni ridotte, subito dopo averlo scagliato:
"E va bene..." bisbigliò Jane terrorizzata "Forse mi devo rimangiare qualcosa..."
Il Caporale al momento aveva ben altro a cui pensare. La ragazza si diresse verso il Green Blood, che era in procinto di dissolversi, ed in quel momento realizzò l'amara verità:
"Ha le branchie! Credo che la nostra pista sia giusta." affermò Iris con decisione.
L'abominio poi, si dissolse in un istante, disperdendosi nella solita nebbiolina verde. Il Caporale raccolse da terra tutti i suoi coltelli, poi ritornò dai due ragazzini. Jane fu talmente sbalordita dalle sue abilità, che quasi faticò ad accettarle:
"Credo che qui qualcuno dovrebbe cominciare a scusarsi...vero sorellina?" disse Matt ridacchiando.
"Non ce n'è bisogno." rispose Iris, avvicinandosi al visino della ragazzina, pavoneggiandosi un po' "E' normale avere paura quando ci si trova impreparati in situazioni come queste. In fondo è ancora una bambina, no?"
"Mi scusi tanto signorina Iris..." fu l'unica cosa che Jane riuscì a dire per non fare ulteriori figuracce, ma nella sua testa, aleggiavano ben altri pensieri "Quando meno te l'aspetti...ti faccio ingoiare per sempre dal mio portale dimensionale! Nessuno può chiamarmi bambina!"

Il simpatico gruppetto proseguì il suo girovagare. Parevano dei viandanti sperduti in un deserto infinito, dove le tempeste di sabbia oscuravano la vista, e il silenzio faceva rabbrividire il cuore. Matt, Jane e Iris perlustrarono l'area dell'auto scontri, ma non trovarono la minima minaccia. Anche la ruota panoramica sembrava a posto, così come il vecchio scivolo.
Dopo circa venti minuti, gli occhi non molto vispi di Matt riuscirono a splendere nel grigio luogo, appena rivide una delle sue attrazioni preferite:
"Non ci credo! Ma questa è la vecchia sala giochi!" esclamò saltellando.
Il ragazzino corse nello stabilimento a perdifiato. Nonostante attorno a lui non c'era altro che una desolazione monocroma, i suoi pensieri tornarono indietro, scavando nella piccola fossa dei ricordi: Matt si rammentò di quanto quel luogo lo rendeva esuberante. Quando era piccolo, amava vedere all'opera Russell, che giocava ai videogiochi più disparati; già lo considerava un eroe, ammirandolo mentre, da grande asso del mondo videoludico, riusciva a completare anche le sfide più impossibili. E alla fine, tutti i premi che guadagnava, erano destinati sempre a lui:
"Vorrei davvero giocare un ultima partita..." pensò Matt, accarezzando una manopola di una piattaforma davanti a lui "Nella vita reale però. Vorrei farti vedere quanto sono diventato forte."
All'improvviso, Matt udì una porta chiudersi, con un rumore davvero sospetto. Il ragazzino si guardò attorno, e si accorse che la porta che conduceva ai bagni si stava leggermente muovendo:
"Chi è la?!" disse Matt insicuro.
Il ragazzino decise di entrare nei bagni, solo in quel momento Jane e il Caporal Maggiore entrarono dalla porta principale nella stanza:
"Dove si è cacciato tuo fratello? Perché mi rendete la vita così difficile?!" esclamò Iris sempre più innervosita."
"Sono qui! Sto solo controllando se è tutto in ordine" gridò il ragazzino segnalando la sua presenza.
Iris e Jane decisero allora di dirigersi da Matt, per mantenere il gruppo compatto. La ragazzina però, mentre camminava con passetti leggeri e decisi, guardando i vari schermi senza più colori delle piattaforme da gioco, scorse un riflesso verdognolo:
"Sono qui!" urlò la ragazzina, prima di scansare un artiglio affilato di un Green Blood, che dileguandosi tra le ombre della saletta, era riuscito ad aggirarla.
La creatura sfondò lo schermo della piattaforma che si trovava di fronte a Jane, tagliandosi in più punti; fu un gioco da ragazzi per la ragazzina, tagliare in due la minaccia con un fendente ben assestato della sua Lama Vendicativa.
Le due udirono le finestre della saletta sgretolarsi come petardi scoppiettanti. I mostri avevano accerchiato il luogo, ed in quel momento stavano entrando da ogni direzione.
Iris riuscì a sparare ad un Green Blood che si stava avvicinando pericolosamente con grande sangue freddo, in seguito disse:
"Dobbiamo rifugiarci nei bagni...presto!"
Le due raggiunsero Matt, dopo aver attraversato un corridoio con piastrelle nerastre, in pessime condizioni e coperte di muschio. Iris si affacciò dal bagno e vide le creature entrare nel corridoio:
"A questa ondata ci penso io! Restate qui!" li intimò Iris, con una calma impareggiabile.
Il Caporal Maggiore afferrò la sua vecchia ma fidata Colt, e si posizionò con le spalle al muro, a fianco dell'entrata del bagno. In seguito, dopo aver preso la mira e cominciò a sparare, come se le creature che stavano tentando di avvicinarsi, non fossero state nient'altro che bersagli inanimati. Ogni colpo era meditato e calcolato nei minimi dettagli, la frequenza di fuoco non era rapida, ma a compensare ciò c'era la sua grande precisione: ogni proiettile era un colpo mortale.
Nel frattempo, i due fratelli rimasero fermi ad aspettare, con le loro mani da bimbi che coprivano le orecchie, per tentare di sopportare tutti quegli spari assordanti. Solo quando ci fu un momento di tregua, Matt riuscì a pensare in modo lucido:
"Ma...allora quel rumore che ho sentito poco fa..."
Da una porta che conduceva alla toilette, sbucò fuori all'improvviso un ombra verdognola e spettrale, che riuscì a sferrare un potente gancio a Matt, senza dargli il tempo di reagire. Il colpo della creatura scagliò il ragazzino contro i rubinetti, ed uno cominciò a perdere acqua.
Date le fattezze più mostruose del solito, che lo facevano somigliare molto a quelle di un pesce fuor d'acqua, e osservando le pinne poste sulle braccia e sulla schiena, non c'era ombra di dubbio: era un Deep Green.
La sorellina di Matt tentò di difendere il fratello, ma la creatura fu lesta come un fantasma, e riuscì ad atterrare la ragazzina per prima, spingendo la ragazzina con tutta la sua forza.
Furono istanti in cui vita e morte, era appese assieme ad un filo.
Matt osservò l'acqua davanti a lui, poi pensò:
"Io...sono un abitante di Calvas! Devo riuscirci. Devo controllare l'acqua per far fuori questo mostro!"
Il ragazzino tese una mano verso il rubinetto che perdeva, mentre il Deep Green si avvicinò come un predatore affamato verso Jane, rimasta a terra senza più difese:
"Questo è il mio Talento! Acqua...ascoltami, ti prego!" disse Matt, mentre una piccola massa informe, fatta di quel liquido puro si sollevò dal pavimento; essa però non obbedì agli ordini del ragazzino, e venne scagliata pochi secondi dopo che la manipolazione acquisì il pieno controllo. La forza dell'acqua scaraventò il mostro contro un muro, ma non riuscì ad eliminarlo.
Il ragazzino si rese conto che l'acqua che li aveva salvati non era stata scagliata da lui, bensì dalla sorellina, che aveva ancora il braccio teso dopo l'attacco riuscito.
Appena Iris riuscì a debellare la prima ondata di malefiche creature, non aspettò un secondo a rientrare nel bagno, per eliminare il Deep Green piantandogli un coltello al petto. La creatura si riversò a terra, oramai spacciata. In seguito, Il Caporale si congratulò con Jane:
"Un controllo dell'acqua non proprio perfetto...ma efficace. Avevo notato che eravate in pericolo, ma quando mi sono accorta del tuo Talento, ho capito che saresti riuscita a salvarti. In questo modo ho avuto il tempo per respingere tutte le bestiacce la fuori."
Dopo quel momento di tensione, Jane si sentì la star della situazione, anche se all'inizio non si rese conto di quello che aveva fatto d'istinto:
"Matt, hai visto? Sono capace di controllare l'acqua, sono a dir poco fenomenale!"
Il fratello però era decisamente perplesso, e guardandosi il palmo della mano, pensò:
"Ma come?! Jane ci è riuscita con tutta questa facilità...ed io no?" un terribile dubbio gli venne in mente "E se io non fossi nato a Calvas? Perché nessuno me l'ha mai detto?"
Purtroppo per Matt, non era proprio il momento dei dubbi esistenziali. Altri Green Blood, dopo aver avvertito la sconfitta del Deep Green, decisero di attaccare in massa:
"Dobbiamo andarcene da qui. Questo Deep Green potrebbe non essere l'unico in circolazione. Probabilmente questo esemplare aveva come compito comandare questa unità, niente più." affermò Iris pensante.
"Come scapperemo da qui senza farci uccidere?!" rispose Jane apprensiva più che mai.
"Vedi quella finestrella, è piccola, ma tutti e tre dovremmo passarci con facilità. Cominciate ad uscire, prestando molta cautela, io vi raggiungerò dopo." disse Iris, prima di fare un lungo respiro per concentrarsi.
Matt, ricordando le abilità di Chester, si fidò ciecamente del Caporale e insieme alla sorella, uscì di soppiatto dallo stabilimento, poi si allontanò tirando a sé la sorellina:
"Ma perché mi stai spingendo, guarda che dobbiamo aspettarla!" si lamentò Jane.
"Fidati, dobbiamo allontanarci! So come andrà a finire..." commentò Matt.
Dopo qualche secondo, come una ginnasta provetta, Iris saltò attraverso la piccola finestrella, ed atterrò facendo una capriola. Negli attimi seguenti, una tremenda deflagrazione causata dalla granata al napalm, generata col Talento di Iris, distrusse tutta la sala giochi, inghiottendola tra le fiamme:
"Questo si che è un Talento!" commentò Matt con una nota ansiosa nelle sue parole.

"Cos'è stata quell'esplosione?" chiese il Generale con respiro affannato.
"Ho dovuto prendere delle misure...drastiche. Ma ho ripulito la zona da un gran numero di Green Blood. Ora però mi sono rimaste poche munizioni, per cui necessiterei la sua protezione per maggior sicurezza." rispose Iris dall'altra parte del trasmettitore.
"Affermativo Caporal Maggiore. Io ho perlustrato le attrazioni per i più piccoli, le giostre e il magazzino, ho solamente incontrato per strada qualche creatura, non più di una decina, e me ne sono sbarazzato facilmente."
"Ah! Dimenticavo un dettaglio sul rapporto. Aveva ragione lei, i rubinetti dei bagno sgorgavano acqua pulita, il che significa che l'impianto idraulico è ancora funzionante. Inoltre, tutti i Green Blood possedevano delle branchie, ne sono certa." disse il Caporale cercando di scandire bene le parole.
"Allora siamo vicini. Incontriamoci davanti all'attrazione medievale. Ottimo lavoro Caporale." rispose Chester soddisfatto.
"E' il mio lavoro, Signore. Passo e chiudo."
Tutti e quattro si ritrovarono davanti al piccolo castello medievale. I posti rimasti da ispezionare non erano molti, eppure nessuno aveva ancora localizzato un qualcosa che potesse assomigliare ad un passaggio sotterraneo.
Chester si guardò attorno e tirò le sue conclusioni:
"I luoghi più attendibili rimasti da controllare sono questa attrazione medievale e la galleria della paura." Matt ebbe un sobbalzo, mentre il Generale grattandosi il pizzetto continuò il discorso "Uno di questi due posti sarà il loro covo. Probabilmente il nemico si sarà accorto da tempo della nostra presenza."
"E' per questo che entrambe le attrazioni sono chiuse con questi grandi portoni di legno?" chiese Matt sfiorando quello dell'attrazione medievale, decorato di un rosso che ora aveva perso tutta la sua lucentezza, pieno di polvere e muffa.
Uno strano rumore si udì dall'altra parte del portone che stava toccando, allora il ragazzino decise di scansarsi immediatamente, affidandosi al suo sesto senso. Ed aveva ragione: una lama d'acciaio trafisse il portone, che venne distrutto dagli spadoni di due Green Blood coperti da armature d'acciaio. A quella vista, qualcosa si innescò nell'animo di Matt, che disse:
"Jane, vai con Chester al covo, io starò qui assieme ad Iris." si avvicinò al portone del Tunnel dell'Orrore, sgranchendo le nocche "Voglio distruggerli io. Io soltanto. Come ora disintegrerò questa porta!"
La penna rese coriacee e possenti le ossa del braccio destro di Matt, che nuovamente si colorarono di un arancio deciso e brillante. Chester rimase particolarmente sorpreso, non aveva mai visto il ragazzino sprigionare appieno tutta la sua ira.
Con un solo pugno, Matt trafisse e distrusse il portone come un potente esplosivo, poi si allontanò dall'entrata del Tunnel dell'Orrore scattando dietro le spalle di Chester:
"Generale... Io li non ci entro, faccia tutto a pezzi anche da parte mia!" disse imbarazzato.
La sorellina di Matt, che come gli altri due, aveva seriamente pensato in uno spropositato atto di coraggio del ragazzino, dovette ricredersi; mentre il Generale si mise una mano sul volto affranto, Jane cercò di trattenere le risate che indirizzava al fratello, come al solito. Iris invece sospirò perplessa:
"Beh, ognuno ha i suoi tempi, presumo..."

Dopo quel buffo momento Chester decise di accontentare il ragazzino, che si preparò al combattimento, supervisionato dal Caporal Maggiore. Il Generale e Jane entrarono nel Tunnel dell'Orrore.
"Sei sicuro di volerli affrontare da solo?" chiese Iris un po' scettica.
"Si. Questi Green Blood li odio più di ogni altro." rispose Matt, mentre la sua Risorsa si trasformò nello splendido stocco brillante, color del tramonto "Non posso cambiare le cose è vero...ma questa battaglia...la dedico a te papà. Anche se tu ne hai affrontati a centinaia, mentre io ne eliminerò soltanto due, ti dimostrerò che sto diventando grande e forte, come tu desideravi!" disse Matt nel cuore dei suoi pensieri.

"Stai dietro di me Jane." bisbigliò Chester "E cerchiamo di essere il più silenziosi possibile. Forse il nemico ci sta già tenendo d'occhio." aggiunse, con l'indice posizionato davanti alla bocca.
"Che peccato, questo posto era un attrazione così emozionante..." commentò la ragazzina, che osservò il triste luogo attorno a lei: il fiumiciattolo non era molto cambiato da allora, e il luogo, nonostante non fosse più addobbato con lucine rosse e zombie meccanici, riusciva ancora ad incutere un certo timore. Le ragnatele aveva invaso tutti gli angoli più bui che sembravano quasi presagire una sentenza mortale per chiunque li attraversasse. Grandi bare d'acciaio arrugginito si ergevano davanti ai due, e le decorazione vecchie di anni oramai non erano nient'altro che brandelli di stracci:
"E' strano come tu e tuo fratello siate così...diversi. Non hai mai avuto paura del Tunnel dell'Orrore?" le chiese Chester incuriosito.
"No. La prima volta che venni qui da piccola, mi misi a saltellare alla vista dei finti mostri, tant'è che il vero spavento lo prese la mamma, quando caddi dalla barchetta e finì in acqua!" disse sorridente la ragazzina.
"Non hai davvero paura di niente eh?" commentò Il Generale divertito, scompigliandole i capelli.
"Non ne sono sicura in realtà, ma forse è meglio così. Oramai sono grande. Non c'è più nulla che possa spaventarmi." rispose decisa la ragazzina.
D'un tratto una voce stridula e lontana sembrò provenire dal nulla. Il tono di voce era femminile, ma non si riuscì a capire di più, sembravano dei veri e propri lamenti, strazianti e dolorosi.
"Credo che ogni tanto tu debba farti un esamino di coscienza, ragazzina." esclamò Chester, che si era ritrovano Jane in braccio, tanto la voce misteriosa l'aveva colta di sorpresa.
"Emh...ero semplicemente...distratta. Non accadrà più." rispose Jane imbarazzata.
"Non preoccuparti, avere qualche timore nella vita ci rende più saggi. Solo gli sconsiderati non hanno mai paura. Perciò, non prendertela troppo con te stessa." le confidò il Generale, con tono gentile più del solito.
"Va bene ho capito." rispose Jane "Comunque, di chi diamine era quella voce? Forse un Green Blood?"
"I Green Blood non hanno la capacità della parola. Ma non credo sia una persona, quelle creature a quest'ora l'avrebbero già eliminata. Dovremo dirigerci più in fondo per risolvere l'arcano."
In un istante, il buio Tunnel cominciò ad illuminarsi: le vecchie lampadine si accesero all'improvviso, mentre i macchinari che un tempo spaventavano tutti i passanti ripresero a muoversi, lentamente, come se la stanchezza avesse tolto loro ogni energia, dopo tanti anni.
Jane inciampò sui suoi piedi, dato che le macchine in movimento rendevano gli spostamenti piuttosto scomodi. Chester allora la prese per un braccio, come se la ragazza avesse rischiato di cadere in un mare di lava:
"Ti conviene stare attenta a dove metti i piedi, non ti sei accorta che qualcuno ha azionato il vecchio generatore elettrico?" la riprese il Generale.
"Certo che l'ho notato. Chiunque si accorgerebbe che...oh!" solo allora la ragazzina si accorse di un piccolo dettaglio: il fiumiciattolo tutto sommato pulito che caratterizzava l'attrazione era diventato una trappola scintillante quanto mortale. Emanava piccole saette, mentre l'acqua sembrava muoversi in modo instabile:
"Hanno attaccato la corrente e la stanno scaricando su questo piccolo fiumiciattolo, se ci cadi dentro sei fritta...nel vero senso della parola. Stiamo attenti." commentò Chester.

Dall'esterno, Iris si accorse che l'insegna del Tunnel dell'Orrore si era accesa, con una luce smorta, quasi opaca. Matt nel frattempo, stava reggendo lo scontro, lama contro lama, contro i due Green Blood con le armature. La sua guardia era efficace, ma non aveva ancora trovato il tempo per sferrare un colpo vincente.
Il ragazzino, con la lama della sua Risorsa posta in orizzontale, bloccò entrambe gli spadoni nemici, proteggendosi. Poi tentò di contrattaccare con un affondo deciso il mostro più vicino a lui, ma per l'ennesima volta, il suo attacco venne deviato:
"Accipicchia!" esclamò Matt nel pieno della battaglia "Queste creature hanno imparato a maneggiare i loro spadoni con una grande maestria..." il ragazzino si distrasse per un attimo, e uno dei due Green Blood riuscì a scagliare un rapido fendente orizzontale, che riuscì a graffiare la guancia del suo avversario:
"Sei sicuro di quello che stai facendo?" lo avvertì Iris "Ricorda, in combattimento una tattica fallimentare è sinonimo di sconfitta. Bisogna imparare ad essere flessibili, secondo le proprie capacità, per riuscire a sovrastare ogni ostacolo!"
"Essere flessibili?" pensò Matt tra se e se "In effetti, non posso contare sulla forza bruta o sui semplici attacchi basati con lo stocco...a meno che..."
Il ragazzino dopo qualche attimo di calma, si scagliò a gran velocità contro i due Green Blood, che si prepararono a trafiggere l'avversario. Matt continuava ad avvinarsi al nemico, senza preparare una minima offensiva. Quando le creature sferrarono l'attacco, il ragazzino era già sparito, per poi ricomparire a mezz'aria dietro alle creature:
"Molto bene. Ha concentrato le sue energie nelle gambe, per effettuare un salto altissimo. Questo gli ha permesso di evitare la minaccia in modo semplice e rapido, non intercettabile da parte di creature rallentate dalla loro stessa armatura...i ragazzini imparano in fretta di questi tempi." commentò Iris a bassa voce.
Matt prese la mira, e fece cadere la lama della sua Risorsa in picchiata, trafiggendo il collo di uno dei suoi avversari, che come un cavaliere perduto, spari nella nebbia verde lasciando solo la sua armatura, il suo fardello.
Il ragazzino si voltò rapidamente verso l'ultimo Green Blood rimasto e riuscì prontamente a parare l'ennesimo colpo di spada del nemico. Quando le lame collisero, Matt non riuscì a trattenere un sorrisetto spocchioso e vincente. Era proprio quello che voleva.
Qualche istante dopo, dalla punta del suo stocco, partì un flusso di corrente istantaneo, che folgorò il Green Blood, che nemmeno riuscì a rendersi conto dell'accaduto. La sua armatura era funta da vero e proprio parafulmine, e a Matt fu sufficiente far passare la corrente dalla sua Risorsa alla lama del nemico, per attuare il suo malefico scherzetto:
"Le Risorse...sono davvero delle diavolerie ingegnose. Ma non voglio dipendere da un qualcosa che non sia me stessa." concluse Iris, constatando che Matt era uscito vincitore dallo scontro.
"Era una questione personale." rispose Matt sorridente "Credo di essere soddisfatto. Questo posto mi ha dato alla luce dei ricordi che aveva dimenticato, e mi ha permesso di contribuire un pochino allo sterminio di queste bestie...la mia piccola vendetta è compiuta!" aggiunse ridendo.
"Comunque, non ci sarà bisogno di perlustrare l'attrazione medievale." commentò Iris, osservandone gli interni "Questo posto è caduto a pezzi. Allora il Generale si sta davvero dirigendo al covo..."

"Vedo una porticina li in fondo! Sarà quello l'accesso al piano sotterraneo!" esclamò Jane, come un pirata che avvistava la terra dopo tanto tempo.

Tornate indietro...tornate indietro...tornate indietro!

"Ancora questa voce?!" pensò Chester "Si sta facendo sempre più chiara e forte...ma non possiamo andare via adesso."
Il Generale e la ragazzina scesero delle scale che sembrarono non finire mai, e raggiunsero una maleodorante stanza: era coperta di tubature di ogni genere che lasciavano cadere gocce incessanti, che con il loro zampillo scandivano un ritmo quasi infernale. I piedini della piccola Jane erano retti da grate ossidate ed instabili, che la separavano dalla pozza principale, situata proprio al di sotto. L'illuminazione era scarsa e saltuaria, le ombre nascondevano le murature rossastre, marce e piene di crepe irreparabili. Di fronte ai loro occhi, un enorme cisterna principale, grande più di un camion faceva capolino come l'unico elemento risparmiato dagli abissi del tempo:
"L'abbiamo trovata!" esultò Jane tutta contenta.
"Quest'acqua non deve essere più utilizzata da nessuno." affermò il Generale con fermezza, mentre disattivava l'impianto idraulico dal un pannello di controllo vicino.
"Ma i Green Blood? Se questo è il loro covo, allora dovrebbero già averci notato." affermò Jane interpretando la studentessa modello.
"Probabilmente sono sotto di noi, nella pozza principale. Ma tra poco l'acqua verrà dispersa e quindi riusciremo subito a scorgerli. Non si potranno più nascondere." rispose Chester, preparando la sua pistola, davvero determinato.
I due si inginocchiarono per guardare, attraverso le grate danneggiate, la pozza d'acqua, sporca e nauseante, che sotto di loro stava lentamente scendendo di livello. Quando l'acqua cominciò a prosciugarsi, entrambi scorsero qualcosa che avrebbero preferito incontrare solo nei loro incubi: nel fondo della pozza, alcuni Green Blood con le branchie giacevano agonizzanti, aspettando che la clessidra della morte facesse scendere l'ultimo granello di sabbia. Vicino a loro, il Generale scorse delle ossa, che sembravano umane:
"Hanno nascosto la proprietaria di questo posto nell'impianto fognario, ed ecco perché nessuno è riuscita a trovarla, qualche anno fa..." il Generale cominciava a non capire più nulla, e mettendosi una mano nei capelli cercò di riflettere: "Ma allora dov'è il vero covo? Cosa ci stiamo facendo qui?"
Il Generale si girò di scatto. Il Deep Green che Jane aveva incontrato nella sala giochi era ancora vivo.
Aveva afferrato la ragazzina, stringendole il collo, e con i suoi artigli, stava puntando alla gola della ragazzina. Il Generale intese benissimo cosa che il Deep Green avrebbe voluto ordinargli:
"Ma certo...sta guardando la pozza sotto di noi." pensò sudando freddo "Vuole che mi butti giù, altrimenti Jane verrà uccisa."

Edited by Poirot's apprentice - 1/5/2013, 19:01
 
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view post Posted on 15/4/2013, 16:52     +1   -1
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Black Lady

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Scuso il ritardo, ma ho avuto dei problemini con la linea telefonica e solo ora possa riconettermi a internet.
Capitolo davvero fantastico. Trovo che il Caporal Maggiore Iris, sia un personaggio fantastico. Ho sempre amato le donne guerriere, e dato che Jane mi sta un tantino antipatica (ma penso che tu l'abbia fatto apposta a renderla così), preferisco Iris.
E' stato dolcissima la scena in cui Matt dedica la battaglia a Russell, davvero una stupenda e allo stesso tempo semplice idea.
Chissà ora cosa succederà, se non sbaglio è la prima volta che lasci sulle spine.
Bravissimo =)
 
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view post Posted on 15/4/2013, 21:12     +1   -1
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Happy Happy 10

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Ma figurati! ^^
Sono contento che Iris ti piaccia...ma devo avvertirti che è un personaggio secondario...tra i secondari. Non so se la farò comparire ancora. Ma magari si. ^_^
Si, Jane DOVEVA essere così. xD
In realtà a me piace lasciare sulle spine...non credo sia la prima volta, comunque grazie ancora!
 
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view post Posted on 15/4/2013, 21:53     +1   -1
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Beh comunque è la prima volta che è in questo modo così netto ^^
 
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view post Posted on 16/4/2013, 20:28     +1   -1
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Happy Happy 10

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In effetti hai ragione :D
 
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282 replies since 31/12/2012, 19:34   3740 views
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