| 5.5 Ricominciamo da Capo
In un attimo, Chester e Leila si tuffarono dentro le acque impetuose e malvagie del lago, ove il Deep Green stava cercando di rifugiarsi, proprio nel punto più profondo. Le particelle brillantine presenti nell'acqua cominciarono a curare le ferite della creatura, come piccole e benevole fate, rigenerando scaglia per scaglia, il corpo lacerato di un orribile mostro. Tutto il processo, essendo piuttosto doloroso, costrinse il Deep Green a lamentarsi di continuo, cosa che rese quelle profondità sinistre una vera e propria prova di coraggio. Tra le acque scure, il Generale e Leila riuscirono a guardarsi intensamente, cercando di condividere un po' tutta la loro determinazione. Nonostante avessero equipaggiato delle potenti torce alle loro maschere da sommozzatori, la visibilità era ridotta al massimo, quasi costringeva i due a nuotare alla cieca: "Eppure queste acque sono sempre state così limpide..." osservò il Generale sconcertato "Qualcosa sta succedendo proprio davanti ai nostri occhi...qualcosa di spaventoso, la rinascita di un mostro." Leila, nonostante non potesse udire l'eco dei pensieri di Chester, percepì la sua fredda apprensione. Ma in qualche modo, riuscì a tenere a freno il fremito del suo cuore: la donna, quando entrava in sintonia con la sua Risorsa, aveva una reazione particolare, che la rendeva quasi inumana, data la completa apatia che riusciva a mostrare durante ogni scontro. Una macchina da guerra incarnata in una donna passionale. Si stavano avvicinando sempre più alla loro meta, ma il Deep Green si era tuffato in acque migliori persino della fonte della giovinezza. Aveva riacquistato tutte le sue forze omicide. Nel silenzio delle oscure acque del lago, Il Generale e Leila avvertirono dei movimenti sospetti, e smisero di nuotare. Qualcosa stava sferzando quelle calme correnti come una lama affilata, nuotando in modo frenetico e bestiale. Il Generale avvistò due Green Blood che, aiutati dalle loro branchie, era riusciti ad adattarsi a quell' habitat senza respiro. Le creature si stavano avvicinando pericolosamente, come sottomarini dagli occhi gialli e misteriosi, Chester però, non aveva più bisogno di riscaldarsi: con un nuotata rapida, il Generale andò incontro alle due creature bestiali, con la sua Risorsa pronta a colpire. Leila guardò Chester passivamente, mentre evitava di farsi ghermire dalle mostruosità marine di fronte a lui. Il Generale eliminò immediatamente il primo Green Blood, recidendogli la gola con un taglio di precisione chirurgica. Un istante dopo, facendo grazie alle sue possenti gambe nuotatrici, evitò di farsi sfiorare anche minimamente dal nemico, che si lanciò a vuoto nell'acqua. Infine, la creatura venne castigata per la sua impulsività, venendo trafitta dal grande coltello del Generale prima ancora di rendersene conto: "Non sono qui per i pesci piccoli, e non saranno queste inutili esche a fermarmi!"
Nel contempo, Jane, Matt e Iris, avevano aiutato ad evacuare le zone prese maggiormente di mira dalle orribili creature. Questa volta i due fratellini rimasero zitti, attenti ad ogni ordine del Caporale; entrambi si sentivano in debito con quella ragazza dolce ma intrepida allo stesso tempo, e volevano dimostrarle quanto volessero preservare ogni anima, ogni cuore, ogni speranza, dagli artigli insanguinati dei Green Blood. Dopo aver svolto tutti i loro compiti, Matt e Jane vollero assicurarsi che la madre fosse al sicuro, nonostante l'hotel Siren non fosse stato bersagliato dalle creature verdognole: "E questa è fatta! Ora dovremmo tornare dalla mamma, sarà in pensiero per noi!" esclamò Matt sempre più impaziente. "Hai ragione, lei se la sta spassando all'hotel senza nemmeno sapere cosa accade intorno a lei. Forse è meglio raggiungerla e informarla di tutto." aggiunse la sorellina. In quel lasso di secondi, frenetici e confusi pensieri invasero la mente del Caporal Maggiore, che aveva bisogno di dissuadere i due ragazzini ad ogni costo. Gli ordini erano stati chiari: i ragazzini non sarebbero dovuti scendere in battaglia, poiché la pericolosità di alcuni nemici andava oltre le loro possibilità. Iris, sapeva che avrebbe dovuto contrattare nuovamente con i due fratellini. Peggio di una sentenza della corte marziale. Iris prontamente fermò i due ragazzini, che si stavano dirigendo all'hotel Siren, e disse le prime parole che riuscì ad acchiappare, in quell'uragano confuso di idee che aveva in testa: "Ragazzini...aspettate! C'è ancora bisogno di voi qui." "Ma i civili sono tutti al sicuro, non possiamo fare nient'altro!" rispose Jane per le righe. "C'è sempre qualcosa da fare, quando si vuole proteggere delle persone." disse Iris con tono solenne "Rimarremo qui davanti all'edificio che ospita i civili. Ci sono anche dei feriti lì dentro, non possiamo rischiare, resteremo qui a far la guardia." Matt e Jane spalancarono gli occhi, e Iris pensò nuovamente di dover cominciare una discussione tediosa ed intricata, e che non avrebbe concluso facilmente contro due piccoli avvocati logorroici. Tuttavia, la reazione dei ragazzini fu ogni oltre aspettativa: "Ma...ha ragione! Non dobbiamo lasciare nulla al caso, quando si tratta di difendere delle vite innocenti!" esclamò Matt elettrizzato. "Ci apposteremo qui davanti al portone, cosicché nessuno potrà entrare senza essere notato. Sarò una guardia perfetta!" aggiunse la piccola Jane, pimpante e gioiosa. "Forse volevi dire "saremo", vero? Guarda che non sono il primo arrivato, piccola presuntuosa!" la interruppe Matt con uno sguardo incattivito. "Invece ribadisco quello che ho detto. Solo io e Iris potremmo difendere il porto in modo dignitoso. Tu non potresti fratellone, in quanto sappiamo benissimo che una statua possiede più spirito di concentrazione di te!" rispose malignamente la sorella, mettendosi a ridere. Matt si era inviperito a causa delle prese in giro della sorella, e come sempre, sembrava che gli uscisse il fumo dalle orecchie. Se la prendeva semplicemente per qualche parola di troppo. Il ragazzino fece per azzuffarsi con la sorellina, pronta a controbattere, ma tempestivamente, Iris riuscì a dividerli: "Smettetela con questi bisticci indecenti! E cercate di dare il meglio. Essere un bravo soldato non significa soltanto lanciarsi in battaglia con determinazione. Anche sapersi ritirare al momento giusto per proteggere la base ha una vitale importanza. Io non vi sto sminuendo, ed è proprio per questo che vi ho chiesto di proteggere i civili con me." affermò il Caporal Maggiore, con una naturalezza incredibile. Matt e Jane si sentirono finalmente considerati come delle vere e proprie potenzialità che aspettavano di emergere dalle tenebre, luminose più che mai. Iris era riuscita nel suo intento, ma non per suo merito: finalmente qualcosa stava cambiando, nel cuore di quei ragazzini così ingenui. Stavano finalmente comprendendo cosa significasse diventare un vero guerriero, e per cercare di avvicinarsi alla grandiosità del loro padre, sapevano che la strada era ancora lunga e tortuosa. Iris riuscì a catturare negli occhi dei fratelli una grande determinazione, mescolata finalmente a tanta responsabilità, e forse, scorse in loro un pizzico di maturità, ed un accenno di profonda umiltà. Per una pura casualità, un normalissimo Green Blood che era riuscito a sfuggire agli altri plotoni, fece capolino davanti agli sguardi attenti di Matt e Jane. Entrambi, si scagliarono contro il nemico con tutta la loro forza, mentre Iris, sapendo già chi sarebbe risultato vittorioso dallo scontro, tornò indietro nel tempo: "Questi due ragazzini...sapevo fin da quel giorno che avevano qualcosa fuori dall'ordinario, ma non l'avevo mai provato sulla mia pelle..."
"Generale, ho finito di scrivere il mio rapporto. Domani mattina partirò per Nelk come da lei richiesto." "Eccellente Caporal Maggiore, davvero un ottimo lavoro. Il suo prossimo incarico sarà una missione di protezione, questa che vedi sul fascicolo è la famiglia che dovrà tenere d'occhio." "Ma questa donna, assomiglia moltissimo a..." "Si, era la moglie di Russell...e quelli sono i suoi due figli." "Mi scusi per la mia reazione signore, ma non ero al corrente di questo fatto. Solo guardando questi bambini negli occhi, capisco che sono veramente i figli di Russell." "Mi dispiace di averglielo comunicato solo adesso, ma questa decisione è stata presa ben dieci anni fa. Ufficialmente, quei due ragazzini sono nati a Calvas, entrambi intendo. Inoltre, sempre secondo i loro falsi dati anagrafici, il loro padre in realtà si chiamava con un altro nome e Leila è la loro madre adottiva." "Quindi, da quando sono nati, sono sempre stati sotto la protezione dei Servizi Segreti di Gracalm... oramai ne saranno consapevoli." "Si, Leila ci ha assicurato che i ragazzini sanno benissimo che non possono dire la verità a tutte le persone che conoscono. E comunque, ci sono alcuni dettagli di cui solo Leila è al corrente." "Poveri ragazzini...sono costretti a mentire in continuazione, con i loro amici e le persone che amano, fin da quando erano piccoli." "Caporale, non è tempo per i sentimentalismi. Il fardello che si portano dietro, è semplicemente dovuto ad una questione di sicurezza. Mi affido a lei per la loro protezione. Comunque, come ha fatto a capire che quei ragazzini sono figli di Russell? In realtà non assomigliano molto a lui. "Dagli occhi, Generale. Questi occhi, aspettano soltanto una rivalsa, è inconfondibile. Sono occhi stanchi di soffrire."
Iris tornò in sé, e osservò che Matt e Jane erano riusciti ad eliminare il nemico come se nulla fosse. Mentre i due esultavano gioiosi, Iris sorrise, quasi intenerita: "Hanno aspettato tutto la loro vita una rivincita. Questi occhi adesso sono cambiati. Stanno diventando occhi di speranza..."
Chester e Leila riuscirono finalmente a raggiungere il Deep Green in fondo al lago, il quale aveva poggiato le sue zampe sulla sabbia, quasi avesse voluto riposare. La creatura avvertì la presenza dei due, e dopo aver emesso un verso intimidatorio, spalancò le sue fauci alla massima ampiezza: dalla sua bocca, fuoriuscì una strana materia grigia e verdastra, una sorta di poltiglia gelatinosa davvero nauseante. Il bizzarro liquido cominciò ad espandersi sempre più, mentre i due possessori di Risorsa avevano ancora le idee confuse, almeno fino a quando Leila non notò un particolare: appena quel liquido scuro si depositò su una folta alga, verde e rigogliosa, essa si consumò, come se si fosse bruciata sott'acqua: "Le bombole d'ossigeno ci proteggono da agenti tossici nell'acqua, ma a quanto pare quello strano liquido è altamente corrosivo, dobbiamo allontanarci immediatamente!" Leila nuotò verso il Generale, e non avendo alcun modo per avvisarlo verbalmente, gli diede uno strattone, cosicché egli la seguisse senza porsi troppe domande. Il liquido corrosivo si stava facendo strada tra le acque scure e profonde, e nonostante Leila e Chester fossero degli ottimi nuotatori, non riuscivano a sfuggire dalla melma mortale. Il Generale allora si voltò e cercò tutta la concentrazione in quell'ambiente freddo e silenzioso, tese le braccia e aprì i palmi delle sue mani con decisione. In un istante, le acque calme attorno a Chester cominciarono a danzare freneticamente, come se le avesse colte una pazzia improvvisa. Poi, una corrente impetuosa, con un infinità di bollicine che la circondavano amichevolmente, venne diretta dal Generale verso il mefitico liquido che lo stava per raggiungere. Fortunatamente, la corrente acquatica riuscì a disperdere tutto l'acido rendendolo inoffensivo. Non c'era più nulla che separasse l'intrepida madre e l'esperto Generale dall'orribile Deep Green. A quel punto la creatura cominciò a perdere le staffe, e nuotando con velocità impressionante, si lanciò contro il Generale. I due avversari cominciarono una battaglia senza esclusione di colpi: nonostante fosse rallentato dalla sua muta di color nero pece, Chester riusciva a sfruttare appieno la sua prontezza di riflessi, che gli permise di sfuggire dall'offensiva del mostro che aveva di fronte. Sfortunatamente, la creatura si trovava nel suo ambiente naturale, e colpirla con il suo coltello risultò più difficile del previsto. Dopo aver seguito una splendida capriola sott'acqua con la quale schivò l'ultimo assalto del Deep Green, Chester guardò verso Leila che fino ad ora era rimasta in disparte, sempre con la sua Risorsa pronta a scagliare un dardo. La donna, temendo di colpire il Generale, non se l'era sentita di scagliare una freccia nel bel mezzo dello scontro. Oltretutto sott'acqua la velocità dei dardi veniva ridotta, e colpire il bersaglio sarebbe stato molto improbabile. Tuttavia, Chester dopo aver attirato l'attenzione di Leila, durante una leggera tregua, si mise una mano sul petto, con uno sguardo leale: "Fidati di me, Leila." pensò il Generale. La donna riuscì a capire al volo cosa intendesse Chester, che riuscì a trapassarle il cuore con tutta la sua empatia. Entrambi i guerrieri si prepararono al nuovo assalto del Deep Green, che sembrava davvero pronto a tutto, pur di fare del male a qualsiasi persona gli fosse capitata a tiro. La mostruosità decise di puntare nuovamente il Generale, che stranamente, non si mosse dalla sua posizione, calmo come il movimento dell'acqua. Nemmeno Leila riuscì a capire cosa avesse escogitato: Chester aspettò che il Deep Green lo aggredisse, e all'ultimo momento, gli bloccò con decisione le zampe anteriori, in seguito, con una testata possente, riuscì a stordire l'orrenda creatura. In quel momento, colpire il bersaglio per Leila fu come rubare le caramelle a un bambino. In tutta fretta, la donna scagliò due dardi che nell'acqua, raggiunsero il bersaglio come dei piccoli siluri cremisi, trafiggendo la spalla sinistra del mostro, vicino al collo. Ma quelle ferite non furono mortali. Il Deep Green si divincolò fino a liberarsi dalla presa, e con il suo istinto animale, graffiò il Generale Chester al petto, che dovette prendere le distanze: "Accipicchia, ha le unghie affilate come rasoi." pensò Chester mentre la sue ferita bruciava come fuoco, riuscendo comunque a sopportare il dolore "Ma se approfitto del momento giusto, forse potremo escogitare..." Prima che i suoi pensieri potessero prendere forma nella sua mente, il Deep Green si riprese, anche se le sue forze avevano subito un brutto colpo, dopo essere stato ferito; si scagliò improvvisamente verso Leila, che nuovamente, tentò di farsi scudo con la sua Risorsa. Ma questa volta, il Deep Green mostrò un' infima furbizia, quasi umana: "La mia bombola d'ossigeno!" pensò Leila sconcertata "L'ha bucata?! Devo risalire in superfice, altrimenti per me sarà finita..." La donna si tolse immediatamente la maschera dell'ossigeno, e cercò di nuotare verso la salvezza, ma il Deep Green le afferrò una gamba, e tentò di trascinarla sempre più nel profondo, verso la fine. Il Generale però si dimostrò davvero perspicacie e sprezzante del pericolo, e ferendo una zampa della bestia con il suo coltello, riuscì a liberare la donna. Leila guardò preoccupata come non mai il Generale, ma lo sguardo giovane e vispo di Chester -un ragazzo che con fiducia nel domani, riusciva a comandare un intero esercito- fu rivelatorio. Fu come leggere le carte del futuro, in un istante. Leila riuscì a raggiungere la superficie, con il suo ultimo respiro. Venne soccorsa da alcuni soldati e portata sulla riva, adagiata in posizione di sicurezza. Poco dopo riuscì a riconquistare la sua lucidità mentale, e Risorsa alla mano, disse con voce alta ed autoritaria: "Allontanatevi da qui! Il Generale sta per attirare il Deep Green su questa riva, dovete fuggire!" I soldati, nonostante non avessero alcun obbligo verso Leila, si fidarono ciecamente delle sue parole, e soprattutto della sua espressione da madre apprensiva. Leila riunì nuovamente le sue frecce, per materializzarne due di potenza ben superiore. Poi, come uno squalo pescato da una lenza invisibile, il Generale saltò fuori dall'acqua con un grande balzo. Chester, per riuscire a sfuggire dal mostro, dovette nuovamente usufruire del suo Talento, per comandare le acque, affinché lo trasportassero fino alla riva in modo rapido e diretto. La bestia uscì nuovamente dal lago, era esausta, ma la sua voglia di uccidere non aveva fatto che aumentare, incessantemente. Trovandosi davanti Chester e Leila, il suo sorriso assassino si mostrò con spavalderia, ma questa volta, i volti dei suoi avversari erano sereni, e fiduciosi. Capì solo allora di essere perduto: "Sei giunto nella tana del lupo, caro Deep Green..." esclamò il Generale ridacchiando "E il prezzo da pagare, è la tua insulsa esistenza!" Il Generale scagliò un possente pugno a terra, la quale cominciò a tremare come un vetro fragile. Subito dopo, un cumulo di rocce spinose quanto coriacee, emersero dalla terra come onde impetuose, circondando ed imprigionarono la bestia in una morsa letale. Il Talento di Chester aveva colpito ancora: "Stavamo solo aspettando che tu ritornassi qui, e ora che l'esca è stata mangiata, il gioco è finito!" esclamò Leila, prima di scagliare i suoi due dardi dalle sembianze di aquile rosse. I nobili uccelli scarlatti distrussero tutto quello che trovarono sul loro cammino, sgretolando le rocce, ed eliminando una volta per tutte il Deep Green, che si dissolse nella solita nebbiolina verde. Un urlo di gioia invase tutte le bocce dei soldati, che esultarono quasi in coro per la fine della battaglia, e l'inizio di un piccolo ma riposante, periodo di pace. Dopo aver finalmente riacquistato tutti i suoi sentimenti, Leila si lasciò emozionare dalla calda accoglienza e dall'estremo rispetto ricevuto dai soldati. Una piccola lacrima di gioia sfiorò il suo volto, trasparente ed impercettibile, l'essenza della felicità.
Non fu facile per Chester e Iris distrarre i due ragazzini, tentando di distoglierli dall'hotel Siren, dando così il tempo alla madre di tornare e di risistemarsi dove loro l'avevano lasciata. Nonostante ciò, tutto andò per il meglio e i ragazzini non si insospettirono minimamente. Il giorno dopo, una calda e serena Domenica di aprile, tutta la famiglia Wolfram venne scortata a casa, sembrava davvero il momento di tornare alla realtà di tutti i giorni. Leila fece accomodare il Caporal Maggiore e il Generale Massimo a casa sua; preparare il suo fantastico the all'arancia era il minimo che potesse fare per ringraziare i due di tutto l'aiuto disinteressato che entrambi si erano impegnati ad offrire. Dopo che il the venne servito a tavola, ed un profumo di agrumi e di estate invase tutta la cucina di casa Wolfram, Leila e Chester vollero parlare in privato, dirigendosi verso l'ufficio della donna. Iris invece, decise di concedersi qualche momento di riflessione da sola, scrutando il mondo dall'alto sporgendosi dalla balconata, come una Giulietta assorta. La ragazza fece un sospiro, e frugò nelle sue tasche. Aveva un documento con se, che pareva piuttosto importante, date le rilegature dorate e la bella calligrafia. Iris lesse il documento a voce alta, come se il vento avesse potuto ascoltarla: "Congratulazioni Caporal Maggiore Iris. Ha superato brillantemente il concorso militare al quale ha partecipato un mese fa. A breve, le sarà inviata una licenza speciale, che le permetterà di partecipare alle operazioni sui campi di battaglia della regione di Riterloo. Grazie per la sua dedizione, che onora il nostro paese e... " riprese fiato, un po' scoraggiata "Eccetera, eccetera...li avranno scritti tutti così, questi attestati. Ma io, cosa dovrei fare?" Jane, vedendo che Iris non tornava dalla balconata, decise di raggiungerla, per offrirle dei pasticcini alla crema appena sfornati. La ragazzina vide con chiarezza l'attestato di Iris, e con una nonchalance imprevista, le chiese: "Mi scusi signorina Iris, ma perché vuole andare via? Non le piace vivere qui?" Iris si girò verso Jane, e facendo un sorriso dolce come il miele, rispose: "Beh, credo che qui non ci sia bisogno di me. Probabilmente a Riterloo potrò davvero dedicarmi allo scopo della mia vita. C'è già qualcun altro, che ben presto proteggerà Calvas dai cattivi!" fece un risolino, accarezzando il visino paffuto di Jane, che nel frattempo, si stava commuovendo: "Signorina...un giorno voglio diventare in gamba quanto lei. La prego, mi scriva delle lettere, vorrei ancora sentire la sua voce nella mia testa..." dopodiché, inaspettatamente, Jane abbracciò il Caporale, che si inginocchiò per ricambiare: "Ti penserò sempre, piccola testona."
Chester e Leila, dopo una decina di minuti, uscirono dall'ufficio. Il Generale sembrava piuttosto frettoloso: "Bene Caporale, è ora di rompere le righe!" annunciò solenne. "Si, signore!" rispose pronta Iris, che lanciando un ultimo sguardo verso Matt e Jane, si congedò con Chester. Casa Wolfram fu di nuovo tranquilla. Leila deglutì, sentendosi un po' in imbarazza e completamente insicura, poi chiese ai suoi figli di sedersi. Nella sua immaginazione, navigavano delle piccole frasi, di enorme importanza.
Tenersi tutto dentro non fa bene. Condivida le sue glorie e le sue sconfitte con la sua famiglia. Sono certo che la adorano per quello che è.
"Ehm...c'è qualcosa che dovrei dirvi. Di questi tempi non sono stata molto sincera con voi, e me ne vergogno davvero. Già siete costretti a dire delle menzogne ogni giorno...non voglio che queste prendano parte anche alla nostra vita familiare. Vi ho nascosto delle cose che non avrei dovuto celare ai vostri occhi. Vorrei presentarvi..." da un sacchetto della spesa, Leila tirò fuori la sua gruccia, che rapidamente si trasformò nella balestra da caccia a forma di aquila "...la mia Risorsa. Mi dispiace avervela nascosta per tutto questo tempo." I due ragazzini, all'inizio rimasero ammutoliti, cosa che spaventò moltissimo la donna, che già era in soggezione. Temeva davvero di aver causato loro una brutta reazione: "Mamma..." mugugnò Jane "...questa Risorsa è bellissima, quasi meglio della mia!" "Ma come l'hai ottenuta, dai racconta!" aggiunse Matt entusiasta. Leila si sentì finalmente rincuorata, e facendo un po' la sbruffona, decise di raccontare la storia della sua Risorsa. Poco dopo, mentre Jane andò a farsi un riposino pomeridiano, Matt fu in procinto di accedere la sua console di videogiochi preferita, ma Leila, toccandogli la spalla in modo quasi infantile, attirò la sua attenzione. Aveva lo sguardo di una fanciulla impaziente di salire sulla giostra: "Prima che tu ti rincitrullisca coi videogame, voglio farti vedere una cosa, vieni nella mia stanza." Matt entrò assieme alla madre nella vecchia stanza dei due sposi del passato. La donna non si era azzardata a toccare nulla, dopo la tragica morte del marito. Ogni giorno, spendeva almeno mezz'ora per spolverare e lucidare la stanza, in modo che risultasse sempre limpida e profumata, alla vista e all'olfatto: "Vorrei sdebitarmi con te. Avevi ragione per quanto riguardava la nostra piccola vacanza, il tuo pessimismo non sbaglia mai, non c'è che dire." La donna afferrò un baule risposto sotto il suo letto, e lo tirò fuori come una prestigiatrice, poi lo aprì. Al suo interno, erano conservate gelosamente delle vecchie foto, che Matt e Jane non avevano mai potuto vedere, a causa della stoica copertura a cui era stata sottoposta la famiglia: "Jane è nata qui a Calvas, dato che in quel periodo mia madre ci stava tutti ospitando a casa sua. Ma tu, caro mio..." Leila mostrò alla ragazzino una foto di un paesaggio caldo ed accogliente, prevalentemente collinare. Pareva una regione piuttosto esotica, ove la natura si presentava sotto forma di spiagge rocciose e campi sterminati di erba alta. Si poteva sentire quasi l'odore salino del mare, attraverso quella splendida foto "Questa è Saratya, la regione dove tu e tuo padre siete nati. Non è davvero un bel posto?" Matt si perse osservando attentamente tutte le foto che gli vennero mostrate, per catturarne ogni minimo particolare. Osservò divertito molte immagini di suo padre, che veniva baciato dal caldo sole del luogo. "Potremmo andarci un giorno, vero mamma?" chiese il ragazzino pensieroso. "Si, un giorno ci trasferiremo la, dove la storia di tuo padre ha avuto inizio, te lo prometto." gli diede un bacino sulla testa, poi concluse "Ora puoi andare a rimbecillirti quanto vuoi. Io ho delle cose da fare." Mentre Matt tornò in cucina, Leila guardò il cielo e le giocose nuvolette bianche che lo addobbavano. Finalmente sentiva di aver fatto la cosa giusta. Si sentì leggera, proprio come quelle nuvole.
Il Lunedì seguente ricominciò la scuola. Matt e Jane tornarono tutti pimpanti dalle lezioni, fino a quando, guardando le caselle della posta, il ragazzino non notò un pacchetto indirizzato alla famiglia, e decise di portarlo a casa. Quel giorno Leila non era andata al lavoro, per cui tutti insieme, riuscirono ad aprire il misterioso pacchetto: "Una...videocassetta?" disse Jane con fare interrogativo. "Non sono molte le persone che al giorno d'oggi ne possiedono ancora uno...questo vuol dire che chiunque ce l'abbia inviata, ci conosce molto bene..." commentò Leila molto seria. La famiglia inserì la videocassetta nel video registratore, e si ritrovò davanti il faccione di Russell dopo qualche attimo, sembrava un filmato che aveva ripreso per conto suo: "P-papà? E' davvero lui?" esclamò Matt sciolto dalle sue emozioni, mentre il filmato cominciò.
Beh...emh...non sono proprio bravo a fare queste cose. Se state guardando questo video, probabilmente mi è successo qualcosa, e sono...come dire... schiattato! Leila, non metterti a piangere per favore, se cominciassi a soffrire, io lo sentirei, credimi. Bambini, anche voi, vi prego di essere forti, fatelo anche per me. Cercherò di essere più allegro possibile, perché il mio messaggio è molto importante, e vorrei che lo ascoltaste con gioia. Secondo i miei voleri, se avete ricevuto questa videocassetta, significa che, in un modo o nell'altro, siete riusciti ad ottenere tutti e tre le vostre Risorse. Non fate quella faccia! Ho pur sempre la mia rete di informatori, a cui ho affidato il compito di osservarvi in silenzio fino a questo giorno. In fondo siete persone eccezionali, e non mi stupisco dei vostri nuovi poteri, ma quello che vi sto per chiedere è molto importante. Calvas non è perduta, possiamo ancora salvarla, ma per farlo, dobbiamo ricominciare da capo. Per questo, ora e adesso, io vi imploro: create una nuova O.A.G, e coinvolgete segretamente tutte le persone che ritenete vere e proprie potenzialità. Il mio errore fu quello di espormi troppo al pubblico, ma voi dovrete fare tutto in segreto. Fate rinascere la Triade attraverso la nuova squadra che riuscirete a comporre, e battetevi per la pace di Calvas. Non lasciatevi fermare dai Servizi Segreti. Io credo in voi. La mia morte non sarà stata vana, perché voi siete la nuova speranza, e so che ce la potrete fare. Vi amo tutti e tre, e vi amerò sempre. Vi prego, esaudite questo mio ultimo capriccio, un desiderio che aspettano tutti gli abitanti di Calvas, da fin troppi anni. Grazie. Ma che...come si spegne questo affare...
Il video si interruppe, e la famiglia Wolfram rimase a bocca aperta. Matt, nell' atmosfera muta che si era creata, chiese timidamente: "Mamma...cos'è una O.A.G?" "E' l'acronimo per Organizzazione Anti Green Blood. Sono gruppi di persone che scelgono come impiego l'eliminazione dei Green Blood dalle proprie regioni, dei veri e propri professionisti. Sono finanziati dal Governo, e come compito proteggono i civili nelle aree a loro assegnate. Si diceva che la Triade di Gracalm fosse la O.A.G più forte dello stato, se non del continente." rispose Leila pensierosa. "Quindi, papà ci ha chiesto di continuare quello che lui aveva cominciato?" chiese Jane perplessa. "Non posso credere che ci abbia chiesto un atto così...sconsiderato." commentò la madre "E' una richiesta...sconsideratamente geniale." "Stai scherzando? Davvero vuoi coinvolgerci in qualcosa di così importante, mamma? Fino a qualche giorno fa sembravi estremamente protettiva..." rispose Matt allibito dalla reazione di Leila. "La nostra gita ci ha dimostrato una cosa: nella stato di Gracalm, oramai nulla è più al sicuro. Ogni cosa può trasformarsi in un pericolo mortale! Non sto dicendo di sfidare apertamente i Green Blood, per farci ammazzare alla prima occasione. Ma se -cosa che molto probabilmente accadrà ancora- avremo a che fare nuovamente con quelle creature, saremo pronte per fermarle, giocheremo d'anticipo. E poi le O.A.G possono essere tranquillamente anonime, per cui non c'è il rischio di essere riconosciuti." "Sei davvero la mamma più forte che ci sia!" esclamò Jane esultante, tuttavia Matt era ancora piuttosto indeciso. "Io...non so che cosa fare." commentò sconsolato. "Matt, la tua previdenza è ammirabile, ma non sei stanco di vivere in una gabbia di segreti, in una palude piena di pericoli ed insidie, senza aver la possibilità di difenderti dal male? I Servizi Segreti ci hanno già tolto fin troppe cose, è tempo anche per noi di volare per conto nostro." L'espressione indecisa di Matt si trasformò in un volto ricolmo di pura estasi e felicità. Forse era davvero tempo di raccogliere il testimone, e di cercare di far tornare la via del Diavolo, un triste ricordo.
"Stai scherzando, nanetto coraggioso?! E' una proposta che non posso davvero rifiutare, è quello che aspetto da tempo! Sai, ti pensavo un vero e proprio rammollito, invece forse, sotto quella faccia da babbeo, c'è davvero della stoffa!" "Sono davvero lusingato Mike..." disse Matt, dopo aver convinto l'amico bulletto ad entrare a far parte della sua O.A.G. Come richiedeva la prassi, la richiesta di formare una nuova associazione venne inviata direttamente al governo, che dopo aver letto alcuni documenti sui Wolfram, sembrava restio ad accettare. Ma fortunatamente, Chester spezzò una pesante lancia a favore di Matt e la sua famiglia, elogiandone ogni singolo elemento, e suggerendo che avrebbe supervisionato lui stesso la nuova organizzazione. Alla fine, la nuova O.A.G di Calvas venne finalmente formata, coi suoi primi quattro membri. Il nome della O.A.G sarebbe stato designato da Matt, ma quest'ultimo, credendo che l'associazione dovesse avere un nome significativo, glissò il compito alla sorella affermando che gli serviva tempo per decidersi. Jane appoggiò la sua scelta, il fatidico nome della nuova O.A.G si sarebbe deciso in seguito.
Il mattino del 5 aprile, prima che i due ragazzini si dirigessero a scuola, Leila volle riferir loro una cosa che le era sfuggita: "Mi avevate chiesto di Betty...come dire...mi ero scordata di rispondervi. Bene, abbiamo deciso che sarebbe stato meglio per tutti, che lei se ne andasse." disse Leila cercando di far capire le sue ragioni. "Ma perché?! La signora Betty forse non avrebbe potuto darci una mano, ma sarebbe stata la benvenuta." replicò Matt. "Eravamo entrambi d'accordo. Le serviranno anni di allenamento e tanta meditazione per riacquistare anche solo un barlume del potere che un tempo possedeva. Inoltre...ne io ne lei eravamo pronte... alla luna piena."
Quella notte, Betty guardò la luna piena con uno sguardo triste, ma speranzoso. Solo qualche giorno prima, l'aveva guardata attraverso gli occhi della sua migliore amica. La pace di quella notte sembrava durare per sempre. Ma sfortunatamente, nulla dura per sempre.
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